*ROC 2008, il primo giorno è andato ed ora siamo alla sera che, secondo il mio poco modesto parere, potrebbero aver tranquillamente passato tutti insieme a cena e a divertirsi. Dato che nel primo giorno c'era anche Lewis come ospite speciale, sicuramente è stato anche lui alla cena con gli altri. Una cena per conoscersi e conquistarsi a vicenda e spesso scoprirsi. Specie nel caso di Jenson, quella creatura che amerete tutti, ve lo assicuro. Non penso sia da Seb fare i raggi X alla gente, è più Lewis in effetti, ma il POV in questo capitolo era il suo e volevo fare che qualcuno li passava tutti ai raggi X perchè io ero lì e me li stavo immaginando troppo bene. Spero che vi divertiate a leggere come io mi sono divertita a scrivere. Buona lettura. Baci Akane* 

 

26. SOLO UN GIOCO

sewis jenssewis

/Seb/

“Tutto oggi per me è stato meglio di un sogno perché ero presente e sapevo cosa stava succedendo. Anzi, l’ho vissuto e me lo sono goduto.
Ho potuto notare quanto è bello Jenson che scherza con tutti, quanto altri sono simpatici e quanto Michael è davvero meraviglioso. Parla con tutti come se non fosse dio, cioè è così splendido! 
E poi c’era Lewis che nei momenti giusti mi riportava alla realtà.
Ok credo sia geloso ma non ne sono sicuro, comunque gli piaccio e non ci sono grossi dubbi. Quel che ovviamente voglio è che si decida o meglio che la pianti di essere indeciso fra me e Nico e scelga me e molli Nico.
Questo voglio. 
Che scelga me oltre ogni irragionevole dubbio, finchè è incerto non voglio nulla, anche se chiaramente si fa per dire perché ovviamente vorrei seriamente farmelo in tanti modi comunque.
Qua sarà dura sopravvivere per altre ventiquattro ore perché ho gli ormoni a dir poco in subbuglio e mentre mi preparo per la serata ringrazio il cielo che abbiamo camere singole in questo hotel che ci ospita. 
E per fortuna che Lewis non dorme qua ma a casa perché è di Londra, perché altrimenti gli sarei entrato in camera. 
Ho visto Michael mezzo nudo, fino all’anno scorso non ero consapevole di me come lo sono quest’anno. Adesso so chi sono, so che istinti ho e so cosa voglio provare. Devo solo trovare la persona con cui provare, ma finchè ho da un lato Michael più bello che mai, come posso sopravvivere?
Mi sarei buttato su Lewis contro i miei ragionamenti razionali che mi sono appena fatto. Perciò mia nonna direbbe Dio vede e provvede. Se dormiva qua anche lui non stavo al mio posto. 
Mi guardo allo specchio e sospiro mentre cerco di gestire i capelli che mi stanno come vogliono intorno al viso. Pazienza, a Lewis piacciono lunghi e naturali. 
Sorrido e mi do dell’idiota.
Chissà forse Michael mi preferiva coi capelli corti, come lui. 
Smettila sei pazzo. 
Esci e vai a mangiare o ti lasciano qua!

Quando raggiungo il gruppo nella hall rimango un po’ senza parole e bloccato a guardarli. 
Non sono tutti ma quasi. 
Lewis è lì con Jenson che parlano e ridono insieme. Non so chi guardare di più. Ok Jenson è splendido. Cioè è proprio splendido. Non ho altre parole per descriverlo. Lo sto proprio scoprendo!
Lewis ha un viso meraviglioso e quel filo di barba curata tenuta in quel modo ad incorniciargli il volto è spettacolare. Gli dona molto. Sono convinto che potrebbe farsi qualche taglio più moderno che a lui donerebbe. A me no, ci ho provato a farli corti, ma non è il mio genere. 
È vestito elegante ma non troppo, come tutti noi perché non siamo ad una serata di gala ma siamo ad una cena di piloti. 
Ha dei jeans che gli stanno a pennello e gli evidenziano il culo come non so, poi indossa un maglioncino dolcevita color bianco.
Cazzo quanto gli sta bene il bianco. Deve essere cachemire.
Ok da qua non mi muovo, rimango nell’angolo e lo osservo per bene perché merita di essere osservato.
Non ho molte occasioni per vederlo in borghese, ma poi torno a guardare meglio anche Jenson ed è da urlo anche lui.
Lui indossa una camicia nera che scende fuori dai jeans e gli dona da matti vista la carnagione chiara. I capelli nemmeno a dire sono perfetti. Glieli invidio. 
Starei ore a guardare quei due che parlano insieme, ma poi Michael attira la mia attenzione e mi metto la mano sulla bocca.
Ho un problema qua. 
Ne ho tre anzi.
Jenson che mi sta piacendo troppo, Lew che è Lew e Michael che... cioè non l’avevo mai guardato con questi occhi, ma ovviamente è da qualche mese che mi sono svegliato in questo senso e quindi solo ora lo vivo così. 
Cioè io che devo dire? 
Anche lui ha una camicia e la tiene dentro ai jeans e perché tutti hanno i jeans? Io non li ho. 
Ma lui mostra quanto buono è il suo sedere e la camicia bianca dentro i jeans gli sta a pennello, mostra le spalle larghe e la vita stretta ed il fisico che levatevi tutti. 
No ok io ho bisogno di scopare.
Se stasera non trombo non arrivo al 2009!
Qualcun altro arriva dall’ascensore da dove aspettavo, mi saluta e così devo per forza staccarmi dal mio angolino e andare da loro. 
Mi guardano e mi sento improvvisamente io quello sotto esame, come fin’ora li ho esaminati io. Solo che io sono esaminato da tutti insieme. 
Voglio sparire, non sono quel tipo di ragazzo che ama stare su un piedistallo ed essere ammirato. 
Non ce la faccio proprio. 
Spero che i miei pantaloni grigi non jeans e la maglia nera con collo a V sia all’altezza. Sono semplice rispetto a tutti loro, molto semplice, ma è il mio marchio di fabbrica. 
Capelli a parte che quelli di semplice hanno proprio poco! 
Ok basta, sono io quello che guarda, non sono gli altri che devono guardare me! 
Mi fermo da Jenson e Lewis perché sono i più facili a cui approcciarmi ora come ora, anche se tengo d’occhio Michael con la coda dell’occhio che è stato richiamato da qualcuno e quindi non mi calcola. 
Meglio così, penso che non saprei controllarmi.
- Stai benissimo! - Esclama Lewis, questo complimento mi fa avvampare e non è una cosa che di solito fra uomini si fa. Farsi i complimenti di come ci si veste. Però lui è diverso dagli altri e così sorrido sciogliendomi un po’. 
Jenson rincara la dose:
- Ha ragione, con la tua carnagione chiara il nero ti dona. Il semplice è lo stile che fa per te! - Jenson articola molto più di Lewis ed io mi trovo totalmente impreparato a questo. Pensavo di non dover fare complimenti, ma se me ne fanno è buona educazione ricambiare, anche se mi sento idiota. 
- Beh parlate voi. State... state davvero benissimo! - inghiotto e tossisco perché stavo per dire che sono maledettamente hot tutti e due. 
Spero di non sognarli a letto con me tutti e due insieme. Mi ci manca questo. 
Lewis sorride radioso al mio complimento e Jenson sembra soddisfatto, poi però la voce di Michael si unisce a noi e la sua mano si posa sulla mia schiena bruciandomi letteralmente. 
- Eccoti finalmente. Ti aspettavamo! Possiamo andare. - Io sorrido ebete verso di lui che mi sorride di rimando. Ok il mondo è appena sparito completamente. - Stai molto bene. - 
Ed io posso morire. 
La mia lingua si incarta e non mi esce proprio nulla, ok aiutatemi, svegliatemi, sto per fare una figura di merda. Ma proprio in questo momento un dito si conficca nel mio rene per dietro e mi rendo conto che Lewis si è spostato accanto a me silenzioso, abile come un ninja e riprende a fare quello che speravo facesse. 
Mi tiene coi piedi per terra.
Grazie. 
Sorrido e tiro fuori qualcosa. 
- Scusate l’attesa, di solito sono puntuale, ma di solito non devo gestire i capelli. - 
- Beh sembra che effettivamente ti manchi pratica! - Questa viene da Jenson che fa ridere tutti, anche Michael. Che bel sorriso che ha. Ha riso per qualcosa che mi riguardava. 
- Mi sa che li taglierò presto! - 
- Non dovresti, il lungo ti dona! - E se lo dice Michael allora non si toccano! 
Penso di avere un’espressione così ebete che Lewis torna a darmi una punzecchiata e questa volta sulla chiappa, per un pelo che non salto come una checca, ridendo mi giro e lo guardo cercando di mascherare lo sguardo ilare. Lui mi ignora e sorride, poi finalmente qualcun altro comincia a dire che muore di fame e così si va. 
Mentre usciamo tutti insieme io e Lewis passiamo per ultimi e rimaniamo un po’ indietro, così posso lanciargli un’occhiataccia:
- Va bene aiutarmi a non fare figure di merda, ma così mi massacri! - E non commento il fatto che mi ha toccato il culo. 
- E tu non tagliarti i capelli! Sono stato io a dirti che stai bene lungo e naturale! - Sibila lui offeso. 
- Ed io ti ho detto che stai bene con qualcosa di moderno ma non l’hai mica fatto! - Rispondo piccato a mia volta come un bambino indispettito. 
- Però mi sono fatto la barba moderna come usa ora! - quando lo dice sempre con l’aria da bambino che ci è rimasto male, smetto di rimproverarlo e mi allargo in un sorriso. 
- Stai benissimo a proposito! Ti guardavo prima! - E questa mi consegna l’ultima parola perché lui avvampa e non dice nulla di più.

Il ristorante pare sia uno dei migliori di Londra, entra Michael per primo e fa lo splendido ma lui può permetterselo perché lo è. 
- Se non la smetti di sbavare ti metto una mascherina sul muso! - Sibila Lewis a denti stretti comparendo silenzioso dietro di me. Io salto e lo fisso come se fosse matto, poi mi rendo conto che è davvero geloso, cioè non per gioco. 
Non se ne rende conto, non credo riesca a controllarsi. 
Oh dio quanto mi piace tutto questo! 
In risposta sorrido sornione e alzo un sopracciglio: 
- Come sei premuroso, ci tieni tanto al mio onore? - In realtà mi fa un favore a fare così, però mi diverte perché è geloso ed io amo che sia geloso. 
Così in quattro secondi decido una cosa: ne approfitterò.
Prenderò da questa situazione tutto quello che posso visto che c’è solo il presente, in questa vita. 
- É solo che ti sono troppo amico per lasciare che ti rovini con le tue mani. - Lewis sembra avere sempre tutte le risposte pronte. 
- Sono proprio fortunato ad averti come amico! - Commento mentre ci accomodiamo a tavola. 
Lui mi lancia uno sguardo che è una via di mezzo fra l’assassino e l’imbarazzato e mi piace comunque. 
Ci sediamo vicini, ma Michael si mette proprio davanti a noi e Jenson è lì alla sua destra. 
Così alzo lo sguardo e li vedo tutti e due. Splendidi. 
Jenson è una sorpresa in effetti, cioè l’ho notato solo ora, però è un bel vedere e non mi lamento con gli ormoni che mi ritrovo.
Vicino ho Lewis.
Lewis ed il suo profumo che usa sempre quello e mi uccide lentamente. È vagamente dolce ma non da donna. Ed è così perfetto per lui. 

La serata è molto piacevole e si ride un sacco perché Michael e Jenson hanno il dono di far sentire tutti al loro posto, Jenson in particolare tiene banco ma ci sono un sacco di altre personalità che scopro letteralmente ora. Sono tutti super simpatici, alcuni un po’ meno ma la serata è bellissima e mangiamo bene ed anche io inizio a tirare fuori quel lato socievole e di compagnia che ho sempre avuto. 
Quando comincio a parlare e scherzare e ridere come un matto, noto che Michael comincia a fissarmi di continuo, come se avesse lui l’apparizione. Ma si ritrovano spesso tutti a ridere ed in un attimo siamo io e Jenson a far divertire tutti. 
Anche se poi quando Michael parla io mi illumino molto più di quando parla qualcun altro e va a finire che in modalità euforica, spinto anche da qualche bicchiere di vino che a quanto pare dovevo per forza provare, comincio a dirne un paio di troppo su Michael. Tipo sviolinate svenevoli, suppongo, perchè la mano di Lewis si artiglia al mio ginocchio sotto il tavolo e decide di rimanere lì senza staccarsi perché non sa più come chiudermi la bocca. 
E così visto che mi sta per staccare la rotula gli afferro anche io la mano, perché da fuori continuo a sorridere senza problemi. Come sono bravo a fingere. Ce ne accorgiamo ora e Lewis notandolo continua a stringere il ginocchio anche se cerco di togliere la mano, per mettermi alla prova. 
Ha proprio l’aria di sfida mentre anche lui poi partecipa alle conversazioni. 
- Allora come è stato vincere il tuo primo GP? - Mi chiede Jenson. Sempre con la guerra delle mani sotto il tavolo come due bambini, rispondo sembrando come se non ci fossero minimamente problemi. 
- Oh un sogno! Se ci ripenso ora non ci credo nemmeno! Sai, cresci correndo i go kart e non pensi di certo che un giorno vincerai un GP in F1 però alla fine ci speri. E speri in un mondiale, ma per quello bisogna sentire le impressioni di Lewis perché ancora non ci sono arrivato! - 
- Ancora?! - Sottolinea Jenson notando il mio ottimismo. 
- È lo spirito giusto, bisogna aspirare al massimo per ottenere almeno una parte di quel che si desiderava. - Michael si inserisce ed io mi perdo completamente il resto, lo guardo e brillo di nuovo. 
- Hai assolutamente ragione, anche se ora come ora è difficile per me pensare così in grande... - 
- È una questione di abitudine, come prima cosa devi abituarti a vincere i GP poi piano piano riuscirai a costruire una mentalità ambiziosa e vincente. - Lo ascolto come se fosse dio. Si vede credo. 
- Sono sicuro che funziona così. - Ribadisco. E qua Lewis affonda ancora di più le dita nella mia carne e così per non squittire perché questa volta è forte la presa, gli strappo la mano a forza e gliela tengo stretta. 
Rispondendo a Michael e stando attento a quel che dice come se fosse oro colato, non mi rendo conto che siamo finiti a tenercele a vicenda, come se fossimo una coppia. Non me ne sono proprio accorto, ma lui sì perché da qui in poi si zittisce completamente. 
Quando gli chiedo un parere lui mi sorride arrossendo senza capire mezza parola di quel che gli ho chiesto, così mi accorgo di come ci stringiamo le mani e gli sorrido dolcemente in modo molto spontaneo. 
Improvvisamente non voglio lasciargli la mano, improvvisamente non c’è solo Michael. Improvvisamente la sua mano nella mia ci sta così bene che non vedo proprio perché lasciargliela. 
Così finiamo per tenercele per un bel po’ ed entrambi sappiamo che faremo finta fosse ancora un gioco, perché è iniziata così e non importa se alla fine di gioco non aveva nulla la nostra stretta. 
E so che nessuno dei due ne parlerà, fingeremo non sia successo nulla, fingeremo che questo po’ di vino ci avesse dato troppo alla testa e non controllassimo tutto e fingeremo che poi questo effetto svanisca portandosi via la memoria di qualcosa che non andava fatto. 
Ma ce lo ricorderemo indelebilmente entrambi e sarà una cosa solo nostra. Un nostro gioco. Solo un gioco. 
Un gioco bellissimo.”