*Lewis è saturo della situazione con Nico, Seb nei mesi gli ha trasmesso forza e coraggio ed ora si sente pronto ad affrontarlo. Dopo aver lasciato Nicole, lo comunica a Nico. La sua reazione non sarà facile, ma con lui mai niente lo è. Ribadisco il concetto che la mia visione di Nico è terribile, ma è solo la mia visione, non ho idea di come sia realmente, so solo che comunque da un certo punto da che si consideravano fratelli a che hanno smesso di parlarsi se non litigando ed anche in modo vistoso. Nello stesso periodo della rottura con Nico, Lewis ha iniziato col suo nuovo look alla moda e più eccentrico, come per esempio tagli di capelli e tatuaggi. Perciò per me uno più uno fa due. Buona lettura. Baci Akane*
68. LIBERAZIONE
/Lew/
“Respiro profondamente, lo guardo negli occhi, rigidi, lividi, seri, pugni stretti lungo i fianchi. E poi si comincia.
- Ho lasciato Nicole. - Dico piano e calmo. - Ho deciso io ma lei era d’accordo. Non ha più senso continuare perché era iniziata per un motivo che non sussiste più. -
Nico assottiglia gli occhi, è la prima decisione che prendo contro la sua. Nicole l’ha fortemente voluta lui, cioè una ragazza al mio fianco.
- Il motivo non sussiste? - Chiede con voce e sguardi sottili.
Annuisco serio.
- Non c’è più bisogno di coprire la nostra relazione. Non c’è più una relazione da almeno un anno. - Dico deciso ma calmo. Nico è fermo a distanza e so che si sta rompendo dentro, lo so. E mi dispiace, non lo nego. Ma adesso si volta pagina. Non andrò in vacanza con questo magone dentro.
Mi libero ora e subito.
- Non hai diritto di voto in questa cosa, lo sai, visto ciò che mi hai fatto tu mi devi... - Comincia con le sue opinioni farneticanti di onnipotenza. Sentirsi forti solo nel maltrattare chi amavi, chi ti ha ferito, chi non ritieni più nessuno, deve essere triste.
Non è facile lasciare chi ho amato tanto, ma adesso quell’amore è stato totalmente spazzato via.
- Io non ti devo niente! E ammesso che te lo dovessi perché ho baciato Seb e l’ho desiderato molto prima di cedere... beh, ho espiato visto che ti ho consapevolmente permesso di trattarmi così! Ma adesso è ora di finirla. Ho espiato, ti ho restituito il dovuto! -
- Tu hai espiato? - Fa piano e teso. Muove un passo verso di me, io rimango fermo. - TU CREDI DI AVERE ESPIATO IL DOLORE CHE MI HAI INFLITTO? - Mi afferra il polso sul livido che per fortuna sulla pelle scura si vede poco, ma affonda le unghie ed io strattono per cui finisce che mi graffia a fondo e si vedrà subito, penso sanguinerò. - TU NON ESPIERAI MAI LE TUE COLPE! - Dice insistendo nello stringermi, l’altra mano sul mio viso a tenermelo e stringermi le guance. Continua a farmi male ed io a trattenermi per non usare la mia forza contro di lui, lascio che mi ferisca, lascio che le unghie affondino dove mi ha fatto male. - TU SARAI SEMPRE LA MIA PUTTANA PERCHÉ ME LO DEVI! - Quando lo dice qualcosa inizia a scattare più violentemente, credo siano le serrature delle catene che mi inchiodavano a lui. Sento che si aprono, queste dannate serrature. Io strattono, lo spingo e mi libero, lui stupito del fatto che ci sono riuscito in poche mosse e solo perché questa volto lo volevo, capisce che gli ho sempre permesso di sopraffarmi fisicamente.
Sempre.
E capisce PERCHÉ ho finito di espiare.
- Non sarò la puttana di nessuno, non lo sono! Ho sbagliato ed ho fatto ammenda permettendoti di trattarmi come ti faceva sentire meglio, ma è ora di smetterla, questo non andrà avanti per sempre! Bisogna accettare la fine, la chiusura! Non ci amiamo più. Né tu né io! Ti ho amato da morire, Nico, ma forse a volte le cose finiscono, si complicano, si rovinano. Chi lo sa! Non importa, ma quando una cosa finisce bisogna accettarla! E fra noi è finita! -
Non urlo ma sono molto fermo in quel che dico deciso e non indietreggio, lui è stato respinto e rimane lì a sentire quel che dico, che non ho mai osato dire. Non ho mai cercato di lasciarlo, mai.
È la prima volta che si trova davanti a questa scena e non credo sia in grado di accettarlo.
Aspetto la sua reazione consapevole che arriverà devastante, ma non immagino che la reazione più devastante alla fine sarà la mia.
Sento il graffio pulsare, il sangue che inizia a scendere e lo tengo nel palmo della mano che stringo a pugno, anche il viso dove mi stringeva mi fa un po’ male, ma rimango fermo, mento sollevato, sguardo fiero e deciso.
E lui prende fiato, incredulo, furibondo, per poi rispondere:
- Quella merda di Seb... quell’incapace! Non vale niente! Tutto quel che ha ottenuto è stato grazie a Michael, senza i suoi consigli non farà più un cazzo! È finito! Non è mai stato nessuno da solo, non meritava di essere scelto! Non ha mai ottenuto niente da solo ed anche te, ti ha rubato a me, eri mio, non eri suo! Non si è mai conquistato nulla da solo, è un pezzo di merda e basta! - E all’ennesima io non ce la faccio.
È uno scatto velocissimo ed imprevedibile. Prendo e lo colpisco con uno schiaffo, alla fine allargo la mano e vado così sulla sua faccia, consapevole che se lo colpisco con un pugno posso fargli saltare un dente.
Ma lo faccio e uso anche molta forza.
Dio mio è la prima volta che colpisco Nico.
Posso sopportare lividi, graffi e strette ed anche spintoni ed insulti su di me, ma non immaginavo che sentendo nominare Seb io partissi così.
Ansimo furioso e lui bloccato, sospeso in una dimensione parallela non può credere che la guancia che si tocca gli faccia male perché l’ho colpito io.
E poi alzo il dito della mano che ho usato per schiaffeggiarlo e sibilo minaccioso, irriconoscibile:
- Se sento un’altra volta uscire dalla tua bocca stronzate simili non sarà uno schiaffo ma un pugno e farò in modo che la tua bocca non riesca nemmeno ad aprirsi per dire cattiverie simili! Non nominarlo nemmeno! Non osare! - Mi rendo conto che mi sono trasformato ed ho reagito per lui e che in qualche modo è lui che mi ha dato la forza di farlo.
Respiro a fondo e lo guardo mentre inebetito ascolta e non reagisce. Così mi raddrizzo e prendo la porta ribadendo incisivo e determinato.
- È finita, Nico. Accettalo e va avanti. Io e te abbiamo chiuso. -
Con questo apro e me ne vado sbattendo. Una volta fuori mi fermo un momento, lascio andare i muscoli, prendo un altro respiro profondo, chiudo gli occhi e mi rendo conto che bruciano. Bruciano molto ed il magone esplode mentre le lacrime rigano le mie guance.
Mi muovo perché non voglio rivederlo. Lo rivedrò e spero riusciremo a chiudere, a chiarire. Non lo so sinceramente. La mia speranza era questa, devo essere onesto.
Chiudo ora, litighiamo e poi magari nei prossimi 3 giorni riusciamo a farlo in modo più umano, parlandoci. Dovremo trovare un modo di collaborare e convivere, ma so che mi aspetta una bella lotta, da qui in poi.
Sarò pronto perché so che non sono solo. E mentre cammino, mentre lo penso vado alla sua porta e busso.
Non ci siamo mai visti in camera, sempre in terrazza, per evitare che potesse degenerare fra le lenzuola, ma ora io non ce la faccio e lui mi apre subito. Sapevo che mi avrebbe aspettato qua.
Gli ho detto che gli volevo dire di Nicole, non che lo volevo lasciare, ma forse ci sperava.
Quando mi vede che piango e sono sconvolto rimane di stucco, poi gli occhi corrono sul viso che sembra troppo arrossato e una goccia di sangue cade per terra perché ho stretto troppo e lui vede, spalanca gli occhi, mi afferra il braccio, lo solleva e vede i graffi che sanguinano e leggo immediatamente nel suo viso l’intenzione di partire ed ammazzare Nico.
Non ci sono dubbi sul fatto che questi sono i suoi famosi 5 minuti, così io disperato e di riflesso cerco un modo per evitare una strage reale.
Forse è rimandato il litigio fra questi due tedeschi, ma non lo faranno ora.
Così prendo Seb anche con la mano sporca di sangue e lo spingo dentro nella sua camera, mi chiudo la porta dietro e mi appoggio a lui.
Mi appoggio e lo bacio.
Appoggio la bocca alla sua e mentre piango lo bacio e non so se piango perché finalmente posso baciarlo liberamente oppure perché mi fa ancora male aver lasciato quell’idiota.
Non lo so per cosa piango, ma piango e lo bacio e lui mi tiene a sé, mi stringe la vita e mi accompagna verso il letto, poi si ricorda del sangue e devia verso il bagno, mentre fa questo ci ritroviamo quasi a ballare insieme e a ridere sulle nostre labbra e così ha inizio una nuova vita, una nuova pagina.
Inizia subito, così. Forse mi prenderò un pochino, credo sia giusto. Un po’ per elaborare il lutto, per liberarmi definitivamente dall’incantesimo di Nico. Ma per stanotte starò qua. Per stanotte lascerò che il suo influsso benefico mi curi.”
/Seb/
“L’acqua scorre sulla sua mano e lava via il sangue che gli era sceso nel palmo, poi delicatamente gli pulisco anche il polso, dove si vedono i graffi.
Io lo ammazzo.
Me lo tengo per me, ma lo ammazzo.
È solo che le endorfine al momento superano l’adrenalina.
Lewis è furbo, mi ha disinnescato egregiamente.
Ho ancora la sensazione delle sue labbra sulle mie, le sue splendide e morbidissime labbra che ho succhiato prima di poter violare con la lingua e intrecciarmi completamente a lui.
Lewis con l’altra mano prende la stessa acqua dal rubinetto e mi strofina la guancia, così lo guardo sorpreso del gesto e lui sorride stanco, gli occhi piccoli, gonfi e rossi. È a pezzi, letteralmente a pezzi, vorrei ancora uccidere Nico.
- Ti ho sporcato tutto. - Si giustifica, io sorrido e capisco di cosa ha bisogno ora, ciò che conta davvero non è vendicarlo ma prendermi cura di lui.
Ed è presto saltargli addosso per una scopata colossale, sebbene è ciò che desidero di più, ma ha appena pianto a dirotto per aver rotto con Nico. Era una cosa che non speravo più succedesse, sono commosso che sia andata così, invece.
- Non esce più sangue. - Dico poi tornando al suo polso. Chiudo l’acqua e lo tampono delicato con l’asciugamano che si sporca comunque di rosso, prendo abbondante carta igienica e gliela metto sopra per tenere un po’ chiuso intanto che smette del tutto di sanguinare, poi lo prendo per mano e lo accompagno in camera.
Non ha parlato, non ha spiegato, mi ha solo detto che l’ha lasciato e poi basta. E poi piangeva e non riusciva a smettere così gli ho detto che non importava. Mentre gli lavavo la mano ha smesso di piangere ma penso che potrebbe riprendere da un momento all’altro, credo che sia pieno di dolore, un dolore infinito. Ha tenuto così tanto duro solo perché doveva essere forte, doveva esserlo per me. Ora che ha visto che io ne sono uscito, per lui è arrivato il capolinea.
Mi chiedo se un po’ di coraggio per lasciare Nico gliel’abbia trasmesso io. Spero di sì. Ho fatto tutto quello che potevo per lui, ho sfidato Nico apertamente pizzicandolo con cattiveria gratuita davanti ai media e nelle interviste. L’ho sfidato senza esitare. E mi sono schierato mille volta dalla parte di Lewis.
Per fargli capire che non è solo.
- Vieni, adesso non voglio che pensi più a niente. - Anche se so che è impossibile. Gli tolgo la maglia ed i pantaloni e lui inizia a scuotere la testa:
- Seb, non arrabbiarti ma io... - E così lo spingo sul letto e lo stendo coprendolo con il piumino.
- Zitto. - Dico perentorio. Poi mi rendo conto che così sembro troppo Nico e mi ammorbidisco. - Per chi mi prendi? Mica faccio i miei comodi. - Così dicendo, sdrammatizzando, vado in bagno e prendo un altro asciugamano più piccolo, lo bagno con l’acqua fresca e poi torno a letto, corico Lewis supino e gli metto la pezza sugli occhi e sulla fronte.
Poi mi stendo con lui dall’altra parte ed è qua, solo qua che chiudo la luce, mi metto sul fianco, piego il gomito e appoggio la mia testa, aderisco a lui e lo cingo col braccio libero.
Lui sospira e si lascia fare, sospira e si rilassa. Sospira ed accetta, capendo che mi sto solo prendendo cura di lui, piano e dolcemente.
- Non voglio che mi racconti se ti fa male, vorrei che dimenticassi, ma so per esperienza che ci vuole tempo, per cui voglio essere la scatola che conterrà ogni dolore, sentimento, pensiero e sfogo. Tutto quello che hai dentro io voglio che tu lo dia a me. Come io l’ho dato a te. Voglio essere la tua scatola. - Forse non è romantico, nella mia testa suonava più romantico ma dirlo lo fa sorridere e capisco che non è romantico.
Però poi lo sento meglio quando risponde:
- È la cosa più carina ed utile che ho mai sentito. - sorrido, mi sente sorridere e lo fa un pochino anche lui ed è bellissimo perché si vede solo la punta del suo naso un po’ a patata che adoro, con il suo piercing che adoro ancora di più, e si vede la sua bocca carnosa che si piega in un sorriso accennato, stanco ma sentito.
Ed è una piccola conquista, così lo bacio delicato, sfioro le sue labbra e lui si fa serio, ma non mi allontana, non dice di no e non fa nulla. Solo mi accetta.
So che è presto per metterci davvero insieme ed iniziare la nostra relazione che in qualche modo è iniziata da anni ormai. E non voglio mettergli fretta, ma penso che ormai non ci sia niente di male se lo coccolo così come sono sicuro ha bisogno.
Lui accetta il mio delicatissimo bacio sulle labbra e di minuto in minuto va meglio.
Mi sistemo contro di lui e lo tengo a me come un guanto di velluto, lui sta qui, l’asciugamano bagnato sugli occhi gonfi di lacrime e il calore del mio corpo contro il suo.
- Gli ho detto che ho lasciato Nicole perché il motivo per cui mi ero messo con lei non c’era più. Perché io e Nico non stavamo insieme da un anno ormai. Perché quella che avevamo non era una relazione. Che l’ho amato ma a volte le cose vanno male comunque e non è colpa di nessuno. E che anche se io avevo delle colpe per quel bacio e perché mi ero preso da te da un po’, ormai ho espiato abbondantemente perché per un anno gli ho permesso di trattarmi come lo faceva stare meglio. Ed era ora di finirla. - Spiega calmo con un filo di voce.
Forse al buio è più facile.
Forse al buio e ad occhi chiusi si parla meglio. Io mi immagino l’espressione livida di rabbia di Nico.
- Ti ha fatto male... - Gli faccio notare.
- Sì lui... mi ha insultato, ha detto che sono una puttana e che non decido io quando finirla, che non è abbastanza e cose così. - Mi immagino le sue unghie sul polso che stringe, mi immagino che lo spinge e lo strattona, deve avergli messo una mano sul collo.
Il suo collo era rosso quando è arrivato, si è visto bene.
Voglio ucciderlo ancora, troverò il momento migliore per farlo.
Ma lo farò. Questa è un’altra promessa a me stesso.
- Non sei una puttana, non sei una persona orribile. - Glielo ripeterò fino alla fine dei miei giorni, dovessi morire fra 70 anni saranno 70 anni in cui gli dirò che è una persona fantastica!
- Lui mi spingeva, mi tirava, mi insultava, ma io non ho cambiato idea, mi sono difeso e poi... - Esita e rallenta, io aspetto che concluda. - e poi ha insultato te ed è lì che non ce l’ho più fatta. Io l’ho colpito con uno schiaffo e l’ho minacciato se ti avesse nominato di nuovo e poi gli ho detto che era finita e me ne sono andato. - Rimango meravigliato e shoccato a sentirlo.
- Tu... tu l’hai colpito? - Lewis piega la bocca in un sorriso timido, tutto ciò che vedo. Non si scopre e non lo scopro, ma penso si vergogni un po’, conoscendolo.
- Non ci ho più visto. Sono scattato e basta. Finchè se la prendeva con me resistevo. Forse dentro di me penso di meritare le sue cattiverie, ma tu... tu no. Tu non c’entri. - Mi salgono le lacrime agli occhi sentendo che per me è disposto addirittura a picchiare Nico, che è colui che l’ha soggiogato al punto da sopportare cose inenarrabili.
È come se...
Lewis si toglie lentamente la pezza dagli occhi e alla penombra della stanza mi guarda, siamo vicinissimi e con i suoi occhi meno grandi del solito e più piccoli e a pezzi, mi dice:
- Mi hai liberato da un incantesimo. - Dice romanticamente. Sorrido. Lui sa essere davvero romantico. Ripenso a quando ho detto che sono la sua scatola. - Se non fosse stato per te non avrei mai avuto il coraggio di scrollarmelo di dosso, non l’avrei colpito nemmeno fra mille anni luce. - Ancora non ci credo che ha fatto questo per me.
- Sono così felice che l’abbia fatto. - Lewis fa un sorrisino.
- Scommetto... non hai bisogno di colpire tu Nico. - Ci scherza lui ed io accolgo lo scherzo prontamente.
- Io ho sempre bisogno di colpire Nico! Un giorno me la prendo quella soddisfazione. - E non immagino che lo farò, mentre lo dico giocandoci su. Perché ora penso che invece ce l’ha fatta, ne è uscito e va tutto bene. Ma non so che il brutto non è finito.
Intreccio le dita alle sue e appoggio la fronte contro la sua mentre si volta verso di me, a tre quarti come sono io. Ci diamo un altro delicato bacio e non ci concediamo altro.
- Ti darò il tempo che ti serve, so che non è facile e veloce, ma avrò tutta la pazienza del mondo e farò tutto quello che ti serve. Ci sarò sempre. - Lewis chiude gli occhi e annuisce abbandonandosi alle mie braccia, alle mie mani, ai miei baci. Si abbandona a questa meravigliosa sensazione che ci siamo negati per troppo tempo.
Credo che oggi Michael potrebbe essere fiero di me se sapesse che mi sto avvicinando all’amore vero.”