*Siamo al momento della scelta, quello fatidico, quello che conta di più, quello che se sbagli a fare o se, peggio, non fai nulla, la paghi per tutta la vita. Da lì non si torna indietro. Se avessi la possibilità di scegliere fra l'amore e la carriera, cosa sceglieresti? La vita si decide in un momento e quel momento è arrivato per Seb, arriva in Austria, nel 2017. Saprà fare la cosa giusta quella volta? Dopo di questo c'è solo l'epilogo. Buona lettura. Baci Akane*
4. IL MOMENTO DELLA SCELTA
*Luglio 2017*
Non ricordava di aver mai provato una rabbia simile.
Con Nico era stato male per la ferita inflitta, aveva reagito con rabbia, ma l’aveva tirata fuori in modo diverso, era stata più sotto forma di indifferenza e freddezza.
Ma lì, davanti a Seb, non riuscì a rimanere freddo e gli negò la stretta di mano proposta dall’intervistatore in pista.
Con Nico il dolore l’aveva congelato ed aveva mutato l’amore in risentimento per proteggersi, per non rimanere schiacciato.
Con Seb ora stava succedendo qualcosa di diverso, qualcosa che lui stesso non aveva mai vissuto.
Fu a quel punto che Seb parve svegliarsi e con una violenta scarica elettrica sentì il potente impulso di dover fare qualcosa.
Non sapeva cosa e nemmeno perché, stava solo provando sulla pelle cosa significava perdere Lewis e la sensazione non gli piaceva.
Qualcosa in lui si ribellò ed anche se aveva pensato d’aver avuto ragione in qualche modo, fu lui a rincorrere Lewis d’impulso mentre sgusciava via dopo gli obblighi della pista e le foto dei tre podisti.
Non era giusto, non lo era per niente.
Lewis non gli aveva dato risposte, l’aveva ignorato e poi forse non aveva fatto apposta a rallentare in pista, ma non aveva mai pensato di rivolgergli la parola, non gli aveva risposto al suo messaggio di scuse e coi trascorsi che avevano, non pensava di dovergli nulla, nemmeno mezza parola.
Eppure non gli stringeva la mano, eppure non gli parlava, eppure l’aveva perso.
Eppure, ora capiva cosa significava chiudere con lui e no. Non voleva.
Seb mentre lo rincorreva cercando di non farsi notare, si ricordò del dialogo con Nico.
‘Se ti trovi davanti ad un bivio ed una strada ti fa vincere qualcosa mentre l’altra ti fa stare con il tuo ragazzo per tutta la vita... scegli questa seconda. Anche se per l’amore tu non dovresti mai più vincere ciò che hai sempre desiderato.’
“O la F1 o Lewis? È questo? Dovrei continuare ad ignorarlo e permettergli che mi ignori, dovrei permettere che questa rottura divenga perenne per cosa? Per correre meglio? Ma poi cosa cazzo c’entra la F1 con tutto questo? Dio ma cosa me ne faccio delle corse se non posso tornare a toccarlo, ad avere il suo sorriso per me... se non posso baciarlo...”
Seb lo capiva ma non sapeva come tornare indietro, come rimediare e non sapeva nemmeno se fosse colpa sua, ma lo sarebbe stato se non avesse fatto nulla in quel momento. In quel preciso momento.
Quello era il momento della scelta, il momento dell’azione giusta, quel momento in cui se non agisci, perdi per sempre te stesso.
Lo prese per il polso e lo tirò dentro i box Ferrari prima di farlo arrivare a quelli Mercedes.
- Ma che diavolo... - C’era la press, c’erano altre cose da fare, ma Val si ritrovò in un attimo senza colleghi verso la sala conferenze dove erano attesi e non sapendo cosa fare, proseguì perso.
Lewis stava per gridare, strattonare il braccio e dargli un pugno, ma Seb lo trascinò letteralmente di forza nella propria stanza salendo le scale esterne.
Una volta dentro, invece di lasciarlo gli prese la mano con forza e con rabbia l’alzò fra loro e gridò fuori controllo:
- Non osare più non prendermela! - tuonò furioso. Lewis per un momento ci rimase di stucco, poi realizzò cosa significava e si infuriò esplodendo a sua volta, tentò di tirarla via ma Seb non glielo permise, stringendo ancora di più:
- Come puoi venire qui e dirmi cosa fare? Prima mi tratti come se fossi uno stronzo, poi mi liquidi con un misero messaggio come se fossi uno qualunque e poi mi ignori ed ora vieni a dirmi che non devo rifiutarti la mano? Ma chi ti credi di essere? - Lewis era furibondo e mentre lo guardava gridare, Seb capì cosa aveva permesso alla relazione con Nico di finire in quel modo.
Seb a quel punto, capendo in cosa aveva sbagliato, lo abbracciò di slancio e stringendolo ancor più forte di come aveva fatto la sua mano, gli sussurrò all’orecchio con voce rotta per il pianto che stava arrivando.
- Perdonami, lo stronzo sono io... - Ma sapeva che non poteva bastare, così nascondendo il viso contro il suo collo, sentendolo ancora rigido e con le braccia larghe, continuò spezzato:
- Ho avuto paura. Paura che le tue paure prendessero il sopravvento e che il tuo silenzio fosse un no e che non avessi il coraggio di dirmelo e quindi a Baku io ero fuori di me, ho frainteso tutto, ho visto cose che non c’erano, ma ero così ferito e spaventato e convinto che davvero mi volevi lasciare che... che non ho capito un cazzo, ho sbagliato tutto. Lo so che non mi danneggeresti mai di proposito, non l’ho mai pensato, ma ero così ferito, stavo così male, ero così terrorizzato... ma ora che so cosa significa fare a meno di te e non posso. Sono io lo stronzo, io che ho sbagliato, devi perdonarmi, ti prego... -
A Lewis sarebbero bastate le sue lacrime, ma quel fiume di parole in piena, quell’apertura totale e sconvolgente pose fine ad un dolore straripante che l’aveva schiacciato e annullato.
Dopo Nico, Lewis si era trovato a soffrire di nuovo e nella sofferenza a capire che si era innamorato ancora.
Ma questa volta stava andando diversamente, perché Seb gli stava chiedendo perdono, si stava aprendo, stava ammettendo le sue debolezze, le sue paure ed i suoi errori e non solo li stava ammettendo, ma li aveva capiti, cosa essenziale.
Le sue lacrime posero fine a qualcosa e ne iniziarono un’altra.
Una migliore.
Fu Lewis a prendere il viso di Seb fra le mani e a tirarlo su da dove l’aveva nascosto. Fu lui a fare il passo successivo e guardando il suo viso stravolto da un pianto senza vergogna, dove si arrendeva a lui e sceglieva lui e non una carriera, l’orgoglio o chissà cosa, disse piano:
- Se un giorno dovessi scegliere fra vincere il mondiale dei tuoi sogni e stare con me, cosa sceglieresti? - Seb stranito da quella domanda in un momento simile, rispose senza doverci nemmeno riflettere:
- Non mi faresti mai scegliere, ma se le cose si mettessero in una situazione in cui dovrei rinunciare ad una delle due, al mondiale in rossa o a te... non ho dubbi che rinuncerei al mondiale. Quello è solo un titolo, ne ho vinti altri, ma poi ti rimane un premio in bacheca e dei bei ricordi. Tu non sei un premio, non sei un bel ricordo. Tu sei il mio presente e voglio che tu sia anche il mio futuro. -
Seb sapeva essere un poeta se si impegnava. Forse gli riusciva tipo una volta all’anno, ma quella volta la ricordavano tutti quelli che assistevano e Lewis si sentì fortunato, quel giorno.
- Sai essere incredibilmente romantico se vuoi, non l’avrei mai detto... - Scherzò Lewis facendo ciò che solitamente faceva Seb. Questi rise illuminando il viso ancora tenuto fra le sue mani, le dita gli avevano asciugato le lacrime che avevano smesso di scendere.
- Sei l’unico a cui affiderei tutto di me, anche la parte di cui mi vergogno di più... -
Aveva ammesso di avere paura, si era pentito, aveva sbagliato e l’aveva ammesso, aveva pianto, gli aveva chiesto perdono.
- Sei così meravigliosamente fragile... - Chi era fragile e viveva per essere forte, reagiva sempre male al cento percento, ma sapeva anche rimediare ad un certo punto.
- E tu sei meraviglioso e basta. - Disse Seb prendendolo per i fianchi e stringendolo a sé. Lewis si appoggiò a lui beandosi di quel momento meraviglioso e perfetto, indimenticabile.
Seb aveva scelto lui, niente di effimero e materiale come poteva essere l’orgoglio, un titolo, un sogno. Aveva scelto lui trasformandolo nel suo vero sogno finale.
- Ho sbagliato anche io a non farmi più vivo, ma non sapevo come fare, ero terrorizzato e all’idea di lasciarmi andare dopo il disastro con Nico... insomma, siete due piloti, avete tante cose in comune, ed io avevo paura... - Lewis sapeva di dover ammettere anche le proprie colpe. - Ma non ti danneggerei mai e se dovessi mai scegliere di non stare con te, te lo direi. - Seb così che stava per baciarlo si fermò e lo guardò stranito.
- Mi stai lasciando? - Lewis ridendo scosse il capo e appoggiò la fronte sulla sua.
- No cazzo, mi sto esprimendo male come al solito... quando sono nervoso io... - E stava di nuovo parlando troppo e male, probabilmente. Rendendosene conto si fermò, sbuffò esasperato e con un: - Oh al diavolo, ti amo Seb! - Lo baciò per primo.
Finalmente le loro labbra si unirono e si intrecciarono e lasciarono spazio alle lingue di fondersi e abbandonarsi ad emozioni uniche che non avrebbero mai dimenticato.
Tutto quello ne sarebbe valsa la pena, sempre.
Non importava a cosa si doveva rinunciare, c’erano cose che potevi mettere da parte per la persona che amavi, c’erano cose che potevi fare pur di avere la persona che amavi e Seb non c’era nulla a cui non era disposto pur di stare con Lewis e vederlo sorridere per sempre felice.
A costo di rinunciare al suo mondiale in rossa pur di vederlo felice e al suo fianco per sempre.
In quel momento non ebbe il minimo dubbio d’aver fatto la scelta giusta. Proprio per niente.
*Ottobre 2017*
Non vollero bruciare le tappe. Decidendo di andare con calma, sempre per la famosa paura e per la confusione generata da ogni apparizione diretta o meno di Nico, Seb dettò un ritmo piuttosto lento nella loro relazione che per tutta l’estate rimase su un piano più emotivo che fisico.
Lewis stupito del modo in cui Seb stava gestendo la relazione, visto che per come aveva iniziato la stagione sembrava non vedesse l’ora di saltargli addosso, arrivò ad un certo punto spaventato dell’idea che si limitasse a baci e coccole perché in realtà si stesse pentendo della scelta, ma non sapesse come dirglielo.
Fondamentalmente Lewis era un gran pensatore e pure molto paranoico. Se c’erano dubbi di sorta, non smetteva più di crearsi ipotesi e scenari e spesso erano tragici ed esagerati.
Così in Messico, mentre lui aveva la possibilità di vincere il mondiale, la cosa più importante per lui era Seb ed il fatto che ancora non avessero fatto l’amore.
Non voleva rovinare tutto con un discorso fatto male, però sentiva di non poter più tenersi dentro quell’enorme rospo che aveva in gola, così pensando che rischiava di schiantarsi durante il GP del giorno dopo, il sabato sera Lewis prese coraggio a dieci mani e glielo chiese.
Ormai erano quasi sempre in camera insieme, il mattino presto uno dei due sgattaiolava nella propria per una sorta di parvenza e per non essere beccati, ma a parte per la questione sesso, andava tutto a meraviglia.
Così Lewis decise innanzitutto di provare a sedurlo con maggior impegno, insomma prendere lui le cose nelle proprie mani e gestire, e poi eventualmente parlare.
Finora aveva voluto lasciare a Seb il comando perché sembrava avere le idee chiare su tutto e poi fra i due era quello più sicuro di sé.
Quella sera Seb stava selezionando nella guida tv il film che avrebbero visto, era con un pigiama di quelli corti e leggeri seduto sul letto, comodamente le gambe incrociate, la schiena contro la spalliera, il telecomando in mano e l’aria concentrata.
Lewis, guardandolo, iniziò a spogliarsi lentamente vicino a lui aspettando di essere notato.
Non puoi dire ‘adesso ti seduco’, lo fai e basta. Lewis si sentiva impacciato in questa cosa, ma sapeva di potercela fare. Peccato che Seb non lo stesse guardando.
Come faceva a sedurlo se non lo guardava?
Il desiderio di dargli una testata lo assalì improvviso e sospirando insofferente si piazzò davanti alla televisione e solo a quel punto Seb notò che voleva qualcosa.
- Sì? - Fece pacato smettendo di guardare la guida sullo schermo.
Lewis sorrise soddisfatto.
- Metti un po’ di musica per stasera? - Seb lo guardò aggrottato.
- Non vuoi vedere un film? - Lewis sospirò cercando di non risultare troppo infastidito.
- Li vediamo sempre... -
- Ho capito, pensavo ti piacessero... -
- Certo che mi piacciono, ma tu guardi solo film! A me piace cambiare attività, sai... sono molto attivo... - Era vero, era molto attivo e vederlo passare le sere con lui così tranquillamente era strano. Seb sorrise divertito accontentandolo, mise su un canale di video musicali e posò il telecomando.
- Potevi chiedermelo senza piazzarti davanti alla tv... comunque è vero, io posso passare giornate intere a fare le stesse cose tranquille... tu invece non sei capace... - Seb proprio sembrava non arrivarci, Lewis però aveva ottenuto la sua attenzione ed anche un po’ di ottima colonna sonora.
Alla tv stavano dando qualcosa di sexy targato Lenny Kravitz che di cose sexy ne aveva fatte molte, così Lewis continuò a spogliarsi e sfilandosi la maglietta, rimase a torso nudo prendendosi coi pollici l’elastico degli shorts. Roteò il bacino e li fece cadere sensualmente. Seb si zittì ed alzò un sopracciglio.
- Che tipo di attività avevi in mente per stasera? - Lewis sentì le campane suonare a festa. Finalmente se ne era accorto che aveva qualcosa di speciale in mente!
Si voltò di spalle rimettendo le dita nell’elastico dei boxer aderenti e gli mostrò uno dei lati che a Seb piacevano tanto, il B.
Seb si leccò il labbro vedendo sia la sua schiena tatuata che il suo sedere in procinto di essere rivelato. Ma il meglio fu la sua espressione, il suo profilo, l’aria maliziosa e lo sguardo decisamente allusivo.
- Io pensavo a qualcosa di particolarmente divertente... - Seb si leccò le labbra.
- Divertente, eh? - e Lewis si abbassò in avanti portando con sé i boxer, dandogli al contempo una visione perfetta di quello che era il suo didietro.
Seb ebbe un’immediata impennata solo a quella visione e fu lieto di vederlo salire sul letto e su di lui a cavalcioni, la sua mano subito sul suo pacco in erezione, attraverso la stoffa leggera del pigiama, l’altra che si infilava sotto la maglietta, a contatto con la pelle calda e sensibile. Avvicinò le labbra mentre Seb lo prendeva per i fianchi tenendolo su di sé.
- Pensi sarebbe abbastanza divertente scopare con me? - Lewis decise di essere diretto e volgare, per mettere più in chiaro la questione. Insomma, non ne poteva più di fermarsi ed aspettare. Seb gli baciò le labbra per poi ritirarsi prima di approfondire con le lingue.
- Mmm.. ma come sei sporco... - Disse malizioso continuando a baciarlo senza dargli la lingua, cosa per cui invece Lewis era pronto.
- Ti piace o vuoi che sia più dolce? - Seb rise e Lewis continuò scivolando con le labbra sul suo orecchio, lo leccò e sussurrò mentre le mani andavano sotto i pantaloncini ed i boxer per masturbarlo: - Perché io vorrei sentire il tuo bel cazzo dentro di me, finalmente... perché se aspetto ancora divento un monaco e sarebbe un peccato sprecare tutto questo... - Con ciò gli prese la mano di Seb e gliela mise sul proprio membro che iniziava a diventare duro come il suo. Seb trattenne un gemito mentre l’eccitazione si acuiva.
- Ne sei sicuro? - Chiese poi con l’ultimo briciolo di ragione rimasta.
- Sei matto? - Chiese Lewis shoccato staccandosi dal suo orecchio per guardarlo in viso. In quello fermarono le rispettive mani e si guardarono da vicino per capire se erano seri. Lo erano.
- Ho voluto aspettare che tu fossi pronto davvero perché so che sei confuso e spaventato... - Ebbe la delicatezza di non nominare Nico, ma era ovvio intendesse lui. Lewis capendo che in realtà aveva sempre avuto lui la situazione sesso in mano, sorrise dolcemente e gli baciò le labbra per poi rispondere:
- Non sono mai stato così sicuro. Avevo paura che tu non volessi, che ci avessi ripensato e non volessi farmi soffrire... - Anche Seb sorrise dolcemente.
- Ti amo Lewis Hamilton e aspetto solo che tu voglia fare l’amore con me, perché io non vedo l’ora di farti mio. Una volta che l’avrò fatto, sappi che non potrai più liberarti di me. Non ci sarà un modo per cui tu possa lasciarmi. Nemmeno che i pazzi rinsaviscano cercando di riconquistarti. - Non si poteva nominare ancora Nico, ma durante la stagione successiva, ad un certo punto, avrebbero pensato anche a ‘sistemare’ lui.
A Lewis vennero le lacrime agli occhi sentendo quella bellissima e a modo suo romantica dichiarazione, gli mise una mano sulla guancia carezzandolo, poi con la stessa intensità e sicurezza, disse delicatamente:
- Amore mio, ti amo anche io e non ho il minimo dubbio che questo che c’è fra noi possa rinforzarsi senza raffreddarsi o rovinarsi. Ormai sei tu il mio presente ed il mio futuro. Sei tu la mia scelta e non c’è più niente che mi farà cambiare idea. Ma voglio che ne parliamo se abbiamo dubbi e paure. Perché non esiste niente che non possa essere risolto. Mi dirai se hai qualcosa che non va? - Seb annuì. Non era nel suo stile dire proprio tutto al partner, ma con lui sapeva che doveva farlo perché Lewis era così meravigliosamente forte e fragile insieme che non poteva permettersi di farselo sfuggire. L’avrebbe tenuto stretto a sé per sempre, in tutti i modi.
Iniziò lì, baciandolo ed invadendo la sua bocca, la bocca dei suoi sogni che si abbandonò a lui venendogli incontro e fondendosi, mentre le mani si infilavano sotto i vestiti per riprendere possesso di quello che prima aveva assaggiato. Lewis gli tolse subito la maglietta per poi scivolare giù dalla sua bocca e percorrere il suo corpo candido con le labbra e la lingua.
Quelle labbra e quella lingua che l’aveva ormai conquistato e reso dipendente e che lo stava per rendere ancor più pazzo di lui.
Raggiunto l’inguine, Lewis gli tolse pantaloncini e boxer con Seb che lo aiutò alzando il bacino, una volta nudo vi si immerse leccando e succhiando. Lo assaggiò lento e calmo facendolo impazzire lentamente fino a chiamarlo e chiederlo perché non ce la faceva più. Quando lo avvolse completamente con la bocca carnosa, succhiando, Seb si abbandonò al piacere più intenso mai provato fino a quel momento.
Non era mai stato attratto da altri uomini, non aveva mai voluto fare certe cose con altri, ma da lui aveva sempre pensato che si sarebbe fatto fare di tutto. E di tutto, finalmente, poteva farsi fare. E poteva fargli.
Quando Lewis lo tirò su al punto che stava per venire, si separò e strusciò su di lui col suo corpo sinuoso dandogli ancor più voglia di possederlo, lo baciò e mentre strofinava le loro erezioni dure facendo impazzire ancora Seb, questi lo prese e lo stese di lato, gli si mise sopra e si immerse lui nel suo corpo.
Lo assaggiò baciandolo e leccandolo e raggiunto il suo inguine ricambiò il trattamento non immaginando quando Lewis fosse così dotato. E lo era davvero molto, se ne rese conto mentre lo succhiava e diventava enorme nella sua bocca, fin quasi a soffocarlo.
Il suo corpo una sorta di droga, perfetto, atletico, snello e splendido, con quella pelle color cioccolata al latte che gli faceva venire una fame assurda.
Non c’era nulla di lui che non lo facesse impazzire e quando gli si girò fra le braccia per mettersi a carponi e dargli i suoi glutei sodi e perfetti, Seb pensò di poter impazzire d’eccitazione e di voglia.
Si dedicò a quella parte del suo corpo che aveva desiderato da molto e che ora era lì davanti a lui, mentre Lewis sembrava un gatto nero che voleva essere posseduto. E fu posseduto dopo che Seb l’ebbe preparato.
Sollevandosi sulle ginocchia, lo prese per i fianchi e con una spinta possente gli fu dentro, si fermò e poco dopo iniziò a muoversi dapprima piano e poi sempre più in fretta, uscendo ed entrando via via sempre più forte.
Seb affondava con più forza e foga mano a mano che Lewis gemeva e lo chiamava chiedendo di più e ancora, mandandolo alla follia più incredibile.
I brividi partivano dalle parti basse e si espandevano per tutto il corpo, fino alla nuca che lo fece finire in un altro pianeta molto presto. Vagamente capì che forse era venuto anche Lewis, che la sua mano era corsa a completare quell’eccitazione, quella sincronia fra dietro ed avanti meravigliosa. Lo sentì gridare abbandonato e poco dopo soffocò un lungo e profondo gemito, venendogli dentro a sua volta.
Si sentì tremare teso come avendo le convulsioni, per un momento pensò di non tornare più. Di morire.
Ma poi, piano piano, si sentì caldo e molle e il respiro tornò, così come la consistenza del proprio corpo ed il senso del tatto, grazie alle dita gentili di Lewis che lo carezzava mentre si stendeva sulla schiena e lo tirava giù su di sé avvolgendolo con le braccia.
Seb, emozionato e sconvolto da quanto provato, nascoste il viso contro il suo collo caldo e pulsante e rimase lì a farsi cullare dalle sue braccia dolci e da quella sensazione perfetta, indimenticabile.
Il giorno dopo Lewis vinse il mondiale e lui e Seb si abbracciarono dolcemente nel parco chiuso davanti a telecamere, giornalisti e fans, ma in quel dolce e splendido abbraccio, le labbra di Seb sotto l’orecchio di Lewis sussurrarono senza esitare:
- Ti amo, sono felice per te. - Lewis glielo disse con gli occhi mentre le sue labbra dicevano:
- Prossimo anno, ok? - In una botta emotiva che sconvolse entrambi tanto da far perdere totalmente il filo una volta separati per proseguire coi rispettivi doveri post gara. Un momento di blackout dove entrambi ancora uno fra le braccia dell’altro, ebbero la certezza assoluta che avevano fatto la scelta giusta, perché avrebbero sempre superato ogni ostacolo, per il semplice fatto che entrambi avrebbero sempre messo l’amore al primo posto, in ogni caso.