* La stagione 2014 comincia con Melburne e Seb non è più il Seb di prima e mai lo sarà. Lewis non lo molla un secondo, ma lo sente al telefono e quando comincia il mondiale è ora di vederlo, ma come andrà? Il capitolo è tutto col pov di Lewis. Ho esagerato lo stato d'animo di Seb, in realtà non so come l'ha presa e vissuta, sicuramente l'ha colpito e segnato, comunque come si dice, sono esigenze di copione. Così come l'opinione di Lewis molto probabilmente non rispecchia quella che sarebbe la sua, ma in questo ho messo del mio, lo ammetto. Buona lettura. Baci Akane*

61. UN SOSTEGNO AL DI LÀ DI TUTTO

seb lew

/Lew/

“Penso che molte cose si affievoliranno nella mia memoria, tranne lo stato di shock in cui ho trovato Seb ed il modo in cui mi stringeva forsennato la mano.
Ma la sua voce mentre mi diceva che ha bisogno di me. 
I brividi tornano ogni volta che ci penso ed oggi che lo rivedo perché ricomincia la stagione sono pieno di preoccupazioni, perché non so in che stato può essere davvero.
L’ho chiamato ogni giorno, cerco di distrarlo e gli racconto delle mie scorribande, dei miei cagnoni meravigliosi che quando li ho presi mi hanno fatto pensare ad una delle nostre conversazioni. Seb un giorno mi aveva paragonato al pittbull, quelli in linea perfetta ed eleganti, sono molto belli in realtà i pittbull anche se hanno una fama da cattivoni. 
E io gli avevo detto che adoravo invece il visone pacioccone dei bulldog e sono finito per prendere due bulldog! 
Coco e Roscoe. 
I miei bimbi bellissimi. 
Ho anche condiviso i nuovi tatuaggi e ogni cosa che ho fatto e comprato e cosa ho fatto. 
Gli dicevo tutto quel che mi riguarda e lui ascoltava, poi arrivava il momento in cui tirava in mezzo Michael ovviamente. 
È sempre in coma, le settimane passano e ci sono lievi miglioramenti dal punto di vista cerebrale perché l’emorragia sta venendo assorbita per fortuna, ma il risveglio sembra ancora lontano.
Abbiamo passato le giornate così ed ora rivederlo di persona penso che mi sconvolgerà, tremo già da ora.
- Come sta? - Chiede Nico mentre scendiamo dalla macchina che ci ha portato all’hotel della prima tappa della stagione. 
Il 2014 si apre a Melbourne come ormai succede da un po’. Siamo a Marzo. 
Rispondo assorto alla domanda di Nico senza accorgermi che sapeva a chi pensavo e che non è stupito. 
Mi chiede spesso come sta Seb, sa che parliamo molto, non sa che sono andato da lui quel giorno e che l’ho messo a dormire nella stanza d’albergo dove ci siamo fermati. Non sono rimasto lì, non l’ho fatto. Però mi sono assicurato che andasse a dormire e stesse bene. Io sono andato in un’altra camera. 
Quel giorno Seb non c’era minimamente, non l’ho mai visto così. 
- Beh non saprei, al telefono va a momenti. Vedremo ora di persona. Sai che lui è bravo a nascondere e... - Con questo almeno capisce che non l’ho visto. È vero. Non ho voluto vederlo perché avevo paura di non poterlo respingere. 
Chiudo gli occhi e ripenso a quando l’ho messo a letto, mi ha chiesto cosa dovesse fare ora. 
Era seduto sul letto vestito ed io gli ho detto
‘dovresti spogliarti, stenderti e metterti a dormire’
E lui allora si è guardato la maglia smarrito ed io so che non fingeva, non è da lui.
Era totalmente perso. 
Gli ho tolto la maglia e poi gli ho detto di togliersi i pantaloni, lui ha eseguito tutto e poi si è steso, l’ho rimboccato mentre non ero nemmeno pervaso da brividi ed eccitazione perché non potevo, non sentivo altro che preoccupazione e panico. 
Però sono stato fermo e sorridente. Era un po’ come quando Nicolas ha qualche crisi o peggiora ed io mi occupo di lui od aiuto papà. 
E lui mi ha poi preso la mano e mi ha tirato giù, per poco non sono finito sopra di lui, mi sono appoggiato in tempo al cuscino e sono rimasto su per qualche centimetro. Ci siamo guardati e lui aveva un’espressione così terribile, così cupa. 
‘Non dormi qua?’ 
Mi ha chiesto basso e penetrante. La sua voce roca mi ha fatto rabbrividire ed è lì che mi sono paurosamente eccitato. Torno ad esserlo ora. Ho scosso il capo senza la forza di dire ‘no’ con la voce. 
‘Non lasciarmi, da solo non ce la farò’
Ed io gli ho baciato la fronte e non so con quale forza sono riuscito a non deviare sulla sua bocca. 
Ci ripenso e non posso spiegare a Nico che non lo vedo da quel giorno perché sono terrorizzato di rimanere solo con lui, ma non posso lasciarlo un secondo e lo sento ogni giorno al telefono. 
- È dura, lui gli era molto legato. - Nico è incredibilmente comprensivo e forse è vero che prima era colpa mia per tutti i problemi che avevamo, perché da quando vivo praticamente con lui e sono più sicuro di me rispetto a prima, mi piaccio, mi voglio più bene ed acquisisco decisione, con lui le cose sono andate molto meglio. 
Ma sento come una tempesta in arrivo, anzi sento che la tempesta è iniziata quel giorno a Grenoble con Seb. 
Michael ha dato il via a quella tempesta in qualche modo. 
- E non so nemmeno per cosa sia meglio pregare, se che si svegli o che il buon Dio se lo prenda. - Nico mi guarda sorpreso della mia frase che non è da me, ma sono consapevole e quasi amaro mentre rispondo amareggiato: 
- Io so cosa significa quando la persona che ami non vive una vita normo dotata. Quando fa fatica a camminare, a parlare, a fare le cose più elementari. Quando ha bisogno di aiuto per andare in bagno, per lavarsi, per mangiare, per farsi da mangiare. Quando non può fare nulla da solo, quando ha bisogno di qualcuno per tutto. Io so cosa significa. - Dico lapidario pensando a mio fratello. Nico mi stringe la mano in modo incredibilmente sensibile e non aggiunge nulla, ma prima di scendere dice solamente una cosa quasi delicatamente: 
- È dura arrendersi, però. - Sospiro pensando allo stato di shock di Seb che non mi abbandonerà più.
Seb che non si ricordava nemmeno come ci si metteva a dormire. 
- Lo so. Però poi capisci che l’amore che nutri per una persona significa volere il suo bene e non che lei stia con te pur stando male e soffrendo. - Involontariamente gli do uno spunto interessante di riflessione, Nico mi guarda ma poi arriviamo e scendiamo scaricando i bagagli, perché come di consueto arriviamo sempre insieme e viaggiamo insieme, visto che siamo nello stesso team e viviamo nello stesso palazzo. 
Nico è uno di quelli che pretende la vicinanza e la dedizione di chi ama e non importa come lui sta e cosa desidera o come si sente. 
Lui vuole tutto di chi ama, l’anima, il cuore, la testa, il corpo. Tutto. 
E se l’altro non sta più bene con lui non importa. 
Ma quello non è amore, quella è possessione.
Eravamo arrivati a quel punto ma da quando viviamo insieme va meglio e non è più così. 
- Se io amo una persona io voglio che lei sia felice con me. Lei deve esserlo. - Sospiro e stringo le labbra mentre trascino le valige dentro l’hotel. 
- A volte non è possibile. A quel punto devi affrontare la realtà ed agire di conseguenza. O lo obblighi in una situazione in cui lui o lei soffre per qualche ragione, oppure l’aiuto a liberarsi per poi stare meglio. Il vero amore si vede a quel punto. Se Michael dovesse svegliarsi ma essere più simile ad un vegetale, soffrire e stare male e basta io non so sai... non so quanto felice potrebbe essere. E non credo che chi lo ama starebbe bene nel vederlo così. Soprattutto lui, un uomo che è sempre stato forte e attivo e vitale. Dubito che tutti quelli che ora pregano per il suo risveglio poi vedendolo nello stato in cui potrebbe essere dopo mesi di coma... beh che siano poi felici per lui. Non sappiamo la sofferenza che vivono. Io ne ho un assaggio, ma sto bene e sono in salute. - Ho riportato il discorso sull’argomento consono perché se ci si addentra nel labirinto delle relazioni diventa dura con lui. So che lui è convinto che se ci si ama si deve essere felici insieme punto e basta e non esiste che uno stia male con il proprio compagno, non se lo ama. 
Ma se uno smette di amare? 
Me lo sono chiesto spesso in questi anni con Nico, mentre scappavo da Seb nei momenti topici in cui mi abbracciava o toccava troppo. 
Dopo anni è tutto uguale fra noi anzi, forse più solido. 
Come si può vivere così per sempre?
Cosa provo davvero per Nico?
È diventato solo un semplice stare bene con lui oppure davvero lo amo ancora?
Quando vedo Seb nella hall a prendere la propria camera, mi fa venire un colpo e vedo poi che si guarda intorno annoiato lasciando il compito alla sua assistente che lo segue sempre. 
Ci vede e ignora subito Nico per poi illuminarsi in un sorriso per me, ma non arriva agli occhi. I suoi occhi sono spenti e segnati. I suoi occhi stanno male, la sua anima sta male. 
Dio non so più cosa pregare, forse tu sai cosa è meglio per loro.
Sai cosa è meglio per Michael e per Seb. 
Lascio le cose nelle tue mani perché se Seb non dovesse più sorridere come faceva un giorno, penso che morirei, penso che non lo potrei sopportare. 
Per cui se Michael dovesse togliergli il sorriso definitivamente, Ti prego. Ti prego. Dagli un modo per tornare a stare bene come prima, ti prego. Restituiscigli la gioia, la felicità. 
Ti prego. 
Sorrido dolcemente a Seb e cerco di essere più entusiasta che mai mentre gli vado incontro e lo abbraccio sotto gli occhi di Nico. E non riesce ad importarmene un fico secco di lui ora, al momento è molto più essenziale Seb. 
Si abbandona con sorpresa al mio abbraccio e l’accetta volentieri. 
- Come stai? - Chiedo separandomi subito, Nico lo abbraccia a sua volta e penso che non sia così felice, però era strano se non l’avesse fatto. 
Alza le spalle guardandomi stanco con aria di chi non riesce a nascondere bene. 
- Meglio di lui di sicuro. - Cerca di sdrammatizzare ma è grottesco mentre lo dice e rabbrividiamo sentendolo, Nico è spiazzato e non sa cosa dire anche se di solito è pronto, mentre io gli carezzo il braccio. 
- Vediamo di renderlo fiero, quando si sveglierà dovrai fargli vedere quanto bene sei andato anche quest’anno. - 
- Se si sveglia. - Puntualizza, Nico nasconde un’espressione impressionata, io gli do uno schiaffo sulla nuca. 
- Certo che si sveglia. - 
Anche se forse sarebbe meglio di no, la lesione subita era grave. Che Michael sarà quando si sveglierà? 
Me lo chiedo ma mi guardo bene dal dirglielo.

In ascensore Nico dice laconico e quasi piatto: 
- Meno male che forse è meglio che non si sveglia, eh? - Mi rimprovera per la falsità dimostrata, ovviamente non me ne fa mai passare una ed io alzo le spalle. 
- Glielo dici tu che è meglio non si svegli se deve rimanere un vegetale? Per il momento il solo pensiero che lo fa andare avanti è che forse oggi si sveglia. Si alza e lo pensa ogni giorno. Ogni giorno. - 
Nico sta zitto qualche secondo, poi le porte dell’ascensore si aprono e lui aggiunge sempre penetrante: 
- Mi chiedo come si alzerà se non dovesse svegliarsi più. - 
I brividi mi attraversano, lui esce ed io rimango indietro con gli occhi sbarrati in una visione tragica di un Seb incapace di salire su una macchina. 
L’idea che Seb molli e che non sia più quello di prima mi terrorizza e si vede, non potrei affrontarla, ne ho il sacro terrore. Cosa farò se succede? 
Nico si accorge che sono ancora in ascensore quando le porte stanno per richiudersi così infila la mano e le ferma tirandomi impaziente. 
- Magari non è un problema tuo, no? Perché devi prenderti carico di tutti? Capisco l’amicizia e quelle cose lì ma... non esagerare! È la sua crisi! Non la tua! Ognuno ne ha abbastanza con le proprie. - A volte è cinico ma capisco che è l’unico modo per non affondare. 
Io lo seguo mentre mi lascia la mano, tiro le valige per il corridoio che ha il tappeto, leggiamo distrattamente le camere. 
- Io non sono così, non riesco. Se tengo a qualcuno e lui sta male non posso fregarmene. - 
- Capisco il tenerci, ma non è il tuo ragazzo! E penso che Seb stia così a pezzi perché magari avevano una tresca, erano amanti o almeno Seb ne era innamorato seriamente, no? A proposito, che fine ha fatto Jenson? Com’è che non gli gravita attorno e cerca di tirarlo su? Lo fai tu al suo posto ma non è il suo compito? - Nico non è molto aggiornato perché abbiamo saggiamente deciso di non fare più gite insieme, poi ci si incontra nei circuiti e negli eventi di F1, siamo tutti amici di Jenson e Seb fino all’anno scorso era un tornado. Non so come sarà quest’anno. 
Ci penso e alzo le spalle rendendomi conto che non abbiamo mai nominato Jenson e che nemmeno io gli ho mai chiesto a Seb come vanno le cose. Le conversazioni vertono sempre su cose che possono distrarlo e poi su Michael. 
È vero però che lo sta vivendo come un lutta da fidanzato e mi infastidisce il pensiero. Mi sento pure in colpa ovviamente, perché non dovrei. 
- Sai...  non ne ho idea. Ogni tanto ci siamo scritti, gli ho chiesto come sta e lui beh... insomma con sincerità mi ha sempre risposto che non va molto bene. Però non so di Jenson... - 
Nico piega le labbra e alza le spalle. 
- Quando lo vedo glielo chiedo, ci parlo più facilmente. - Ovviamente non mi chiede di farlo io con Seb. 

Per fine giornata Nico mi dice che Seb si è drasticamente allontanato da Jenson e che non è che si sono lasciati, ma semplicemente non lo cerca più, non gli risponde ed ha un periodo di totale chiusura.
Venire a saperlo così tramite Nico mi sconvolge e non so se è peggio la mia insensibilità perché non glielo ho mai chiesto o se è peggio il fatto in sé.
- Si è totalmente chiuso a tutto e tutti. Persino a Jenson. Ed erano molto affiatati, io pensavo che si volessero molto bene. Li ho visti bene davvero. - A volte Nico esagera il loro rapporto, ma è vero che è strano una reazione così. 
- Credi che sia finita davvero? - Chiedo io colpito e shoccato dalla notizia, mentre ci infiliamo la tuta per stare un po’ in camera insieme. Nico alza le spalle mentre si mette la sua nera firmata che gli sta divinamente come ogni cosa che indossa. Ma sono distratto da quel che diciamo. 
- Non lo so, ma secondo Jen sì. Perché ci è anche rimasto di merda, te lo dico. Cioè ne soffre molto perché ha cercato di avvicinarlo molte volte, ma Seb gli ha sempre chiuso tutte le porte, è un muro umano. Dice che non parla nemmeno in casa con la sua ragazza, cosa che non ha mai fatto molto per natura, ma ora è proprio chiuso. E Jen ci ha provato ma non sa come penetrarlo ed aiutarlo ed ora ne è molto ferito perché lui lo ama e si sente che questa è la risposta alla sua domanda. - Guardo Nico tutto interessato a questo discorso ed inarco le sopracciglia per sapere di che parla. 
- Quale? - 
- Seb l’ha mai amato? - La risposta ora pare ovvia e mi sento maledettamente in colpa perché ne sono felice anche se non dovrei. Che non si amano.
La cosa mi sconvolge e Nico avanza con la sua teoria che poteva tenersi per sé. 
- Penso che poteva avere una storia con Michael sul serio. - Vede che mi oscuro apertamente mentre lo dice e lui alza le spalle continuando. - O per lo meno Seb lo amava come non ha mai amato Jen! E non se lo merita perché è una persona meravigliosa! - Nico apprezza Jen, lo so che lo apprezza, ma la cosa non mi ha mai toccato, mentre mi tocca eccome l’insinuazione che Seb ami Michael. 
- Beh, forse lo amava ma di sicuro non hanno avuto una storia! - Dico secco e con troppa enfasi. Nico mi fissa meravigliato. 
- Come fai a dirlo? - Chiede subito cogliendo la palla al balzo. L’urgenza di andare da Seb, di vederlo, di chiarire. L’urgenza di andare via da qua perché se ci resto so che finisco per dire cose che non dovrei.
Cerco una felpa più pesante da mettere sopra di questa che indosso ora e nel frattempo butto tutto all’aria, Nico vede e rimane fermo con le braccia conserte. 
Il fastidio profondo che nutro mi fa tremare, sono un libro aperto tutte le volte che mi sale il nervoso e Nico ora mi guarda come se fissasse una tempesta arrivare. Era all’orizzonte da Gennaio, ma me ne sono accorto solo io. Ora la vede anche Nico. 
- Michael non è tipo ecco come faccio a dirlo! E non mi sembra bello insinuarlo ora che la situazione è così di merda! Spero che non ti salti in mente di insinuarlo a Seb perché potrebbe anche reagire male, messo com’è ora! - Nico sta per rispondere ma non gliene do modo, prendo la felpa ed esco sbattendo la porta.
In un momento un deja vu mi investe mentre vado via verso il terrazzo dell’hotel, salgo furiosamente le scale. 
Da quanto tempo non succedeva una cosa così?
E quante volte è capitato prima? 
Sempre con Seb. Sempre con lui. 
Apro la porta sbattendola e mi infilo come una furia la felpa, lo cerco sapendo che deve essere qua, perché ci viene sempre quando io lo cerco qua. Siamo connessi. 
Infatti puntuale lo noto mentre si volta spaventato per il tonfo che ho fatto fare alla porta. 
Seb mi fissa meravigliato alla penombra del faro che è di lato, lo illumina in un chiaroscuro bellissimo mentre la notte abbraccia la città stupenda davanti a noi. 
Lo punto col dito e come una furia vado da lui dimenticandomi che dovrei avere riguardo perché sta male. 
- Come hai potuto non dirmi che tu e Jenson vi siete lasciati? - Seb mi guarda spiazzato. - Andiamo Seb! Lo so che è vero! Jenson è disperato e ci è rimasto di merda, lo devo sapere tramite Nico che si è chiesto che fine ha fatto lui? - 
- E tu non me lo hai mica mai chiesto! - Esclama lui dando conferma, si chiude anche a me e fin’ora non l’aveva mai fatto. Mentre si chiude ed innalza il muro che ha innalzato con gli altri, mi rendo conto che ero l’unico che aveva compreso con sé. Ed ora mi sta allontanando. 
Mi fermo subito ma ormai è tardi e così continuo sulla mia strada probabilmente sbagliata, ma il bruciore che sento per l’insinuazione di Nico su Seb e Michael è perché in parte ha ragione... non dovrebbe reagire così! Come mai fa tutto questo? 
Ed è ora di finirla di fare l’amico passivo che aiuta e consola, adesso voglio avere delle risposte perché le merito, dannazione! 
- Tu lo ami? - Perché so che non stavano insieme. So che lui e Michael non potrebbero mai avere avuto una storia, lo so con certezza questo. Ma che Seb lo amasse può essere e mi sconvolge. Ora voglio che me lo dica o impazzisco. E mentre lo penso sento che se anche Nico si consolasse con Jenson non me ne importerebbe allo stesso modo di come ora mi importa di Seb e Michael. Merda!”