* Questo capitolo è esclusivamente dalla parte di Seb, sempre nella ROC del 2010, perciò in Germania. La prima parte è incentrata su Seb e Michael che sono ancora da soli a parlare, Seb si confida con lui e Michael riesce come un guru a dargli un preziosissimo punto di vista e a fargli tirare fuori tutto quanto. So che per Seb Michael è sempre stato molto importante, lo ha spesso detto lui, ma anche dal materiale che ho trovato si vede che Seb ha tipo un'adorazione che per me sfocia in qualcosa di più, nel corso dei capitoli penso di aver reso molto bene quello che li lega. Anche per Michael, Seb era importante e si è visto molto. Poi la seconda parte è su Seb e Jenson. Jenson, piccolo cuoricino di mamma. Buona lettura e buona pasqua. Baci Akane* 

51. DISPERDERE LA TEMPESTA

seb michael seb jenson

/Seb/

“Lo guardo meravigliato. Sembra una frase fatta, ma ha ragione, è una cosa sciocca ma è vero e forse la considero solo perché me la dice Michael, se me la diceva qualcun altro gli ridevo dietro. Ma è lui e non si ride. A lui si crede e basta. 
Michael continua a guidare e noto che non siamo nemmeno vicini al locale indicato da Jens, così è chiaro che sa che c’è altro.
Mi chiedo se non sappia già tutto. E mi chiedo da quanto lo sappia. 
- E poi... - Mi faccio forza fissando le mie mani che tormentano i lembi della giacca. - E poi c’è un altro con cui non so cosa fare. - Credo sia il massimo che posso fare e già mi viene da piangere, sono cose troppo grandi di cui parlare, per me. 
Lewis lo è. 
- È Lewis? - Mi mordo la bocca. Sa già tutto, ok. Faccio un sorriso per alleggerire me stesso, ma poi mi prendo gli angoli interni degli occhi e stringo cercando di controllare tutto, ma è difficile. Molto difficile. 
Ci metto molto. Parlare di Lewis non è facile e Michael deve fermarsi in un parcheggio che non è quello del locale. 
Non ho proprio idea di dove sono, ma ora ho i suoi occhi addosso, i suoi nei miei, in questo buio notturno, la macchina accesa rimane a riscaldarci. 
Inghiotto ancora a fatica e guardo in alto cercando la forza e le parole e soprattutto di non piangere sul serio: 
- Siamo troppo diversi. Vogliamo cosa diverse, siamo disposti a dare cose diverse. Questa diversità ci impedisce di avere la relazione che vorremmo. Per me è una questione impetuosa, vorrei solo perdermi in lui e basta, ma lui vive per l’amore, lui si sta innamorando ed è impegnato con un altro ed è tutto così complicato. Siamo amici e abbiamo deciso di rimanere amici ma... - Ma la voce si spezza. 
- Ma non ci state riuscendo tanto bene. - Sorrido amaro guardando in basso le mani contratte fra di loro, sorrido ed annuisco. 
- Entrambi abbiamo altre storie in linea con chi siamo e vogliamo. Anche se Jens crede nell’amore ed io no comunque è iniziata come qualcosa di semplice e leggero e non pretende nulla. Lewis sì. Per questo ho deciso di non andare oltre l’amicizia. Perché credo che non ne varrebbe la pena. Che come amici funzioniamo, ma come compagni o amanti non funzioneremmo. - Per essere uno che non sapeva come dirlo, ne ho tirate fuori di parole. 
Michael sorride dolcemente mentre mi guarda con un fare fraterno e mi mette una mano sul ginocchio che mi fa morire completamente. 
- Perché devi decidere tutto tu? Che l’amore non esiste, che non sei capace di innamorarti, che faresti soffrire lui, che il rapporto si rovinerebbe... perché devi decidere che una cosa sarà come dici tu? - E la domanda del secolo so che mi terrà occupato per tutta la serata. E la vita, forse. 
Lo guardo meravigliato guardandolo perché mi ha dato un punto di vista totalmente diverso e verissimo che mi sconvolge e mi mette sotto sopra. 
- Io... io non so... - Mormoro sconvolto. Lui sorride ancora di più divertito e poi si fa solo fraterno e maturo. 
- Per la mia esperienza possiamo farci i programmi che vogliamo, ma la vita ci stupisce in tanti di quei modi che non immagini. E lo scoprirai. Non so dirti cosa devi fare, solo non precluderti a priori strade. Non decidere che quella cosa non andrà. Tieniti le porte aperte e vai avanti con mente aperta, pronto e disponibile a tutto. Vedi come ti va la vita e afferra le cose. Ascolta il tuo istinto e non la tua ragione. - Mentre lo ascolto calmo e pacato faccio mie le sue parole mentre penso che se mi dicesse che le balene volano ci crederei ciecamente. 
È incredibile. È questo il suo potere su di me. 
Il potere di raddrizzare ogni cosa. 
Forse è vero che sbaglio. L’amore esiste.
E forse è un po’ questo che provo per lui, perché nessuno mi ha mai cambiato così. Nessuno ha mai avuto un tale potere. 
Il potere di disperdere la tempesta. 
Lo guardo e sorrido e mi rendo conto che la voglia di piangere è andata via e sono più leggero.
Sorrido e lo ringrazio. 
Anche questa è una di quelle chiacchierate che non dimenticherò mai. Ma nessuna di quelle che ho avuto con lui le dimenticherò mai. Mai.

Non credo nemmeno che sia reale. 
Jenson allarga le braccia teatrale quando ci vede arrivare e fa uno splendido sorriso smagliante, poi ci abbraccia commentando:
- Vi avevo dato per dispersi! Cominciavo a pensare mi volessi tradire! So che per Michael ti venderesti anche entrambi i polmoni! - Dice scherzando, Michael ride ed io arrossisco imbarazzato perché forse ha ragione e poi mi abbraccia e scherza facendo finta di essere fidanzati, cosa che siamo.
Anche se non siamo fidanzati, siamo due che vanno a letto assieme. È diverso. 
Appena mi ritrovo trasportato sotto il suo braccio protettivo verso l’interno del locale, mi sento subito meglio.
È come se mi trasportasse in una dimensione parallela dove posso dimenticare i casini con Lewis e Nico, è così da sempre, da quando ho avuto il piacere di interagire con lui, per questo mi ci sono aggrappato.
Nessuno ha questo potere, lui riesce a portarmi via da là nel momento in cui ci sto insieme. 
Il problema torna quando non sono con lui, perché mi rimetto a pensare a Lewis, non è facile la questione, però ce la posso fare. 
In qualche modo penso di poterlo fare e poi come dice Michael devo affidarmi di più al mio istinto e non pensarci troppo quando sono in procinto di fare qualcosa. 

La serata procede a gonfie vele e va meglio, avrei dovuto parlare con Michael molto prima. Non credo abbia fatto niente di speciale, se lo vedo da un punto di vista distaccato, però il fatto di aver tirato fuori tutto per la prima volta è importante. Non ho mai detto questo ad anima viva e ancora non riesco a parlarne a Jens, che però mi fa stare bene quando sono con lui. 
Forse non è una buona ragione per stare con qualcuno, ma è questo il genere di rapporti che io cerco o meglio quelli in cui credo. Quando stai bene con qualcuno e quel qualcuno sta bene con te e siamo felici insieme. Il resto non conta. 
 Quando finiamo io e Jens a ballare in pista ricordo la serata di qualche settimana fa ad Abu Dhabi con io e lui spalmati addosso, le nostre ragazze da qualche parte e davanti ai miei occhi, sulla mia stessa mano, Lewis e Nico che facevano altrettanto. 
Ma oggi è solo per me e per lui. La gente intorno ci protegge in qualche modo impedendo di essere riconosciuti, perché di nuovo questo è uno di quei posti strategici dove c’è così tanta gente che non ti guarda e non ti nota. Fra l’altro per noi piloti sempre col casco in testa, se non abbiamo la nostra tuta spesso non ci riconoscono proprio. 
Sento lo sguardo vigile di Michael che mi agita e credo di avere tante cose dentro fra lui e Lewis, ma ora sono davanti agli occhi bellissimi di Jens, fra le sue braccia forti.  
- Va meglio dopo la chiacchierata con la tua guida spirituale? - Chiede poi mentre mi si spalma addosso proprio vicino ad un’altra coppia gay che non ha problemi a limonare di brutto. 
Alzo la spalla ed annuisco sentendomi in colpa, poi preferisco fare come faccio sempre: 
- Padre Michael è stato molto utile! Te lo consiglio se ne hai bisogno, te lo posso prestare visto che sei tu! - Jens ride capendo che preferisco non parlarne, come al mio solito, e sta allo scherzo come sempre. 
- Ah no lui è il tuo territorio esclusivo, io ho il mio di padre spirituale! - Così mi accendo ancora meglio infilando le mani dentro ai suoi jeans aderenti, lui si accende di malizia sentendo, quanto lo sono io: 
- E chi sarebbe? - Lui in risposta mi morde il lobo dell’orecchio e aumenta gli strofinamenti contro il mio bacino. 
- Non te lo dirò mai! - Questo mi fa scattare la gelosia, cosa che di rado mi è scattata con lui. Con la temperatura del mio corpo che sale a dismisura, faccio l’osceno col suo culo come lui lo fa coi nostri bacini gonfi e mentre mi perdo nell’erotismo e nel divertimento con Jens, butto un’occhio a Michael rimasto in parte a parlare con altri amici di fiducia che dalla posizione in cui sono non possono vederci bene, non certo che fanno le nostre parti basse e le nostre mani. 
Ma Michael sì, Michael è in quella posizione strategica di controllo a distanza e noto che il suo sguardo vigile ci lancia spesso occhiate e credo che cerchi di capire come stiamo insieme in corrispondenza con la confidenza che gli ho fatto.
Ma non so cosa sia, però queste occhiate mi piacciono da morire e in risposta prendo Jens e lo trascino in bagno perché improvvisamente non posso più resistere. 
A lui piace quando faccio così, quando mi infilo in un bagno e mi spalmo contro la porta e mi do così. Lui mi prende volentieri, se lo prende eccome. E gode mentre se lo prende e godo anche io.
Jens che sa essere rude e virile oppure dolce e romantico o anche erotico e sensuale.
Jens che è perfetto, che non può nemmeno essere reale, non ci credo che lo sia. 
Jens che mi dà tutto quello che chiedo e che non mi chiede di più, accetta e basta. Jens che non me lo merito proprio.
Jens che viene dentro di me dopo che si è assicurato che venissi io macchiando fra le mie scarpe. 
Jens che non sa che ho pensato a Michael per un momento assurdo. E poi a Lewis. 
Ed è sempre tutto confuso nella mia testa, ma il mio punto d’equilibrio è lui, se mi stacco da Jens è finita, è un macello, è la tempesta. Jens mi fa stare bene, mi fa cancellare tutto, mi fa sopportare tutto, mi fa mettere tutto da parte. Per questo non posso privarmi di loro. Non posso. E se penso a Michael e Lewis mentre lui mi scopa poco importa, perché se non avessi il suo cazzo dentro impazzirei così tante volte che non so cosa farei. 

- Seba? - Mi chiama Jens mentre stesi in camera da letto in questo hotel in Germania, concludiamo con l’ennesimo orgasmo dei giorni bellissimi anche se strani.
- Mmm? - Chiedo intrecciando le dita alle sue, la testa sul suo petto, la posizione che preferisco.
Fra le sue braccia mi sento il suo cucciolo, è di una tenerezza infinita e me la tira fuori come nessuno mai. 
A volte fantastico su me e Michael, chissà se sarebbe così anche con lui?
So che non è di questa sponda e non esiste proprio che succederebbe e non vorrei, cioè vorrei, ma non ci riuscirei perché è come un dio intoccabile. Prendi tutto quello che puoi, però non vuoi rovinarlo o sporcarlo, non vuoi fare nulla che sia rischioso per il vostro rapporto perché è l’unico che non potresti mai perdere. 
Però le sue maniere possessive mi piacciono, non so con che accezione mi guarda, ma adoro che lo faccia. Il resto non conta. 
- Credi che Michael farebbe mai esperienze omosessuali se si trovasse in certe situazioni? - Questa domanda mi sconvolge. La prende larga per capire che genere di rapporto ho io con Michael. Pensavo potesse essere geloso di Lewis, ma di lui nemmeno mi parla. Mi chiedo che idee si sia fatto, visto che non gli dico mai nulla. 
- Non credo. Non me lo vedo. - Jens non dice nulla, così mi metto a pancia in giù con le lenzuola che ci ricoprono, la sua mano fa su e giù leggera sulla zona lombare e mi riempie di brividi piacevoli. Il suo viso è così bello, ora lo vedo bene e mi sorride con la sua tipica dolcezza. Le mia dita giocano col suo capezzolo. 
- Tu pensi che ci starebbe con un ragazzo? - Lui piega le labbra ed alza le spalle riflettendoci. 
- Prima di quest’anno avrei giurato sulla mia vita di no. - 
- Prima di quest’anno? - 
- Poi ho visto come ti tiene a sé, come ti mette il braccio intorno al collo, come ti guarda. Tu non te ne accorgi ma quando sei con qualcuno che ti piace, come me o Lewis, e lui è nei dintorni, ti lancia occhiate... - Jens guarda in alto cercando la definizione corretta mentre io non respiro. - Possessive. Non sono sicuro del genere di sentimento che lo lega a te, si vede che ci tiene e non ha mai tenuto a nessuno come a te. Però non riesco a mettere a fuoco la cosa. - Inghiotto a vuoto mentre il cuore batte fortissimo e l’emozione mi demolisce letteralmente. 
- Tu... tu dici davvero? - Annuisce. 
- Ti piacerebbe? Se ci provasse con te una sera tu ci staresti? - Con questo, dopo avermi demolito, mi affonda e disperde le mie ceneri. 
Per un momento mi vedo a letto con Michael e mi torna duro, lui lo sente e spalanca gli occhi sorpreso, non aspettandosi questa risposta. - Ah, lo prenderò per un sì! - io avvampo e nascondo il viso contro il suo petto, Jens per fortuna ride ed è un motivo in più per far di tutto per non farmelo sfuggire. È l’uomo perfetto, non pensavo esistesse. 
Eppure sono sicuro che sia geloso, è la prima volta che indaga e mi stupisce che lo faccia su di lui. Forse sono meno controllato con Michael e con Lewis ci riesco meglio. 
- Michael è un discorso a parte... è come sopra le parti, non so se mi spiego. Io per lui ho una venerazione che rasenta... - Ma non trovo la parola corretta. Ci pensa lui. 
- L’amore. - Inghiotto a vuoto ancora e scuoto la testa, poi la piego e la scuoto incerto. 
- No, non lo so, cioè non credo all’amore ma sto riconsiderando tutto. Sto mettendo tutto in discussione. La vita è imprevedibile, non posso decidere io come stanno le cose. È vero che Michael è speciale e farei di tutto, non so fin dove mi spingerei. Credo che il mio sia più fanatismo alimentato da un rapporto che Michael ha voluto per qualche ragione e che tiene acceso. - 
- E non ti chiedi fin dove lui potrebbe arrivare? - Le sue dita ora salgono dalla schiena ai capelli mossi ed arruffati, cerca di districarne alcune ciocche delicatamente e questo mi fa chiudere gli occhi e appoggiare la testa di nuovo sul suo petto. Lui continua a giocare coi capelli facendomi morire, ma mi rendo conto di sembrare il suo cucciolo. 
- Non lo so. No non me lo chiedo perché per me è troppo immaginarmi a fare certe cose con lui. - Poi mi rendo conto che ne sto parlando con lui. - Comunque non credo succederà mai. - Cerco di correggere un brutto tiro, faccio una smorfia, ma lui mi bacia la fronte in risposta. 
- So che cosa pensi dei rapporti, non devi cercare di essere diverso da come saresti normalmente! - 
- Beh, io sto benissimo con te e vorrei che anche tu stessi benissimo con me. Il resto sono discorsi ipotetici inutili perché non succederà mai nulla con Michael, per me non è di quel genere quel che lo lega a me. Non lo so, ma non penso, ecco. - Voglio chiudere questo argomento che però so a lui preme perché forse non me lo vuole dire perché sa come la penso, ma io so che si sta prendendo o non sarebbe tanto dolce con me. 
- Tu non ti rendi conto di come attiri le persone che ti circondano. Hai un dono, Seba. Quello di conquistare chiunque tocchi. E di persone ne tocchi. - Penso a Lewis e Nico. 
- Non tutti. - Se non altro Nico mi odia. Lui torna a baciarmi la fronte e lo rifà fino a che il sonno non mi coglie. Non voglio che cambi nulla da questo istante. 
Eppure so che se Michael mi baciasse o se Lewis mi dicesse che ha lasciato Nico per me, io andrei da loro e mi odio per questo, perché Jens non merita questo, non merita uno come me. Eppure se non avessi lui, in questo momento, non potrei muovere nemmeno un passo. Nemmeno uno.”