*Prima o poi gli scogli si devono affrontare ma ovviamente non è facile e non sempre va tutto bene al primo colpo. Allora si deve riprovare ancora finchè non andrà bene o, magari, cambiare approccio. Mentre Lewis è alle prese con i suoi percorsi di liberazione da Nico, Seb a distanza impazzisce. Baci Akane*
70. UN CAMMINO LUNGO
/Lew/
“È come se calasse uno strano velo tutto intorno, come se il mondo non esistesse e per un momento non fossimo a Monaco, nel nostro palazzo.
Per un istante mi chiedo perché non mi sono trasferito, ma poi mi ricordo che non posso scappare per sempre e così prendo un profondo respiro e lo saluto. La voce mi esce bassa e tesa, lui risponde allo stesso modo.
- Stai andando via? - Chiedo sempre vago e teso. Lui si stringe nelle spalle, c’è un imbarazzo enorme e c’è qualcos’altro che non so spiegare.
Mentre cerco di decifrare la sensazione che sta alla bocca dello stomaco e che mi sta letteralmente massacrando e sento che potrei vomitare, capisco che è la giusta occasione per provare ad appianare un po’ questa situazione assurda.
- Sì beh... non è che... - Non ci vediamo soli da un sacco di tempo ed ora è come se nessuno lo volesse, ma che fosse anche ora. E ci rendiamo conto, mentre ci stiamo davanti che è doveroso il nostro confronto.
- Ti... ti va un thé da me? Un caffè? - chiedo timidamente, quanto è difficile affrontare le proprie paure, il passato, le colpe?
È troppo presto? Forse. Ma poi lavoreremo insieme un altro anno e non possiamo non parlarci per nulla.
Staccare ci ha fatto bene, me ne accorgo perché anche lui non è più lo stronzo arrogante. Annuisce calmo e rimane in ascensore dove salgo anche io pigiando il tasto del mio piano.
L’atmosfera è tesa e terribile, ma stiamo in piedi e siamo vicini e ce la possiamo fare in qualche modo a districarci, anche se ho la testa vuota e mi sento morire.
È tutto così strano.
Poi mentre esce per primo verso casa mia e lo seguo, capisco che forse lui è meno aggressivo e stronzo perché non c’è Seb nei paraggi e magari ho sbagliato a permettergli di mettersi sempre in mezzo, ma è comprensibile dopo il modo in cui mi ha trovato quella sera.
Apro con le dita che tremano, lui le nota e sale quest’aria strana, tesa eppure con qualcosa in più.
Entriamo in punta di piedi in questo silenzio generale e mortale, quante volte siamo entrati divorandoci le bocche, i corpi?
Pensiamo tutti e due alla stessa cosa.
Siamo stati felici, qua dentro, così come a casa sua.
Non cucinerà più per me, non mi toccherà più come mi piaceva.
Quando si arrabbiava mi faceva male, ma non c’è stato solo quello.
Cerco di ricordare tutto perché è giusto, perché l’ho amato, perché è stato anche bello e non voglio avere il terrore di stare solo con lui, non posso, non voglio.
Prima di guardarlo mi tolgo la giacca e la cuffia, lui si limita ad aprirsi la sua, rimane fermo indeciso e poi gli tendo la mano, così se la toglie e me la dà, l’appendo insieme alla mia e vado in cucina. Percorro un posto che spesso percorrevamo o litigando o facendo sesso.
L’abbiamo fatto un po’ ovunque e mi chiedo se lui pensi a questo.
C’era molta tensione erotica fra noi, c’è sempre stata. Il desiderio, la passione.
La voglia di baciarci, di saltarci addosso.
È finito davvero tutto questo?
Dopo qualche tempo che non lo vedo mi sembra di dover rivedere le stesse cose per capire se è uguale oppure se avevo preso un abbaglio.
Ho lasciato Nico per Seb ed ho messo Seb in sospeso in attesa di liberarmi definitivamente dall’ombra di Nico che mi fa sentire male, a pezzi e strano.
Strano come ora.
Dopo che faccio cadere tipo tutto quello che prendo in mano, Nico si fa avanti, mi prende il bollitore e lo riempie lui, lo mette lui sul macchinario, schiaccia il pulsante e poi rimane qui fermo dietro di me, sento il suo sguardo pesante fissarmi sulla nuca, aspetta anche lui e credo si stia chiedendo la stessa cosa.
È finito davvero tutto?
L’amore, il desiderio, le cose belle che ci univano?
Sono finite perché mi ha soffocato e rovinato? Perché mi sono innamorato di Seb?
Chiuso l’interruttore e basta?
Mi giro lentamente, lui rimane lì a fissarmi, lo sguardo mi penetra, mi distrugge di nuovo, mi fa salire le lacrime agli occhi. Mesi passati a disintossicarmi, a cercare di distrarmi, di stare meglio, di riempirmi di cose che mi fanno sentire bene ed ora... ora lui è qua e mi guarda ed io mi ricordo come mi faceva sentire.
Da qualche parte è lì, da qualche parte c’è la voglia di essere toccato, ma toccato come quando mi faceva venire.
Lui solleva una mano e spalanco gli occhi irrigidendomi, è un riflesso istintivo quello del proteggermi e mi rendo conto, come lui che si blocca, che quel che c’era forse c’è ancora da qualche parte, perché non si spegne e basta. Ma purtroppo c’è anche molto altro, ora.
C’è la paura, c’è il dolore, ci sono quei pezzi che non possono essere ricomposti.
Nico si rende conto che ho paura di essere toccato da lui e si fa indietro, va dall’altra parte della penisola e si siede sullo sgabello, così torno a respirare.
- Penso che possiamo riuscire a convivere in squadra, non dobbiamo essere amici o amanti. Possiamo essere compagni di squadra e basta. Possiamo convivere civilmente senza parlare un sacco, dirci tutto, scherzare e andare per forza d’accordo. Ci possiamo riuscire. - Lo dice perché deve averci pensato tanto anche lui, annuisco e il bollitore elettrico scatta, così scatto pure io.
Verso l’acqua calda nelle tazze, nella sua metto la bustina che so gli piace, ci metto mezzo cucchiaino di zucchero, nel mio ci metto il miele.
Gliela consegno, lui sfiora le mie dita, io sono di nuovo teso, lui lo nota mentre mi siedo e non dice nulla, osserva la tazza.
- Passerà, è solo perché non siamo più stati soli. Poi però non avrai più paura di me. - Annuisco. Questo suo lato mi è sempre piaciuto. Come cercava di farmi stare bene a modo suo, senza essere dolce, ma dicendo o facendo le cose giuste.
Non è un mostro, Nico. Ma forse l’ho trasformato io in questo.
- Credo che ci siamo feriti troppo a vicenda e ci serve del tempo per... non lo so, farcela passare, forse. - Forse.
- Quel che mi ferisce è che potevi difenderti e ricambiare, sei molto più forte di me. Ti sei sempre fatto sopraffare. - Mi raggelo perché è una delle cose su cui Seb ha tuonato e lo guardo spaventato dall’idea che abbiamo parlato da soli, ma non vedo segni sul suo viso. Se parlano da soli questi si picchiano.
- Ed hai fatto fare a me la parte del cattivo. - Ci sono molte cose che dobbiamo dirci, non so se lo faremo ora. Non so se lo faremo mai.
- Non ho mai sentito la necessità o l’istinto di picchiarti, per questo non ho mai usato la forza. -
Spiego calmo, i suoi occhi hanno un guizzo che non decifro.
- Però per Seb l’hai fatto. Ed hai scelto uno schiaffo e non un pugno per non farmi troppo male. - Come mi conosce, come nota sempre tutto di me. Inghiotto a vuoto. Era dolore quello che ho appena letto.
Abbasso lo sguardo carico di vergogna.
- Mi dispiace. - Non so nemmeno che dire di preciso. - Non stiamo insieme, forse andrà così un giorno, ma al momento devo ricompormi e lui lo capisce. -
- Ma lo ami. - Lo dice perché è il punto che serve a lui. Non ho il coraggio di dirglielo, fisso il basso, fisso le mie mani. Mi fa sentire un mostro, finché mi sentirò così con lui non ne sarò mai uscito e forse non ne uscirò mai. Dovrei aspettare di non sentirmi così per stare con Seb?
Per un momento il panico mi invade. Forse no, ma almeno un po’ meglio sì.
- Lewis, me lo devi almeno questo. - Inghiotto ancora, respiro a fondo, sollevo gli occhi sui suoi e lo guardo.
- Sì, lo amo. È successo lentamente, non so come e quando. Forse a volte è solo destino, io non lo so. -
- Seb ha detto che se non ti avessi fatto soffrire e soffocato non ti avrei perso. - Nico ha registrato ogni parola che gli è stata detta e mi dispiace che si sia sentito come il mostro, perché anche io mi sento un mostro.
Staccarci ha fatto bene ad entrambi, ma non riesco ancora a farmi toccare da lui e penso che non ci riuscirò mai più.
Mi schiaccia al suolo, Nico. Forse mi schiaccerà sempre.
- Non lo so cosa è stato. Tante cose messe insieme. Lui che lentamente mi ha preso mentre tu mi perdevi per qualche ragione. Sempre lentamente. Ma ti ho amato davvero e sono stato davvero bene con te. E penso che alla fine sono io ad aver gestito tutto male e... - E l’ansia di addossarmi le colpe mentre in testa la voce di Seb mi grida di smetterla, Nico ascolta e non mi ferma e mi stringo nelle spalle facendomi piccolo. - E spero che riusciremo anche solo a convivere in qualche modo in squadra. Tutto qua. - Nico finisce il suo thé mentre il mio è intatto, annuisce.
- Lo spero anche io. Ci siamo parlati senza ucciderci, è un progresso. - Poi aggiunge. - E non ti ho fatto piangere. È un altro progresso. - Non so se lui spera di poter tornare insieme, non so cosa prova ed ho paura a chiedergli. Così lascio che si metta la giacca e si prepari per uscire. Sulla porta si ferma, mi guarda malinconico e poi aggiunge:
- Ti chiedo solo di non far più intromettere Seb perché a me... a me sta cosa che si mette in mezzo mi manda in bestia e sai come sono fatto... - Sorrido.
- Per difenderti fai lo stronzo, ma non lo sei davvero! - questo è quello che ha sempre detto, ma penso che un po’ stronzo lo sia davvero. Però è anche vero che a volte uno lo diventa per svariate ragioni.
Annuisco.
- Terrò a bada il mastino! - Cito la sua uscita scherzando, so che Seb mi manderebbe a cagare o forse si metterebbe ad abbaiare. Chi lo sa.
Adoro l’idea di avere un mastino che mi protegge dal male.
Guardo i miei due cani, Roscoe e Coco che dormono tranquilli, chissà se loro mi difenderebbero come fa Seb!
Ridacchio fra me e me.
- Ci si vede fra un po’... - Dice riferendosi al meeting di inizio anno e a tutti i vari impegni in Mercedes.
Annuisco e lo saluto consapevole che non torneremo più insieme, ma che il percorso di liberazione non è proprio finito, che sarà lungo e forse un giorno riuscirò a stargli davanti senza sentirmi male, senza essere influenzato su tutto.
Appena rimango solo prendo il telefono e scrivo a Seb e nel farlo mi accorgo che sorrido. Sto camminando bene, dopotutto. Anche se penso che il 2016 sarà uno dei miei anni peggiori, perché so che Nico quando è ferito ed è in mezzo ad altri attacca ed è devastante. Per cui mi preparo, so che non sarà facile. Per niente.”
/Seb/
“Questi mesi sono stati un po’ una tortura.
O meglio amo avere figli e sto bene con Hannah perché ha il raro potere di non irritarmi, faccio il padre che è uno dei miei sogni e quando sto con loro sono pieno di una pace infinita, ma l’idea di sapere che Lewis è a casa e che può vedere Nico mi fa impazzire.
Poi quando mi dà conferma che effettivamente lo ha incontrato e si sono parlati mi fa venire un colpo, così lo chiamo subito.
- Devo venire? - Dico immediatamente senza nemmeno salutarlo. La sua risata mi preoccupa, se non è andata così male che può ridere forse devo essere geloso.
- No anzi, penso che mi renderesti la vita più facile con lui se non ti intromettessi fra noi... tu... tu dovresti lasciare gestire solo a me questa cosa perché lui è più umano così! - E qua mi parte l’embolo, infatti scatto in piedi, metto giù Emilie nel passeggino e inizio a portarla in giro per casa spingendola anche se non ha molto bisogno. Ne ho io comunque.
- Ti ha detto questo? Di tenermi fuori dalla vostra situazione? - Chiedo con una voce paurosamente tesa. Lewis ridacchia perché sa la mia reazione.
- Sì, era più comprensivo e meno aggressivo. Lui fa tanto lo stronzo quando c’è qualcuno in giro e se ci sei tu in mezzo è anche molto peggio e... - Cerca di spiegare qualcosa che mi fa salire il sangue al cervello e in un attimo Hannah mi trova a fare le gincane con il passeggino di Emilie che a momenti vola perché faccio le curve come un matto. Corre e mi strappa la piccola di mano:
- Non sei in Formula Uno sai? - Mi rimprovera, poi mi spinge verso le scale per dirmi di andare a fare il pazzo lontano dalle nostre meravigliose figlie.
Non ha torto.
- Seb? - Mi chiama Lewis vedendo che mi ha perso per un momento.
- Sì ci sono, Hannah mi ha spedito di sopra lontano dalle bambine... - Lo sento ridacchiare ed io sono ancora più incazzato ora. - Senti per te è divertente e te la godi, ti senti conteso? Lui se ne approfitta! Ti conosce e sa che per quieto vivere accetti tutto, come hai sempre fatto. Sta solo cercando di allontanarci per potersi rimettere con te ma non ti credere che anche se tornate insieme poi sarete la coppia serena e pacifica che non siete mai stati! Quando uno è stronzo, lo è sempre. Uno nasce merda e muore merda! Era Gesù che cambiava l’acqua in vino, ma quello poi è morto ed ha smesso coi miracoli! - Non so perché non riesco a non buttarla sullo scherzo, però credo sia sempre meglio alleggerire e sdrammatizzare.
- Perché credi che ti dica queste cose? Perché in due possiamo tirare fuori una versione più attendibile. Siamo entrambi di parte, ma di parti diverse. Io non riesco a capire quando cerca di fregarmi, non ci sono mai riuscito. E tu invece sì! Tu sei anche troppo diffidente... insomma, forse cerca davvero un modo per correre questa stagione serenamente senza casini personali... - Sospiro pesantemente tenendomi gli occhi con le dita, premo e sento davvero che la testa esplode, ora. L’effetto che mi fa quello là non me lo fa nessuno.
Vorrei prenderlo a pugni.
Se Dio esiste dovrebbe tenermi ben lontano da lui.
- Allora ascolta il mio punto di vista. - Dico cercando di calmarmi e abbasso la voce.
Un giorno dovrò spiegare ad Hannah qualcosa, magari capirà... siamo sempre stati due amici che volevano una famiglia insieme, la nostra vita sessuale non è mai stata tanto attiva, poi quando abbiamo concepito è stato qualcosa di voluto. Ed ho pensato a Lewis tutto il tempo.
- Sono tutto orecchi. - Per lui non è una cosa grave quella che cerca di fare Nico e sono contento che non la viva male, però sono preoccupato che possa avere leva lo stesso.
- Cerca di riprenderti. E sa che finché ci sono io non può. Devi essere sincero ora. - Dico quindi con un tono serio e solenne.
- Ok. - Lui capisce e non ridacchia più, ma forse lo fa senza farsi sentire. Gli darei una testata ora.
- Ci ha provato con te ora che eravate soli? - Silenzio. - Ok ci ha provato, non serve nemmeno che parli o che mi fai vedere la tua faccia. Lo sapevo. Lo uccido. Altro che starvi lontani! Ma è pazzo! Io starò lì, esattamente lì fra voi due. Sempre. Non me ne frega un cazzo! - Parto senza accorgermene e so che non devo fare quello geloso e possessivo perché lo è sempre stato Nico e l’ha fatto scappare così, però ha ragione quando dice che io e Nico abbiamo cose in comune.
Mi fermo pensandolo e stringo gli occhi facendo una smorfia.
Non voglio essere così.
- Scusa. - Dico poi. Lewis, stupito, mi chiede:
- Di cosa? -
- Che faccio come lui. E lui facendo così ti ha fatto scappare. Se... se pensi che sia meglio che non mi intrometta non lo farò, però sappi che lui lo sta facendo apposta per riprenderti. Ma se tornate insieme non sarà mai meglio. Una persona non cambia, smussa gli angoli, migliora, ma la base da bastardo resterà tale. Lui ti considera una cosa, non una persona. - Lewis rimane colpito dalla mia retromarcia repentina e sta un po’ in silenzio tanto che gli chiedo se c’è ancora. Mi siedo sul letto e guardo fuori dal primo piano, i resti dell’ultima neve si vedono ancora nel paesaggio svizzero che ormai mi piace davvero molto.
La stagione a breve ricomincerà, per ora ci sono le riunioni, i test e tutte le cose con le scuderie, non lo vedrò ancora, ma loro due sì. Loro due si vedranno e la cosa mi manda letteralmente fuori di testa.
Penso che sarà un anno di merda. E forse non sarà l’unico perché sono giovani, possono correre insieme chissà per quanto. Fanculo.
- Seb, non voglio tagliarti fuori dalla mia vita ora che ti ho fatto entrare con tanta fatica. - quando lo dice mi ritrovo a respirare, sento nettamente il peso sul petto che si allarga ed io sospiro.
- Beh, però non voglio fare quello geloso e possessivo. Io... io ho paura di essere davvero troppo simile a lui e l’idea di ferirti come faceva lui per me è inaccettabile. Io non lo farò. -
- Il fatto che non vuoi ferirmi e non vuoi essere come lui ti rende già diverso da lui. - quando lo dice un altro peso si toglie. - Sono le differenze che mi hanno fatto perdere la testa per te, Seb. Non le somiglianze. - E questo toglie il resto.
Sorrido ebete e mi sento gli occhi bruciare, sento in questo momento che smuoverei mari e monti per lui. Mi immagino il suo visino bello e dolce con questo sorriso timido e tenero e come diavolo puoi volergli far male?
- È solo che non so come comportarmi, è tutto strano. Non siamo insieme ma in qualche modo lo siamo. E lui ha ancora così tanto potere su di te che io vorrei solo ucciderlo, ma so che non posso e... e giustamente mi dici che è meglio se lo gestisci tu però io so quanto male ti ha fatto e non voglio che ti ferisca, ma non so come aiutarti. - Aprirmi è la cosa migliore, lo sento sorridere commosso perché gli trema il respiro.
- Sei molto dolce. - Dice con voce tremante. Chiudo gli occhi e me lo immagino seduto nel suo divano con gli occhi lucidi che si fa aria con la mano.
- Voglio che mi dici le cose. Se esagero, se non va bene qualcosa che faccio, se ti ferisco. Ed aspetterò quanto ti servirà. Ma ci sarò, non starò fuori da questa storia perché io so cosa sta cercando di fare Nico e non glielo permetterò. Devi permettermi di aiutarti, l’ho fatto finora e continuerò. - Su questo non potrei comunque transigere nel senso che tanto mi conosco e mi metterei in mezzo comunque.
- Tanto so che lo faresti comunque e non mi aspettavo che ne restassi fuori. Volevo solo sentirti dire che Nico se lo scorda che ti togli di mezzo! - Ammette con aria un po’ colpevole di chissà cosa. Io ridacchio allentando la tensione.
- Dunque ti piace che sono un po’ geloso? -
- Solo un po’? - Rido di più e lo sento fare altrettanto.
- Un po’ tanto! - Ridiamo insieme e poi aggiungo: - Non voglio essere come Nico. Cercherò di controllarmi e di essere geloso in modo normale. Tu dimmi se... -
- Ti darò un pugno se sei troppo geloso, ok? - Ma penso che sia una cosa da fidanzati, tutto questo. E sorrido ebete di nuovo perché mi manca da morire e vorrei solo abbracciarlo, baciarlo e stringerlo forte.
Però scendo e lo faccio con Emilie appena chiudo la conversazione dandoci appuntamento in Australia.
Parliamo molto, per cui devo dire che il rapporto anche a distanza va bene, ma penso che sia giusto separarci un po’. A lui serviva respirare da solo dopo tutti i cambiamenti ed io pure non è una cosa da poco quel che sto facendo.
Comunque se lo sogna quell’idiota che io mi levi da loro due, io ci sono e ci starò sempre, non me ne vado per un cazzo. Che se ne vada lui.
Starò sempre lì, esattamente lì fra lui e Lewis.
Sicuramente sta capendo che ha sbagliato a far scappare Lewis così e sa che se non fosse stato per me comunque non sarebbe stata una storia irrecuperabile, o per lo meno lo pensa.
Ma io so che sarebbe comunque finita, perché è Nico che ha perso Lewis, non io che l’ho conquistato. Cioè anche io l’ho conquistato, però non ci sarei riuscito se con Nico le cose andavano sempre bene e non l’avesse consumato.
Ripenso al bacio di quella notte di crisi, quello che ha dato davvero inizio a tutto questo calvario di Lewis. Da quella volta Nico abusa emotivamente e fisicamente di lui e lui si fa fare sentendosi in colpa. Ed io ero così in crisi che gliel’ho permesso.
Non me lo posso perdonare.
Ogni segno sul corpo e sull’anima di Lewis è colpa mia, non succederà più, non ne farà altri.
Io ci sarò sempre da qui in poi e non me ne fotte che poi Nico è più intrattabile.
L’ho lasciato solo una volta. Non lo lascerò più solo.
Se non sono affondato del tutto, se non sono andato al creatore è solo merito di Lewis che mentre Nico lo maltrattava poi stava con me sul tetto di ogni hotel a sentirmi lamentare, a carezzarmi, ad abbracciarmi. E mi parlava dicendomi che non era come pensavo.
Quel che ha fatto Lewis per me non ha nome ed io lo libererò del tutto da Nico.
Lo renderò di nuovo felice, così felice che si dimenticherà di tutto il dolore patito da quello stronzo di merda. Lo giuro.”