NOTE: ciao a tutti, non so se vi immaginavate di rivedermi di già, ma eccomi qua! La fic è ovviamente sewis, ma protagonista abbiamo anche Nico, è quella che potrebbe essere una versione della storia di Seb e Lewis. Dal momento che un ruolo molto importante l’ha avuto anche Nico, mi sono chiesta: ma come potrebbe essere andata realmente, calcolando che Lewis e Nico prima di un certo momento erano epicamente innamorati e che poi ad un certo punto entrambi hanno litigato di brutto? Così sono andata a farmi varie ricerche per capire quando è successo e soprattutto cosa e la fic è la mia conclusione. [Ho cercato di essere anche precisa sui periodi oltre che sulle cose, infatti certe cose, come l’intervista di cui parlo di Lewis e Seb dove Lewis dice che lui e Nico non sono amici perché vogliono la stessa cosa (il mondiale) è vera, così come che durante il GP della Russia 2015 Seb conosceva il n di stanza di Lewis, cosa che mi ha fatto pensare. Da alcune interviste di Nico ho poi capito molte cose, infatti disse che lavorando con Michael ad un certo punto realizzò in quanti modi si poteva vincere e per farlo doveva fare come lui, entrare nella testa dei rivali e manovrarli, così l’ha fatto con Lewis entrando nella sua testa per destabilizzarlo, in modo da strappargli vittorie e punti importanti. Ha ammesso di averlo fatto perché voleva a tutti i costi vincere un mondiale e quando corri contro uno dotato come Lewis devi usare tutti i mezzi che puoi. Sempre in interviste varie ho letto che Lewis e Nico da piccoli sognavano di gareggiare con lo stesso team per vincere un mondiale, cioè di essere i più forti insieme. Cosa che, quando si è verificata, li ha in realtà distrutti. Un’altra cosa che ho scoperto e che mi ha sconvolto è che in realtà Seb e Nico andavano molto d’accordo, ma poi anche loro due intorno al 2015/16 hanno iniziato ad avere rapporti evidentemente tesi e ad essere molto acidi l’uno con l’altro anche in pubblico.]
La fic non è molto lunga in realtà, sono 4 capitoli più epilogo, ma traccia in modo accurato quelli che per me possono essere stati i momenti chiave della loro storia mettendo insieme fatti e situazioni reali, intrecciandoli alla mia visione sewis e slash. La fic è finita e solo da pubblicare, lo farò con un capitolo a settimana circa. Per sapere quando pubblico seguite la mia pagina su FB: https://www.facebook.com/akanethefirst/ Buona lettura. Baci Akane

La vita in un momento

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1. IL MOMENTO FATALE

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*Dicembre 2014*

L’inizio della fine fu il momento in cui Nico si rese conto d’avere seriamente la possibilità di vincere un mondiale in F1.
Fino a quel momento non aveva corso pensandoci seriamente, bensì per godersi quella magica esperienza che aveva sempre desiderato.
Sin da piccolo, essendo il figlio di Keke Rosberg, un campione del mondo di F1, aveva desiderato essere lui, emularlo, renderlo fiero perché lui era sempre stato il suo eroe e quindi il suo massimo desiderio era diventare un pilota di F1.
Esserci arrivato lo aveva reso felice, per lui quello era stato il suo sogno di sempre per cui poi semplicemente si era limitato a godersi la somma delle sue fatiche. Per di più era con Lewis, la persona che amava, il suo ragazzo e prima di questo il suo migliore amico. 
Insieme avevano sognato di correre in F1 e quasi insieme ci erano arrivati, cosa aveva mai potuto desiderare di più?
Fino a che non si era ritrovato lì a capire cos’era, quel di più che poteva avere. Spinto anche da suo padre che nei suoi infiniti discorsi schietti e burberi, non faceva che ricordargli che non sei un vero pilota se non vinci un mondiale, che quella è la massima realizzazione per un vero pilota di F1. 
‘Non sei arrivato quando approdi in F1, lo sei se vinci un mondiale!’
Vedere che Lewis ci era riuscito l’aveva come svegliato in modo brutale.
Cosa c’era di meglio che essere un pilota di F1? 
Vincere un mondiale.
Fino a quel momento aveva corso pensando di dover essere realista, certi nascevano campioni, altri piloti. Lui era nato pilota.
Poi era diventato compagno di Michael Schumacher alla Mercedes nel suo ritorno sulle monoposto dopo il suo primo addio alla pista. 
E lì aveva capito la differenza di cui aveva sempre parlato suo padre.
La differenza fra l’essere un pilota e l’essere un campione.
Era vero, ci nascevi campione, come nel caso di Lewis che aveva un dono naturale, ma potevi anche diventarlo e quando aveva corso con Michael aveva capito come si faceva a diventarlo se non lo eri di natura. 
‘Il talento lo tiri fuori. Ci sono persone che lo hanno ma non lo sanno perché nemmeno ci provano. Ma non basta mettersi lì e tentare. Bisogna lottare con ogni mezzo a disposizione e sacrificare tutto pur di ottenerlo. Non per sempre, queste cose non durano per sempre. Però non vinci solo in pista con la tua macchina. Vinci in tanti modi.’
Essere il compagno di Michael per quel breve periodo gli aveva fatto capire in cosa consistevano quei tanti modi, ma soprattutto quei sacrifici.
Così un giorno, poco prima che iniziasse il 2015 e dopo che Lewis aveva vinto il suo secondo mondiale in qualità di suo nuovo compagni di team, Nico si era guardato allo specchio e si era detto questo: 
‘Non avrai altre occasione, devi sacrificare tutto almeno una volta, poi sistemerai, ma nel mentre ne sarà valsa la pena se ce la farai!’
- Lui capirà! Il nostro amore è solido, tornerà e mi perdonerà... anzi, capirà benissimo perché lo faccio e sarà d’accordo con me perché lui non è egoista, mi ama e visto che mi ama capirà che è la sola cosa da fare. - Nico aveva iniziato a convincersi di questo, che per vincere bisognava essere cinici ed egoisti, oltre che disposti a tutto. 
“Lewis è una distrazione, oltre che una debolezza. Perché lui è considerato il primo pilota ed io il secondo, io corro in funzione sua ma è così perché non ho dimostrato di poter essere un primo pilota anche io. Non ho la mentalità vincente e sei vincente se sei cinico ed egoista, se sacrifichi tutto per vincere. Io il talento ce l’ho, solo che non ho mai voluto davvero usarlo pensando di non averlo, ma ce l’ho. È solo una questione di testa e Lewis per il momento va messo da parte.”

Il discorso che gli fece fu dunque questo. 
Erano in vacanza insieme in una città esotica meravigliosa, da soli, di notte, quando Nico glielo disse:
- Ricordi quando mi dicesti da piccolo ‘sarebbe bellissimo se io e te un giorno corressimo in McLaren per vincere entrambi il titolo, se competessimo per questo, diventando i più forti di tutti!’? - Lewis si girò a quella domanda con un gran bel sorriso radioso. 
- Certo che lo ricordo! Non è la McLaren ma la Mercedes... e siamo qua insieme! È stupendo! - Nico sorrise amaro, triste. Non era bello e non era facile. Anzi, era sicuramente la cosa più difficile della sua vita.
Cosa sei disposto a sacrificare per i tuoi sogni? 
L’amore... l’amore puoi sacrificarlo? 
A Nico veniva da piangere, ma iniziava da lì, la forza e la voglia di vincere. Il cambiamento di mentalità ed atteggiamento iniziava da lì. 
- Non pensavo che ce l’avremmo mai fatta, quando ho visto che venivi alla Mercedes con me ho pensato ‘ecco che ci siamo! Ora tocca a noi!’ - Introdurre quel discorso non era facile perché una parte di sé non lo voleva, ma sapeva che non poteva sprecare quelle occasioni, che un giorno se ne sarebbe pentito e non si sarebbe mai perdonato. E poi ci pensava ben suo padre a ricordargli quanto inferiore fosse rispetto a chi, invece, vinceva i mondiali. 
- Beh, l’anno scorso è stato difficile, Seb sembrava imbattibile per sempre... ma quest’anno ce l’abbiamo fatta! - Lewis parlava di loro sempre al plurale, l’aveva sempre fatto, era un’abitudine. Nico però sentendosi preso in giro, trovò la forza di fare ciò che doveva:
- Ce l’hai fatta tu. - Puntualizzò serio. Con distacco, quasi. 
Lewis lo guardò meravigliato: 
- Senza di te non ce l’avrei mai fatta! Il tuo sostegno sia come amico che come pilota... insomma, sei il mio compagno, siamo un team, si corre sempre in due e... - 
- Appunto. - Quanto era difficile, si disse Nico. Anche se da un lato sapeva che era necessario, era comunque difficile. - Ma finchè resto il compagno del pilota che vince, non sarò mai io l’altro che compete per il titolo. - Lewis si gelò nonostante la temperatura in quel posto fosse calda. Solitamente andavano a sciare insieme, quella volta avevano deciso di fare un po’ neve ed un po’ mare, sempre rigorosamente insieme.
Quella fu l’ultima vacanza di coppia. 
- Cosa vuoi dire? - Nico sorrise cercando di indorare una pillola molto amara. 
- Non penserai che a me vada bene di essere l’eterno secondo per sempre? Un conto era quando non avevo la concreta possibilità di vincere, un’altra è quando ce l’ho. Ed ora con la macchina ed il team che abbiamo... beh ce l’ho! - L’aveva spiegata molto bene, non poteva negarlo. Però Lewis continuava a fare quell’aria da cucciolo bastonato che non voleva capire perché se avesse capito, avrebbe dovuto accettare. E non voleva. 
- Stai cercando di dirmi che non vinci per colpa mia? - In quel momento l’aria era completamente immobile, non si respirava nemmeno, ma non per il caldo. A Lewis sembrò di soffocare. Per Nico fu come tirarsi fuori una mazza chiodata dalla gola. 
Lo guardò prima di affondare il colpo e sperò con tutto sé stesso di non sbagliarsi, che quelle ferite fossero momentanee e non definitive, che Lewis capisse. Forse non subito perché lui era emotivo, ma un giorno che potesse capire e tornasse con lui e lo perdonasse. 
Però sicuramente quella fu la cosa più difficile della sua vita, la più in assoluto. 
- Finchè io e te mettiamo prima il nostro rapporto dei nostri sogni, non ce la faremo mai. - Nico guardò gli occhi di Lewis impietrirsi e diventare lucidi, sbarrati, immobile. Non respirava. Ma non si fermò. - Lewis, non prenderla così. Io ti amo e lo sai, ma ho un sogno. Vincere un mondiale. Ma correre come tuo secondo, da tuo fidanzato, non mi permetterà mai di vincerne uno. Per te è facile, tu sei un predestinato, ti hanno sempre trattato da numero uno e tu li hai ricompensati, ma l’hai detto tu che senza un gruppo non si vince ed io... io non posso essere ancora il tuo gruppo. Ho bisogno di correre per me stesso, se non ci provassi me ne pentirei. La mia occasione è ora in Mercedes, il mio sogno è qua ed è ora. Se tu mi amassi capiresti cosa voglio dire... - Lo capiva, eccome se lo capiva. Proprio per questo insisteva a rifiutarlo. 
- Mi stai lasciando? - Silenzio. Nico chiuse gli occhi e se li strofinò cercando di cacciare le lacrime che aveva lì. Non era definitivo, non era per sempre. 
- Se vuoi essere un numero uno devi essere disposto a fare dei sacrifici e a vincere ad ogni costo. Se due vogliono vincere la stessa cosa, non c’è spazio per altro, non in quel momento. Quando non correremo più, anzi, quando non vorremo entrambi la stessa cosa, ci sarà spazio per tutto il sentimento che nutriremo sempre uno per l’altro, ma... - 
- Ma per ora non se ne parla. - E qua Lewis aveva capito che Nico lo diceva sul serio. 
La sua reazione, però, non fu come se l’era immaginata.
Nico aveva pensato ad un Lewis in lacrime ed in totale negazione, disperato che lo implorava di non farlo. Invece ora aveva un Lewis duro, pietrificato, sicuramente ferito ma... ma arrabbiato. 
- Se entrambi vogliamo vincere il mondiale, non possiamo avere riguardi. E finchè saremo fidanzati, ci sarà questo riguardo. Ma è una pausa esclusivamente per le nostre carriere che sono qua ed ora. Prima o poi questa cosa finirà e noi torneremo da dove avremo interrotto. Te lo prometto. - 
- Ben se io ci sarò ancora. - La sua risposta secca fu come uno sparo nella notte stellata che li circondava. 
- Come? - Fu il turno di Nico di guardarlo meravigliato. Lewis, dritto vicino a lui, una mano a stringere il bordo del terrazzo dell’albergo in cui erano. Gli occhi neri fiammeggianti. 
- Ben se io sarò ancora disposto a riprendere quel discorso, se quei sentimenti ci saranno ancora. Perché non credere che il dolore che mi stai dando ora sia gratuito e da poco. - 
Nico gli prese la mano cercando di farlo ragionare, realizzando che lo stava perdendo definitivamente: 
- Lewis la stai prendendo troppo male... - 
Lewis strattonò bruscamente la mano. 
- Mi stai uccidendo, Nico. Ricordalo quando vincerai un mondiale sopra di me e rispondi a questa domanda. Ne valeva la pena? Perché tu hai appena ucciso il Lewis che ti amava con tutto sé stesso e senza condizioni. - 
Drammatico ed esagerato oltre ogni dire. Come sempre, ovviamente. 
Nico rimase lì da solo a fissare il posto in cui era stato Lewis, lo sentì fare furiosamente le valige per tornare a casa e interrompere la loro vacanza svegliando Nicole con cui era venuto a fare le vacanze a quattro, insieme a Vivian, la moglie di Nico. 
Li sentì litigare mentre lui non voleva dire perché voleva andarsene senza sentire ragioni, lo sentì tirare qualcosa per terra e calciarlo e lo sentì gridare isterico al punto da non sentire più la voce di lei. 
E rimase lì fuori nel loro terrazzo confinante, mentre Vivian usciva spaventata e lui ingoiava le lacrime capendo cosa significava pagare il prezzo dei propri sogni. 
La sola cosa che rimaneva ormai era sperare che ne valesse la pena e non buttare al vento quella fatica, quel dolore, quello strazio. 
“Mi ama, l’amore che ci unisce non muore così, lui mi ama e capirà perché lo faccio e quando vincerò un mondiale sarà felice per me e torneremo insieme perché mi ama, mi ama davvero...”
Nico si nascose dietro a questo nella speranza che funzionasse così, ma sapeva che era solo una pia illusione che si stava facendo per poter proseguire nel sentiero amaro che aveva imboccato. 
Quando avrebbe vinto, tutto sarebbe stato migliore. 
Ora non aveva scelta che farlo a tutti i costi e assolutamente. 

*Aprile 2015*

Seb pensava d’aver capito male, probabilmente era così. 
Non era tipo da intromettersi e tanto meno fare domande dirette su affari altrui, ma con Lewis il rapporto era sempre stato più che bello.
In effetti Lewis gli era sempre piaciuto.
Era stato il primo a fargli nutrire dubbi sulla propria sessualità, poi era arrivato Jenson ad illuminargli la via e dopo di lui aveva capito cos’era quella spinta indomabile verso Lewis. 
Però lui era fidanzato con Nico da sempre, quindi non aveva mai visto che ne valesse la pena anche perché con Nico ci era sempre andato più che d’accordo. Insomma non da essere amici, però doveva ammettere che non erano male le cose, non da cercare di rubargli il ragazzo solo per soddisfare certi impulsi.
Fra Seb stesso era fidanzato e padre. Beh, era fidanzato perché aveva sempre voluto essere padre e aveva scelto la sua migliore amica, Hannah, per questo ‘compito’. Ma lui era così, uno che programmava le cose e che quindi andavano bene per questo. 
Ora che era in Ferrari doveva concentrarsi su quello. Il suo grande sogno era vincere un mondiale in rossa, lo sognava da quando era piccolo, e non avere distrazioni di nessun tipo era tassativo. 
Con la RedBull si era divertito un sacco, era anche stato più immaturo, la RedBull comunque non era mai stata programmata, ma era successa. Così come i 4 mondiali.
Non si poteva lamentare, nel complesso. Proprio per niente. 
Però ora la minestra cambiava. 
Era in Ferrari ed in Ferrari voleva vincere come non aveva nemmeno mai voluto davvero in RedBull. Non doveva farla diventare un ossessione, ma non poteva sprecare quell’occasione, non esisteva proprio. 
Eppure dopo quell’intervista a due dove Lewis era stato tanto simpatico e spiritoso con lui davanti alla telecamera e alla giornalista, era rimasto di stucco a guardare Lewis dire ‘se due vogliono vincere lo stesso titolo, non si può essere amici’. 
- Lewis, ma va tutto bene con Nico? - La domanda ovviamente era ironica. 
Lewis sentendo quella domanda mentre si allontanavano dall’intervista registrata appena conclusa, lo fissò come una molla, con occhi fiammeggianti e Seb scoppiò a ridere. 
- Lo prendo per un no! - 
- Cosa te l’ha fatto pensare? - Chiese acido Lewis, Seb rise più forte. 
- Ricordami di non farti arrabbiare! - Lewis fece il broncio senza dire altro ed imboccando l’albergo per andare a posare delle cose e decidere dove pranzare, continuò facendosi più scanzonato: - Si è stufato di essere l’eterno secondo del suo ragazzo? - Ovviamente non pensava fosse così e credeva di sdrammatizzare, ma vedendo il silenzio e il capo chino di Lewis, capì che era vero. Così fermi davanti all’ascensore, Seb lo guardò shoccato, lo prese per il braccio e lo obbligò a girarsi. Gli occhi di Lewis lo fissarono pieni di lacrime.  - Un momento, è davvero così? - Le porte si aprirono e così Lewis sgusciò dentro seguito da uno sconvolto Seb. - Cazzo Lewis mi dispiace, io non pensavo potesse essere così scemo... - Lewis sospirò cercando di dire qualcosa che sminuisse ciò che comunque era ancora troppo duro e doloroso. Ovviamente non ci riuscì e il risultato fu un sorriso grottesco che mostrava tutta la sua debolezza. - Mi dispiace davvero che stai così male... non sapevo nulla... - 
- È successo da poco... - Lewis riuscì a dire solo questo, la voce gli si spezzò e le lacrime questa volta uscirono. Seb non gli diede tempo di rimanerne schiacciato perché lo prese subito e lo strinse a sé bloccando l’ascensore prima che arrivasse davanti a chissà chi. Lo tenne a sé e nascose il suo viso in lacrime contro il proprio collo, mentre qualcosa in lui esplodeva e cambiava drasticamente. 
Un momento fatale anche il loro, dopotutto. 
C’era chi rimaneva schiacciato dall’amore e chi invece lo faceva rinascere. 
Seb, in quel momento preciso, rinacque. 

*Ottobre 2015*

Forse doveva essere riconoscente alla follia di Nico perché se non fosse impazzito facendosi sfuggire una persona come Lewis, non avrebbe mai avuto campo libero. 
Non che pensasse di potersi buttare subito su di lui, capiva il dolore, anzi lo vedeva coi suoi occhi al punto da dubitare, in certi momenti, di avere un giorno speranze.
Eppure insomma, aveva quanto meno delle possibilità che prima non aveva avuto. 
Ma nonostante questo, invece di apprezzare Nico, iniziò a detestarlo apertamente.
Con lui ‘apertamente’ significava fare battute cattive a Nico davanti a tutti e pizzicarsi fingendo di scherzare.
Gliene diceva di tutti i colori, ma apparentemente giocava perché pareva scherzassero. Insomma, si pizzicavano, ma ridevano. Più o meno. Seb rideva, Nico sembrava in procinto di ucciderlo tutte le volte, ma rispondeva a tono.
Se la gente normale era indecisa sul capire cosa succedeva davvero, se prenderli sul serio o meno, Lewis ed altri del giro che sapevano e li conoscevano, avevano capito che per qualche misterioso motivo da amici erano passati non proprio a nemici ma a non sopportarsi. 
Del resto quell’anno Nico aveva cambiato atteggiamento anche verso il suo ‘amico’ di sempre, Lewis, tanto da dire apertamente che non erano nulla perché volevano lo stesso titolo.
Alla fine in molti erano giunti alla conclusione che era lui ad essere cambiato, meno evidente forse fu il cambiamento di Seb che nell’andare contro a Nico a modo suo, difendeva Lewis in ogni occasione, anche quello ovviamente a modo suo. 
Seb non era una persona aperta, non si sapeva mai cosa provava o pensava se non decideva di dirlo. Certe cose le diceva senza mezzi termini, altre le nascondeva molto bene. Per cui se lui non voleva qualcosa, non c’era verso di capirla. 
Nel caso dei suoi sentimenti verso Lewis era nebulosa la questione, però si vedeva che comunque i due andavano serenamente d’accordo. 
In realtà era molto più che sereno il loro rapporto. 
- Seb dovresti smetterla di pizzicarlo così tanto... - Borbottò Lewis uscendo da una delle press dove aveva detto cattiverie verso Nico con apparente ironia. 
- In che stanza sei? - Chiese in risposta come se c’entrasse. 
- 511, perché? - Lewis automaticamente aveva risposto mentre uscivano dal circuito recuperando i rispettivi mezzi di trasporto per arrivare fino all’hotel, nel caso di entrambi una bici. 
- Perché più tardi vengo a trovarti che ti devo far vedere una cosa. - Lewis si era quasi cappottato. 
- Che fai? - 
- La mia stanza è la 516, ora conosci la mia. Anzi facciamo così, dammi il tuo numero di telefono! - Seb arrivato alla zona bici, aveva preso il telefono di un modello super vecchio e glielo aveva chiesto. Lewis in un primo momento si era fermato a guardarlo stranito, poi aveva notato che quel modello forse non lo producevano nemmeno più. 
- Oddio Seb, ma che telefono hai? Sicuro che riesci a scrivere messaggi? - Lo prese subito in giro ridendo. Seb cogliendo la palla al balzo e senza esitare nemmeno un istante, andò come suo solito dritto per la sua strada. 
- Assolutamente sì! Ora te lo dimostro! Dimmi il tuo numero! - Lewis così si era ritrovato a scambiarsi anche il telefono oltre che il numero di camere e sempre stordito ma con un sorriso ebete sulla faccia. 
- Tu sei matto... - 
Seb gli aveva scritto immediatamente, felice per avere le info più importanti: ‘Sei bello se ridi!’ Leggendolo, Lewis era avvampato guardandosi subito intorno spaventato che potessero vederlo. Non c’era nessuno che lo notava. Seb rise orgoglioso. 
- Scrivimi tu! - E Lewis pensandoci imbarazzato, si era chiesto cosa dirgli per ricambiare il complimento. 
‘Anche il tuo sorriso è bello!’ Poi rendendosi conto di cosa aveva scritto, era semplicemente corso via recuperato la bici e iniziato a pedalare di gran carriera, shoccato, stordito ed elettrizzato. 
Stava flirtando con Seb. Se ne era accorto solo ora.
Avevano sempre avuto un bel rapporto, ma da quando si era lascito con Nico, Seb gli era stato un sacco vicino e l’aveva difeso anche andando contro Nico in modo meno diretto, ma comunque chiaro a lui. 
La loro faida lo sconvolgeva e gli piaceva, non perché avesse piacere che loro fossero nemici, ma perché sentiva Seb dalla propria parte. In molti lo erano, ma di Seb era più felice. 
Ed ora cominciava a capire più cose, come se la nebbia provocata da Nico iniziasse a diradarsi. 
Nico e Seb erano simili in molte cose, ma evidentemente non in tutte ed erano quelle che contavano, perché anche Seb aveva il grande sogno di vincere il mondiale in rossa, ma gli stava vicino e forse ci stava provando con lui. Nel suo caso non era detto, ma ovviamente la sua vicinanza gli piaceva da matti, gli piaceva come non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare. 
Perché, forse, gli piaceva lui ed ora era libero di abbandonarsi a questo sentimento messo in un angolino perché sempre innamorato di Nico. 
Ora Nico non c’era più, aveva fatto la sua scelta e lui era libero, libero di far entrare chi voleva nella propria stanza. E quella volta voleva Seb. 
Non immaginava che avrebbe voluto Seb non solo quella volta, ma da lì a sempre.