*Abbiamo
lasciato Lewis alle prese con le rivelazioni su ciò che è successo la
notte della festa, quando ha saputo di aver dato un bacio sulle labbra
a Seb nella foga del momento, peccato che non lo ricorda per nulla
perchè troppo ubriaco. Dopo che tutto passa, Lewis è intenzionato a
recuperare le cose con Nico e non penso che vi piacerà il modo in cui
succede, anche se c'è un tentativo di mostrare una lieve sfumatura di
Nico. La parte di Seb è un inframezzo per passare da quella di prima a
quella successiva, dove ci saranno ulteriori cambiamenti destinati a
diventare belli grossi. Devo dire una cosa, quando ho scritto
inizialmente non mi ero resa conto che Seb aveva fatto la ROC con
Michael anche l'anno precedente e che durante il 2008 l'aveva comunque
incontrato ogni tanto nelle piste, ormai avevo già scritto un sacco ed
ho deciso di fare una sorta di aggiustata in corso d'opera, penso che
si capisce leggendo, ma è stata una mia distrazione. Chiedo perdono.
Buona lettura. Baci Akane*
23. I COMPROMESSI NECESSARI
/Lew/
“Se gli occhi uccidessero lui farebbe di gran lunga una strage, ora.
Ho la coda fra le gambe
e l’aria più da cucciolo mortificato di questo mondo, lui sta fermo
davanti alla sua porta, mani ai fianchi e sta zitto mentre mi fissa con
gli occhi sottili.
Il viso è contratto in
un’espressione completamente gelida, mi sta uccidendo di continuo e
finchè non deciderà se ascoltarmi o meno, non smetterà. Così io rimango
qua, zitto, ad aspettare che ci riesca. Non dico nulla. Aspetto che mi
dica che posso parlare.
Lo conosco e so com’è fatto.
- Cosa sei venuto a fare? A fare ancora il pietoso? - Chiede piatto e duro. Inghiotto senza guardarlo, scuoto la testa.
- A scusarmi. Ero
ubriaco e ricordo poco, solo che ti sei arrabbiato e di sicuro ho fatto
qualcosa che non dovevo... - da dietro la porta del vicino di casa
scatta per aprirsi e Nico salta su tirandomi bruscamente dentro prima
che ci veda. La presa è molto forte, mi fa male ma non mi lamento.
Una volta dentro mi lascia e continua a guardarmi con disprezzo.
- Essere ubriaco non è
una scusante! Da ubriachi facciamo quello che vogliamo davvero, eri più
vero che mai! È questo che mi ha ferito, Lewis. - Alzo la testa di
scatto congiungendo le mani sotto il mento.
- Ma io nemmeno ricordo
bene cosa ho fatto... devi perdonarmi, ci deve essere qualcosa che
posso fare per... - Si capisce che ci tengo, ho la voce spezzata ed
implorante e gli occhi lucidi. Lui però rimane rigido e dritto e mi
fissa con disprezzo perché leggo quanto è rimasto ferito.
- Questa non è una cosa
che puoi rimediare, Lewis. Perché si tratta semplicemente del vero te
stesso. Di quello che vuoi sul serio. O meglio di chi. - Spalanco gli
occhi mentre la sensazione che c’entrasse Seb torna.
- Allora c’entra davvero Seb? - E forse non dovevo dirlo. Forse dovevo fingere di non capire.
I suoi occhi hanno un
guizzo di dolore che però riempie con un odio più marcato, caccia le
lacrime che premono per uscire e capisco quanto male gli sto facendo
così. Perché non ha mai voluto piangere discutendo con me, mai.
Mi sento morire.
- Lo vedi che lo sai che si parla di Seb? - Mi mordo la bocca e trattengo il respiro.
- So che tu sei geloso
di lui e so che ieri c’era. Tutto qui! Non sto dicendo che io sono
davvero attratto da lui e cose così! Devi capire che ho delle amicizie
e lui era lì, non c’è altro! - Nico così punta veloce il dito contro il
mio petto facendomi male, faccio un passo indietro.
- No caro mio, tu ieri
sera stavi flirtando con me in pista e ti sei fermato perché hai visto
il tuo Seb che parlava con un ragazzo! Ti fotteva più di lui che di me
ed eri ubriaco, perciò hai fatto esattamente quel che volevi sul serio.
Era più importante lui. - Silenzio, non riesco a respirare, l’aria fa
male. - A questo non c’è rimedio. - E tutto mi sembra andare in pezzi,
improvvisamente. Tutto. Inesorabilmente. Con un dolore sordo che mi
sembra di svenire, di morire.
Le lacrime sgorgano dai
miei occhi mentre realizzo che questa potrebbe essere davvero la fine e
la cosa peggiore di tutte è che io davvero sono confuso fra lui e Seb.
Mi butto sul suo petto
e mi aggrappo a lui, i pugni sulla sua maglia, lui rigido non mi tocca,
la mani lungo i fianchi, fermo a fissarmi impassibile.
- Ti prego Nico. Devi
credermi. Non è come dici! Devi darmi un’altra occasione! Mi impegnerò
di più per non deluderti più e per convincerti che non è come pensi,
che è un equivoco, che... che non sapevo cosa facevo! Conta solo quel
che provo, io sono qua, ti sto implorando! Un’occasione, una sola...
non ti deluderò più, mai più! Lo giuro! Non ti farò più pensare che
desidero un altro, non te ne darò proprio modo! -
Continuo ad implorarlo
piangendo a dirotto, grido quasi, gli prendo il viso fra le mani e lo
tiro verso di me fino a premere le mie labbra sulle sue. Rimane duro,
non si piega, non si schiude, non mi dà mezzo spiraglio.
- Ti prego... -
Continuo ricoprendo di piccoli baci umidi le sue labbra che restano
sigillate. I suoi occhi sono ancora carichi di odio e di lacrime che
non vuole far scendere, non lo farà.
Scendo sul suo collo,
continuo a baciarlo e a sussurrare fra le lacrime ‘ti prego’, le mani
si abbassano sull’elastico della sua tuta, tiro la corda e li allento,
li calo, infilo la mano e tocco la sua erezione mentre continuo a
baciarlo e piangere e pregarlo.
- Perdonami... farò in
modo che tu non dubiti mai più... - scivolo in ginocchio tremando
mentre gli tiro fuori il membro e glielo prendo in bocca iniziando a
lavorare. All’inizio non succede nulla, ma poi piano piano comincia ad
eccitarsi. Lo sento imprecare e vedo che stringe i pugni, tende tutti i
muscoli del suo corpo come se stesse lottando con sé stesso, furioso,
perché non vuole cedere ma una parte di sé sì ed è infuriato con sé
stesso e con me.
Finchè mi spinge via e
mi prende per il collo, con le dita stringe sulla carotide e mi fa
alzare, mi fa male ma non respiro e non mi ribello anche se potrei
benissimo.
È furioso, è furioso con sé stesso perché non vuole perdonarmi, ma non vuole farla finire così.
- Vuoi un’altra
occasione? - Sussurra a denti stretti chino sul mio viso, io annuisco
con le lacrime cristallizzate sulle guance e lui mi spinge contro il
muro, mi gira di schiena, il viso contro la parete, la mano sul lato
della mia faccia, si preme su di me da dietro, una mano mi abbassa i
pantaloni ed i boxer per dietro.
- Dovrai fare molto
meglio di come tu abbia mai fatto in vita tua, Lewis... perché io non
do mai seconde occasioni... - Mi lascia la faccia, mi prende per i
fianchi e affonda a crudo dentro di me. - La darò solo perché sei tu...
- E affonda ancora lacerandomi perché non ci ha lubrificato né
preparato. - Se la sprechi con me hai finito per sempre... - Ed affonda
ancora fino a che le lacrime che scendono non so per cosa sono, se per
il dolore esterno o quello interno.
Ma me lo merito, ha ragione. Mi merito tutto.
Volevo farlo con Seb,
mi sarebbe dispiaciuto non ricordarlo. E volevo che mi baciasse, mi
secca averlo dimenticato. Volevo lo facesse di nuovo.
Per cui in qualche modo ho tradito Nico ed in qualche modo lo tradisco ancora.
In qualche modo vorrei Seb e quindi lo merito.
Merito tutto questo. Ma non posso lasciare Nico, non posso rinunciare a lui. Non sono pronto.
Nico viene dentro di me e si ferma premendosi fino in fondo, la sua bocca sul mio orecchio.
- Un’occasione sola, Lewis. Una. -
Quando si scioglie per
un momento penso di cadere privo di forze, ma per qualche miracolo
rimango in piedi e mi giro, mi appoggio contro di lui e lo stringo
forte.
- Grazie... grazie... -
Sussurro. Lui finalmente mi abbraccia ed è di nuovo dolce. È come se
non ne potesse più nemmeno lui. Mi bacia la tempia. È come se sperava
che facessi di tutto per tornare da lui.
Perché se arrivo a fare
tutto questo, significa che davvero lui è la cosa più importante in
assoluto per me ed è quello di cui ha bisogno, è quello che vuole
vedere da me.
Che gli dimostro quanto per me è importante.
Mentre sono qua
accoccolato contro di lui sento i nostri cuori calmarsi, chiudo gli
occhi e ripenso a quando abbiamo litigato per la prima volta dopo che
ci eravamo messi insieme.
Non ci parlavamo da
giorni, poi io ho provato a fare pace con lui perché mi mancava e dopo
un po’ mi sembrava un motivo stupido per cui litigare.
Nico ha fatto il pazzo
dicendo che avevo aspettato così tanto per tornare da lui e che
significava che non gli volevo così tanto bene.
Io stavo per chiudere
definitivamente, avevo già voltato le spalle quando ho sentito che
mentre spaccava tutto e gridava, la voce era spezzata e rotta. Mi sono
girato. Stava piangendo mentre faceva il pazzo.
E diceva che tanto non
conta un cazzo per nessuno, a nessuno importa davvero di lui, tutti lo
lasciano, che ero come gli altri, come suo padre, come tutti!
Poi si è fermato ed è rimasto solo a piangere.
Mi ha distrutto in quel momento.
È stato lì che ho visto il vero autentico Nico, spezzato, solo, malinconico e fragile.
Lui piange sempre, dentro di sé, ma lo nasconde con quei suoi atteggiamenti un po’ stronzi.
È solo e sta sempre
male, ha solo me. Sono l’unico che lo ama, l’unico che l’ha visto
piangere, l’unico che sa quanto sta male. Non posso abbandonarlo anche
io, non posso ferirlo, non posso farlo piangere ancora.
Ogni gesto aggressivo,
discutibile, antipatico che ha è solo una protezione per quella parte
disperata e sola di sé. Quella parte che mi ha donato, ha donato solo a
me. Io sono l’unico che sa perché lo fa e come è. L’unico.
Sollevo il viso e
dolcemente lo bacio mentre lui si abbandona a me con sollievo perché ho
scelto di nuovo lui, perché l’ho capito di nuovo, perché siamo di nuovo
insieme ed ho seppellito ogni sua insicurezza.
Di nuovo.
Chissà com’è stato il bacio con Seb.”
/Seb/
“Sono preoccupato per come può essere finita con Nico, più che altro per quel che può aver combinato quello stronzo con Lewis.
Sono indeciso su cosa
fare, alla fine gli scrivo sperando di non metterlo nei guai. Penso che
abbia trovato il modo di mascherare i miei messaggi, ma Nico è geloso e
sicuramente lo controlla.
Per la prima volta ci
penso davvero e ho attenzione a cosa gli scrivo per non metterlo nei
guai con lui, perché so che poi a rimetterci sarebbe Lewis e non è
giusto.
‘Tutto ok?’
Perché di solito gli avrei scritto ‘come va con quello stronzo di Nico? Dimmi che l’hai piantato!’
Lewis mi risponde dopo un po’.
‘Adesso sì.’
E quell’adesso lo
vorrei approfondire e mi chiedo se sia il caso di farlo, ma immagino
che abbia penato per fare pace e mi immagino anche i modi di Nico. O
meglio so che non sarà andato leggero, ma non ho chiaro in mente le
loro dinamiche per far pace.
In realtà non so cosa succede davvero in quelle mura e forse è meglio così, l’istinto mi dice che non mi piacerebbe.
‘Lewis, mi diresti se
esagera?’ Non so quanto potrebbe metterlo nei guai un messaggio così se
lo leggesse, ma glielo scrivo lo stesso.
‘Il concetto di esagerazione è soggettivo’
E con questa risposta
mi fa capire che se gli chiedo se va bene e lui mi dice di sì, il suo
sì non è il mio e più verosimilmente è un no.
Voglio sperare che sia vero quel che mi ha detto. Che non è sempre brutto con lui. Che sta anche bene.
Voglio sperare che il suo bello sia simile al mio bello.
‘Voglio vedere i vostri momenti felici’.
Scrivo improvvisamente
contro quel che ho sempre sostenuto, immagino Lewis cadere per terra
nel leggere questo messaggio e rido da solo mentre porto a passeggio i
cani.
‘Pensavo ti facessero vomitare’.
‘È che voglio essere sicuro che ci siano davvero’
Con questa risposta probabilmente l’ho intristito o infastidito, ma lui invece rimane gentile.
‘Come vuoi’.
Più o meno gentile.
Da qui Lewis comincia a
spedirmi foto e piccolissimi video che mi fanno anche vomitare davvero,
ma almeno mi dimostra che ci sono davvero volte in cui sono felici e
sereni insieme.
Stanno facendo le
vacanze insieme e vedo Nicole e Vivian, per cui suppongo abbia fatto
pace con Nicole in qualche modo. Probabilmente a lei va bene fare
quella parte e non le importa molto.
Li vedo convincenti in queste foto di gruppo, ma mi fossilizzo su quelle segrete, quelle di quando non ci sono le loro ragazze.
Il modo in cui Nico guarda e sorride a Lewis, come anzi a volte ride.
In un video si sente il suono della sua risata e capisco che è vero quel che diceva una volta sulla pressione che rovina Nico.
Nel circuito è così sotto pressione che si sfoga su Lewis e non è spontaneo o meglio tira fuori atteggiamenti assurdi.
Ma in privato sono un’altra cosa.
Un po’ mi tranquillizza
la cosa, almeno ci sono volte in cui stanno davvero bene insieme. Un
po’ però mi infastidisce. Se Lewis può vivere per questi momenti perché
dovrebbe mai lasciarlo?
A lui basta sopportare quando è nervoso in F1, per il resto va tutto bene.
Potrebbero andare
avanti così per sempre, lui il suo parafulmine che lo salverà sempre.
Ma per quanto un parafulmine resta dritto in piedi? Quanto ci mette a
consumarsi?
Guardo le foto di
gruppo, Nicole è perfetta per lui, ha l’aria di divertirsi come
potrebbero farlo un gruppo di amici e vedo questo lì.
Un gruppo di amici, non due coppie. E due in effetti stanno insieme, ma non chi dovrebbe.
Hannah mi richiama dicendo se mi va di fare il bagno ed io riemergo dalle foto e metto via il cellulare con un bel sorriso.
Ed io e lei?
Cosa sembriamo?
Lei mi aspetta mentre
ci avviamo in acqua, non ci prendiamo la mano e non interagiamo, ma mi
chiede qualcosa e mi metto a scherzare facilmente, lei ride e rido
anche io, poi mi tuffo per primo e la schizzo, lei cerca di parare
l’acqua dicendo che sono sempre il solito, poi si immerge anche lei.
Cosa sembriamo?
Ci mettiamo a nuotare insieme a lungo fino a che l’acqua è alta.
Cosa importa, effettivamente? Non importa a nessuno, a me men che meno.
Siamo due che stanno
insieme, abbiamo una relazione. Poi il genere di relazione non conta
tanto, un giorno avremo dei figli, credo. Ora è presto, siamo ancora
giovani.
Mi chiedo se io e lei siamo come Lewis e Nicole, come Nico e Vivian. Tre coppie completamente finte.
È un po’ diverso perché
loro stanno insieme alle loro donne per poter stare insieme fra di
loro. Io sto con Hannah perché un giorno voglio una famiglia e di lei
mi fido, è l’unica donna di cui mi fido.
Però è diverso da quando ho a che fare con lui, per esempio.
Per ora mi è capitato
di desiderare un sacco solo lui, anche se ho provato ad approcciarmi
anche con altri ragazzi e comunque quella notte con quel tipo non la
ricordo.
Quel che provo con
Lewis, come mi eccita, come mi fa proprio impazzire non succede con lei
e capisco che i piaceri sessuali sono ben altri. Ancora non ho provato
sul serio, ma so che c’è un mondo da scoprire decisamente diverso da
quello che provo e che proverò mai con lei. Non pensavo ci potesse
essere, pensavo che la vita privata e sessuale fosse così.
Normale, diciamo. Un dovere a volte.
Quasi un favore verso qualcosa, qualcuno.
Ma con Lewis ho capito che non è così.
Non è per niente così.
C’è molto di più da vivere ed io voglio viverlo, assolutamente.
Ma non con lui, perché lui è troppo confuso e c’è Nico che quando non corre non è troppo stronzo.
Però l’avrò questo ‘di più’, ne sono sicuro che l’avrò. Perché l’ho deciso io.
Staccare dal mondo
delle corse mi estrania un po’ da quel me stesso che penso di aver
messo come in ghiaccio, è lì pronto per uscire di nuovo alla prima
occasione, appena tornerò in una pista.
Stare con la mia famiglia e con Hannah mi fa tirare fuori un lato di me che non dico sia falso, ma non è completo.
Per stare con loro mi
adatto alle nostre tradizioni e mi calmo, divento un altro genere di
persona, posato e senza pretese che dove lo metti sta. Stesso discorso
con Hannah, mi adatto, ma non significa che io sia così.
Dopo un po’ di questa
vita che mi riporta nel mondo terreno, mi manca l’altra. Quella che
cominciavo a godermi, quella che mi riempiva di entusiasmo e voglia di
provare.
È come se avessi un discorso in sospeso col vero me stesso, quel me stesso che non ho mai calcolato e che ho sempre ignorato.
Ed ho fame, è proprio fame. Fame di scoprire chi sono, cosa mi piace, cosa mi sono perso.
Capisco Lewis e la sua
fame di vita, anche lui per altre ragioni si è soffocato molto ed ora
si sta liberando e gli auguro di trovare tutto ciò che gli piace e di
essere sé stesso senza remore. Se lo merita.
Come l’anno scorso
anche quest’anno vado alla Race of Champions visto che mi hanno
invitato di nuovo e devo dire che ci volo non solo perché mi mancava la
frenesia delle corse, ma anche perché il team tedesco anche questa
volta è composto da me e da Michael.
Michael.
Non è la prima volta
che lo vedo, durante l’anno è capitato di vederlo, mi ha sempre
salutato in modo carino, ma lui resta lui, ogni volta è sempre come se
fosse la prima. Fra l’altro sinceramente l’anno scorso che mi ha
voluto, questo si è detto, che fosse stato lui a volermi con lui alla
ROC nel suo team tedesco, mi ha fatto prendere un colpo perché era
pazzesco, correvo in F1 da pochi mesi e lui mi ha voluto. Non ci
credevo, è stato un sogno ed ho spiccicato quattro parole messe in
croce. L’anno scorso è stato come un sogno letteralmente, non me la
sono nemmeno goduto tanto perché non osavo nemmeno parlargli.
Quest’anno è diverso, sono più consapevole e voglio assolutamente
cogliere tutto quello che posso, parlargli, scherzare e tutto. Certo
poi fra il dire ed il fare c’è di mezzo un bel po’, visto che da quando
l’ho saputo ad ora che ci sto andando sono passati alcuni mesi e per
non morire ogni volta che ci pensavo ho cercato di non distrarmi. Me la
mettevo via, mi dicevo che intanto dovevamo arrivare a Dicembre e poi
ci avrei pensato.
Ma da quando i giorni
si sono avvicinati inesorabili ho ripreso a respirare l’aria che mi
porterà a rivederlo. Lui, il mio Dio. Io corro per lui, si corre perché
si cerca di rifare ciò che ci ha fatto sognare e lui mi ha fatto
sognare. E non voglio essere lui, non potrei mai, però voglio essergli
vicino in qualche modo e correre è il primo passo. Non so dove mi
porterà la vita e questa carriera, ma anno dopo anno il mio percorso mi
sta portando sempre più da lui ed ogni volta che lo rivedo è un
incentivo che mi dà benzina, specie ora che il prossimo anno sarò con
la Red Bull.
E poi è vero, i sogni a volte si avverano.”