*2016, quel GP. Il GP dello storico incidente fra le Mercedes, quel giorno in qualche modo viene sempre ricordato nella F1. Lewis e Nico sono sempre stati famosi per essere molto legati, amici d'infanzia, poi ad un certo punto iniziano ad essere rivali fino a scoppiare in quello che è l'anno peggiore per Lewis, non perché poi non vince il mondiale, ma per il modo in cui Nico lo fa. Quell'anno la sensazione era che comunque sarebbe successo qualcosa da un momento all'altro. Un capitolo doveroso. Ricordo come sempre che le 'dolci' maniere di Nico sono frutto della mia fantasia ed esigenze di copione. Buona lettura. Baci Akane*

71. LA PIETRA SULLA TOMBA

seb lew

/Seb/
“In questo caso odio avere ragione. 
Non so cosa abbia fatto e chi abbia corrotto della Mercedes, ma lì sta succedendo qualcosa e sta andando male, molto male. 
Insomma, la stagione 2016 è iniziata da un po’ ed è un evidente testa a testa fra Lewis e Nico, la cosa non sarebbe un grosso problema se non fosse che li stanno gestendo non male, ma molto peggio. 
Lo vedo sotto i miei occhi che la loro relazione degenera di GP in GP. 
Inizialmente erano molto bravi, riuscivano a tenere tutto su un piano professionale ed erano in rapporti quasi civili, poi non lo so, uno comincia a vincere più dell’altro e iniziano le tensioni che erano lì, solo soffocate. 
Io ci sono, sono sempre lì dietro di loro e controllo, vigilo ed intervengo con qualche scherzo demente in particolare contro Nico il quale risponde a tono, super irritato dal fatto che mi metto in mezzo.
Le press sono sempre un testa a testa fra me e lui, Lewis l’anno scorso cercava di fare quello che non si schierava e non rideva troppo quando io e Nico litigavamo a modo nostro, quest’anno ride e si schiera chiaramente dalla mia parte. Cioè non se ne rende nemmeno conto, o forse è così esasperato che non ne può più. 
Lo vedo sempre più trasparente ed io so le cose perché per fortuna me le dice. Mi cerca sempre e si sfoga e poi si scusa perché si sfoga, ed io ovviamente lo sgrido perché si scusa. 
Oggi so che verrà e mi cercherà, sta per succedere qualcosa, lo sapevamo perché già l’anno scorso è stato teso ed in un’intervista Lewis ha detto che due compagni di squadra non possono essere amici perché vogliono la stessa cosa, cioè vincere. 
Penso fosse stato profetico. 
La porta del terrazzo si apre e lo sento arrivare, sbuffa rumorosamente e si butta per terra ai miei piedi. 
- Io lo uccido, sai? - Ormai non prova nemmeno a trattenersi. Ci ha provato all’inizio ed io gli ho detto che non doveva nemmeno provarci. 
Ora se non viene da me non riesce a correre bene ed io sono qua sempre per lui.
- Ho notato che oggi hanno di nuovo privilegiato lui... non dovresti essere tu il primo pilota visto che hai vinto tu i titoli? - Alza le spalle e sbatte la nuca contro la ringhiera alle sue spalle, io gli do un calcetto col piede per farlo smettere. 
- Lo fanno sempre più spesso. Non so che è successo ma quest’anno è un disastro. Cioè se questo è l’andamento andrà male, molto male. Io me lo sento, Seb, lo sai? - Lui è molto sensazionalista nel senso che va a sensazioni ma è anche molto emotivo ed esagera tutto. Io sono molto terra terra, invece, e lo calmo. 
- Dai, lui vuole solo vincere e poi è esasperato perché pensa che io e te stiamo insieme ed in un certo senso... - Lewis mi guarda esasperato e arrabbiato e a momenti penso potrebbe sputare fuoco dalla bocca. Si alza e mi spinge con foga. 
- Ah sì? In un certo senso stiamo insieme? Ed in un certo senso io sono suo compagno di squadra ed ho vinto tre titoli mondiali e lui zero e non capisco che cazzo stanno facendo! Ma in quale senso stiamo insieme ed in quale io e lui siamo compagni di squadra? - Spalanco gli occhi e lo fisso perso perché credo fosse uno scioglilingua. 
- Ecco io... - E poi vederlo così acceso mi piace e mi disarma. Vorrei scherzare ma non ne sono capace, ora. - Se vuoi andiamo a letto e ti faccio vedere... - Beh devo dire che alla fine lo scherzo esce. Circa. Me lo porterei a letto subito per davvero. 
Lewis stava per sputare fuoco ma alla fine si spompa e ride scuotendo la testa. 
- Guarda che incazzato come sono potrei accettare!  - E così mi apro i pantaloni spingendolo fra me e la ringhiera. 
Lewis ride ancora e mi spinge tenendomi al contempo a sé per fermarmi le mani. 
- Stai buono, tigre! - Dice quindi più rilassato e meno furioso. Lo vedo sorridere ed il suo viso è splendido come sempre, così mi riempio di sollievo. Mi ritrovo a sorridere ebete. 
- Mi dispiace che stai così. - Rimaniamo così, lui che mi tiene i polsi, io con le mani nei pantaloni ma appoggiato a lui che sta contro la ringhiera. 
Prendi un terrazzo di qualunque posto, che sia il motorhome della Ferrari o della Mercedes o quello dell’hotel ed hai il nostro posto. 
Sono così concentrato su di lui che non mi importa molto del disastro che abbiamo in Ferrari. Quest’anno la macchina non funziona e per essere la Ferrari è inaccettabile. Perché quando è colpa mia sono il primo a dirlo, come nel 2014 io sono stato terribile, non c’ero con la testa. 
Ma qua è diverso. 
Però nonostante nemmeno io non riesca a fare risultati e vincere nulla e al momento è Nico quello che vince e basta, sono qua a tirare sempre su Lewis e a prendermi cura di lui, come se contasse solo lui. Ed è così infatti. 
Le mie mani finiscono per scivolare sulle sue e continuiamo a stringerci così. 
Sospira e china il capo appoggiandolo sulla mia bocca alla ricerca di coccole e sostegno. Io sorrido e gli bacio la fronte tenendolo a me. È così adorabilmente cucciolo.
- Non so cosa sia successo, in Mercedes mi hanno scaricato, voltato le spalle. Sembra che solo la sua macchina funzioni ed io non riesco a gareggiare al mio meglio e questo mi innervosisce ed io... - sfilo le mani per abbracciarlo meglio e continuo a baciarlo. 
- Magari si porta a letto Toto, non è il vostro nuovo capo? - Quando lo dico per scherzare vedi Lewis che scatta subito e mi guarda stralunato. 
- Non dire cagate, lui è a posto! - Per un momento mi irrigidisco alla sua reazione e non so se è per Nico che si porta a letto qualcuno o per Toto di cui mi ha parlato bene da quando è arrivato in Mercedes. 
È un bel tipo. Per cui se scatta così per lui dopo che so che gli piace e lo stima, potrei aggiungere lui nella lista delle mie gelosie.
Quando cazzo me lo posso fare, sto beduino? 
Sto soffrendo molto, vorrei baciarlo e fare l’amore con lui ed inglobarlo in me, invece devo trattenermi e limitarmi a difenderlo nelle interviste quando posso e a fare battute acide a Nico tutte le volte. 
Ma è sufficiente tutto questo?
La situazione si sta sgretolando, lui si sta sgretolando, lo vedo stare male per questa storia in Mercedes e non so quanto potrà andare avanti a correre con Nico. 
Ed ho paura. 
Per un momento lo penso, ma non lo dico. 
- Devi cercare di essere più distaccato, Lewis. - Dico poi serio prendendogli il viso fra le mani. Lui mi guarda aggrottato ed imbronciato. È difficile così. 
- Perché lo dici? - 
- Perché sei troppo coinvolto e suscettibile. So che correre col tuo ex che ti riempie di cattiverie e quant’altro è difficile, ma così tu... Lewis, correte a 250 chilometri orari, io non so se capisci quanto è pericoloso correre in condizioni mentali non idonee. - è la prima volta che esprimo apertamente la mia preoccupazione, ma non è tanto per lui che so che sa correre bene anche in condizioni estreme, quanto per quel coglione di Nico. 
E questo non glielo dico, ma penso seriamente che abbia della cattiveria dentro e che potrebbe arrivare ad azioni estreme in certi casi. Sotto pressione. Non lo so, in gara succedono tante cose. 
Non voglio pensare troppo male di quello psicopatico, ma non mi convince e non sono tranquillo.
D’altronde non so cosa posso fare a parte ammazzare Nico, cosa che non è contemplata purtroppo. 
- Sei carino a preoccuparti tanto e mi dispiace farti stare in pensiero. Non sbaglio mai nemmeno se sono sotto attacco frontale, lo sai. - Questo mi fa sorridere perché lo dice per farmi stare meglio ma è vero, anche se è una presunzione enorme. Così rido e finisce che gli bacio le labbra a tradimento. 
Lui però non respinge, si rilassa e poi scivola con la testa sul mio collo, si accoccola sulla mia spalla e mi sta così, facendomi sciogliere. 
- Cerca di essere sempre lucido. - Anche se purtroppo non è sufficiente, perché si corre in tanti. Ed uno di questi tanti è pazzo da legare. 
Ma giuro su qualunque cosa ho di caro che se gli fa male intenzionalmente e fisicamente, questa volta niente al mondo potrà trattenermi. Niente. Lo stringo a me e ripeto il giuramento con uno sguardo sottile pieno di nuvole tempestose. 
Ha solo da provarci.”

/Lew/
“So che se non avessi avuto Seb, questa volta non ce l’avrei fatta. 
Io lo so per certo. 
Arrivo così a questo punto della mia vita in cui controllare e fare anche solo vagamente ciò che penso sia giusto, è impossibile. Ma proprio impossibile. 
Oggi Nico è feroce. 
Me ne accorgo da come mi fissa al mattino che ci incontriamo al motorhome coi caffè in mano, mi fissa sottile, con aria quasi schifata e so cosa pensa. 
Che sono un bastardo e che me la faccio con Seb. 
Non riesce nemmeno più a parlarmi, fra noi c’è un odio evidente, ma è più il suo che lo è, da parte mia c’è freddezza e forse lo irrita che scherzo un sacco al di fuori di qua e di lui.
Scherzo con Seb, scherzo nelle press e nelle interviste. Rimango allegro e me stesso perché ho giurato di non perdermi per lui, di non perdere il mio cuore, la mia anima, per lui.
Però dentro di me tutte le volte che ci incrociamo e che i nostri sguardi si trovano e lui mi odia così aspramente è una spada che si infilza. 
Ed io oggi me la sento dentro. 
- Ragazzi, tutto bene? - Fa Toto con un sorriso di circostanza, non sa bene nemmeno lui come gestire la situazione che è evidente si è creata. 
Gli sorrido ed annuisco mentre penso all’insinuazione di Seb su di lui e me la cancello. Lui ci tiene tanto a me, non farebbe mai quello che Seb ha detto. Ovviamente non penso che Toto si farebbe Nico, piuttosto che si sia fatto corrompere da lui in qualche modo, conoscendo Seb insinuava questo. Comunque non ci credo. E poi Nico magari per ferirmi starebbe con qualcun altro, ma si preoccuperebbe di farmelo sapere. 
- Non sembrerebbe. - Toto mi pizzica amichevolmente la guancia e Nico che è qua nota e fa un verso tipicamente di disprezzo, Toto così gli mette una mano sulla spalla. 
- Ragazzi, la stagione è iniziata da poco, se avete problemi dovete risolverli prima che scoppi una bomba. - Questa cosa sa di premonizione, non capisco. Nico alza le spalle e piega le labbra all’ingiù nel suo tipico modo dispregiativo. 
- Non vedo perché bisogna per forza andare d’accordo, siamo compagni di squadra ma ognuno corre per sé, giusto? - 
Io non rispondo e scuoto la testa vedendo che se ne va per primo verso gli uffici della riunione generale, così sospiro e Toto mi fissa sorpreso.
- Dunque? - Io alzo le spalle. 
- Non lo so nemmeno io. Credo solo che voglia vincere il mondiale con tutto sé stesso. Tutto qua. - 
- Sì ma siete amici... lo sanno tutti... giusto? Lo siete ancora? - Amici. Sorrido amaro a questa parola che ha perso di significato ormai. 
- Dovresti chiederlo a lui. - Con questo lascio la stanza buttando il caffè ancora a metà che mi ha appena fatto venire mal di stomaco. 

Con Nico ci scambiamo battute acide tutto il tempo, o meglio lui me le fa ma io mi limito ad ignorarlo come se non esistesse, prima di infilarci i caschi e poi nelle macchine per iniziare il giro di prova, ognuno sta vicino alla propria auto a concentrarsi definitivamente ed è un istante quello che capita. 
Alzo lo sguardo brevemente senza farci nemmeno caso e noto che Nico accanto a me mi guarda. Non so da quanto lo fa, ma non distoglie lo sguardo quando vede che lo noto, piega ulteriormente le labbra in quell’accezione velenosa tipica sua e mi fa venire i brividi mentre i suoi occhi mi trapassano. Cerco di non pensarci, torno a me e a concentrarmi, guardo la macchina da fuori e ci parlo fra me e me, cerco di annullare tutto mentre l’ansia è molto più grande del solito, con questa sensazione che ho da giorni e che oggi ha una sorta di culmine. 
Come se dovesse succedere chissà cosa. 
Quando salgo cerco Seb dietro in terza fila, attraverso il casco non capisco se mi guarda, mi piace pensare di sì. Respiro un po’ meglio quando lo vedo, poi però è tutto oscuro.
Tutto si mette a tremare mentre accendo il motore che romba e sento il rumore di tutti ed ogni cosa è un caos. 
Quel caos che non è buono perché si tratta di adrenalina da gara. Un caos di quelli che sai qualcosa non andrà come deve.
Ripenso alle parole di Seb di correre in modo sicuro e parto. 
Nico mi supera subito, poi è tutto veloce perché alla prima occasione che si verifica poco dopo, tento di ripassarlo e lo sto per fare, ma lui mi chiude la traiettoria consapevole che sono io che sto sopraggiungendo e che sarei riuscito a superarlo. 
Mi chiude la traiettoria e non ho tempo di reagire diversamente, mi accosto finendo sul tracciato però perdo il controllo dell’auto e finisco contro Nico, entrambi quindi andiamo fuori pista in un incidente veloce ed immediato e caotico che segna davvero qualcosa.
Una sorta di pietra che chiude un sepolcro, in quel sepolcro c’era già la nostra relazione, ma questa pietra chiude definitivamente quel sepolcro. Nessuno resusciterà. 
Quando tutto si ferma mi ritrovo fuori pista col muso dell’auto fermo davanti al bordo di sicurezza, sulla ghiaia. 
Lancio il volante furioso e qua qualcosa in me si rompe, qualcosa si spezza. 
Esco fuori di corsa e la voglia di andare a prenderlo a pugni è enorme. C’è qualcosa che sta scalpitando in me, qualcosa di mostruoso e violento. Tutte le cose che ho mangiato per lui in tanti anni e che pensavo fosse giusto, tutte le cose che mi ha fatto credere andassero bene ed invece no. Invece con Seb capisco che non è così. Ed ora rivedo tutto ed ho tutto qua ben premuto sul palmo dei miei pugni ed ancora no.
Lui lo voleva fare, lui sapeva che sarebbe successo. Lui l’aveva sperato. Lui l’ha cercato. 
Quando vedo tutta la gente a soccorrere e ad occuparsi di noi per accertarsi delle nostre condizioni, la frenesia si calma un istante mentre vorrei davvero solo prenderlo a pugni, ma mi limito ad ingoiare ancora e per qualche miracolo ci riesco e non so perché dovrei ingoiare e come faccio, ma ci riesco. 
Dio ti prego aiutami a non ucciderlo perché in questo momento lo voglio così tanto. 

Appena abbiamo il modo di stare lontano da occhi indiscreti rappresentati da tutte le videocamere e le persone addette ai lavori, io e Nico senza i caschi addosso e chiusi in una delle stanze dei box, finiamo per fronteggiarci perché non ne posso più e sinceramente voglio solo spaccargli la faccia ma sono spaventato da tutto quel che sto provando. Tremo di rabbia e di odio. 
- MI HAI RUBATO LA VITTORIA! TI BRUCIAVA IL CULO CHE NON VINCEVI PIÙ? - Quando esplode così io sto stringendo il pugno e glielo sto per tirare, ma Dio credo che mi fermi. 
- IO?! SEI TU CHE MI HAI CHIUSO LA TRAIETTORIA E SAPEVI CHE STAVO ARRIVANDO A SUPERARTI, HO VISTO NETTAMENTE TU CHE TI PIAZZAVI DAVANTI A ME! - 
- IO HO DOVUTO PERCHÉ HO AVUTO BISOGNO DI ASSESTARE IL VOLANTE! - 
- IL CERVELLO TI DEVI ASSESTARE! - Stavo per dire ‘razza di coglione’ ma mi fermo.
In realtà potevo dirlo visto che lui non fa come me, non si frena. Non si frena mai, non si è mai frenato e continua e non so perché tira tanto la corda. 
Nico mi spinge mettendomi una mano sulla faccia e scacciandomi da davanti a lui. 
- MA VAFFANCULO PUTTANA CHE NON SEI ALTRO! - Quando lo dice io sto per tirargli un pugno sui denti con l’intenzione di farglieli saltare, ma di nuovo mi trattengo e mi limito a contro spingerlo, lui però mi afferra per il collo che è la sua mossa preferita di sempre. Conficca le unghie proprio sotto le orecchie, lì dove la presa è migliore e sento che mi graffia ed io per un istante penso a Seb che appena vedrà lo distruggerà e questa volta niente lo fermerà, così appena penso a lui mi libero con fermezza afferrandogli il polso e glielo torco con forza, lui non può continuare ed è costretto a fermarsi e lasciarmi. 
In questo esatto momento arriva Toto che vedendoci così ci separa di forza e comincia a gridarci contro senza scalpitare che non sarebbe nel suo stile. Nessuno dei due lo sente nemmeno. Ci fissiamo ansimanti e poi appena Toto smette, Nico mi punta il dito contro e con disprezzo marcato, dice: 
- Sei un falso! Ti trattieni solo per sembrare quello buono e far fare la parte del cattivo agli altri e non ti difendi, ti fai attaccare apposta e non alzi un dito anche se puoi benissimo surclassare tutti perché sei molto forte invece! Ma non usi la tua forza, ti fai superare, ti fai sottomettere per piangere e fare la vittima. Ma tu non sei vittima e non sei debole e non sei quello buono qua dentro! Ricorda cosa mi hai fatto! - Qua, davanti a Toto e per fortuna solo lui che anche se non sa niente mi sa che ora dovrà sapere. Poi se ne va sbattendo la porta. Io rimango qua a tremare di rabbia e finisce che tiro un urlo di quelli potenti che scaricano la tensione, tiro un calcio ad una sedia che vola e si rompe e poi a qualche altro macchinario ammassato. Continuo a fare il pazzo isterico e a tirare fuori tutto davanti a lui che non dice nulla, non prova a fermarmi e aspetta. Aspetta che finisca. 
Solo dopo quando mi sento svenire inizio a respirare e mi fermo, mi chino sulle ginocchia e mi copro la faccia con le mani. 
- Io non ce la farò tutta la stagione con lui. - Lo dico e Toto che finalmente sa che c’è un effettivo enorme problema fra noi due, credo che non sappia nemmeno da dove iniziare. 
Il problema è che dietro non c’è un semplice litigio fra amici, dietro ci sono anni di errori mascherati da cose belle. 
Da quando ho iniziato ad aprire gli occhi grazie a Seb è passato molto tempo, ma lentamente la patina che mi velava gli occhi e mi faceva vedere tutto male, è venuta via e quel che vedo mi sconvolge. 
- Purtroppo non hai scelta, Lewis. Siamo a Maggio. - questo non mi fa stare per niente bene, ma capisco che lui possa poco in questo momento. 
Inghiotto e dopo la rabbia, sorge l’angoscia e la disperazione. 
- Quando due si lasciano non dovrebbero nemmeno più vedersi, invece noi siamo compagni di squadra e dobbiamo esserlo per un anno intero. Io non so come ne uscirò. - 
Con questo esco dalla stanza a mia volta, con un Toto shoccato dalla rivelazione che davvero io non ne potevo più.
Ho passato una vita a nascondere tutto di me, a soffocare convinto che niente andasse bene e che solo Nico mi volesse per quel che sono davvero e mi conoscesse e mi capisse. Ed ora sono qua al game over di me stesso, il burnout totale. 
Se lo vedo ancora penso che potrei picchiarlo oppure non lo so più, sono così svuotato dopo quanto successo, dopo quell’urlo, dopo la mia reazione. Io non ce la faccio più e penso che se Seb vede... Dio, se Seb vede il mio collo... Me lo tocco con mano tremante mentre le lacrime mi offuscano gli occhi.
Devo sparire, devo evadere da qua. 
Loro stanno ancora correndo, Seb mi odierà un po’, ma se non mi vedrà forse non succede il disastro. Forse. 
Dio ti prego aiutami, questa volta non ce la farò.”