*In questo capitolo c'è solo il pov di Seb, lo vediamo immerso nel suo mondo alle prese con i suoi tentativi di scostarsi da Lewis facendosi aiutare da Jenson. Per Seb non è facile leggere un altro individuo, Jens è una persona meravigliosa ed ambiguo, ma non è facile capire le accezioni con cui fa determinate cose. Ora comincerà a schiarirsi meglio le idee. Vediamo anche qual è il suio concetto di amore e di relazione. Buona lettura. Baci Akane* 

35. L’AMORE È UNA REAZIONE CHIMICA 

seb jens

/Seb/

“Almeno vivendo vicino non si ferma a dormire da me. La cosa mi ha confortato, però dopo che se ne è andato mi sentivo uno straccio, così sono finito a scrivere a Jenson. 
Mi sento una persona terribile, ma non credo che effettivamente io gli interessi per cui credo che vada bene se mi faccio aiutare da lui. 
Cioè fra tutti è il solo che mi viene in mente a cui potrei rivolgermi, lui sa che sto passando un momento così così e non mi chiede alcun dettaglio ed è una cosa che mi piace. Non riuscirei comunque a parlarne. 
Sono sempre convinto che per cancellare qualcosa basta non parlarne, se non la consideri non c’è. 
Sono quel tipo di persona, così non dico che ho problemi ad approcciarmi a Lewis e spero di poterne uscire un giorno. 
‘Cerco qualcuno con cui fare qualche percorso in bici.’ 
Scrivo come se fosse proprio questo il mio problema. 
‘Ed io qualcuno con cui fare paracadutismo!’ Risponde subito lui. Guardo il telefono ed alzo un sopracciglio perplesso. 
‘Cerchi uno scambio?’
‘Ci verresti?’
‘Nemmeno morto!’ Così Jens risponde con uno smile che rotola dal ridere. 
‘Ma se io vengo in bici con te per i monti Svizzeri, tu cosa fai per me?’ 
Sono sempre convinto che non ci provi con me, è solo una persona amichevole e deliziosa che ha capito ho qualche problema personale. 
Non è tenuto a starmi dietro così, a darmi corda ed aiutarmi, però accetto il fatto che invece sia disponibile e gli vada. 
Penso che da solo davvero non posso farcela e fra l’altro capisco Lewis in questo momento che dopo Nico viene sempre da me. 
Io dopo Lewis vado da Jens. O meglio lo cerco, ma è la prima volta che ci siamo proposti qualcosa da fare insieme e non so bene come prenderla, però lo faccio perché prima esco dal tunnel di Lewis e prima troverò quell’equilibrio che lui pretende da me. 
Devo trovare una sorta di contraccolpo, un metodo alternativo per stare bene mentre lui mi fa stare male, in modo da poter stare bene anche con lui un giorno.
Non so se ha senso, ma alla fine mi ritrovo a scrivere a Jens:
‘Non hai altre attività che non prevedono lanci nel vuoto?’
Solo dopo che la scrivo me ne rendo conto che ha un doppio senso, ma se non ci prova con me non dovrebbe cogliere l’occasione. Aspetto la sua risposta tamburellando il piede per terra con una certa ansia, poi mi risponde: 
‘Ci penso e riscuoterò.’ Un sorriso affiora sulla mia faccia e solo dopo me ne rendo conto. ‘Ti va bene domani il giro in bici? Facciamo alta montagna?’ Credo che sia un tipo molto attivo e a proposito di tipi molto attivi, mi sa che Jens è l’antiLew perfetto. Non voglio niente per ora, solo qualcuno che sappia distrarmi e farmi stare bene e Jens ha questo potere. Il potere di farmi sorridere e sono sicuro che riuscirò anche a ridere e divertirmi ancora, se me la gioco bene. 
‘Perfetto per domani. Ti aspetto da me di mattina.’ Non so nemmeno dove vive, ma non fa una piega a proposito, mi chiede l’indirizzo e poco dopo mi comunica che sarà da me intorno alle nove perché prima avrebbe problemi. 
Capisco che non vive in Svizzera come minimo e così gli dico che gli do io il necessario per correre, lui mi dà l’ok e rimango a rifletterci.
Così in un attimo.
Ho chiesto e lui ha subito detto di sì, domani viene e correremo insieme. Rimango sorpreso della sua totale disponibilità, quasi da non crederci sinceramente. Che poi io ho amici, anche con Hannah mi trovo bene però non so, ho cercato lui senza nemmeno rifletterci due volte. 
Ora sì che ci rifletto, ma non è una cosa che devo per forza capire. È stato spontaneo per entrambi e va bene così. 

Jenson arriva da me più o meno nell’orario che aveva detto, io lo accolgo a casa con un caffè che lui accetta volentieri e mi aspettavo più imbarazzo fra noi, di essere impacciati. 
Perché poi è normale quando ci si vede al di fuori delle piste per la prima volta. Fin’ora parlavamo per telefono, anzi per messaggio e passavamo un po’ il tempo insieme nei circuiti, ma qua si passa ad una specie di fase successiva. La frequentazione esterna, ma in realtà arriva spavaldo e sorridendo mentre mi racconta subito qualcosa di assurdo che gli è appena capitato e non c’è quella tensione che penavo, non il minimo imbarazzo. 
Così ogni timore va subito scacciato e siamo qua insieme a raccontarcela come se non avessimo fatto altro in vita nostra che vederci a casa e organizzare gite insieme. 
Sono sconvolto da quanto sia facile, da quanto si incredibilmente facile con Jenson e prima che me ne accorga mi lascio trascinare da lui, dal suo entusiasmo e dalla sua gioia di vivere che mi ricorda tanto quella di Lewis. Forse è per questo che mi piace stare con lui, che l’ho cercato. 
Hanno quel qualcosa in comune, come Lewis sostiene che io ce l’ho con Nico anche se non ne sono convinto e sarebbe un’offesa averla. 

Dopo una giornata in bici io sono sfinito e conosco vita morte e miracoli di Jens, lui è riuscito a conoscere molte cose di me anche se non sono esattamente uno che ama condividersi, ed in più il ragazzo è convinto che stasera usciremo. 
- Dai non puoi rifiutarti! - Lo guardo scettico mentre stravaccato nel divano con Jack che mi lecca tutto, sono sicuro che stia scherzando. Ma Jens sta in piedi con le mani ai fianchi in attesa che proponga qualcosa. - Avanti, ci sarà qualcosa di divertente da fare qua, no? - e qua capisco che è davvero intenzionato ad uscire stasera, mentre io non riesco nemmeno a sollevare un dito. 
- Certo che ci sono locali, alcuni tranquilli altri movimentati. - 
- Ok, andiamo in uno di questi. Più c’è gente e meno ci riconoscono. - Spalanco gli occhi preoccupato. 
- Jens ti prego... - ma lui si avvicina, fa scendere il cane con un gesto e mi afferra i polsi tirandomi su a peso. E a peso mi trascina in camera. 
- Avanti, mi devi offrire tutto tu. Doccia e vestiti. Non mi sono portato nulla. - 
- A parte che il mio stile è ben diverso dal tuo, i miei vestiti non ti starebbero bene... - Mentre finisco in camera con lui, mi rendo conto che è una scena simile a quella vissuta con Lew la prima volta. Quando ci siamo infangati e non avevo niente per lavarmi e cambiarmi e lui mi ha prestato tutto. Ma Jens è un uragano e non mi lascia tempo per ricordarlo e piangermi addosso, i paragoni andranno fatti forse un’altra volta perché lui comincia a spogliarsi e fa gli onori di casa da solo. 
- Andrà bene tutto, tanto addosso a me anche uno straccio sta benissimo! - Siccome lo dice lui mi metto a ridere perché poi in realtà lo stavo pensando anche io e mentre rido mi giro a guardarlo e lo vedo nudo che si infila in doccia. - Lasciami un asciugamano fuori per quando finisco. - E va bene così, a quanto pare. Il suo culo nudo e sodo e alto e spettacolare insieme al resto del suo corpo da statua greca, spariscono nel mio box doccia e per un momento mi dimentico che diavolo stavamo cercando di fare. O non fare. 
Un’ondata mi attraversa, mi guardo le parti basse in fase reattiva e piego la testa con piacere. 
Beh non va poi così male se riesco già ad eccitarmi con un altro. 
Jens potrebbe funzionare meglio di quel che pensavo, in tanti modi. 
Anche se sinceramente non mi pare ancora ci provi davvero con me, Lew e Michael si sbagliavano proprio, ormai ne sono certo. Uno che ci prova non fa l’amico anzi, devo memorizzare il suo metodo perché se cerco di essere amico di Lewis questo è il modo di farlo. 
Vediamo di imparare qualcosa, dato che l’anglo-caraibico ci tiene tanto.  

Jenson è a dir poco splendido, lo dico da mezzo secolo e lo dirò anche per l’altro mezzo. Ho ancora nella memoria inciso il suo corpo statuario e perfetto che di schiena entra in doccia. Per fortuna mi sono privato della sua visione che da bagnato esce. Gli ho lasciato tutto lì e sono sparito in salotto per non vedere che altrimenti potevo svenire. Ma in realtà me ne sono un po’ pentito perché mi è rimasta la gola di vederlo nudo anche da davanti. Bagnato poi sarà stato uno spettacolo. 
Jens mi dà il mio cocktail e con la musica a palla che mi rincoglionisce e le luci che si accendono e spengono di continuo, mi perdo nel suo sorriso radioso. 
E lo ripeto di nuovo.
Jenson è a dir poco splendido. 
Di fatto e di modi. 
Mi fa fare cose che non sono da me come scegliere questa discoteca super affollata con questa atmosfera da manicomio. 
Non è per niente il mio mondo, ma la cosa incredibile è che con lui riesco a starci. Vedo che a lui piace questa musica house, queste luci bianche intermittenti che fanno l’effetto vedo e non vedo e si diverte molto. Lui è uno di quelli che se si diverte fa divertire tutti ed io non amo queste cose, ma in realtà sto bene stasera qua con lui.
Sorseggiamo e per parlarci mi deve urlare all’orecchio ed io rispondergli allo stesso modo, così all’ennesimo ‘eh?!’ Lui ride, mette giù i bicchieri, mi prende la mano e mi tira in pista. 
Ah ok mi diceva di ballare. Io spalanco gli occhi mentre sono costretto a seguirlo perché la sua presa e la sua andatura non ammettono repliche, sgusciamo fra la gente che ci inghiotte e prima che io possa dire A, mi ritrovo appiccicato al suo corpo, quello statuario di prima che però ora è vestito. Mi prende i fianchi ed iniziamo a ballare. Ballare è una parola grossa. Qua non riesci a fare molto, è una di quelle musiche che saltelli a piedi alternati e muovi un po’ le spalle. Lui muove anche il culo. Eccome se lo muove. 
Lo sento perché non lo vedo, non riesco a scendere oltre il petto con lo sguardo, però i suoi movimenti sono molto buoni, ricordo quanto bravo era a muoversi in pista e mi trascina subito. 
Forse sembriamo una coppia gay e non sembra importare, cerco di capire se qualcuno ci guarda, ma non mi pare, poi lui ridendo mi gira il viso verso di lui con due dita sul mento in questa modalità molto da uomo in comando ed un’ondata mi assale mentre i suoi occhi sui miei sono vicini e chiari. Si sente così Lewis quando lo guardo coi miei simili a quelli di Jens? 
- In posti come questi siamo nessuno, possiamo fare tutto quel che vogliamo. Qua tutto è concesso, qua va bene tutto! - dice con un che di ammaliante, così sorrido perché credo abbia ragione ed è bello poterlo fare. Così non faccio niente di particolare, non credo di essere pronto a grandi passi ancora, ho appena pensato a Lewis di nuovo. 
Però gli metto le braccia sulle spalle, una mano fra i suoi capelli che invidio perché gli stanno benissimo e con un bel sorriso mi metto a saltellare con più voglia ed intenzione sentendomi tanto Lewis quando è felice ed in modalità festa, perché lui ha questo lato molto forte in sé. La gioia di vivere. Lui è uno di quelli che salta sul mondo se si libera dalle sue catene. E di nuovo ho pensato a Lewis, ma così fra le braccia di Jens è davvero bello, lo devo dire. 

La camera sembra soffocante anche se la temperatura è perfetta. Forse è il fatto che di solito dormo in boxer ed ora ho il pigiama che non ho mai usato e lo devo tenere perché vicino a me c’è Jenson e sono un po’ alticcio perché mi ha fatto bere. 
Anche lui ha una tuta per dormire ma si è messo solo i pantaloni per il resto ha la canottiera intima
Maledetto. 
Fra l’alcool e la serata stessa ho gli ormoni tutti in subbuglio, mi si è strofinato addosso tutto il tempo. Lui è così, ne sono abbastanza sicuro. Però per me è complicato ora perché se fossi in me probabilmente non avrei voglia perché sono ancora scosso per Lewis, ma ora non sono tanto lucido e quando non si è lucidi si vuole sempre fare cose che non si dovrebbero. Insomma salgono fuori i desideri reconditi e proibiti. 
Non voglio bruciarmi il rapporto con Jenson. Anche se metti che a lui andasse bene venire a letto con me e poi riuscissimo a rimanere amici senza problemi... beh io non voglio solo una scopata una volta da mezzo ubriaco. 
Una piccola parte di me lo sa cosa voglio.
Voglio superare Lewis a pieni voti e buttarmi in una bella storia con qualcun altro e magari può essere questo splendido esemplare di uomo che ho vicino a me nel letto, che mi fissa coi suoi occhi splendidi nella penombra della camera. 
Non storia sentimentale, non ci credo a quelle cose, ma storie. relazioni. Rapporti. Insomma, andare a letto insieme tutte le volte che vogliamo, uscire insieme, passare il nostro tempo insieme, parlare, divertirci e confidarci se vogliamo. 
Qualcuno questo lo definirebbe avere una storia e forse è così, ma per me questo scinde totalmente dalla questione sentimentale. Può esserci tutto questo senza amore perché l’amore è un illusione. Credi di amare qualcuno solo perché ci stai bene, sono reazioni chimiche, non sono cose reali. Perché quando la situazione cambia e dopo anni cambia sempre, queste reazioni cessano e tutto quel grande amore smette di esistere. Perché semplicemente non c’era nemmeno prima.
Quello non era amore. Era reazione chimica. Era stare bene con quella persona in quel momento. Allora io dico di avere una storia e stare bene insieme senza buttarla sul piano dei sentimenti che tanto sono illusioni, sono cose astratte, inesistenti in realtà. 
- Credi all’amore, Jens? - E parte la domanda del secolo.
Jenson si gira sul fianco verso di me e mi guarda più diretto di prima, non che prima non lo fosse. Lo faccio anche io e così siamo a tu per tu sotto le coperte mentre sento di stare soffocando se non mi spoglio. Ma resisto. 
- Sì certo. - Dice poi senza dubitarne. 
- Sei stato innamorato o lo sei? - Scuote la testa ma continua con un tenero sorriso. 
- Ma sono convinto che l’amore esista comunque ed un giorno lo proverò e lo vivrò. - Non abbiamo mai fatto discorsi tanto seri e profondi, abbiamo sempre parlato di molte cose ma più per distrarci e passare il tempo. 
Però ora è come se non potessi frenarmi, come se sentissi che lui invece ha le risposte giuste. O forse ha solo delle risposte. 
Lewis crede che se è amore vero quello debba essere eterno e resistere a tutte le difficoltà, ad ogni ostacolo, ogni buca sul cammino. Per questo lui sopporta di tutto con Nico, perché è convinto sia amore. Non sono d’accordo. 
- Ma l’amore può finire secondo te? - Chiedo per capire il suo punto di vista e non so perché è tanto importante. La sua voce calma e profonda risponde ancora mentre mi guarda. 
- Non lo so. Forse dipende da come ci si ama. Ci sono tanti tipi di amore, a volte scambi l’affetto per l’amore e in una coppia può essere che uno ami e l’altro voglia bene. L’affetto può finire o non bastare e se non si è in due a provare la stessa cosa allora non può andare avanti. Però in un rapporto ci sono così tante variabili che parlare in generale non è facile. - Jenson ha una bella parlantina, come Lewis. Faccio un sorrisino ironico ed insisto. 
- Ma lascia perdere l’altro. Se tu ami, può essere che poi un giorno non ami più? - Jens tira in fuori il labbro e ci riflette con cura. 
- Non credo. Ma non l’ho mai provato. Non parlo per esperienze, parlo perché so che l’amore in generale esiste e prima o poi tutti lo proviamo e se è vero amore credo che lo proverai per sempre. Anche se non sei ricambiato e allora magari lo metti da parte e vai avanti, lo sostituisci con altre cose piacevoli. - 
Sto in silenzio a riflettere su questa visione delle cose portata da chissà cosa. Ha le idee chiare, ma anche io ce le ho. 
- Tu ci credi? - mi chiede a bruciapelo. Io sospiro e scuoto la testa. 
- No. Credo che ci illudiamo di amare, siamo convinti di amare quando le cose vanno in un certo modo, ma sono reazioni chimiche. Ma poi quando la cosa si affievolisce non provi più quello. Perché non era amore. L’amore è un’illusione. Non ci credo, no. Però credo che ci sono rapporti belli, complici, quando le persone vogliono la stessa cosa e si fanno bene a vicenda, quando ottengono quello di cui hanno bisogno. Si può essere felici insieme, per me è questo il concetto di rapporto, di storia. Ma se parliamo di amore... quella è chimica e poi finisce. - Gliel’ho spiegata bene e solo quando l’ho detta ad alta voce mi rendo conto di quanto suona cinico. E poi anche dalla sua espressione che ora al buio vedo bene, così scoppio a ridere perché è proprio deluso dalla mia insensibilità! 
- Come sei arrivato a questa idea così cinica e disillusa? - Chiede impressionato! Io mi metto sulla schiena e mi scopro dalle coperte perché a momenti crepo proprio, continuo a ridere. 
- Sono nato così, il cuore è rimasto nell’utero di mia madre credo! - Jenson ride alla mia risposta e lo sento muoversi, penso si metta a dormire ma tempo di battere gli occhi una volta e me lo ritrovo sopra, un braccio a sorreggersi di lato, l’altra mano sulla mia guancia. Smetto di respirare immediatamente, le mie braccia rimangono alte sopra la testa, sul cuscino ed io in pratica sono alla sua totale mercé. Ci guadiamo io sorpreso e lui con un’aria divertita e maliziosa. Si perde a fissarmi per un lungo momento, in silenzio. Mi carezza ancora e non so cosa cerca di fare, ma è comunque bello e per un momento non penso proprio a nulla se non che mi piace da matti tutto questo e che Jens può davvero funzionare per farmi stare bene. 
- Reazioni chimiche che finiscono, eh? - Ripete la mia definizione cinica dell’amore con una bella punta di ironia. Io ridacchio perché non riesco a farne a meno. 
- Però ci sono un sacco di cose piacevoli da dare e avere dagli altri, al di là di queste... reazioni chimiche! - 
- Per cui pensi ci possa essere spazio per la felicità in coppia? - Ci penso. Essere felici insieme al di là dell’amore. Alzo le spalle e annuisco. 
- Sì! - A Jenson questa risposta piace e basta e così mi bacia la guancia. 
Ok non è completamente etero, credo sia bi perché so che ha avuto relazioni con le donne, insomma mi è arrivata voce. Ok mi sono informato. 
Però questi con me non sono atteggiamenti da etero. No no. E mi piacciono da matti, quindi non mi lamento.
Voglio vedere fin dove si spinge, dove possiamo arrivare. E poi mi piace che non forzi la mano, che non si bruci questa cosa con me, che ci vada piano ma che sondi il terreno. 
Glielo lascio fare perché è la cosa migliore per un bel rapporto come quello che cerco. 
Andarci piano. Anche se ora una bottarella me la farei dare. 
- Vedremo fra qualche anno se sarai ancora di questa idea. Che l’amore è solo chimica che finisce e che c’è solo il piacere, la complicità e l’essere felici insieme. - Dice mentre si gira dall’altra parte. Per fortuna o non avrei potuto dormire con lui che mi fissa. - Che poi a titolo informativo... queste cose sono tremendamente simili ad un rapporto d’amore. Se non proprio uguali! - 
Se non la smette lo uccido. 
- Non puoi convertirmi in una notte. La conversione è un processo lungo e lento! - Rispondo divertito mettendomi sul fianco dall’altra parte sperando di riuscire a dormire, mentre l’effetto alcool è bello che andato. 
- Ho molta pazienza. - E vorrei chiedergli perché ci tiene e perde tempo con me, ma forse nessuno dei due è pronto a questa risposta.”