*Ecco la conclusione della fic, arriviamo a Maggio dell'anno scorso, quando muore Niki Lauda. Tutti ne sono colpiti, ma Lewis e Nico erano molto legati a lui e infatti si sono visti insieme al funerale (insieme a molti altri piloti a onor del vero). In quel periodo si è notato un avvicinamento fra i due. Io, da brava investigatrice, ho notato tante cose che mi hanno fatto scrivere questo pezzo che, in realtà, originariamente fu il primo pezzo che scrissi di questa fic, poi mi venne in mente tutto il resto precedente e lo aggiunsi facendomi prendere come sempre la mano. Ma era tutto nato per fare un 'epilogo' fra Lewis e Nico, ispirata da quello che era successo nella realtà. Spero che la fic sia piaciuta, al momento non ho scritto nulla di nuovo sui sewis, ma sicuramente con l'inizio della nuova stagione mi verrà su qualcos'altro. Per sapere se scrivo e pubblico, seguite la mia pagina su FB: https://www.facebook.com/akanethefirst/. Grazie di avermi seguito. Buona lettura. Baci Akane* 

IL MOMENTO DELL’EPILOGO

        
  

*Maggio 2019*

Non avrebbe più smesso di piangere, in quel momento si sentiva così. Impossibilitato a smettere. 
Sapeva che poteva succedere, ma esserci era un’altra cosa. 
La vita era diversa, mettevi in conto una serie di cose e ci pensavi e immaginavi cosa poteva essere, ma quando la vivevi era sempre peggio, era sempre diversa, più forte. 
Così quando si ritrovò Nico alla porta di casa con un’aria mortificata, capì quanto davvero la vita potesse essere diversa da quello che ti immaginavi. 
Lewis aveva sempre pensato che se Nico fosse tornato nella sua vita, lui l’avrebbe respinto, chiuso la porta in faccia insomma. 
Invece non solo alla fine della scorsa stagione gli aveva permesso un piccolo avvicinamento giusto per dimostrare a sé stesso e a Seb che Nico non aveva più potere su di lui più di chiunque altro, ma lì, in quel momento di devastazione, lo fece entrare. 
- Mi dispiace per Niki. So quanto devi stare male, era molto importante per te. - sicuramente quelle cose che non ti aspetti, quelle cose che non puoi nemmeno pensare. Quelle cose che ti cambiano in un attimo, cambiano tutto. 
- Seriamente? - Sbottò Lewis esasperato, troppo devastato dalla morte di Niki. - Aspetti ora per venire da me? - Nico rimase di stucco alla sua reazione rabbiosa e cercando di rimanere calmo, disse: 
- So quanto eri legato a lui e so quanto stai male in questi casi ed ho pensato che Niki fosse più importante dei nostri problemi... - Lewis sbuffando scosse la testa e andò in casa lasciandolo entrare liberamente, stanco, troppo stanco per ogni cosa. Stufo soprattutto. Nico fece per toccarlo, ma lui alzò istintivamente la mano e scosse il capo, però si asciugò il viso e si buttò sul divano senza l’intenzione di offrirgli qualcosa. 
Nico non chiese nulla, si sedette sulla poltrona capendo che entrare in casa era forse molto più di quanto sperato. 
L’emozione e la speranza per un momento, in Nico.
In Lewis solo l’esasperazione. Non ce la faceva più. Non sapeva cosa fare, ma agiva senza rifletterci troppo, in totale istinto. 
- Da quando ti sei pentito di aver anteposto la carriera a me? - non ne poteva più di vivere col fantasma di Nico sempre lì, sempre a pensare a come comportarsi per lui, per Seb, per il mondo... voleva chiudere una volta per tutte, archiviare, come aveva detto d’aver fatto Seb che parlava a Nico senza problemi perché per lui quello scemo aveva pagato già caro il suo stupido errore. 
- Lo sapevi...? - Lewis fiammeggiò gli occhi.
- Ti conosco troppo bene, so che te ne sei pentito subito, ma sei sempre stato troppo orgoglioso per chiedere perdono. - Lewis non aveva più freni inibitori nello stato d’animo in cui era e Nico non sapeva cosa aspettarsi da quel colloquio. Forse solo un epilogo, quello definitivo. Ma un epilogo poteva essere tanto dolce quanto amaro. 
- Ho lasciato presto la F1 perché ho capito che avevo sbagliato ed ero sicuro non mi avresti perdonato. - 
- Avresti dovuto chiedermelo lo stesso invece di pensare di conoscermi. - Sbottò ancora seccato, come un fiume che straripava. Aveva sempre voluto dirgli tutte queste cose. 
- Mi avresti perdonato? - Nico non ci poteva credere, shoccato e smarrito rimase ad ascoltarlo senza muoversi, col cuore in gola mentre la consapevolezza d’aver sbagliato di nuovo tutto lo stava bruciando, perché quella volta davvero non si poteva rimediare. Ma sul serio. 
- Seb ha fatto una cagata nel 2017 a Baku, abbiamo litigato furiosamente e prima di quel momento eravamo sul punto di metterci insieme. Per un istante era tutto finito. Ma lui è venuto da me e mi ha chiesto perdono con sincerità. Io l’ho perdonato e ci siamo messi insieme. Sai qual è la differenza fra voi due? Lui mi ama troppo, al punto da mettere me sopra ogni cosa senza esitare, al punto da tentare il tutto per tutto e non importa se questo significa calpestare sé stesso ed il suo orgoglio. E lui non si è chiesto se lo avrei mai perdonato, ha sperato che lo facessi. Per questo ora amo lui e lo amo troppo per metterlo da parte. Perché per lui sono sempre venuto prima di ogni cosa e sempre verrò. Se sei qua per riprendermi, Nico, esci subito e non rifarti più vivo. Ma se sei qua per essere l’amico che una volta eri, allora resta e sii mio amico. - Silenzio. 
Nico chiaramente non era pronto a quello, si era solo detto che quello fosse il momento giusto per agire perchè conosceva Lewis e sapeva quanto male stesse ed era appropriato farsi vivo nonostante i trascorsi, mettere tutto da parte e fargli le condoglianze. 
Dopotutto avevano perso entrambi un amico, Niki era il loro collante in qualche modo. 
Ma non si era di certo aspettato quella reazione così di stomaco, infatti aveva immaginato tanti scenari ma non quello. L’aveva messo alle strette per obbligarlo a buttare giù una delle sue mille maschere.
Le maschere le aveva solo da quando le cose erano diventate complicate fra loro, per ottenere ciò che voleva aveva imparato l’arte delle maschere, convinto che ci volesse quello dopotutto. 
L’errore era stato fatale, ma non tanto l’anteporre la carriera a Lewis convincendosi di poter rimediare dopo, quanto la convinzione di non poter essere perdonato e quindi il non cercare di sistemare le cose a posteriori. 
- Sai, forse ero io a non potermi perdonare, per questo non ho mai avuto il coraggio di scusarmi. - E voleva dire ‘però se tu sapevi che me ne ero pentito e mi amavi ancora, potevi lottare di più, potevi cercarmi, potevi fare qualcosa, dopotutto.’
“Ma è evidente che non mi amava più a quel punto.” 
Nico sentì le lacrime pungergli gli occhi. 
L’aveva perso, in quel momento, davanti a quella schiettezza, privo di ogni maschera possibile, di ogni filtro, di ogni senso che non fosse quello della verità, realizzò che Lewis amava Seb e che non sarebbe mai più tornato ad amare lui, non come una volta, non al punto da mettere da parte Seb. 
“Amicizia...” Si disse fra sé e sé incredulo di dover ripiegare su quello. “Dopotutto si finisce dove si inizia. Eravamo iniziati come amici... magari alla fine è giusto così. Magari il nostro destino è questo, non fidanzati. Magari funzioniamo bene solo così.”
O magari a volte potevi rimediare agli errori, ma con tempismo. Altre volte quegli errori erano fatali. 
Il momento dell’epilogo vide Nico sorridere con tristezza e mettersi comodo: 
- Mi piacerebbe bere un thé, me lo faresti? - Lewis, guardando i suoi occhi tristi e delusi, capì che aveva scelto l’amicizia. 
Non sapeva se sarebbero stati in grado di tornare amici davvero, forse non come un tempo, forse ci sarebbe voluto tempo. Forse il tempo è sempre il fattore più importante. A volte se te ne prendi troppo perdi tutto, altre invece vinci. 
Seb aveva vinto il suo amore, Nico l’aveva perso. Ma in nome dell’amicizia che c’era stata prima e forse, perchè no, dell’amore sincero finchè c’era stato, era anche giusto riprovare ad essergli di nuovo amico. 
“Ci vorrà tempo, ma almeno devo provarci.”
Alzandosi, andò a fargli un thé mentre al cellulare scriveva a Seb: 
‘Non sai cosa ti devo raccontare! Non ci crederai mai!’
Perchè ormai nella sua vita, nel suo cuore, nella sua anima, Seb era lì, in pole position. E lì ci sarebbe sempre rimasto. 


Era stato tipo ore a spiegargli perché voleva provare a riallacciare con calma e col tempo con Nico, ma che non doveva preoccuparsi che non intendeva dargli false speranze, che aveva messo subito tutto in chiaro, che non si sarebbe fatto fregare, che era solo una specie di prova... Seb aveva capito al primo colpo, ma ugualmente Lewis aveva voluto ripeterlo in tre versioni diverse fino a che Seb, esasperato, aveva sbottato:
- Ho capito, non sono mica deficiente! - 
- Ma io non voglio che tu sia geloso o soffra... - Miagolò Lewis spaventato dal fatto di poter far star male Seb. Questi non sapeva come convincerlo che stava bene e non aveva problemi. 
- Ok, mi piace Nico? Non molto! Lo odio? Non più. Voglio essergli amico come prima? Non credo. Gli rivolgo serenamente la parola? Certamente! Lo tengo d’occhio? Tassativo! Parliamoci chiaro, Lewis. Lui ti vuole e ti vorrà sempre ed è comprensibile, ha fatto una cazzata e ti ha perso, ma questo non significa che non ti ama e che non ci spererà sempre e conoscendolo credo ci proverà ancora e ancora. Però il fatto che accetti una sorta di amicizia in prova parte seconda... beh, come la devo prendere? È giusto che tu gli dia quella occasione, ma penso che non sia deficiente da fidarti di lui ciecamente. Ormai hai capito di che pasta è fatto se messo alle strette. - Seb non le mandava mai a dire, specie a Lewis e specie su Nico. Lewis contento che gli diceva tutto quel che pensava, si sentì sollevato. 
- Non voglio che ingoi nulla, chiaro? - 
- Il tuo sperma lo posso ingoiare? - Chiese così a bruciapelo, Lewis boccheggiante lo guardò mentre inginocchiato fra le sue gambe aperte, cercava di finire il lavoretto che faticava ad avere il picco per via dell’argomento che stavano trattando. 
- Stupido. - Rispose Lewis imbarazzato. Seb ridacchiò e tornò ad immergersi nella sua erezione che collaborava poco. 
- Sai, mi piacerebbe ingoiarlo, ma finchè non la pianti di parlare di quel cretino io non potrò mai soddisfarmi. - Lewis sapeva che lo sperma non era di certo il sapore migliore del mondo, ma era solo un modo perfetto per concludere un orgasmo... e quello sì che era la cosa migliore del mondo! 
Ridacchiando infilò le dita fra i suoi corti ricci biondi e carezzandogli la nuca, accompagnò i suoi movimenti. Seb riprese a succhiare e lui a sospirare e spingere in su col bacino, verso la sua bocca che faceva quel rumore di risucchio che lo faceva impazzire. 
- Sì... sì, Seb... Seby... - Lewis incontrollato si lasciò finalmente andare, perso nella sua bocca che pompava fino a che con piacere liberatorio gli venne dentro. 
Seb ingoiò malizioso risalendo su, lo baciò e gli trasmise parte del suo stesso sapore. Lewis lo prese per i fianchi e se lo sistemò addosso mentre si ricomponeva in fretta per evitare sorprese, visto il posto inappropriato in cui erano. 
Stava per iniziare la parata, erano come al solito in ritardo ma Lewis non avrebbe mai potuto correre lì con l’idea di non chiarire del tutto con Seb. E poi a quel punto tanto era valso approfittare. 
Adesso, pienamente rilassato, sereno e convinto, lo baciò per poi tirarsi su le maniche e la zip della tuta, imitato da un sorridente Seb che si sistemava a sua volta. 
- Quindi tutto bene? - Chiese ancora con un pizzico di ansia Lewis. Seb a quel punto scoppiò a ridere, gli si illuminò tutto il viso, gli occhi blu due soli splendenti di cui Lewis ormai era dipendente. Come poteva un sorriso fare in lui tanta differenza? 
- Penso che ti amo tanto anche perché sei tanto ansioso per delle sciocchezze. - Nico non era una sciocchezza ovviamente, ma vedere quanto ci teneva che lui non ci stesse male e capisse perché aveva accettato di riaverlo nella sua vita, gli faceva capire chi dei due era decisamente la persona più importante. 
“Nico si può sparare tutte le seghe che vuole pensando a Lewis, ma quello che le sparerà a Lewis sarò io. E questo è quanto!”
E quello era il momento di essere felici.