*Dopo la festa di perdizione di Lewis dove Seb ha fatto da baby sitter, dove ci è scappato un bacio sulle labbra fra i due, dove Lewis non era in sé ma si è divertito un sacco, arriva il mattino successivo dove si deve raccogliere i pezzi, metterli insieme e capire se quello che è successo è tanto grave oppure se si può ancora salvare qualcosa. Buona lettura. Baci Akane*

22. VOGLIO CHE TU LO VOGLIA



/Seb/
“Per me sarebbe un risveglio come gli altri se mi svegliassi nel mio letto e da solo, ma mi sveglio in un letto sconosciuto con un corpo morto addosso che mi ha intorpidito metà corpo, tanto che per un momento penso di aver avuto un ictus e di non essermene accorto.
Con la mano sana palpeggio e mi ritrovo un nasino delizioso familiare e così gli eventi che pensavo d’aver sognato, tornano prepotentemente insieme ad un bel sorriso.
Con poca delicatezza spingo con un dito sulla sua fronte in modo da spostargli la testa indietro, così muovendo la mia riesco a vederlo meglio.
Dorme come l’ho lasciato ieri sera, arrampicato su di me, e per la posizione non ha russato perché di solito quando ci si ubriaca si russa, ma essendo stato a pancia in giù tutto il tempo, questo gli ha impedito di russare.
Sorrido malizioso.
È grazioso da morire. Vorrei stropicciarlo tutto ma credo che se non mi alzo gli faccio la pipì addosso, sempre che lui non me l’abbia fatta.
Così gli bacio la fronte e con una certa fatica mi sfilo via da sotto.
Metà corpo è proprio addormentato e mi trascino al bordo del letto imprecando mentalmente per non svegliarlo.
Inizio a riattivare braccio e gamba e finchè non sento la circolazione uccidermi, non mi alzo.
Zoppico fino al bagno mentre sento dolori atroci per la riattivazione della circolazione, ma poi mi distraggo perché mi metto a guardarlo.
Lewis è rimasto a dormire a pancia in giù come se io fossi ancora sotto di lui, ridacchio e scuoto la testa. Sicuramente così tanto non beve spesso. Quando festeggia le vittorie qualche drink se lo fa ma conoscendolo cerca di non esagerare anche se ieri sera penso d’aver visto il vero Lewis. Non quello che ama ubriacarsi, ma quello che semplicemente ama la vita e che non sta fermo un secondo.
Ha ballato un sacco ed anche benissimo e so che suona e canta bene e questi sono solo alcuni dei talenti che mi ha concesso di scoprire... chissà quante cose sa fare, chissà quante cose gli piace fare.
Non dovrebbe soffocarsi così tanto solo per sembrare il ragazzo che la gente si aspetta che lui sia.
Penso che si influenzi da solo per il fatto che è di colore ed è sempre nel mirino di tutti ed iper criticato per ogni starnuto che fa. Se si mettesse a fare feste e a mostrare quanto è iperattivo sicuramente poi verrebbe criticato ancora di più.
L’occhio cade sull’ora, è mattina inoltrata, siamo quasi a mezzogiorno. Io ho dormito le mie solite ore, una in più e mi sento anche riposato. Lui potrebbe dormire tutto il resto del giorno. Non so cosa fare, così mi stendo di nuovo e cerco di imparare ad usare il cellulare. Mentre imparo gli faccio delle foto con l’aria di chi è un completo idiota.
Una volta che ce l’ho me lo guardo e mi chiedo che ci devo fare ora con quella foto. Insomma, se Hannah per caso le vede? Non che mi guarda mai il cellulare, non è una cosa che farebbe, però è un po’ rischioso. Mentre ci penso smanetto e provo a nascondere la foto in qualche cartella più sicura, prima di capire come si fa e dove devo metterla, ci impiego tipo un secolo ed al termine di questo, la mano di Lewis striscia sotto le coperte fino alla mia pancia. Ma la parte bassa della mia pancia. Spalanco gli occhi e lo guardo di scatto, a momenti salto, ma per fortuna o sfiga si ferma lì ed io sorrido malizioso quando lui apre gli occhietti confusi.
Lo guardo che ho le spalle sollevate con cuscino contro la testiera del letto, lui invece è tutto giù ed è rivolto verso di me.
- Buongiorno tesoro. - Mormoro malizioso. Lui si aggrotta per capire cosa si è perso e solo dopo mette a fuoco che siamo quasi nudi, infatti con la mano scende sul mio inguine e vede che ho i boxer però ugualmente non è convinto, così spalanca gli occhi e si alza di scatto facendosi molto male.
- Piano piano... - Ma lui accartocciato si guarda sotto e con sollievo vede che ha i boxer.
- Noi... non abbiamo fatto, vero? - Chiede roco e timido.
Sorrido, per un momento penso di prenderlo in giro, ma poi ho pietà. Già questo risveglio deve essere traumatico. Cioè so cosa si prova in effetti.
- Se fosse successo ti dispiacerebbe? -
Chiedo malizioso abbassandomi alla sua altezza, mi metto sul fianco e lo guardo mentre invece si mette a carponi e rimane raggomitolato sulle ginocchia e sui gomiti sotto le coperte, la faccia coperta dalle mani che cerca di svegliarsi.
Io lo guardo così un attimo perso.
- Mi dispiacerebbe non ricordarlo. - Si lascia sfuggire. Io mi apro in un sorriso smagliante e mi spingo sotto il suo viso e quando toglie le mani mi vede lì e sorpreso si alza un po’ di scatto, io sollevo la testa e gli bacio la guancia.
- Il bagno è di là. Siamo in un albergo ed io sono rimasto sobrio per soccorrerti! Hai vomitato e non abbiamo fatto nulla. - Lewis per un momento dubita però poi decide di credermi sulla parola e annuisce confuso, mi ringrazia e scende.
Potevo davvero dirgli una piccola bugia, ma quella non era piccola... 
Quando torna in camera è un autentico straccio che si trascina verso il letto, si tuffa a peso morto e rimane con la faccia premuta sul cuscino per un po’, io lo guardo rimanendo seduto nella mia parte come un marito che aspetta la moglie, lo copro e lui gira la testa verso di me. Si vergogna ma sorride grato.
- Ricordi tutto? - Chiede timidamente. Io non riesco a conciliare la sua versione di stanotte con questa, sembrano due persone diverse.
- Certamente. - Rispondo sicuro. Arrossisce.
- E... sono stato pesante? - Sollevo gli occhi al cielo pensandoci.
- Io... non definirei proprio pesante quello che eri... - Comincio a fare il misterioso per divertirmi.
- E come mi definiresti? - Ridacchio.
- Prepotente! - Lewis mi guarda bene da giù e nota tutta la malizia con cui lo dico, così sgrana i suoi meravigliosi occhioni neri da felino e inghiotte. Ci pensa con attenzione, valuta se sia il caso di sapere o no e alla fine prende un respiro profondo e si tira su a sedere verso di me. Le coperte coprono solo le gambe, il suo busto più che piacente è scoperto e mi distrae.
- Ok, voglio sapere tutto. - Inarco le sopracciglia scettico.
- Sei sicuro? - Lui inghiotte ancora, respira a fondo e poi con coraggio fa un ‘sì’ deciso e risoluto.
Così racconto... quasi tutto!

Alla fine mi ritrovo Lewis che si nasconde la faccia con le mani molto teneramente ed io rido di gusto allentando un po’ la tensione ma alzando il suo imbarazzo, così gli do un buffetto sulla testa.
- Non è nulla di che, se tu fossi venuto quella sera avresti visto e vissuto di peggio. - Poi ci ripenso. - Io HO FATTO di peggio visto che mi sono svegliato con uno sconosciuto ed eravamo entrambi completamente nudi. Ho fatto sesso e non lo ricordo, vorrei dire... - Cerco di dargli un altro punto di vista e lui ci ripensa per poi annuire e convenire.
- Ok, hai ragione, questo è peggio! - Così ridiamo insieme e lui si scioglie, ma ha ancora l’aria pentita.
- Ti sei divertito molto, non devi vergognarti. Era la tua serata. Non so cosa sia successo con Nico e Nicole... - Ridacchio ai nomi che gli girano intorno. - Però sono contento che poi la tua serata sia migliorata. - Lewis si stringe nelle spalle.
- Grazie a te. - Quando lo vedo di nuovo tanto timido la tiro fuori, la mia perplessità.
- Io però non riesco a conciliare la tua immagine spavalda, allegra ed iperattiva di ieri sera che amava fare festa con quella di ora e che di norma mostri in giro, timido, riservato, tutto educato... come fai a sopprimere tanto? Io ok, non parlo molto di me, però quando sono felice per un determinato motivo lo dimostro come mi sento dove sono con chi sono e non importa chi mi vede... - Lui sorride.
- Per ora sei così! Magari crescendo cambierai! - Io rido.
- È questa la tua risposta? Crescendo si cambia? - Ci ripensa e scuote la testa.
- È bello essere spontanei e coraggiosi e piacersi così come si è, non voglio che cambi niente di te. - Fa poi togliendomi il fiato, per un momenti potrei arrossire io e sarebbe un evento. Si sistema con la schiena contro la spalliera e si mette le coperte addosso mentre pensa alla risposta. - No è che la gente in generale mi inibisce e sono stato abituato a come si dice, tenere i panni sporchi in casa? Cioè a tenere per noi i nostri affari. È un metodo Hamilton! - Dice citando suo padre. Immagino che sia una sorta di vizio di famiglia, tendi ad adottare i metodi di chi ti cresce, è normale.
- Però sei uno che ama la vita ed ama viverla! Me ne sono accorto! Cerchi solo di seguire una sorta di regolamento, come se qualcuno ti dicesse come ci si comporta in pubblico e cerchi di farlo, ma tu adori vivere, adori festeggiare, sei una persona attivissima, un uragano! Timido e riservato e questo non so come fa ad esserci se sei attivo e felice, ma... - Lewis ride in quel suo modo che adoro e mi interrompo vedendolo. - Comunque sei meraviglioso, per me non devi soffocarti per fare quel che la gente si aspetta. O che pensi sia la regola. Per me dovresti fare esattamente quel che ti senti di fare. Punto. -
Lewis mi guarda e sorride meravigliato, come se avesse una visione, incredulo forse che a qualcuno lui vada bene così come è. Mi viene il dubbio che Nico gli riempia la testa di ‘devi fare questo’ e ‘quello non va bene’.
Se prima lo odiavo ora è anche peggio.”

/Lew/
“Le sue parole mi toccano nel profondo e mi commuovono, non penso che abbia ragione o meglio non ne ho idea. Mio padre mi ha cresciuto con un sacco di regole da rispettare, codici di comportamento più che altro.
Non sfidare mai nessuno, Lewis, altrimenti non esci più di casa. Se vuoi vivere in pace stai al tuo posto, sii gentile, segui tutte le regole, non mostrare nulla di te. Mi ha inculcato un sacco di metodi per farcela nel nostro mondo.
Poi è arrivato Nico ed ha continuato su questo piano. L’apparenza è tutto ciò che conta, se ti mostri in un modo ti ameranno e se ti ameranno la tua vita sarà più facile. Per farti amare devi conformarti alla società, anche se è un mucchio di cagate vedrai che ti renderà la vita più facile ed un giorno mi ringrazierai.
Tanto non conta ciò che fai ma ciò che sei. Noi ci amiamo, ma al mondo non interessa.
Noi ci amiamo...
Ripenso a lui ed alle sue parole.
- Sai, ero bullizzato da piccolo per via della mia pelle e del fatto che ero piccoletto. - Comincio piano come se parlassi a me stesso. Seb non fiata. - Avevamo seri problemi economici perché mio padre si è indebitato per farmi correre, però ho chiesto di farmi fare boxe. Così lui ha capito e mi ha fatto fare boxe. Ho imparato a difendermi e nessuno mi ha più bullizzato. - Non so perché glielo racconto, Glielo avevo già detto.
- Me lo ricordo. Sei uno con un gran carattere. -
Mi sento meglio quando mi capisce, faccio un sorriso come di scuse. Di cosa devo scusarmi? Di mettermi in mostra?
- Però mio padre mi ha insegnato che se voglio vivere in pace non devo sfidare nessuno e devo seguire tutte le regole molto più di chiunque altro, non essere mai sgarbato, mai litigare, mai rispondere. Mai provocare. Difendersi questo sì, ma solo se è necessario e se c’è in gioco il proprio onore o della famiglia. Però non per vanto. - Continuo come se facessi ordine, come se ci tenessi a spiegarmi a lui. E lui ascolta ancora.
- E poi è arrivato Nico con la fissa delle apparenze! - Sorrido incredulo che capisca così bene. È maledettamente incredibile, forse è per questa connessione innata fra noi che siamo tanto attratti uno dall’altro.
- Nico è del tipo che se ti conformi alla società sei accettato ed è importante esserlo. Così l’apparenza è tutto. Per pace personale, anche lui dice questo. -
- Ma per lui questo è l’unico modo per poter stare con te. Altrimenti non ci riuscirebbe. È solo troppo spaventato dal mondo! - Sentirglielo dire mi toglie il fiato, lo guardo di scatto ed è come se un mondo sconosciuto che ho studiato per anni mi si mostrasse.
Seb si rende conto di avermi rivelato qualcosa di importante e non so se ha capito quanto sia assurdo che sia proprio lui quello che lo capisce meglio di chiunque altro, forse anche meglio di me.
In un certo senso, almeno...
- Tu non sai perché è fissato con l’apparenza? - Mi stringo nelle spalle.
- Lo è da quando... - e qua capisco che ha ragione, abbasso gli occhi e lo dico a me stesso stupito. - Da quando stiamo insieme... - Seb piega in avanti la testa per guardarmi di nuovo negli occhi:
- Non ci avevi mai pensato che è un modo, il suo modo, per poter stare con te? - Mi mordo il labbro e vergognandomi lo guardo scuotendo il capo, faccio un sorriso un po’ amaro mentre il senso di colpa aumenta.
- Io... no... pensavo che fosse un suo difetto e lo accettavo. Sapevo che era importante e non mi chiedevo niente. - Sospira e alza la spalla.
- Perché avete litigato? - Non me l’ha chiesto prima. Mi aggrotto e guardo oltre lui cercando di ricordarlo, ma qua i ricordi si fanno confusi.
- Non... non ricordo bene... credo che abbia fatto una scenata di gelosia... credo che c’entrassi tu... - Ammetto piano. Seb appoggia la mano fra di noi rimanendo sempre seduto accanto a me. Mi guarda ancora diretto.
- C’è una cosa che non ti ho detto. - Fa poi come per cambiare discorso. Lo guardo senza capire cosa c’entri e cosa ci possa essere di così importante da non dirmi.
- Cosa? - Chiedo sempre piano come se parlare più forte dovesse rovinare qualcosa.
- Ieri dopo che hai litigato con lui eri così sconvolto che mi hai baciato. - E qua è come se mi colpisse con un pugno.
In pieno.
Mi sento come mi sono sentito quando ho aperto gli occhi.
Il terrore mi raggela per un momento ed è assurdo perché non è per quel che dovrebbe spaventarmi, ovvero l’aver tradito Nico, ma per l’averlo dimenticato.
Improvvisamente mi brucia, perché prima pensavo di aver fatto sesso ma non l’avevo fatto.
Ora l’ho baciato e non lo ricordo.
Lo guardo e spalanco gli occhi terrorizzato, visibilmente terrorizzato. Ma più che altro ferito.
Gli occhi diventano lucidi, sento che mi bruciano e lui si fa più vicino sporgendosi verso di me.
- Ti dispiace così tanto averlo fatto? - Sussurra guardandomi negli occhi, lo ricambio e mi rendo conto che ne sono catturato, forse per il modo in cui mi guarda, non saprei.
Mi sento paralizzato nelle sue iridi blu.
- No, mi dispiace non ricordarlo... - Ed è la pura verità. Lui batte gli occhi perché non ho infilato Nico e capisco chiaramente quale idea gli balena nella mente in questo momento.
Perché di solito ho sempre messo in mezzo Nico e non ho mai voluto per lui, ma ora è diverso. Ora lo ammetto che mi dispiace non ricordarlo ed è la seconda volta che non nomino Nico, non dico ‘non posso per lui’.
Così trattiene il respiro e si avvicina ancora impercettibilmente.
- Se vuoi lo ripetiamo così saprai come è stato e lo ricorderai. - sussurra piano. Il viso è davanti al mio, la mano appoggia sulla mia, le labbra sono quasi sulle mie.
Ed io lo guardo senza respirare più, senza la capacità e la voglia di muovermi, non so se respingerlo o meno. Non ne ho proprio idea.
Socchiudo gli occhi e l’eccitazione sale, il cuore in gola, lo assaporo, per un momento penso di andargli incontro, mi abbandono, ma poi proprio un istante prima che mi tocchi, si ferma lui e mi parla così, senza allontanarsi:
- Perché non mi fermi come fai sempre da sobrio? -
Lo guardo smarrito senza capire perché debba chiederlo ora e cerco di capirlo io stesso, perché ora non posso fermarlo come sempre.
- Perché sono confuso e non so cosa voglio... - Lui così sorride dolcemente e mi carezza la guancia per poi sospirare ed allontanarsi.
Lo guardo stralunato e deluso.
- Perché non lo fai? - Lui accentua il sorriso.
- Perché voglio che tu lo voglia. - Risponde semplice e malizioso. Il calore sale e dannazione se lo voglio. - Senza il minimo dubbio. - Aggiunge.
Ok, Lewis. È giusto, ha ragione. Seb merita qualcuno dalle idee chiare che voglia solo lui.
Sorrido malinconico ed amaro, ma annuisco.
- Hai ragione. - Mormoro.
Seb batte gli occhi una volta di troppo, ma è tutto quello che mi concede per capire che sperava in un’altra risposta.
Però stoicamente ingoia la delusione e l’accetta.
È la persona migliore che potessi incontrare e sicuramente non lo merito.

Poco dopo decidiamo di muoverci e andare a colazione e poi alla ricerca di un volo per tornare a casa. Faremo entrambi tappa in Svizzera poi ognuno andrà dalla propria famiglia, lui in Germania ed io in Inghilterra.
Mentre ci ricomponiamo mi torna in mente il modo in cui ha capito Nico al volo. È proprio vero che sono simili in qualcosa, ma non in tutto. Sono chiaramente molto diversi e mi danno sensazioni molto diverse, ma mi piacciono tutti e due e forse è per quel qualcosa di simile. Non so bene nemmeno cosa sia, sono atteggiamenti e poi il fatto che Seb capisce certe cose di Nico che per me sono oscure e la cosa più incredibile è che lui lo detesta.
Forse lo detesta perché lo capisce meglio di quanto immagino.
- Cosa farai, cercherai di sistemare con lui? - Chiede Seb mentre ci avviamo fuori dalla camera guardando che ci sia via libera.
Mi prende alla sprovvista, lui che indaga su me e Nico. Ok.
- Sì, penso di sì. Non ricordo nemmeno bene tutta la dinamica. Sarà furioso come una bestia, farò una fatica assurda ma se mi addosso tutte le colpe prima o poi accetterà le mie scuse. - La faccio facile ma so che con lui non è mai facile. Seb in ascensore mi scruta sfrontato come suo solito.
- Non è che hai proprio sempre tutte le colpe, eh? - Fa sostenuto. Io sorrido ed alzo le spalle.
- Non ha importanza, è il solo modo per fare pace. E poi ero ubriaco e di sicuro non ho fatto qualcosa come avrei dovuto. - Seb sbuffa e scrolla la testa e le spalle insieme, ma alla fine non ribatte. - So che non sei d’accordo, ma è il nostro modo di stare insieme. -
- Bel modo! - Brontola mentre le porte si aprono e mi fa uscire per primo come una ragazza. Io passo senza farci caso.
- Oh andiamo, con Nico non è sempre così, però servono queste astuzie! Se dovessi innamorarti davvero un giorno capirai che per amore si scende a compromessi! - Seb mi affianca mani in tasca ed aria di disappunto e scontrosa.
- Non capisco perché. Perché se vi amate devi scendere a compromessi? Perché devi averne? Non dovrebbe essere così! Non dovresti averne bisogno! O idealizzo l’amore? - Questa frase detta da lui mi fa ridere infatti lo faccio forte.
- Sei una contraddizione visto che non credi nell’amore! - Allarga così le braccia e arriviamo al bar dell’hotel in cui siamo. Qualunque esso sia.
- Ma tu ci credi! Io mi calo nei vostri panni! Sei sempre tu che cedi e gli vai incontro! Che ci trovi ancora non lo capisco! - Scuoto la testa sedendomi ad un tavolino in un angolo tranquillo, mentre guardiamo la lista e lui ha un broncio carino da morire come i suoi capelli biondi arruffati.
È bellissimo che si schieri così dalla mia parte e mi protegga a modo suo e mi piace che continui a farlo, per cui non voglio che lui e Nico che si capiscono tanto bene mentre si odiano, si mettano ad andare d’accordo un giorno!
Questo è un pensiero egoista, ma mi piace così. Che lui sia dalla mia parte, punto e basta.
- Tu ci vedi quando succede qualcosa perché vengo a frignare da te, però in realtà ci sono i momenti in cui siamo felici e stiamo bene insieme. Magari mi faccio dei filmini e te li mostro così ci credi! - Seb all’idea gli viene la nausea e chiude il menù con una smorfia eccessiva.
- Ok mi si è appena chiuso lo stomaco! -
Ridendo scuoto la testa.
- Quanto sei scemo! - gli tiro il mio menù in faccia, alla fine torna a ridere e a scherzare. No, sarò egoista, ma mi piace troppo così, punto! Non voglio che Seb cambi mai, voglio essere io quello speciale per lui. Mi piace un sacco che sia così.”