* Un salto di tempo in avanti, alla fine del campionato del 2010. E tutti sapete cosa è successo quell'anno. Ovviamente mi sono documentata sulle questioni tecniche, è vero che Seb non era mai stato prima quell'anno e che passa nella storia per molti motivi. Tutte le foto che metto derivano da quell'ultimo GP di Abu Dahbi. Come ho già detto, in questa fase della fic era molto importante rendere l'importanza di Michael nella vita di Seb perché lui stesso ha sempre detto che lo è stato molto. Ma è ora di tornare al sewis perché li abbiamo tenuti troppo separati. Penso che sul finale mi odierete. Buona lettura. Baci Akane*

47. SUPERARE SEMPRE QUALCUNO

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/Seb/

“Visualizza solo il traguardo. 
Guarda solo quello, Seb. 
Come ti ha detto Michael. 
Non sei mai stato primo in classifica, hai fatto una bella stagione, ma non sei mai stato primo, però oggi hai la possibilità di vincere il tuo primo mondiale. 
Dipende non solo da te, dipende da quel che fanno Fernando e Mark, però puoi riuscirci. 
È tutto il weekend che sono tesissimo, Jens è dolcissimo, mi riempie di battute e mi coccola un sacco cercando di farmi stare bene. Lewis cerca di parlare di tutto tranne che del mondiale, ma ha due occhi che parlano bene e si sta facendo i calcoli al mio posto perché se gli altri due non fanno una certa posizione ed io invece la faccio, vinco io. Posso vincerlo.
Oggi è l’ultimo giorno utile, l’ultimo GP di stagione, Abu Dhabi. 
Non sono mai stato primo nemmeno una volta, ma tutto l’anno ho corso divertendomi mentre piano piano diventavo sempre più consapevole e non volevo capire cosa potevo ottenere e dove potevo arrivare.
Non sono ambizioso, mai stato, però ho avuto i miei momenti nella mia vita dove mi fermavo a pensare che i miei obiettivi finali erano arrivare il più vicino possibile a quel che è stato Michael. 
Perché quando hai un dio è così che fai.
Ma non ho mai fatto nulla con quell’ossessione.
Sono in F1 e vivo un sogno, voglio solo godermelo.
Quando le cose si facevano pesanti e agitate andavo da Jens e poi anche Lewis era molto carino tutte le volte. 
Spesso nel paddock quando cerchi uno trovi anche l’altro in quanto compagni e così facevo finta di cercarli entrambi, ma forse non facevo proprio finta. Forse in effetti li cercavo entrambi.
All’inizio mi agitava la situazione, loro due in team insieme. Ero convinto di non saperli gestire, ma poi invece è stato tutto così facile.
Andavo là nel loro box o nel loro motorhome e li trovavo insieme.
Qualifiche insieme e noi lì abbracciati tutti e tre insieme a scherzare. Io a divertirmi con le facce gelose di Lewis mentre mi spalmavo su Jens, Lew che poi si metteva in mezzo così a caso cercando di essere naturale. 
Che bello che è stato quest’anno, lo devo ammettere. 
Lewis è geloso ma non se ne è mai reso pienamente conto, non gli ho mai detto di me e Jens, forse do per scontato che l’abbia capito e che preferisca non parlarne, forse non so proprio come affrontare il discorso e voglio credere che non debba per forza dirglielo.
Diciamo che questa stagione mi sono goduto tutto fino all’ultimo respiro.
Quello di Jens su di me, a letto, nelle nostre stanze, nei bagni, fra un camion e l’altro, ovunque. 
Lewis geloso e premuroso insieme che si prodigava fra me e Nico, sicuramente per lui non è stato facile quest’anno. 
E poi Michael. 
Quello di Michael è stato prezioso, preziosissimo. 
Non mi è stato sempre addosso, ma il solo fatto che parlasse e scherzasse tanto con me quando capitava di incontrarci, mi ha aiutato.
Sono qua fermo nella mia stanza prima di uscire ed iniziare l’ultimo tram tram di quest’anno e penso a tutto.
Alla stagione, alle cose belle, alle cose brutte. 
Ma non trovo cose brutte.
Nico alla fine è passato quasi trasparente.
Grazie a quel litigio non ho dovuto fare quella ridicola uscita a 4, ma abbiamo fatto finta di fare pace e forse tornerà alla carica. 
Michael è stato prezioso, torno a lui inghiottendo e chiudendo gli occhi, batto il piede per terra e molleggio la gamba nervoso. 
È arrivato in certi momenti e mi dava consigli che sembravano buttati così a caso e senza senso. Però poi erano i consigli giusti. 
Non guardare gli altri. Non guardare quello che devi fare. Non farti calcoli.
Scendi in pista, sali in macchina e corri.
Corri per la perfezione, corri per il risultato migliore, corri perché vincere piace a tutti. 
Corri per superare la prima curva, e poi la seconda, e poi la terza. E poi corri per superare il primo giro. E poi il secondo. 
E poi corri per il traguardo. 
Non devi pensare a cosa succede intorno, a cosa faranno loro e cosa dovresti fare tu. 
Ieri sera è venuto da me e me lo ha detto, perché sapeva che oggi era essenziale. 
‘Non penso di poter vincere. Non ho mai pensato di farcela. Fernando è forte.’ Gli ho detto. 
Michael ha sorriso. 
‘Non devi avere paura di vincere. E nemmeno di crederci.’ Come sapeva che avevo paura di quello? Me lo ha detto così come niente ed io stesso non lo sapevo nemmeno. 
‘Come si fa a correre così?’ Ho chiesto alla fine. È stato il primo consiglio che gli ho chiesto. 
Tutto l’anno mi sono detto che ci teneva a me ma che non potevo essere il suo prediletto sul serio. Ieri sera l’ho accettato. Sono il suo prediletto e mi vuole aiutare. Ma non è questo quanto che io voglio essere aiutato. 
Io ho bisogno di essere aiutato e sono sicuro che solo lui può farlo. 
Così Michael semplice e calmo mi ha risposto: 
‘Visualizza il traguardo. Solo quello. Domani corri per superare curve, giri e colleghi. La F1 è questo in realtà. Superare. Superare qualcosa, qualcuno, il traguardo. Non pensare ai punti, alla classifica e al significato di una posizione o di quella degli altri. Pensa solo a superare. Solo a superare.’ 
Superare. Mi ripeto questo. 
Non posso pensare al complesso della cosa, ne rimarrei schiacciato. Ma posso pensare ad una. Salire in macchina, accendere il motore e superare. Questo lo posso fare. 
Il resto sarà quel che sarà.
‘In ogni caso ricorda questo, Seb.’ Mi ha detto poi guardandomi negli occhi, spalla contro spalla seduti a berci una tisana calda nell’angolo confort dell’hotel. ‘Non sei tu a perdere ma loro. Non hai nulla da perdere tu. Capito?’
‘Tu intendi per adesso?’ Michael ci ha pensato. 
‘Ti auguro un giorno di essere nella loro situazione. Di essere tu quello a perderci nel caso di un errore. Perché significa che avrai fatto una grande carriera e che tutti si aspettano che tu vinca perché l’hai già fatto e sanno che lo puoi fare. Se sarai un giorno nella loro condizione, quella di poterti giocare tutto, di poter perdere un sacco, significa che avrai scalato la montagna e che avrai già raggiunto la vetta altre volte. A quel punto il difficile non sarà raggiungerla una volta, perché significa che l’avrai già fatto. Ma sarà raggiungerla altre volte. E più lo fai, più diventa difficile. Ma la cosa bella è che quando poi ci riesci, quell’ultima ennesima volta sarà sempre quella più indimenticabile.’
Ho registrato le sue parole nella mente, una per una, come ogni altra che mi ha detto. Registro sempre tutte le sue parole nella mia mente.
Sono dei regali bellissimi.
Non so se ci si innamora davvero dei propri idoli, non so se sia questo l’amore. Forse è una cosa chimica anche questa, perché lo adoro e lui tiene a me e mi aiuta molto e quindi si è instaurato un certo rapporto ed è facile poi credere chissà cosa. 
Ma che lo desidero è un fatto. 
La mia fortuna è avere Jens, perché altrimenti Lewis non avrebbe scampo.
Ridacchio mentre ci penso.
Oggi potrebbe essere la prima vetta. Mi alzo in piedi e sospiro sciogliendo i muscoli del mio corpo. 
Oppure potrebbe essere che ci arrivo vicino e ci riproverò il prossimo anno. 
Non avrò perso nulla anche se non ci riesco ora. 
Poi la cosa difficile sarà rifarlo.
Ma ora andiamo a rendere un po’ fiero Michael, almeno un po’, visto che ha passato tutta la serata a farmi discorsi motivazionali e  darmi preziosi consigli.
È vero quel che ha detto. Si corre per superare qualcuno o qualcosa, a volte sé stessi, ad un certo punto. 
Io però corro anche per lui, perché il mio dio mi ha scelto ed io devo far sì che non abbia scelto male. Voglio renderlo fiero ed oggi ho quell’occasione. 
Oggi correrò per superare e per lui.”

/Lew/

“Seb è nella storia.
Il più giovane di sempre a vincere un mondiale e per giunta senza essere mai stato primo in classifica. 
Ha fatto un’impresa storica in più sensi. 
Come sono fiero di lui, non sto proprio nella pelle. Lo abbraccio subito appena scendo dalla macchina, ancora i caschi addosso, prima che tutto qua diventi un gran caos. 
Seb salta come un grillo, abbraccia tutti e si sofferma fra le mie braccia mentre gli occhi sono già pieni di lacrime. Che bello vederlo piangere di gioia, è così felice e abbraccia tutti, sprizza felicità da ogni poro.
Lo vedo stringere anche Jenson, anche loro coi caschi ancora addosso, sono sicuro che anche lui è sinceramente felice.
Seb ha fatto un’impresa pazzesca, le cose oggi si sono messe in modo tale che lui ha afferrato la sua unica grande occasione e non se l’è lasciata sfuggire. Lottare fino all’ultimo, senza mai mollare, non importa cosa dicono tutti, i media, la matematica, le statistiche. 
Tu vai e corri e se ce la fai lo prendi, quel mondiale. E lui se l’è preso. 
Vivo la scena da spettatore mentre Seb senza casco viene raggiunto da Michael che si complimenta con lui. E lui è speciale. 
Lui è il suo Michael, Seb non poteva non fiondarsi fra le sue braccia.
Sono geloso, riesco ad esserlo mentre li vedo da lontano in questo caos e posso solo immaginare cosa gli dica, perché non sono lì vicino a sentirli. 
Però deve essere bellissimo vincere il tuo primo mondiale e abbracciare il tuo idolo. 
Michael gli mette la mano sulla spalla e la stringe e poi scivola sulla nuca e stringe anche lì, lo trovo un gesto molto possessivo e protettivo insieme. Lo guarda fiero, orgoglioso e felice. 
Gli dirà che è stato fantastico e che lo merita tutto questo e che questa prima cima la deve ricordare per sempre, ma è sicuro sarà la prima di una lunga serie. In realtà non lo so, ma lo immagino.
Si vede solo che Michael è sinceramente felice per Seb, come se fosse suo figlio. Ma vedo quel modo di stringerlo e farlo suo davanti a tutto il mondo, come se volesse mettere in chiaro che lui lo ha scelto e che è speciale. Che Seb è il suo prescelto.
Il suo.
Forse sragiono e vedo cose che proprio non esistono, o vedo Seb pender letteralmente da lui, con occhi sognanti e carichi di lacrime di gioia. Penso che per lui farebbe di tutto sul serio e forse si tratta di questo.
Me che riesco ad essere geloso in un momento simile, di una situazione simile. Sono proprio suonato.
Lewis sei un idiota, ecco cosa sei.
È il momento di Seb e merita questa gioia con Michael e lui è davvero felice per Seb. Il resto non conta. Come lo tocca, come lo guarda, con quale accezione lo fa, non conta proprio. 

Finalmente nessun Michael e nessuna folla, nessuna videocamera dopo i primi due minuti di consuete riprese nella stanza dietro il palco. Finalmente c’è un momento per respirare di nuovo. Siamo noi primi tre di oggi, io, lui e Jens e improvvisamente non sono più tanto geloso come lo sono stato in certi momenti, credo sia ‘colpa’ di Michael. 
- Sei stato grandissimo, Seb! Te la meriti davvero un sacco! - Dico finalmente potendo avere un po’ della sua preziosa attenzione.
Seb passa dal pianto di gioia allo shock dove non capisce nulla di quel che succede e mi fa una tenerezza infinita vederlo così su di giri, spontaneo e felice oltre ogni dire. Specie quando mi abbraccia in lacrime. Sento il suo pianto contro il mio collo e percepisco che allarga le braccia e mi spinge, quando capisco cosa fa mi ritrovo Jenson che mi abbraccia da dietro e le loro fronti sono a contatto. Sta succedendo qua con me in mezzo, mentre ho le budella attorcigliate per la tenerezza del suo pianto e per il modo in cui si è tuffato fra le mie braccia. E i loro visi attaccati, in mezzo la mia spalla. 
Per un momento è di nuovo un enorme caos, ma non come prima che non sapevo cosa fare. È un caos di quelli da morire di brividi, col cervello che si sconnette totalmente e le mie mani che dalla sua schiena scendono sul suo sedere e non dovrebbe proprio succedere. Ma Seb è così fuori che non se ne rende conto e forse è colpa del corpo di Jens così tonico anche attraverso la tuta che si preme contro il mio corpo. 
E non so proprio cosa succede sulle loro facce, ma è meglio che non guardi. Non voglio guardare. Non voglio sapere. 
È semplicemente sconvolgente. 
Siamo tre persone che si adorano, perché durante l’anno ho imparato ad apprezzare in modo innegabile anche Jens che è una persona fantastica, e loro due si adorano e non lo posso di certo negare e ci adoriamo anche io e Seb. Questo di sicuro è vero. 
- È stato un anno incredibile! - Dice solo, è tutto scosso e la voce è ancora spezzata per un pianto che avrà tutta la notte. 
- Hai tantissimo da festeggiare quest’anno! - Esclama Jens sciogliendosi per primo, sento uno schiocco di bacio, non so dove glielo ha dato. Spero davvero sulla fronte. 
Voleva fare esperienze e ne ha fatte. Con Jens, con me, con Michael, con la F1. Quante esperienze ha fatto? 
- Sei contento? - Chiede sempre Jens mentre anche noi due ci lasciamo con un evidente rammarico, lo guardo con una mano sulla sua spalla ed una sulla mia, come se fossimo suoi figli. È così dolce quest’uomo perché lo vedi che è sinceramente felice per lui, i suoi occhi sono due diamanti pieni di luce mentre si rimira Seb. Non che poi i suoi siano da meno mentre annuisce perdendosi nel suo sorriso facendomi sentire decisamente di troppo. 
- Non capisco un cazzo ora! - io e Jens ridiamo, poi siamo chiamati fuori. 
- Beh, non è ora di capire un cazzo infatti! È ora di festeggiare! - Così dicendo il primo ad uscire è lui in quanto terzo classificato. 
C’è questo brevissimo istante in cui io e lui siamo soli e ci guardiamo mettendoci uno dietro l’altro pronti per uscire al nostro richiamo. 
In questo la mia mano si muove da sola, si prende la sua e lui me la stringe. Intrecciamo le dita fugacemente senza pensarci nemmeno. 
Ci guardiamo negli occhi carichi di gioia, gli occhi lucidi, i suoi sempre pronti a piangere ancora e le dita intrecciate forti insieme. Forse è il massimo che posso avere da lui, di sicuro non posso pretendere di meglio. Ma è bello. È bellissimo. 
- Sei stato immenso. Complimenti, tesoro. - Il tesoro mi esce ed è di troppo, ma per fortuna mi chiamano ed esco. 

Tesoro. Tesoro. Sono proprio suonato.
Perché, e la mano sul suo culo? E poi ad intrecciare le dita alle sue?
Se è l’effetto Michael che sembra voglia mettere i manifesti su Seb, sto fresco perché non credo abbia intenzione di fare dei passi indietro. 
Guardo Jenson che continua a rimirarsi Seb sul podio mentre ci sono gli inni e scoppia ancora a piangere a dirotto. E vorremmo stringerlo tutti e due. 
Credo che lo sto guardando con la stessa adorazione spontanea di Jens, ma non so che sentimento sia per nessuno di noi due. 
Non ne ho idea e non mi interessa, in questo momento.
Seb è così contento ed io lo sono per lui. Il resto non conta.
Quando Jens prende lo champagne ed inizia a lavarlo ovviamente io non sono da meno.
Io e Seb non abbiamo avuto la fortuna di fare moltissimi podi insieme, ma è sempre bellissimo fare questa pioggia alcolica insieme. 
Ovviamente in due prendiamo subito il sopravvento e ci mettiamo ai lati e gli rovesciamo tutte le nostre bottiglie in testa, Seb ride e si toglie il cappellino e non ci prova nemmeno a reagire. 
Si prende tutto lo champagne ed anzi piega la testa all’indietro e chiude gli occhi in abbandono.
Come una volta aveva pensato bene di fare con Jens che mi aveva fatto venire un’erezione da panico. 
Guardo Jens dall’altra parte perso, innamorato e anche eccitato. Lo adora. Da qua lo vedo ancora meglio.
Se lo sta di nuovo divorando con gli occhi.
È shoccante da quanto bene si veda. Ed io?
Lo guardo allo stesso modo?
Lo champagne scende e seguo il percorso sul viso splendido di Seb, gli occhi chiusi, la bocca aperta che ne beve chissà quanto. 
Io trovo tutto questo di nuovo pornografico.
Molto pornografico.
Così tanto che se non fossimo su un podio davanti ad un sacco di gente, mi inginocchierei e gli farei un lavoro di bocca là sotto! 
Dio Santo, che qualcuno mi salvi che a momenti gli infilo la lingua in bocca. 
Per fortuna le bottiglie si svuotano e finiscono e le mettiamo da parte. Seb scuote la testa ed i capelli impiastricciati che gli stanno bene comunque. O forse sono ubriaco vedendolo pieno di alcool. 
Non so ma ho i miei problemi e penso che Nico sarà furiosamente andato via, non avrà nemmeno guardato la scena da tanto irritato che sarà. 
Se continuavamo non so cosa poteva succedere, ma il problema è ora e me ne rendo conto dopo le consuete interviste e quel che resta prima di andare dietro. Cioè sono troppo eccitato e la fonte della mia eccitazione è qua. Qua accanto a me. Ed io non so come fare per non gettarmi nelle sue braccia stasera. Forse perché ho intravisto Michael giù fra la folla ad applaudirlo felice ed orgoglioso e temo che potrebbe finire fra le sue braccia ed io non voglio.
L’idea che Seb corra da lui e che suonato com’è stasera ci faccia qualcosa, mi manda fuori di testa. Mi sconnetto al punto che una volta che rientriamo gli prendo la mano e me lo tiro prima che possa anche solo respirare. 
Jenson era distratto a parlare con altri e nemmeno ci vede sparire. 
Ma per fortuna qua dietro ci sono dei bagni poco distanti.
E per fortuna che sono vuoti. 
Per fortuna che c’è una chiave e che posso chiuderci dentro. 
E forse Seb è abbastanza ubriaco da non capire che cosa sto per fare. Per fortuna.”