*Voltare pagina sul serio non è una passeggiata, non è un momento, ci vuole un po', ci vuole l'ennesima delusione, ci vogliono le cure della persona giusta, ci vuole una lenta risalita. Questo è voltare pagina e Seb, con difficoltà, è in quel punto. Nel punto dell'ennesimo tentativo andato male, tentativo che questa volta avrà una conseguenza diversa dalle altre volte. Ma finchè c'è anche solo un minimo dubbio, è giusto che Lewis resista ed insista con Nico. Se volete essere aggiornati su quando pubblico, seguite la mia pagina su FB: https://www.facebook.com/akanethefirst/ Buona lettura. Baci Akane*

32. L’ULTIMA VOLTA

sewisseb jens

/Lew/

“Non vivo per mettere in difficoltà gli altri, ma mi stavo scavando la fossa da solo. 
Me ne sto zitto e lo guardo in attesa fingendo tranquillità, ma lui è teso e stranito da questa domanda. Dopo un po’ risponde: 
- Tu... - Esita come se non ci credesse alla mia domanda. - Tu sei incredibile! - Esclama quindi e sembra un po’ arrabbiato. - Tu vieni qua e fai il geloso e poi dici che sono io quello che fa lo strano? - Mi mordo il labbro e mi tocco l’orecchio in difficoltà e dovrei smetterla di fare i gesti tipici che pare lui li conosce a memoria. 
- Senti non rispondere, non dire nulla. Non serve che parli se non ti va, è solo che mi sembrava un rapporto particolare e credevo che io e te fossimo... ma non importa. Buonanotte e buona gara domani. - Con questo sfilo via abbassando lo sguardo. Non sono bravo ad attaccare, sono io quello in difetto ora.
Perché sono geloso e non dovrei esserlo e non sono stato capace di tenermelo per me, ma non era questo che volevo chiedergli. Volevo dirgli perché ha smesso di credere in noi, di provarci con me. Ma la conosco la risposta e allora sarebbe una domanda sciocca. 
La verità è che non so come comportarmi con lui. Ma la sua mano afferra il mio polso e mi ferma girandomi, poi mi fronteggia arrabbiato. Credo gli siano partiti i cinque minuti che ogni tanto gli vengono. 
- Cosa siamo? Cosa pensavi che fossimo? Illuminami perché io davvero non lo so sai? Non l’ho capito, è per questo che ho deciso di vivere la mia vita indipendentemente da te e da qualunque cosa siamo e proviamo! Perché io non posso stare qua ad aspettare che capisci che Nico è uno stronzo e che quello che avete non è amore ma solo dei momenti buoni e dei momenti atroci! Ed io... io non merito di essere una seconda scelta che aspetta i tuoi comodi. Io merito di essere portato all’orgasmo da una bocca che si dedica a me, da una mano che non ha paura di toccarmi sul serio. Merito il piacere assoluto. Merito che qualcuno voglia solo me! - Butta fuori tutto stringendo il polso, ma non mi fa male, perché è male quello che mi fa Nico quando si infuria. 
Rimane a gridarmi in faccia ed è davvero fuori dalle grazie ed ha totalmente ragione, io sbatto gli occhi lucidi e mi viene da piangere perché ha ragione ed avevo capito che era così ed è solo che non volevo accettarlo perché fa male. 
Non piangere ora Lewis. Sii un po’ più forte di così. 
Pensa a quanto ingoi con Nico. 
Prendo così un respiro profondo, abbasso gli occhi e poi li rialzo. Con fermezza gli carezzo la guancia con la mano libera e questo lo spegne immediatamente. 
Seb si zittisce e si irrigidisce senza lasciarmi, senza muoversi. Spalanca i suoi splendidi occhi blu che a questa luce non si vedono benissimo. 
- Hai ragione. Sono stato il solito egoista. Devi andare avanti pensando a te. Se pensi che con Jenson possa esserci quello che cerchi, devi provarci. Io ti sosterrò. - Inghiotto e chino il capo appoggiando la fronte al suo mento, il corpo al suo, la mano sulla guancia scivola dietro sul suo collo e sale sulla nuca, sui suoi capelli corti corti che non posso più afferrare. Non mi ci posso più perdere. E forse li ha tagliati perché quando glieli ho toccato l’ho fatto un po’ morire. 
- Solo non tagliarmi fuori, non cancellarmi, non escludermi, non ignorarmi. Tu sei il primo dopo Nico. Il primo rapporto vero e bellissimo che ho ed anche se è confuso e non so bene cosa voglio e cosa provo io... io non voglio perderti. Se vuoi che siamo solo amici a me sta bene. Però voglio che lo siamo. Io... io non so cosa voglio, è vero... - Poi sollevo la testa e lo guardo negli occhi così da vicino che forse potremmo baciarci. - Ma so cosa non voglio. E non voglio uscire dalla tua vita. Non voglio che diventiamo due estranei. - Infine, sfinito, striscio col viso sul suo, guancia contro guancia, le labbra verso il suo orecchio, le dita vorrebbero afferrare i suoi capelli ma non ci sono, così rimane sulla nuca e basta. L’altro polso è nella sua stretta che non lascia,. - Non mandarmi via, non dimenticarmi. - 
È a questo punto che anche lui scivola con la mano libera sul mio fianco e stringe forte la presa lì stropicciando la mia felpa. 
E strofina il viso contro il mio, la guancia contro la mia. 
E non posso vederlo, ma sono sicuro che abbia gli occhi chiusi e che mi respiri. Respiri il mio profumo. 
- Tu sei un sogno che non si avvererà mai. Ma ogni sogno rimane nel cassetto per sempre. - Lascia il polso per prendermi la mano poco sotto e intreccia le dita, io stringo a mia volta e mi abbandono totalmente. - Non ti posso lasciare andare sul serio. Sarai sempre nella mia vita in qualche modo. - continua a muovere il capo su e giù contro il mio e mi uccide mentre mi parla sul collo. - Potrà essere difficile all’inizio, ma troveremo la nostra giusta dimensione. - mi lascia un bacio che mi fa scivolare una lacrima traditrice dagli occhi stretti stretti. - Convivremo con tutto e in mezzo a tutti. Riusciremo. - Voglio sperarci anche se una parte di me non vuole convivere con gli altri ma vuole solo lui ed io non penso di essere in grado di lasciarlo andare sul serio. 
Una parte di me è totalmente assorbita da lui, quella che non riesce più ad essere completamente di Nico. Quella che non gli piace essere posseduto come succedeva prima. Quella che sente qualcosa di stonato in questo rapporto. 
Quella che forse è stata svegliata da Seb. 
Seb che mi stringe con una dolcezza e disperazione che non posso dimenticare. 
E poi lasciare è difficile senza concedersi nulla, ma il ricordo di quei mezzi baci di quella notte mi accompagnano e lo faranno per sempre. 
Ora sono lucido ed in me, ora non avrei scusanti. Ora non posso. 
- Buona vita, Seb. - Mi esce così perché forse è più un addio. Un addio a qualcosa che poteva essere ma che non ho avuto il coraggio di afferrare e vivere. 
Lui mi lascia andare e penso sia dura per lui non baciarmi ed arrendersi. Vedo che ha gli occhi lucidi anche lui, così lo lascio solo andandomene a trovare rifugio da un Nico addormentato che mi aveva dato per disperso.
Mentre penso a lui e a come starà, se piangerà, se ci sperava che lo baciassi io, che decidessi io... mentre penso che forse ho perso per sempre un treno meraviglioso, cerco di ricordare a me stesso che ho qualcuno che mi ama e che io amo e che non ho motivo per ferirlo e distruggere tutto questo. Non è perfetto e non è facile, ma non deve essere così. Le cose belle non sono semplici e perfette. E Nico è pieno di mille cose che solo io conosco e capisco e amo. Mi abbarbico a lui che mi abbraccia mezzo addormentato, si lamenta che sono gelido. Penserà che tremo e che cerco rifugio per questo. 
- Faceva freddo in terrazzo. - Commento mentre nascondo il viso contro il suo caldo petto. 
Mi dà un bacio sulla testa. 
- Potevi stare qua, stupidello. - Quando mi chiama così mi fa sorridere, è come se mi dicesse ‘tesoro’. È il suo modo di essere, solo io lo capisco, solo io lo so. 
- Ti amo. - Ma lo dico più a me stesso che a lui, per ricordarlo che ho scelto lui, ma non è una brutta scelta. 
- Ti amo anche io. - Mormora addormentandosi di nuovo. Il suo cuore è calmo sotto il mio orecchio e sta assolutamente bene ed il merito è mio, io so che è così solo quando sta con me e se io non lo ferisco e non lo pugnalo. Io lo so. Solo io lo so. 
Ma penso lo stesso che forse Seb ci sperava ancora, alla fine, e fa bene a rinunciare e a cercare un’altra strada. Merita un Jenson così bello e brillante che lo ami e straveda per lui e lo faccia sentire felice. Lo merita. Io non posso essere quella persona. Non posso. 
Ma forse quel sogno chiuso in quel cassetto un giorno rivedrà la luce. 
Forse un giorno.”

/Seb/

“Non so come possa fare tanto male, non so come si supera una cosa simile.
Non è nemmeno una vera delusione amorosa, non era amore questo, non esiste l’amore o non sarebbe andata così. Sarebbe andata bene se esisteva l’amore. 
Però qualunque cosa fosse fa male lasciare la sua mano sfilare via.
Fino all’ultimo respiro ho sperato che mi baciasse e che decidesse di provarci con me, ma non ce l’ha fatta. 
Alla fine ha ancora scelto Nico e giuro una cosa solennemente ora, su queste lacrime amare. 
Che non ci proverò mai più.
Non permetterò mai più a Lewis di non scegliermi e di correre da Nico. Non lo permetterò mai più.
Con questo si chiude tutto. 
Si chiude.
Voglio rimanere amico sul serio e anche lui di certo lo vuole. Ma di certo vogliamo entrambi altro, ma lui non lo vuole come lo voglio io e lui forse lo vuole anche, ma non ha il coraggio di viverlo.
E quindi così basta.
Quante volte si riesce a dire basta e poi a tornare a ripeterlo perché non era mai davvero basta?
Quanto riesci a crederci anche se non vuoi più sprecare il tuo tempo?
Rimango qua non so quanto, fino a che le lacrime si congelano e scivolo in un angolo di me che mi sconvolge per quanto sia buio, vuoto e freddo e comincio a tremare.
Tremo vistosamente fino a che mi rendo conto che potrei avere la febbre, anche. 
Rientro e mi metto a camminare mentre ci penso. 
Non è una delusione d’amore quando non provano lo stesso per te e non è amore se non funziona, se non lo vivete nemmeno. Non è niente. Era un’idea, un sogno, un desiderio. Era qualcosa che però non andrà.
Basta. 
Non esistono i sentimenti e se esistono non ne valgono la pena perché in realtà sono i divertimenti, i piaceri che ti fanno stare bene. 
Cammino da solo come un idiota per l’albergo senza avere più idea di dove fosse la mia camera, sto per andare in hall a chiedere dove diavolo è la mia, quando mi imbatto in un’altra figura nottambula come me. Impreco mentre spero che non mi riconosca chiunque esso sia, ma quando siamo abbastanza vicini penso che forse sia una visione. Mi sono addormentato sul tetto e mi verrà un accidenti. 
- Seb?! - Non ci crede nemmeno lui. 
Jenson indossa un abito elegante e lo guardo cercando di sorridere e scherzare, ma non ci riesco proprio. 
- Eri uscito? - Chiedo cercando di risultare allegro, ma non mi accorgo che sono grottesco, serio e mi stringo nelle spalle. Non mi rendo conto che tremo. 
Ma lui sì. 
Lui sì che se ne accorge e mi tocca le braccia. 
- Sei gelido. - scivola sulla guancia che deve essere un cadavere. Le dita mi fanno saltare, le sue sono calde. Lui si ritrae ma poi mi circonda le spalle con un braccio mentre aderisce contro il mio corpo, protettivo, dolcemente, senza paura. 
Forse il destino esiste. Non credo a quelle boiate, però forse esiste. 
Stavo così male per Lewis in un momento in cui volevo girare pagina e pensavo a lui. E lui arriva. Lui c’è. 
Jens capisce immediatamente che ho qualcosa ed è come se mi sostenesse. Improvvisamente mi sento piccolo e sfinito e mi sembra che le ginocchia si pieghino e che quel congelamento di prima si sciolga davanti a lui. 
- Stai male? È successo qualcosa? - Io sorrido sforzandomi, ma non faccio un gran lavoro perché è un sorriso triste. 
Non è una delusione d’amore, ma una delusione sì. 
E non dovevo provarci di nuovo. Non dovevo. 
Non lo farò più. 
- Non sono in grado di parlare. - Sussurro piano cercando disperatamente di non spezzare la voce. Volevo scherzare ma pare che con due occhi così belli che mi fissano, io non ci riesca. 
Così mi tira verso il corridoio. 
- Vieni. - Mormora dolcemente. - Il mio letto è grande. - E non riesco a pensare ad un secondo fine sconcio né nulla. Quanto avrei dato per essere in questa situazione solo due giorni prima? Ed ora non mi interessa finire a letto con lui.
Non c’è nulla che desidero più di Lewis, ma Lewis è con Nico, ora. 
Ricordalo bene ogni volta che penserai bene di testare ancora il terreno. 
Quando mi stendo sono senza la felpa e solo coi pantaloni di tuta, lui ha qualcosa addosso che non percepisco, ma non è nudo e mi circonda con le braccia.
Jens mi ha solo preso con sé senza dire nulla, assolutamente nulla.
dolcemente, protettivo. 
Non mi fa una sola domanda ed io non piango, perché l’ho fatto prima. Ma nascondo il viso contro il suo petto e stringo la sua maglietta e sento che il suo corpo è così caldo e forte che mi fa stare meglio. È reale ed è qua per me. 
Va bene così, quindi. 
Lui è reale ed è qua per me. 
Me lo ripeto. E mi addormento pensando che è l’ultima volta che ci provo. L’ultima. 

Il mattino ho la sensazione di aver dormito mille ore e averle dormite tutte davvero bene. 
Mi sveglia il profumo da uomo che mi disturba il sonno. Arriccio il naso e piano piano prendo possesso di me. Mi rendo conto di essere a pancia in giù e tutto storto in diagonale sul letto, sposto la mano alla ricerca di qualcuno che non ho ben in mente. La sola sensazione che ho è di essere andato a dormire con qualcuno, ma non ricordo chi. 
La vista arriva subito ad aiutarmi perché quando apro gli occhi penso esattamente che questo non è il profumo di Lewis. 
E quando vedo la figura alta, snella e atletica di Jenson voltata a tre quarti che si infila la maglia bianca aderente del suo team, una maglia che pennella alla perfezione il suo fisico che ho appena intravisto essere sportivo e perfetto, mi mordo il labbro e rimango così fermo ad osservarlo che si riveste. 
Cerco di ricordare se abbiamo fatto sesso e se lo posso aver dimenticato, ma so di non aver bevuto perché oggi c’è la gara e appena me lo ricordo spalanco gli occhi e mi tiro su di scatto provocandomi un normale giramento di testa per il movimento brusco. 
Jenson si gira sentendomi e ridacchia sedendosi sul letto per infilarsi le scarpe. 
- Stai calmo è presto, ti stavo per svegliare. - Così torno a schiacciarmi col viso sul letto tenendo le ginocchia piegate sotto di me. In altre parole ho il culo all’aria. Ma mi sento vestito nella parte inferiore. 
Ok sono intatto. Per quanto posso essere intatto visto che ho fatto sesso da ubriaco una volta e non lo ricordo.
Se non lo ricordo posso fare finta non sia mai esistito. 
Jens mi carezza la nuca corta che una volta sarebbe stata arruffata e i brividi mi partono subito. 
- Hai dormito come un sasso. Come stai oggi? - Ricordo che ieri sera mi ha raccolto come un cucciolo randagio spaventato e affamato ed infreddolito, infatti tremavo addirittura eppure qua è piena estate, non posso aver avuto freddo davvero. 
Mi butto giù sul fianco e lo guardo da sotto e vicino a lui, in pratica ho la testa vicino alle sue gambe e lui seduto dritto mi guarda da sopra rimettendo la mano su di me, questa volta sul braccio che mi carezza ancora dolcemente. 
- Mi sembra di essere un cane randagio che è stato raccolto di cui ti stai prendendo cura! - Sarà per il fatto che continua a carezzarmi dolcemente. 
Il suo viso è davvero bellissimo. Lui sorride ironico. 
- Più che cane randagio sembri il cane di qualcuno scappato di casa... hai presente Lilly e il Vagabondo? Ecco tu non sei il Vagabondo ma sei Lilly! - Così scoppio a ridere di gusto e spontaneamente premendo il viso contro la sua coscia che è già avvolta da dei pantaloni provvisori perché prima di finire di prepararsi c’è la colazione. La sua mano continua a carezzarmi ancora, approfitta o forse si sente in dovere visto come gli sono capitato fra capo e collo. 
Comunque non mi ritiro, è esattamente quello che mi serviva. 
Smettiamo di ridere insieme e c’è un momento in cui si potrebbe parlare seriamente, così approfitto per ringraziarlo: 
- Non eri tenuto a raccogliere il cane scappato di casa. Grazie di averlo fatto. Sei stato unico. - Jenson sorride e continua a carezzarmi ed io sto così bene mentre lo fa che non mi muovo, tengo gli occhi socchiusi verso il vuoto, la fronte sul fianco della sua coscia. 
La sua mano sulla mia nuca. 
- L’ho fatto con piacere. Ho visto che stavi male e non potevo lasciarti così da solo. Stai meglio ora? - Annuisco. - Se vuoi parlarne ci sono. - Scuoto la testa. 
- È tutto finito. Ora sto bene, non importa cosa è successo. Da oggi si risale, quel che è stato è stato, non lo posso cambiare, devo solo accettarlo e andare oltre. - Capirà che ho avuto una delusione sentimentale, ma non insiste ed è questo che mi piace di lui. 
Così poi mi dà un buffetto e non aggiunge nulla. 
- Però se non ti sbrighi farai tardi, abbiamo la colazione... - E così, con facilità, mi ritrovo in questo nuovo libro cominciato con l’ennesima cocente delusione, ma con la speranza che questo libro sia migliore del precedente. Sono pronto.”