*Dopo il bacio fra Seb e Jenson, dopo la giornata in amicizia fra Seb e Lewis, si torna in pista e Seb e Jens devono riprendere quel discorso sospeso. Seb ha le idee chiare perché vuole qualcosa di leggero, divertente e piacevole. Ma Jenson che cosa avrà deciso? Siamo sicuri che voglia vivere questa relazione con Seb? Seb inizia a riempirsi di dubbi nel GP del Brasile quando l'altro sembra non intenzionato a dargli una risposta. Lewis invece ancora non sa nulla di loro due e finchè Seb non gli dice nulla non vuole vedere quello che invece è evidente. D'altro canto Seb effettivamente ancora non parla in modo chiaro, ma non è facile dire certe cose a certe persone. È vero che in quel periodo, parliamo del 2009/2010, Seb ed Hannah avevano una relazione a distanza infatti lui viveva in Svizzera ma lei sempre in Germania. È vero anche che Lewis e Nico arrivavano ai circuiti dei vari GP insieme. Si spostavano con gli stessi mezzi. Buona lettura. Baci Akane*
42. PROVA, FALLISCI, RIPROVA, FALLISCI MEGLIO
/Seb/
“Finalmente il Brasile!
Era ora!
Pensavo di morirci sulla mia mano!
Giuro che non ne potevo più!
E giuro che se mi chiede se sono sicuro lo mordo perché a momenti davvero mi slogo la mano.
Più i giorni passavano e peggio stavo e non sapevo se scrivere a Lew per sopportare la distanza con Jens o se scrivere a Jens per sopportare la vicinanza con Lew.
Ho anche contemplato l’idea di andare da Lew per non andare da Jens, alla fine ho fatto una gita con Hannah.
Questa storia della relazione a distanza non mi dispiace, mi dà la libertà che mi serve per stare con chi voglio e fare ciò che voglio.
Ho passato più tempo con lei ma non riuscivo a stare fermo. Mi sono anche sfogato sessualmente su di lei mentre pensavo un po’ a Jens ed un po’ a Lew, è stato un po’ un macello ma a lei è piaciuto perché sono stato più passionale del solito.
Appena metto piede nell’hotel a sistemare le mie cose mi metto subitissimo a cercarlo con lo sguardo convinto che debba avermi aspettato da qualche parte, quando non lo vedo rimango deluso e sto per scrivergli quando arrivano due super sorridenti Lewis e Nico.
Ecco come ammazzarmi gli ormoni che in questi giorni erano alle stelle.
Arrivano insieme come una coppia e vorrei cavarmi gli occhi, ma sorrido entrambi e Nico è quello più espansivo perché è ovvio, Lew ora deve fare la parte dell’amico normale.
Quanto siamo normali in realtà?
Ad ogni modo... dopo i convenevoli più insopportabili di questo mondo, intravedo Jens scendere dall’ascensore e lo fulmino con uno sguardo perché doveva aspettarmi su, è che non ho avuto tempo di scrivergli.
Evado da Lewis e Nico che stanno ancora parlando di non so cosa e corro da Jens prendendolo per il braccio e trascinandomelo in ascensore con me, non serve che dica niente, lui ovviamente sa e questo funge da risposta alla domanda che ci eravamo fatti lasciandoci in Giappone.
E così le porte finalmente si stanno per chiudere sulle nostre facce fintamente composte che fanno un risolino sotto i baffi, il risolino di chi si pregusta già la risposta che ci daremo a vicenda. Perché è bastato guardarci per capire.
Ma due mani si infilano proprio sulle porte che si chiudono e quando vedo Nico e Lewis salire con noi e chiedere se possono approfittare, vorrei dire di no, ma mi rendo conto che Lewis non sa nulla di me e Jens e quindi non può aiutarci. Nico è un mistero e ci ho rinunciato a capirlo. Così non abbiamo scelta che fargli spazio.
Stare qua in questa scatola di latta in 4, cioè noi 4, mi fa morire.
Da un lato vorrei spararmi, dall’altro vorrei esaudire quel sogno erotico che avevo fatto l’anno scorso con me, Jens e Lew a letto insieme.
Ma Nico diciamo che ferma tutto.
Jens e Nico parlano allegramente, non so come fa, mentre io infilo qualche stronzata nel mezzo e Lewis ridacchia nervoso.
Mi appoggio col braccio a Jens che mi punzecchia mentre loro due non guardano e poi io saltello e quando tornano a guardarmi faccio finta di niente con un sorriso da damerino.
È chiaro che c’è qualcosa di strano, ma finalmente le porte si aprono e usciamo.
Il problema è che andando nella stessa direzione non possiamo infilarci insieme in camera io e Jens o dovrei spiegare a Lewis qualcosa che non so come si dice.
Sai Lewis, adesso mi sto mettendo con Jenson, tu mi fai ancora effetto, ma sono pronto a voltare pagina e finchè non lo faccio non starò mai bene. Aspettare che tutto passi definitivamente è inutile!
No non glielo posso dire e poi ora sinceramente è molto più facile pensare a quando saltare addosso a Jens piuttosto che quando e come dire a Lewis una cosa che non so nemmeno se lo compete sul serio.
Ha scelto di essermi amico e gli amici si dicono queste cose, ma noi abbiamo un certo passato. È quasi come se fossimo ex e fra ex che rimangono amici certe cose sono tabù.
Non saprei.
Comunque guardo Jens che se ne va e sospiro insofferente perché ovviamente lui quassù non ha un cazzo da fare perché si era già sistemato in camera e stava andando via, ma io l’ho trascinato su per farmelo.
Ma con questi due impiccioni qua che non si decidono ad entrare nella loro maledetta camera come faccio?
E così entro prima io nella mia e saluto Jenson che mi fa un occhiolino veloce, poi non so che succede là fuori, ma appoggiato alla porta gli scrivo subito.
‘Trova un modo per entrare da me!’
Poco democratico.
‘Purtroppo devo andare dal mio team, adesso non ho proprio più tempo!’
Osa darmi picche.
Lo ammazzo!
Fisso il telefono esterrefatto e sto per uscire di nuovo dalla camera ma poi aggiunge:
‘Sono già in ascensore!’
‘Sei anche uno stronzo!’
Lui se la ride e mi immagino il suo sorriso splendido.
Scuoto la testa e sospiro pregustandomi quando gli salterò addosso. Perché lo farò.
È stato bellissimo superare Lew e Nico grazie a Jens, lo sapevo che era la persona giusta, ne ero certo.
Non faccio gran che per incrociare Lewis, è più lui che cerca di incrociare me, ma c’è sempre Nico nei paraggi così diventa sempre una scena un po’ grottesca di me e Nico che fingiamo di essere amici perché non ho nemmeno ben capito, e Lewis che è teso come una corda di violino e che incassa colpi sorridendo con noi.
Non so cosa vuole davvero lui, sicuramente non stare fra noi due, ma poco importa alla fine.
Se l’è cercata e ad un certo punto inizio anche a divertirmi perché più io e Nico fingiamo di essere amici, più Lewis è stremato e divertente. Cioè non è bravo a nascondere, io so che dentro di sé muore e vorrebbe separarci, ma in risposta decido di mettere una mano sulle spalle di Nico e fargli i complimenti per il tempo che ha scaricato oggi in pista.
Penso di non avergli mai fatto i complimenti in vita mia e come tocco finale gli parlo anche in tedesco. Lewis diventa livido e rigido e credo che Nico con tutta questa storia dell’amicizia forzata con me volesse ottenere questo.
Lewis geloso.
Che però non è chiaro a nessuno di chi sia geloso, ma poco importa.
- Sai che secondo me ce la puoi fare! - Esclama poi Nico ad un certo punto. Lo fisso stralunato.
- Davvero? - Sappiamo che si riferisce al mondiale. Annuisce.
- Sarebbe bello se un altro tedesco portasse a casa la bandiera... - Non penso sia sincero e dalla faccia che fa Lewis dietro di lui lo pensa anche lui e sto per morire dal ridere, ma invece padrone di me sorrido e lo ringrazio.
- Beh non ci penso, vado più gara per gara. Per me pensare tanto in grande quando fino a due anni e mezzo fa non ero nemmeno in F1 è ben distante... - Nico piega la testa e le labbra con aria perplessa.
- È pensando in grande che ottieni grandi risultati. Ma capisco che per ora ti godi momento per momento. -
Parla il navigato che ha vinto GP e mondiali. Vorrei dirgli che prima di dare consigli deve vincere almeno un GP ma evito e così sorrido, gli tendo la mano e lo ringrazio per il consiglio.
Quando poi vado via e Nico non vede, con Lewis che mi segue con lo sguardo mi pulisco la mano sui pantaloni e lo sento che scoppia a ridere, io gli faccio l’occhiolino e lo saluto di nuovo con un gesto.
Devo dire che potrei aver trovato la formula perfetta per superare tutto quanto e convivere allegramente ed anche divertirmi.
Usare Nico per incasinare Lewis. È così divertente incasinarlo!
Anche se l’ultimo elemento dell’equazione è proprio Jenson perché potrei sopportare tutta questa situazione e divertirmi con loro a torturarli solo grazie ad uno sfogo piacevole. E l’unico sfogo piacevole ora come ora è Jenson.
A proposito di lui, dove diavolo è? Per stamattina abbiamo tutti finito le prove e siamo in libera uscita per qualche ora, fino alle qualifiche ed io non riesco minimamente a pensare alla pista ma solo a lui e a quando intercettarlo.
È impossibile che sono qua da giovedì e che non sono ancora riuscito a saltargli addosso e a stare solo con lui. Perché? Chi diavolo si mette contro di me?
Ha sempre ventimila impegni fra team, sponsor ed eventi e non so chi vuole cosa. Ha tre assistenti che gli fanno una cosa diverso, uno è l’addetto stampa o qualcosa di simile, uno è quello che gli tiene gli impegni di ogni tipo e che gli procura qualunque cosa possa aver bisogno e l’altro è un personal trainer, di quelli che poi vedono anche a livello mentale quelle puttanate lì. Non so, io ne ho uno di assistente e scappo da lui di continuo.
Tre giorni che siamo qua e non ho ancora infilato la mia lingua nella sua bocca.
Secondo me lo fa apposta per torturarmi, perché questo è il karma.
Io torturo Lewis e prendo in giro Nico e così Jens mi massacra facendo il prezioso.
Poi per un momento mi viene in mente l’ipotesi atroce che potrebbe non volermi come lo voglio io, che ci ha ripensato e non sa come dirmelo.
E questa, come un tarlo, si insinua nella mia testa e mi spegne totalmente. Ma spegne proprio.
Io che mi faccio i miei piani senza considerare minimamente di averlo dalla mia parte.
Del resto solo così si spiegherebbe come mai da 3 giorni mi evita e non riusciamo a stare soli e baciarci come si deve. Voglio solo toccargli il pacco, che c’è di male? Insomma!
‘Ma riusciremo a stare un po’ soli oppure mi eviterai per sempre?’
È così che decido ad usare un’altro sistema. Ovviamente la sua risposta non mi piace.
‘Seb, siamo un po’ occupati con cose importanti...’ Bene, fottiti con le cose più importanti, stronzo!
E così non gli rispondo più. Così. Proprio così. Dalle stelle alle stalle. fanculo. Non dovevo crederci che per una volta andasse bene qualcosa che volevo. Che merda.”
/Lew/
“Vorrei sapere a che gioco stanno giocando, nel frattempo potrei ammazzarli.
Nico pensa di dover essere amico di Seb perché non lo vede più come una minaccia e vuole fare il superiore diventandogli amico, Seb invece lo detesta cordialmente e semplicemente gioca a fare l’amico perché credo sia sadico o non lo so.
A questo punto mi chiedo se finga anche con me di essermi amico e in realtà lui mi odi.
Pensando a questo e facendo due calcoli sulla tempistica a disposizione fra le libere appena finite e le qualifiche di oggi pomeriggio, con una scusa che comprende il mal di pancia ed il cagotto scappo bellamente da Nico il quale mi spinge dicendo che non vuole essere contagiato.
Girando per il paddock cerco nella zona garage di Red Bull, ma ovviamente non c’è più nessuno, così vado verso il loro Motorhome e gli scrivo piazzandomi dietro dove non sono a vista di nessuno, soprattutto Nico.
‘Sei solo dentro in stanza?’ Lui capisce a cosa mi riferisco, così dice di sì che stava per mettersi a riposare. Allora entro senza complimenti e per fortuna è davvero solo.
Non contemplo minimamente che poteva essere con Jenson, quando lo vedo è steso nella branda, ha le mani incrociate dietro la nuca, i capelli scompigliati sul viso e il broncio.
Ok ha qualcosa che non va e immediatamente da bravo egocentrico parto.
- Ecco lo sapevo io che fingevi anche con me! Me ne sono accorto che fai la scena con Nico per prenderti gioco di lui e mi sono chiesto se lo fai anche con me! - forse dovevo inserire il cervello.
Forse.
Seb ha un lampo con gli occhi e scatta subito a sedere, ha un’aria a dir poco furiosa, di solito non è così ma ogni tanto ha i 5 minuti e credo siano questi.
- Mi stai dando del falso? - E attiva il cervello Lewis!
- Lo sei con Nico! Perché non anche con me? - È che sono incazzato pure io all’idea che finga di essermi amico e in questo momento sono un toro col drappo rosso davanti agli occhi.
Non che lui invece sia un agnellino. Infatti si alza in piedi e mi fissa sempre incredulo e furioso insieme.
- Ti metti al livello di Nico? Tu pensi di essere per me come Nico? Dopo tutto quello che c’è stato fra noi? Ti risulta che mi prendo in casa Nico quando ha i momenti di follia? -
- Nico non verrebbe mai da te! - Lo correggo interdetto senza capire che dice.
- Appunto cazzo! - Grida pestando il piede e così faccio un passo indietro. Lui vedendo che mi sono preso male prende un respiro profondo, chiude gli occhi e apre le mani.
- Come puoi metterti sul piano di Nico? È ovvio che gli riservo un trattamento diverso da te! Il fatto che tu pensi che io possa fingermi tuo amico mi... - Riapre gli occhi e sono lucidi e fiammeggianti, parla basso e penetrante ed io ho il cuore in gola e forse uscirà da tanto che va veloce e forte. - mi ferisce! -
Ed è sicuramente difficile per lui dire che è ferito da qualcosa.
Inghiotto a vuoto sentendomi un’autentica merda, così metto le mani avanti.
- Scusami, scusami davvero. È ovvio che non è così. Però tutti questi cambiamenti, queste stranezze mi sconvolgono. Mi sbalestrano. -
Seb sembra calmarsi e cerco nei suoi occhi tracce di ferite, ma sembra averle già nascoste prontamente. Non so come fa, lo ammiro. Vorrei riuscirci anche io così facilmente.
Però c’è sempre un’ombra.
- Non fa niente, so che ci vuole un po’ per abituarsi ma se non si fa non ci si abitua. Aspettare che le cose vadano come vogliamo non serve, perché non ci andranno da sole. È solo questione di abitudine! - Si sforza per me e questo è chiaro. Così mi tocco l’orecchio stringendomi il lobo incerto.
- Che ti succede? - Chiedo poi il più dolce possibile.
Seb si riscuote e si prende la bevanda energetica che aveva messo sul ripiano.
- Niente, perché? - Mi dà le spalle mentre lo dice. Sospiro paziente.
- Ripetilo guardandomi negli occhi. - Seb si ferma un attimo, stringe il bordo poi si gira e mi guarda con uno sguardo molto tirato e forzato, è un sorriso grottesco e finto.
- Niente. - Poi torna a sorseggiare succhiando dalla cannuccia, quando la fa cadere dalla bocca per la terza volta lo raggiungo e lo spingo dolcemente da parte prendendogli la bottiglia in mano.
Ok Lewis, è il momento di dimostrare che questa cosa dell’amicizia può funzionare.
Mentre la poso glielo richiedo con fermezza e dolcezza:
- Dimmi che ti succede. Prima sembrava andare tutto bene. Per giorni eri euforico da morire che ero curiosissimo di sapere cosa ti prendesse. Ero un po’ presuntuoso pensando che forse era merito mio la tua gioia. Che l’essere riusciti a stare insieme in amicizia ti fosse piaciuto... - Seb si siede di nuovo nella branda blu dove era quando sono arrivato.
- Sono molto felice di esserci riuscito. E andrà sempre meglio. Presto capiremo di cosa possiamo parlare e cosa è meglio evitare. - Con poco velo mi dice che certe cose non vuole dirmele, ma io mi giro corrucciato in contrasto con questa idea del cazzo.
- Puoi dirmi tutto! - Alza gli occhi al cielo.
- Senti... - Prova fissando di lato, io vado da lui e mi siedo proprio in direzione del suo sguardo torvo. Si irrigidisce ma non scappa, rimane seduto davanti a me.
- Che c’è che non va? - Alza le spalle e cerca un modo per dirmi qualcosa che non vorrebbe dirmi. Ora gli do una testata. Come può esistere qualcosa che non vuole dirmi?
- Tu hai trovato il modo di vedermi. - Sbotta finalmente esasperato. Io non capisco cosa c’entri.
- Certo! Era importante chiarire... non potevo aspettare le qualifiche! - Seb fa un enorme sospiro e allarga le braccia, spalanca gli occhi con aria ovvia.
- Se è una cosa importante o se uno vuole, il modo lo trova! - Ribadisce agguerrito. Annuisco convinto.
- Assolutamente! - Così poi lui si appoggia con la schiena e guarda in alto, gli occhi vagamente lucidi, le mani stringono un cuscino sotto di sé che spunta.
- Se non lo fa è perché non vuole dirmi qualcosa. -
- Ma di chi parliamo? - scuote la testa. - Oh andiamo Seb! Mi puoi dire tutto! -
- È Jens, ok? Mi evita! E non so perché! In Giappone andava tutto benissimo ed ora mi evita e fa finta che vada tutto bene ma poi non ha mai tempo e mi evita! Tu volevi parlarmi e hai trovato il modo! Lui no! Credo che abbia qualcosa! - Questo è come uno schiaffo. Per un momento tremo e sto zitto perché so che potrei avere la voce spezzata. Poi mi calmo.
- Cosa credi che sia? - Parla in amicizia. Non è successo nulla o me lo direbbe. Credo. Lo sto obbligando a dirmelo, ma penso non mi nasconderebbe che sta con lui, quindi se glielo chiedo si arrabbia.
Non sta con lui.
- Non so, forse si è rotto di me e non sa come dirmelo! - Mi mordo il labbro.
- Dovresti cercarlo tu ed obbligarlo come io ti ho obbligato ora. - Dico alla fine. Se si parla di amicizia è la stessa cosa, anche se spero di essere un amico più speciale di Jens.
Seb mi guarda e per un momento ci perdiamo uno negli occhi dell’altro. Sta bene coi capelli così ed il caldo di questo paese gli fa spiccare un sacco gli occhi. Ha il viso un po’ rosso anche se qua dentro si sta meglio che fuori, ma non esagera con l’aria condizionata per non farsi venire un colpo. Le maniche corte, il colletto aperto.
C’è questo momento di silenzio fra noi, poi però arriva un messaggio al suo telefono che vibra e così saltiamo tutti e due. Seb fa per andare a vedere ma glielo prendo e glielo do io come se non poteva prenderselo da solo, lo afferra e mentre lo legge mi giro di schiena respirando, a questo punto sento il suo sguardo sulla mia schiena.
Schiena?
Mi giro in fretta e lo colgo in flagrante a fissarmi il culo e ridacchio soddisfatto, faccio finta di nulla e lui mi fa un sorriso migliore degli altri mettendo giù il cellulare.
- È un buon consiglio, penso che lo seguirò. Ormai ci sono le qualifiche e non faccio in tempo, ma poi lo obbligo come dici tu! - Faccio un sorriso di circostanza.
L’idea che si leghi tanto a Jens mi turba e mi ingelosisce, ma io ho Nico e non posso sollevare pretese.
Così poi sospiro, mi stiracchio e cambio discorso, lui coglie al volo l’occasione e ci troviamo a parlare di motori, di gare, di punteggi e di mondiali.
Secondo entrambi Nico ha moltissimo potenziale, ma deve trovare una macchina migliore e deve scrollarsi la pressione del padre di dosso. Lo adora, ma proprio per questo deve scrollarselo. Le parole di Seb sono molto azzeccate.
- A volte se ami devi staccarti da una persona, per renderla più fiera. -
Se ami devi staccarti.
- Ma non è facile. - Dico io pensieroso.
- Per nulla. - E qua nessuno dei due capisce più di cosa parla.”