*Arriva la parte di Lewis, il seguito della serata disastrosa al locale dove Lewis voleva buttarsi su Seb che invece l'ha frenato, con Nico in sala ad aspettarli. Sicuramente la questione non passa indolore, ma questa volta Nico è deciso ad usare un altro sistema, un sistema che sulle prima preoccupa molto Lewis, ma che poi, forse, poi così male non sarà. Buona lettura. Baci Akane*
52. PERIODO DI PROVA
/Lew/
“L’ho solo rimandato e lo so e quel che mi preoccupa è questo tempo che si allunga, il tempo che intercorre fra me e la sua reazione, perché una ci sarà, ne sono certo.
È freddo da quel giorno ad Abu Dhabi e so che non andrà avanti così per molto.
Ha detto che quest’anno fa le vacanze per conto suo con Vivi e non ha aggiunto nulla, io lo lascio un po’ per conto suo perché so che è meglio se lascio correre del tempo, ma so anche che farlo correre non risolverà nulla. Perché Nico mi sta mettendo alla prova per vedere se lo rincorro o no e se non lo farò sarà peggio, molto peggio.
Perché lui non molla, so che non mollerà.
Inizialmente mi piaceva il suo non mollare, lo vedevo come un tenerci a me da morire. Così come la sua ossessione, la sua possessività. Però ora inizio a vederlo come qualcosa di distorto, non dovrebbe essere così. Ma non so come dovrebbe essere comunque.
Il fatto che mi frena dal lasciare che le cose vadano così è che sono in torto. Io ho sbagliato, io l’ho ferito e lo sto ferendo. Io vorrei tradirlo o lasciarlo in certi momenti.
Io mi metto in discussione. Lui sa cosa prova e lo prova alla sua maniera, ma sono io in difetto. Solo io.
Sospiro e mi decido a chiedergli udienza, mentre penso che è meglio lasciar perdere Seb.
Cioè per ora, fino a che non lo rivedrò la prossima stagione. Penso sia meglio così per tutti.
So cosa mi aspetta con Nico, o per lo meno credo di saperlo.
In realtà mi illudevo.
Quando i suoi occhi si posano sui miei definirli gelidi è un eufemismo.
Non ho mai visto gli occhi di Nico così su di me, è stato furioso molte volte e la sua furia la ricordo, ma ora c’è qualcosa di diverso.
So che mi aveva dato un ultimatum, ma è come se si stia passando ad un’altra fase. Una fase che non piacerà a nessuno.
Forse esagero perché sono come sempre melodrammatico.
Mi fa entrare in casa sua mentre non ha intenzione di propormi qualche uscita, qualche vacanza, nulla.
Si siede con la sua caratteristica eleganza sul divano e mi guarda piegando la testa di lato in attesa. Mi fissa mentre inghiotto a vado a sedermi sulla poltrona per guardarlo bene e non essergli troppo vicino.
Mi pento del gesto perché mette le distanze e non dovrei cercare le distanze a meno che non sono qua per lasciarlo.
- Credo sia ora di parlare di Abu Dhabi. - Dico subito diretto con la voce più mite e colpevole di questo mondo. E non ho nemmeno idea di cosa sia successo quando me ne sono andato, ma mi sono ritrovato Seb davanti e non Nico e poi quando siamo tornati da loro lui era rigido e cupo, ovviamente.
- Quando ti va. - risponde freddamente. Le mani sul bracciolo ed una sul ginocchio, in attesa.
Non sono abituato a questo Nico freddo, sono abituato a quello furioso che mi spinge contro il muro e mi possiede con cattiveria per dirmi che sono suo. Ora non mi sento suo ed è strano, non so cosa provo.
Abbasso lo sguardo coi sensi di colpa, non so cosa dire, non so come impostarla.
- Non so cosa hai creduto fosse successo. - Nico alza le spalle.
- Non ne ho la minima idea, so solo che sei scappato mentre pomiciavi con me. Poi non mi hai più parlato. - Spalanco gli occhi mettendomi in punta sulla poltrona.
- I-io?! Sei tu che non mi parli da quella volta! - Nico non si scompone di un centimetro.
- Lewis, te ne sei andato mentre sembrava volessi saltarmi addosso. Ho creduto che qualcuno ci avesse visto. - Mi fermo e lo guardo aggrottato.
- Aspetta, non mi hai inseguito perché pensavi ci avessero visto e non volevi alimentare la cosa? - Alza le spalle impressionato da quel che io potrei aver fatto invece. Ovvero dal vero motivo che, a quanto pare, viene a galla.
- Evidentemente mi sbagliavo perché quando sei tornato avevi una faccia terribile e non mi hai parlato e volevi andartene. E solo oggi, un mese dopo, ti degni di venire da me che dobbiamo parlare. Volevo vedere quanto andavi avanti prima di degnarti di dirmi che diavolo è successo quella sera! -
Sono shoccato. Cerco di rivedere a posteriori la serata ma non ci riesco, ho solo Seb che mi spinge contro il muro di fuori.
A questo punto devo chiedere a Jenson che è successo, è il solo che può dirmelo.
Inghiotto realizzando che mi sono rovinato da solo, ero convinto che mi avesse visto, che avesse capito, che avesse notato Seb inseguirmi.
- Io... - E la verità è che non so più cosa dire. Da un lato credo di non volergli mentire, dall’altro non voglio dirgli la verità. So che è meschino, ma non voglio arrivare al nostro capolinea e se gli dico la verità è finita. Non sono ancora pronto a lasciarlo, non dopo la risposta di Seb. Lui è sempre più convinto che noi funzioniamo meglio come amici, che da amanti finirebbe male un giorno, e non crede all’amore, mentre io sì. E poi sta con Jenson.
Ma mi rendo conto che non esiste nulla che giustifichi quella fuga e quella reazione. Nulla se non la verità.
- Ho visto Seb e Jenson che pomiciavano come facevamo noi. So che la mia reazione, del tutto istintiva e immotivata, è stata sbagliata e spropositata ma tu... tu devi capire il nostro rapporto. Pensavo fossimo amici, io gli ho detto molte cose. Lui sa di noi e... non gli dico tutto, però come ha potuto non dirmi che sta con Jenson? - Cerco di dirgli una mezza verità e non andare nel dettaglio che invece ero geloso, ma so che Nico non è scemo ed il problema è proprio questo.
- Vuoi dirmi che sono stati loro a farti avere quella reazione? - annuisco senza guardarlo ancora negli occhi. - E questa non è gelosia? - Chiudo gli occhi, il suo tono è sempre giustamente sostenuto.
Mi stringo nelle spalle e cerco di girarla in qualche altro modo, consapevole che non so quanto andrà avanti fra noi a questo punto.
- No non è gelosia, è delusione perché sai che io vivo tutto di pancia e di cuore, ogni rapporto, anche le amicizie. - E questo è vero. Infatti lo sento fermo per un momento, aperto alla possibilità che non mento. - Ed io sono andato in confusione. Eravamo amici, capisci? E sta con Jenson da mesi e non me lo ha detto. E nemmeno Jenson se è per questo, siamo ottimi amici, siamo compagni di team, siamo usciti molto spesso insieme dopo giornate in sede per test e cose così. - L’inserire Jenson nel discorso è qualcosa che aiuta perchè lo vedo calmarsi impercettibilmente, forse ce la posso fare. O forse è solo rimandato. Non sono sicuro.
Nico sospira alla fine, si strofina il viso e si passa le mani fra i capelli che amo alla follia, vorrei essergli vicino per toccarglieli io. Ho l’impulso di spostarmi ma rimango fermo.
- Perché non me ne hai parlato? Perché mi hai tagliato fuori così? Non l’hai mai fatto, capisci? Mi hai sempre detto tutto, io ho sempre capito tutto di te. Perché non mi hai parlato di questo? Hai visto che mi sono sforzato con Sebastian solo per te, perché capisco la vostra amicizia anche se ne ero geloso e non mi piaceva. Però ho capito prima di te che lui e Jenson stavano insieme e quindi ho realizzato che ok, era amicizia, che non dovevo preoccuparmi. Ma tu... tu non dicendomi questo... - A questo punto mi siedo vicino a lui con impeto e gli prendo una mano, la stringo con ansia mentre la speranza di non aver rovinato tutto e di poter tornare meglio di prima, nasce.
- Non lo so, ho temuto che non capissi! Pensavo di perderti, che la prendessi male. - ed è la verità, infatti me lo legge negli occhi e non mi manda via mentre vedo altri spiragli inattesi.
- Hai litigato con Seb? - chiede poi fissandomi da vicino. La luce di speranza nel suo sguardo è la stessa che è nel mio. Speriamo che possa andare avanti meglio fra di noi.
- Sì. - Rispondo sinceramente perché so che Nico è la cosa migliore per me, perché mi ama anche più di me, non come Seb che è convinto che l’amore non esista e che vuole solo togliersi alcuni sfizi con me e basta. Nico vuole la mia anima, non il mio corpo. Ed io gliela voglio ancora dare.
- Hai risolto? - Alzo le spalle e piego la testa guardando oltre il suo viso.
- No, non credo. Non lo so... lui dice che non voleva dirmelo perché io gli piacevo ed anche se siamo stati solo amici, gli sembrava strano dirmelo. -
- Per lui era come dire al suo ex che ha un altro, anche se siete amici non è facile. -
- Sì ma non siamo stati insieme! - Preciso precipitosamente. Lui alza le spalle.
- Non importa, lui l’ha vissuta così! - Mi sconvolge che Nico è sempre il primo a capire Seb e viceversa. A questo punto sono io quello geloso di loro e non loro di me.
Lo sento distintamente e mentre lo realizzo lucidamente capisco che fra me e Nico non è ancora finita e forse anzi potrà andare davvero meglio, finalmente. Sul serio.
Potrei stare ore sulle sue labbra ben disegnate che si immergono nelle mie e mi risucchiano nel suo mondo contorto e particolare.
Le lingue giocano insieme e mi perdo totalmente in questo bacio, le mani nei suoi pantaloni a frugare ciò che desidero e che voglio avere dentro di me, le sue dita scivolano sul mio corpo e si infilano nella mia fessura, alzo la gamba di lato e mi allungo tutto come un gatto in cerca di coccole. I brividi mi ricoprono.
La sua bocca scende sul mio collo e mi dà un altro pezzo di paradiso.
- Mmm Nico scopami... - Che poetico che sono a volte.
A Nico piace quando sono volgare e glielo chiedo. È meglio se lo imploro, se gli faccio vedere quanto lo desidero, ma ora mi gira e mi abbassa gli indumenti che indossavo ancora, strofina la sua erezione dura contro le mie natiche, la sua lingua sul mio collo e giù sulle scapole.
I brividi mi stanno uccidendo, stringo gli occhi mentre tendo i muscoli del corpo:
- Ti prego, Nico... - Lui sorride e poi si accosta a me, sento la sua punta premere, le dita mi allargano, sta entrando ma prima decide di dirmi qualcosa:
- Ho organizzato un’uscita con Jenson e Seb per domani. - E poi entra.
SBAM. Questo è il rumore di io che cado da un palazzo di cento piani e mi infrango al suolo. Dal dolore non sento nemmeno lui che entra e che fa quel che gli pare col mio corpo, come ha appena fatto con la mia persona, il mio tempo e le mie decisioni.
- Cosa?! - Dico strozzato dopo un lungo istante di shock.
Nico è preso da me e mi fa suo come se non avesse detto nulla, come se non mi si fosse appena ammosciato.
Divento un buco e quando fa così vorrei dargli una testata.
Era tutto perfetto, perché non poteva aspettare dopo per dirmelo?
Per vedere la mia reazione, ovvio!
In un attimo di lucidità realizzo quanto mi ero illuso l’altro giorno a pensare che fosse diventato comprensivo e sicuro di sé.
Stava solo progettando il modo migliore per mettermi alla prova, perché con lui è sempre questo. Una prova.
Lew stai attento a come reagisci ora perché la prova è appena iniziata e credo di aver fallito il test d’ingresso visto che non avrò un orgasmo nemmeno a pagarlo oro.
Sei un grandissimo bastardo, Nico. Un giorno te la ritorno con gli interessi.
- Me lo spieghi? - Dico mentre ci rivestiamo dopo che ci siamo ripuliti. Lui alza le spalle facendo come se nulla fosse.
- Perché voglio fare una cosa per te. - Spalanco gli occhi e lo fisso come se fosse un mostro. Così non miglioro le cose.
- E quale sarebbe? Torturarmi? Ci ho litigato, te l’ho detto! Io pensavo fossimo amici, lui no! La storia è questa! - Ora la metto peggio di come forse è, ma non so nemmeno io come diavolo sia.
Nico si sistema i capelli allo specchio con il suo pettine e la sua precisione millimetrica. Di solito lo guardo, mi piace come lo fa. Ora glieli vorrei strappare uno per uno.
- Proprio perché ho capito che siete amici e che si sta rovinando tutto per uno stupido malinteso, voglio aiutarvi a sistemare le cose. -
- Andiamo, a te sta meglio che non ci caghiamo più! Non vedevi l’ora che succedesse! Perché devi fare questo ora? Io proprio non lo capisco! Non ha senso, capisci? - Comincio a partire coi miei discorsi infiniti e le mie sceneggiate altrettanto infinite, lui mi ignora completamente e si spruzza il profumo mentre io sono ancora in boxer.
- Io ti amo, Lewis. E voglio che tu sia felice. Non riesco ad essere amico di Seb come lo sei stato tu, però questo non significa che lui non lo debba più essere per te! Se lui ti rendeva felice, voglio che le cose tornino così. -
Mi va totalmente il sangue al cervello e sto per mandarlo a cagare, mi prudono le mani, sento i muscoli tesi e la pressione salire.
- Tu detesti quel nostro legame! Tu sei felice che non ci parliamo più! Lo fai solo perché ora Seb sta con Jenson ed hai capito che non è una minaccia in quel senso, che non mi vuole in quel senso! Non capisco perché devi per forza fare tutto come vuoi tu! Pensavo fossi felice del nostro allontanamento! - Sembro un pazzo, credo che sto anche alzando un sacco la voce isterico. Lui in compenso è sempre più calmo ed una volta pronto per uscire si ferma sulla porta giocherellando con le chiavi di casa.
- Lo detestavo perché lo vedevo come una minaccia, pensavo lui ti volesse portare via da me, ma non è così. So che per te lui era importante e voglio dimostrarti che ti amo in modo sincero e profondo. E che tu lo voglia o no, ti aiuterò. - Apre la porta, poi si ferma con uno sguardo sottile inquisitore dei suoi che mi inchioda al centro del salone dove sono. - O devo pensare che tu non voglia rivederlo perché in realtà sei tu quello che puntavi a Seb in quel senso e non solo per l’amicizia? -
Ed eccolo lì.
La prova.
Lo sapevo che era per quello, è anche uscito allo scoperto in modo sottile, il suo tipico stile. E che stile. Maledetto. Mi manca l’orgasmo che non ho avuto poco fa.
- Quando fai così vorrei ucciderti. - Ringhio a denti stretti con la rabbia che macina in maniera mostruosa. Lui sorride come se non avessi detto nulla.
- Vado a prendere tutto il necessario per domani. Andiamo a sciare là in Svizzera visto che piace a tutti. La moto la faremo nella pausa estiva. - Ah perché ci sarà pure una seconda gita!
- Ben se non ti uccido io prima! - Ringhio offeso e permaloso dandogli le spalle. Lui ride e se ne va.
Me la paghi, stronzo che non sei altro.
Dovevo immaginarlo. Questo è solo l’inizio, mi aspettano lunghi mesi di tortura. Mi obbligherà a stare con lui e Jenson per vedere se sono geloso ed in che modo e come mi comporto, mi studierà in loro compagnia fino a che non esploderò.
Dannazione. Io non so se ce la posso fare.”