*Lewis sembra fragile, indifeso, delicato. Sembra. Perché in realtà è quello più forte e testardo proprio per tutte le cose che ha superato e per cui lotta, su cui in un modo o nell'altro la spunta. Seb è deciso a farsi una vita e trovare qualcuno con cui avere una relazione normale, questo a Lewis non piace perché è convinto che così i due un giorno si separeranno definitivamente e non lo può permettere. Per questo è disposto anche ad andare contro Nico con annessi e connessi. Che Lewis prima di andare a Montecarlo si è trasferito nel cantone di Zurigo, vicinissimo a Seb, è vero, non me lo sono inventato. Buona lettura. Baci Akane*
34. FRA IL DIRE ED IL FARE
/Lew/
“La mia risposta è trasferirmi più vicino a Seb.
La mia risposta al nostro rimanere solo amici e basta, al nostro non potrà mai succedere ed anche se succedesse non funzionerebbe.
Mi trasferisco in un cantone vicino al suo in modo che posso essere da lui in pochissimo tempo, o lui da me.
Non so esattamente come lo spiegherò a Nico, ma quel che mi sta fisso in testa è come la prenderà Seb quando lo saprà.
L’ho deciso dopo che ho visto in una di queste conferenze Seb scherzare un sacco con Kimi The Iceman Raikkonen e con Jenson.
Non riuscivo a staccare gli occhi di dosso al suo sorriso radioso e a come scherzava con tutti.
Ho realizzato che si stava allontanando da me.
Il suo ‘ce la faremo’ era troppo ipotetico e lontano, troppo inapplicabile.
Quando ho visto che quasi non mi rivolgeva la parola se non per poche cose, ho capito che ci saremmo persi, ci saremmo completamente persi.
E non volevo.
Non potevo.
Non se ne parlava.
Qualcosa dentro di me si è ribellato.
Non gli permetterò mai di allontanarsi da me, gli ho fatto promettere in mille modi di non farlo e lui lo stava facendo, così eccomi qua.
Allontanati pure, io farò in modo che non succeda.
Non so come ci riusciremo, ma la faremo funzionare.
Ho pensato solo a questo, così quando Nico mi fa di nuovo il muso perché invece di venire a Monaco da lui sono andato più vicino a Seb, mi fa una di quelle piazzate da premio oscar.
Come la prende Nico lo immaginavo molto bene, in effetti. Ed è esattamente così che va.
- Tu lo devi accettare che non ti viene più dietro! Sono il primo ad aver capito che voleva portarti a letto, prima che tu lo realizzassi da solo. - Mi dice dopo che addirittura mi è piombato a casa. L’altra volta non ci voleva venire, ho faticato a convincerlo.
Allargo le braccia esasperato.
- Non è così come dici, non c’entra niente Seb! -
- E allora perché ti sei avvicinato così tanto alla sua città? Sei ad uno sputo da casa sua! - Nico le mani ai fianchi e l’aria inviperita che è un’aria tipica sua.
- Tu sei troppo ossessionato da lui e forse sei tu quello che prova qualcosa per lui e non ha a che fare con l’odio come vuoi farlo sembrare! Magari lo mascheri così per non farmi ingelosire! - Non so come mi esce, ma è ovvio che non potrebbe mai essere preso per Seb. Nico infatti scoppia a ridere ed inizia a camminare per la mia nuova splendida villa a grande falcate, ride isterico perché subito mi uccide.
- Questa ti è uscita bene, te lo concedo! - Dice alla fine dopo che si è scaricato un po’, io rimango fermo in salone sperando che mi venga qualcosa in mente che non ha a che fare con Seb.
- Senti, mi piaceva Zurigo, molto più di Ginevra. Tutto qua! - Nico sospira e scuote la testa, poi come se fosse stanco si strofina gli angoli degli occhi con le dita.
- Non funziona così. - Mi aggrotto e mi irrigidisco.
- Cosa? -
- Avevi giurato di non farmi più dubitare, di non deludermi. - Il suo tono diventa gelido e piatto mentre si avvicina a me e mi spaventa, vorrei allontanarmi perché è in uno di quei momenti, ma non posso farlo o sarebbe peggio, così mi costringo a rimanere fermo qua. Immobile. E inghiottire il respiro.
- Ginevra era noiosa e isolata, Zurigo è molto più bella. Tutto qua. Sul serio Nico, tu non puoi rimanere in fissa con Seb a vita, non puoi ridurre tutto a lui ogni respiro che faccio... io non... io non posso avere una relazione così, dove tutto quel che faccio è messo in dubbio e mi ritrovo accusato di volere Seb. Se volessi Seb ti lascerei e andrei da lui. Sai che non sono capace di tradire. Sono così onesto che... che me lo leggi in faccia quando ho qualcosa che non va! - Nico infatti intende farlo, mi legge in faccia e mi zittisce perché sa come faccio. Lo riempio di parole, lo ubriaco fino a che per zittirmi mi dà ragione. Anzi, mi scopa duramente e tutto si risolve.
Un po’ me lo merito perché è vero che questa volta c’entra Seb, ma è solo perché voglio mantenere il rapporto con lui e non è quello che pensa Nico. È un rapporto d’amicizia che stiamo cercando di costruire perché effettivamente è tutto strano fra noi, ma io lo voglio.
I suoi occhi chiari mi scrutano sottili ed inflessibili, mi penetrano fin nell’anima e per un momento temo che troverà cose che nemmeno io so e forse le ha già trovate da tempo ed il problema è proprio questo. Che lui le ha viste prima di me.
- Tu non mi freghi, Lewis. Non lo potrai mai fare. Ma voglio darti corda e vedere fin dove sei disposto ad arrivare prima di ammettere che lui ti piace e che stai solo cercando il modo migliore di fottermi. - Prendo un respiro profondo, esasperato, ed alzo gli occhi al cielo.
- Come te lo devo dire che non voglio... - Ma la sua mano si chiude veloce come un lampo sul mio collo, pollice e indice sulle giugulari. Non stringe fino a soffocarmi, ma potrebbe farlo, mi immobilizza così. È il suo gesto per farmi capire che non scherza, che non c’è da discutere. Che non devo osare.
È quel gesto.
Fa solo questo ed io mi immobilizzo completamente e mi zittisco, perché potrei difendermi e buttarlo a terra e lo sa, ma non lo faccio e questo gioco di potere che io gli lascio gli piace e lo tranquillizza.
Lui sa che potrei prevalere perché ne ho la forza, ma vede che finchè lo lascio fare significa che sono sottomesso a lui, che lo considero più importante di me stesso. È questo che cerca lui. È questo che vuole.
Che lo metta sopra ogni cosa. Che qualcuno nella sua vita lo metta sopra tutto quanto.
- Tu non puoi convincermi a parole ma solo a fatti. Ricordati che ti conosco meglio di quanto ti conosca tu stesso. Ma non ti permetterò di fottermi. Non lo farai mai, hai capito? Finchè io non lo deciderò. Tu non mi fotterai. -
Questa è una sorta di promessa che mi fa raggelare, è come se dicesse che ha capito che mi sto prendendo da un altro e mi sto allontanando da lui, ma non mi lascerà comunque mai libero di farlo. Posso andare dove voglio e fare quello che voglio, non mi lascerà mai.
È qualcosa di strano, è qualcosa di sgradevole. È qualcosa che non so spiegare, per la prima volta non penso che è solo insicuro e fragile e terrorizzato dall’idea di perdere la persona che ama e l’unico che l’abbia mai amato. Non riesco più a vedere la richiesta di aiuto in questa sua aggressività. Ci vedo solo possessione pura. Perché non ha senso volere qualcuno se pensi che lui non sia più tuo.
Ma decido di fare lo stesso come faccio sempre per evitare di arrivare ad una fase che non voglio affrontare.
E le mie mani scivolano sul suo petto lentamente e mentre lo faccio lui allenta la presa, i segni non dovrebbero vedersi sulla mia pelle.
Scendo sul suo ventre piatto e mi infilo sotto la cintola dei suoi pantaloni che apro per avere accesso alla sua erezione.
Quando la tocco Nico lascia il mio collo, prendo respiro meglio e aumento la presa sul suo membro che reagisce mentre lo faccio, rimane serio e sprezzante a fissarmi, immobile mentre solo io muovo la mano su di lui, fino a che quando è eccitato mi prende e mi spinge sul tavolo dove mi gira e mi piega brutalmente.
Mi penetra senza usare nemmeno un po’ di saliva.
Lo fa così a freddo e mi fa male, ma devo solo aspettare che si calmi, la prossima volta per scusarsi sarà dolce. Perché lui odia sé stesso quando fa così, c’è sempre un lato di sé che non vuole farlo ed io amo quel lato. So che questo è dovuto solo alle sue fragilità che lui stesso odia.
Anche se prima... prima sembrava solo possessivo. Quel possessivo brutto.
Non sarei stato capace di rimanere in casa per molto dopo Nico. Me l’ha infettata, in qualche modo. Devo solo aspettare un po’ e passerà.
Mi odio mentre vado da lui, questa volta in macchina, perché è vero che lo cerco ogni volta che litigo con Nico, ma voglio anche riuscire a stare con lui senza sperare che mi salti addosso.
Bisogna esercitarsi nelle cose per farle avvenire nel modo che vogliamo.
È come quando desideri tanto qualcosa di impossibile e ci provi fino a che ci riesci.
È la stessa cosa.
E spero un giorno di capitargli in casa senza aver litigato con Nico e spero di non voler più le sue mani addosso, ma per ora le promesse e le intenzioni rimangono ben lontane da me.
Ora è più come quando due si lasciano e si promettono di essere ancora amici ma cercano spazio per sopravvivere al dolore della separazione. E poi puntuale torni da lui perché la separazione la supererai un’altra volta.
Anche oggi supererò il desiderio un’altra volta.”
/Seb/
“Non so come posso superare questa cosa con lui se continua a piombarmi in casa così.
Non mi arrabbio nemmeno, non faccio finta di prendermela. Non eravamo d’accordo di vederci e non so che ci faccia qua, ma la prima cosa che faccio è fare mente locale per ricordare quando devo vedere Hannah e quando ricordo che non è previsto per oggi, mi rilasso.
Ma poi il suo viso è così espressivo, mentre mi sta in piedi zitto con un sorriso di scuse.
Sa che non doveva venire, ma è venuto lo stesso e per un momento mi sento il suo amante, l’amante che raccoglie i cocci che il suo fidanzato produce tutte le volte. E forse lo sono, ma non quel tipo di amante coi benefici.
Quindi più idiota, sostanzialmente.
Vorrei avere la forza di mandarlo via e dirgli che non è una buona idea, che è presto, che non penso di riuscire ad essergli solo amico, non ancora. Ma invece gli faccio un cenno col capo e gli dico di entrare. Il cane gli salta addosso facendolo finire contro la porta che si è appena chiuso dietro, ci rimane appoggiato e gli sorride triste mentre Jack gli lava la faccia.
Guardo come la sua lingua lecca tutto il suo viso e per un momento ne sono ipnotizzato.
Come ne esco se continua così? Come faccio?
Jack poi lo lascia in pace e così Lewis si raddrizza, io sorrido tirato e mi stringo nelle spalle con una ovvia domanda negli occhi, ma prima di ogni cosa lo sguardo scende sul segno nel suo collo. È appena accennato, non si noterebbe mai se non avessi a memoria ogni sfumatura della sua pelle, specie del suo collo.
Gli prendo il mento fra le dita e glielo giro per guardare meglio.
È proprio lieve ma c’è. Un segno.
Mi aggrotto.
- E questo? - Lewis sfila via subito ed entra in casa togliendosi la giacca, spegne il telefono e capisco che sarà la giornata della sua ricarica. Che ha litigato con Nico e che non è ancora in grado di superarla senza di me.
Ma io? Io come supero Lewis?
Per un momento penso a Jenson, ma non è giusto fare con lui quello che lui sta facendo con me.
Dovrei mandarlo via ma non ci riesco.
Quante belle intenzioni, quante belle promesse infrante?
È tutto un attimo.
- So che ci siamo detti di darci un po’ di tempo e spazio mentre lavoravamo diciamo sul nostro rapporto, ma... - E non sa come concludere, però lo so io.
- Ma Nico è il solito coglione e non puoi farcela da solo. - Si ferma di spalle in mezzo al salotto e stringe i pugni mentre tende il suo corpo. Capisco che sta male, capisco che sta malissimo.
Come gli ha fatto quel segno sul collo? Forse hanno litigato e poi fatto sesso più forte, quello è un succhiotto? Forse si vergogna per questo?
Perché è venuto qua?
Sto per esplodere ma quando lo vedo che si copre il viso con le mani, vado da dietro e lo avvolgo deciso e silenzioso. Gli metto le mani sulle sue, sul suo viso, e lo aiuto a coprirsi. Lui si appoggia contro di me, la schiena sul mio petto e sta qua fra le mie braccia.
Lo cullo e non dico niente.
- Perdonami se vengo ancora da te. Mi ci vuole più tempo del previsto. - Scuoto la testa e gli bacio la tempia mentre appoggia anche la nuca contro la mia spalla.
- Non c’è una scadenza. Puoi prenderti il tempo che ti serve. -
- Ma non è giusto nei tuoi confronti. - Lo sa, ne è perfettamente consapevole. Io non volterò mai pagina finchè lui fa così.
Finchè lui mi cerca e mi tiene a sé così senza darmi quel che voglio. Forse non lo so nemmeno cosa voglio, non davvero.
- Dovevi pensarci prima di venire. - Dico poi ridacchiando, questo fa ridere anche lui e si toglie le mani dal viso, con le mie che vengono via con le sue e rimangono agganciate così. Gliele incrocio sul petto e continuo a cingerlo da dietro.
- Ho preso casa a Zurigo. - E questo è come uno schiaffo.
- Cosa hai fatto? - Chiedo sorpreso.
- Ti stai allontanando, non voglio che ti allontani. Ho solo pensato che ti stavo perdendo e non era questo che volevo. - Sto per ribattere mentre mi scaldo, ma lui sfila via dalle mie braccia e si mette davanti a me, le mani in alto a fermarmi per continuare. - Non fraintendermi Seb! Io so che per noi la cosa migliore è metterla sull’amicizia. Ma la strada che stavi prendendo non era quella. Tu te ne stavi andando. Quando uno se ne va non torna perché fa male. Bisogna trovare subito l’equilibrio e l’equilibrio non lo trovi cancellandomi! Dobbiamo solo insistere e mettere dei paletti! - Io non voglio mettere dei paletti, io voglio mettere il mio cazzo dentro di lui, ma come diavolo non lo capisce?
In questo momento vorrei prenderlo a sberle perché fa tutto di testa sua e mi impone le sue idee per l’ennesima volta.
Ha sempre deciso tutto lui! Che non si poteva scopare, che non potevamo baciarci, che non possiamo essere amanti! Ed ora che dobbiamo essere amici e che non possiamo allontanarci.
- Lo so che te l’ho promesso, ma io se ti sto vicino voglio solo... - Mi mordo la bocca perché ho letteralmente preso fuoco nel mio tipico modo e non voglio, non voglio farlo, ma questo cercare di trattenermi è molto peggio. - Voglio solo scoparti, Lewis! Perché non lo capisci? Mi devi dare più tempo per capire come esserti amico senza cercare di saltarti addosso tutte le volte! - Sono brutalmente sincero e lui non sembra turbato. Sembra sollevato che sia ancora così.
Non ce la faccio, io non riesco.
- Io mi fido di te, so che il tuo controllo è eccezionale e non farai mai quel che non devi. - Oh ma come sei abile a rigirarti le cose.
Prendo un gran respiro e mentre penso che se riapro subito bocca gliela piazzo sulla sua, prendo e vado in cucina a bere un po’ d’acqua.
È un casino assurdo.
- È facile così! - Esclamo girandomi verso di lui che so mi ha seguito, lui si ferma lasciandomi finalmente spazio e congiunge le mani sotto il mento in segno di supplica.
- Ti prego, devi fidarti di me. Se ora smettiamo di vederci e ci allontaniamo ci perderemo per sempre e non è questo che vogliamo. - Mi mordo la bocca, vorrei dirgli che non sa niente di cosa voglio, ma lo sa ed ha ragione.
Voglio scopare con lui, ma voglio anche avere questo fottutissimo rapporto. Non lo voglio perdere.
È che ho paura di non potermi trattenere per sempre e per me è anche una tortura non poter... andare da lui, prendere il suo dolce viso fra le mani e riempirlo di baci.
Come ne esco? Come diavolo ne esco?
Ti prego...
Non so cosa dire e così Lewis si siede su una delle sedie della cucina e aspetta paziente che mi vada di dire qualcosa. E non mollerà proprio.
Sembra fragile, ma per quello che sopporta e per tutte le volte che insiste mi sa che è quello più forte.
- Tu non riesci a risolvere i tuoi problemi con Nico in modo umano, così cerchi di risolvere quelli con me di riflesso. Perché almeno qualcosa la devi risolvere, no? - Lewis a questa accusa dura butta il labbro all’infuori.
fanculo. Mi giro e comincio a tirare fuori le pentole.
- Che fai? - Mi chiede poi stupito.
- Faccio qualcosa prima che ti prendo a schiaffi. O prima di baciarti. - Logicamente. - Cucino! - Lewis si apre in un sorriso bellissimo e giuro che un giorno gli darò una testata se non la smette di manovrarmi e farmi fare tutto quello che vuole e farmele dare vinte!
Cazzo!
Devo smetterla di viziarlo!”