*Ecco un altro capitolo, In questa nuova fase sia Seb che Lewis si stanno impegnando a staccarsi uno dall'altro, ma proprio quando sembra ci stiano riuscendo perché entrambi convinti sia meglio, arriva Nico a rovinare di nuovo i piani, ma questa volta lo fa in un modo un po' strano e contorto, infatti sembra stia macchinando per riavvicinarli. Solo che di mezzo ci mette anche Jenson. Cosa avrà in mente? Riusciranno a capirci qualcosa Seb e Lewis prima che sia tardi? Buona lettura. Baci Akane*
37. LE STRANE MANOVRE DI NICO
/Seb/
“La pioggia non dà proprio cenni di smettere, dicono che andrà avanti così per tutto il weekend e quindi credo sia meglio abituarsi al fatto che probabilmente sarà un casino di gara.
Appoggiato al tavolino del bar dell’hotel per la colazione, guardo fuori dalla vetrata mentre mescolo distrattamente il caffè con aria assente. Il mento sul palmo della mano e l’aria depressa.
Oggi mi manca qualcosa. Da quando sono qua.
Non è sempre così sinceramente, ma da un po’ Lewis ha mollato la presa. Non mi ha voltato le spalle ma ha smesso di essere asfissiante, così diciamo che ci scriviamo ma non mi ha più fatto improvvisate.
Credo che con Nico vada bene.
Mi sento uno straccio nel sapere che se si fa vivo con me è perché litiga con lui. Sono solo una seconda scelta, un modo per sopportare una lite. Una parentesi nella loro relazione.
Vado avanti così da settimane e non mi fa bene, io cerco di non fare con Jenson quello che Lewis fa con me senza rendersene conto. O forse lo sa ma non ne può fare a meno.
Non so se il suo volermi essere assolutamente amico sia perchè non può avere una relazione felice con Nico da solo oppure se è perché davvero ci tiene a me.
Voglio sperare sia la seconda, ma per esempio ora io penso che stiano a posto e quindi mi scrive ma non mi insegue ed io mi sento davvero di merda.
Ma mi trattengo da chiedere a Jens se fa colazione con me.
Sarei una merda.
Così aspetto che mi passi perché come dice Michael, la pista è il rimedio a tutto. Basta mettere tutto lì ed ogni cosa passa.
Infatti da quando lo faccio sto andando molto meglio, ho vinto alcuni GP e fatto già risultati interessanti e buoni piazzamenti. Insomma, il suo consiglio funziona. Non avevo dubbi del contrario, ma la pioggia mi fa pensare che non sarà il GP che mi distrarrà molto da queste stronzate con Lewis.
- Sai, dovremmo organizzare un bel giro in moto di quelli seri appena abbiamo un po’ di tempo... - Questa voce la riconosco ma non riesco a fare mente locale immediatamente. Non è Lewis e non è Jenson. Non parla in inglese. Anzi... parla in tedesco.
Appena lo realizzo mi giro e associo la voce al viso e per poco non rovescio il caffè.
- Nico?! - sono così spontaneo nel mio shock che Nico ride e devo dire che è pure una risata spontanea e non di quelle montate.
Nico si siede col suo caffè e la sua brioche con me come se lo avessi invitato e credo che potrei svenire a breve. Cioè io davvero sono sconvolto, non so che fare e che dire e così lascio che faccia tutto lui.
Le cose sono due, o ha preso una botta in testa o si deve far perdonare qualcosa. Anche se non so se verso di me o verso Lewis. Se fosse verso Lewis non avrebbe senso fare il gentile con me perché io non ho più niente a che vedere con lui.
- Lewis mi ha detto che ti piacciono le moto, anche lui ha scoperto una bella passione per le moto e l’ha trasmessa a me. Sto facendo la patente e voglio prendermene una. - Nico comincia a parlare a macchinetta ed amabile come se fossimo amici di vecchia data, cosa che teoricamente siamo.
- Lewis ti ha detto... e come lo sa? - Mi stupisco di me stesso sinceramente, ho una ripresa incredibile e dei riflessi emotivi non da poco. Nico si stringe nelle spalle mentre cerco di capire se c’è un tranello. Trattandosi di lui è possibile.
- Vivete vicini ormai e mi ha detto che ti ha incontrato mentre te ne andavi in giro per le sue parti. - Lo uccido. Per pararsi il culo mi ha messo nei guai. È lui che mi stalkera!
Chissà se si rende conto che gli dice tante palle e che il dirgliele non lo rende un bravo fidanzato!
Però io ho faccia tosta e gli reggo il gioco e non so proprio perché lo faccio, sinceramente. Non glielo devo. Non devo niente a nessuno.
- Sì beh, dalle sue parti ci sono dei giri perfetti da fare in moto, ma non sapevo che stava lì, ero rimasto a Ginevra... cioè sai, voci... - Ma perché mi prodigo tanto?
Si fottano.
Nico ascolta la mia spiegazione e credo che si sia inventato tutto e che abbia voluto mettermi alla prova o anzi testare se era vero che ci eravamo incontrati. Potrebbe aver sentito un’intervista dove dicevo che mi piacevano le moto e che ne avevo una, Lewis si è trasferito vicino a me, è legittimo per lui cercare di capire se ci sono collegamenti con me. Potrei aver appena fatto un danno, ma sono cazzi loro. Non c’entro proprio nulla, io con loro.
Mentre lo dico Nico ride e sembra tutto allegro come non mai.
- So anche che a Jenson piacciono le moto. A lui piace di tutto. Possiamo fare qualche giro dalle parti che hai detto. - Sembra non sia turbato da questa cosa di io dalle parti di Lewis che gli mostro la mia moto.
Lo guardo per nulla convinto, come se mi aspettassi lo scacco matto, non so. Però non succede nulla e così non mi rendo conto che il vero scopo della sua conversazione assurda è invece capire in che rapporti sono con Jenson.
- Sì glielo dirò... vediamo che dice... non... scusami tanto Nico, ma non mi aspettavo un invito del genere visto che non siamo mica tanto in rapporti... - Così non freno la lingua, con lui non ci riesco. Non ci riesco in generale a frenarla, ma figurati con lui.
Nico forse non si aspettava questa risposta, ma non mi faccio turbare da questo.
Piega un po’ le labbra come a sminuire la questione e alza anche le spalle bevendo con grazia il suo caffè.
- Proprio per questo vorrei rimediare. Mi sono reso conto che non siamo in rapporti e non ha senso visto che tu sei amico di Lewis e che beh, io sono il suo fidanzato. Perché quindi non provare a conoscerci, ad essere amici anche noi? - Io non ci credo proprio che sia così facile, ci deve essere qualcosa dietro e mi ritrovo a fissarlo sottile per capire cos’abbia dietro.
Forse tieni vicini gli amici e di più i nemici? Ha cambiato tattica? Invece di boicottarmi mi tiene d’occhio?
Oppure smette di vietare qualcosa in modo che Lewis smetta di cercare di averlo per puntiglio? Me nella fattispecie?
Ne penso una dietro l’altra, ma proprio qua Jenson mi raggiunge, mi stringe la spalla con la mano e mi saluta con un allegro ‘buongiorno’ che mi fa stare istantaneamente meglio visto che sto pazzo davanti a me mi aveva teso come una corda di violino.
Credo che Nico lo noti e coglie subito la palla al balzo.
- Ehi Jenson, stavo giusto dicendo a Seb di organizzare una gita in moto con te e Lewis... ho scoperto che tutti e quattro abbiamo una passione per le moto e... -
- E tu stai facendo la patente, facciamo che prima di tutto prendi la patente e poi quando sei abbastanza pratico organizziamo qualcosa... - Chiudo subito sferzante realizzando che otterrà quel che vuole, per qualunque motivo lo voglia.
Nico e Jens ridono insieme e vorrei sparare al tedesco davanti a me perché improvvisamente sembra che punti a Jens. Per un momento ho questa assurda idea, ma poi mi rendo conto che ho sbagliato di poco.
Sì punta a Jenson, i due si mettono a parlare e questo scemo che ho per amico casca nella sua trappola dicendo che quando sarà pronto faremo sicuramente qualcosa insieme.
Ma punta a mettere Jenson con me, o meglio ad assicurarsi che finiamo insieme.
Ecco cosa vuole fare.
Uscita a quattro, due coppie. Le coppie che dice lui.
Ma dimmi se non è furbo.
È vero che ha cambiato metodo, quando vedo Lewis arrivare al bar, per poco non si ribalta su un tavolino ed io gli lancio una lunga occhiata mentre gli faccio cenno di no, di non venire qua.
Lewis capisce e prima che Nico lo noti, fa dietrofront ed esce. Per un momento mi ero visto in una di quelle sit tragicomiche dove Nico tirava fuori la frusta e ci massacrava tutti.
Io non sono ancora pronto.
Spero di esserlo, di poter reggere un’uscita a quattro e vedere quei due versione coppia felice mentre io lo sono con Jens, ma non so se mai ci arriverò a quest’ultimo punto e soprattutto non so se lo sarò mai a vedere loro.
Io non so cosa sia appena successo, ma non farà quel cazzo che gli pare con me!”
/Lew/
“Per poco non ci muoio diretto e altro che colazione, lo stomaco si è chiuso a doppia mandata mentre vedevo Nico al tavolo di Seb e come se non bastasse appollaiato sul suo braccio Jens.
Ma che cazzo ho fatto? Che colpe devo espiare?
Per fortuna che Seb mi ha visto e mi ha detto di non venire, spero non mi abbia visto Nico.
Che diavolo sta combinando?
Me lo sto chiedendo col cuore in gola mentre un braccio mi afferra ed in un attimo mi ritrovo in palestra che a quest’ora è vuota perché poi ci sono le prove libere e non è ora di palestra, piscina, sauna, massaggi e quant’altro venga offerto nell’hotel.
La sua faccia ravvicinata ha l’aria da pazzo cospiratore e per un momento mi dimentico che non lo vedo da un sacco o meglio che l’ho salutato le volte che l’ho incontrato ma che ho fatto finta di essere sempre super impegnato.
Che poi avrò mangiato la foglia. Non so nemmeno io come fare con lui, vado a momenti. È che ora con Nico sta funzionando e non volevo rovinare tutto perché quando lui è felice stiamo bene insieme.
- Che diavolo ha? - Mi chiede brusco e diretto parlando piano. Io rabbrividisco perché Seb mi sta proprio davanti e sento il calore fisico del suo corpo e se indietreggio sembra che io sia imbarazzato o intimidito e non lo sono. Ma sono felice di rivederlo. Per poco non faccio la capriole.
- Non lo so, dimmelo tu! - Esclamo io senza pensarci. Seb fa l’aria da assatanato.
- Io?! È il tuo ragazzo e siamo famosi fra noi due per non piacerci gran che ed ora si mette a fare l’amico! Mi ha detto che vuole fare un giro in moto con me e Jens ed ovviamente ha incluso anche te nel pacchetto! Cioè non so se si è fatto di crack o se sta architettando qualcosa! - Parla a macchinetta ed è chiaramente preoccupato, ma figurati io.
- Jens? E tu che hai detto? -
- Che Nico non ha ancora la patente della moto! -
- Ti ha detto pure questo!? - Dio, non ci credo proprio!
Ma che è successo al mondo? È sorta la luna al posto del sole? Nevica all’equatore?
- Ti giuro, sembrava schizofrenico. E poi gliel’ho detto. Che non siamo mai stati tipi da uscite insieme e lui ha detto che proprio per questo vuole rimediare, visto che io e te siamo amici. Non ha senso. - Scuoto la testa. Siamo proprio d’accordo. So che Nico ha sbalzi, ma è sconvolgente sentire questa storia. Ci penso ancora per provare a capire.
- Non ti ha detto altro? Cioè ha parlato di moto, di patenti e ti ha invitato con Jenson? - Alza le spalle e ci riflette.
- Ha detto anche che gli hai detto che un giorno mi hai incontrato verso casa tua in moto e così ci siamo messi a parlare di queste cose. - Spalanco gli occhi e lo guardo meravigliato e lui capisce che non c’è mai stata questa conversazione fra me e Nico. - Non glielo hai mai detto? - Scuoto la testa e lui si batte il pugno nel fianco infervorato. - A-ha lo sapevo che bluffava! - E qua impallidisco realizzando cosa potrebbe aver risposto Seb, perché lo conosco.
Lo prendo per le braccia istintivamente col cuore in gola.
- E tu che gli hai risposto? - Alza le spalle.
- E che dovevo dirgli? Ho retto il gioco. In ogni caso non potevo smerdarti, era un rischio. Perché è vero che mi hai visto in moto e che sai che mi piace... ma ero venuto a casa tua a Ginevra e penso che questo non glielo hai mai detto! - Silenzio, mi mordo la bocca e chiudo gli occhi cercando di prevedere quale sarà la nostra conversazione dopo, ma gli tengo ancora le braccia senza accorgermene.
- Pensi si arrabbierà? - chiede poi capendo la mia preoccupazione. Sospiro e lo guardo ancora in ansia.
- Credo di sì, voleva testare un’intuizione. Ovvero se ci siamo visti abitando ora così vicini. Non voleva chiedermelo direttamente perché pensava non avrei risposto sinceramente e così ha escogitato questa cosa. - Seb ci riflette meglio e finisce che mi prende le mani a sua volta e solo ora mi rendo conto che lo tenevo. C’è di nuovo quella cosa che si trasmette da me a lui. È sempre così bello sentirlo. Le mie dita tremano imprigionate nella sua presa e non oso sollevare più lo sguardo. Sento i suoi occhi su di me che mi bruciano, il suo respiro addosso.
Come diavolo siamo finiti in questa situazione?
Nico ha tutte le ragioni del mondo per prendersela con me, lui sente che c’è qualcosa ma non riesce ad inquadrare bene cosa.
- Mi dispiace averti messo nei guai. Comunque credo voglia coinvolgere Jens in questo suo assurdo piano, qualunque esso sia. - Sollevo subito gli occhi appena lo dice, con una nuova preoccupazione che sale su. Non dovevo farlo.
I suoi occhi sono sempre belli come li ricordavo.
Mi mordo il labbro.
- Cosa sta cercando di fare? - Alza le spalle dispiaciuto.
- Non ne ho idea. Credo voglia tenermi d’occhio o forse vuole spingermi nelle braccia di Jens per assicurarsi che non sia più una minaccia con te... qualunque cosa sia ci conviene assecondarlo e vedere fin dove si spinge. - Sì ma io sono preoccupato di cosa dovrò affrontare appena sarò solo con lui.
Credo che Seb me lo legga in viso, d’altronde siamo così vicini che non è difficile leggere qualcosa.
Dovremmo evitare cose simili, se entra proprio lui siamo fregati.
Ma non lo vedevo da così tanto e credevo che dopo un po’ di tempo di questo e di messaggi semplici poi fosse più facile fra noi.
Però lui continua a tenermi le dita fra le sue. Ed io non gliele sfilo.
- Non devi subire le sue scenate. Se esagera lo devi mettere al suo posto. E come al solito dopo un litigio sai quale porta bussare. - Oddio tecnicamente non ci siamo mai detti i numeri di camera perché sarebbe proprio da amanti.
Ma lo dice in modo figurato. Per un momento l’idea di litigare con Nico per poi correre di nuovo da Seb non mi dispiace, ma sarei meschino, un autentica merda se lo facessi ancora. Non se lo merita.
Amico non è questo.
Sorrido facendomi forza.
- Andrà tutto bene, io non so niente dopotutto. Tu me lo hai detto, ma teoricamente non dovrei sapere di questa vostra conversazione. Non è detto che faccia qualcosa. Dovrebbe spiegarmi che ti ha mentito per vedere se sono sincero con lui e se gli dico tutto. - Cerco di tirare fuori una doppia strada e lui in questo si illumina in un sorriso ironico.
- Che poi non è vero nemmeno quel che gli ho detto. Credevo di dover assecondare una tua bugia, ma non è successo come gliel’ho detta. In caso dì pure che sono un mitomane e che non ci siamo mai visti a Zurigo ed anzi... anzi, mandalo di nuovo da me che mi diverto. Gli dico che mi sono voluto divertire a farvi litigare perché mi avete rotto il cazzo coi vostri problemi. - Lo dice ridendo per cui so che non è serio, allenta molto la mia ansia e tensione e capisco che se lo fa davvero, potrebbe anche aiutarmi in qualche modo con Nico.
E capisco che non merito Seb.
- Non sei tenuto ad aiutarci. Sei così carino... - Dico poi sentimentale, smontandomi. Lui sorride dolcemente e mi lascia una mano per carezzarmi una guancia.
- È questo che fanno gli amici. No? - Credo di sì. Gli amici.
Ma non dovrei volere che il mio amico mi baciasse, non credo.
- Direi di sì. - Una bugia a fin di bene. Il bene di chi? Non ne ho proprio idea.
Quando ritrovo Nico sono teso e agitato come una corda di violino, di nuovo. Ma lui mi sorprende come ultimamente fa sempre e mi sorride tutto allegro abbracciandomi.
- Sai, ho scoperto che anche a Seb e Jens piacciono le moto. Appena prendo la patente siamo rimasti d’accordo di fare un’uscita a quattro. - Dice tutto entusiasta mentre mi trascina fuori dall’hotel.
Io però punto i piedi e mi blocco guardandolo torvo.
- Perché? - Alza le spalle.
Non mi dice nulla della bugia inventata da lui e da Seb. Che senso ha aver fatto quella cosa e non usarla contro di me?
- Perché mi sembrava divertente! - Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa.
- Tu puoi fregare tutti ma non me, Nico. A te non piace Seb. Non ti è mai piaciuto. E sei geloso di noi due. Per cui spiegami perché vuoi fare un’uscita a quattro. - Nico così mi lascia e avanza facendo finta di nulla, che non sia niente di eccezionale. La fa facile mentre lo seguo per sentire la risposta.
- Per qualche ragione ti piace e vuoi essergli amico. Non sono scemo. E prima ero geloso perché anche Seb aveva puntato a te e la cosa ti stuzzicava. Ma da quando Seb è preso da Jens è tutto diverso e fra di voi c’è solo quell’amicizia che va bene. - Ma da quando essere amico di Sebastian Vettel va bene per te?
Non riesco a chiederglielo perché non credo di aver registrato bene in tutto questo la questione Seb e Jens.
- Sono una coppia? - Chiedo poi mentre la mia bocca si muove da sola. Non noto il sorrisino vittorioso che fa.
- Non ancora, ma lo saranno. Ne sono sicuro. Vedrai! - E mi dimentico di indagare e capire che diavolo sta combinando Nico. Cosa gliene frega di loro, di noi, di tutti. Non so che cazzo combina, ma improvvisamente mi sono reso conto che anche Seb non ha negato la cosa con Jens. Ed io non gliel’ho chiesto, ma forse è vero che succederà.
Forse è proprio così che deve andare e che andrà.
Mi conviene aprire gli occhi e accettarlo.
- Voglio solo venirti incontro, Lewis. Ho visto che ti sei impegnato molto per noi due, hai escluso Seb e messo le cose in chiaro con lui e lui ha smesso di correrti dietro. - Non è scemo, è questo il punto. Posso non dirgli le cose, ma lui le vede comunque. Non dico nulla, mi sento come se un treno mi abbia appena investito e so che non ho diritto a sentirmi così.
- Credo che ci tieni a lui e sei stato dolcissimo con me in questo periodo e così voglio venirti incontro. Se ci tieni alla sua amicizia, allora posso essergli amico anche io. - Ma chissà perché non riesco a vederla come un gesto carino nei miei confronti.
Però sorrido e gli stringo la mano fugace per evitare di essere visti. Lui fa un sorriso tenero, ma non so se sia sincero od un ‘vediamo quanto vai avanti’.
Penso davvero che sia convinto di questo venirmi incontro, ma non è solo questo. Vuole assicurarsi che Seb non torni a girarmi intorno, che si metta con Jens a costo di aiutarli in prima persona.
Credo sia una cosa simile. Sicuramente c’è un tornaconto.
Però è anche vero che qualunque cosa fa è solo per tenermi stretto a sé, perché mi ama troppo per perdermi e lasciarmi andare e quindi devo accettare che è solo il suo modo bizzarro di stare con me. Molto bizzarro, ma io non sono un santo a quanto pare.”