*I due neo fidanzati iniziano la loro prima vera vacanza di coppia, Meribel è un posto magico sotto Natale e sicuramente quei giorni lasceranno il segno in entrambi. Riuscirà Seb a superare qualcuno dei suoi blocchi interiori, quei blocchi che fai finta di non avere e che non siano niente di speciale, ma che in realtà ci sono e ti impediscono di volare? Con Lewis sempre al suo fianco, potrebbe riuscirci. Potrebbe essere il momento giusto. Io da brava detective ho cercato ogni dettaglio possibile per poter scrivere questi capitoli in modo più congruo possibile alla realtà, posto che comunque io le vacanze invernali di questo tipo non le ho mai fatte e non sono mai stata lì, grazie a Internet si trova un sacco di cose utili! Non so nella realtà se Seb abbia mai avuto un blocco del genere, ovviamente per me è un'esigenza di copione. Buona lettura. Baci Akane*
76. UNO LA FORZA DELL’ALTRO
/Seb/
“Non ero mai stato a Meribel, ma so che è una delle località sciistiche più belle.
- Oh mio Dio! È come essere nel villaggio di Babbo Natale! - Esclama Lewis con una vocina acuta e meravigliata, lo guardo e il sorriso mi affiora spontaneo.
Ha le stelle al posto degli occhi e sembra un bambino in una città fatta interamente di dolci. È la cosa più tenera che abbia mai visto.
Lewis non sapeva che fosse così bella Meribel e rimane totalmente abbagliato e catturato.
E realizzo che anche se volessi andarmene ora dovrei fare i conti con la mia coscienza, perché sicuramente lui darebbe tutto per rimanere qua.
Seb sei nella merda, ma sorrido e cerco di guardare il posto coi suoi occhi pieni di meraviglia.
Lewis comincia ad indicare a destra e sinistra, quella casa, quel posto, quel ristorante, quella passeggiata.
E poi i cani con le persone. E poi un sacco di neve. Neve a tonnellate.
Nell’insieme è davvero uno spettacolo da togliere il fiato, è un villaggio immerso nella neve tutto in legno ed in stile.
Ci sono baite, ci sono costruzioni a più piani, alberghi, SPA, c’è di tutto davvero.
Ed è davvero splendido.
Poi c’è per pattinare sul ghiaccio, c’è per sciare, c’è per camminare sulla neve e avventurarsi in qualche spettacolare passeggiata. C’è per tutti i gusti e dopo non so quanto ad ammirare tutto quel che arriva sotto gli occhi, chiedo a Lewis dove ha prenotato pensando che, conoscendolo, ha scelto un albergo con SPA.
Basta entrare imbacuccati e nessuno ci riconoscerà anche perché fuori contesto di piste è raro che riconducano i nostri visi in borghese a noi.
- Ho scelto una baita deliziosa. Almeno in foto lo era. È in un punto strategico, vicino a tutto quel che ci può servire. A due passi dalle terme, a due dal palaghiaccio, a due dagli scii... - Fa l’elenco di tutto quel che ha cercato e ironico commento:
- Beh non è che hai scelto una baita in particolare, qua è tutto a due passi da tutto! - Lewis fa il broncio per il mancato complimento ed io ridacchio pizzicandogli la punta del naso che spunta dalla sciarpa.
- Avanti, dov’è questo capolavoro? - Lui mi prende la mano e mi tira verso una baita vicino a dove abbiamo parcheggiato, credevo si fosse perso e volesse ammirare lo spettacolo, invece mi ha fatto parcheggiare dove è la baita affittata. Impressionante!
Il signorino si fa sempre portare perché non guida fuori dalle piste, ma mi piace portarlo per cui va bene così.
Per prima cosa decidiamo di guardare l’interno, in agenzia giù in città ci hanno dato le chiavi, hanno detto che troveremo la casa pulita, riscaldata e con tutto il necessario per viverci, però ovviamente di portarci cibarie e qualunque cosa pensiamo ci possa servire.
Funziona sempre così.
Il risultato è che abbiamo riempito il pick-up che è quello con cui vado su in montagna e sulla neve.
La baita è davvero riscaldata e c’è molta legna per il fuoco, perché ebbene...
- ODDIO C’È IL CAMINETTO!!!! - Strilla Lewis al mio orecchio mentre mi lascia la mano e corre dentro lasciando le impronte di neve per terra che io osservo con una smorfia. Sto fermo e sbatto i miei scarponi sul tappeto in attesa che siano meno piombi. Non che serva a molto visto che ci sono già tutte le impronte di Lewis in giro.
In due secondi ha già visitato tutta la baita che da qui sembra molto bella.
- SEBY È STUPENDA! HO SCELTO BENE! VIENI A VEDERE CHE BAGNO SPETTACOLARE! - Il bagno. Mi fa morire. Quando viene a vedere perché non lo seguo, mi prende la mano:
- E che fai ancora qua? Muoviti! - Così mi tira dentro con poca delicatezza e finisce che completo la sua opera iniziata. Sporco tutto quanto e sospiro chiudendo gli occhi, evito di guardare.
- SEBY GUARDA È STUPENDO DAVVERO! - E quando mi dà una gomitata apro gli occhi ignorando il pavimento che griderà pietà. Così guardo il resto ed in effetti merita a dir poco.
La vasca è incassata a terra ed è enorme ed è pure con idromassaggio, è una delle marche più rinomate.
- SEMBRA UNA SPA! - Lewis continua a strillare come un bambino ed io a ridere come un idiota. Perché alla fine me ne rendo conto. Sto ridendo, ora.
- In effetti non avremo bisogno della spa, basta tenere tutti i rubinetti dell’acqua calda aperti per un po’ e abbiamo il vapore della spa, riscaldiamo il posto fino a soffocare e basta, ci ficchiamo dentro la vasca ed il gioco è fatto! - La butto lì e lui comincia ad aprire i rubinetti ed alza il termostato del riscaldamento del bagno mettendolo a 35. - Io... io intendevo dopo, magari... stasera, dopo il giretto. Faremo un giretto, no? Vuoi rinchiuderti subito qua? - Lewis mi guarda e piega le labbra all’ingiù ripensandoci.
- Hai ragione, facciamo stanotte la sauna-bagno! - Dice tornando a chiudere i rubinetti. Io continuo a ridere più forte. È unico, non lo fa apposta, è davvero così entusiasta di ogni cosa che vorrebbe fare tutto e subito. È come ubriaco di gioia e mi contagia, impossibile il contrario. Così poi corre in un’altra stanza e mi trascina facendomi vedere quando meravigliosa è questa cosa e quell’altra ed io sono qua a ridere e a farmi fare e mi chiedo... ma come ha fatto Nico a non godere di tutto questo, a non tenerselo stretto, a farselo scappare?
Io lo guardo mentre saltella davanti al caminetto e mi dice di accenderlo e penso a come si fa ad essere stronzi e bastardi con uno così. Cioè ci sta la gelosia, è normale, ma non come la sua che era possessione. Nico si è fatto divorare dalla smania di possederlo e questo l’ha spinto ad essere stronzo. Lui non guardava più quanto era bello stare con lui, quanto era bello quando gli piaceva tutto e voleva fare tutto, lui non godeva più della sua compagnia, del fare le cose con lui. Lui passava il tempo ad isolarlo, ad impedirgli di scappare e ad altri di avvicinarlo, senza rendersi conto che è stato questo a farlo scappare, a perderlo.
Sto qua e faccio fatica a non accontentarlo perché è troppo bello farlo contento, prendo la roba ed inizio a scaricare tutto.
L’idea è stare qua 5 o 6 giorni con il piano di riserva perché se non me la sento di rimanere possiamo andarcene, non so dove in effetti ma mi ha detto di non preoccuparmi e non lo faccio. Anche se so che probabilmente ha fatto qualche casino, lo so.
Ci ripenso solo ora alla questione principale di questa vacanza mentre mi rendo conto che me ne ero dimenticato quando ho messo piede qua dentro ed ho visto Lewis fare il matto adorando tutto di questo posto.
Mentre accendo il fuoco con buona pace di Lewis e lui suona la chitarra, sulla sua voce che riempie questo splendido posto, mi sento bene e penso che ho fatto bene ad affrontare questo ostacolo con lui.
Penso che ce la posso fare davvero.
È una montagna russa, le emozioni vanno e vengono, a volte penso che non voglio mettere piede fuori di qua, altre invece credo di potercela fare.
Ho portato gli sci, ma non scio dal 2013. Lewis ci è andato per conto suo e non mi ha mai detto quando lo faceva, ma io so che andava, quindi quando quest’anno se ne è uscito con questa cosa ho capito che era ora. Lui non l’ha fatto apposta, gli è venuto così ed ho deciso ok. Forse è ora.
La mia vita sta cambiando molto e magari la devo assecondare.
La sua voce dolce e melodiosa riempie questa splendida baita, col crepitio del fuoco che ho appena acceso. Mi giro e sorrido notando qualche piccola decorazione natalizia che Lewis ha insistito per portare e che ha messo come se fosse la cosa più essenziale.
Canta una delle sue canzoni che ha fatto recentemente per me, per questo periodo dove splende di felicità e lo ascolto rimanendo seduto per terra, lo guardo e penso che non mi sarei potuto perdere questo.
Che qua a Meribel avrò anche un bellissimo ricordo che forse può surclassare quello brutto, che non è un ricordo, ma è un pensiero.
E forse Michael ha provato questa gioia prima di far finire per sempre quella che era la sua vita in quel momento.
Prima che tutto cambiasse e che si perdesse, può aver pensato che è felice, che è un posto meraviglioso e che non vuole niente più di quel che ha. Spero che possa aver provato quello che sto provando ora, anche se ho un po’ di ansia all’idea che come lui Lewis prenda, esca, vada a sciare e non torni più. E forse gli chiederò di non sciare, non qua. Perché non voglio che questo ricordo spettacolare si rovini. Non uscirei più di qua.
Per un momento chiudo gli occhi cercando di scacciare quest’idea che se gli dovesse succedere quel che è successo a Michael, io non tornerei più a casa, alle piste e da nessuna parte. Non so cosa farei, ma non tornerei più da nessuna parte.
La sua voce ha un acuto dove sottolinea quanto ama la vita, quanto ama Dio e quanto ama me e così sorrido e riapro gli occhi in un presente di cui voglio godere e non aver paura. Di una gioia che voglio stringere e non nascondere per il terrore di perderla.
Non farò come Nico, non lo soffocherò per paura di farlo andar via.
Vivrò con lui attimo per attimo e prenderò da lui il coraggio per affrontare tutto. Sono qua per questo e non sono solo. Lewis mi cerca con lo sguardo e mi sorride dolcissimo mentre rimangono solo le sue dita che pizzicano le corde in un’atmosfera meravigliosa, calda e piena di quell’amore che non dimenticherò. Natale è passato, ma Lewis vuole rifesteggiarlo con me, io non ci credo, lui sì e per me basta questo.
Forse lo vizio troppo, ma in cambio di questa gioia, farò di tutto per lui.
No, Sebastian.
Non sei come Nico. Per nulla. Quindi sii felice e bacia il tuo ragazzo.
Così lo faccio e lui ricambia abbandonandosi alle mie labbra.
Con lui posso affrontare tutto.”
“C’è qualcosa di sacro nel modo in cui Seb guarda questo villaggio splendido che di sera con le luci è ancora più bello.
Me lo trasmette anche se si limita a camminare silenzioso e serio e si capisce che mi arriva perché sto zitto e non faccio il bambino entusiasta, sebbene penso che sia tutto meraviglioso.
Gli ho cantato quella canzone perché sapevo che l’avrei rilassato ed infatti poi dopo mi ha cucinato qualcosa e di sera mi ha detto se mi andava di fare due passi per il villaggio.
Ovviamente gli lascerò fare quello che si sente e non lo forzerò. Sarò pronto ad ogni passo, ogni crisi, ogni richiesta.
Ho prenotato anche in un’altra zona sciistica in Finlandia che mi hanno suggerito Val e Kimi in una di quelle occasioni in cui i due finlandesi erano insieme e parlavano di posti dove erano stati e cresciuti e sembravano tutti posti bellissimi e mi avevano fatto venire gola.
Lo osservo mentre cammina in questo paesino spettacolare dove non c’è più molto turismo perché siamo totalmente fuori periodo natalizio e sono tutti tornati a lavoro, ma la stagione di neve è ancora alta e quindi ci sono quelli come noi che hanno le ferie dopo.
Non so se prendergli la mano o a braccetto, se tirarlo in quella zona che sembra bellissima oppure se stare qua vicino a lui zitto e basta.
È comunque bellissimo ed è una cosa davvero molto romantica, sarei felicissimo all’idea di fare sei giorni qua con lui, però non voglio turbarlo, non voglio che poi siano le sue prime vacanze con me peggiori del mondo.
Così quando mi prende la mano mi stupisce ed io gliela stringo subito.
Abbiamo i guanti e non sentiamo niente fisicamente, ma c’è una scarica interiore che ci attraversa e ci rilassa. Stiamo ancora un po’ a camminare qua e poi mi indica una piazza spalata dalla neve dove ci sono delle graziosissime panchine e a bordo c’è un baracchino che prepara bevande calde e dolcetti tipici della zona.
- Vuoi qualcosa? - Mi chiede ed io alzo le spalle ed annuisco perché speravo venissimo qua.
Mi dice di sedermi ed io lo faccio. Ammiro la piazza e la via che abbiamo percorso che si vede, sono una serie di case in legno, in stile villaggio di montagna, è così bello con queste luci dorate che sono un po’ ovunque. Sembra ancora natale, ma è una cosa tipica di qua.
Quando torna mi dà un Elcair ripieno di panna, il suo ha la cioccolata e sorrido perché io amo la panna e lui la cioccolata e le nostre pelli sono esattamente il contrario. Non sarà mica un caso che abbiamo questi gusti?
Ciò che ci piace rispecchia chi siamo, si dice. Ma nel nostro caso ciò che ci piace rispecchia chi amiamo!
Ridacchio e lui mi chiede cosa abbia e così scuoto la testa mentre posa dall’altra parte il mio bicchiere di una qualche bevanda calda e fumante all’odore di... mi chino e sorpreso:
- Cannella? - Lui annuisce.
- Non so cosa sono, sembrano tisane aromatizzate in modo strano, non saprei. Comunque pensavo che preferissi qualcosa del genere piuttosto che buttarci sull’alcool! - Potremmo perché siamo fuori lavoro e non c’è niente di male nel bere ogni tanto.
- Non siamo ad uno dei miei famosi party! - Rispondo divertito, lui ridacchia.
- Appunto! - Ormai mi sono lanciato su questo genere di vita e mi piace, mi fa sentire bene e vivo. Amo le feste, amo fare un sacco di cose nuove e piene di vitalità. Il carnevale è il mio periodo preferito.
Seb no, ovviamente, infatti sta ben lontano da quelle cose. Però ad entrambi piace stare insieme e quindi troviamo dei momenti di incontro. Anche se è la prima vacanza insieme.
- Se ti annoi me lo devi dire, d’accordo? - Dice poi come se fosse un punto fondamentale della nostra presenza qua.
- E tu se vuoi andare via, invece. Perché c’è il piano B! - Seb mi guarda con un sorrisino strano mentre mastica il suo dolce, un po’ di cioccolata gli sporca l’angolo della bocca ed io mi domando se sia il caso di fare quello che muoio dalla voglia di fare qua in piazza. Cioè siamo imbacuccati e nessuno ci riconoscerebbe ed infatti ci lasciano in pace. Figurati se qualcuno penserebbe che questa coppietta che sembra Hamilton e Vettel sono davvero loro!
Ma mentre mi faccio le mie solite mille pare, Seb si protende e mi lecca l’angolo della bocca perché evidentemente era sporco. Io ridacchio e ricambio subito col suo e lui ride a sua volta.
- Sapevo che volevi farlo, non mi sono pulito apposta! -
- Pensavo avessi paura che ti riconoscessero! -
- Nessuno penserebbe che Hamilton e Vettel sono insieme a Meribel. Proprio qua, poi... - È la prima volta che lo cita e non so se è per sbaglio o perché vuole che glielo chiedo, ma visto che poco fa mi facevo delle pare per nulla, allora...
- Come ti senti? - Lui alza le spalle e guarda avanti pensieroso.
- Penso che è questo ciò che il Michael reale ha visto e vissuto per gli ultimi momenti, prima di perdersi per sempre. -
- È molto bello per essere ‘un’ultima’ volta, non credi? - Dico dolcemente guardando dove guarda lui. Seb sorride triste e mi guarda con gli occhi lucidi.
- Molto. Peccato che la sua vita precedente l’incidente l’abbia cancellata. - È come un pugno allo stomaco, non dico nulla, ma sento che ha bisogno di parlarne, ora. È da tanto che non lo fa, forse pensava che non fosse il caso o che parlarne lo rendesse più doloroso. Ma a volte è parlarne che esorcizza e credo che sarà una prima vacanza sacra e strana. Ma per farne di allegre e fuori controllo ne abbiamo di tempo.
- Corinna dice che lui non si ricorda nulla, non si ricorda della famiglia e di chi era. Accetta il fatto che loro gli hanno detto chi è e chi sono loro, capisci? La sua vita è ricominciata da quando si è svegliato e poi le terapie hanno fatto effetto. -
- Le parli spesso? - Chiedo piano capendo che deve sentirla più di quel che pensavo io. Lui annuisce ed alza una spalla sminuendo la cosa.
- Ogni tanto, in realtà non spesso. - Ma non sapevo nemmeno che si informasse regolarmente.
- Perché non mi hai più detto nulla dopo un po’? - chiedo cercando di non sembrare polemico o ferito. In realtà un po’ lo sono.
- Perché avevo paura di farti scappare a riempirti la testa di questo e basta. E volevo conquistarti, volevo farti mio. - Questa cosa mi ammorbidisce da matti e mi scalda e così bevo la bevanda calda e buonissima alla cannella, ma in realtà sono già caldo.
Non so cosa dire, appoggio la testa sulla sua spalla e basta.
- Mi hai fatto tuo da molto più tempo di quel che immagini. - Lui in risposta appoggia la testa sulla mia, ma siamo entrambi con cuffie e sciarpe e non sentiamo gran ché, ma questo gesto è adorabile ed ho sempre sognato di farlo in pubblico con lui.
- Oh lo immagino invece. - Così scoppio a ridere di nuovo e nascondo il viso, o quel che resta scoperto del mio viso, contro la sua spalla e lui ride a sua volta ed il suono della risata è fantastico, così rincaro la dose.
- Il solito megalomane presuntuoso! -
- Io sono consapevole di me! E poi Lew, era evidente che ti piacevo! Alla fine possiamo odiare Nico per come ti ha trattato, ma insomma... noi due ce la intendevamo eccome e non poco ed eravamo sotto i suoi occhi! - Sentirlo parlare di questo non so se mi piace di più o di meno, ma glielo faccio fare ed in effetti ha ragione, non gli possiamo dare tutte le colpe.
- È stato un cane che si mordeva la coda... - Aggiungo poi spegnendo la risata imbarazzante che mi viene e che gli piace. Ma rimango con la testa appoggiata alla spalla e lui mi lascia stare così.
L’atmosfera è bella e romantica ed anche se fa un freddo assurdo, noi siamo belli caldi.
Ed io sono felice.
- Noi due ci piacevamo, lui lo vedeva e ti trattava male. -
- E più lui mi trattava male, più io mi avvicinavo a te. -
- Alla fine era una conclusione inevitabile. - Penso che parlerà ancora di Michael, chissà quante emozioni gli suscita stare qua, chissà cosa prova. Parla pochissimo di sé e di cosa prova, ma le poche volte che lo fa mi sento un privilegiato e cerco di facilitargli al massimo il compito in modo che sia invogliato a farlo ancora e ancora.
- Lew... - Fa dopo un altro po’ in cui si perde nei suoi silenzi che vorrei conoscere tutti.
- Sì? - Chiedo subito sollevando la testa, lo guardo e lui si gira verso di me, i suoi occhi sono più blu, di notte. Ed ora sono dolci ma anche solenni.
- Voglio che mi prometti una cosa. - Dice quindi.
- Dimmi. -
- Voglio che tu sia sempre te stesso al cento percento. Sempre in ogni circostanza. Da adesso in avanti. Se ti senti di fare qualcosa che non è tua, dimmelo. Io voglio che tu sia te stesso e basta. - So perché me lo dice. Perché mi sente più apprensivo e delicato nei suoi confronti, perché penso che abbia bisogno di tempi e spazi e di fare un niente in silenzio per assimilare ciò che sente, per esorcizzare.
Ma forse sbaglio. È incredibile che me lo dica e che semplicemente non aspetti non so cosa.
- Voglio solo lasciarti il tempo di vivere tutto questo come preferisci. - Lui scuote il capo e mi tocca la punta del naso col dito, schiacciandomelo in un gesto tenerissimo. Fa un sorrisino.
- Ed io voglio avere ricordi belli con te. Solo ricordi belli. Voglio che i ricordi belli surclassino quelli tristi e brutti. E voglio questo per ogni altro momento che avremo insieme. Quindi tu devi essere sempre te stesso. - Mentre capisco cosa intende e perché, mi viene su qualche verso per un’altra canzone.
La canzone di queste vacanze.
Dei versi che dicono di vivere il momento al meglio in cui siamo in senza cercare di essere qualcun altro o di frenarci, perché non sappiamo quando sarà l’ultima volta.
Dei versi dove dico che i ricordi belli devono essere sempre maggiori di quelli brutti.
Quindi farò venire Seb a casa mia un sacco di volte perché così sarò di nuovo felice quando ci starò dentro. Perché non si scappa, Seb è qua per non scappare. E non lo farò nemmeno io. Ci daremo la forza a vicenda, saremo uno l’esempio dell’altro.
Mi sporgo e lo bacio velocemente sulla bocca.
- Sono così fiero di te! - dico poi abbracciandolo e mentre lui ricambia invece di allontanarmi perché chissà chi vede, io tocco con un dito questo splendido cielo che vedo qua fuori.
La felicità non ha limiti e sto per scoprirlo.”