*Il 2016 è sicuramente l'anno peggiore per Lewis in F1 non solo perché non vince il mondiale, ma perché Nico lo vince in modo 'sporco', ovvero non solo per meriti sportivi visto che a sua stessa detta l'ha manovrato psicologicamente pur di sopraffarlo. E di episodi ce ne sono stati molti, ne ho presi alcuni che specifico non ho inventato, ho bensì interpretato. I litigi fra Lewis e Nico erano frequenti e ad un certo punto molto evidenti. Ho immaginato che Seb ad un certo punto potrebbe aver perso la testa a modo suo. Originariamente esagerava molto di più ma poi ho pensato di ridimensionare. Buona lettura. Baci Akane*
72. IL GUARDIANO
/Lew/
“All’undicesima chiamata di Seb gli rispondo e lui inizia con una fila di insulti.
- Se lo fai di nuovo mando un aereo in cielo che scrive ‘Lewis Hamilton se ci sei batti un colpo brutto stronzo!’ -
Alla sua minaccia mi fermo dal cercare scuse e interdetto dico:
- E che minaccia sarebbe? - Lo sento ridacchiare.
- Non era una minaccia ma una promessa. - Così sorrido un pochino e dopo il patema d’animo che avevo penso che fosse esattamente ciò che voleva ottenere lui.
- Va bene non scapperò più così impunemente. - poi azzardo la domanda tremante e con un filo di voce: - Hai mica incontrato Nico? -
- No il codardo era già andato via a fine gara. Ma tanto prima o poi le prende. Come stai? Volevo assicurarmi che stessi bene, ti ho visto fare un incidente con lui ed ho pensato che avreste litigato... non so nulla di come è andata. Perché sei andato via? - Seb mi riempie di domande e non so a cosa rispondere, ripenso al mio grido e al nostro litigio che definire tale è un eufemismo.
- Sinceramente ero a pezzi emotivamente. Abbiamo un po’ litigato ma niente di speciale perché è arrivato subito Toto e... - E gli ho detto che io e Nico stavamo insieme e poi sono solo sparito.
Non so come affrontare tutto questo, non so come muovermi, non so cosa dire.
- Ti puoi fidare di Toto, no? - Sa che ne parlo sempre bene. Seb mi legge sempre dentro.
- Sì credo di sì... -
- Allora parlagliene perché così non finirai la stagione. Io non voglio che fate stronzate in pista perché vi odiate. - Chiudo gli occhi e penso allo sguardo carico di odio che mi ha dato Nico prima di cominciare la gara ed evito di dirglielo, perché credo che potrebbe davvero prendere l’aereo e precipitarsi a casa sua e ammazzarlo.
Non voglio pensare l’abbia fatto apposta, ma è difficile. Perdonami Dio per questi pensieri.
- Ma cosa ci può fare? Siamo colleghi, la situazione è questa e basta. -
- Sì ma se sa i particolari del vostro rapporto può aiutarvi in qualche modo... magari evitando di farvi stare troppo insieme o... o non so, non favorendo troppo uno o l’altro... è lui il capo, i suoi piloti hanno problemi gravi, deve poter fare qualcosa! - Seb è infervorato e lo sento di rado così preso ed arrabbiato, mi fa sorridere e mi dimentico di quanto sia terribile tutto quanto.
La testa mi fa un po’ meno male mentre sento la sua voce.
- Sei molto dolce, Seb. Non so cosa farei senza di te. -
- Potevi aspettarmi, ti facevo stare ancora meglio di persona... - L’insinuazione me la fa con voce bassa e suadente, è malizioso e scherza ma non troppo.
Sorrido e rabbrividisco mentre in questo momento vorrei solo quel piacere, il suo piacere percorrermi. Cosa darei per averlo dentro di me.
- La prossima volta ti aspetto in camera allora... -
- Guarda che vengo. - Dice subito ed è serio, non sta scherzando, così anche io mi faccio serio e non cerco di sdrammatizzare e alleggerire.
- Ti aspetto. - Lo dico, lo dico davvero.
Io non ce la posso fare quest’anno da solo.
Non posso. Ed ho bisogno di lui, solo di lui, lui è l’unico in grado di strapparmi dal suo incantesimo, tutto quello che per anni Nico ha fatto, lui me l’ha tolto di dosso così solo con la sua presenza. Il solo che ci è riuscito ed ero assuefatto, completamente sottomesso a lui, psicologicamente schiacciato.
Quando bussa alla mia camera sento i brividi lungo la schiena, brividi che si fermano nel mio inguine che diventa subito duro.
Dio. Mio.
So che è lui. Gli ho scritto il numero della mia camera.
Seb entra con la sua valigia direttamente, la lascia e mi sorride radioso e acceso come un sole. Il mio sole.
Avevo così bisogno dei suoi occhi, così disperatamente bisogno del suo cielo dentro di me.
Sono io che non ne potevo più, io che gli prendo il viso fra le mani e lo bacio. Divoro la sua bocca perché da giorni penso solo a lui, l’unica cosa della mia esistenza in questo momento che mi fa stare bene e sono stufo di aspettare di stare meglio, dannazione. Di scrollarmi quel bastardo di dosso, Nico non merita questa delicatezza e questo rispetto. Nico non merita nulla.
Gli attacco la bocca che possiedo e cerco la sua lingua disperatamente, mentre lui mi prende la vita, preso alla sprovvista e cerca di manovrarmi fisicamente per trovare fiato e spazio e controllo.
Dopo un po’ che le nostre bocche sono una cosa sola, si ritira.
- Lew... Lew ti prego... se fai così non riuscirò più a fermarmi... - Mormora appoggiando la fronte alla mia, gli occhi chiusi, ansimante e carico di desiderio.
- È esattamente quello che voglio... - torno ad attaccare la sua bocca febbrile, ancora troppo vicino alla mia. Lui torna a respingermi e ci troviamo a lottare nella camera mentre lui vuole fermarmi ed io non voglio per nulla.
- Sei ancora sconvolto, lo sapevo che non dovevo lasciarti solo tutti questi giorni. L’avrai anche visto a casa... vattene da là... - Seb parla troppo, lo fa perché vuole controllare la situazione e così mi faccio indietro, mi tolgo dalle sue braccia e mi sfilo la felpa da sopra la testa con chiare intenzioni.
Seb spalanca la bocca con molta spontaneità. Io sorrido leccandomi le mie labbra.
- C’è solo una cosa che in questi giorni di merda mi fa andare avanti. - Dico poi togliendomi i pantaloni e rimanendo in boxer. I boxer che poco trattengono la mia erezione che finalmente sta bene e non è moscia come tutto questo tempo infinito.
Seb vorrebbe rispondere ma non riesce a parlare così inarca le sopracciglia.
- La promessa che mi avresti fatto stare bene in camera mia oggi. - E così lui capisce qualcosa, glielo leggo negli occhi. Mi si avvicina sinuoso e veloce e mi prende il mento con due dita, me lo gira e così vede. Chiudo gli occhi e impreco mentre lotto per non spegnere queste buone intenzioni.
- Si vedono ancora. Sapevo che ti aveva fatto qualcosa. Io lo ammazzo, ora. - Ma lo afferro e lo abbraccio stretto con le mani sulla sua nuca.
- Ti prego, resta qua. - Dico subito con bisogno. - Ti prego. - Continuo supplichevole. Le sue mani sui miei fianchi cercano di respingermi mentre io nudo solo coi boxer addosso lo stringo a me appoggiandomi del tutto a lui. - Ti prego fammi stare bene... ti prego... non ce la faccio e sei l’unica cosa bella della mia vita ora come ora, l’unico che mi possa far stare bene... ti prego... - Lo supplico ancora mentre gli parlo sul collo e glielo bacio fra una parola e l’altra e lui finalmente smette di respingermi e mi tiene contro di sé.
- Vado solo ad ammazzarlo e torno. - Dice poi.
Le mie mani scivolano dal suo collo alla giacca che gli tolgo, infilo sotto la maglia alla ricerca del suo corpo, la sua pelle liscia e calda.
- Voglio stare bene, ti prego, fammi stare bene. - e le mani finiscono dai fianchi al mio sedere, mi afferra i glutei e mi attira prepotente a sé mentre gira la testa e cerca la mia bocca.
Io gliela dono volentieri e l’emozione sale immediata, prepotente, scardina radicalmente Nico e tutto quanto. C’è solo lui che finalmente mi prenderà, ne sono sicuro.
Le mie dita si infilano dentro i suoi pantaloni, cerco di toglierglieli, mi sposto di lato per potergli tirare fuori l’erezione, lo masturbo deciso. È eccitato come me e glielo faccio sentire strofinandomi contro la sua coscia. Ci succhiamo le lingue ed è tutto nebbia e bello, finalmente è tutto bello.
Finalmente.
Il piacere sale ricambiato dalla sua mano che decide di fare altrettanto tirandomi fuori la mia erezione già dura che sente contro la sua gamba.
Ci masturbiamo a vicenda mentre le bocche sono fuse in un’unica cosa e penso che appena siamo duri e sul punto di venire mi staccherà e mi prenderà da dietro, mi spingerà sul letto o contro il muro e mi farà dimenticare ogni merda in questo momento.
E mi sembra di poter piangere di gioia mentre penso che finalmente sta succedendo, ma lui non si ferma.
Mi fa venire. Non aspetta di essere dentro.
Seb mi fa venire così nella sua mano, fra le sue braccia, così capisco che non vuole prendermi ora.
Mi stringe una mano sulla nuca e mi nasconde il viso contro il suo collo protettivo, forte e dolce al tempo stesso.
Ansimo mentre vengo fino in fondo abbandonato a questo piacere e alla sua mano e non credo di essere riuscito a farlo venire, ma non gli importa. Mi stringe a sé come se fossi il suo angelo ferito.
- Sei troppo sconvolto, voglio che decidiamo di andare oltre e stare davvero insieme quando sarai lucido e starai bene. Voglio che tu scegli di andare al livello successivo con me perchè ne sei sicuro e non perché Nico ti fa soffrire troppo. Ok? - Ed è logico e sensato. Ed ha così ragione che le lacrime scivolano via dai miei occhi chiusi e le raccoglie lui.
Il mio guardiano.
Annuisco.
Ha ragione.
- Ma non lasciarmi mai un secondo. -
Seb annuisce.
E così lui farà per tutta la stagione.”
/Seb/
“Diciamo che il mio trattamento gli ha fatto bene.
Sono stato con lui tutte le notti, ma solo abbracciato e a coccolarlo e per me è stato davvero difficile perché volevo fortemente farmelo.
L’altra cosa davvero difficile è stato non saltare addosso a Nico per ammazzarlo quando l’ho incrociato, per fortuna pochissime volte e da lontano. In realtà gli sono rimasto lontano di proposito perché mi prudevano le mani e mi faccio paura quando mi sento così.
Sono bravo a controllarmi ed odio la violenza, ma ho quei miei famosi momenti che quando parto non devono provocarmi.
Mi conosco e cerco di gestirmi, ma io so che finirò per prendere a pugni Nico. Io lo so.
L’idea che guidi male di proposto contro Lewis solo per danneggiarlo fisicamente mi manda fuori di testa.
Non voglio pensare questo, ma è difficile vedendo come si approccia a lui con la macchina tutte le volte.
Per fortuna non sono davanti ad uno schermo a guardarlo, ma poi mi analizzo bene la gara come faccio sempre e non vorrei fermarmi nei momenti in cui inquadrano qualcosa sulle Mercedes, per non istigare me stesso, però lo faccio. E noto.
Quella parte Nico ha sbagliato. Quel pezzo non doveva fare questo.
Mi sto caricando e non va bene.
Dopo la Spagna comunque la mia parola d’ordine è assolutamente quella di far star bene Lewis e lasciar perdere Nico.
Lo faccio per me stesso e per lui e poi anche per non diventare un assassino.
Mi concentro su di lui e va tutto bene perché non posso avvicinarmi troppo a Nico, è pericoloso per tutti.
Mentre posso far sorridere Lewis che con me è un raggio di sole splendente. Amo il suo sorriso e sono così orgoglioso che scherzi e si diverta con me.
Durante l’intervista in Canada non serviva che intervenissi, ma con la scusa degli uccelli in pista durante le prove è stato perfetto. Mi sono attaccato letteralmente e fisicamente a lui e non l’ho lasciato e quando ho visto quanto era felice e rilassato ho smesso di fare il buffone e l’ho lasciato.
Se devo fare questo lo farò. Se la notte lo devo tenere abbracciato lo farò. Se devo riempire di battute cattive Nico davanti a tutti lo farò. Se devo evitare Nico, quello non deve più toccare Lewis.
Ma Nico tocca Lewis ancora. E questa volta per fortuna gli va male, ma si vede durante una manovra in cui tentano di superarsi che Nico cerca di spingerlo fuori. Io ero già uscito in quel momento della gara e così l’ho vista dalla televisione nel mio box. Cosa che non dovevo fare ma che ho fatto.
Vedo Lewis superare Nico, vedo Nico fare una di quelle mosse che non si devono fare e tentare di speronare Lewis e poi vedo che invece è Nico che si danneggia da solo l’auto come un coglione e deve perdere posizioni, perché era proprio all’ultimo giro.
Con orgoglio vedo Lewis vincere un’altra gara e con tutto il lavoro che sto facendo, vederlo riprendersi è un piacere.
Però so cosa succederà nei box Mercedes di qui a poco, così mi dileguo mentre ormai qua erano rimasti in pochi e non mi davano molta retta, concentrati su Kimi giustamente.
Sguscio via e cerco di intercettarli, questa volta non mi faranno fesso. Se vogliono scontrarsi devono farlo davanti a me, non gli permetterò di torcergli un capello perché quello fa il forte solo perché Lewis glielo permette, ma un giorno si trova la testa staccata dal collo.
E mentre mi intrufolo nelle zone retrostanti ai box Mercedes, riservate solo agli addetti e ai team, ripenso a Nico e a come ha fatto apposta a cercare di far male a Lewis con la macchina, come gli è andato contro. Solo un pilota può capire che quel genere di cose vengono fatte di proposito e non ci sono giustificazioni per questo.
Quando penso che dovrebbero essere dentro, vado ed entro io direttamente senza bussare.
Passo dalla porta sul retro, qua c’è un gran caos e nessuno mi guarda perché ci sono discussioni accese anche fra i membri del team, meccanici, ingegneri e chiunque sia qua praticamente discute animatamente sulla questione.
Credo ci siano schieramenti anche fra loro, chi sta con Nico e chi con Lewis e si vede che c’è questa spaccatura perché i piloti fanno bordello fra di loro ed è evidente che si detestano e non collaborano.
Quando mi infilo nella stanza che so essere di Lewis non mi delude, ma io l’ho cercata, questa scena. Perché bravo e buono quanto vuoi, ma c’è un limite.
Appena vedo Nico spingere Lewis con l’intento di mettergli la mano sul collo, dove sta di solito, io sono un fulmine e penso che non si accorgano di quando entro e di come spunto improvvisamente.
Ma come è vero che mi chiamo Sebastian io questa me la sono cercata proprio di proposito.
E come un fulmine arrivo , lo afferro per il colletto e lo strattono buttandolo per terra. Non sono violento, ma in questo momento ho la testa che esplode e la voglia di uccidere alle stelle, voglio colpirlo, voglio davvero ma davvero dargli un pugno. E lo stringo, questo pugno, stretto stretto vicino al fianco, pronto ad usarlo. Il sangue pompa nelle vene e arriva fino al cervello e non capisco davvero un cazzo ormai! Avanti! Alzati che ti do giù!
Nico mi fissa shoccato, si alza ed io faccio per andargli subito contro, il famoso pugno alto, il braccio teso, ma Lewis mi tira da dietro e mi ferma preventivamente. Nico spalanca gli occhi shoccato di quanto successo e così proseguo a parole, felice dentro di me di potergli dire il resto che mancava:
- Tu la devi smettere di cercare di ferirlo. Devi smetterla di fargli male. Smetterla di toccarlo, guardarlo, respirargli addosso. Pensi che sia scemo? Me ne sono accorto che ogni volta che puoi cerchi di farlo finire fuori pista e fargli perdere il controllo dell’auto! È da un sacco che lo fai e me ne sono accorto e non lo farai più perché giuro su Dio, Nico, che se gli fai qualcosa, se gli torcerai un capello io ti investo con la mia macchina e non me ne importa un cazzo se finisco in prigione! - C’è un momento di silenzio in cui sono tutti shoccati e respirano ansimanti, Lewis continua a tirarmi, Nico a stare contro il muro con la mano sul collo perché nello strattone gli ho fatto male, ha l’aria di chi non capisce da dove sono arrivato.
- È finita! È finita da un sacco! Ed è ora che lo accetti e lo lasci in pace! Tutta questa rabbia vi rovinerà, non ti farà arrivare da nessuna parte. Vuoi vincere il mondiale? Fallo in modo leale senza sbatterlo fuori. Se vuoi essere un campione devi dimostrare che lo sei, non con questi mezzi sporchi. Giuro Nico, giuro che non lo toccherai più! -
- Guarda... - Inizia Nico poi riprendendosi dallo shock. - Guarda che lui può difendersi da solo e se non lo fa è solo un falso ipocrita del cazzo che fa finta di fare quello buono ed indifeso per farmi passare per... -
- Sei tu la merda qua se pensi che la violenza risolva le cose! -
- Ma piantala, mi hai appena buttato per terra! -
- Appunto! Io volevo ammazzarti, stronzo! - E lo dico sinceramente convinto, lo dico con rabbia, con una voglia di spiaccicargli la testa sotto le mie gomme.
Non mi sono mai sentito così furioso, così cattivo, così fuori di me e Lewis lo sente perché non mi lascia un secondo e non riesce a dire nulla, ma ho in mente tutte le sue lacrime, tutta la sua sofferenza, tutti i suoi discorsi sul colpevolizzarsi. E tutte le volte che si è fatto sottomettere da lui pensando di meritarlo. Si è fatto massacrare emotivamente perché Nico è un cagasotto di merda.
- Tu non hai capito un cazzo di lui! Ti è superiore e lo sarà sempre perché tu cerchi di essere forte con le cattive, ma è lui che lo è perché anche se è più forte, non alza un dito! - A questo punto entra Toto perché probabilmente ha sentito qualche voce di troppo. Quando mi vede qua con Lewis che mi tira via, si ferma interdetto e piega la testa di lato col sopracciglio alzato. Ovviamente nessuno capirebbe qualcosa da solo questo momento, io mi scrollo, respiro e poi rivolto a lui, sibilo:
- Se non fai niente per loro questa stagione finisce in tragedia. Perché anche un bambino si renderebbe conto che Nico cerca di far avere incidenti a Lewis di proposito! E non si gioca con queste cose! - dopo di questo me ne vado senza sapere sinceramente come potrebbe ora Lewis gestire la questione con Toto, ma è ora che lui sappia un po’ di cose. È proprio ora. E se non lo farà lui, il mondo non avrà più Nico Rosberg fra non molto perché lo ucciderò io!”