* Lewis è molto permaloso e complessato, è uno che come me pensa troppo, si fa molte paranoie, fa e distrugge ma soprattutto è timido in un certo senso, o meglio vorrebbe fare tante cose ma non osa. Ovviamente parlo del Lewis di diversi anni fa, perché il Lewis di ora è diverso, come lo è anche Seb. Siamo arrivati ad un punto in cui Seb lavora molto per diventare emotivamente indipendente da Lewis e con l'aiuto di un pazientissimo Jenson ci sta riuscendo, peccato che ogni volta che fa passi in avanti in quel senso, Lewis se ne accorge e se lo riprende anche se non lo fa nemmeno con intenzione, è proprio un istinto naturale. Arriverà comunque un momento in cui pur riprendendoselo, Seb non sarà più esclusivamente suo. O, per lo meno, Seb spera che quel momento arrivi. Buona lettura. Baci Akane*
38. UN EQUILIBRIO INATTESO
/Seb/
“Non mi tocca, non ha bisogno per ricoprirmi di brividi dalla testa ai piedi.
Quando una persona ha questo potere, significa che si è pronti per andare oltre.
Me ne rendo conto un giorno che Jenson mi arriva dietro silenzioso e mi sussurra all’orecchio qualcosa che non registro minimamente.
Giro la testa ad un quarto senza rivolgermi a lui perché potrei avere un incontro ravvicinato col suo splendido viso.
Però sento il suo corpo dietro che mi affianca e cammina con me, io rallento automaticamente e mi dimentico di tutto perché aspetto il momento in cui il suo corpo dovrebbe toccarmi, ma non lo fa. Rimane a questa distanza millimetrica ed io svengo per un momento.
- Cosa? - chiedo senza scelta che assecondarlo.
È da mesi che lo assecondo o forse è più lui che asseconda me.
- Ho detto che Nico ci sta di nuovo fissando. Forse gli manca un hobby! - Così realizzo che di nuovo quel fastidioso moscerino riesce a mettersi in mezzo ai miei affaracci e per un momento vorrei andare da lui e schiacciarlo. Mentre lo cerco con aria infastidita Jens ride. E mi ride all’orecchio, sempre standomi così dietro e di nuovo i brividi mi ricoprono scollegandomi.
- Lascia che guardi. -
- Che cosa deve guardare? - Non capisco nemmeno che diavolo voglia. Dopo dico a Lewis di tenere a bada il suo mastino che mi ha rotto il cazzo!
- Credo sia un fan del Grande Fratello! - Quando dice questo mi giro davvero perché non capisco cosa diavolo intenda e così Jens sorridendo mi spiega divertito, sempre con aria da cospiratore. Da fuori sembra mi dica chissà cosa. - Perché ama farsi i cazzi degli altri! - Alzo un sopracciglio scettico tornando a fissare avanti che è meglio visto che potrei non ricordare come si articolano le parole.
- Ma non mi sembra molto interessato al prossimo... è molto egocentrico! Tutte le volte che interagisce amabilmente con gli altri è solo perché gli piace sentirsi apprezzato, per questo fa tutto il simpatico! - Solo dopo mi rendo conto di aver parlato troppo e lui ride.
- Ti piace un sacco vedo! - Così torno a guardarlo ridendo anche io. Davvero da fuori sembriamo una bellissima coppia affiatata e credo che Nico voglia testare questo.
So che vuole capire quanto sono pericoloso per lui e Lewis. Ma ormai è da mesi che mi stalkera e che fa tutto l’amico, tanto che Lewis è seriamente a disagio quando siamo tutti e tre insieme. Lo sono io, ma io ho più faccia tosta di Lewis.
- Comunque non capisco che vuole da noi! - Jens alza le spalle e mi prende il gomito fermandomi prima di farmi arrivare al mio box, lui è verso il suo.
- Sorridimi. - Fa poi piano sempre vicino. Io preso in contropiede gli chiedo perché dovrei e lui insiste, così lo faccio. Lui ricambia e posizionato davanti a me avvicina il viso al mio, le labbra sfiorano il mio orecchio e mormora:
- Diamogli qualcosa che valga la pena essere visto, dato che è un così strano ficcanaso! - Ma a questo punto da guardare c’è eccome visto che mi viene una bella erezione.
Jens mi pizzica la guancia come se fosse il mio ragazzo e mi saluta con un occhiolino dicendo ad alta voce ‘a dopo’.
Non che abbiamo appuntamenti ma è vero che ultimamente passiamo moltissimo tempo insieme.
Rimango ebete ed eccitato a fissarlo mentre va avanti ed io davvero per un momento non ricordo che diavolo dovevo fare. Poi lo sguardo cade per caso sul ficcanaso in questione che mi fa un cenno malizioso e divertito e così mi tocca pure salutare.
Nico sicuramente vuole assicurarsi che io non sia più intenzionato a portarmi a letto Lewis, ma ormai è da mesi che non ci provo più.
Con Lewis le cose sono un po’ strane, siamo sempre molto amici, ma entrambi evitiamo con molto impegno di metterci in situazione che potrebbero scatenare cose fra di noi.
Parliamo, prevalentemente ci scriviamo. È da un po’ che non viene a casa mia ed io mi sento meglio, devo ammetterlo.
Però è strano.
È come se mi sentissi di aver perso qualcosa di importante, come se una parte di me non se lo può perdonare.
Però Jenson è stato meraviglioso in questo periodo, mi è stato un sacco vicino e non ha mai cercato di portarmi a letto, è stato proprio un amico esemplare.
Non credo abbia quelle mire come Nico vorrebbe e a proposito di quel fenomeno, lo assecondo senza andargli troppo dietro.
Non abbiamo fatto alcuna uscita a quattro, però stiamo ogni tanto a parlare insieme del più e del meno. A lui sembra di dare un contentino a me o a Lewis probabilmente e dopo che conversiamo, Lewis non riesce a salutarmi nemmeno.
Ottiene sicuramente ciò che vuole, poco ma sicuro.
Non so dire se ne sono uscito, visto che alla prima occasione mi ritrovo volentieri a parlare con Lewis e sto maniacalmente attento a non sfiorarlo.
Ed anche con lui succede la stessa cosa che succede con Jens.
Se siamo vicino e non ci tocchiamo i brividi mi ricoprono ed è peggio che se ci toccassimo.
Credo che se non avessi avuto Jens ci sarei ricascato. Ci avrei riprovato di nuovo con Lewis, non ne sarei mai uscito, non sarei pronto per altro.
Credo di esserlo, anzi ne sono sicuro perché ho delle erezioni quando Jens fa certe cose. Lui le fa per divertirsi o per provocare Nico quando ci guarda. O non lo so, è così e basta. Non voglio vederci niente dietro.
Però insomma mi eccita spesso e quindi credo di essere pronto.
Le giornate intere passate a parlare, a distrarci, a fare cose insieme.
Stare dietro ad uno attivo come Jens è quasi impossibile, arrivo sempre a sera sfinito, però lui è esemplare.
Non mi ha mai chiesto niente di Lewis o di chiunque mi abbia demolito. Sa che è successo, ma non mi ha mai fatto domande. Mai. Ma ci è sempre stato.
Sono sicuro che se non era per lui non sarei arrivato da nessuna parte ed ora sono qua in attesa di qualcosa che non so bene, non so dove voglio arrivare e cosa spero che sia. Però l’aspetto. È tutto quello che so.
- Dovresti tenere a bada il tuo ragazzo. È sempre più strano! - Glielo dico dopo averlo cercato nel nostro posto.
Il terrazzo di notte è il nostro posto.
Oggi è al tramonto e lo spettacolo di questa città è semplicemente meraviglioso.
Lui era qui a rimirarselo ed io sapevo che c’era.
Lewis si gira e mi sorride capendo che parla di Nico.
- Non ho mai imparato come si fa! - Risponde lui che forse mi aspettava.
Credo che sto cercando di mettermi alla prova.
Mi appoggio sulle braccia alla balaustra alta ed appoggio il mento sugli avambracci che incrocio, Lewis fa altrettanto e mi guarda nella stessa posa. Un sorriso dolce, come sempre. Credo gli mancassi. È da un po’ che non ci concediamo questi momenti. È che c’è quasi la paura di sbagliare qualcosa, non so bene cosa.
- Sai io sto ancora aspettando. - Dice poi d’improvviso come se parlassimo di qualcosa di particolare. Io lo fisso meravigliato senza capire, ma ho comunque il cuore in gola. Stupidamente in gola. Non mi muovo da qua, da come sono.
- Cosa? - Chiedo senza scherzare.
- Che trovi il modo di essermi amico senza stare male. - Silenzio. Che pugni che rifila questo ragazzo. Sembra mite e dolce, cali la guardia e poi ti demolisce. - Quell’equilibrio. - Sussurra piano facendosi più vicino a me col viso, striscia sul suo braccio mentre i gomiti si toccano. Ecco come si fa a buttare tutto all’aria.
O forse no.
Mi aggrotto mentre cerco di capire cosa provo in questo momento.
- Ho visto che mi hai lasciato spazio. Sei stato molto dolce. - Rispondo calmo.
- Sì io... ho capito che trasferirmi vicino a te per obbligarti a vedermi ancora è stato esagerato. Che dovevo lasciarti un po’ di tempo. È solo che ho paura che poi tu non torni più. Dall’altra parte c’è Nico che non so cosa vuole da te ma... - Così ridiamo insieme a questa cosa tanto assurda.
- Siamo in due a non capirlo, ma non importa! - La risata allenta la tensione che però non era tanto estrema. Sospiro e lo guardo avvicinando il viso al gomito proprio come lui. Ora ci separa davvero poco. Ci guardiamo con cura, pensierosi. Il suo viso è sempre così bello.
- Però non voglio che sia solo questo. Che ci parliamo ogni tanto, che evitiamo certe situazioni, che ci evitiamo per lo più... io non voglio... - La sua voce si incrina e poi aggiunge: - Non voglio perderti davvero. Per cui aspetto che tu stia bene e capisca come fare per essermi comunque amico. Amico davvero. - Amico davvero.
Lo guardo in questa posizione e penso che una volta avrei tentato di baciarlo e lui mi avrebbe respinto, ma penso a Jens ed è come un flash assurdo.
Nico è sempre stato quello che lo frenava, ora Jens è quello che frena me. Perché ha passato un sacco di tempo a farmi sorridere ancora, a distrarmi, a prendersi cura di me in mille modi anche solo raccontandomi storie sceme.
Così mi raddrizzo e non lo faccio. Lewis sorpreso mi guarda e si tira su a sua volta, ci guardiamo e così piego la testa con una strana espressione.
- Credo di essere pronto ora. - Lo dico mentre me ne rendo conto da solo.
Prima volevo portarmelo a letto, avevo solo lui in testa. Lo volevo fino a stare male. Ma ora ce la posso fare a dargli quel rapporto di cui lui ha bisogno, che cerca. Un rapporto che non rischia di sfociare in altro, perché lui non vuole tradire Nico e nemmeno lasciarlo.
E mentre lo dico a Lewis vengono gli occhi lucidi, sorrido e piego la testa di lato in attesa di capire lui, ora. Quell’enorme e meraviglioso mistero che è Lewis. Un mistero che potrei anche non capire mai.”
/Lew/
“È da mesi che Nico non fa che dirmi che per lui Seb e Jens sono una coppia o che per lo meno si piacciono, io non ci credo e non mi interessano questi pettegolezzi. Ma penso che dovrebbe dirmelo lui.
Credo che dentro di me escludo ogni voce in merito perché voglio la sua che mi parla e me lo dice.
Che sta con Jens. Perché fra amici si dicono queste cose e noi lo siamo, vogliamo esserlo, me lo ha promesso che lo sarebbe stato e quel genere di amici si dicono queste cose.
Ma forse è anche un altro discorso.
Forse non ci voglio credere perché significherebbe che mi ha dimenticato, che è andato oltre e non so se sono pronto.
Volevo questo. Che fosse pronto ad essermi solo amico e questo significa che lui potrebbe stare con un altro.
La questione non è mai stata molto definita perché non era reale, non molto insomma.
Adesso non crederò a nulla fino a che Seb non me lo dirà, ma sono qua a dirgli che mi manca e che voglio quel rapporto che mi ha promesso.
Ed è assurdo che lo voglio perché da quando ho avuto questo piccolo distacco da Seb, con Nico va benissimo.
Ma lui ora non ci ha provato come avrebbe sempre fatto e sto per chiedergli se sta con Jens, ma sento di non essere pronto a quella risposta.
Così sorrido sentendo che si sente pronto per essermi di nuovo amico davvero e vorrei abbracciarlo, ma credo non sia una buona idea. Per me, non per lui. Perché forse per lui non ci sono più problemi.
- Sono contento di sentirtelo dire. L’hai capito da un po’? - Insomma, che diavolo aspettavi?
Seb si stringe nelle spalle e si appoggia con la schiena alla balaustra del terrazzo dell’ultimo piano, ormai il crepuscolo ci scurisce e ci sono le luci della città che iniziano con uno spettacolo diverso da quello del tramonto.
Si alza un po’ di vento, io rimango così rivolto al mondo qua davanti mentre lui gli dà le spalle, incrocia le braccia al petto e ci fissiamo.
- Ora. - Esclama diretto, io lo guardo meravigliato e lui ridacchia annuendo. - Sono serio. Ora ti ho guardato ed ho capito che sono pronto. Che ho trovato quell’equilibrio che cercavo. -
Vorrei sapere se il suo equilibrio è Jens, se è merito suo, se sta con lui, ma non oso. Non è vero, non sta con lui o me lo direbbe. Siamo amici, sarei il primo a saperlo.
Lo guardo negli occhi in attesa di questo dettaglio e lui sempre guardandomi non me lo dice, così sono sicuro che non ci stia insieme.
Ha solo trovato il modo per avere un rapporto normale con me, tutto qua. Non importa come.
- Non hai niente da dire? - Chiede lui intuendo che ho qualcosa. Non sono mai stato bravo a nascondere, a lui poi men che meno.
Sorrido e mi stringo nelle spalle distogliendo lo sguardo verso un paesaggio che sicuramente è bello, ma che non registro.
- Mi sei mancato da matti. - Ammetto. - È stata dura, ti ho lasciato i tuoi spazi perché capivo che era giusto e non so cosa sia stato esattamente fra noi visto che non abbiamo mai consumato davvero, se escludi quel bacio da ubriaco. Però questo cambiamento fra noi è stato difficile anche se giusto e doveroso. Ma mi sei mancato. Io e te, a casa di uno di noi a parlare, a cantare, a fare cose insieme, anche inutili. - Seb sorride dolcemente e poi si accentua.
- Dì che ti manca qualcuno che ti fa la pizza! - quando lo dice colgo l’occasione per ridere e allentare la tensione. Scherza per nascondersi, ma va bene, ora.
Respiro un po’.
- Ti aspetto da me per una pizza. - Poi mi ricordo che ho dato le chiavi a Nico e che potrebbe capitarci quando vuole. - Anzi, vengo io. Perché mi manca Jack! - Ovviamente. A chi non mancherebbe il suo cane che ho visto una volta?
Seb ride ancora e dà un colpetto al muretto su cui appoggiava col sedere.
- E mi aggiornerai come va con Nico? - Non vuole davvero saperlo, è sempre stato un argomento tabù fra noi, ma capisco che si vuole mettere alla prova così lo assecondo.
- Saprai tutto! -
Mentre mi saluta e se ne va rimango solo e mi chiedo sinceramente perché ci tengo tanto a complicarmi la vita. Stava andando via e stavo bene con Nico, non avevo più problemi. Perché l’ho ripreso? Perché l’ho riacciuffato?
Perché voglio a tutti i costi passare tanto tempo con lui, essergli amico, dirgli tutto e condividere il vero me stesso?
Perché non riesco proprio a lasciarlo andare?
Mi mordo la bocca e mi accuccio sulle gambe appoggiando la fronte sul muretto e sospiro chiudendo gli occhi.
Mi era mancato davvero un sacco. E non sta con Jens o me lo avrebbe detto.
Ok, ora la cosa comincia a diventare pesante.
Rimango in parte in questo posticino coperto mentre tiro su con la cannuccia arrotolata e non mi rendo conto che sto bevendo tutto d’un fiato come se non ci fosse un domani.
Assottiglio gli occhi e li osservo mentre parlano tutti amabilmente, ridono e scherzano.
Non faccio niente, li guardo e basta. Non so che diavolo ha in mente Nico e che diavolo vuole da Jenson, cioè pensavo volesse capire se lui e Seb stavano insieme, ma a parte fare tanto l’amico con lui, cosa che mi turba perché non pensavo potessero stare bene insieme anche se so che fanno entrambi solo finta, ora che c’entra Jenson in tutto questo suo contorto piano?
Li guardo che scherzano e sono maledettamente bellissimi insieme, troppo perché io continui a guardarli, così prendo e me ne vado mentre scrivo a Seb che mercoledì vengo da lui per quella pizza e lui scrive che ci conta e che mi aspetta.
Non me ne pento nemmeno. Non subito.
- Ehi! - Poi la sua voce mi richiama con la sua tipica arroganza da ‘come osi andartene’ ed io mi volto verso di lui come una molla gettando la bottiglietta vuota con un gesto stizzito.
- Ehi tua nonna! - Nico a questo si ferma. Non credo di aver mai fatto io l’offeso e l’arrabbiato per primo. Di solito è lui che lo fa ed io magari rispondo, dipende.
La piccola tregua di pioggia ha fine e riprende ora, ma noi non sembriamo curarcene.
- Che ho fatto? - Per lui è davvero la prima volta che si sente messo alle strette da me, perché sono sempre stato quello che cedeva, quello comprensivo, quello dolce e felice. Ma ora stringo la bocca e mi tolgo gli occhiali scuri che in effetti senza sole non servono. Poi lo fisso mentre la pioggia ci bagna con una gran fretta.
- Si può sapere che diavolo vuoi da Jenson? Credevo che gli girassi intorno a lui e a Seb per capire se stavano insieme, e anche lì voglio sapere che diavolo te ne frega, ma ora vedo che scherzi pure con lui senza Seb e allora mi sono rotto! Che stai combinando? Lo posso sapere o è solo una mia prerogativa seguire le regole fra di noi? - Nico mi fissa spalancando gli occhi, colto totalmente in contropiede. Sa che se facesse per andare al coperto ora lo sbranerei, devo avere un’aria che non mi ha mai visto e sicuramente si aspettava tutto tranne che questo.
- Regole? Abbiamo regole? - Tenta cercando di prendere tempo. Io mi faccio avanti con un passo deciso e le mani ai fianchi, dritto ed impettito e i fulmini invece che dal cielo, escono dai miei occhi.
- Non ci provare Nico Erik Rosberg! - Esclamo chiamandolo anche col secondo nome. Quando lo faccio, è raro, ma voglio che non mi prenda in giro.
Lui è ancora stordito e la pioggia si fa via via più intensa, rispecchia il mio umore.
Nico dice sempre che io e la pioggia abbiamo un rapporto speciale, che in qualche modo mi aiuta sempre perché guido benissimo sul bagnato. Ebbene forse ha ragione perché sto immaginando di annegarlo e l’acqua che viene giù a momenti ci riesce.
- Ma io non so proprio di cosa parli! - E così faccio un altro passo avanti, lui lo fa indietro intimorito per la prima volta.
- Jenson è la moda del momento? Tutti ci provano con lui e lui è pronto ad andare con tutti? Stai cercando di dimostrare questa teoria? O di cosa si tratta? Vuoi vendicarti perché l’anno scorso eri geloso di Seb e così ora vuoi fare ingelosire me con un altro? E perché proprio lui? -
Perché forse non è che sono geloso di Jenson e Nico, ma di Jenson e Seb.
Forse.
Ma comunque Jenson è sicuramente il centro del mio disturbo attuale e lui deve smetterla di fare con loro qualunque cosa stia cercando di fare. Specie se li prende singolarmente e non insieme!
- Oddio ma sei geloso che sono amico loro? Anche tu ci vai d’accordo! -
- Tutti vanno d’accordo con loro! - Taglio corto. Il che poi è vero, ma Nico ormai si è messo a gongolare e credo di avergli appena dato qualcosa di inatteso ma che gli piace. Ah sto stronzo!
- Anche io vado d’accordo con tutti! - Risponde prontamente. Ed anche questo è vero.
- Ma non con Seb! - Puntualizzo subito sul piede di guerra.
- Per questo sto rimediando. E mi sembra di stare ottenendo ottimi risultati se non l’hai notato! - Sbuffo e scrollo le spalle e decido di andarmene che non otterrò niente. Specie perché non so cosa cazzo voglio ottenere. Fanculo Nico, fanculo Seb, fanculo Jenson!”