* Il 2012 vola piuttosto gloriosamente per Seb, mentre tutti e 4 sono in un equilibrio che finalmente sembra perfetto. Finchè certi silenzi passati fatti a fin di bene, non arrivano a chiedere il conto. Perché prima o poi si deve affrontare ogni scelta presa in passato, anche se non è facile e soprattutto non avresti mai voluto. Il capitolo è tutto dalla parte di Lewis. Buona lettura. Baci Akane*
57. IL FILO DI CRISTALLO
/Lew/
“Definire l’anno di Seb pazzesco non rende nemmeno, si è concluso ancora meglio di come poteva immaginare perché ha vinto senza colpi di scena e prima della conclusione. È stato primo praticamente sempre vincendo così tanti GP.
Non posso che essere contento per lui, vincere due mondiali di fila così giovane è sicuramente molto più nella storia che mai.
L’anno con lui è stato strano, particolare ma bello.
Gli altri anni Seb aveva un po’ paura di starmi vicino e lo faceva come se non potesse domare il suo impulso, ma poi ci stava male e c’erano momenti di allontanamento. Gli altri anni è stato strano decisamente, questo è stato bellissimo perché trovava il modo ed il tempo e la forza di stare con me e lo siamo stati tantissimo. Certo senza fare chissà cosa specie in pubblico o con Nico nei paraggi, però anche loro hanno comunicato in modo più vero e meno costruito. Credo che qualunque cosa fosse successo in montagna li abbia aiutati ad avvicinarsi e la cosa mi piace.
Comunque credo anche che Seb quest’anno sia riuscito ad approcciarsi tanto a me e a starmi tanto vicino anche perché aveva Jenson e Michael. L’ho visto andare da entrambi spessissimo e stare molto bene con loro.
Ho visto un Seb molto felice e sono sicuro che se non mi vedesse più ormai non gli cambierebbe la vita, sarebbe felice lo stesso. Infatti parliamo di Nico senza problemi e lui mi racconta di Jenson e di quanto bene sta con lui e cose così, prima erano argomenti tabù.
Penso che con molta fatica siamo arrivati a quello stato che volevamo anni fa per cui abbiamo pianto un sacco.
Lo stato di amici semplici e basta.
Un po’ forse mi dispiace e anche se credo che comunque restiamo dei privilegiati nelle vite uno dell’altro, alla fine siamo riusciti ad andare avanti. Con Nico non posso lamentarmi sinceramente, ha fatto quasi zero stronzate e Seb appunto lo vedo molto sereno e felice, un autentico raggio di sole.
Forse qualche sguardo geloso mi è partito perché davanti a me ci dà dentro con Jenson e non capisco se lo fa apposta per ostentare un rapporto che alla fine è solo sessuale o cosa, però mi viene su il nervoso quando lo vedo spalmarsi totalmente su di lui con un sorriso a 32 denti davanti ai fotografi e al mondo e quasi mi ignora.
Salvo poi trovarsi magicamente con me sul terrazzo di sera a guardare il tramonto insieme e a fare qualche chiacchierata sfiorandoci.
Credo che il toccarci ora abbia un accezione diversa da prima, ora è un modo per ricordarci che siamo speciali ma non ci danniamo l’esistenza come prima.
O per lo meno voglio pensare sia così.
Il viso sorridente e allegro di Seb mi sta davanti sconnettendomi dalla realtà, per un momento penso che sia un sogno.
Poi lui mi tocca ed entra in casa mia come niente fosse, mentre io mi sveglio alla scarica elettrica e mi sento subito male perché mi ricordo cos’è che non andava bene. Cos’è che anzi non andava per un cazzo bene!
Seb a casa mia.
Seb non è mai venuto a casa mia da quando sono qua, sono sempre andato io da lui ed il motivo è semplice. Avendo dato le chiavi di casa mia a Nico lui ogni tanto viene quando gli pare, quando sa che sono dentro e non faccio niente di speciale. Ogni tanto me lo ritrovo qua che rientro e mi sta cucinando qualcosa dopo che mi ha riempito il frigo con la spesa, perché io mangio sempre per ordini telefonici e cose precotte.
Ed ora sono io, a casa mia, da solo, ma non so per quanto da solo, con Seb dentro che mi fa la prima improvvisata da anni.
E mi sale su il panico, di quel panico che mi paralizza e mi blocca le connessioni neurali.
E se viene Nico che lui è qua?
Ma al momento di dirgli qual è il problema del suo essere qua, mi rendo conto che non gli posso dire che ho dato le chiavi di casa mia a Nico perché gliele ho date da un sacco di tempo, da almeno due anni, da quando sono venuto qua e... e quello è stato come un ‘vorresti sposarmi un giorno?’, sono cose importanti lo scambio delle chiavi e credo che Seb ci rimarrebbe male.
Mentre lo inseguo per casa mia, lui va in cucina a posare il sacchetto della spesa proprio come spesso fa Nico, e parla allegro come niente fosse, mi immagino cosa direbbe e mi ricordo la scenata che gli ho fatto quando non mi aveva detto di lui e Jenson.
Posso mettere le cose sullo stesso piano?
Io non l’ho fatto apposta a nasconderlo, solo che semplicemente non ci pensavo. Cioè gliele ho date e Nico è venuto spesso a casa mia orgoglioso o forse per indagare e spiarmi conoscendolo, e non ci ho più riflettuto perché tanto non avevo niente da nascondergli.
Ma oggi ce l’ho.
E quella cosa non è una cosa ma una persona e sta bellissimo ed allegro in piedi nella mia cucina mentre tira fuori il necessario per una pasta che adoriamo entrambi e poi anche per l’aperitivo che fuori stagione di F1 ci concediamo alcolico.
E lui è lì così felice che io non so come dirgli che se ne deve andare subito, perché non so mentirgli e non so come reagirebbe.
Le cose andavano bene fra tutti, c’era un equilibrio magico.
C’era.
Immediatamente vedo tutto sgretolarsi. Il rapporto che speravo di avere sia con Nico che con Seb è diventato un filo di cristallo, se si spezza uno si spezzerà l’altro, io lo so che è così.
Ed ora mi ritrovo a fare l’equilibrista nel cercare di capire come fare tutto senza rischiare nessuno dei due.
Che poi c’è pure da dire che se arriva Nico con Seb in casa è davvero finita, poi.
- Lew? - Mi richiama Seb dal mio tragico momento di terrore. Io lo fisso con un sorriso vacuo, sono già nel mondo dell’aldilà.
- Eh? - Chiedo tremolante.
- Che succede? - Chiede capendo che qualcosa succede effettivamente. Io inghiotto e cerco di capire cosa dire, cosa fare. Rovinare di nuovo tutto con Seb, quel rapporto che tanto volevo per anni e che finalmente penso d’aver ottenuto?
E mentre ci penso decido subito su due piedi e seduta stante.
- Niente... è che non ti aspettavo e non sei mai venuto a casa mia da quando sono qua e... mi hai spiazzato! - Il che è vero, ma lo sono perché ho il terrore che questi due decidano di essere ancora più simili di quel che già non lo sono.
Da un lato mi spaventa ogni tanto questa loro somiglianza perché ci sono delle cose di Nico che non mi piacciono e che spero Seb non abbia, ma poi mi rendo conto che non è una cosa utile perché tanto non è che devo passare da uno all’altro.
Seb così accentua il sorriso e mi tira al volo una patatina che di riflesso prendo con la bocca.
- Toh, facciamo l’aperitivo e goditi il cuoco speciale che hai oggi! -
Maledizione. Maledizione e ancora maledizione.
Mangio e sorrido sicuramente male mentre lui versa da bere e rovescia le patatina su una ciotola che ha tirato fuori da solo dopo aver aperto ogni armadietto come se fosse a casa sua.
Così titubante mi avvicino e vado da lui circospetto, spaventato che possa toccarmi quando Nico potrebbe entrare.
Lo stomaco si stringe in una presa e mi accorgo che mi sono illuso di aver sistemato tutto, che sono ancora col piede in due scarpe e che ho solo fatto finta di no.
Prendo il bicchiere di prosecco che mi porge e mi indica di prendere delle patatine, aspetta che faccio il cin al suo bicchiere e quando lo faccio sorrido male, molto male.
Sorseggiamo e poi Seb mette giù e comincia:
- Allora, o mi dici cos’hai o non ti cucino nulla! - La minaccia è simpatica e sdrammatizza, io rido isterico ma non risolvo nulla.
Non voglio rovinare tutto, ma non posso nascondergli nulla e poi è vero che dovevo avvertirlo delle chiavi. È una di quelle cose che bisogna dirsi fra amici. E fra ex anche a maggior ragione.
Improvvisamente capisco quando quel giorno ha detto che non mi ha rivelato di Jenson perché si sentiva di essere il mio ex.
Ed è proprio così.
- Problemi con Nico? - Inizia ad indagare stile mastino, io tentenno e cerco di cambiare discorso, ma senza risultati e siccome l’ora di pranzo si avvicina, Seb decide di iniziare a cucinare mentre continua con le domande a raffica sulle mie negazioni.
Guardo nervoso l’ora. Di solito Nico se decide di farmi le sorprese è sempre a pranzo perché poi passiamo la giornata insieme.
- Sai, ero a casa e ci pensavo... è da una vita che non facciamo qualcosa insieme a casa e visto che siamo riusciti finalmente ad essere solo amici ho pensato che era una bella idea. Un’improvvisata così si fa, no? -
Vorrei dire di no ma la mia bocca si muove da sola:
- Sì, immagino di sì... solo che dovevi avvertirmi, è meglio che venga io perché... - E non ricordo più la scusa che usavo, sto per dire ‘perché Nico ha le chiavi di casa mia’ ma non serve più perché la porta di casa mia si apre ed io contemporaneamente chiudo gli occhi mettendo giù il bicchiere. Con aria tragica mi strofino gli occhi chiusi e le labbra.
Non oso vedere il volto di Seb mentre si gira verso la porta della cucina in attesa di vedere chi arriva.
Sento la voce allegra di Nico raggiungerci:
- Ehi tesoro, indovina un po’? Sono arrivato a salvarti dal tuo cibo spazzatura! - E poi forse avrebbe aggiunto qualcosa altro ma si ritrova un intruso nella mia cucina che già mi prepara da mangiare. Gli aperitivi cominciati.
Ed io che sento il rumore del filo di cristallo rompersi sotto i miei piedi.
Ecco come finiscono le storie. Come finiscono tutte le storie importanti in una volta.
Ecco il karma che si rivolta contro, io che fingevo di non vedere la verità di quel che stavo facendo.
Ed io ora qua, mentre cado dal burrone lontano da entrambi. Perché come potrebbe andare diversamente?
Il silenzio è immediato e apro gli occhi, Nico e Seb a distanza di penisola si guardano ed è come se vedessero un fantasma.
Io ho la testa vuota, la gola annodata e sto anche per vomitare, probabilmente.
- Ecco, il fatto è questo... -
- Vivete insieme... - Non dimenticherò mai il tono che usa Seb mentre lo dice.
Non lo dimenticherò mai, lo giuro.
Quel tono ferito, inorridito e schifato di me.
Nico poi alza la sua copia di chiavi:
- No, ma mi ha dato le chiavi per venire quando voglio... voi... voi che... - Non so come potrebbe cambiare il fatto che Nico non vive qua ma ci può venire quando vuole.
Ora mi sembra solo tutto finito e sono in attesa dell’inevitabile scoppio, del ‘è finita’ da parte di entrambi.
Quanto idiota sono stato. Dio mio, quanto?
Me lo merito, ecco.
Ogni cattiveria, ogni brutta reazione. Tutto, mi merito. Il peggior Nico.
Ma questo sguardo ferito di Seb mentre ignora Nico e guarda me, come per dire così espressivo ‘come hai potuto?’
Seb è sconnesso, non l’ho mai visto così. E quando si riprende lascia tutto, fa un passo indietro e balbetta rauco:
- Che... che stupido... - E così dicendo prende e se ne va via veloce, afferrando la sua giacca e dimenticando la cuffia e la sciarpa.
Prende e va via sbattendo la porta di casa senza dire nulla, senza sceneggiate, senza cinque minuti, senza insulti.
Va via e basta, in silenzio, ferito, umiliato forse. Gli occhi lucidi.
Dio i suoi occhi blu lucidi colmi di lacrime, i suoi occhi feriti. Feriti da me.
Dio come ho potuto? Perché?
Ti prego. Ti prego perdonami. Ti prego.
Ho l’istinto di rincorrerlo perché so che se non lo faccio sarà davvero finita. Non so come potrebbe perdonarmi, come potrei rimediare. Io non ne ho proprio idea sinceramente.
Ma Nico lì vicino all’uscio della porta mi ferma.
Il suo sguardo sottile, il suo sguardo carico di odio.
Il sacchetto finisce a terra insieme alle chiavi di casa, Nico è livido, non è ferito o schifato. Indurisce la mascella e diventa una statua di marmo meravigliosa.
- Non stavamo facendo nulla, ha fatto un’improvvisata, voleva cucinarmi qualcosa e... -
- Ed è normale visto che ha pensato di poterlo fare. Lo fate spesso. Ma forse prima che tu mi dessi le chiavi. O forse eri tu ad andare da lui... ed erano le volte che rientrando mi ritrovavi qua a cucinare per te. -
Nico si tira le linee come è giusto e normale, parla duramente, parla piatto e carico di odio.
I brividi mi percorrono e non so come proseguirà da qui in poi. Aspetto solo che mi dica ‘è finita’ con lo stesso odio e se ne vada per sempre.
È tutto congelato, anche le mie lacrime e la mia reazione.
- No, non l’ha mai fatto, io... - Nico però prende uno dei due bicchieri di prosecco e lo getta contro il muro, nessun pezzetto per fortuna rimbalza contro di noi.
- È così che ti impegni di più con noi? Mi dai le chiavi illudendomi e poi fai i salti mortali per farti meglio anche lui? Ecco perché andava tutto bene, perché eri felice anche con lui. Avevi ricucito sul serio. E ricucito come quando due tornano insieme. Da quanto stai con entrambi? Cosa gli hai raccontato? Che stavi con me per finta, per tenermi buono, per farmi contento, ma che amavi lui? - Nico è un fiume in piena, cammina sui cocci di vetro rotti e tira fuori come una furia tutto quanto, io sto fermo e zitto, non provo a contraddirlo perché so che quando è così è pericoloso.
Io scuoto la testa quando chiede da quanto tempo va avanti, se va avanti così da quel giorno in montagna, quando Seb ci ha aiutati a far pace e per un momento penso che se non lo convinco che non sto con Seb, potrebbe andare a rincorrerlo ed investirlo con la macchina, tanto è fuori di sé in questo momento.
- Nico, su questo devi credermi. - Comincio, lui mi guarda ed io congiungo le mani, mi sento le guance calde così capisco che sto piangendo ed è peggio piangere con lui. Nico mi viene davanti e mi mette una mano sulla faccia spingendomi, io indietreggio:
- NON HAI IL DIRITTO DI PIANGERE! -
- NON STO CON LUI, SUL SERIO! NON CI SONO MAI STATO! - A questo punto mi metto a gridare anche io, lui in risposta prende le chiavi della macchina dalla tasca e fa per andare via:
- So perché lo difendi, ma non andrà sempre tutto come vuoi. Deve rispondere anche lui! - Lo sapevo. Lo rincorro e lo afferro con forza sulla porta e devo usare quella che ho più di lui. Lo blocco con decisione e gli impedisco di uscire, lui mi sgomita e mi colpisce sul labbro che si mette a sanguinare, non l’ha fatto apposta, voleva liberarsi dalla mia presa di forza.
Quando vede che sanguino finalmente si ferma. Finalmente si stacca un interruttore e così mi accascio a terra, in ginocchio, piangendo ma non per il colpo alla bocca. Mi metto fra lui e la porta d’ingresso e disperato riesco solo a mormorare:
- Devi credermi, Nico... non sto con lui, non ci sono mai stato... -
- Ma vorresti! - Dice con odio, in piedi davanti a me ma almeno fermo.
- Mi confondeva. È vero che abbiamo un rapporto particolare, ma non ti ho mai tradito con lui. Non è mai successo nulla. Ed è vero che io gli piacevo e lui voleva scoparmi, ma io gli ho sempre detto di no ed una volta che ero in rotta con te ho detto che se lui voleva a me andava bene, ma Seb ha detto che invece non eravamo adatti a stare insieme, che lui voleva solo divertirsi e che non crede all’amore e che un giorno ci saremmo lasciati e sarebbe finita male perché io invece do tutta l’anima e mi innamoro... siamo riusciti con fatica a trovare un equilibrio e questo è quanto. Non stiamo insieme. Non siamo mai stati davvero insieme. Devi credermi. Da amico è venuto qua... -
- Cucinando per te come se sapesse, come se lo facesse spesso? -
- Parlando gli ho detto che sono un disastro in cucina... - mento, ma in questo momento non posso fare altro.
Silenzio. Nico sospira e lo guardo da sotto, si copre il viso con la mano, probabilmente non ce la fa più, avrà la testa che esplode.
- Mi serve tempo. - Mormora. Però non è un ‘è finita’ e forse tornerà più possessivo ed ossessivo di prima e me la farà pagare perché l’ho ferito a morte, ma me lo meriterò.
- Lo capisco. Ma non lasciarmi. - Implorarlo funziona, gli piace avere questo potere su di me.
- Sei una persona orribile, Lewis. È finalmente venuto fuori il tuo viso. Illudi uno che sai è innamorato ed intanto prendi per il culo il tuo ragazzo e gli fai fare la parte del cattivo, quando sei tu quel cattivo. Sei tu lo stronzo. Sei una persona orribile. -
- Seb non mi ama, non mi amerà mai! - Ma non era di certo la risposta.
Nico ride amaro e lo guardo ancora da qua, col sangue che scivola sul mento.
- Ed oltre ad essere uno stronzo sei anche stupido a quanto pare. - mi aggrotto, lui apre la porta che sbatte contro di me ed io non mi muovo. - Lui ti ama. - Dice laconico. Poi si corregge. - O meglio ti amava, dopo di questo non lo so. - Le lacrime che si erano sospese tornano prepotenti e giuste.
- Non andare da lui, non c’entra nulla, non ha fatto nulla di male... - E nemmeno questo era la cosa da dire. Nico chiude gli occhi ed esasperato si passa la mano fra i capelli.
- Ti prego, fammi andare via. Se rimango qua con te io... mi ammazzo! - Con questa minaccia melodrammatica mi sposto e lo faccio andare via, sperando davvero che non vada da Seb.
E poi, da solo, sperando non so più nemmeno io cosa.
Con Nico forse è finita ed io pensavo solo a Seb e a proteggerlo. Non parla questo più di qualunque altra cosa?
Non so come potrò rimettere le cose a posto, non ne ho idea. Però mi sento come uno lasciato da due amanti e non so come rialzarmi da qua. Non so nemmeno se potrò farlo.
Dio, sto male. Aiutami. Mi chino con la fronte al pavimento e piango. E non so per quanto piangerò.”