*Con la ROC 2008 è finita una fase ed ora ne inizia un'altra, la fioritura di Seb si può dire... perché prima era stato tutto per Lewis ogni cosa che lui aveva fatto, ogni prova, ogni pensiero e desiderio, ma poi ad un certo punto, nonostnate Lewis rimanga il suo desiderio più profondo, è come se mettesse via la questione, come se facesse pace col fatto che nella realtà non potrà mai averlo. E inizia a vedere di sé stesso, ma questa volta a fatti e non solo ad intenzioni. Buona lettura. Baci Akane*

29. QUALCHE GIORNATA COSÌ

sewis

/Seb/

“Inizia a diventare complicato vederci al di fuori della F1 perché davvero tre ore di strada non sono comode, forse sarebbe il caso di pensare a soluzioni alternative. 
- Ma Lewis, non è che posso prendere un aereo per venire a trovarti, no? - 
- Come no? Che diavolo Seb! Mi hai detto ‘vieni in Svizzera che ci divertiamo insieme’ ma sei venuto una volta all’inizio e basta! - 
- Ok, ora tocca a te venire da me! - 
E così eccolo qua.
Esattamente così è andata. 
Dopo un periodo separati senza vederci dove ognuno ha fatto le proprie vacanze parte seconda, prima di ricominciare coi test e le cose della F1, mi ha detto se ci potevamo vedere in tranquillità che voleva mostrarmi delle cose. 
Così gli ho detto che in macchina non la faccio ed il risultato è stato che me lo ritrovo qua in moto tutto imbottito un mattino a caso. 
- Mi chiedo se ti sei bevuto il cervello! - Esclamo aprendogli la porta di casa mia dopo che mi ha letteralmente buttato giù dal letto alla bellezza delle otto di mattina. 
I miei capelli non possono nemmeno definirsi capelli da come mi stanno che sembra abbia messo un dito nella presa elettrica. I cani gli saltano addosso uggiolando e non capisco come facciano a fargli le feste se è la prima volta che lo vedono, ma lui si accuccia davanti a loro e fa le feste a sua volta con quella vocina demente che si usa coi cani. Io non la uso mai ovviamente, ma a lui sta bene. 
Ha un casco appoggiato e solo dopo un po’ che si fa limonare dai miei figli stronzi capisco che si è riempito di imbottiture da moto. 
E così giustificato dal risveglio appena avvenuto col campanello a manetta ed i cani stile parata militare, lo realizzo. 
- Oddio è la moto che dovevi farmi vedere? - Lewis solleva la testa e mi sorride tutto orgoglioso, così mi prendo la giacca ed esco in ciabatte per andare a vederla. 
A gennaio fa un gran fottutissimo freddo in Svizzera. 
- Ma comunque perché mi sono bevuto il cervello? - Chiede ricordandosi il modo in cui l’ho accolto. 
- Perché non mi avevi detto che venivi oggi e di mattina! - Lewis incrocia le braccia al petto e con aria di sfida fa: 
- Ah ma va! Come! Ti dà fastidio? E tu che hai fatto lo stesso? - 
- Tu mi aspettavi per quella sera, non è che ho preso un giorno a caso! Potevo non esserci. Potevo essere con Hannah! Andiamo Lewis! - Fra me e lui non so chi è più polemico, lui di solito, però ora con questo risveglio traumatico non può pretendere che io lasci perdere.
Di norma non ho voglia di discutere troppo. Di norma. 
- Beh tu esageri sempre quando ti vendichi e se lo faccio io non va bene! - Ecco appunto. Polemico e con l’ultima parola integrata. 
Sospiro e scuoto la testa cominciando a gelare nelle gambe perché sono in boxer. Con il piumino, ma le gambe nude. 
Ammiro il mostro con cui è venuto, assolutamente da corsa ovviamente. Un bel motore devo dire, una splendida moto. Me la rimiro per un po’ e la sfioro, abbiamo questa passione in comune e parliamo un po’ di caratteristiche tecniche. 
- Perciò hai preso la patente, hai acquistato un mostro simile e sei venuto qua in inverno che minaccia di nevicare di nuovo da un momento all’altro? Potevi romperti l’osso del collo se scivolavi... - Comincio a fare il pedante perché riconosco l’odore di neve lontano un miglio. 
- Sei molto carino a preoccuparti per me! - Ecco la sua risposta che mi spegne. 
Lo uccido. 
- Sono normale! Nico che ha detto della bella idea? - Alza le spalle facendo il broncio mentre indica le mie gambe. 
- Credo che ti si staccheranno a momenti. Secondo me sono bluastre! - 
- Finché non si stacca il gioiello va tutto bene! - La dico in modo molto spontaneo e Lewis scoppia a ridere, la sua risata mi restituisce il buon umore che poi ovviamente averlo qua non potrebbe immusonirmi sul serio. 
- Entriamo, gioiello! - Mi mette una mano sulla schiena e risale sulla spalla stringendo la presa, così annuisco alitando condensa. 
- Seriamente, mica c’è Hannah? - Si ricorda poi prima di varcare la soglia. Io scoppio a ridere e il sole torna anche se in realtà ci sono nuvole di neve. 
Scuoto la testa e tiro un fischio bello forte che richiama i cani che erano usciti a fare i bisogni. 
Quelli entrano e prima di correre in giro per la casa si fermano all’ingresso ed iniziano a pulirsi le zampe. Solo quando gli do l’ok con la testa e segno l’interno con la mano loro vanno oltre. 
Lewis fermo a guardare la scena meravigliato esclama: 
- Ma è pazzesco! - Poi serio come ho fatto coi cani, sia pure ho ancora il segno del cuscino sulla faccia ed i capelli stile presa della corrente, indico il tappeto dell’ingresso su cui è ancora fermo. 
- Pulisciti! - E lui serio lo fa, così io scoppio a ridere e gli do un buffetto sulla nuca togliendomi la giacca, allo stesso modo tendo la mano per prendere la sua cha mi dà. 
- Sei proprio scemo. - Io rido e scuoto la testa. 
- E tu sei adorabile! - Lewis arrossisce. - Quanto ti fermi comunque? - chiedo precedendolo in casa senza ricordarmi che è la prima volta che ci mette piede. Sono un pessimo padrone di casa. 
- Non saprei, pensavo di tornare su in serata... - Mi giro subito di scatto e gli faccio il cenno del ‘sei matto’ sventolando la mano davanti alla fronte. 
- Guarda che stasera si mette a nevicare ancora. Non dovevi proprio venire in moto! Pensavo venissi con qualche mostro da neve che ti scarica i 180... - Lewis esita e allora allargo le braccia senza capire perché sta così indietro. 
- E quindi? - 
- Beh non mi mostri la casa? - E solo ora me ne ricordo, così ridendo gliela mostro tutta commentando il fatto che è in disordine perché non pensavo che venisse oggi. Lui risponde che è molto più ordinata della casa di chiunque altro specie considerando che ci vivo da solo. 
- Beh ho qualcuno che me la pulisce... - 
- Sì però questo è proprio ordine tuo! Anche ai cani hai insegnato a pulirsi dopo che entrano! Non è normale! - Lewis rimane colpito dal mio ordine cronico e così alzo la testa versando il caffè nelle tazze di entrambi, poi ci buttiamo sul comodo divano angolare color grigio perla in microfibra. 
Io resto in boxer a testimoniare quanto mi sento a mio agio con lui. Il che poi è vero. Di fatto mi sento a mio agio con lui ormai. 
- Come va? Ti mancavo tanto? - Dico stuzzicandolo divertendomi. Lui arrossisce e si stringe nelle spalle ma sorride e da questo capisco. - Hai di nuovo litigato con Nico? Mi cerchi solo quando hai problemi con lui! - non ho problemi a dire quel che penso e lui fa una smorfia. - Ecco perché sei piombato qua oggi, era un’improvvisata! Lew però è pericoloso davvero. Devi pensarci meglio e valutare il tempo che sta arrivando. Stanotte dormi qua, domani vediamo come sono le strade! - 
E così faccio tutto io. Però lui non mi sembra così in dramma, infatti accetta di buon grado, quasi che non aspettasse altro che questo. 
Faccio un sorrisino ironico sorseggiando il caffè caldo, una gamba piegata sul divano, l’altra giù a penzoloni, lui invece accavallate ed è anche piuttosto elegante di natura. Faccio un sorrisino. 
- Ti ho fatto vedere che con lui sono anche molto felice. - Commenta un po’ insicuro lui stesso che quei momenti esistano davvero o che siano delle illusioni. 
- Bah, tu dici? - Rispondo dubbioso inarcando le sopracciglia, lui mi dà un colpetto col piede sciogliendo le gambe e poi le lascia larghe in una posa più maschile. 
- Ti secca se ti cerco quando mi sento giù? - Alzo le spalle e faccio un cenno di sorriso guardandolo. 
- Puoi cercarmi tutte le volte che vuoi. E comunque non vieni da me solo quando sei giù. - Ed è vero. Lui sembra sentirsi sollevato e così lo distraggo chiedendogli della moto e di quello che sembra un colpo di testa. Gli chiedo quale sarà la prossima mossa da ‘Lewis alla scoperta di sé’ e lui rimane un po’ colpito prima di rispondere: 
- Non mi chiedi che è successo con Nico? - Alzo le spalle e piego le labbra. 
- Nah... tanto so che è uno stronzo. Quel che mi chiedo è come mai non va SEMPRE male! - A questo Lewis scoppia a ridere e così il suono della sua risata mi fa dimenticare anche la domanda che gli avevo fatto. 
Vorrei che ridesse sempre, chissà se Nico sente davvero questo suono? Nei video che mi ha mandato ci teneva a mostrarmi che Nico sorride sul serio con lui e che è vero che non è così felice e sereno in circuito, è quasi irriconoscibile. Ma la cosa che mi chiedo è se Nico abbia mai sentito questa risata così bella e buffa insieme. Così contagiosa.”

/Lew/

“Con Nico ho discusso sull’utilità di prendermi una moto.
Con lui discuto su tutto quel che faccio, secondo lui devo chiedergli il permesso per tutto. Non capisco proprio. 
- Come hai combinato con Nicole alla fine? - La sua domanda mi fa trasalire e lo guardo sorpreso che non mi chieda di Nico. Forse non vuole nemmeno sentirlo nominare. 
- Beh non ne abbiamo parlato apertamente. Le ho chiesto scusa e le ho detto che ero ubriaco e sconvolto perché avevo litigato con Nico e che mi dispiace averla trattata male e che capivo se non voleva più vedermi. - Ricordo la conversazione con lei del giorno dopo. Ricordo anche quella con Nico. 
Non so com’è che me lo chiede solo ora, ma del resto gli piombo qua perché litigo con Nico e non vuole sapere che è successo... Seb è così. Accetta le cose come gli arrivano. Penso non perda tempo a farsi grosse domande. 
Mentre parliamo arriva uno dei suoi cani che sono belli grandi e mi saltano addosso, mi metto a ridere istintivamente e lo accolgo, lascio che mi lavi la faccia mentre Seb dice al suo cane di scendere, ma io gli dico che può restare e così mi metto a ricambiare le coccole. Lo carezzo e gli stropiccio le orecchie che adoro e poi gli bacio il muso. 
- È un cagnone meraviglioso! - Dico con vocina demente. Come ci rincoglioniscono gli animali. 
- Ne hai? - Chiede mentre sono in totale innamoramento. 
- No non ne ho ma ho sempre voluto averne... - Seb rimane un po’ a guardarmi mentre mi immergo nel muso del suo cagnone. Che poi gli somiglia, ha il pelo riccio e chiaro ed un musetto davvero simpatico. 
Ok, ora mi sembra di baciare Seb! 
- Che razza è? - 
- Airedale terrier. - Non ne so molto di razze, però adoro i cani in generale. 
- Mi piacerebbe prenderne uno anche a me... ma mi piacciono quelli col muso schiacciato! - 
- Bulldog? - Annuisco illuminandomi e lui ride. 
- Non ti faccio tipo da Bulldog! - Così lo guardo curioso. 
- Ah no? E che tipo sono per te? - Perché capisco che di solito cane e padrone hanno un che di simile e lo vedo con loro due. Il suo ora mi scavalca e gli va sopra, gli si siede addosso ed anche se è praticamente grande come lui, gli sta sopra lo stesso e mette il muso nella sua spalla. 
È la scena più bella che io abbia mai visto e mentre Seb pensa al cane che mi vede bene, lo carezza pensieroso. Sono così belli che gli farei una foto se non mi mettesse nei guai con Nico. 
- Un pittbull nero. - Esclama vittorioso. Non sono un completo analfabeta di cani, i pittbull li conosco. E quando mi immagino l’esemplare da lui citato color nero rimango stupito. 
- Davvero pensi che sia tipo da Pittbull? - Seb annuisce pensieroso. 
- Ti avrei dato un tipico Labrador cacao, perché ho capito che sei una persona giocherellona ed esuberante ma anche affettuosa e fedele come un Labrador. Però hai le fattezze di un Pittbull. Non feroce eh, non pensare che i Pittbull siano feroci. Se il padrone li sa tenere sono fantastici e molto protettivi. Però hanno un portamento regale ed elegante, un fisico asciutto e spettacolare ed uno sguardo che buca lo schermo, come si dice. Sono cani che si notano molto più di qualunque altro, in un gruppo di cani variopinto. - Mi colpisce che spiega il motivo della sua scelta. 
- Praticamente per l’aspetto, ma non caratterialmente... - Alza le spalle e piega le labbra all’ingiù. 
- No caratterialmente no forse... però i Pittbull sono molto dinamici e attivi, come te. Non sei poi tanto diverso. - Poi continua a pensarci. - Non devi immaginarti quei Pittbull grossi e muscolosi. Ci sono quelli snelli e affusolati dal pelo lucido che sono proprio meravigliosi. - E ok, ho capito che ti piaccio. Sorrido caldamente e mi avvicino per carezzare il suo cane che ha un pelo morbidissimo. Penso sia così immergere la mano fra i suoi capelli. 
- Quindi pensi che io abbia un fisico così perfetto? - Seb sorride sornione. 
- Sicuramente migliore del mio! - Se ne esce bene e così ridendo lo stuzzico dicendo che può fare palestra e farselo bello anche lui. 
- La palestra fa miracoli, sai? - Anche se ricordo che l’ho visto alla ROC negli spogliatoi ed aveva un corpicino di tutto rispetto, sinceramente. Ma non glielo dico. Comunque non è palestrato. 
- Oh io sono troppo da divano... - Dice stendendosi di lato col cane che in risposta gli si accomoda sopra meglio, le gambe nude scivolano sulle mie e così cerco di non farmi venire un’erezione mentre mi concentro sul cane che sfora con la parte posteriore su di me. In pratica è tutto un gran casino qua sopra. 
Ma non mi muovo nemmeno per scherzo. 
- Non mi hai finito di dire di Nicole comunque. - Riprende il discorso e me ne ricordo sviandolo. Non mi piace l’idea di quel che faccio con lei. 
- Mi ha perdonato e mi ha detto che la prossima volta che intendo fare festa così, basta dirlo e sta a casa. - 
- Ma quindi tu le hai detto che sei gay e stai con Nico e lei sta ancora con te? - Alzo le spalle, so che è strano e in qualche modo brutto, ma se lei lo sa forse non è poi tanto scorretto. Meglio di come era prima. 
- Non ne abbiamo parlato, cioè ha detto... insomma che non deve succedere più che la tratto così... io credo che sia una cosa tacita ora. Non ne parleremo, ma sappiamo che è così. - 
Seb mi guarda pensieroso con la sua tipica posa delle labbra, un po’ imbronciato. Mi perdo sia nella sua bocca rosso ciliegia di natura che nei suoi occhi così belli, così blu. Che colori che ha. La pelle è latte, i capelli color del grano. È una tavolozza di colori, ma di quelli belli.  
- E tu... - Inizia poi dopo un po’.  - Tu sicuramente detesti fare questa sceneggiata... - Colpito e affondato, abbasso gli occhi e fermo la mano sulla schiena del suo cane, lui scivola con la sua allo stesso modo e me la prende facendomi trasalire, mentre il contatto delle sue gambe sulle mie brucia nonostante ho i pantaloni a separarmi dalla sua pelle candida. 
- Se lei sa sono cazzi suoi. Non farti tanti scrupoli. Queste ragazze aspettano solo questo, per loro è il colpo della vita. È una cantante ma non poi così famosa... per cui davvero, non pensarci. Non gliene frega davvero nemmeno a lei. - Ci penso un po’ e non riesco a distogliere gli occhi dalle nostre mani e da come col pelo in mezzo si intrecciano bene. Lui dall’alto, io dal basso. 
- Però è una brava ragazza, ci sto bene insieme... è una buona amica, ecco... - Alza le spalle. 
- In amicizia si può andare avanti anche tutta la vita. Se un giorno vorrete figli magari può essere perfetta. - Odio quando è così cinico e programmato. Per essere uno anticonformista è davvero conformato! 
Su certe cose è una vera contraddizione e sfilo la mano, ma lui me la riprende. 
- Dai che ho detto? - la tolgo ancora mostrandomi infastidito da questa cosa. Si alza su e fa scendere il cane che se ne va da un’altra parte, così Seb con le gambe sulle mie si solleva col busto, una mano appoggia dietro di sé, l’altra è sullo schienale dietro di me, intorno alle mie spalle. Mi bussa con il dito sul collo e rabbrividisco. 
- Che ho detto? - Ripete. Non posso sostenere il suo sguardo, così fisso giù e sospiro imbarazzato. 
- Non è una questione di fare famiglia, non sarebbe una cosa reale. Non critico la voglia di essere padre di chi ce l’ha, ma per me programmare una cosa di pura usanza senza amore dietro è squallido. Io non penso di potercela fare. - Seb non sembra prendersela ed alza le spalle. 
- È che tutti prima o poi vogliono essere padri. È nella natura umana. E quando avrai quella voglia vorrai avere una donna di cui ti fidi. E ti fidi solo di una che conosci da anni e molto bene. - Lo so, lo so che lui la pensa così. Ma io non riesco a pensare di portare avanti un teatrino fino a questi livelli. 
- Per te è diverso perché sei un grande amico di Hannah e avete lo stesso modo di concepire le relazioni... - Alza le spalle e si appoggia coi gomiti sulle sue stesse gambe che però continuano ad attraversare le mie, mi guarda con gli occhi grandi da cucciolo, tipo il suo che scorrazza per casa. 
- Ma è anche vero che prima di approfondire con te ero convinto che le relazioni fossero quello. Volersi bene, andare d’accordo, volere le stesse cose. Ora ho capito che c’è altro. C’è la passione, ci sono gli istinti, i desideri profondi. Il sesso, quello vero. - A momenti svengo. E vengo anche. Se si sposta si vedrà quanto sono eccitato a furia di contatti e se parla così è la fine. Non so nemmeno dove mettere le mani così le tengo ai lati sul divano, una sotto di lui quasi. 
- Che non ricordi com’è stato... e non hai ancora provato... - Sottolineo e non so nemmeno perché e nemmeno perché parlo di questo ed in questo modo. Piano e quasi sussurrando. Siccome non risponde giro lo sguardo con coraggio e lo vedo sorridere malizioso. 
- Ma presto provvederò anche a questo. - E così avvampo, trattengo ancora il fiato e penso che questa volta non riuscirò a respingerlo. Non penso. 
- Davvero? - Lui annuisce deciso. 
- Ho intenzione di buttarmi in questa nuova stagione! Se la cosa accennata con Jenson continua, non me lo farò sfuggire per nessuna ragione. Senza impegni, solo così per provare questa cosa che mi fa diventare matto. Sta diventando un pensiero fisso. - Jenson. 
Dai Lewis, cosa pretendi? Che ti aspetti per sempre? Che ci provi per sempre? Che tu sia per sempre la sua priorità? Non essere egoista. E poi per lui anche io sono solo attrazione e niente di più. Io anche se dovessi lasciarmi con Nico vorrei la storia, vorrei l’amore. E Seb non è così.
Per cui inghiotto la piccola delusione e sorrido illuminandomi, spero di essere convincente, ma ne dubito. 
- Jenson? - E così Seb toglie le gambe e cambia posizione incrociandole sotto di sé, in breve comincia a parlarmi di lui e di come è finita quella notte, con Jens che voleva approfittare di me e Michael che glielo ha impedito da bravo fratello maggiore.
In breve arrivano loro fra noi e la sensazione è strana. È quella di aver perso un treno. Ma forse è giusto così, dopotutto Seb merita uno che si dedichi solo a lui e che non sia indeciso come lo sono io. Non gli ho mai fatto promesse. Lui deve vivere la sua vita, io la mia.”