*La gita in montagna a quattro prosegue ed in questo capitolo finisce, non senza delle conversazioni illuminanti e particolari. Mescoliamo un po' le coppie nel modo che non avreste pensato, ma solo per avere un'immagine più approfondita sia di loro che della situazione. Per quanto Seb abbia le idee chiare e sia deciso nella sua scelta, non è facile mantenere la strada intrapresa. Penso che alla fine li vorrete abbracciare forte forte tutti e due. Buona lettura. Baci Akane* 

55. QUESTIONE DI SCELTE

seb lew

/Lew/

“Il posto in cui ci porta Seb è molto bello, un paesaggio mozzafiato dove questo splendido lago ghiacciato è circondato da alberi innevati. 
- Sembra una cartolina! - Esclamo meravigliato riempiendomi gli occhi di questa bellezza. 
Prendo la macchina fotografica dallo zaino e comincio a fare foto, un’altra delle mie passioni che sto cercando di coltivare da qualche anno. 
Comincio a fare foto selvaggiamente mentre Seb e Jenson, ridendo, mi prendono in giro. 
- A chi fai foto? Ci vogliono dei soggetti, altrimenti sembrano cartoline e quelle te le puoi comprare al negozio! - Commenta Seb con la sua acidità che a momenti diventa uno yogurt. Jenson così ridendo prende la mia macchina e mi spinge in un posto che sembra perfetto per una foto panoramica, poi indica a Seb e Nico di venire, ma ovviamente Nico sbuffa e se ne va in avanti da solo per nulla intenzionato a godersi il resto della giornata. 
Io lo guardo mentre si allontana da solo per la strada innevata che poi ci porta al ristorante, assottiglio gli occhi e scuoto la testa mentre gli mando maledizioni. Jenson mi immortala in questo momento, la sua risata risuona e così lo fisso allarmato. 
- Cancella! - Perché so cosa significa poi se mi vede con l’espressione che avevo. 
- Sì sì dopo, fammi fare qualche scatto come si deve, devo darti un paio di lezioni di fotografia! - Seb se la ride mentre si posiziona vicino a me e lo fa apposta, alla faccia di Nico che pensava di avere il coltello dalla parte del manico, di rovinarci la giornata e la relazione. 
Non si gioca col fuoco, è una cosa che deve imparare e questa volta non lo rincorrerò io. Non subito almeno. Conoscendomi lo farò stasera. 
Fare foto con Seb davanti a questo bel panorama è elettrizzante, anche se è strano che la foto me la faccia Jenson. Poi gli dico di mettersi lui qua davanti con Seb che scherza sul fatto di essere un modello meraviglioso. Ed io lo trovo effettivamente meraviglioso. 
- Con la cuffia i tuoi occhi spiccano ancora di più. - Commento mentre faccio lo zoom proprio su quelli, aspetto che si mettano a fuoco e scatto senza rifletterci, seguendo un indomabile impulso. - Con il bianco dello sfondo sembrano più chiari, di solito sono blu. Ma credo dipenda anche dallo stato d’animo. - E poi mi accorgo che ho parlato troppo come sempre. Ridacchio nervoso e riprendo entrambi con alcuni scatti. 
Li trovo belli, ma penso che io e Seb lo siamo di più. Mentre lo penso mi sento vagamente in colpa e so che non serve a niente tutto questo se non a prendere troppa consapevolezza. 
- Che facciamo con brontolo? - Chiede Jenson riferendosi a Nico che intanto sarà arrivato al ristorante che non è lontano da qua. 
- Lo buttiamo nel lago che è ghiacciato e magari si spacca la testaccia? - rispondo velenoso. Solo lui mi stimola ad essere così, non lo sono mai. Jenson mi guarda spaventato all’idea di come divento quando sono arrabbiato e non credo che sappia il reale motivo che ci ha ridotto così, ma forse lo immagina visto che non è scemo. 
- Allora a lui non chiedo perché so che ha un amore spassionato per lui... - Fa indicando Seb che fa un sorrisino cattivo e soddisfatto. - Vedo se riesco ad ammorbidirlo io. - si propone per quieto vivere e poi perché è una persona meravigliosa. 
Alzo le spalle ed esasperato guardo altrove. 
- Fa come vuoi, auguri comunque. Quando fa così lo puoi solo lasciar perdere! - Jenson così piega la testa e con l’aria di chi sembra pensare ‘proviamoci’, va da lui. 
- Beh, magari si innamorano loro due alla fine! Di Jens è facile prendersi bene... su Nico caliamo un velo pietoso... diciamo che è un bel ragazzo, ecco! - Il commento di Seb mentre li guarda approcciarsi di nuovo, mi lascia senza parole. 
- Lo trovi bello? - E noto che non mi tocca molto l’insinuazione su loro due insieme. Ride e inizia a camminare. 
- Facciamo due passi, lasciamo a Jens il tempo di fare la sua magia! - Seb sembra fiducioso sul fatto che ci riuscirà, io lo inseguo e continuo a fare foto sul piazzale dove sono radunati una serie di costruzioni fra cui il ristorante dove vorremmo andare a mangiare, poi c’è un tipico negozio di souvenir, più in là un bar in stile locanda e non so cos’altro c’è. 
Mentre faccio ventimila scatti, prendo spesso Seb facendo finta di non farci caso. In realtà lo faccio. Approfitto quando è girato verso di me a guardarmi perché sono indietro e mi aspetta. 
- Così faremo dieci metri in venti minuti, sai? - Commenta spazientito dalla lentezza per il fatto che mi fermo di continuo. Ed io, di continuo, gli faccio foto. 
Se queste foto le vede Nico posso concludere definitivamente tutto, ma mi prenderò la scheda e la nasconderò. Tanto quando è così se ne frega di quel che faccio, ma nel dubbio è meglio riparare prima. 
- Per cui è bello Nico secondo te? - Riprendo il discorso e lui fa un sorrisino che immortalo. Un sorrisino malizioso e ironico insieme, combinazione terribile. 
- Beh certo. Non posso negarlo. - Rimango impressionato della sua ammissione mentre lo raggiungo e mi prende la macchina: 
- Peccato che sia scemo! - E mentre lo dice scoppio a ridere di gusto, è a questo punto che lui mi fa la foto. 
Lui la guarda e solare me la fa vedere tutto soddisfatto. 
- Vedi? È così che si fa! Uno scatto ma buono invece di mille a caso. Lo scatto che cattura l’essenza di qualcuno! La tua è qua! - Mi vedo bello perché capisco che per lui lo sono. Anche io ho la cuffia e si vede solo il viso, ma sono illuminato di un sorriso sincero e divertito ed effettivamente credo sia una bella foto. 
Poi Seb appiccicato a me decide di proseguire. 
- Vedi... - Fa col tasto alla ricerca delle foto precedenti che vuole paragonare a questa. - Tu ne hai fatte molte ma... - E poi si perde la frase perché si dimentica la battuta sferzante che voleva fare. La dimentica perché vede che sono almeno una ventina di foto sue fatte negli ultimi dieci minuti. 
Ed improvvisamente è di nuovo tutto serio e strano, c’è un velo di imbarazzo per questa cosa che è evidentemente strana. Io che fotografo così tanto lui. Arriva al primo piano dei suoi occhi. 
- Questa non è la tua essenza? - dico sapendo che in quel momento lui mi stava guardando e si vede una dolcezza in quelle iridi chiare, una dolcezza che non aveva nelle altre prese a tradimento in vari momenti. 
Seb per un momento leggendario non sa cosa dire, poi decide di chiudere la macchina. 
- Non farle vedere a loro. - Risponde solamente. E forse è la risposta che mi serviva. Se avevo dubbi ho solo risposte. 
Quante foto di Nico ci sono? Zero. Quante di Seb? Venti? 
Sospiro e metto via la macchina dopo aver tolto la scheda e assicurato che non possa arrivare nelle mani di nessuno. 
Di questo non diciamo più niente. 
- Andiamo a vedere se Jens ha fatto il miracolo. - Dice Seb cercando di scherzare per alleggerire la situazione che è diventata strana ed intensa. Normalmente gli riesce meglio la cosa dello sdrammatizzare. 
Oggi non molto. 

A tavola Nico ha ancora il broncio di un bambino ed io questa volta non intendo cedere e nemmeno rovinarmi la giornata. 
Parliamo allegramente e senza problemi solo io, Seb e Jenson, Nico mette in fila poche lettere e solo se gli parla l’altro inglese del gruppo, la cosa dovrebbe ingelosirmi, invece mi fa peggio sentirsi quei due che si chiamano Seba e Jens. 
Il pranzo è comunque buono e Seb è su di giri e scherza tantissimo con me, lo fa apposta per infierire su Nico, perché in effetti è il tipico cane da non svegliare. Se l’è cercata. 
Quando poi usciamo con le pance piene, decidiamo di fare il giro del lago che c’è una bella passeggiata pianeggiante da percorrere e avendo gli scarponi da neve, cuffia, sciarpa e guanti, possiamo affrontare ogni cosa. 
Evito di tirare fuori ancora la macchina fotografica perché senza scheda non rimarrebbe in memoria nessuna foto e non posso rischiare che Jenson o Nico vedano le mille foto fatte a Seb. E non voglio nemmeno cancellarle. 
- Andrete avanti così per quanto? - Mi chiede Jenson improvvisamente affiancandomi alla testa della passeggiata, Nico ovviamente è indietro metri. Seb non so dove sia al momento, l’ho perso di vista. 
- Se cedo ora lo rifarà. Deve perdere il vizio di farmi fare quel che gli pare, di decidere sempre per me! - Jenson sospira paziente parlandomi da amico, proseguendo in mezzo a questo paesaggio che toglie il fiato, sembra di essere a Narnia. 
- Ma gli ho dato corda anche io, voleva solo farvi fare pace... - 
- Lui detesta Seb e detesta il nostro rapporto d’amicizia! Voleva solo che rompessimo definitivamente! - Sbotto esasperato ed infastidito che Jenson lo difenda. Lui mi guarda meravigliato e così abbasso il tono dispiaciuto. - Non credere a tutto quel che dice, si rigira persone e situazioni a suo piacimento. - Jenson allora se ne sta zitto, credo sia difficile conciliare quest’immagine con quella che lui dà di sé. 
- Non sembra così... - E ovviamente mi sento in colpa per averlo dipinto così, sicuramente pensa come faccio ad amarlo se lo reputo così manipolatore. 
- Nessuno lo conosce meglio di me. - Provo a correggere il tiro spiegandomi meglio. - E lo amo. - anche se ora ho sempre più dubbi su quanto sia intatto e forte quell’amore. - Però ha i suoi difetti e questo è uno di quello. Lui è iper geloso di me e tutto quel che fa che comprende Seb, lo fa solo perché lo detesta e vuole allontanarlo da me. Perché è geloso. - 
Continuiamo a camminare ancora un po’ in silenzio, guardiamo intorno a noi e poi arrivati ad un bel vedere ci fermiamo notando che gli altri non si vedono. Sono così indietro? 
Non penso minimamente che potrebbero essere indietro insieme e comunicare, la cosa non mi sfiora nemmeno. 
Prendo lo steccato di legno che circonda questo angolo dove si vede meglio il lago e li aspettiamo. 
- A proposito di te e Seba... -  A questo punto mi viene l’ansia, il cuore batte impazzito e so cosa vuole chiedere e ucciderò Seb per non avergli mai spiegato nulla di noi. - Sembrate due ex che vogliono rimanere amici e che hanno problemi a riuscirci. - 
Sembra a tutti questo, cazzo! 
Trattengo a stento uno sbotto esasperato e lo guardo corrucciato, Jenson si rende conto che la cosa non mi garba ed alza le mani in segno di resa anticipata: 
- È solo quello che sembra! Seba non si scuce ed io mi faccio delle idee, ma sicuramente sono sbagliate... da come Nico è geloso, però... - E così intervengo un po’ infervorato. 
- Nico non può essere un metro di giudizio! Lui si fissa sulle cose e non lo smuovi! Io e Seb siamo solo amici e basta, mai stati insieme! Tutti gli amici litigano a volte. Punto. Perché se hai dubbi non chiedi a lui? - Ecco come rigiro le cose io, ho imparato da Nico. Jenson ha un’espressione liberamente ferita e mi dispiace. Guarda altrove distogliendo subito lo sguardo: 
- Non mi parla di certe cose ed io... - Lo guardo io interrogativo. - Ed io non sono tipo che obbliga qualcuno a parlare. O non starebbero più bene con me. Voglio essere una persona piacevole. - Sospiro mentre il dispiacere subentra perché è vero che ogni volta che io e Seb abbiamo certi contatti, sia pure bloccati in tempo, comunque sono cose orribili verso una persona meravigliosa che non le merita. E Nico. Che non sarà meraviglioso come Jenson, però lui sente che c’è qualcosa ed è questo a rovinare sempre più tutto. Me ne rendo conto. 
Solo qua sia io che lui cominciamo a chiederci dove siano finiti quei due e quando guardiamo l’ora ed il fatto che non si vedono, cominciamo a sentire una certa ansia. 
- Ma dove diavolo sono? - 
Mica saranno insieme a parlare?”

/Seb/

“Non l’avrei seguito, ma quando ha preso un altro sentiero senza avvertirci per un momento ho pensato che poteva perdersi e che potevamo lasciarlo volentieri qua, ma poi ho realizzato che questo avrebbe rovinato la giornata a tutti.
Così mi sono ritrovato a seguirlo di malavoglia. L’ho chiamato, niente. L’ho richiamato, ancora niente. Ho imprecato. 
- Senti razza di idiota, se vuoi farti notare non è questo il modo! Poi ti perdi e muori assiderato! Sappi che non ti piangerò, ma potresti pensare a Lewis prima di ucciderti in modo tanto stupido! - Contando anche che ormai il sole sta calando e che fra poco è ora di tornare. 
Probabilmente dico la cosa giusta perché lui si ferma e si gira affrontandomi e avrei volentieri fatto a meno: 
- Saresti contento, eh? Lo potresti consolare! Sempre che quell’idiota pianga! - Alzo gli occhi al cielo esasperato. 
- Sei ridicolo! - E questa non dovrebbe essere detta ad alta voce, ma io lo faccio ovviamente. Lui mi fissa sgranando i suoi occhietti verdi, mi fissa con disprezzo ed odio evidente ed io non mi fermo proseguendo come un treno a distanza debita. - Sì, hai capito bene! Sei ridicolo! Sei un bambino che se le cose non vanno come vuoi fai il muso e non parli a nessuno! Ora addirittura cerchi di attirare l’attenzione sparendo?! Sei un egoista, ecco cosa sei! - E forse dovrei disinserire la spina invece che il cervello. Forse dovrei chiudere la bocca, lui mi guarda incredulo che io stia dicendo tutto questo, ma lo faccio perché davvero ne ho abbastanza. - Lewis si è arrabbiato perché hai cercato di allontanarci usando un sistema meschino. Ha tutta la ragione di questo mondo! Ma io sono qua a ringraziarti perché se non avessi fatto questo io probabilmente non gli avrei più parlato. - Glielo dico apposta perché ci tengo a ferirlo come lui ha ferito me solo esistendo al suo fianco, ma poi mi rendo conto che se lui è arrivato prima nella vita di Lewis non è colpa di nessuno.
- Siete voi che vi siete convinti di questa cosa. Che io volevo separarvi fingendo di volervi aiutare! Perché mi credete così? - Cerca di difendersi, ma una folata di vento fa cadere della neve dai rami degli alberi e ci spinge ad avvicinarci uno all’altro e ad alzare la voce mentre la furia cresce sempre più. 
- Davvero te lo chiedi? - Nico spalanca gli occhi incredulo e furioso.
- Di cosa parli? -
- Del fatto che mi detesti e che sei geloso di me e di Lew. - Nico stringe le labbra e sforma il viso in un’espressione di puro odio che ogni tanto non controlla per niente. È un lampo, ma mi dà conferma che ho ragione. Che mi odia. E non serve che parli. 
Una folata più forte e violenta fa cadere più neve dai rami alti e di riflesso lo tiro verso di me per impedire che gli arrivi in testa, finisce sbilanciato contro di me non aspettandosi questo gesto e lo tengo su per le braccia. Siamo quasi abbracciati perché si tiene a me anche lui e ci guardiamo, lui è sorpreso ed io arrabbiato. 
Lo sono perché ha una fortuna immensa e la spreca in un modo assurdo. 
- Hai una fortuna incredibile, Nico. Lew ha scelto te. Ha scelto te in mille modi diversi, in mille momenti e sceglierà sempre te ed anche se io non capisco come diavolo possa sceglierti... ma che cazzo gli fai la guerra? Tienitelo stretto. Non lasciartelo sfuggire. Così lo farai solo scappare, lo stai perdendo. Te lo dico chiaramente, Nico. È davvero questo ciò che vuoi? - Non so perché lo faccio, dovrei remare contro di loro, ma è vero che non voglio essere io il ragazzo di Lewis, anche se mi fa impazzire ogni volta. 
Io non saprei farlo felice, non saprei dargli ciò che vuole, crederemmo in cose diverse, finirebbe male e non voglio non parlargli più dopo qualche mese. Non voglio rischiarlo.
Però l’idea che sia infelice con Nico è anche peggio. Eppure Lew l’ha sempre scelto. 
- Perché mi hai aiutato? - Chiede turbato e corrucciato sempre come un bambino piccolo. Scuoto la testa e lo lascio andando verso il sentiero da cui il deficiente si è allontanato. Lui mi segue. Era ora. 
- Perché sono idiota! - 
- E perché cerchi di aiutare me e Lewis? So che anche tu mi detesti e non ti piaccio accanto a lui! - Nico mi urla dietro ed io esasperato mi fermo e mi giro prima di ricongiungermi agli altri. 
- Perché rispetto la sua volontà. Lui ha scelto te, Nico. Ed io non voglio vederlo piangere. Non lo sopporto. - Si aggrotta, riprendo a camminare, lui ad inseguirmi. 
- Se lo ami perché non fai di tutto per separarci e per prendertelo? A volte sembra che lo fai, ora fai l’opposto. - Alzo ancora gli occhi al cielo. Perché non ho lasciato che la neve lo investisse? O che si perdesse? 
Mi fermo ancora e lo guardo, alzo il dito e spero di chiudere qua; 
- Io sto con Jens e sono felice con lui, vogliamo le stesse cose, siamo simili. Lew dà l’anima e tu la vuoi. Le coppie perfette sono queste. Accettalo e va avanti. - Spero che la smetta perché posso anche sotterrarlo sotto sei metri di neve se preferisce. 
Dopo di questo non replica e così torniamo da Lew e Jens che ci erano intanto venuti incontro lamentandosi del freddo che si è alzato. 
- Eravamo preoccupati... - Fa Lewis guardandomi. Io alzo un sopracciglio e guardo Nico per capire che intenzioni ha. Nico tossicchia e si imbarazza visibilmente, ma poi sospira e come se si stesse cavando un dente, finalmente parla. 
- Scusate. A tutti. - Poi fissa Lew e sembra che abbia appena mangiato cianuro. - Soprattutto a te. Non avrei dovuto fare di testa mia. - Penso che non avremo più di questo, ma considerando che è lui è già molto. A volte mi chiedo perché non me ne sto zitto. Lewis lo guarda meravigliato, spalanca gli occhi sentendolo e lo vedo già commosso. 
Se non facevo niente magari si lasciavano.
- Ma che gli hai detto? - Fa Jens buttandola subito sullo scherzo. Nico ride nervoso e Lewis gli si butta al collo. Credo che non abbia mai ricevuto le sue scuse. Mai. Da come reagisce almeno. Distolgo subito lo sguardo e mi affianco a Jens scusandomi con uno sguardo, lui sorride e mi circonda la schiena con un braccio. Sto bene, mi aiuta. Ma è meglio che non li guardo mentre si baciano davanti a noi e fanno pace e so che Nico mi fissa mentre lo fanno, ma non mi interessa. 
È una scenetta davvero vomitevole. 
- Credo sia meglio tornare che si è alzato il vento e fra poco cala il sole. - Jens mi prende la mano e si avvia con me davanti a loro per il ritorno, io tengo volentieri la sua mano, mi rende tutto più facile. Anche se non so fin dove arriverò e nemmeno quanto resisterò. 
Una sola cosa è certa, sono davvero un idiota.

La macchina scorre per le vie svizzere verso il ritorno, seduto nel posto del passeggero davanti tengo ancora la mano a Jens che guida cercando quel calore che non è uguale a quello di quando tocco Lew. 
Non guardo dietro a come sono loro due, spero di non sentirli baciarsi se lo fanno e nemmeno capire se si toccano e se si coccolano.
Ho fatto una cosa bella per loro, ma l’ho fatta per Lewis.
Dopo averlo respinto il minimo era aiutarlo a sistemare le cose con l’idiota che si è scelto.
Il fatto che lo odi e che non mi piaccia per lui non mi dà diritto di boicottarli ed aiutarli a lasciarsi. 
Sospiro all’idea e Jens mi tira la mano per farsi guardare, così lo faccio pigramente e lui sussurra con un tenero sorriso:
- Tutto bene? - Io annuisco con un altro sorriso poco convinto. - Ti sei spento... - Mi fa notare. Così io alzo le spalle. 
- Anche voi... - Gli faccio notare. 
Jens guarda dietro, ma io non lo faccio. 
- Dormono. - Non volevo saperlo. Cerco di nascondere il fastidio su questa informazione e così mi accoccolo contro il suo braccio. 
- Dimmi se vuoi il cambio. - Dico poi ignorando totalmente il fatto che quei due dormono sicuramente abbracciati. 
- Hai fatto una cosa bella, oggi. - dice poi piano riferendosi a quando li ho fatti far pace. - E non credo che qualcuno si aspettasse che proprio tu riuscissi a farlo ragionare. Io ci ho provato senza risultati. - Piego le labbra all’ingiù e mi ricordo della teoria di Lew.
- A quanto pare siamo più simili di quel che siamo disposti ad ammettere... e fra simili ci si capisce, forse. - Non ne sono convinto e spero davvero di non essere come Nico, ma se così fosse la differenza sta nel fatto che io so che renderei infelice qualcuno se mi mettessi seriamente con lui e quindi non lo faccio.
Guardo Jens, il suo profilo regolare e piacevole. 
Io e lui stiamo solo insieme. Stiamo bene insieme. Non abbiamo una storia. 
Infatti non mi chiede dettagli su me e Lewis, cosa sia successo, cosa c’è dietro questa sceneggiata. Perché sa che non è un territorio di discussione, perché non abbiamo una storia vera. Ed è per questo che riesco a starci. Lui rende tutto più facile e sopportabile. Anche la consapevolezza che dietro ci sono Lew e Nico abbracciati. A volte vorrei solo sparire.”