PER IL TUO SORRISO

lestappen

SETTORE 1: 
RIVALITÀ E CONFUSIONE

PROLOGO

lestappen

- 6 Maggio 2012 - WSK Euro Series -

/Charles/

“Eccolo lì, lo stronzo! 
Cazzo, sapevo che sarebbe finita così!
Io l’ho toccato per primo mentre cercavo di superarlo, ma non è che l’ho fatto apposta, lui sì invece e non mi ha dato un piccolo colpetto innocente che non mi ha cambiato la gara come ho fatto io con lui, mi ha scaraventato dietro di un sacco di posizioni rovinandomi la corsa!
Maledetto bastardo, ero davanti con lui! Magari non avrei vinto, ma ci sarei andato vicino e poi se noi due corriamo puliti io gli sono superiore e lui lo sa, ecco perché gioca sporco con me. 
Sempre. 
Sempre così! 
No, ma poi chi diavolo si crede di essere?
Ormai lo conosco, non è l’ultimo arrivato, corre nelle piste kart da anni perciò l’esperienza ce l’ha, non è che deve prendere mano e allora bisogna avere pazienza e stare attenti.
Questo è semplicemente il suo modo di merda di guidare, ma cosa crede di fare, carriera facendo lo stronzo? 
Ci sono anche gli altri, mi dispiace per lui se non è da solo in pista ed adesso vede se non glielo ricordo io!
Guido tutto il resto della gara con un’unico scopo che non è tornare dov’ero e provare a vincere, a questo punto nemmeno me ne frega un cazzo. 
Tutto ciò che voglio è restituirgli il favore. 
Gli devo lanciare un messaggio forte e chiaro.
Puoi fare lo stronzo con gli altri e passarla liscia, ma non con me.
Il tuo buttare fuori pista gli altri è diventato il tuo stile di guida, la tua distinzione. Ma è uno stile di merda. 
Corri pulito e corretto e vedrai chi la spunta!
Alla fine faccio tanto finché recupero nemmeno so quante posizioni perché non le conto, ma gli arrivo dietro e lui è in testa dopo avermi fatto le scarpe. 
Perciò tengo duro fino alla fine, lascio che vinca non perché voglio, ma perché non ho scelta e quando una volta passati lui finalmente rallenta, lo affianco e lo spingo indispettito ricordandogli che ci sono anche io e che con me non fa quel cazzo che vuole.
Glielo ricordo ogni volta che corriamo ma questa volta ha davvero esagerato! Mi ha rovinato la gara e potevo vincere, ce l’avrei fatta a superarlo perché se corriamo in modo pulito io gli sono superiore.
Lo spingo fuori pista e forse ci squalificheranno, ma non me ne importa un cazzo perché vederlo vincere la mia gara mi rodeva troppo, era inaccettabile. Piuttosto che nessuno vinca nulla e sono contento così! 

Ah ma parla lui di ingiustizia!
Che non dica cazzate che sappiamo entrambi che la sua spinta è stata di proposito, la mia dell’inizio no e comunque ha esagerato nel restituirmela! 
Adesso si ricorderà bene di non stuzzicarmi apposta se non vuole finire squalificato. 
Il verdetto dei giudici di gara non tarda ad arrivare e non mi stupisce, ma nemmeno mi turba. 
Io sono maledettamente soddisfatto con il finale, sarò fuori per questo ma almeno non ha vinto lui a mio discapito. 
O entrambi o nessuno. Meglio nessuno. 
Quando il giornalista viene a chiedermi cosa è successo io sono ancora nella più totale soddisfazione di me stesso, quasi come se avessi vinto io la gara e pure il campionato intero. 
- Nothing, Just an inchident! 
Niente, solo un incidente, rispondo quando mi chiede cos’è successo con Max. 
A parte che non sono sicuro al cento percento d’averlo detto giusto, forse devo studiare meglio l’inglese, ma la calma con cui lo dico è catartica perché so che guarderà questa mia risposta e che inveirà come un matto contro di me dicendo ‘incidente un cazzo!’ 
Ma non lo possono dimostrare e comunque che possono fare? Mi hanno già squalificato e sono comunque estremamente contento.
Non gliela potevo far passare liscia, la deve piantare di giocare sporco, non si corre a tutti i costi, specie se quei costi sono quelli degli altri. 
La prossima ti dimostrerò in pista come si vince senza distruggere le gare degli altri. Non sarò stato perfetto all’inizio, ma di certo non ti avevo rovinato la gara, ti avevo toccato per sbaglio e superato, ma eri comunque dietro di me, la gara era apertissima. 
Stronzo di un Max Verstappen. Il tuo nome mi perseguita già ed abbiamo solo 15 anni, ma lo so senza che mio padre o nessun altro me lo dica. 
Non mi libererò mai di lui. 
- Voi due continuerete a litigare per tutta la vostra lunga e gloriosa carriera. 
Mi piace il suo ottimismo. Sia per la lunga e gloriosa carriera che per i litigi con lui perché tutto sommato un po’ mi piace litigarci. 
Ok, mi piace parecchio. 
Cazzo, è dannatamente divertente, ma solo se poi vinco io. Oggi è stata una merda ma la prossima andrà diversamente.”

- CIK FIA World KZ Championship - 22 Settembre 2013 - 
/Max/
“Non è il primo campionato che vinco e sono abbastanza sicuro che non sarà l’ultimo.
Però questo me lo godo più degli altri, anzi, me lo godo maledettamente di più e non perché è un mondiale di karting che mi permette di entrare nel mondo delle monoposto, le categorie che contano per diventare professionista. E nemmeno perché mi ripaga di tutte le punizioni e le dure lezioni di mio padre. 
C’è solo un motivo per cui oggi me la godo alla grande e quel motivo sta alla mia destra, nel gradino del secondo classificato. 
La coppa del vincitore del campionato è nelle mie mani e la sollevo felice, Charles Leclerc invece è qui accanto a me e fa questo sorrisino forzato con la sua coppa da secondo. 
Sua maestà mi ha dato così tanto filo da torcere che questa è stata sicuramente la vittoria di campionato karting più soddisfacente della mia vita ed essere giovani oggi è una gran cosa, so che nessuno dei due mollerà e continueremo a sfidarci ancora a lungo visto che entrambi vogliamo andare avanti in questo settore. 
Abbiamo la stessa visione: per noi le corse non sono un semplice hobby, bensì ciò che vogliamo fare per sempre, il nostro lavoro, il nostro futuro e siamo entrambi super dotati, perciò quando lo batto è come battere il più forte e per me è dannatamente bello riuscirci. 
Gli lancio ripetuti sguardi per capire quanto sia irritato dall’essere arrivato secondo dietro di me, ma lui mi ignora e cerca di fare finta di niente, il solito principino altezzoso inscalfibile. Sembra sempre che niente lo tocchi salvo poi quando riceve quello che per lui è un torto durante una gara, lì vedi quanto poco composto e indifferente rimane! 
Comunque anche se non lo dà a vedere, sono sicuro che stia odiando il risultato finale del campionato. Per lui arrivare secondo non è mai un ottimo risultato, è terribilmente insopportabile perché secondo non è primo. 

Finite le foto di rito dei tre vincitori del torneo che si chiude oggi, ci fermiamo un momento a parlare fra di noi per capire se ci sono altre cose per oggi o se siamo liberi e mentre aspettiamo qualche adulto che ci caghi o i nostri genitori che ci portino via, io e Charles ci scambiamo due parole nel suo inglese scolastico pieno ancora di errori di pronunce e di frasi limitate che sarà il caso migliori visto che dal prossimo ance lui passerà di categoria. Per me è diverso, i miei a casa hanno sempre parlato inglese visto che uno è olandese e l’altra belga, perciò sono cresciuto parlando quella lingua.
- Allora dove andrai il prossimo anno? Quale categoria? - chiedo eccitato già pregustandomi un altro campionato dove posso divertirmi nel gareggiare con lui.
Certo, poi è meglio se vinco io, ma se non fosse bravo da restituirmele ogni tanto non mi divertirei poi a vincere quando ci riesco. 
- Oh, nella Formula Renault 2.0, abbiamo un contratto con la Fortec. Tu? 
La delusione arriva subito ed è un lampo distinto dentro di me. 
- No, noi in F3 Europea con Van Amersfoort Racing. - Charles fa un’espressione che sembra la versione più controllata della mia, ma penso sia deluso anche lui.
È solo più bravo di me a controllarsi, come sempre, e mentre ci penso mi viene in mente quella famosa risposta nella gara dell’anno scorso. 
‘Just an inchident!’ Nella mia testa ripeto la sua frase scorretta come l’ha detta lui perché mi fa troppo ridere, ma non è questo che è assurdo di tutta quella storia, quanto il fatto che INCHIDENT UN PAIO DI PALLE! Mi aveva spinto di proposito per ripicca, non era un inchident! Solo per rovinare anche la mia gara!
Ma lui tranquillo e sereno e squalificato come me a dire ‘just an inchident’!
Se non dovessimo più incrociarci nelle stesse categorie, anche se penso che prima o poi ci ritroveremo se non altro in F1 visto che ci arriveremo tutti e due, sono sicuro che ricorderò per sempre quel giorno e quella sua sparata candida e serena che mi ha fatto infuriare come una bestia. 
Ripensandoci faccio un sorriso ironico. 
- Bene, quindi finché non ci incrociamo di nuovo sono io in vantaggio! 
So sempre come farlo scomporre, ho un dono naturale in questo!
Finalmente infatti i suoi occhi si accendono nel guardarmi e si capisce bene cosa pensa. Come oso essere così sfacciato? 
- Vedi che se corri pulito tu non mi batti! Te ne devo restituire una, non me lo dimenticherò! Anche se non corriamo nello stesso campionato, un giorno ci ritroveremo, vedrai! 
Sentendolo acceso come un fiammifero scoppio a ridere e lo spingo bonariamente per la spalla.
- Sì, allora me ne devi restituire un paio, non solo una! Mi sembra di averti battuto diverse volte!
Charles ancora con l’espressione shoccata ma innegabilmente divertita, mi ricambia la spinta perché sia mai che io gli faccio qualcosa che lui non mi ritorna. Il famoso ‘inchident’ è scaturito per questo. Mi doveva ritornare la ‘spinta'. Peccato che la mia fosse già la risposta alla sua, ma tanto non ne usciremo mai da questa spirale e non oso parlarne. 
- Ehi, le altre te le ho già restituite, oggi è l’ultima, ma vedrai che ci ritroviamo in F2 e... - mi piace il suo ottimismo e mi piace il suo sorriso felice, come è lanciato, come parla tutto acceso come non mai. 
A guardarlo dà l’idea di essere un ragazzo normale e calmo, ma so che in realtà è ben diverso, se stuzzicato a dovere. Ovviamente io sono bravo a stuzzicare gli altri. 
Poi mi ricordo il piano di mio padre e Ray e mi spengo un po’ già deluso in partenza, anche se non so come sarà realmente la mia vita.
A sentire mio padre è già tutto stabilito. 
- Mio padre e Ray dicono che dopo la F3 Europea se vado bene e vinco sempre posso ottenere la superlicenza e vogliono provare a farmi arrivare subito in F1, insomma appena ci sarà la possibilità mi ci manda anche a costo di saltare qualche categoria. Però vincere tutte le corse che dicono loro non credo sia così facile... 
Sappiamo entrambi cosa ci vuole per la famosa superlicenza, quella che serve per guidare in F1, e non è facile come sembra. Non impossibile, ma ottenerla così in fretta non è una passeggiata. 
- Beh, senza di me a rubarti le vittorie puoi anche farcela se vinci tutte le gare, poi sono sicuro che tuo padre ed il tuo manager saranno così bravi da farti avere il resto. 
- Oh, lascio fare tutto a loro... - alzo le spalle poco interessato a questo, poi torno ad accendermi speranzoso. - E tu? Dopo la Renault? 
Charles alza le spalle e scuote la testa non avendone idea. 
- Non so, vedo con Nicolas. Dice che fare esperienza prima di arrivare in F1 è importante, non gli piace molto bruciare troppo le tappe, essere precoci va bene, significa che hai veramente la stoffa, ma è molto importante anche perfezionarsi e prepararsi bene perché la F1 è molto dura e ti bruciano se non reggi. 
Nonostante il suo inglese non sia il massimo, ci capiamo bene lo stesso ed è bello parlare con lui così, in modo normale. Specie con la ‘erre’ alla francese che gli scappa spesso. Spero che crescendo e migliorando con la lingua non la perda perché l’adoro!
Penso sia la prima volta che chiacchieriamo così perché prima ci fissavamo male a vicenda e ci prendevamo a sportellate, io avrei anche litigato in modo diretto, ma lui è uno che evita le discussioni. È come un muro, mi ha dato quest’idea, per questo ogni tanto lo chiamo fra me e me ‘sua maestà’.
La voce burbera di mio padre prima ed il suo più gentile poco dopo, ci chiamano per dirci che è ora di andare, così io concludo sospirando dispiaciuto. Sarei rimasto ancora un po’ con lui volentieri. 
È alla fine dei nostri confronti che ci scopriamo? O forse sono solo io ad apprezzarlo dopo anni di puro odio e lui non vede l’ora di liberarsi di me? 
Per un momento lo guardo e cerco di capirlo. Il suo viso delicato e gradevole sorride gentile ed è felice mentre lo fa, vedo distintamente una luce luminosa nei suoi occhi. 
- Io lascio fare tutto a mio padre, tanto anche se dicessi qualcosa si farebbe comunque come dice lui... - poi rido per alleggerire facendo passare questa cosa come se fosse comica. Lui mi fissa un po’ stranito senza capire come io possa considerarla divertente. 
È guardando lui che capisco che non è così che funziona per tutti e che no, non è divertente. Capisco anche che nemmeno io la trovo veramente divertente, ma sforzarmi di vederla così mi faceva stare meglio.
Improvvisamente realizzo che qualcosa nella mia vita non è come dovrebbe, ma penso che le punizioni di mio padre me l’hanno già fatto capire. 
- Ci... ci vediamo, allora... vedremo dove... - Charles si rende conto come me che prima della F1, se tutto dovesse andare bene per entrambi, potremmo non vederci più e se lui segue le tappe classiche potrebbe arrivarci dopo di me. 
La gente normale sogna ma non sa se ce la farà a realizzarsi, ma io conosco quel pazzo di mio padre e so che in un modo o nell’altro mi porterà là dove ha deciso da quando sono nato e anche se volessi contrastarlo non potrei. 
Comunque mi piace correre, perciò lo lascio fare. 
- Come minimo in F1 e lì riprenderemo da dove ci siamo interrotti.
Lo dico con molta sicurezza e lui torna a ridere di nuovo e la sua risata mi piace ancora di più, il suo viso si illumina, i suoi occhi brillano e non so cosa mi succede oggi, ma mi piace vedere come ride con me. Mi sembra quasi la conquista di un premio. 
- Tu sei molto ottimista! 
- Vedrai che ci arriveremo! 
Sogni, probabilmente pensa ora mentre mi fa un cenno e se ne va. Rimango un momento a guardarlo con la sua coppa da secondo classificato mentre corre verso suo padre che l’abbraccia, gli circonda le spalle con un braccio e gli lascia un bacio affettuoso sulla testa; Charles è contento anche se non ha vinto, però so che gli rode quel secondo gradino. 
Un giorno me la farà vedere e spero sia prima di quel che penso. 
Mio padre mi chiama ed io sospiro dispiaciuto per poi tornare alla mia realtà mentre mi redarguisce come suo solito. 
- Goditi questo trofeo che sicuramente non ne vincerai altri. Finirai a fare il camionista, ne sono sicuro!
Lo dice da quando guido nei kart, mi sminuisce sempre salvo poi costruire la mia vita come se fossi già un Campione di F1. So che fa così per stimolarmi a fare meglio, ma so anche che è il primo e forse il solo a credere ciecamente in me. È stancante essere suo figlio, a volte vorrei solo un braccio sulle spalle ed un bacio sulla testa come fa sempre il papà di Charles, invece se non mi dà un calcio in culo è un miracolo.
Oggi chiudo la mia vita coi karting, mi sono divertito molto, ma penso sia stato merito di Charles e di tutto il filo che mi ha dato da torcere. Senza di lui avrei vinto di più, certo, ma non sarebbe stata la stessa cosa. 
Però sì, dai... se ce la farò io, ce la farà anche lui e un giorno riprenderemo da dove ci siamo interrotti divertendoci come matti a fare a sportellate!
Fino ad allora, arrivederci!”


Note Finali: Ho cambiato spesso l’inizio fino a decidere per questi momenti dei karting, perché ho pensato che in qualche modo potrebbe essere una sorta di inizio per loro due. Qua sono adolescenti e sicuramente non erano nemmeno vagamente interessati uno all’altro, ma la famosa gara dell’Inchident è un po’ ciò che li lega in modo speciale e che rimarrà una costante nelle citazioni future, qualcosa a cui loro stessi hanno sempre continuato a pensare. Ricordo d’aver letto una dichiarazione di mi pare Jos che commentava il loro ennesimo scontro in pista nei go-kart dicendo che questi due (riferendosi a Charles e Max) andranno avanti a scontrarsi così per sempre, intendendo che sentivano già molto la loro rivalità e che a causa del loro caratteraccio, non hanno mai corso serenamente uno contro l’altro. È una cosa che mi è piaciuta ed in qualche modo ho cercato di inserire. Oltretutto hanno entrambi sempre detto che da piccoli si odiavano perché prendevano tutto troppo seriamente e non riuscivano a separare il pilota dalla persona. I diversi trattamenti dei due padri ai rispettivi figli è cosa ben nota, niente che mi sono inventata io. Non so quanto sia vero il discorso sul progetto delle loro carriere, ho immaginato io che potessero entrambi aver già chiaro il tipo di percorso ma l’ho scritto sulla base di ciò che è successo poi, all’epoca loro chiaramente non sapevano come sarebbe andata la loro vita, ma mi sono immaginata quel dialogo perché di fatto dopo si incontrano di nuovo solo in F1. I loro percorsi poi sono realmente differenti finché non arrivano tutti e due nella categoria massima. 
Grazie d’avermi seguito, spero continuerete e che avrete pazienza fino all’arrivo ‘delle cose succose’. Baci Akane