*Ecco
un altro capitolo. Seb a casa di Lewis intende rimanerci e godersi
letteralmente ogni attimo, senza pensare un secondo a cosa vuole fare e
perchè, semplicemente facendolo. Lewis al contrario ci pensa eccome,
cerca risposte e di capire quel tedesco che non gli dice perchè cerca
tanto di baciarlo. Chi la vincerà? Alla fine forse una specie di
chiarimento riescono ad averlo, ma la permanenza lì passa per un sacco
di altri momenti insieme. Intanto vediamo come si fa una pizza! Buona
lettura. Baci Akane*
16. LA SOTTILE LINEA FRA IL VOLERE ED IL POTERE
/Seb/
“Il momento della pizza è a dir poco pirotecnico perché lui ha detto di farla ma ero convinto intendesse ordinarla.
Poi ha detto tutto convinto ‘ma no, la facciamo!’ E pensavo fosse capace.
Poi vedo che prende ed apre un libro di cucina che fra l’altro noto essere intatto, come appena preso.
E qua comincio a riempirmi di sospetti.
Mi fermo mentre cerca da dove si comincia.
- Tu... tu sai fare la pizza, vero? - Lewis tutto preso dalla lettura, mi guarda brevemente:
- No, ma che ci vuole? Basta seguire la ricetta, no? - E qua chiudo gli occhi incredulo.
- Non è che sei italiano ed allora nasci con quella dote nel DNA! - Inizio polemico.
Lui alza le spalle.
- Se ci riescono loro ci posso riuscire anche io! - Dice con un tono capriccioso che mi fa morire.
Ed ecco che torna fuori un altro lato spontaneo del suo carattere che ha tenuto segreto nel circuito.
- Senti... - Inizio
avvicinandomi. - Sei sicuro di voler fare questo esperimento? - Lui
annuisce ed in risposta indica la sua dispensa che non è piccola.
- Prendi la farina, il
lievito di birra e nella brocca mettici acqua tiepida! Ah prepara anche
il sale! - Lo guardo aggrottato perso nel mezzo della stanza.
- Io... devo fare la
caccia al tesoro? - Così sbuffando risale dal libro e va a prendere le
cose da solo, io ridacchio iniziando a divertirmi, così mi siedo su una
sedia e prendo il libro. - Facciamo che io leggo e tu fai! - Lewis ha
qualcosa da ridire ma penso più per partito preso, infatti poi ci
ripensa ed annuisce.
- Però se mi serve una mano me la dai! - Mi sembra giusto.
Così inizio a leggere.
- Sì ma guarda che deve riposare almeno un’ora... - Annuisce.
- Lo so che deve lievitare, fin lì ci arrivo. -
- Ma quando mangeremo? - Guardo l’ora, sono le sei.
- Beh non lo so, forse per le nove avremo tutto nei piatti... - Tiro fuori il labbro e faccio il broncio.
- Davvero devo aspettare così tanto? -
- Seb ma a che ora ceni di solito? -
- Sette e mezza! - Così scoppia a ridere.
- Vorrà dire che faremo
un bell’aperitivo. - Che bravo che mi accontenta. - Ok, ora leggi
bene che devo fare. - Si è messo un bel grembiule coi girasoli addosso
ed è pronto davanti al piano di lavoro, vicino a me.
Ridacchio, mi piace quello che stiamo facendo, non so bene perché.
- Allora, qua dice che
le dosi sono per una teglia normale da forno elettrico. - Annuisce. -
Quindi versa tutto il pacco di farina. -
- Tutto? - Chiede dubitando delle mie doti di lettore.
- Sì. - lui esegue. Una piccola nuvoletta bianca sale dopo il gesto.
- Fai un buco nella
farina al centro. - Mi guarda con un sopracciglio alzato e gli mostro
la foto del libro, lui esegue. - Ci metti un po’ di acqua tiepida e
dentro il cubetto di lievito. -
- Tutto? -
- Beh, quanti grammi è il tuo? -
- Sono due da 25. -
- quindi 50 in tutto. -
- Se la matematica non è un opinione. -
- Che simpatico. Metti solo 25. -
- Ok, poi? -
- Lo sciogli con le dita. -
Lewis esegue e mi piace
vedere come inizia ad impastricciarsi le dita, non pensavo di avere
certi tipi di feticismi ma vedere la sua pelle scura sporca di cose
bianche e mi piace da morire.
- Mi sembra sciolto. -
- Ok, mettici un
pochino ancora di acqua, non troppa perché va aggiunta al bisogno. -
Lewis esegue tutto concentrato come se stesse preparando la macchina
per una gara.
- E dopo? -
- Impasta! - Lewis mi guarda dubbioso prima di iniziare.
- Suggerimenti su come
si fa? - Lo fisso sgranando gli occhi, penso che scherzi ma aspetta
davvero che gli risponda e così mi stringo nelle spalle mettendo giù il
libro.
- C’è scritto solo di
impastare e se serve di aggiungere un po’ d’acqua, non deve essere
troppo mollo l’impasto. Dopo un po’ che è tutto omogeneo dobbiamo
metterci qualche pizzico di sale, non molto, ed impastare ancora. È
scritto che più la impasti e meglio è. Poi la copriamo con degli
asciugamani e la facciamo riposare. - Mi affianco a lui e guardo
l’impasto, la sua mano appoggiata al bordo già sporca perché ha sciolto
il lievito.
Si morde il labbro e poi alza le spalle.
- E va bene! - Così ci mette dentro tutta la mano, la immerge per bene ed inizia ad impastare. Con una mano.
- Lewis penso che tu
debba usare due mani. - Lui storce il suo delizioso nasino dritto con
la punta un poco a patata, ma riluttante ci mette anche l’altra mano.
Io rido.
- Non ti piace sporcarti le mani? - Arriccia la bocca.
- Non particolarmente!
- Continuo a ridere e gli verso altra acqua vedendo che ce n’è poca, ma
vedo anche che l’impastamento di Lewis è impacciato e per nulla
produttivo.
- Così sembra che tu
palpi il culo a qualcuno. E non sei nemmeno sexy mentre lo fai! -
Ribatto acido. Lewis mi fissa male per la critica, penso sia davvero
permaloso, così presto detto mi piazzo dietro di lui, metto le mani
sulle sue e le immergo nell’impasto, ma gliele gestisco come se fossero
le mie e per un momento mi viene in mente la famosa scena di Ghost,
quando fanno il vaso.
Mi mordo la bocca e lui
si zittisce improvvisamente, non commenta che potevo evitare la mossa
strategica, ma non l’ho fatta pensandoci molto.
Comunque cerco di
concentrarmi sulle sue mani e sul fargli capire come impastare.
Prendiamo tutta la farina e la raggruppiamo in mezzo, la schiacciamo,
poi lo facciamo dall’altra parte e ripetiamo l’operazione fino a che
piano piano l’impasto prende la forma di una pagnotta, finalmente.
- Sei proprio bravo... - Ribatte.
- Tu in compenso no! -
Esclamo da bravo stronzo. Lui gira la testa verso di me indispettito
rendendosi conto dopo che non è una grande idea, io ridendo gli bacio
l’angolo della bocca e lui si fa serio perché sembriamo di nuovo due
fidanzati.
Chissà se fa mai ste cose con Nico.
Torna a fissare l’impasto.
- Come fai ad essere così bravo? - Chiede cercando di distrarsi.
- Dote di natura
suppongo. - Sul serio non sapevo di essere bravo. - Da piccolo guardavo
mia nonna che faceva la pasta per i brezel. - Dico un po’ di me e lui
si distrae così dopo che la pasta ha una buona forma penso si possa
mettere il sale. - Sollevala un attimo. - Dico poi. Lui esegue e
la tiene sospesa mentre io ci metto due pizzichi di sale sperando di
avere anche la dote del dosaggio del sale. Nel libro suggeriva di
metterci un goccio d’acqua col sale così eseguo e poi gli dico di
mettere la pasta sopra.
Come prima cosa lo
impasto da solo, lui rimane con le mani a tenere ferma la terrina ed io
riprendo ad impastare sempre dietro di lui con le braccia ai lati del
suo corpo, il mento sulla sua spalla ed il petto contro la sua schiena,
per non parlare del bacino contro il suo grazioso fondoschiena.
Il rumore di quel
goccio d’acqua col sale mentre impasto è strano e mi ricorda una cosa
pornografica che ho cura di dirgli proprio perché sono molto sano di
mente.
- Sembra il risucchio
di quando ti fanno un pompino! - E quando lo dico Lewis si scosta
istintivamente cercando di scappare dalle mie braccia, ma io faccio
forza e lo obbligo a rimanere. Ridendo lascio la pasta e con le mani
viscide di acqua e pasta proprio come erano quelle dei protagonisti di
Ghost, prendo quelle di Lewis e gliele metto dentro.
- Ora fai tu. - Lui
cerca di opporsi, ma gliele manovro a piacimento, ripeto il movimento
che ricordo faceva mia nonna. Gli faccio premere i palmi al centro e
con le dita afferra la pasta esterna e la mette in mezzo tornando a
spingere con i palmi. Quando capisce il movimento lascio che faccia lui
ed io ho cura di risalire con le mani viscide sui suoi polsi e poi sui
suoi avambracci.
Molta cura.
sensualmente.
Leggero.
I respiri sono più
corti e lui capisce che quel che faccio non ha niente a che fare con
giochi e dispetti, ma che è qualcosa di più sensuale che mai.
Ed ora vorrei di nuovo
baciarlo e non so se lo voglio fare perché penso di piacergli e sono
stuzzicato da questo oppure se lo voglio perché sì, perché mi piace o
per quale altro motivo.
So che se gira ora la
testa io lo bacerò. Gli respiro sul collo fino ad appoggiare le labbra
proprio lì, sotto il suo orecchio e dimentico completamente la pasta
che ormai è asciutta e perfetta.
Così perfetta che Lewis smette di impastarla e mi porge il suo dito ricoperto da un po’ di impasto.
- Assaggia e vedi se va
bene invece di assaggiare il mio collo. - Pensavo sarebbe stato più
spaventato o rigido. Prima non ha avuto una bella reazione. Ora mi
sembra che gli piaccia quando mi comporto così. Ci vado a nozze.
Prendo la sua mano e succhio tutto il dito, non mi limito a prendere il pezzo di pasta.
Il sapore mi sembra perfetto, salato al punto giusto.
Ma continuo a succhiare il resto del suo dito come se fosse infinitamente sporco ed io dovessi ripulirglielo di fino.
Succhiando su e giù come se avessi altro fra le labbra e contro la lingua.
Un braccio a
circondargli la vita per non farlo scappare, il viso così vicino al mio
mentre mi guarda incredulo di quel che sto facendo.
Scommetti che riesco a farti dimenticare Nico?
- Penso che il mio dito
sia pulitissimo. - Commenta ironico, io ridacchio e così passo alle
altre dita ancora un po’ sporche, gliele succhio tutte e finisco sul
palmo, lecco anche quello come se fosse un gelato.
Non ha un gran sapore, è pasta cruda, ma in questo momento è troppo buono.
Lewis non mi ferma e
penso che se salissi a leccargli la faccia, non mi fermerebbe e
così detto fatto, gli lascio la mano e gli prendo il mento fra le dita,
lo giro verso di me per quei pochi centimetri che restavano e sto per
baciarlo, ma lui mette la mano che ho appena leccato sulla mia bocca e
torna in sé proprio ora.
- Quello che ho detto prima è sempre valido. Io non posso. -
E qua mi focalizzo su qualcosa di essenziale.
- Però vuoi. - La voce è roca e carica di desiderio. Lo vuole eccome ed anche io.
E non mi interessa minimamente di capire cosa provo, cosa voglio, cosa sono e perché.
Non mi importa niente
di tutto questo, so solo che averlo fra le mani ogni volta è sempre più
bello ed un giorno i suoi ‘non posso’ non saranno sufficienti.”
/Lew/
“È tutto tranne che normale, questo.
Io non posso andare avanti così.
Cioè ormai è qua e non
posso cacciarlo e non riesco nemmeno a mettere un freno prima di
arrivare a questi momenti, però quando uscirà di qua domani mattina io
non posso rifarlo.
Non posso invitarlo di
nuovo e passare tempo con lui in privato se il rischio è quello di
tradire davvero Nico. E già che lo faccio con la testa è grave, ma
posso illudermi di essere a posto finché non ci baciamo sul serio. Ma
queste carezze, questi tocchi, questi avvicinamenti non sono comunque
tradimenti?
Il fatto che gli lascio
fare quel che vuole e non sono io ad iniziare non è sufficiente, mi
illudo che è lui ed io non faccio nulla, ma il farglielo fare, il
permetterglielo è comunque grave come il prendere l’iniziativa.
Non so se Seb sia
consapevole di cosa fa e del motivo, forse non ci pensa, gli piace e lo
fa e forse davvero non c’è più di questo.
Un momento piacevole di erotismo, un voler fare una cosa che gli va ora e magari domani sarà soddisfatto e non tornerà più.
Per un momento, un momento brevissimo, mi balena in mente l’idea di farlo.
Ci vado a letto, prendo tutto da lui e mi tolgo lo sfizio così poi saremo entrambi soddisfatti e non succederà più nulla.
Ma poi io mi conosco e so che non potrei mai guardare Nico facendo finta che niente sia successo. Non potrei. Non è da me.
Rovinerei comunque tutto e probabilmente per nulla, solo uno sfizio.
Ci laviamo le mani e
mettiamo la pasta al coperto in parte mentre ripuliamo il piano per
preparare il condimento che useremo dopo.
Da un lato c’è questa
attrazione sessuale che c’è fra noi, dall’altra la voglia di essere
amici, il bisogno di avere questo rapporto con lui perché mi fa stare
bene, mi fa respirare.
La sua incoscienza, la sua spensieratezza è pane per me e non penso di voler troncare.
Per cui devo trovare una soluzione a questo casino.
Voglio avere un rapporto con Seb che però non mi spinga a tradire Nico.
Sinceramente non so come penso di uscire da questa situazione, che soluzione credo di poter trovare.
Non ne ho proprio idea.
Seb è una forza della
natura, o ridi o ridi con lui, per cui in certi momenti affiorano dubbi
e sensi di colpa ma lui li scaccia subito con la potenza di un uragano.
È l’incoscienza dei
giovani che si buttano a capofitto in qualcosa di bellissimo e
nuovissimo e tanto desiderato. Anche se poi io ho solo due anni più di
lui, mi sento già vecchio per gli approcci diversi che abbiamo alle
cose.
Lui proprio non pensa e forse non si fa nemmeno domande ed io lo invidio.
Prima di preparare i
gusti della pizza, comincia a fare un elenco di pizze che vorrebbe
provare e si trova a proporre accostamenti che non stanno né in cielo
né in terra ed alla fine tagliando la testa al toro apro il frigorifero
pieno di ogni ben di Dio e gli dico di farsi quella cavolo di pizza
come vuole, che la mia metà sarà con mozzarella e salamino e basta!
E non l’avessi mai detto!
- Hai anche il salamino
piccante? - chiede illuminandosi tutto. Sento vagamente un pericolo
dietro questa domanda, ma annuisco e lo tiro fuori.
È una forma intera, tipico salamino lungo e sottile da affettare.
- È nuovo. - e quando
glielo mostro vedo la sua faccia illuminarsi di un sorriso poco
raccomandabile e qua capisco, con un secondo treno, e glielo do in
testa andando al tagliere col coltello che ho preparato per fare le
fettine.
- Sei un maniaco!
Perché vedi doppi sensi in tutto? Sei arrapato! Credevo fossi etero
invece mi sa che la cara Hannah non ha capito un paio di cose! E forse
nemmeno tu! - con questo inizio ad aprire il salamino, lui tira infuori
il labbro ed alza le spalle semplicistico.
- Certo sono un maniaco e sto mettendo in dubbio da un po’ la mia sessualità... -
- MA VA’! MA NON ME NE
ERO MICA ACCORTO! - Esclamo gridando spontaneo, lui ride illuminandosi.
I capelli gli si sono asciugati mossi e gli stanno benissimo ma penso
che se glielo dico posso sembrare uno che ci prova.
E già mi sento così senza che lo sembro!
- Sì, è che è da un po’
che ogni tanto mi capita di essere attratto dai ragazzi. Non da tutti.
- Nella mia beata ingenuità credo sia una cosa generica e non mia
esclusiva, così non gli chiedo chi sono tali soggetti e lui non me lo
dice.
Mentre parla si rende
utile e grattugia la mozzarella che è quella apposta per la pizza,
quando ho preso gli ingredienti ho chiesto cosa si usa per la pizza e
mi hanno dato qualche consiglio utile.
Lavorare in cucina insieme è bello, ovviamente.
- E ne hai parlato con
Hannah? - Chiedo andando spietatamente al punto. Alza le spalle e
l’atmosfera da demenziale si fa un po’ più confidenziale.
- No. Non vedo perché
dirglielo. Io e lei abbiamo un rapporto che va al di là di quel che mi
capita o che faccio. Lei sarà la donna con cui un giorno farò una
famiglia, mi conosce bene, la conosco bene, è la sola di cui mi fido e
siamo amici. Anzi ecco, lei è la mia migliore amica e mi trovo
benissimo con lei. -
- Ma non sei
sufficientemente attratto da lei da non esserlo da nessun altro? - La
vera domanda che voglio fargli è un’altra, ma ci arrivo per gradi.
Finisco di tagliare il salamino e lo metto via mentre lui continua con
la mozzarella.
- siamo uomini no?
Siamo sempre attratti da qualcuno e sempre lo saremo. Quello non
significa che non proviamo niente per chi abbiamo accanto. -
- E tu la ami? Cosa
provi per lei? Insomma, mi hai detto chi è per te e che tipo di
rapporto avete. Complicità insomma. - Un po’ quello che sta nascendo
fra me e Nicole, è una bella donna e molto brillante e siamo già molto
amici. E credo abbia capito che sono gay, per questo non insiste con il
venire a letto con me, io sembro totalmente allergico alla cosa e non
credo di poter nemmeno fare mai finta.
- Vuoi sapere se riesco a fare sesso con lei? - Tossisco mentre stavo bevendo un po’ d’acqua.
- No, perché per te è tutto sessuale? Parlo di sentimenti veri! -
Seb finisce con la mozzarella e si lava le mani per poi guardarmi coi suoi meravigliosi occhi azzurro mare.
- Le voglio bene, le voglio un mucchio di bene. -
- Ma non la ami? - Alza le spalle.
- Non so nemmeno se
esiste l’amore. Credo che il meglio che possiamo avere da una persona è
starci bene insieme, riderci insieme e condividere qualcosa di
importante. -
- Figli? - Annuisce.
- L’adrenalina, il
rischio, il pericolo, un podio. - Non abbiamo ancora condiviso tutto
questo, ma l’adrenalina sì, quella molta. Ed il senso del rischio e del
pericolo che c’è ogni volta che sali sulla macchina.
- E perché hai questo
comportamento con me? - Ed ecco cosa volevo chiedergli. - Se, voglio
dire, pensi che l’amore non esista perciò con lei hai quello che più ci
somiglia. E pensi di passare la vita con lei e fare dei figli. Però
inizi a pensare di essere bisessuale e ci provi con me per questo,
immagino. Per capire meglio te stesso, sperimentare... - Lo analizzo da
solo senza fargli rispondere e solo dopo un po’ che parlo logorroico
come al solito lo vedo avvicinarsi come una pantera, mi prende i
fianchi e per un momento mi zittisco avvampando pensando che cercherà
di nuovo di baciarmi, ma si ferma in tempo e non so se esserne
sollevato o deluso.
- E tu perché ci stai
se sei tanto innamorato e convinto di Nico? Perché fai tutto quello che
ti dice, persino metterti con una donna che forse non te lo farà mai
drizzare come sono riuscito a fare io solo guardandoti? - Ma porca
puttana perché è così perspicace?
E perché parla in modo così erotico e sensuale? Così vicino a me, con questo sguardo magnetico?
Il respiro comincia a
venire difficoltoso, gli prendo i polsi prima che gli venga in mente di
palpeggiarmi e avere conferma che mi sto di nuovo eccitando.
Poi guardandolo dritto negli occhi trovo il coraggio:
- Perché è il mio modo di amare. -
- E con me come la metti? - Ma guarda, vuole davvero parlarne ora senza essere disposto a parlare di sé?
- Perché siamo uomini e
ci eccitiamo di continuo con chiunque. Questo non significa che da
tutti quelli che ci eccitano, poi vogliamo chissà cosa. Tu pensi
l’amore non esista e forse sei disposto a fare sesso con altri
nonostante Hannah, io penso che l’amore esista e che nonostante quello
possiamo essere attratti da altri, ma alla fine conterà sempre la
scelta finale. Quel che faremo nel momento decisivo. - Seb piega le
labbra in un sorrisino malizioso e soddisfatto, poi c’è anche
provocazione e curiosità e so che fra noi è appena iniziata.
Lo so.
E so che non mi dirà
mai cosa vuole da me, cosa prova e perché fa quel che fa, ma la
risposta che ho dato io al suo posto penso sia valida. Così senza fare
altro si separa e torna al frigo alla ricerca di come riempire la pizza.
- Non dici nulla? - Replico deluso. Alza le spalle e la ‘mette via’ con facilità.
- Hai ragione, abbiamo
visioni diverse. Ma siamo noi ad esserlo. Io non credo l’amore esista,
ma se fossi innamorato non esisterebbe nessun altro per me. Ed è vero,
siamo uomini e siamo attratti di continuo da altre persone. Ma io non
sono mai stato innamorato e non so se, essendolo, potrei eccitarmi
tanto con un altro ragazzo. -
Mi mordo il labbro, mi fa morire il suo essere tanto diretto, ma io oggi non sono stato da meno.
- Se l’amassi non ci
proveresti con me? - Chiedo cercando conferma di questo. Alza le spalle
e non mi guarda mentre tira fuori un peperone.
Che personaggio, Sebastian. Da far girare la testa.
Ha una mentalità aperta
e disposta ad esplorare senza problemi ed ha visioni di rapporti tutte
sue. Mi chiedo davvero se pensa che un’amicizia possa essere anche
altro senza sfociare nell’amore. Penso che non lo sappia nemmeno lui.
Penso che con me faccia quello che gli va sul momento e davvero non
vale la pena rivoluzionare la mia esistenza per uno così selvaggio dal
punto di vista sentimentale e relazionale.”