*Nico per mettere alla prova Lewis e vedere a che livello è realmente il suo rapporto con Seb, finge di volerli aiutare per amore del suo ragazzo e fa di tutto per intercedere per loro. Rigirandosi Jenson che diventa un complice inconsapevole, i 4 finiscono a sciare sulla neve insieme in quella che potrebbe essere una svolta decisiva nei loro rapporti. In bene o in male, lo sapremo solo alla fine. Per il momento Nico è molto sicuro di quello che fa e Seb e Lewis sono sempre sul punto di scoppiare. Chi resisterà e chi cederà? So che vi torturo tutti trascinando tanto la fase dei corteggiamenti e dei tira e molla fra i sewis, ma resistete, giuro che sarete ricompensati. Grazie a tutti quelli che leggono e soprattutto che commentano. Baci Akane

53. UNA VALANGA DI GELOSIA

seb lew jens

/Lew/

“- Seb, devo parlarti. - dico appena tira su la telefonata. 
- No devo parlarti io! - Esclama lui subito. 
- Ciao comunque. - Dico rendendomi conto che nella foga non l’ho salutato. Lui ride. Che bello il suono della sua risata. Sentendolo mi sembra che tutto torni come un tempo e per un momento mi dimentico di ogni cosa. 
- Ciao. - mi perdo un istante, la rabbia e l’agitazione scemano. 
Il potere della sua voce, del suo sorriso.
Mi appoggio alla libreria e chiudo gli occhi immaginandolo mentre lo fa. 
- Nico è impazzito. - 
- È esattamente quello che cerco di dirti da quando ci conosciamo! - La sua spontaneità mi fa ridere ancora di più perché so che lo pensa sul serio anche se sembra che scherzi. 
- Vuole fare finta di voler ricucire il nostro rapporto ma... - 
- Ma in realtà lo fa per metterti alla prova e vedere quanto sei geloso di me e Jens. - 
- E smettila di chiamarlo Jens! - Ok, questo risponderebbe già alla domanda di Nico. Seb ride. 
- Ecco, questo non dirlo davanti a lui. - Maledizione. 
Sospiro e mi strofino gli occhi con i polpastrelli, appoggio la fronte contro dei dischi e vedo che sono quelli dei Beatles e di MJ. 
Proprio i suoi preferiti. 
Il flash di quando gli ho cantato Let it be mi torna prepotente insieme ad un’ondata sconvolgente. 
- Io... io devo solo abituarmi alla cosa. Ma con Nico non esistono le vie di mezzo. O sto con lui o voglio stare con te. E non posso fargli capire che tu mi hai messo in crisi e che a periodi tu mi mandi fuori di testa, ma che alla fine scelgo sempre lui. - 
- È peggio. - Dice poi con fermezza smettendo di buttarla sul ridere per alleggerirla. 
- Eh? - 
- È peggio che tu alla fine scegli lui. Non dovresti essere nella posizione di doverlo scegliere. Tu scegli lui perché sei indeciso fra me e lui, è quell’indecisione che lo manda ai matti. - La bile torna a rivoltarsi come ogni volta che uno dei due mi spiega l’altro tanto bene. 
- Giuro che se non la smettete di capirvi tanto bene a vicenda vi organizzo un appuntamento! Per me vi potreste amare alla follia! - Lo dico con uno scatto di gelosia dei miei che non è chiaro se sia per Nico o per Seb. Forse entrambi. 
Forse vorrei una relazione a tre, forse così mi starebbe bene. 
Pensandoci mi viene anche un’erezione e scuoto la testa iniziando a camminare come un matto per la casa. Che è di Nico fra l’altro, perché siamo a Montecarlo, ma stasera torniamo a casa mia perché così è più comodo incontrarsi con Seb e Jenson. E immagino che stanotte dorma da lui. Pensandolo mi viene mal di stomaco. 
- Quando sarete da noi domani, comunque? Nico parlava sul presto con Jens. - Ed ora mi viene anche il voltastomaco. Come da copione, Jenson è già da Seb. 
- È già lì? - 
- È andato a prendere il necessario. - 
- Come il mio deficiente. - E qua partono due sospiri concomitanti e identici che ci fanno scoppiare a ridere insieme. Ancora insieme. Un po’ di leggerezza c’è nel sapere che lui è complice e che riusciamo ancora a parlare e ad essere dalla stessa parte nonostante le differenze. 
Credo sia importante.
Questo mi fa capire che forse ce la posso fare. 
- Va bene, dai. È solo un giorno, in circuito ci vediamo comunque ogni volta, non sarà diverso. - Cerco di essere positivo anche se so che non è uguale perché in circuito sei pieno di impegni e puoi defilarti con mille scuse. 
- Ripetilo cento volte e vediamo se riesci a crederci. - Eccolo lì. 
- A domani pezzo di stronzo! - Rispondo seccato. 
- A domani raggio di sole! - Fa lui ironico. Non che abbiamo risolto qualcosa, ma se non altro sappiamo che possiamo ancora parlarci. È già una conquista.

Come lo sapevo che era traumatico e allucinante vederli tutti e due insieme. Anzi tre. Perché ci metto anche il mio imbecille patentato nel club dei ‘non voglio vedervi stronzi’.
Che poi fra tutti Jenson è quello meno colpevole.
Mi chiedo come viva tutto questo, cosa sappia di me e Seb e per un momento diventa importante sapere cosa gli ha detto, così mentre siamo gomito a gomito per caricare l’attrezzatura sul pick-up di Seb che ci porterà in montagna da qualche parte, glielo chiedo a denti stretti. 
- Ma cosa gli hai detto a Jenson? - Seb mi guarda senza capire e sempre insieme continuiamo a prendere altre cose che mettiamo giù in coppia parlottando piano e quasi ad occhiate. 
Gli faccio capire che intendo di me e lui e della situazione. Lui alza le spalle e scuote la testa rispondendo con un bel ‘niente’. Ed io lo fisso come a chiedergli shoccato ‘niente?!’ E lui alza le spalle per dire ‘niente!’ Come fosse normale. 
- Da quanto stai con lui? - Chiedo poi assicurando le cinture sulla roba per evitare che balli, mentre Jenson e Nico stanno controllando la strada per andare su dove dicono loro, io e Seb siamo decisamente i meno coinvolti e si vede. 
- Vuoi parlarne ora? - Chiede allacciando le sue cinture accucciato sull’ampio baule. 
- Com’è che non gli hai detto nulla di me? Pensavo sapesse tutto! - Sibilo sconvolto. Lui alza le spalle ancora una volta volendo farla sembrare normale, ma io so che non è così. 
Salta giù vicino a me e insieme chiudiamo il retro del baule con un botto sonoro. 
- No, non sa niente. - E non mi dice nemmeno il motivo, non si giustifica. Per lui è normale così. Punto. 
Sospiro e scuoto la testa mentre andiamo da Jenson e Nico a vedere che hanno combinato con la tracciatura, poi Seb appoggiandosi alla schiena di Jenson punta una località. 
- Io sono già stato qua, ci sono molti posti dove possiamo andare anche volendo isolarci un po’ se ci va, comunque è una delle piste migliori, ci sono impianti e tutto il necessario... - Seb spiega bene e poi mentre lo fisso male, Nico invece gli sorride tutto contento. In tempo mi allargo in un sorriso falso giusto un secondo prima che lui si giri a guardarmi. 
- Sì penso che possa andare bene. - Dico. 
- Conosci la strada? - Chiede Nico. Seb annuisce. - Guidi tu? - 
- Il Pick-up è mio, chi lo deve guidare? - Che logica inoppugnabile. 
- Magari lo facevi guidare a Jenson, di solito è l’uomo che guida! - Con questa che è una battuta perché la dice con evidente ironia, Seb gli fa il dito medio e sale in macchina. Questo modo di scherzare e di parlare di questi due mi disturba. Non voglio che siano così sulla stessa lunghezza, come osano cazzo? 
Jenson comunque sale davanti con lui, anche lui si mette a scherzare e spezzano il ghiaccio sulla questione coppia perché ormai è chiaro a tutti che siamo 2 coppie. 
Io dietro con Nico sento di volermi uccidere, ma sento ogni cinque secondi il suo sguardo addosso così per evitare di morderlo, gli prendo la mano e intreccio le dita. Con questo lo tengo buono per tutta la strada che per fortuna è piacevole, ma con Jenson tutto è piacevole. Ha questo dono ed è questo che mi irrita tanto di loro. 
So perfettamente quanto è facile adorare ed amare Jenson, se fosse più antipatico ero più sereno. Ma poi mi rendo conto di quanto egoisti siano questi pensieri, Seb non poteva rimanere libero per sempre per me. 
All’ennesimo scambio di battute brillante fra loro tre, io mi metto gli occhiali da sole e mi accoccolo contro Nico annunciando che dormirò perché sto morendo di sonno. 
Anche questo piace a Nico sebbene rischi di essere troppo un volermi isolare perché non riesco ad essere partecipe, perché sono geloso. Ma in effetti non è che è un rischio. È proprio la verità. Non ce la faccio a stare con sti due e con Nico che scherza tanto con entrambi. 
Ma c’è una parte di Nico che gli piace avermi addosso a dormire e coccolarmi davanti a Seb, sicuramente lo fa assicurandosi che veda e da come prende male certe curve che a momenti gli vomito in macchina, direi che nemmeno lui se la sta spassando. È solo più bravo di me a fingere. 
Brutti coglioni. Non Jenson. Lui povero. Povero Jenson. Non sa che casino sta succedendo alle sue spalle. 
Ovviamente non dormo nemmeno un momento ma faccio finta così non devo partecipare a discorsi stupidi a cui non voglio partecipare perché sono finti, finti come le tette di Paris Hilton!”

/Seb/

“Adesso finisco giù nel burrone così moriamo tutti e non devo sopportare stronzate come queste. 
Non è che voglio vederli, ma l’occhio mi cade da solo dietro e guarda caso sono in perfetta direzione del loro idilliaco quadretto di merda. 
Lew appoggiato a Nico che se lo coccola mentre quel cretino fa finta di dormire. Perché lo so che non dorme e così prendo male tutte le curve che posso, che stiano male è il minimo! 
Jenson scherza sulla mia pessima guida e dice che era meglio se effettivamente guidava l’uomo, agganciandosi allo scherzo di Nico di prima, così poi dico che al ritorno guida lui. 
Dopo chilometri di curve brutte, Jenson mi prende la mano sul cambio cercando di calmarmi, forse ha capito che sono nervoso e che non ha nulla a che fare con il guidare un pick-up in montagna. 
È vero che non gli ho detto nulla di me e Lew, però lui è sveglio e so che ha capito qualcosa, forse tutto. Che regga tutto con tanta nonchalance è pazzesco ed è per questo che accetto la sua mano, non perché so che Lew la vede perché non sta dormendo sul serio. 
Ma faccio un sorrisino soddisfatto e finalmente guido meglio. Nico fa una battuta sul potere dell’amore che dona la capacità di guidare anche a quelli senza patente e così io rispondo con qualche altra battuta sferzante sul suo stesso identico stile e mentre facciamo così, mi rendo conto che Lew ha ragione. 
Io e lui siamo molto simili in molte cose e questo non mi piace per niente. 

L’impianto sciistico non è molto pieno perché siamo in piena settimana e a quest’ora di norma la gente lavora, natale ed ogni altra festa è finita e qua non ci sono molte persone, qualcuno che ha avuto le ferie dopo le feste degli altri, qualche ristoratore probabilmente. 
A parte che poi il bello dello sciare è che sei imbacuccato e nessuno può capire chi cavolo sei. Non penso di essere così famoso anche se ho vinto un titolo, idem con Lewis. 
Jenson può forse essere più conosciuto. Nico non credo se lo caghino, voglio dire, se vinci un titolo magari passano tante foto e servizi ed interviste, ma altrimenti non ti filano molto ed è il bello della F1. Puoi anche passare inosservato se sai come fare. 
Una volta parcheggiato scarichiamo l’attrezzatura e prima di infilarla ci carichiamo tutto in spalla e ci avviamo verso lo skilift, ho ancora le palle fortemente girate sinceramente e non penso di poter reggere tutta la giornata così, ma sono contento di sciare. Una volta su mi farò i cazzi miei perché posso farcela per un’ora di strada ma non di più. 
Cerco di evitare sia Nico che Lewis e forse la cosa è troppo evidente visto che in macchina riuscivo a scherzare allegramente, mi odio quando riesco a fingere tanto bene. Se fossi uno che non sa fingere non dovrei sforzarmi, non dovrei sopportare nulla. 
Sento distrattamente le voci di Nico e Jenson parlare amabilmente, Nico è su di giri per qualche ragione che ignoro mentre Lewis è silenzioso e immusonito come me. 
Penso che sia ormai il segreto di pulcinella che fra me e Lewis non corre buona aria e che questa gita è per riavvicinarci. Cioè ufficialmente. Mentre ufficiosamente quel coglione lo vuole mettere alla prova ed io sinceramente non so come comportarmi. 
Voglio solo salire su quel cazzo di seggiolino e andarmene a fanculo. 
Finalmente arriviamo e iniziamo a montarci. Jens è tipo da snowboard e tutti ridiamo raggruppati insieme mentre ci aggiustiamo, Jenson è un po’ il collante, oggi, perché è l’unico con cui onestamente non abbiamo problemi, nemmeno Lewis credo, nonostante so che è geloso. 
Finisce che lui fa da filtro, che parliamo solo con lui limitando al massimo le interazioni fra me e l’altra coppia del secolo. Beh, parlo più a Nico che a Lewis. 
Ma non perché sono incazzato con lui, è che non so davvero come pormi con lui davanti a Nico. È un enorme problema e credo sia davvero troppo notevole infatti quando siamo pronti e ci avviamo per salire con tutte le bardature del caso. 
Aspettiamo il nostro turno che arriva a breve e quando mi metto vicino a Jens convinto che andrò su con lui visti i seggiolini a due, mi sento tirare per un braccio molto forte, a momenti cado e mi ritrovo in parte con Lewis, all’ultimo vedo il seggiolino dietro di me e non posso fare altro che prenderlo e salirci con lui, chiudiamo subito la sbarra di sicurezza su cui appoggiamo gli sci ai piedi. È tutto così veloce che non abbiamo molto tempo di reazione o meglio opposizione. 
Sento la risata di Nico che sembra contento di quanto fatto e proprio mentre lo sento mi monta una rabbia assurda. 
- Appena scendo investo il tuo ragazzo e lo ammazzo! - Grugnisco irritato girandomi a guardarlo mentre sale su quello dietro, nel movimento il seggiolino balla troppo e subito la sensazione di ribaltarci arriva, non proprio rilassante devo dire. Lewis qua mi afferra il braccio e mi ringhia: 
- Se non stai fermo ti butto giù io! - La sua voce è così minacciosa e diversa dal solito che decido di stare fermo e così noto la sua mano ancora artigliata sul mio braccio. Cioè in realtà ci sono i guanti ed i giubbotti da neve per cui diciamo che è solo l’idea che mi tocchi, perché in realtà non sento nulla. 
Ma questo funge da calmante e mi rendo conto di essere stato una corda di violino. 
- È convinto di farci fare pace. Dice che lo fa per me. - La salita è abbastanza lunga perché abbiamo preso la pista più impegnativa visto che siamo tutti e quattro abbastanza bravi. Mentre l’altezza inizia ad essere presto elevata e la velocità è nella media, noto distrattamente il panorama che sarebbe da togliere il fiato visto che è innevato. Invece preferisco inveire a denti stretti contro quell’idiota. 
- Andiamo lo sai che lo fa per metterti alla prova, cazzo! Per vedere come reagiamo, come stiamo insieme, se è vero che abbiamo litigato o se lo tradisci e quelle puttanate lì! - Ha inserito una spina che non andava messa e forse torno ad agitarmi perché gesticolo e muovo nervoso e inquieto i piedi con gli sci e lui mi riprende di nuovo il braccio, ma sale sulla mano e me la tiene. Non so se da fuori si vede, però le teniamo sul sedile fra di noi, le altre tengono le racchette ed un poco il manubrio metallico. Se stiamo fermi non ci sono grossi pericoli. 
Il calore si espande a macchia d’olio mentre immagino di non avere i guanti a tenerci. 
- Devi calmarti perché così non arriveremo a fine giornata. Da fuori sembri sereno a tratti, scherzi un sacco con loro... certo sei acido da morire con Nico, ma insomma, avete un’interazione. Con me non riesci nemmeno a guardarmi. Finchè farai così Nico ci metterà in situazioni come queste. - 
- Questa però è una tortura per me. - Indico le mani una sull’altra, ma lui non la toglie. 
- Forse è come dici. Nico vuole vedere come interagiamo, vuole capire che coppia siete tu e Jenson e se provi ancora qualcosa per me, ma penso che sia più preoccupato per me. - 
- Pensa che tu sei preso da me. - Faccio a questo punto. Annuisce colpevole guardando avanti. 
- Mi vede geloso e vuole capire... vuole... - non trova le parole, ma le trovo io: 
- Vuole vedere fin dove possiamo spingerci prima di venire allo scoperto. - Lewis sospira e chiude gli occhi abbandonando il capo all’indietro. 
- È solo molto insicuro. Sempre stato. Sì, ci sta mettendo alla prova mentre finge di volerci far fare pace, di volerlo per me, come dimostrazione di amore. - 
Almeno lo ammette e se ne rende conto. La salita sta finendo, la distanza da terra inizia a diminuire e così toglie la mano, ci prendiamo le racchette e le infiliamo con l’elastico ai polsi, pronti a scendere. 
- Sai, è frustrante essere messo sempre in mezzo alle vostre cagate. Vorrei solo essere lasciato in pace. Da quanto tempo ci rimetto io per colpa del vostro insano rapporto e modo di essere? - Lewis mi guarda perdendosi per un pelo il momento di scendere, così vedendolo imbambolato devo afferrarlo per il braccio e tirarlo giù per evitare che rimanga su anche al ritorno. 
Per poco si ribalta e lo sostengo, poi vedendo che poco dopo arrivano Nico e Jens sospiro e frustrato ed insofferente, li anticipo e inizio a scendere e vado giù come una furia mentre l’aria mi schiaffeggia e mi ferisce quel po’ di pelle scoperta. 
Mi sembra di piangere e verso la fine, dopo che ho rischiato di ribaltarmi un paio di volte e che ho fatto delle curve come un matto, vedo la visiera degli occhiali tutti appannati. Da qui ho la conferma che probabilmente qualche lacrima dalla rabbia mi è venuta giù da questi occhi traditori e non so chi mi stia dietro e come sono loro e non me ne frega un cazzo. Vorrei solo scappare da qua. Vorrei solo andarmene. 
Ma una valanga mi investe e mi ribalto per terra sulla neve, mi ritrovo subito con gli scii all’aria alla disperata ricerca di non rompere nulla, le racchette mollate che pendono dai polsi. Mi tolgo la mascherina e cerco il responsabile iniziando subito ad inveire furioso, ma la valanga che mi ha investito è in piedi sui suoi scii, stringe le racchette che punta per terra e penso che potrebbe conficcarmele sulla trachea a momenti. 
La valanga in questione è molto più infuriato di me e si chiama Lewis Hamilton e sta sbraitando in questo momento: 
- SEI UN COGLIONE! NON È QUESTO IL MODO DI SCENDERE UNA PISTA COSÌ, TI VUOI AMMAZZARE? SE TI RIBALTI E PRENDI UNA ROCCIA? PENSI CHE SIANO SICURE QUESTE PISTE AL CENTO PERCENTO? POTRESTI ROMPERTI QUALCOSA! SEI UNO STRONZO, SEI! - A momenti provoca una valanga vera e rimango a terra ai suoi piedi, gli scii conficcati sulla neve, le gambe aperte, i piedi appesi ad essi in una posizione anche pornografica se non fosse per tutta l’imbottitura che abbiamo addosso.
E adesso che dovrei fare?”