*Buongiorno. Scusate il ritardo con cui pubblico, a volte i miei giorni volano senza che me ne renda conto. Comunque abbiamo lasciato Seb arrabbiato con Jenson, convinto che non voglia più mettersi con lui e che lo eviti per questo, è così seccato al punto da parlarne con Lewis senza però dirgli che si stanno mettendo insieme. Lewis anche se lo vede benissimo da solo si rifiuta di accettarlo e si intestardisce. Riusciranno Seb e Jens a parlarsi? E si metteranno insieme o no? E Lewis quanto sopporterà la situazione? Nico, nel frattempo, non si perde un solo sguardo e niente di quel che dice o fa è a caso. Ovviamente le situazioni del GP in cui è ambientato tutto questo, ovvero l'ultimo del 2009, Abu Dhabi, sono prese dalla realtà perché mi sono informata sulle prove, sulle qualifiche, sul tempo che faceva, sui risultati e sulla gara. E le foto di Seb e Jens sono prese proprio da quel festeggiamento fatidico. Buona lettura. Baci Akane*
43. DOPO I FALLIMENTI I SUCCESSI
/Seb/
“Le qualifiche sono le più brutte. Per entrambi in realtà.
Tutto il tempo non ho risposto a Jens che mi scriveva di non arrabbiarmi e che è vero che non ha tempo, così corriamo consapevoli che io sono arrabbiato.
Siamo quattordicesimo e quindicesimo alla fine. Un bel disastro insomma per essere due che si contendono il titolo. Cosa che per me ora come ora è totalmente lontana dalla mia testa.
È anche colpa della pioggia che praticamente fa saltare due su tre sessioni di qualifica sia a me che a lui che a molti altri tranne che a Rubens che si piazza in pole.
Tutto questo è un contorno perché non è chiaro se correndo concentrati avremmo potuto fare meglio al di là della pioggia e dei problemi esterni.
Ripenso alle parole di Lewis e ai suoi modi. Voleva parlarmi ed è venuto perfino nella mia stanza nel motorhome.
Se Jens voleva sarebbe venuto, avrebbe trovato un modo.
Così appena ci liberiamo da tutti gli impegni con il team che comprende un’ultima riunione conclusiva che ci prende fino a ora di cena, guardo l’ora.
Adesso andrà a mangiare, lo becco di sicuro con qualcuno.
Tanto so dove dorme.
Stanotte mi trova in camera quando si degna di tornare, qualunque cosa abbia oggi, poi avrà me!
Se non vuole più stare con me e si è pentito di quel bacio, me lo deve dire in faccia e non importa della gara di domani.
Il tempo rispecchia il mio stato d’animo, arrivano anche i tuoni oltre al vento.
È un bel macello. Come i miei rapporti, in realtà.
Però sono contento di aver chiarito con Lewis, stiamo trovando la nostra dimensione, piano piano va sempre meglio.
Salto la cena perché ho lo stomaco completamente chiuso all’idea di un altro buco nell’acqua prima ancora d’averne centrato uno. Come posso sbagliare tutti i rapporti?
Perché non smetto di provarci?
Chiamo un servizio di escort di uomini perché è chiaro che voglio quello, se mi bastavano le donne con Hannah non ho problemi.
E non so nemmeno se il punto è trombare con un uomo o cosa cazzo voglio, ma non me ne frega. Volevo solo avere questa esperienza con Jenson.
Perché a tutti i costi?
Entro in camera e inizio a spogliarmi di malavoglia. Come ci entro in camera sua se non ho le chiavi?
Mi viene da piangere, ha il coltello dalla parte del manico!
Decide tutto lui ed io devo solo sottostare.
Eh no, Lewis ci è pur riuscito a parlarmi, perché io no?
Aspetto che vadano tutti a dormire e poi mi accomodo davanti alla sua porta. Prima o poi torna.
Ma è proprio mentre sto per farlo avvolto nella mia tuta, che bussano alla porta.
Per un momento assurdo penso a Lewis, non so perché. E apro subito.
Quando mi ritrovo il viso di Jens contratto in una strana espressione, il cuore mi sale letteralmente in gola, spalanco gli occhi e lasco trapelare il semplice fatto che non me lo aspettavo.
Jens entra veloce per non essere visto e mentre chiudo la porta, lo guardo meravigliato.
- Non sopporto che tu sia arrabbiato con me. - Comincia senza farmi dire nulla e lo fa anche con una mano alzata come per dirmi ‘fai parlare prima me’. - E poi rischi grosso in pista se corri con quest’idea in testa! - Era piuttosto evidente che non ero concentrato.
Rimango col labbro inferiore infuori e lo fisso davanti alla porta, fermo.
- Che idea? - Chiedo poi. Jenson mi guarda e lo trovo dolorosamente bello ed è doloroso anche il fatto di non aver trovato di nuovo una persona che possa stare bene con me, che possa voler passare del tempo piacevole con me.
- Che io ti stia evitando perché non voglio stare con te! - Esclama ovvio. Faccio mezzo passo verso di lui allargando le braccia:
- Ma è esattamente questo! - Jenson fa un mezzo passo anche lui verso di me infuriato:
- No invece! -
- Come può essere diversamente se in tre giorni non hai trovato un solo minuto per me, per infilarmi la lingua in bocca e dirmi che ci hai pensato e che vuoi stare con m- Ma non finisco la frase perché finalmente la sua lingua si infila nella mia bocca.
E tutto si spegne. La mia voce, la mia testa e soprattutto il mondo là fuori.
Il cielo sta cadendo giù, ma va tutto bene perché finalmente le sue mani mi stringono il viso e mi tiene a sé, mi preme la bocca sulla sua e immediatamente la lingua gioca con la mia. Si intrecciano ed è come una danza che inizia con impeto e poi piano piano si calma e tutto si tranquillizza. Il mondo va dolcemente a posto. La mia tempesta interiore.
Gli occhi stretti perché bruciano, sono così felice finalmente. Il peso si toglie, le spalle sono leggere. Dopo un momento di esitazione mi prendo alla sua maglia e mi faccio avanti appoggiandomi a lui. Jens mi lascia il viso e mi prende per i fianchi, mi stringe a sé, mi fa sentire il calore del suo corpo forte e possente e quanto mi desidera invece. Queste cose non le fingi.
- Volevo che fosse perfetto. - Mi dice fra un bacio e l’altro. - E poi non sapevo più come farlo e quando farlo... - Finisce per baciarmi l’angolo delle labbra. - E poi avevo paura di sbagliare qualcosa... - Rivela sconvolgendomi, ma non ho tempo di rispondere perché continua a baciarmi ogni pezzetto del mio viso e questo mi piace da matti. - E avevo paura che tu non mi volessi più perché non mi inseguivi molto... -
È shoccante che uno che trasuda sicurezza come lui, invece sia pieno di insicurezze.
Gli prendo io il viso fra le mani e lo fermo dal baciarmi per rispondere:
- Pensavo che prima o poi ci saremmo trovati e trovavo assurdo che non ci riuscissimo, poi ho pensato che mi stessi evitando e mi sono incazzato... - Gli spiego. Lui sorride con aria di scuse.
- Ti desidero più che mai e voglio buttarmi in questa cosa con te se a te va bene. - Sorrido divertito con aria maliziosa e ovviamente gli rispondo a modo mio. Gli prendo la mano e gliela infilo nei pantaloni della mia tuta fino al mio inguine bello gonfio.
- Secondo te? - Jens sorride malizioso e felice ed amo che lo sia per merito mio.
Lo bacio di nuovo, più calmo e la sua mano si muove sulla mia erezione, la sua presa calda e morbida mi afferra deciso mentre mi masturba ed è la prima volta che la mano di un altro mi prende e mi tocca così e che io sono sveglio e cosciente.
Finisco per sospirare contro la sua bocca e so che per stanotte non faremo altro, ma va bene così perché non possiamo passare da un bacio al sesso così, però questa via di mezzo mi piace da matti.
Mi accascio contro il suo collo e gli sospiro addosso mentre lui mi fa venire senza freni.
E poi mentre i sensi impazziscono in ogni particella del mio corpo e trovo tutto questo maledettamente bello e appagante, non posso aspettare un solo istante, ora o giorno. Sempre appoggiato a lui, la bocca sul suo collo caldo che lecco e mordicchio, la mano va nel suo inguine a fare esattamente la stessa cosa. Lui non mi ferma e non mi chiede se sono sicuro.
Mi lascia fare mentre mi sostiene con le mani sui fianchi.
Arrivo nelle sue parti intime, gli tocco l’erezione che è eccitata e non fatico a farlo reagire.
Glielo tiro fuori perché lui ha ancora i jeans.
Glielo guardo febbrile mentre vedo la mia stessa mano masturbarlo e diventa sempre più grosso e pulsante mentre io con foga e decisione gli do lo stesso piacere che ha dato a me.
Per un momento vorrei inginocchiarmi e prenderglielo in bocca, ma credo che come passo successivo al bacio questo sia perfetto.
La sua voce roca geme mentre viene nella mia mano e mi sporca ed io sono pieno di voglie e istinti, ma Jens mi frena mentre vedo che sto andando a leccarmi il polso dove c’è il suo seme.
- Possiamo andarci piano. - Lo guardo, i nostri visi vicini separati dalla mia mano sporca di lui. Ridacchio e annuisco e così invece che leccare quello, lecco la sua bocca e la sua lingua che mi viene incontro.
- Non ne potevo più. - Mormoro circondandogli il collo con un braccio. L’altra mano pende di lato.
- A chi lo dici. - E finalmente penso di esserci riuscito.
Sia con la cosa dell’amicizia con Lewis che con la relazione con Jenson.
Le due cose che volevo ottenere, a cui tenevo. Le due cose che non lascerò andare più.”
/Lew/
“Io credo che sia porno quello che vedo.
Mi mordo la bocca mentre vedo la scena dagli schermi che ci sono praticamente ovunque e sono seduto nel mio angolino a respirare e riposare e mi asciugo la faccia e penso che è bellissimo che l’ultimo GP dell’anno l’ha vinto Seb, e sono comunque contento che Jenson abbia vinto il mondiale perché lo meritava e sono anche contento che Seb sia arrivato secondo alla fine.
Ma quel che io vorrei dire è che siccome Jens aveva vinto il mondiale già in Brasile, questa volta che è arrivato terzo sembra proprio una cosa fatta di proposito, tanto lui aveva già vinto il mondiale e voleva dare una gioia a Seb.
Non so perché ho quest’idea assurda, forse da come gli versa lo champagne in faccia tutto felice ed adorante e da come Seb tiene la testa indietro e si fa bagnare.
Io sono in difficoltà. Ma seriamente.
Perché ora ci vedo del porno in tutto questo.
Molto porno.
- Stai pensando al porno? - A questa frase salto e mi tengo istintivamente le mani sul pacco come a coprire il rigonfiamento che sta venendo fuori.
Nico si siede vicino a me ridendo.
- Sei scemo? - Gli dico tornando a fissare lo schermo insieme a lui che si asciuga il viso dal sudore.
Nico è venuto via dal suo box per unirsi a me nei commenti di fine stagione. È una cosa così normale.
- Però è pornografico. - Aggiunge indicando la scena col mento e l’aria maliziosa.
È stronzo, ha ragione Seb.
- Hanno un che di erotico, è vero... - Devo ammetterlo perché è evidente che è così.
- Un che? - Ripete scettico Nico fissandomi, io spalanco gli occhi e faccio il polemico:
- Eh che devo fare, spararmi una sega? - Nico ride e così torna a guardare Jenson più bello che mai che si mangia letteralmente con gli occhi Seb mentre gli svuota la bottiglia di Champagne sul visino giovane, liscio e abbandonato all’orgasmo. Perché è questo che sembra Seb. Che stia avendo un orgasmo.
Inghiotto a vuoto. Io davvero non ce la faccio. A momenti vengo. Però se prendo Nico e me lo faccio sospetta che è colpa di Seb.
È che poi li sto immaginando a letto.
Non stanno insieme perché Seb me lo avrebbe detto, però me li immagino. E sono belli, che ti devo dire?
Ho dei feticismi strani probabilmente.
Cioè sono geloso, però sono anche ammaliato. Non riesco a staccare gli occhi di dosso.
Poi Nico appiccica la bocca al mio orecchio e malizioso sussurra:
- Ti dirò che quella scena porno mi ha appena fatto venire una certa voglia. Ti va prima di andarcene? - E così ringrazio il Signore che ci pensa lui a questo.
Scatto subito in piedi e lo prendo per il polso tirandolo nella mia stanza dove tanto dovrei andare a cambiarmi. Mi tolgo la tuta in fretta e furia e lui fa lo stesso e per un momento, per un assurdo momento di letterale follia, spingo Nico contro la parete e lo giro di schiena.
È solo un istante, ma poi mi rendo subito conto che stavo per prendere il sopravvento, cosa che non abbiamo mai fatto e che non è normale fra noi, così mi ritiro e mi scuso. Nico ride girandosi verso di me.
- Ehi se vuoi così mi va bene. Se si tratta di qualche volta... - Ma scuoto la testa e sorrido calandomi tuta e boxer per poi girarmi e mettermi io piegato in avanti contro il muro.
Nico così alza le spalle e mi prende, usa la saliva per lubrificarci ed in un momento è dentro di me.
Chiudo gli occhi e dietro le palpebre tornano Jenson che bagna la faccia di Seb mentre se lo divora con uno sguardo carico di desiderio. E vedo Seb abbandonato ad un piacere che non riesco nemmeno a capire.
Penso che dietro di me ci sia Seb che mi prende e mi masturbo mentre Nico mi penetra e so che è Nico, lo so, però non riesco a non pensare a Seb e a quell’espressione, al suo viso bagnato.
Sto morendo. L’orgasmo mi investe come un treno e devo mordermi il braccio per non gridare. Nico pensa che sia merito suo e mi sento sporco, in colpa, un autentico verme, ma si svuota dentro di me e lo sento caldo e felice mentre mi porta alle stelle.
Stai zitto Lewis. Non parlare ora, o lo chiameresti Seb.
Stai zitto.
- Ti amo. - Mi dice contro il collo. Io rabbrividisco.
- Anche io. - Ma per fortuna non mi esce alcun nome dalla bocca. Per un momento ho avuto davvero il terrore di chiamarlo Seb. Se dovesse succedere sarebbe la fine.
Incontrare Seb e Jens prima di andare via con Nico è qualcosa di profetico.
Io e Nico abbiamo deciso di andare da me e stare insieme oggi e domani, tanto ormai è finita la stagione e si va in vacanza. Come al solito faremo qualcosa insieme alle nostre finte ragazze.
Non pensavo di incrociarli mentre arrivavano in hotel, hanno appena finito la conferenza mentre noi stiamo andando via dopo aver recuperato i bagagli.
Così ci fermiamo e vedo che sembravano intenzionati a salire insieme e di nuovo per la millesima volta ho l’impressione che stiano insieme e guardo Seb negli occhi per capire se è così. Ma non me lo ha detto. Me lo avrebbe detto, me lo ripeto testardo mentre Nico si complimenta con entrambi e li abbraccia allegro.
È una faccia da poker il mio ragazzo e lo invidio molto.
Mi fa venire i brividi mentre vedo Seb e Nico abbracciarsi.
- Dio come puzzi Seb! - Commenta poi allontanandolo arricciando il naso. Seb ride.
- Beh qualcuno ha avuto premura di farmi la doccia con tutta la sua bottiglia. - Dice Seb fissando Jens e capisco che è su di giri proprio per tutto quel bagno d’alcool.
Quando Seb è ubriaco diventa maniaco, salterà addosso a Jens? Ora scruto lui per capire che cosa farebbe.
In passato non è chiaro se potendo l’avrebbe fatto, è stato fermato da Michael, mi ricordo che me lo ha raccontato.
- Ho notato! - Dice malizioso Nico. - Potrebbe essere un piano perfetto per approfittare di te, io al tuo posto non starei solo con lui! -
Ok, lui sa che Seb sa, ma non sappiamo cosa sa Jenson. Jens è molto amico di Seb e quindi forse gli ha detto di me e Nico, ma la questione ora è un’altra.
- E chi ha detto che non sono io che voglio essere approfittato? - Ecco la questione.
Nico fischia malizioso e ride, Jenson ride a sua volta e vorrei distruggere le loro facce spiaccicandole una contro l’altra. Seb ride anche lui ovviamente soddisfatto mentre mi guarda ed io devo ridere come un coglione anche se vorrei solo strappare gli occhi a tutti.
- Beh allora lascio che approfitti perché avrete entrambi molto da festeggiare. - Perché deve fare questo, Nico?
Si abbracciano di nuovo e finisco per farlo anche io.
Abbraccio Jens mentre noto Nico e Seb. Quanto sono grotteschi. Sembrano pure convincenti. Che imbecilli. In questo fingere sono uguali.
- Comunque ho preso la patente della moto e ci dobbiamo mettere d’accordo per un giro insieme! - Dice ancora facendo quello socievole, è una parte che gli viene bene.
- Contaci! - Poi sono Jens e Nico ad abbracciarsi e questo non mi va meglio, ma quando Seb che puzza di champagne mi stringe forte mi ritrovo a dimenticarmi le gelosie ed i fastidi e a nascondere il viso contro il suo collo e ad ubriacarmi un momento solo respirandolo.
I brividi mi attraversano e mi perdo la conversazione dei due animali da palcoscenico per fare i complimenti a Seb.
- Sei stato davvero grande oggi. La prossima stagione sarà la tua, me lo sento! - Sussurro al suo orecchio. Seb rabbrividisce con me addosso.
- O magari sarà tua! - risponde nella stessa maniera.
Da qui forse non ne usciamo. Non credo. Non interi.
E non dico niente di Jens, non dico nulla di nulla.
Seb me lo direbbe se ci fosse qualcosa da dire. È solo chiaro che hanno fatto pace qualunque cosa avessero e va bene così.
Quando ci separiamo ci manca subito qualcosa, ma Seb prende Jens a braccetto e ci saluta andando su verso le camere, ridono insieme, sono su di giri ma non al punto da non sapere che fanno.
- Per me è la volta buona! - Commenta Nico al settimo cielo mentre li guarda entrare in ascensore.
- Oh andiamo, che te ne frega poi se succede? - Non voglio succeda, ma è più importante che Nico non capisca che non voglio.
- Niente, ma è una cosa divertente vedere due che si mettono insieme. Anche perché un anno fa esatto Seb era perso per te, com’è volubile la gente, non trovi? Se non è niente di serio o magari se la persona stessa non è seria, le cose finiscono in fretta. Non ci sono radici. Magari con Jens gli va dritta, sarebbe carino per lui dopotutto che una volta gli andasse dritta. -
Nico continua a parlare fingendo di dire cose carine su Seb, dicendo invece cose brutte. E all’ennesima sbotto, mentre saliamo in macchina coi nostri bagagli per dirigerci verso l’aeroporto coi rispettivi assistenti in un’altro taxi con altri bagagli.
- Tu non sai niente di Seb, quanto serio fosse con me, cosa provasse, cosa volesse sul serio! Ti sei fatto dei preconcetti e sei convinto di avere ragione, magari non provava nulla per me, magari non ci ha nemmeno provato e tu hai stravisto cose che non c’erano! Ed ora idem! Vedi cose che magari non ci sono! Sono due persone allegre e fisiche, che legano facilmente con tutti. Non c’è altro! E poi anche se fosse perché... come fai a dire che è volubile, che non è serio... - Sto parlando troppo, ma lui ride. Ride di me e della mia difesa e così mi zittisco per non arrivare ad un punto tragico dove poi sono io che devo farmi perdonare qualcosa.
Perché fra noi alla fine è sempre così.
- Se non ti conoscessi direi che lo difendi perché sei tu in realtà il suo amante! -
Chiudiamo la portiera e diciamo al tassista di partire, poi scuoto la testa e mi chiudo in un ostinato mutismo fissando fuori. Un mutismo che resterà tale per tutto il lungo viaggio di ritorno dagli Emirati all’Europa.
Perché quando pianto il muso, è lui quello che si deve sudare il mio sorriso. E questo giro lo suderà eccome. Ma tanto alla fine la spunta sempre.
A volte sono solo stanco.”