*Dopo la vittoria di Nico del suo unico mondiale, nel 2016, e dopo il successivo annuncio di ritiro, lui e Lewis hanno un ultimo atto insieme, al Galà della F1, dove si svolgono le premiazioni del campionato appena concluso. Anche se Seb non è presente in quanto non è uno dei premiati, decide di farsi un'ora di volo aereo per fare una dolce sorpresina al suo ragazzo. Perchè seb sa. Sempre. Quell'anno si svolge a Vienna, il terzo classificato è Daniel e dal materiale si evince quanto Lewis e Nico siano tragicamente in rapporti a dir poco gelidi visto che tutti fanno una foto con Nico, tranne Lewis il quale lo si trova nella stessa immagine sua solo quando sono i tre classificati insieme a Toto. Le foto che ho scelto una viene proprio dal Galà, le altre tre sono comunque del 2016 e mi piacevano perchè esprimono perfettamente quello che era il loro rapporto in quell'anno. Buona lettura. Baci Akane*
75. UN OSTACOLO PER VOLTA
/Lew/
“Pensavo la tortura di questa premiazione finale di F1 di Gala durasse in eterno, volevo uccidermi e a momenti lo facevo.
Essere qua con Nico è una delle cose peggiori che ora come ora potevo fare e per mia somma sfiga non c’è nemmeno Seb in quanto proprio quest’anno non è riuscito a finire nemmeno terzo nel campionato, cosa che è riuscita a Daniel. Per fortuna è uno super allegro che mi fa super ridere e mi distrae, posso provare a concentrarmi su di lui e ignorare Nico ed il suo teatrino. Oggi i fari sono tutti puntati su di lui perché oltre a vincere si ritira e quindi io posso stare in un angolino mentre spero che tutto questo finisca definitivamente.
Venendo via penso di averlo superato quasi indenne, ma proprio quando sto per scrivere a Seb perché voleva essere aggiornato alla fine, la sua voce mi richiama ed io trattengo subito il fiato sgranando gli occhi, livido sto fermo un momento, poi respiro e mi giro lentamente.
Nico mi sorride con un retrogusto amaro che noto subito, per me non ha segreti.
- Volevo chiederti una cosa che non ho avuto modo di fare... - Dice mentre mi sistemo il cappotto. Gli altri si sono già avviati ed io sono stato trattenuto dalle miliardi di persone che dovevo salutare, pensavo di non farcela a venir via.
- Il mio numero ce l’hai ancora, no? - Dico freddamente innalzando un muro altissimo. Mi viene spontaneo e credo che non cambierà facilmente la cosa. Lui si irrigidisce e capisce che è presto per parlare di qualunque cosa.
- Vorrei limitare al massimo i contatti. - Dice mentre penso cerchi di ferirmi più di quanto forse ho appena fatto io.
- Ebbene? - Chiedo cercando di apparire distaccato. Vorrei solo sparire da qua e rifugiarmi fra le sue braccia.
- Pensi di trasferirti? - Vorrei sapere quale spera che sia la mia risposta, ma penso che non vorrebbe più vedermi, sinceramente. E nemmeno io.
Alzo le spalle. Sarebbe facile per tutti se me ne andassi, ma sarebbe come scappare ed ho deciso di non farlo più. Non scapperò dai fantasmi, li guarderò ogni dannato giorno fino a che non mi faranno più male e nemmeno paura.
Così sollevo il mento in segno di sfida e guardandolo dritto negli occhi, dico un deciso:
- No, quella è casa mia e mi piace. Ti disturba? - Lui rimane di stucco alla risposta e più al modo in cui l’ho data. Alza le spalle e scuote la testa con disprezzo, ma sembra come che corra ai ripari:
- Per quel che me ne frega. -
- Sei tu che hai chiesto! - Dico allacciandomi il giaccone.
- Sì beh era perché è giusto sapere se devo aspettarmi ancora la tua faccia uscendo di casa. - Che dolce. Faccio un sorriso distaccato ed alzo le spalle.
- Temo che correrai ancora quel rischio. Lasciare la F1 in anticipo non ti proteggerà sempre da me! - Faccio la parte del cattivo per fargli il verso, lui fa una risatina stronza.
- È incredibile come non te ne freghi un cazzo di me dopo tutto quel che c’è stato fra noi. Ma evidentemente avevo ragione a dubitare di te. Fra noi sono io quello che sto peggio ed è finalmente chiaro. - La sua uscita ad effetto la doveva per forza fare.
Fanculo.
- Come preferisci. - Così dicendo mi giro e me ne vado senza sentire se ha ancora qualche perla.
Pensavo di aver fatto un punto e a capo e pagina nuova, ma con lui forse non sarà mai una pagina nuova. Forse non ne uscirò mai.
Forse non lo guarderò mai senza stare male.
Non lo so, a volte penso di essere ad un buon punto, altre credo di aver sbagliato tutto e di essere ancora nelle sabbie mobili.
Come può una persona farmi tutto questo effetto negativo, avere sempre così potere su di me?
Svolto l’angolo una volta uscito in strada, senza pensare a chiamare il mio autista per andarmene mi metto a percorrere dei metri volando, quasi, mentre non mi rendo conto di avere un’espressione sull’orlo delle lacrime. Quando una figura improvvisamente mi ferma, per poco non gli vado a sbattere.
Sollevo la testa per scusarmi e la voce mi muore in gola.
Gli occhi bruciano ancora, ma non più di angoscia bensì di benessere.
Lo guardo col suo sorriso bellissimo, la giacca lo avvolge nera, una cuffia in testa, la sciarpa intorno al collo gli copre quasi tutto il viso ed in pratica ha solo gli occhi liberi, ma sono inconfondibili. Ride con quelli.
Li riconoscerei fra mille.
- Seby! - Non l’aspettavo, non pensavo potesse esserci. Gli getto le braccia al collo mentre me ne frego di chi potrebbe vederci, lui circonda il mio corpo e mi stringe sollevandomi mentre mi sposta dal mezzo del marciapiede verso un angolino più riparato, dietro queste piante gigantesche che al momento fanno al caso nostro.
Nascondo il viso contro la sua sciarpa e forse non saprebbero chi siamo comunque.
- Chissà perché immaginavo che avresti gradito la mia presenza... sono stato presuntuoso? - Dice scherzando. Io in risposta stringo di più la presa.
- Hai sempre il potere di apparire esattamente nel momento migliore. - Rispondo emergendo dall’abbraccio, lo guardo da vicino e mi riempio del suo viso che amo da morire.
- Significa che devo andare a spaccare la faccia a Nico? - Così scoppio a ridere e tutto passa. Tutto passerà sempre se lui rimane con me ed un giorno sarò così forte da non stare male a prescindere da chi mi aiuta.
- Diciamo che non ti fermerei, ma credo che attireresti troppe attenzioni per i tuoi gusti! - Lo prendo in giro e lui continua a sorridere mentre mi prende sotto braccio ed io mi accoccolo contro di lui e mi faccio portare via per vie secondarie in questa Vienna notturna molto bella e molto fredda.
- Allora andiamo a non attirare l’attenzione da qualche altra parte... - Risponde prontamente.
In breve ci troviamo a camminare insieme così per le vie meno principali di questa splendida città che evidentemente non era così lontana da dove stava lui.
O non saprei, ma in ogni caso sono felice che sia venuto.
- Ti bruciava essere escluso quest’anno? - Lo prendo in giro e lui mi viene dietro.
- Ovviamente. Volevo fare il mio ingresso trionfale e prendere il premio di Nico, ma poi ho pensato che la tua bellezza infinita mi avrebbe distratto dalla fuga strategica e mi avrebbero preso! - Seb non mi chiede come è andata con lui, ma dalla mia faccia credo fosse ovvio e non mi sento di raccontargli, mi sento in colpa a stare male per colpa di quello stronzo, ma forse sono il solito paranoico.
Vienna di notte si srotola davanti a noi ed è semplicemente meravigliosa, anche se gelida che potrebbe nevicare a momenti.
Facciamo la coppia normale che fa una passeggiata romantica e mentre scioglie il braccio dalle mie spalle per prendermi la mano ed infilarsela nella tasca, sento che ha l’anello addosso e mi illumino ingroppandomi di brutto.
Le lacrime tornano a salire e sono lacrime belle.
So che non lo porta in pubblico e con Hannah, ma è così bello che con me da solo lo porti. Io il mio ce l’ho su perché sono tipo da anelli e nessuno se ne preoccupa. Ho sviluppato questo look alla moda diciamo. Mi fa sentire bene, mi piace come mi sta e se mi piaccio tanto meglio.
- Sai, voglio farmi un tatuaggio per ricordare bene questo momento. - Dico poi mentre la felicità nel mio cuore torna a toccare picchi elevatissimi.
- Oh cosa ti farai? I miei bellissimi occhi azzurri? - Sulle prime penso che potrei farmeli davvero ma poi sarebbero troppo riconducibili a lui, così continuo a camminare con lui, con la mano intrecciata alla sua nella sua tasca, cosa che mi fa impazzire e trovo bellissima. Penso ad un po’ di cose.
- Sai, non conta cosa, è che voglio farlo ora per incidere questo istante. Questo enorme cambiamento nella mia vita. Non è una cosa che mi deve far pensare a te quanto a questo amore meraviglioso che vivo ora... -
- Fino al prossimo! - Dice lui, per questo si becca un pugno sul fianco che lo fa accasciare, sfilo la mano e incrocio le braccia al petto.
- Sei un idiota. - Rispondo permaloso, lui vorrebbe rimproverarmi ma non gli viene il fiato. Forse l’ho colpito troppo forte.
- Vedo... - Dice faticosamente piegato in due tenendosi il fianco. - Vedo che stai meglio... - Così mi smonto perché eccolo qua a fare il buffone per farmi dimenticare ciò che mi oscura. Come sempre.
Cazzo, stiamo davvero insieme da una vita!
Fa così da un sacco, non solo da ora che siamo una coppia vera.
Quanto siamo stati idioti.
- Certo che è incredibile... - Dico poi seguendo questo pensiero con lui che ancora rantola.
- Come puoi essere cattivo anche se corro da te solo per amarti un sacco? - Continua a scherzare anche se ha la voce rotta dal dolore. Ok forse ho colpito troppo forte. Poverino.
Lo prendo per mano e lo raddrizzo trascinandolo via.
- No scemo. È incredibile che stiamo insieme da un sacco senza saperlo! - Seb piega le labbra camminando ancora storto e male mentre le mani ora sono nella mia tasca.
- Io lo sapevo. Sei tu il ritardato! - Scuoto la testa.
- Ne vuoi un altro? - Seb si gira dall’altro lato.
- Di qua così cammino dritto poi... - Finisco per ridere perché con lui o così o così e non c’è verso di stare male se sei con lui, specie se sei in giro di notte mano nella mano.
Stringo ancora la sua e non penso che gliela restituisco più.
Decidiamo di sederci in una panchina in questa piazzetta molto bella, cerchiamo di vedere se c’è qualcuno ma pare che a quest’ora di notte a Vienna girino solo i pazzi, così lo guardo sporgendomi verso di lui con aria beata. Lui smette di fare il mentecatto e con un sorriso dolcissimo mi accontenta e mi bacia.
Non c’è niente al mondo che io voglia più di questo. Lui. Noi.
Questo momento è perfetto, come tutti gli altri vissuti con lui.
E non ne ho abbastanza, ne voglio altri molti altri. Le labbra si fondono trasmettendosi quel calore che si espande magicamente ovunque. Poi chiudo gli occhi ed appoggio la testa sulla sua spalla. Lui me la bacia.
- Sono felice. - Dico poi sentimentalmente.
- Io sono infreddolito, hai una camera dove possiamo andare? - E così niente, continuiamo ridendo perché credo sia il suo modo di dire che anche lui è felice. E non mi lamento di certo.”
/Seb/
“Ovviamente lui è quello sconclusionato.
Andiamo qua e facciamo questo!
Ma come se andiamo lì non possiamo fare questo perché non si può lì fare questo, lì facciamo quell’altro. Insomma è questione di logica.
Poi lui mi guarda coi suoi occhioni ed io ‘e va bene troveremo il modo per fare quello, lì!’
Che idiota che sono.
Comunque mi lamento tanto solo per contenere l’enorme felicità che sento nell’organizzare la prima vacanza con lui e basta.
Io e lui e nessun altro al mondo.
Si può morire di gioia? Ho paura di sì e quindi cerco di concentrarmi su altro anche se non è facile perché alla fin fine si tratta di cazzate.
- Seby, voglio pattinare sul ghiaccio! - Disse quello che aveva deciso per la barca in qualche baia tropicale.
- E di grazia come facciamo? Geliamo il mare mentre ci navighiamo sopra? - Arriccia la boccuccia. Lui arriccia la bocca e me la fa vedere perché siamo al telefono, in videochiamata. Ho imparato a fare anche le videochiamate.
Lui ora è con la sua famiglia a Londra, io con la mia in Germania. Poi lui farà qualcosa per conto suo con gli amici, io con Hannah e le bambine e prima di rientrare per i primi test e tutte le solite cose, ci siamo presi 4 giorni da passare insieme io e lui e basta.
Quattro giorni.
Avrei fatto venti, io.
Ma c’è un margine di allargamento perché volendo posso passare del tempo a casa sua o comunque da qualche altra parte perché abbiamo ancora un po’ di tempo libero.
Ma lui ha preso uno yacht che ama troppo e così siamo qua a parlare di dove andare e cosa fare.
Io non ho una grande passione per il mare di notte, ma mi piace il mare in generale. Non il sole ma per colpa della mia pelle. Insomma, devo ammettere che 4 giorni che possono diventare anche 6 in barca non è la mia vacanza preferita. Ci passo volentieri un giorno, dall’alba al tramonto. Stop. Lui ci vivrebbe in barca.
Comunque ho detto di sì a questo perché era molto entusiasta di questa vacanza. Ed ora vuole pattinare sul ghiaccio.
- Beh possiamo cambiare meta, andiamo in una baita in montagna vicino ad un palazzetto del ghiaccio e magari ad un impianto sciistico e anche alle terme! - Sospiro spazientito con la vena che pulsa sulla tempia. Adesso lo uccido.
- Insomma, cambiamo completamente vacanza dopo che ho iniziato a prendere tutto e nasconderlo in modo che Hannah non scopra nulla? Cioè hai idea di come devo fare per prendere tutto il necessario senza farmi scoprire? Lo devo fare in diversi momenti e nasconderli in tanti posti diversi e poi devo ricordarmi dove ho messo le cose e cosa ho già preso! E poi devo prendere le cose anche per te perché so che tu non ci pensi! - Lewis ride forte. E lui ride. Basta che lui rida. Dio come lo amo. Sto stronzetto.
- Tieni le cose, poi ci andremo al mare in estate nella pausa che abbiamo ad Agosto! - Ecco, fa tutto lui. Io non ho voce in capitolo. Già comincia e ci siamo appena messi insieme. Beh... appena è una parola grossa visto che in realtà agivamo da coppia da un sacco.
- Ok dai, dove ti piacerebbe andare? - Non ci penso subito che sembro un idiota a dirmi che non voglio e poi a fargli fare quel che vuole.
Lui si illumina tutto felice come una pasqua ed io sospiro e scuoto la testa, comincia a dire delle mete da non perdersi tutte nel nord Europa e già penso a tutte le cose che mi devo procurare e le telefonate che devo fare. Potrei far fare a mio fratello Fabian e poi gli faccio uno di quei mega regali... cioè non posso fare questo mentre vado in vacanza con la famiglia!
Penso a tutte le cose pratiche perdendomi la più essenziale.
Lewis nel suo elenco nomina Savoia ma non credo lo faccia di proposito. Probabilmente sta scorrendo su internet le località più gettonate per le vacanze invernali sulla neve, per gli appassionati di sci e pattinaggio e terme.
Alla fine mi zittisco e lui alza gli occhi dallo schermo del portatile che ha sotto gli occhi e mi chiede cosa ho, nota subito il mio sguardo strano, sbarrato quasi.
- Che ho detto? - Lewis si preoccupa subito per me, ma poi ci arriva in un nano secondo e si mortifica coprendosi la bocca con la mano in un modo molto tenero e spontaneo.
- Oddio mi dispiace Seby non volevo! No ovviamente non andiamo in Savoia, eviteremo quella località... io stavo solo leggendo l’elenco dei posti che... ma è ovvio che non andiamo là! - Così non so perché lo dico e lo faccio.
Non ne ho idea, ma qualcosa scatta in questo momento. Qualcosa che non pensavo potesse scattare.
Non so cosa sia, da cosa scaturisca. Da quando è successo l’incidente non avrei mai pensato di fare questo. Ed invece eccomi qua.
- Andiamo a Meribel. - Esclamo quindi deciso. Lewis mi guarda preoccupato come se fossi impazzito e credo di esserlo.
- N-no cioè... io penso che in Svezia potremo trovare... - Cerca di cambiare discorso ma io scuoto la testa deciso e mentre lo dico mi rendo conto che sono sicuro di questo. Non so perché, ma lo sono e basta. Mentre lo dico sento che va bene, che lo voglio. Forse è ora in qualche modo.
- No no, andiamo a Meribel. Davvero. Là troviamo tutto quel che vogliamo. E possiamo stare anche sei giorni, se dico ad Hannah che vado con Fabian ed altri amici non dirà nulla. - Non mi preoccupa minimamente Hannah perché sa che ho bisogno dei miei spazi ogni tanto e se mi chiedesse di esserci anche lei, il rapporto così equilibrato si deteriorerebbe.
- Seby, non lo devi fare perché per sbaglio ho nominato quella località. A me non frega niente di quel posto. Voglio solo fare una vacanza sulla neve in inverno, tutto qua! - perché prima voleva fare una vacanza sull’acqua in inverno e mi ero messo a ridere dicendo che allora in estate saremmo andati sulla neve.
- Lew, sono serio. Voglio andare lì. Credo che sia ora. -
- Ma lì è dove Michael... - Non riesce a dirlo perché lui è sempre un argomento tabù, non sono mai andato a trovarlo a casa dove fa la riabilitazione da un sacco di tempo.
- Ed è ora che ci vado, ma da solo non potrei mai. Con te sono sicuro di riuscire. - Silenzio, io mi mordicchio la bocca e guardo in basso, lui mi fissa ansioso e preoccupato in attesa che lo convinca meglio e ci provo. Ci provo davvero a dire qualcosa di stupido che gli faccia pensare che va tutto bene. Ma non ci riesco e così alzo gli occhi in alto e vede che sono lucidi. - Credo di avere ancora dei blocchi anche se in generale sto bene grazie a te e ne sono uscito. Però ci sono... sai, degli enormi ostacoli sul mio cammino che mi impediscono di mantenere le promesse importanti che ho fatto e... e forse... forse devo buttare giù quegli ostacoli. Ma da solo non credo di riuscirci. L’ostacolo più fattibile è Meribel. - Il luogo dove Michael ha avuto l’incidente, dove la sua vita è cambiata e quella di moltissime persone, la mia fra le altre. Come può l’incidente di una persona cambiare la vita di altri? Eppure è così.
Lewis non dice nulla per un po’.
- Ne sei sicuro? - Annuisco. - Se quando sei lì vuoi andare via andiamo via e facciamo subito altro, ok? - Annuisco ancora cercando di risultare più normale, ma non è facile. Improvvisamente è cambiato tutto. - E qual è l’altro ostacolo da buttare giù? - Chiede poi dolcemente con la sua vocina tenera e morbida.
Lo guardo dritto negli occhi mentre rispondo serio e con il magone in gola.
- Incontrarlo di nuovo. - E quello è uno di quegli ostacoli che potrei anche non poter più buttare giù.
- Non... non l’hai mai più visto dopo l’ospedale? - Scuoto la testa.
Con lui si può passare dalle cose futili a quelle serie. Con lui si può passare da qualunque cosa a qualunque altra.
- Corinna ha detto che non è quasi riconoscibile, che se vengo sono il benvenuto ma che non è più il Michael che ho in mente e forse è meglio continuare a ricordarlo così. Perché è davvero un’altra persona, ormai. Sia esteticamente che proprio per... per le enormi e gravi conseguenze fisiche, sai... non si può nemmeno alzare dal letto, capisci? Non sta in carrozzina, può stare solo steso a letto e... - Inghiotto. - Fa molta terapia di ogni tipo, ma non è chiaro se e quando mai lo aiuterà. Quanto potrà comunque migliorare. I miglioramenti significativi si hanno i primi tempi, dopo diventa stazionario. Dopo i miglioramenti saranno minimi. -
- Il miracolo si verifica subito. - Riassume. Annuisco guardandolo attraverso lo schermo e mi viene una voglia matta di stringerlo e toccarlo.
- Dopo nessun miracolo. - Lewis non dice nulla, sta un po’ in silenzio e del resto è difficile dire qualcosa quando si parla di quello di cui non parlavamo più da anni perché era tabù, perché non si poteva. Perché ero fragile come il cristallo.
Ora voglio provare a diventare più forte.
- Allora cominciamo con una cosa per volta. Facciamo un giro a Meribel. - Annuisco piano con un sorriso faticoso, lui sorride meglio e lo fa anche per me. - Poi possiamo spostarci comunque. - Accentuo l’assenso.
- Non voglio rovinarti la vacanza. - Dico poi rendendomi conto che la voleva come un matto. Lewis mi guarda come se bestemmiassi.
- Scherzi? Quello che è importante per te, lo è per me. Andiamo lì e quando mi dici che sei a posto andiamo da qualche altra parte, studio già la seconda parte dell’itinerario che possiamo fare! - Così ridacchio all’idea che lo faccia lui.
- Tu? - Lui si accende come una miccia stizzito.
- Sì io perché? Se lo fai tu lo posso fare anche io! -
- A-ha! - Dico ironico sentendomi meglio. In breve inizia a lamentarsi del fatto che lo ritengo un incapace, io lo correggo dicendo che lo ritengo solo sconclusionato e disorganizzato, ma decido di lasciar fare a lui, anche se probabilmente alla fine chiederà a sua sorella di dargli una mano a decidere e sicuramente andrà tutto bene.
A me basta che ci sia lui.
Forse è vero che sono bloccato e non corro più bene come prima perché ci sono questi ostacoli dentro di me. Cose che inconsciamente mi fanno tirare il freno e fare cazzate che poi pago care. Forse è vero che è colpa mia e non della macchina. Ma se devo voltare pagina, se devo fare questa cosa difficilissima, o la faccio con lui o non la farò mai da solo.
E visto che lui c’è, sento di poterlo fare.”