*Siete pronti ad un capitolo che non avreste mai pensato di leggere? Siete pronti ad una versione di Nico e Seb diversa da quanto mai letto? Ok, non so se qualcuno abbia mai scritto di loro in vesti di quasi amici in confidenza, ma qua è questo che sembrano mentre seduti ad un bar bevono qualcosa insieme e conversano apparentemente in modo normale. La questione deriva dal post GP di Monaco 2017 quando realizzai per caso che Nico era l'inviato speciale e faceva le interviste ai piloti... lui e Seb quel giorno parlarono e scherzarono insieme come se fossero vecchi amici e lì mi è partita un po' la fantasia. Da una delle interviste di Seb mi pare che abbia anche detto che lui e Nico hanno parlato subito dopo l'annuncio dell'addio alla F1 di Nico. In questo capitolo i protagonisti sono solo loro due, ma come sempre gira tutto intorno a Lewis. Buona lettura. Baci Akane*
2. IL MOMENTO DELLA VERITÀ
*Maggio 2017*
- Non lo amavi abbastanza, Nico. La verità è solo questa, sai... ci puoi girare intorno quanto vuoi, puoi metterla sul piano che vuoi, ma questo non cambierà e tu lo sai, non serve che lo dica a nessuno, tanto meno a me. E sinceramente non so perché tu venga a spiegarlo proprio a me su tutti... insomma, avevamo un buon rapporto come ne potevamo avere con altri, forse migliore di quello che avevo con qualcuno, ma... nemmeno il più forte fra tutti... -
La voce di Seb risuonava nelle orecchie di Nico, come se rimbombasse perché arrivava da lontano e ci fosse qualcosa che disturbava il suono o meglio che creava risonanza.
Nico strinse gli occhi per rimanere concentrato sulle parole e trovare una risposta adeguata, contrasse appena la mascella e con uno sforzo inumano a cui era abituato, sorrise e si strinse nelle spalle grattandosi la nuca scivolando sul collo.
- Non lo so, vi vedo più vicini e forse ho pensato che... non so, che potessi darmi un consiglio... - Seb lo guardò aggrottato.
Lo conosceva da quando erano piccoli, erano connazionali, ma avendo due anni di differenza non avevano sempre corso nelle stesse categorie, fino ad approdare nella Formula uno quasi nello stesso periodo e lì avevano avuto l’occasione di competere più seriamente e conoscersi di più.
Comunque non aveva mai chiesto un consiglio a nessuno, non certo a lui in ogni caso. Non era idiota.
Seb lo guardò seduto nella sedia di quel locale di lusso dove Nico l’aveva invitato ‘per fare due chiacchiere come ai vecchi tempi!’. Così aveva detto.
Seb aveva accettato solo perché curioso di sapere dove voleva andare a parare.
Ora erano lì in quel bel posticino intimo e di lusso allo stesso tempo, in borghese e quindi non facilmente riconoscibili, a sorseggiare qualcosa di dissetante e altrettanto costoso.
- Ti serve un consiglio e lo chiedi a me? - Seb non le aveva mai mandate a dire, quindi anche lì in quel caso mise subito le proprie impressioni sul piatto, senza trattenersi e con la sua tipica ironia.
- No non mi... - Nico ebbe uno scatto mentre la vena iniziava a pulsare. Poi si fermò subito e tornò ad appoggiarsi con la schiena respirando, aprì le mani e fermò tutto: - Lascia stare, non so perché ho pensato a te... ti ho sempre visto molto vicino a lui specie negli ultimi anni in cui io e lui avevamo litigato e quest’anno poi... però naturalmente hai ragione. Che lo chiedo a fare proprio a te? -
- Non lo so, dipende dal consiglio che cerchi... se mi chiedi se hai fatto bene a scegliere la Formula uno al posto del tuo fidanzato io ti dico di no, ma io sono diverso da te e comunque quel che è fatto è fatto, non si torna indietro. Voi meno di tutti, suppongo. -
Nico lo guardò di nuovo assottigliando gli occhi mentre sentiva le mani prudere, voleva schiaffeggiare quella faccia provocatrice, ma non poteva farlo. Gli serviva.
Per tante cose, per capire innanzitutto e poi per tornare da Lewis.
Nei suoi piani sarebbe dovuta essere meno drammatica e pesante di come poi era stata, ma era stato sciocco perché in effetti conosceva meglio di chiunque altro Lewis, sapeva che non avrebbe potuto perdonarlo facilmente ma nell’ottenebrazione della sua ossessione, aveva pensato di poterci riuscire.
Ma doveva cominciare col capire quanto grave fosse la loro situazione, prima di farsi un piano, un programma ma soprattutto porsi un obiettivo.
- No, è vero, non si torna indietro... è solo che... - Nico si fermò perché non sapeva come fare per arrivare alle informazioni che sapeva poteva ottenere solo da Seb, distolse lo sguardo e sospirò cercando di schiarirsi le idee e volò col pensiero a quando le cose fra loro erano più facili. C’era stato un periodo e a Nico tornò subito in mente quale fosse. - Ti ricordi quando tutti questi casini non c’erano e tutto era più facile? - Seb, spiazzato da quella domanda che sicuramente non c’entrava nulla, lo guardò cercando di ritrovare il Nico stronzo degli ultimi anni che comunque, doveva ammetterlo, era cambiato rispetto agli anni precedenti. Proprio quelli di cui parlava ora.
- Certo, quando tu e lui eravate solo amici d’infanzia ed io uno che incontravate ogni tanto con cui scherzavi perché ero tedesco come te... - Nico sorrise ricordando quando erano piccoli.
- Si tende sempre ad avvicinarsi ai propri connazionali, specie da ragazzini. - Disse come se fosse questo il punto.
Entrambi ricordarono i primi approcci, Seb all’ingresso nel mondo dei kart alla ricerca di qualcuno con cui legare, dove trovare conforto, i primi approcci con Nico ed altri tedeschi come loro.
- Eri sempre un po’ al centro dell’attenzione perché eri il figlio di Keke... - Nico ridacchiò capendo quali ricordi avesse lui e si vide mentre faceva un po’ il gradasso con altri dispensando consigli su come fosse meglio correre e cose così.
- Ben presto al centro dell’attenzione c’è andato Lewis... - Commentò come se fosse impossibile non ricordare la persona che per entrambi era la più importante.
- Però alla fine eri molto ben voluto anche tu... non so se fosse perché eri il figlio di Keke oppure semplicemente piacevi, ma... - Seb la buttò sul ridere e Nico scuotendo la testa gli diede una spinta sul braccio.
- Anche tu sei sempre stato capace di piacere a tutti. - Non era un complimento falso, era vero.
Nico aveva anche molti ricordi di Seb al centro di un piacevole casino di quelli che mettevano allegria.
Era sempre stato bello girare nei circuiti di ogni categoria di cui avevano fatto parte ed era anche vero che avevano avuto un buon rapporto, non da essere i migliori amici, ma comunque andare molto d’accordo sì.
E poi ad un certo punto tutto era cambiato, anzi, non tutto.
- Poi per colpa della Formula uno hai fatto terra bruciata intorno a te. - Disse poi come una sentenza, facendo cambiare totalmente l’atmosfera alleggerita con fatica. Per Nico fu come uno schiaffo, si fece serio e quasi sofferente e non potendo più reggere lo sguardo, guardò altrove, lontano. A quando aveva iniziato a fare terra bruciata, quando aveva deciso di demolire Lewis pur di vincere almeno un mondiale in Formula Uno. E perché poi?
Per suo padre, per sentirsi il degno figlio di Keke Rosberg.
- Ne è valsa la pena, almeno? - Chiese Seb sempre girando il coltello nella piaga che gli aveva appena inflitto. Nico inghiottì a vuoto il boccone era amaro, Seb era così e forse era maturato e si era fatto più sensibile alla pressione rispetto a prima che correva come un incosciente senza pensare a nulla, ma quel lato non era mai cambiato.
Era sempre rimasto così schietto, per nulla delicato. Del resto aveva scelto lui anche per questo, se voleva sapere qualcosa, la poteva chiedere solo a lui. A parte per il fatto che ormai era la persona più vicina a Lewis.
Chissà, forse stavano insieme... era una delle cose che necessitava di sapere.
- Ho lasciato a 31 anni, Seb. Tu cosa pensi? - Seb non aveva più sentito le sue interviste postume, un po’ perché non sentiva mai le interviste degli altri, un po’ perché ormai era arrabbiato con lui e non per aver lasciato la F1 presto, bensì per quel che aveva fatto a Lewis. Anche se forse doveva ringraziarlo, ci pensò realizzando quanto si erano legati loro dal momento in cui Lewis aveva iniziato ad allontanarsi da Nico.
- Ricordo il dialogo che abbiamo avuto quando l’hai dichiarato in conferenza, dopo aver vinto il titolo. - Disse fissandolo dritto negli occhi, serio, nel tipico modo di fare suo, quando ti sfidava a sostenere la conversazione scomoda.
Nico sollevò il mento accettando la sfida come aveva sempre fatto. Alla fine erano della stessa pasta, perché anche lui aveva quel modo di fare. Si somigliavano in certi aspetti caratteriali, mentre in altri, essenziali, erano diversi.
Lewis glielo aveva sempre detto e forse per questo gli erano piaciuti entrambi. A parte per il fatto che erano entrambi biondi e tedeschi con gli occhi chiari.
Con la mente entrambi corsero al giorno in cui Nico aveva annunciato il suo ritiro dalla F1, appena uscito l’aveva fermato prendendolo per il braccio, l’aveva tirato in un angolo e aspettando che tutti, prevalentemente curiosi, se ne andassero e che Lewis non fosse nemmeno più nei paraggi, gli aveva detto:
‘Non ci hai nemmeno pensato!’ Lui già lo sapeva, Nico alzò le spalle.
‘Come fai a dirlo?’ Seb aveva riso.
‘Ti conosco e ci somigliamo abbastanza.’
‘Questo non risponde alla domanda...’ Seb aveva alzato le spalle cercando di spiegargli come l’aveva capito.
‘A te piace troppo correre al punto che pur di vincere hai rinunciato a Lewis... per cui significa che tu ami correre. Ed è presto mollare ora. Hai vinto, potresti ripeterti il prossimo anno. Perché lasci impulsivamente? Devi pensarci almeno.’ Le parole gli erano uscite senza rifletterci.
‘E a te cosa importa? Mi pare che negli ultimi due anni tu ti sia dimenticato di essermi amico, mi pare che ormai mi detesti, sei stato schifosamente chiaro ogni volta...’ Nico era esasperato, non ne poteva più, quindi gli aveva risposto male e Seb aveva alzato ancora le spalle dimostrandoglielo.
‘Anche io ti ho detto questo impulsivamente. Io e te siamo uguali in questo. Sotto pressione agiamo d’impulso ma ti assicuro che sbagliamo sempre al cento percento!’ Nico l’aveva fissato stupito e meravigliato. Aveva ragione, sotto pressione agivano sempre nel peggiore dei modi e poi se ne pentivano, sotto pressione Nico aveva ceduto al proprio lato peggiore ed aveva fatto la scelta più brutta della sua vita, quella che poi gliel’aveva cambiata.
‘Pensavo che non sarebbe stato grave mettere momentaneamente da parte Lewis per concentrarmi solo sulla corsa.’ Aveva detto in quell’occasione, ammettendolo candidamente davanti a quello che ultimamente era diventato suo rivale sia nella vita privata che in pista. Tanto lui si era allontanato da Lewis, tanto Seb ci si era avvicinato.
‘Poi hai visto quanto hai ferito Lewis?’ Aveva chiesto stupito Seb incredulo che davvero avesse sottovalutato la ferita che avrebbe aperto nel suo ragazzo. Nico a quel punto si era ritrovato le lacrime agli occhi.
‘Non mi perdonerà mai. Pensavo mi avrebbe potuto perdonare, ma non capivo proprio un cazzo.’
‘Perché hai agito impulsivamente ed hai sbagliato, ed ora lo stai facendo di nuovo...’ Nico non ce la faceva più, si era strofinato il viso e gli occhi volendo solo correre via.
‘Senti, volevo vincere ed ho vinto. Ho tutto quello che volevo...’
‘Ma non avrai più Lewis.’
‘Per questo non ce la faccio più a correre...’
‘Per questo devi continuare a correre. Hai ragione quando dici che Lewis non ti perdonerà, che l’hai ferito troppo, che sta peggio di quel che potevi immaginare. Eri la persona più importante, ti amava davvero, eravate una cosa sola... ed io l’ho visto coi miei occhi, so di cosa parlo’
Lo sapeva davvero.
Nico l’aveva fissato di nuovo shoccato per le sue ammissioni spontanee.
‘Come faccio a correre?’
‘Perché Lewis non tornerà più e ti rimane solo la F1 per cui hai dato letteralmente tutto. Non ce la farai senza anche questo.’
Seb aveva fatto una sentenza severa dettata dall’impulso dei sentimenti enormi e caotici che provava in quel momento. Ma ricordare quel dialogo a distanza di qualche mese, era strano.
Come cambiava la vita in qualche mese. Come cambiavano le persone.
Un momento te la cambiava, un momento TI cambiava. Ma per sempre.
‘Io la odio, capisci?’ Aveva poi detto liberando le lacrime, sicuro del fatto che ormai erano soli lì dentro. Seb paralizzato l’aveva guardato senza parole. ‘La F1 mi ha portato via la persona che amavo di più, mi ha ottenebrato il cervello e... e tutto perché sentivo di dover vincere un mondiale per mio padre e... ed ora non so nemmeno perché! Mi avrebbe voluto bene lo stesso, ma ero convinto non mi avrebbe considerato davvero suo figlio se non l’avessi fatto ed ora che l’ho fatto e so che lui è felicissimo... io ho comunque perso la persona che amavo e so che l’ho perso per sempre e... credimi, non ne valeva la pena.’ Seb non sapeva più cosa dire, così l’aveva lasciato continuare quello sfogo dove lo vedeva umano, fallibile e pieno di difetti sotto cui era rimasto schiacciato, difetti che avrebbe pagato per tutta la vita. Difetti che ora lo mostravano sotto un’altra luce. ‘Vuoi un consiglio per il futuro? Se ti trovi davanti ad un bivio ed una strada ti fa vincere qualcosa mentre l’altra ti fa stare con il tuo ragazzo per tutta la vita... scegli questa seconda. Anche se per colpa dell’amore tu non dovresti mai più vincere ciò che hai sempre desiderato. Ricordati di questo dialogo, la tua vita cambia in un momento davanti a certe scelte e non torni indietro.’
Seb non aveva più saputo cosa dire, così era rimasto in silenzio e da quella volta non l’aveva più visto e sentito, ma aveva sentito di dover rimanere vicino a Lewis più di prima, perché la sua vita stava cambiando di nuovo senza la presenza di Nico. E lui, sinceramente, voleva farne davvero parte.
- Sei venuto a riscuotere quel consiglio? - Chiese meravigliato Seb. Nico ridacchiò alzando le spalle.
- Ti è stato utile? - Seb rise a sua volta.
- Per il momento non sono arrivato ad un bivio del genere... - Nico giocò col bicchiere un po’ imbarazzato:
- Vedrai che al momento giusto ti sarà utile. -
- Spero di non dover mai rinunciare al mio sogno o all’amore... - Seb e la sua logica inoppugnabile. Nico sospirò seccato facendo per alzarsi.
- E va bene, sei un caso senza speranza! - Seb ridendo lo prese per il braccio e lo fermò tirandolo giù, sollevò la mano verso un cameriere e chiedendo altri due drink decise che gli avrebbe dato qualcosa.
- Mi dici una cosa? - Fece Nico rassegnato. Seb incrociò le braccia con fare divertito.
- Spara! -
- Come fai a non avercela più con me? Voglio dire... gli ultimi anni sono stati per entrambi duri, ad un certo punto ci odiavamo apertamente... insomma, non facevamo sceneggiate da matti, però era ovvio... come mai quando sono tornato qua come inviato speciale tu mi hai accolto così felicemente? - La domanda l’aveva ovviamente spiazzato.
Seb guardò Nico impressionato senza sapere bene cosa dire, poi alzò le spalle:
- Io non serbo rancore. I nostri problemi sono finiti quando hai smesso di fare lo stronzo con Lewis e poi so che hai capito d’aver sbagliato. Sinceramente credo tu abbia pagato molto amaramente le conseguenze delle tue stupide azioni... - Seb ancora una volta non le aveva mandate a dire, Nico aveva scelto lui anche per questo, oltre che per sapere una volta per tutte una cosa.
- Che ti importa di Lewis? Le tue amicizie sono influenzate da come è trattato lui? Devo dedurre che c’è qualcosa che non so? - Ed eccolo lì.
Seb si rese conto di essere caduto nel suo tranello, probabilmente aveva cercato di portarlo lì dall’inizio. Scoppiò a ridere e applaudendolo scanzonato e provocante, disse:
- I miei complimenti, non avevo capito che volevi arrivare a questo. Dunque era questo che volevi sapere? -
Nico inarcando le sopracciglia lo guardò in attesa e con un sorriso tirato stampato sopra, cercando di non scomporsi:
- Hai finito? - Seb rise ancora poi annuì e cercò di fare il serio, ci riuscì male. - non è per quello che ti ho invitato a bere qualcosa. Però non serve che mi rispondi se è tanto scomodo per te farlo... è evidente che hai qualcosa da nascondere o non avresti fatto tutte queste cerimonie! -
Com’era bravo a rigirarsi le cose... Seb lo ammirava molto per questo. Alzò le spalle scuotendo poi la testa facendosi semi serio, voleva concludere quella strana situazione.
Aveva archiviato la pratica Nico nel momento in cui avevano avuto la conversazione quel giorno di pochi mesi prima; aveva avuto pena per lui perché in un momento la sua vita aveva preso una piega che avrebbe rimpianto per sempre, l’aveva visto solo e triste anche se forse solo e triste non lo era davvero. Ma perdere l’amore per ottenere un sogno... beh, quella era una punizione sufficiente.
Non aveva più avuto nulla contro di lui, tanto più che grazie a quella scelta sbagliata di Nico, stava per ottenere la cosa più bella della sua.
Lewis.
Ancora non stavano insieme, però la strada era bella che improntata per quello. Seb ormai ne era consapevole e anche Lewis, solo che naturalmente la situazione non era per nulla facile a prescindere da Nico. Se poi lui si rimetteva in mezzo diventava ancor peggio. Seb si trovò lì in quel famoso bivio, ma non immaginava che ne avrebbe avuto un altro ben più importante di quello e che ci sarebbe arrivato di lì ad un mese.
- Senti.. parliamoci chiaro, Nico, vuoi? -
- Mi pare che l’abbiamo sempre fatto... - Seb cambiando radicalmente tono e atmosfera, mise Nico alle strette prendendo improvvisamente in mano il gioco. Fino a quel momento l’aveva lasciato fare curioso di capire dove era voluto arrivare.
- Non proprio, perché io e te siamo simili in certe cose. - Mentre in altre erano diversi, Lewis lo sottolineava sempre per sé stesso. - siamo chiari in ciò che proviamo, ma non lo diciamo chiaramente. - Nico rise del gioco di parole che reggeva.
Ripensò a quando scherzavano facendosi battute al veleno, fingendo appunto di giocare quando invece si demolivano a suon di battute. La verità fra le righe. Era chiaro che si detestavano, ma non se lo erano mai detto apertamente, non avevano mai litigato sul serio, se non in una storica occasione dove Lewis aveva dovuto separarli.
- Cosa vuoi sentirti dire? - Fece Nico infine. Seb si fermò e lo guardò con attenzione, poi dopo un attimo di silenzio, disse:
- Niente, voglio dirti io una cosa. Se sei tornato con l’intenzione di riprenderti Lewis, voglio che pensi a cosa succede quando metti un chiodo su un legno e togli quel chiodo. - Nico sorpreso da quel giro di parole non tanto da lui, disse:
- Beh, resta il buco. -
- Il tuo buco non andrà mai via in Lewis. Puoi fare ammenda, chiedergli perdono e fare in modo che quel buco non faccia sempre piangere chi lo possiede... ma ricorda che ormai il chiodo l’hai messo e l’hai tolto. Quello sarà indelebile. - Nico rimase in silenzio con la voglia e il bisogno impellente di piangere, ovviamente non l’avrebbe mai fatto lì davanti a lui.
- Stai con lui? - Chiese improvvisamente duro, non ce la faceva più a gestire e controllare tutto. Arrivava sempre esasperato davanti a Seb e finiva per tirare fuori qualche lato di sé schifosamente vero. Che potere aveva quel tipo? E se l’aveva anche con Lewis?
- No. - rispose subito e diretto Seb. Avrebbe potuto dire che non erano affari suoi per cuocerlo a fuoco lento, ma davvero non voleva serbargli rancore. Il rancore era faticoso e pesante e non era una cosa per lui.
- Vorresti? - Quello era più difficile. Seb però non distolse lo sguardo.
- Stai sconfinando, Nico. - Rispose Seb rimanendo immobile davanti a lui. L’atmosfera era strana, ma forse fra loro era sempre strana.
- Lo prendo per un sì? -
- Prendilo come vuoi, però se volevi sapere se avevi ancora speranza con lui e potevi rimediare come inizialmente avevi pensato... io non lo so, ma non ti spianerò la strada. Ci devi lavorare, ci devi provare e devi tentare tu. Se tornerete insieme... beh, complimenti. Ma è una di quelle cose che ti devi sudare e conquistare da solo. Io non ti aiuterò. -
- Ma mi remerai contro? - Ed improvvisamente si era ritrovato a scoprire le sue carte. Non era venuto lì con quell’idea. Voleva avere le informazioni senza scoprirsi, ma con Seb finiva sempre così.
Seb, contento per averlo smascherato, decise di continuare sulla sua linea per non dargli soddisfazione di farsi odiare ancora. Non voleva nemmeno.
Era comunque convinto che Lewis non l’avrebbe mai perdonato e forse magari sì, magari un giorno si sarebbero parlati di nuovo da amici, ma scegliere la carriera all’amore è una cosa che quell’amore non te lo fa più tornare, non in quel modo.
Seb ne era convinto e comunque ci voleva credere, per cui sentendosi superiore, non gli diede soddisfazioni particolari nel mandarlo a cagare. Sebbene volesse.
- Ho una vita da vivere, Nico. Contrariamente a te che forse la tua l’hai persa quando hai vinto il tuo benedetto mondiale. Ti auguro di stare di nuovo bene. - Perché era evidente che senza Lewis lui non era più stato bene.
Nico non disse più niente, Seb finì il suo drink, lasciò delle banconote sul tavolo che Nico gli riconsegnò con un gesto secco, si riprese i soldi con un gesto di ringraziamento e poi se ne andò.
Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di fargli capire quanto di nuovo era riuscito ad odiarlo in un attimo, Nico probabilmente si nutriva dell’odio che suscitava negli altri. Quel dono sperava di non averlo, lui, nelle cose che avevano in comune.
“Se torna con lui credo che finirei per fare una strage...”
Ormai per lui non c’era scelta.
Non si sceglieva chi amare, si amava e basta e lui Lewis lo amava da molto e da molto ne era consapevole. Nasconderlo non era mai servito a nulla, solo che forse era ora di dirlo anche al legittimo proprietario di quell’amore.