*La stagione 2015 è finita, rimangono le ultime cose e poi si va in vacanza. Per Lewis che è fresco di chiusura effettiva con Nico, ci vuole del tempo per stare per conto proprio e Seb lo capisce. Ugualmente nelle fasi finali della stagione, prima di non vedersi per un po', Seb diventa la guardia del corpo di Lewis e finalmente riesce a dire un po' di quel che pensa a Nico. Perché è ovvio che la bomba da non innescare è Seb! Scrivendo la fic pensavo che comunque non è facile lasciarsi in un rapporto così lungo e complicato come quello che avevano Lewis e Nico, perciò alla fine ci vuole tempo. Prima che Lewis diventasse quello che è oggi, positivo e sicuro di sé, era molto più insicuro e chiuso. Buona lettura. Baci Akane*
69. LA BOMBA DA NON INNESCARE
/Seb/
“Devo dire che trattenermi dal saltargli al collo e stringere con le mie mani è molto ma molto difficile, quindi mi limito a stargli a debita distanza e a tenere con me Lewis, peccato che poi le qualifiche sono nostre così come la conferenza del sabato, così non abbiamo scelta che presenziare insieme.
Loro due sono riusciti a malapena ad incrociarsi, ma non si sono nemmeno salutati né nulla.
In conferenza c’è il solito spettacolino di merda di Nico dove dice la sua che poteva fare a meno ed io gli rispondo a tono dopo che avevo promesso a Lewis di fare il bravo. Non sono troppo cattivo, sembra sempre che scherzo ed in questo modo posso dirgli di tutto che tanto va bene.
Usciti dalla conferenza Nico brontola qualcosa sotto voce che non afferro, Lewis sospira e risponde:
- Devi resistere solo un altro giorno, poi dovremmo riuscire a non incrociarci per un po’. - Nico così sbotta.
- Davvero Lewis? Viviamo nello stesso palazzo! Tornatene pure in Svizzera! - Lewis alza gli occhi al cielo con il bisogno di emigrare su Marte, altro che Svizzera, così io non riesco a starmene zitto per i fatti miei. È come se ogni volta che Nico apre bocca con Lewis o su Lewis io debba per forza intromettermi, so che così è peggio ma non ce la posso fare.
- Come faresti poi a maltrattarlo così lontano? - E qua è come far esplodere una bomba perché ovviamente questo presuppone che Lewis sia venuto da me a lamentarsi o a piangere. Cosa che effettivamente ha fatto, ma penso che nella situazione in cui sono questo sia peggio.
Ma non sono riuscito a frenarmi, sono fatto così. Ho i miei momenti e questo è pure non troppo eccessivo per i miei canoni.
Nico si gira verso di me con due fulmini al posto degli occhi mentre Lewis mi vorrebbe sotterrare, ma ormai è tardi e non mi pento di averglielo detto.
- Sei corso da lui subito, eh? Quindi sono ufficialmente io il mostro, chissà che gli hai detto... -
- La parte in cui ti ha schiaffeggiato è stata molto istruttiva devo dire. - Ma io mai che me ne stia zitto quando devo, eh? Lewis a momenti mi infila una scarpa in bocca.
- Siete proprio fatti uno per l’altro, ora che potete liberamente scoparvi spero siate felici. E poi sono io il cattivo della situazione, il mostro! - Nico fa per andarsene, ma qua mi partono i cinque minuti famosi e sul serio questa volta, perché qua non si tratta di io e Lewis che ci amiamo mentre loro stavano insieme.
Qua è un altro il discorso e non posso esimermi dal farglielo presente, così veloce come un’anguilla afferro il braccio di Lewis e gli scopro il polso dove c’è un livido e dei graffi che si notano nonostante la pelle scura, altri lividi in un puto sul collo e ci devono essere dei segni anche sulle spalle che so che gli mordeva ripetutamente.
Mica sono deficiente.
- Non nasconderti dietro uno pseudo tradimento perché se lui è riuscito a prendersi per me significa che tu non lo facevi stare bene, significa che tu l’hai fatto scappare. Ed io dico che morderlo, graffiarlo e riempirlo di lividi non ha aiutato a tenertelo stretto come pensavi! Se vuoi un colpevole guardati davanti al fottuto specchio, bambino viziato che non sei altro! L’hai sempre trattato come un tuo giocattolo e ti sta sul culo che uno te l’abbia portato via ma ricordati, Nico, che sei tu che l’hai perso perché lui ci ha provato in tutti i modi, lui ha scelto ripetutamente te perché ti amava davvero. Ma dopo lividi e graffi l’amore finisce a prescindere da chi altri lo desidera e lo conquista! Non troverai nessun altro come lui, Nico! NESSUNO! E l’hai perso! Fattene una ragione e lascialo in pace. Cresci cazzo! - E così sempre tenendolo per mano me lo tiro via portandolo altrove, sperando che non abbiano sentito e che non ci fossero orecchi. Ma non potevo più stare zitto.
E dannazione mi prudono le mani come non mai!
Vorrei riempirlo di pugni, investirlo con la macchina e ripassarlo venti volte.
Cazzo!
Come ho potuto permettere che lo riducesse a questo?
E non abbiamo parlato dei maltrattamenti psicologici dannazione!
Quanto l’ha calpestato mentalmente ed emotivamente?
Quanto l’ha svilito, quanto l’ha insultato, schiacciato?
Tanto che lui pensa ancora di meritarsi i maltrattamenti e le offese, per questo non ha mai reagito.
- E quello che mi manda in bestia è che non capisce che tu glielo hai permesso, perché tu sei sempre stato più forte di lui, in grado di difenderti. Sempre! Se lui ti ha messo le sue fottute mani addosso è solo perché tu pensavi di meritarlo e glielo hai fatto fare, non perché era lui quello più forte! Lui è una sega, lui non vale niente! È una merda e basta! -
Continuo lo sfogo mentre me lo tiro via e non so nemmeno dove me lo sto portando, ma siamo fuori da quel posto e siamo verso l’albergo, a piedi a fare una strada che di solito facciamo in bici od in macchina.
Il punto non è che la facciamo a piedi, ma per mano e siamo totalmente allo scoperto, fortunatamente in una strada poco trafficata, se non altro a quest’ora.
Capisco che probabilmente brontolo da tanto quando vedo che il circuito alle spalle è sparito e che non c’è nemmeno l’albergo in vista, ma spunta qualche ristorantino sulla strada.
Lo guardo e lui fissa le nostre mani allacciate ed è mezzo shoccato e mezzo in estasi, credo.
Così capisco cosa gli prende.
- Stiamo camminando mano nella mano. - Lewis così sorride come si deve ed io mi dimentico di insultare Nico una volta di più.
- Dovevamo avvertire qualcuno che ce ne andavamo? - Chiede poi cercando di fare un po’ mente locale e tornare ad una sorta di dimensione più normale. Io alzo le spalle ed ormai intreccio meglio le nostre dita.
- Ormai l’avranno notato... - Rispondo io tornando alla mia tipica demenza. Lewis fa un altro sorriso e poi si avvicina a me perché siamo al tramonto in uno splendido paese romantico e stiamo camminando mano nella mano e sono delle cose che a lui piacciono.
Si avvolge al mio braccio e appoggia la testa sulla mia spalla con un sorriso che vedergli dopo aver affrontato di nuovo Nico, non è scontato.
- Grazie, mio eroe. - Dice poi scherzando per poter dire qualcosa che invece ci tiene a dire comunque.
Ormai ha capito come funziono e come fare.
- Prego principessa, per te ci sarò sempre! - Penso che gliel’ho detto in tutte le salse e continuerò. - Che dici, chiamiamo un taxi, andiamo a cambiarci ed andiamo a cena da qualche parte come si deve? - Perché io non lo lascerò mai da solo, specie in un momento così.
Io per lui ci sarò sempre davvero.
Lewis così mi tira il braccio e mi mette una mano sulla guancia per poi baciarmi velocemente.
- Lo prenderò per un sì. - Scherzo ancora. Il suo sorriso, anche se è tirato perché Nico lo tira sempre, è una luce di speranza e poi appoggia la testa sulla mia spalla, io lo avvolgo col braccio e tiro fuori il cellulare col quale chiamo un taxi locale.
- Comunque è stato liberatorio... - Dico mentre torniamo dopo una cena dove sono riuscito a farlo ridere profondamente e con grande successo.
- Insultare Nico? - Lewis capisce subito e ridacchia, io faccio lo stesso ma annuisco.
- Dovresti provare anche tu. Finora ti sei trattenuto, ma è vero che dovete parlare liberamente e non nella foga della rabbia. - Lewis si fa serio e spaventato, così stringo la mano mentre il taxi ci riporta in hotel, vestiti in borghese non tutti ci riconoscono, di solito poi quando ci prendono o ci portano nell’hotel prestigioso collegano, qualcuno lo fa.
- Ho un po’ paura. - Lo ammette apertamente e mi fa male che gli faccia questo effetto, ma so che è presto e devo avere pazienza.
- Quando riuscirai a parlarci e dirgli tutto quello che hai dentro allora sarai pronto per noi. Fino ad allora non devi sforzarti, sei libero di agire come ti senti di fare. Ti sosterrò comunque. - So che lui ora ha bisogno di questo. Di sentirsi libero mentre cerca il suo conforto, la sua sicurezza. Se vuole scappare l’aiuterò a scappare.
Le notti passate a parlare delle mie paure e delle mie paranoie, per un anno intero... non posso dimenticarle così. Non le dimenticherò.
Farò tutto per lui, tutto. E lo proteggerò ad ogni costo.
- Fino ad allora rimarrai comunque con me? - Chiede guardandomi incerto. Odio vedere come l’ha ridotto, ma uscirà il Lewis solare e sicuro che c’è lì da qualche parte. Lo libererò da quello stronzo sul serio. Annuisco e gli bacio la punta delle dita che stringo fra le mie mani e lui sta meglio. Lewis sorride e si rilassa con me.”
/Lew/
“Devo dire che senza di lui non ce la farei, giorno dopo giorno.
Da quando è successo non mi si è staccato, è stato il mio angelo custode come lo è da mesi ormai, e lo è sempre di più.
So che mi ama e me lo sta dimostrando in tutti i modi e la sua pazienza nel non saltarmi addosso come so vuole fare da anni è la prova più bella.
Se non fosse per lui avrei un’enorme paura di incrociare Nico tutte le volte e non so se arriverà mai il giorno in cui riuscirò a dirgli tutto quello che penso, ma so che se lo facessi ora non direi molto, perché sono ancora convinto di aver sbagliato io, di averlo ferito io, di essere io il problema.
Quindi non lo affronto ora di proposito e penso di averla scampata, un ultimo sforzo e poi posso respirare e farò in modo di evitarlo, con un po’ di furbizia posso farlo.
Voglio solo poterlo dimenticare, voglio solo disintossicarmi un po’.
Ma è imprevedibile, o forse lo dovevo sospettare che lui invece non poteva andarsene da qua senza metterci il suo punto, perché sta passando per il cattivo e non ci sta davvero.
- Lewis, vorrei parlarti prima di andare. - Mi dice freddamente Nico, Seb si ferma e rallenta senza girarsi, così Nico sospira esasperato. - Non lo voglio ammazzare, il mastino può andarsene a cuccia! - Ovviamente se la evitava ci parlavo, perché penso che prima o poi dovremo farlo anche se non mi sento ancora pronto.
Seb però scatta e lo spinge per la strada che ci porta ai motorhome dove eravamo diretti. Nico poteva decisamente aspettare che io e lui fossimo in quello Mercedes per dirmelo, ma doveva fare lo stronzo con Seb. Perché non voleva parlarmi davvero, voleva solo rompere le palle a lui.
Così eccolo che fino ad ora i 5 minuti sono stati solo vocali, ma a lui so che prudono le mani.
La spinta è veloce ed imprevedibile, vedo che sta per colpirlo e penso che lo farebbe se io non gli prendessi il polso e lo tirassi.
Se questo è il preludio al prossimo anno, mi viene semplicemente male.
- Seb... Seb ti prego... - Nico solleva il mento in segno di attesa, vuole proprio questo, lui lo vuole davvero. Non so nemmeno se qualcuno guarda, non credo ci sia molta gente rimasta a questo punto, l’urgenza di far finire in fretta tutto questo e di non sapere nemmeno come è meglio.
- Sarà lui a decidere quando! Ecco cosa dice il suo mastino! - Sussurra a denti stretti e serio a Nico, la mia mano che lo tira ancora.
Quando Nico alza le mani con aria di scherno, Seb fa un passo indietro e lo osserva mentre va per primo a cambiarsi ed io e Seb rimaniamo indietro.
È un disastro.
Questo qua esploderà un giorno. E non finirà bene per nessuno.
Il punto è che non immagino nemmeno come potrebbe finire se Seb parte davvero, perché è uno di quelli che non devi innescare per nessuna ragione. Ma temo che succederà, perché questi due lo vogliono davvero un confronto completo, uno di quelli dove nessuno li frena. Quel confronto prima o poi avverrà. Lo sappiamo tutti.
Di occasioni per parlarci ce ne sono molte, in tutte c’è sempre Seb e la cosa ad un certo punto mi fa ridere perché sembrerebbe il tipico comportamento da fidanzato geloso e possessivo ma io so che non è questo il caso, questo è il suo modo per proteggermi dal mostro cattivo e mi fa davvero sentire una principessa, ad un certo punto, tanto che alla sera del gala della FIA, l’ultima occasione dove saremo tutti e tre perché poi finalmente si va in vacanza, all’ennesima in cui Nico sta per sedersi vicino a me nei sedili per lo show, Seb mi sposta e si mette in mezzo. Così rido coprendomi con la mano e voltandomi dall’altra parte. Si vede che comunque rido, ma non posso farne a meno. Seb ride a sua volta perché sa perché rido e mi dà un pizzicotto.
- Occhio a non lasciargli lividi che poi quelli sono maltrattamenti. - La voce acida di Nico si leva vicino a noi notando tutto e sto per girarmi e dire qualcosa anche se non so cosa, quando Seb interviene veloce come una molla, sembra che non aspettasse altro. Si gira anche lui e risponde immediato:
- Ne sei esperto, eh? - Al suo silenzio spalanco gli occhi sorpreso che Nico non ribatta, ma Seb ha avuto dei riflessi prontissimi, poco dopo cerca di proseguire il battibecco giusto per non dare l’idea di uno che l’ha data vinta:
- A quando le nozze? - Vorrei anche rispondere da solo perché è vero che è da non so quanto che non parlo a Nico perché si intromette sempre Seb e da fuori sembra che siano loro, ora, i grandi amici. Vorrei spiegare come stanno le cose.
- Ci vuoi venire? - Non nega che ci piacerebbe, ma dice abilmente che non ci siamo messi insieme. Seb è mentalmente veloce. Lo ammiro un sacco, spesso io sono preso alla sprovvista e devo pensare alle risposte, lui non ne ha bisogno.
- Piuttosto mi cavo gli occhi. - La risposta di Nico è scontata, Seb ride di gusto e poi lo ignora tornando a parlottare a bassa voce con me.
Mi chiedo da fuori cosa sembri questo momento. Forse è meglio non chiedermelo.
- Sai, prima o poi dovrò parlarci... finora sono stato a Londra coi miei ed ho avuto molti impegni per cui non ci siamo incontrati, non siamo stati nello stesso posto. Non da soli. - sussurro piano per non farmi sentire da Nico. - Ma un giorno tornerò a casa e poi il prossimo anno saremo ancora nello stesso team... dovremo trovare il modo di stare uno davanti all’altro... - Seb alza le spalle.
- Puoi sempre trasferirti e tornare in Svizzera! - La sua risposta è anche logica, ma rido e scuoto la testa riflettendoci.
- Non posso sempre scappare. Sono venuto a Monaco scappando da te, ora torno in Svizzera scappando da lui? E a che pro? Ci lavoro insieme! - questo purtroppo è dolorosamente vero e lui alza le spalle.
- Ci sono colleghi che non si cagano nemmeno di striscio. - Anche questo è vero, inarco le sopracciglia ed alzo le spalle.
- Voglio usare questa situazione per crescere e rinforzarmi. Non si scappa sempre dai problemi e dalle cose che fanno male. Senza di te non avrei mai trovato il coraggio di lasciarlo e affrontarlo. - Anche perché va detto che io ho lasciato Nico per Seb, alla fine. - Però devo essere in grado di combattere da solo le mie battaglie, di portarle avanti determinato e senza paura. - Seb mi sfiora la mano fugace trasmettendomi un sacco di brividi lungo la schiena.
- Ce la farai, ti conosco. - Sorrido confortato dalla sua sicurezza e la paura di incontrare Nico da solo mi attanaglia, ma è un passo che dovrò fare, un giorno. E so che quando ci riuscirò sarò diventato più forte.
Quel passo comunque avviene quando le vacanze finiscono e fra poco inizierò la preparazione alla nuova stagione, per cui decido di tornare un po’ a casa e rientrare nella mentalità di pilota, mentalità che ho perso da un po’ e con piacere.
Ho staccato completamente e mai come quest’anno.
Mi sono fatto un sacco di tatuaggi nuovi, ho girato tantissimo e con gli amici ho partecipato a tanti party, ho preso uno yacht più grande e mi sono letteralmente riempito di cose da fare, non mi sono fermato un secondo tenendo costantemente aggiornato Seb.
Ho voluto staccare un po’ fisicamente anche da lui, cercando di camminare da solo.
Finora ho camminato con lui e grazie a lui, ma dovevo capire se da solo avrei presto la stessa direzione.
Il risultato è che ho pensato a lui ogni giorno e che ho avuto mille tentazioni per vederlo ed organizzare cose insieme.
Abbiamo consapevolmente deciso di non metterci ancora insieme, perché finché sono a pezzi per Nico non mi sento pronto per Seb, anche se l’ho lasciato per lui.
Però vorrei riuscire ad affrontare Nico e parlargli come si deve. Questo è l’obiettivo che mi sono prefissato.
Seb lo capisce e non mi dà pressione, ma l’ho riempito di foto mie, di video e di messaggi, ci siamo telefonati tantissimo e penso che sia come stare insieme. Anche lui mi ha mandato foto delle sue bimbe che invidio, ma adoro perché sono uguali a lui, hanno i suoi boccoli biondi ed i suoi occhi azzurri.
Sono due meraviglie e vorrei stringerle sognando di aver contribuito a tanta bellezza.
Il frutto dell’amore di due persone.
Questo dovrebbero essere i figli, per questo non ne voglio anche se potrei trovare diversi modi.
Però non critico Seb che aveva programmato una famiglia e la sta avendo.
Forse non ho voluto vederlo sapendo che stava vivendo la prima vacanza di famiglia completa, mi ha ingelosito, mi ha fatto sentire manchevole in qualcosa. Questo io non glielo potrei mai dare. Un figlio. Una famiglia vera. Perché non potremmo vivere insieme, camminare insieme, fare figli insieme e sposarci.
Non potremmo mai averne e mentre penso che però vorrei queste cose da lui, mi accorgo che sono pensieri che si hanno dopo una vita insieme e noi, tecnicamente, ancora non lo siamo.
Pensando a questo esco, l’ascensore si apre rivelando il viso di Nico.
Trattengo il fiato e spalanco gli occhi spontaneamente terrorizzato, inaspettato a dir poco. Che doveva succedere lo sapevo, che non sono pronto me ne rendo conto ora, coi suoi occhi altrettanto stupiti davanti.
Ed io, sinceramente, sapendo che tanto fra qualche giorno lo vedrò al primo meeting con la Mercedes, mi chiedo come penso di fare per un anno intero.”