NOTE: il GP è il secondo del 2022, ovvero quello del Bahrein, quando purtroppo Seb è ancora positivo e non può tornare. Da casa assiste ad una serie di cataclismi che lo mandano nel panico. In sequenza: un missile colpisce Jeddah a 16 km dal circuito, Lewis non supera le Q1 e Mick ha un brutto incidente nelle Q2. Ad un certo punto mi immaginavo Seb in tilt mentre cercava qualcuno che gli facesse sapere come stava suo figlio adottivo scomodando chiunque gli venisse a tiro. Così mi è venuta di getto questa fic. Per il momento non ho scritto altro, ma spero in questo terzo GP! In tutta sincerità ero indecisa se questa seconda fic dovesse essere così oppure più seria, poiché Lewis è preoccupato per la salute di Seb dal momento che ha pure fatto quel bel post su di lui. Ma in realtà una non esclude un'altra. La prossima, che non ho ancora scritto, potrebbe comunque essere su come Lewis ha vissuto la malattia prolungata di Seby! <3 Buona lettura. Baci Akane

SOLO PERCHÉ MANCO!

seb lewis sewis

Io manco due GP in tutta la mia lunga carriera e cosa succede? 
DI TUTTO!
No dico, ma siamo impazziti?
Sono al telefono con Lewis e mi dice candido come se cadesse la neve: 
“Oh, una bomba!”
E poi, come se non bastasse, il giorno dopo, Mick ha un incidente che mi fa venire un infarto da quanto è brutto. 
CIOÈ MA CHE CAZZO SIGNIFICA, SI PUÒ SAPERE?
Corro dal 2007, non ho mai mancato un GP, non è mai capitato nulla, ringraziando il cielo, che mi impedisse di correre. 
Adesso ho il covid. Ok, l’avevo messo in preventivo succedesse. 
L’ha preso Lewis l’anno scorso, non è una tragedia, ma per quanto stiamo attenti può capitare.
L’ha presa peggio Lewis di me, questo fatto. 
Decisamente male, diciamo.
Però insomma, eccoci qua.
Ed ora che non solo salto una, ne salto ben DUE di gare, ecco che il cataclisma si abbatte sul mondo.
Prendono a missilate Jeddah proprio quando c’è il GP con piloti, squadre e fans? 
A 16 km dalla pista?
Davvero? 
Ed io dovrei starmene sereno e tranquillo sapendo che Lewis ha visto ad occhio nudo un missile cadere là dove sta lui? Stiamo forse scherzando? 
E se li prendono a fucilate? Se una bomba sbaglia mira e finisce sulla pista con loro dentro?
E con loro non intendo solo Lewis, ma ovviamente è lui il primo a cui penso con il cuore in gola.
Poi ci sono anche Mick, Charles, Daniel, Val, Pierre, Lance. A modo mio mi dispiacerebbe anche per Max, dai!
Ma non siamo contenti così. 
No, non basta. 
Perché in qualifica Mick ha pure un incidente, e non di quelli che ti fanno volare un ala posteriore oppure ti ammaccano un po’ l’auto.
Un incidente che ti distrugge del tutto la monoposto con te dentro.
Cioè lui.
MICK! 
Che per me è come un figlio. Al pari dei miei a casa. Sinceramente, lo considero il mio primo figlio. 
Si spiaccica contro il muro, fa svariati testacoda perdendo pezzi, molti pezzi, e lo devono portare via in ospedale lasciando il dubbio sulle sue condizioni. Perché sì, potrebbe anche non stare bene!
E NON RISPONDEVA!
L’ho chiamato e niente, allora ho chiamato Lewis e niente. 
COME OSA IL MONDO NON RISPONDERMI, NON FARMI SAPERE PRECISAMENTE COME DIAVOLO STA MICK?
Ho provato anche con Charles. 
Niente.
Cazzo, vivono tutti col telefono in mano, possibile che nessuno mi possa dare retta?
Alla fine Lance mi risponde. Sia lodato quel cellulare-dipendente. 
- Credo stia bene.
- AH TU CREDI? ASSICURATENE!
L’ho terrorizzato. Corre nel box della Haas per avere notizie ed alla fine gli dicono che SEMBRA stia bene. 
Dopo un tempo che non so quantificare, Lewis mi chiama.
E solo quando sento la sua voce tirata, sul punto di mandarmi a fare in culo solo perché oso chiedergli come sta Mick, realizzo che sia lui che Lance se mi hanno risposto significa che le loro Qualifiche sono finite. Cioè prima delle Q3. 
Perciò bene. Molto bene.
Forse pure questo succede per la prima volta dal 2007. 
Che Lewis non arriva in Q3. 
Ad occhio e croce la possiamo mettere nelle catastrofi delle due settimane che manco dai circuiti.
Cioè quando smetterò di correre, che succederà? Un asteroide colpirà la Terra e di preciso la città in cui stanno Lewis e Mick?
- Scusa, seguivo le Qualifiche e naturalmente so che hai avuto problemi, ma l’incidente di Mick mi ha mandato in confusione. Scusami. Come state? 
Correggo subito il tiro, perché in realtà sono molto preoccupato anche per lui. 
La conversazione interrotta ieri mattina presto, dal missile, era proprio su quanto la situazione lì fosse tesa e brutta. 
Non voleva starci, non voleva fare la gara. Lui ha premuto molto per interromperla, ma non erano tutti d’accordo e sono stati assicurati che le misure fossero adeguate. 
Belle misure. 
“Oh!” Mi ha fatto mentre mi stava parlando spiegandomi proprio quello, infervorato quanto lo ero io in Svizzera. “Una bomba!”
Ed io con la vena subito che pulsava sulla tempia: 
“COME OH!” E lui in risposta mi ha scattato una foto in diretta di ciò che stava guardando dall’hotel. “MA SEI SERIO?! PRENDI SUBITO MICK E VATTENE!”
Ho detto subito questo. I miei primi pensieri sono per loro due, è qualcosa che mi viene spontaneo.
Prima stavo per scrivergli per le qualifiche andate male, ma immaginando che fosse un momento sbagliato, avevo deciso di aspettare un po’. Intanto mi sono guardato le Q2. 
Ed ecco poi Mick che si schianta insieme al mio cervello che va in tilt.
Ho iniziato a pensare a macchinetta: 
“Ecco, proprio quando io non sono lì con lui! Vedi? Bravo Seb! Bravo padre che sei! No, adesso io prendo e vado là!”
Fortuna che Lance mi ha risposto. A volte lo invidio, vive tutte le situazioni di tensione e stress come se fossero passeggiate in pianura, in primavera, quando c’è il sole ma non fa troppo caldo e si sta bene. 
Io per il solo fatto che non vado sempre in Q3 (ormai da fin troppo tempo) mi sento un totale incapace e mi fustigo. 
Lui salta giù dalla macchina e prende il cellulare in mano.
Non credo sia menefreghismo, solo che stacca la spina subito. Vive le cose in un altro modo. Forse fa bene, non si fa il fegato amaro. 
- Beh, io non sono al top. Appena ho saputo di Mick mi sono precipitato a cercare notizie. Dicono che stia bene... 
Sentendo che si concentra subito su quello che sa che mi preme di più in questo momento, mi rendo conto di quanto mi ama.
Perché io so, invece, quanto lui sia incazzato per le qualifiche peggiori della sua carriera, credo. Perché finora, nella sua carriera, se lui è partito dal fondo è stato solo per incidenti o penalità. 
Per me, però, in questo momento la priorità ce l’ha Mick e anche Lewis cerca di concentrarsi su quello, sebbene sicuramente vorrebbe pensare unicamente a quello che non va nella macchina. 
Da questo si vede quanto è grande l’amore che nutre per me, e un po’ mi calma.
Ma la preoccupazione per Mick è lì dietro l’angolo.
- Cristo Santo, Lew. Non sopravviverò fino a domenica sera. Anzi, fino a che non vi saprò tutti a casa sani e salvi. Io sono così lontano da voi proprio mentre vi succede di tutto. Sto impazzendo. È meglio stare lì nel casino, magari fare schifo in gara e prendermi merda da tutti, ma almeno sono lì con voi.
- E prenderti le bombe con noi? Nah, è molto meglio che te ne stai lì al sicuro. Almeno tu! 
Spalanco gli occhi impallidendo di colpo, mentre se potessi lo guarderei in viso per capire se scherza.
Poi i neuroni tornano a girare e capisco che, ovviamente, sì che scherza. Sta cercando di sdrammatizzare alla mia maniera. 
Ora mi rendo conto di quanto irritante sono quando lo faccio. 
- Se morite voi due, devo morire anche io con voi. Sai che non sopravviverei. Per me in questo momento siete le persone più importanti, insieme alla mia famiglia. 
Mi esce totalmente spontaneo. Normalmente cerco di tenere i nervi saldi fino a che non esplodo male. Ora è uno di quei momenti, ma di solito quando mi capita sono in pista e faccio fuoco e fiamme, mi sfogo, faccio piazzate, dico stronzate ai media. Ma ora che posso fare?
Sono qua, a casa mia, dall’altra parte del mondo.
Sembra quasi che solo perché io manco, là debba succedere di tutto.
E la gara non è nemmeno cominciata. Siamo a sabato, dannazione. 
Morirò. 
Dopo qualche istante, realizzo che Lewis non sta dicendo nulla ed immediatamente torna l’ansia. 
- Che c’è? Ti hanno dato brutte notizie da Mick? Un altro missile? Non sei in condizioni di correre? 
Che poi in realtà non sarebbe male. Partirebbe subito e sarebbe al sicuro. 
Magari anche Mick se ne torna subito a casa. Voglio che se ne vadano immediatamente da lì. 
Non capiscono come mi sento così lontano mentre là accade di tutto. 
- No, no... è che... - tira su col naso e quando lo fa capisco che si è commosso. E, col mio tipico secondo treno, capisco di esserne io la causa. 
Sorrido intenerendomi, mentre spazza via un po’ di ansia con la sua semplice essenza. 
- Hai detto una cosa bellissima... 
Immagino di averlo fatto. Se muori tu, muoio io.
- Che drammatico che sono, eh? - ed ecco che mi derido da solo per smorzare la tensione. 
- Avrei detto dolce e romantico, ma anche drammatico in effetti... meravigliosamente drammatico. 
Sorrido mentre lo dice, calmandosi a sua volta. Lo sento meglio mentre mi parla, credo fosse furioso per le qualifiche, lo conosco. Ma so anche che domani spaccherà tutto. 
- Vedrai che domani andrai alla grande. Farai podio, me lo sento. A te partire da dietro ti carica un sacco e corri ancora meglio di quando parti davanti. Ti conosco bene, ormai. 
Posso dirlo visto che al momento sono il suo rivale più longevo. 
Ogni tanto dimentico che corriamo praticamente dagli stessi anni, anche se io sono di due anni più piccolo. Sono io quello precoce. E a volte penso che sia ora di lasciare il passo. Solo a volte. 
Poi solitamente ritrovo la voglia e l’entusiasmo. O solo la motivazione.
Che ultimamente è sorreggere Mick e godermi più che posso questi momenti preziosi con Lewis nelle piste. 
Pensandoci sospiro. 
Mi mancano.
Per una volta che io non ci sono, loro hanno bisogno di me più che mai. Ed io non sono là con loro a sostenerli. 
- Sono certo che Mick sta bene, fra poco si farà vivo. È meglio anzi che ti libero la linea, così appena ti chiama tu potrai rispondere. Sicuramente sa che stai diventando matto. 
Sorrido intenerito dal pensiero che ha per me e per ciò che mi mette in ansia. 
Mentre lo dice, un bip mi distrae e stacco subito il telefono dall’orecchio mettendo il viva voce. Guardo il messaggio che mi è arrivato e appena vedo che è Mick, un enorme peso si toglie dal mio petto e mi risale come un’ondata di calore. 
- Oh, è Mick! - esclamo subito leggendo ad alta voce: - Dice ‘Sto bene, scusa se ti ho fatto preoccupare! Appena posso ti chiamo!’ - sospiro di nuovo, sollevato. - Come fa a sapere che mi ha fatto preoccupare? 
La risata di Lewis, la sua tipica che mi riempie di allegria, mi risuona nelle orecchie. 
- Non lo immagini? 
- No, perché? 
- Beh, avrai sguinzagliato tutti i tuoi adepti per sapere di lui tanto che la Haas gli avrà detto di farsi vivo con te prima che rompi le palle anche al presidente della FIA! 
Arriccio la bocca pensando a ciò che dice, fingendomi il permaloso che non sono. Lui lo è, non io. 
Ma mi piace giocare.
- Eddai... non tutti... solo Lance... 
- Ah sì? Ed io? 
- Che c’entra, tu non sei un adepto. Tu sei il mio Lew. 
- E cosa hai detto a Lance per spingerlo addirittura a rompere le palle alla Haas che hanno fatto sapere di te a Mick? 
Ci penso e fingo a distanza che non sia niente di che, con una delle mie espressioni poco gravi, che sminuiscono qualcosa. Lui non mi vede, ma sente il tono e ride. 
- Mah... vabbè... niente di che... gli ho solo urlato di correre a vedere come sta e di farmelo sapere... 
Lewis ride di gusto e a lungo e sono contento di averlo aiutato a distendere i nervi. Potrebbe esserci ben poco da ridere, visto il missile di ieri. Se ero lì me li prendevo davvero e me li portavo via a forza. Lui e Mick. 
Si salvano perché sono dall’altra parte del mondo. 
Che ansia, dannazione. 
- Ti devo lasciare, signor papà preoccupato! 
Il momento peggiore. Quando riaggancia le nostre telefonate e so che non sentirò la sua voce, tutto ciò di cui mi devo accontentare ora come ora. 
Spero che Melbourne arrivi presto, non vedo l’ora di riabbracciarlo e stringerlo.
Lui e Mick. 
Il mio compagno e mio figlio adottivo. 
Se esiste un Dio, che li protegga.