*Siamo appena dopo Baku 2017, i due hanno litigato ma ancora non è niente confronto a ciò che devono passare ora. Perché entrambi hanno parte ragione e parte torto ed entrambi necessitano di ottenere qualcosa, ma Lewis questa volta è particolarmente irremovibile e non sarà facile per Seb arrivare a lui e sistemare tutto. Arriva così il GP successivo a Baku, l'Austria. Che non è dei migliori visto che i due si ignorano pubblicamente. Buona lettura. Baci Akane*
83. GLI OSTACOLI DEL PERCORSO
/Seb/
“Mi sono inventato degli impegni con la scuderia per non tornare subito a casa il giorno dopo.
Sono rimasto in albergo da solo a devastare la camera e rivedere ogni dialogo mentalmente. Fanculo fanculo fanculo.
Come è possibile arrivare a questo?
Come siamo finiti di nuovo ad avere problemi?
Io non capisco, cazzo. Cioè siamo... siamo noi!
Come facciamo ad avere sempre qualcosa ciclicamente?
E cazzo c’entra sempre Nico in qualche modo, non me ne libererò mai?
Io non ce la faccio!
Forse sono geloso di lui perché so che non si smette di amare, penso questo dentro di me, ora che amo. Perché penso che niente potrebbe farmi smettere di amare Lewis e penso che per loro sia uguale. Come fai a smettere di amare qualcuno?
Forse dopotutto Lewis ama ancora Nico?
Guardo le nostre foto insieme nella cartella nascosta nel mio telefono, in alcune spicca il modo in cui lo guardo, in altre lui ha un’aria così rilassata e serena fra le mie braccia.
Il magone sale insieme alla mia voglia di lui e di cancellare tutto.
Non è vero che ha rallentato per danneggiarmi, non lo farebbe mai.
Però è vero che c’è qualcosa con Nico, che non lo ha chiuso fuori davvero.
E forse mi ha solo ferito quando mi ha ignorato ieri mattina mentre con Nico muore tutte le volte che lo vede.
Scuoto la testa mentre mi bruciano gli occhi.
Non voglio che finisca, ma se lui non sa mettere via davvero Nico non ci può essere posto per me.
‘Mi dispiace per averti colpito. È stata una reazione esagerata, non avrei dovuto.’ Stop.
Gli scrivo solo questo.
Rimane sulle dita il ‘ti prego dobbiamo parlare e chiarire che non riesco a vivere senza di te’ e tanto meno il ‘ho il terrore che Nico ti porti di nuovo via da me e reagisco male per questo’.
Ma dopotutto è pure vero che io non sono in grado di mettere un braccialetto ed inventare una buona scusa per Hannah.
Eppure è una questione di principio.
Potrei inventare scuse convincenti per lei per poter indossare i regali di Lewis, ma la questione è una.
Se mentissi su Lewis sarebbe come sminuire quel che provo per lui, quello che lui rappresenta per me, sporcarlo.
Io a lei non le ho mai mentito, sto bene con lei, lei non mi ha mai chiesto più di quel che sapeva potevo darle e credo che forse nemmeno lei mi ama ma mi vuole bene e vogliamo le stesse cose.
Ma c’è questo che non le ho mai detto.
Sono gay o quanto meno bisessuale chiaramente e amo Lewis, sono stato con Jenson e ora sto con Lewis.
Questo è un enorme questione fra me e lei e mi brucia.
‘Sapevo che te ne rendevi conto.’ Ma è molto freddo e distante e non so sinceramente cosa risolveremo se uno dei due non fa un passo.
Sospiro e scuoto la testa evitando di scrivergli ancora.
Non sono bravo per telefono, ci riproveremo di persona, vediamo se fra qualche giorno le cose vanno meglio.
Io devo schiarirmi le idee ed in risposta vado a casa da Hannah e dalle bambine che mi accolgono abbracciandomi e baciandomi.
Mi rendono felice, le amo, farei di tutto per non turbarle.
Ed è la stessa cosa per Lewis solo che di lui ho bisogno per essere un uomo migliore... le stringo forte chiudendo gli occhi contro il corpicino della più piccola che mi riempie di baci sulla testa.
Lewis è la mia anima, la mia parte sensibile. Lui mi completa. Senza non riesco a respirare.
Penso a Michael, in casi così andavo da lui e mi consigliava con l’enorme pazienza. Cosa mi direbbe?
Sapere che c’è ma che non è più lui mi dilania e improvvisamente mi sembra di tornare indietro anni luce.
Michael direbbe di non sprecare le occasioni e di essere uomo. Riconoscere gli errori, affrontarli e andare oltre.
Quante occasioni penso di avere ancora con Lewis?
Hannah forse si accorge che ho qualcosa di strano, ma non mi dice nulla. Mi chiede come sto per la cosa dell’incidente con Lewis ed io dico che non voglio parlarne, lei annuisce e non insiste.
Lewis farebbe fuoco e fiamme per sapere che cavolo ho e alla fine mi aiuterebbe. Perché in qualche modo lui mi aiuta sempre.
Faccio scorrere i giorni nella speranza di avere una soluzione, ma sono assente, penso solo a lui che non mi scrive ed io non so farlo, non so cosa dovrei dirgli, non so cosa potrei dirgli.
Perché in me matura l’idea che abbia ragione, dopotutto.
Che non sono disposto a rischiare nulla per noi due. Nulla.
Ho una serie di priorità e vivere lui e quel che provo per lui non è in cima.
Ma per me è una questione di proteggere anche noi due, il nostro rapporto. Non è facile da spiegare.
Se qualcuno o qualcosa intacca la nostra serenità di coppia, se esce uno scandalo, se cominciano ad esserci sospetti, se Hannah scopre e mi lascia e viene fuori qualcosa... come possiamo continuare come niente?
Per me più una cosa è preziosa, più va vissuta in privato. Se la nascondo è perché è importante.
Io sono fatto così.
D’altro canto c’è Lewis che davvero è distrutto da Nico e sono mesi se non anni in realtà che è finita fra loro, perché era finita da molto prima di quando poi ha avuto il coraggio di chiudere davvero.
E l’ha avuto per me.
Quante cose ha fatto per me, quante cose ho fatto per lui?
E non sono capace di rischiare un po’ di più solo per lui?
Un pochino?
Sono indeciso su cosa fare, su come farlo, mentre mi stringo il suo braccialetto in tasca, l’anello e l’orologio sono nella tasca del mio borsone della Ferrari, lei lì non ci va mai perché ci metto mano solo io.
Ma di fatto li metto solo quando sono con lui, è come una presa in giro, perché lo faccio per farlo contento perché so che ci tiene, non perché ci tengo anche io, perché è importante per me.
Credo che lui vorrebbe che io fossi più sensibile.
Forse non sono la persona giusta per lui, dopotutto.
Nel GP successivo succede praticamente di tutto e rivederlo mi dà un enorme scossone.
Se fino ad ora ero stato nel limbo, ora mi rendo conto di essere nel primo girone dell’inferno, mi rendo conto che sono di nuovo in quel posto dove non sto bene, dove non voglio esserci.
In conferenza c’è il gelo, ovviamente ci chiedono se mi sono scusato e cosa è successo, io acidamente dico che gli ho scritto un messaggio il giorno dopo e che non ho sentito il bisogno di condividerlo con nessuno. Lui dice pure che è tutto a posto, ma poi non c’è un minimo di interazione fra noi e quando si tratta di parlare e stringerci la mano come facciamo sempre dopo le qualifiche, sappiamo solo ignorarci.
È esattamente questo il momento in cui capisco che sono ad un capolinea che non posso permettermi.
Questo girone non deve andare oltre.
Non posso.
Lewis non solo mi ha evitato, ma quando ci siamo visti mi ha ignorato e quando mi chiedo come fa a farlo con me mentre con Nico si fa influenzare negativamente e si vede che ne soffre, qualcosa si spezza dentro di me.
Ovviamente la gara è una grandissima schifezza e non me ne importa un cazzo. Quello che mi preme improvvisamente è solo lui, non se ne andrà ancora così, se andrà via continuando a non parlarmi sarà finita. Non permetterò finisca davvero. Se lui non farà niente, se lui vuole davvero che finisca così me lo deve dire con la sua voce, guardandomi negli occhi.
Così gli piombo nella sua stanza privata mentre si cambia, dopo la gara e gli impegni che prevedevano la nostra presenza con la tuta.
Molti se ne sono andati, non ci sono proprio tutti fuori ma non me ne fregherebbe.
Sbatto la porta e lui salta, mi è di spalle. Si gira e mi vede impallidendo spontaneamente.
Appena lo vedo così da vicino e senza nessuno intorno, sento un’ondata salirmi da dentro, una di quelle ondate violente e potenti. Quelle dove so che se lascio uscire, non so cosa posso fare. I 5 minuti. I miei 5 minuti.
- Se vuoi che finisca così, se davvero vuoi che finisca così, Lewis, me lo devi dire in faccia. Ora e subito. - Dico basso e penetrante. I pugni chiusi lungo i fianchi, la voglia di gridare e spaccare di nuovo tutto. Perché mi trattengo davanti a lui?
Perché Nico era violento con lui, ecco perché.
E perché non gli dimostro quanto mi ferisce che lui stia ancora tanto male per quello stronzo? Perché lo stronzo in questione era ossessivo con lui e l’ha segnato e non farò mai lo stesso. Ma Dio se vorrei fare una sceneggiata.
Ma mi mordo la lingua e affondo le unghie a sangue mentre mi fissa coi suoi occhioni sgranati, tremante e sorpreso.
- Dipende solo da te, Seb. Io non voglio, e tu? - Qua mi parte l’embolo, perché mi ha parlato con una tale freddezza che Nico se la sogna.
Così gli vado davanti di scatto, mi fermo, non lo tocco e non muovo un muscolo. Ma a denti stretti e furibondo, dico:
- E perché non sai essere così freddo davanti a Nico ma tremi e scappi? -
Questo ha il potere di uno schiaffo, me ne rendo conto guardando nell’abisso dei suoi occhi splendidi, un abisso che brilla di un dolore senza fondo. Ma dannazione, leggi nei miei lo stesso dolore? Io non voglio mollare, Lewis. Ma tu aiutami a non mollare. Da solo non posso farcela.”
/Lew/
“Vorrei urlare ma non lo faccio solo perché da fuori entrerebbero a vedere cosa succede e lui poi ci morirebbe.
Ma urlerei, cazzo se urlerei.
- Ti metti sullo stesso piano di Nico? - Seb, che ha sempre trattenuto certe cose per qualche strano motivo che non comprendo e che odio visto che vorrei fosse sé stesso sempre, batte gli occhi per un momento e capisco che ha questa enorme ferita dentro.
Perché diavolo non lo dice cosa lo distrugge? Perché lo trattiene? Cazzo, sono io!
- Evidentemente no visto che lui ti fa effetto mentre con me riesci ad essere così stronzo ed indifferente. - Non mi tocca fisicamente ma emotivamente mi sta massacrando, ma nell’azzurro dei suoi cieli credo che sto facendo lo stesso e non so come, non so perché e lui non me lo dice e la cosa mi fa impazzire, mi fa maledettamente impazzire.
- Tu e Nico siete due discorsi diversi, lui mi ha terrorizzato e ferito in mille modi, ha preso il mio amore e l’ha calpestato, mi ha fatto scappare e mi ha distrutto. Tu trattieni, controlli e nascondi e non lasci andare mai tutto, non sempre. C’è una parte di te che tiene d’occhio le cose che per te contano, ovvero che da fuori nessuno sappia o si accorga. Io ti tratto allo stesso modo per farti capire quanto mi ferisce questo tuo modo di fare. -
Seb a questo punto fa per colpire la parete sottile dietro di me ma poi evita ingoiando uno scatto di rabbia che forse l’avrebbe fatto sentire meglio.
- Io ci proteggo, dannazione! - Ringhia fra i denti ed ha la portata di un grido. - Se trapelasse in qualche modo la nostra relazione sarebbe finita, cazzo! Tu sei incosciente e non capisci! -
- Tu non vuoi che esca per non turbare la serenità delle tue figlie, perché uno scandalo simile graverebbe su di loro, ma io non c’entro! - Non voglio dire questo, so che mi ama, so che me lo ha dimostrato, so che conto per lui, ma voglio che smetta di trattenere e controllare, voglio che sia sé stesso, voglio solo che sia sé stesso. Me lo merito.
- No non voglio che esca perché Nico ti vomitava addosso tutte le sue turbe mentali e ti ha distrutto ed io non voglio fare come lui, io non voglio essere come lui. Lui era geloso e possessivo ed ossessivo e ti ha ferito in mille modi ed io non voglio essere quello aggressivo, quello geloso, quello ossessivo. Io non voglio questo! Però non posso rischiare che qualcosa metta fine alla nostra storia. Più la nascondo e più ha possibilità di sopravvivere. Io la penso così. Io sono fatto così! - Mi colpisce che finalmente spieghi i suoi modi e le sue idee. Ne sono felice e capisco che ho travisato molte cose, ma non una.
Gli prendo il viso fra le mani cercando di trattenermi, cercando di stare tranquillo, ma mi sento che tremo mentre le mie dita entrano in contatto con la sua pelle calda. E tremo da dentro. Lo sente?
Sente la mia emozione?
La voce è lieve e delicata, ma ostenta una commozione che è sull’orlo.
- A volte per trovare la tua strada devi uscire dalla tua confort zone. -
- Non farò mai coming out. Se tu vuoi questo... -
- Mi sono nascosto per anni, per sempre, perché Nico non voleva si capisse e perché io stesso mi vergognavo di me ed ero insicuro. Ora dopo un duro lavoro sono uscito dal mio guscio ed ho giurato a me stesso che non mi nasconderò mai. Non voglio fare nessun coming out, Seby. Però non mi nasconderò, non mi maschererò, non farò sceneggiate, non mi rinnegherò. Basta teatro. Sarò sempre coerente con me stesso. Spero che tu riesca a trovare almeno un po’ di coraggio di vivere davvero quel che abbiamo, quel che siamo anche al di là di quattro mura sicure dove siamo solo io e te. Anche se ora so perché lo fai, io spero che tu capisca che è importante anche lottare per le cose che amiamo, lottare non solo con chi amiamo, ma anche con gli altri che non capiscono e che non sono del nostro universo. -
Seb sbatte ripetutamente gli occhi e mi afferra la maglietta sul petto, la tuta pende alla vita abbandonata perché è entrato che la stavo togliendo.
- Non lasciarmi. - Sussurra. Mi si spezza il cuore perché è tutto qua, Seb. Ora è tutto in questa supplica con la voce rotta e le lacrime lì sulle sue bellissime ciglia. Ma tengo duro invece di baciarlo e fingere di poter sopportare che mi nasconda ossessivamente a vita sempre.
Perché so che poi tornerei a scoppiare, un giorno, a non farcela più.
- Devi capire come vuoi proseguire, Seb. Perché così come stiamo facendo non va bene. - Seb si appoggia ancora di più a me e sono io a reggerlo fisicamente in questo momento, penso che lo sto distruggendo e penso che me lo sta dimostrando apertamente ed è un’altra specie di miracolo.
- Io posso sopportare le ferite che ti suscita ancora Nico e tu non puoi sopportare che voglio tenerci nascosti a tutti? - Chiudo gli occhi e penso alle due cose. Per lui è così pensante la cosa di Nico e così capisco che non posso chiedergli un enorme passo se non posso farne uno enorme anche io.
Stringo gli occhi e gli sfioro le labbra come se fosse un addio, consapevole che nessuno dei due forse riuscirà mai a fare questo passo, questo enorme passo.
- Allora è così che finisce? - Mi chiede dopo questo sfioramento di labbra. Mi imprimo nella memoria la sensazione delle sue morbide e rosse, tremano mentre le tocco. Davvero finisce qua?
Lo spingo delicatamente ma fermo verso la porta. Lui mi guarda, barcolla quando non mi tocca più, esita e rimane a fissarmi incredulo mentre i suoi occhi diventano così belli mentre mi guarda un’ultima volta da amanti.
Mentre tutto scivola via di nuovo.
Forse non è una cosa nostra, questa storia. Forse non lo è.
Quando lui se ne va in un silenzio che ormai è completo, mi lascio andare a terra sulle ginocchia, le spalle pesanti, il mondo che mi schiaccia.
E piango.
E dunque lascio che finisca così davvero?
Quando esco da qua ci metto molto perché sono rimasto un sacco a piangere ed ho gli occhi pesti e gonfi e mi fa male la testa. Si vede che ho pianto, per cui spero di non incontrare nessuno perché non so dove cazzo sono finiti i miei occhiali da sole.
Ma è un classico che quando non vuoi vedere nessuno, lo incontri.
Quando una mano sulla spalla mi fa sussultare per un momento ho il terrore che sia Nico, è lui il primo a cui penso.
Mi giro con aria allucinata pronto a non so cosa, perché non so cosa farei se lo vedessi ora, forse gli darei una testata e gli urlerei contro chiedendogli come osa rovinare sempre tutto.
Ma il sorriso cordiale e confortevole di Toto mi saluta mentre si riempie subito di stupore.
Mi lascia la spalla e si preoccupa immediatamente guardandomi.
- Lewis che è successo? Eri sparito ed ero preoccupato... - Sospiro mentre lo guardo e scuoto la testa distogliendo lo sguardo, nella speranza vana di poter ingoiare e scherzare come farebbe Seb. Ha una forza mostruosa per poter scherzare sulle cose pesanti che lo dilaniano, non so come fa, io non ci riesco.
Voglio diventare più forte per lui. Voglio riuscire a guardare Nico negli occhi e dirgli di lasciarmi in pace.
Invece lascio che le lacrime tornino ad uscire mentre cerco di scappare perché odio che mi vedano piangere, odio sembrare debole. Ma lo sono. Lo sono ancora un sacco. Debole.
Le braccia di Toto mi trattengono e mi stringono in un attimo e mentre pensavo di poter morire, riesco a respirare mentre mi abbandono al suo abbraccio caldo e confortevole.
Dopo qualche istante siamo nel suo ufficio nel motorhome della Mercedes, seduti uno davanti all’altro, vicini, al di qua della sua scrivania su cui ci sono dei bicchieri di the caldo. Non fa freddo, ma io sono congelato.
- Ti va di parlarne? - Chiede dopo un tempo infinito di paziente silenzio e consolazione.
Provo a vedere se riesco a parlarne perché credo mi farebbe bene e so di potermi fidare di lui.
- Beh tu sai che io e Nico ci siamo lasciati male... - Cerco di essere sintetico perché a momenti torno a piangere, lo so.
- È di nuovo colpa sua? - Chiudo gli occhi e mi strofino la fronte che mi duole, Toto mi allunga un analgesico.
- In qualche modo. Ma penso sia solo mia, in realtà. - Come gli dico tutto senza dirgli la cosa più importante?
E forse il punto è che è tardi, ormai. Così mi esce da sola.
- Io e Seb stavamo insieme. - Quando mi esce al passato il nodo torna a salire ed esplodere e fa male, fa maledettamente male. Così male che potrei scoppiare ed urlare, ma mi mordo la bocca forte e mi copro gli occhi con una mano, bruciano mentre le lacrime tornano a scendere.
Non mi ha mai fatto tanto male lasciare qualcuno. Quante volte l’ho fatto con Nico? Sapevo che saremmo tornati insieme ed alla fine era una liberazione litigare con lui.
Non so cosa fa Toto, cosa pensa, come la prende. Non oso guardarlo, non ci riesco. Lo sento muoversi, va al bagno, poi torna sulla sedia e mi prende la mano, la toglie deciso ma delicatamente e mi mette un asciugamano bagnato e fresco sul viso. Io lo prendo e lo premo sugli occhi. Mi dà sollievo momentaneo.
- Con Nico è finita per Seb? - La domanda è strana, fra tutto quello che poteva chiedere, proprio questo.”