*Arriva la versione di Seb dal momento in cui Lewis l'ha lasciato definitivamente a quando poi gli capita in casa con la rivelazione shock. Vediamo come ci è arrivato a quel momento proprio lui che ha permesso alla persona più importante della sua vita di andarsene proprio per paura di esporsi. E soprattutto vediamo chi lo aiuterà a capire cosa fare. Seb ha moltissimi splendidi rapporti, è amico di tutti, va d'accordo con tutti bene o male, ma con qualcuno ha dei rapporti proprio speciali e non si può proprio negarlo. In questo capitolo vediamo uno di quei rapporti. Anzi, due, perché sicuramente è speciale anche il rapporto con Hannah. A questo proposito ci tengo a specificare che è solo una fic di fantasia, niente di ciò che ho scritto corrisponde alla realtà (per quel che al momento ci è dato sapere...). È solo la mia storia... Buona lettura. Baci Akane*
85. IL CORAGGIO DI AMARE
/Seb/
“Come una sentenza.
- Allora è così che finisce? - Le sue labbra sfiorano le mie in un ultimo bacio d’addio, morbide, carnose, tremanti.
Ma forse sono le mie che tremano.
Mi spinge delicatamente ma fermo verso la porta che apre, non respiriamo, ci guardiamo in un silenzio perfetto per poi vedere la porta che ci separa.
Non saremo più amanti la prossima volta che ci vedremo.
Una vita a lottare per averlo e poi lo lascio andare così.
Prima di capirlo, prima di capire davvero che cosa significa, mi ritrovo a camminare come un ebete per il paddock, uscito dal suo motorhome. Il mondo si sta spegnendo sia di luci che di persone, lentamente tutto se ne va così come io che non so dove sto andando, dove sono, cosa sto facendo.
L’ho lasciato andare.
Ho permesso se ne andasse.
Ho davvero fatto di tutto per averlo e poi ho fatto di tutto con lui perché mi ha ridato la vita che avevo perso ed ora l’ho lasciato andare così.
Non c’è scampo, non c’è soluzione. Le nostre differenze infine sono così grandi, così inaffrontabili.
Io non posso vivere profondamente e apertamente certi sentimenti come vorrei per mille motivi e lui ne soffre. Ma se dimostrassi quanto geloso mi rende Nico lo farei soffrire, soffoco la mia gelosia per impedire che ricada nel tunnel in cui era quando stava con lui, perché io non sarò mai come lui.
Io non gli vomiterò addosso le mie insicurezze, non lo obbligherò, non lo possederò.
Se non vuole essere mio perché non ci riesce a condividermi, allora è una sua scelta.
Ho dato quello che potevo, di più non posso.
E lui non può ancora affrontare Nico e forse non lo affronterà mai.
Forse Nico non se ne andrà mai. Forse sarebbe per sempre una relazione a tre ed io non ce la posso fare da solo se Lewis non collabora e non lo affronta insieme a me. È una sua battaglia, ma se siamo una coppia è una nostra battaglia.
Ma non siamo più niente.
Ma per davvero?
- Seb? - riconosco il mio nome ma non la voce che mi chiama, quando una mano mi chiama una seconda volta mi giro ed è come se mi svegliassi intontito.
Kimi mi guarda meravigliato dello stato in cui mi trova. E forse del posto, perché me ne accorgo solo ora che sto vagando senza meta per il paddock che si sta svuotando, ma non sto facendo nulla, solo cammino.
Ed il cielo si sta annuvolando, tutti corrono per sbrigarsi a rientrare prima della pioggia, io sto qua come se non me ne importasse.
- Ma che fai ancora qua così? - Mi chiede fissandomi inebetito. Mi rendo conto che sono ancora con la tuta e forse è questo che stavo per fare. Stavo andando nella mia stanza per cambiarmi e andare a recuperare le mie cose. Kimi è già cambiato ed in borghese.
- E tu? - Chiedo come se fosse una domanda sensata.
- Ti cercavo per tornare a casa insieme. - In un secondo istante torno a fare mente locale, io e Kimi viviamo entrambi a Zug e viaggiamo insieme da quando siamo entrambi in Ferrari e stare con lui è facile perché ti lascia i tuoi spazi ed i tuoi silenzi, ma se gli parli partecipa e non è mai invadente.
Mi è sempre piaciuto, io vedo un vero Kimi che molta gente si sogna, vedo lati di lui impensabili.
C’è un momento in cui penso che con lui posso fare un viaggio di ritorno e piangermi addosso senza che mi rompa le palle e mi chieda nulla, così sollevato lo seguo verso il motorhome della Ferrari che mi sono perso, per recuperare i miei vestiti e cambiarmi.
- Ho visto che non eri ancora venuto a cambiarti... - Dice calmo. - mi sono preoccupato. - Lo guardo stranito.
- Davvero? - Alza le spalle, ma non dice altro.
Mi accompagna e non dice altro, non mi chiede se sto bene perché forse si nota che non è così ed è il tipo che se uno vuole parlare di qualcosa, quello parla senza che glielo si chieda.
Kimi non invade, Kimi aspetta e gli va bene anche se uno non vuole parlare.
Non dico una parola, non mi chiede nulla. Andiamo subito in macchina perché ha provveduto a far prendere le mie cose dall’albergo e stiamo ancora zitti. Non ci vuole un genio a capire che sto male.
Sono ancora sotto shock per tutto quel che è successo e non so cosa dovrei fare una volta che tornerò a casa da Hannah e dalle bambine.
Non so sinceramente cosa mi aspetta, cosa succederà. Come riuscirò a vivere là dentro sapendo che per loro ho permesso a Lewis di lasciarmi, che per loro ho perso la sola cosa che io abbia mai davvero voluto a parte essere padre.
Quando sei padre ami perché è qualcosa che hai nel DNA. Non tutti ce l’hanno, ok, ma in molti ce lo hanno. È una cosa automatica, un amore istintivo e puro.
Quando ti innamori è diverso.
Ami una persona che non ha un legame reale con te, non sei tenuto ad amare, eppure la ami e senza non sai vivere.
Eppure ho permesso che se ne andasse, come ho potuto, come diavolo ho potuto permetterlo?
Quanto ho fatto per averlo? Quanto mi ha cambiato?
Michael mi direbbe di tutto, che sono un idiota. Credo che potrebbe insultarmi anche se non è tipo da insulti.
Guardo Kimi, un po’ gli somiglia in qualcosa o forse voglio vederci io questa somiglianza, forse ho bisogno di un Michael ora. Del mio Michael.
- Se l’unica persona che tu abbia mai amato davvero e che mai amerai ti lasciasse perché non sei in grado di rischiare per lei... perché è una storia complicata e voi siete diversi e vi foste messi insieme con difficoltà... e tu per paura di perderla facessi una serie di errori convinto di proteggervi... cosa faresti? - Ok forse la domanda era contorta, Kimi mi guarda come se scherzassi e diventa quasi espressivo per un momento.
Cosa direbbe Michael?
- Se è la sola persona che io abbia mai amato e che mai amerò, troverei un modo per stare con lei. - Semplice e diretto.
Sì direbbe questo anche Michael. Mi giro meglio nel sedile del jet che condividiamo per tornare a casa, non ci metteremo molto perché non siamo tanto lontani.
Lo guardo concentrandomi, mi schiarisco la voce e mi faccio più intento in questo dialogo.
- Sì ma non è così facile. Ci sono molte cose a complicare la relazione, primo fra tutti che... - Tossisco. - Non è convenzionale. - Kimi inarca le sopracciglia indulgente:
- È un amante? - Com’era evidente... arrossisco ed annuisco. Non penso di poter arrivare a dire che è Lewis. Non so se lo capisce, abbasso lo sguardo. - La ami davvero più della tua compagna? - Annuisco.
- Ci sono tante cose che complicano tutto... all’inizio ci abbiamo provato a far funzionare ed andava bene, ma poi i difetti di entrambi... beh non siamo più capaci di sopportarli, credo. Io non... non so cosa ci divide... la paura di perderci forse... io lo proteggo troppo e facendolo esagero, commetto errori e lui non riesce ad essere... - Mi rendo conto solo troppo tardi che sono partito e che ho parlato al maschile, lo fisso col cuore in gola alla ricerca di uno shock, di una derisione. Ma Kimi è impassibile come fu Michael, non mi chiede chi è ma sono certo che lo capisce. È solo che se non glielo dico io non me lo chiede lui. E va bene così.
- Io credo che ad ogni ostacolo c’è una soluzione, basta cercarla. Se tu vuoi davvero una cosa, il modo di ottenerla c’è. Si deve scendere a compromessi, metti su una bilancia le perdite e le sconfitte e vedi cosa puoi sopportare. Se ora lo lasci andare che cosa rimane? Ti sta bene? Pensi di potercela fare? La cosa è semplice. Se pensi che non ce la puoi fare allora trova un compromesso per poter stare con lui lo stesso. - Un compromesso.
Così semplice.
Michael forse avrebbe detto una cosa simile, magari in modo più filosofico o forse no. Forse proprio così terra terra come lui.
Forse mi piace Kimi perché mi ricorda Michael.
Lo guardo meravigliato ed inebetito.
È così semplice?
Se posso sopportare di perderlo allora lascio tutto così, se non posso farcela allora trovo il compromesso per poter stare con lui.
Cosa vuole Lewis?
Che io trovi il coraggio di rischiare qualcosa per noi. Non per lui. Per noi.
Che trovi il coraggio del nostro amore.
- Se lo ami davvero credo che tutto possa valere la pena. - Se lo amo davvero.
Certo che lo amo davvero. Non ho mai amato così e mai amerò così.
Chiudo gli occhi e rivedo il suo viso sofferente, carico di un dolore provocato da me. Starà piangendo.
Non può affrontare Nico, non ce la farà mai, ma è stato segnato così tanto da lui, gli ha fatto così tanto. Sono insicuro, ho paura che Nico possa rovinare ancora tutto e invece lo faccio io. Non è Nico a rovinare tutto ma io. Io e basta.
Nico non c’entra, non gli devo dare tutto questo potere.
Tiro fuori dallo zainetto il sacchetto con le sue cose, il braccialetto, l’orologio e l’anello. Me li metto tutti e mentre non ho le idee chiare su cosa farò una volta a casa e quando poi lo rivedrò. Non so cosa posso fare. Non so cosa devo fare.
Ma so solo che non permetterò al dolore che ho provato e che sto provando di propagarsi per sempre.
Dovrei vivere così senza di lui? Dovrei davvero fare a meno di lui?
Non ce la farei mai, mai.
Ripenso alle parole di Kimi finchè poi la macchina mi riporta a casa, una volta che mi separo da lui.
Cosa sono disposto a rischiare per lui? Quanto lo amo? Lo amo davvero? Se lo lascio andare cosa mi rimane?
Questo dolore per sempre, un vuoto, un grigio per sempre, un abisso, un dolore insopportabile.
Mi manca l’anima, Dio, mi manca l’anima.
Quando arriva a casa non ho ancora idea di come fare, di come vivere da qui in poi, di come diavolo dovrei vivere. So solo che non voglio più rinnegarlo e separarmi da alcuna parte che lo riguarda.
So solo che se togliessi queste cose, morirei. Sì che morirei. E non le tolgo.
Quando apro la porta di casa la grande mi salta addosso e poco dopo arriva saltellando anche la piccola.
Sono il mio bene più prezioso, non potrei vivere senza di loro.
Però senz’anima potrei non sapere più come si ama, come si rende felici qualcuno.
Quando le abbraccio e le sollevo e le bacio mi accorgo che sono così congelato, così sotto shock, così fuori di me da non capire se provo quello che provavo prima.
E forse non provo davvero più nulla. Le bacio cercando quel sentimento che mi animava prima, che mi spingeva a proteggerle ad ogni costo.
Ma mentre non trovo più niente, mentre non capisco nemmeno se provo qualcosa, turbato, capisco che senza Lewis non ho nemmeno un cuore per poter amare.
Che è lui che mi rende umano e capace di sentimenti.
Così terrorizzato dal non riuscire più ad amarle, le metto giù, mi alzo e guardo Hannah che con un sorriso mi viene incontro per salutarmi.
Non lo so come andrà, ma so cosa farò io. Perché ho appena perso la mia anima e voglio recuperarla.
Il coraggio di amare, il coraggio di quel che provo per lui, eccolo qua.
- Hannah, ti devo parlare di una cosa importante e molto difficile. - Di sicuro non era programmata e non so come si fa, come si dice una cosa simile.
Però non mi fermerò. Lo dirò e basta. Mando le bambine in un’altra stanza a giocare e lascio le valige intatte all’ingresso.
La guardo negli occhi mentre si fa seria perché capisce che sono sconvolto da qualcosa e che non scherzo. Che c’è qualcosa di pesante qua fra noi ed enorme. E se mi conosce doveva immaginare che poteva succedere, perché non credo d’averla mai fatta sentire amata. Ma è anche vero il contrario. Non siamo mai stati una coppia d’amanti, ma piuttosto di amici.
- Non è facile quello che sto per dirti e capisco che ti servirà tempo per vedere come fare, accetterò la tua decisione anche se spero che quanto meno non danneggi né me né le piccole. Che tu pensi più che altro al loro bene. - Con questa premessa si capisce già tutto.
Hannah si siede su una sedia poco distante, impallidisce e anche se sapeva non credo si sia mai chiesta che fare nel caso in cui ne avessi mai voluto parlare.
- Che non ti amo tu lo sai. - La metto così, spontaneamente e semplice. Perché di questo si tratta. - Noi ci vogliamo bene, ma non ci amiamo, è una cosa reciproca. E stiamo bene così perché abbiamo qualcosa di bello insieme. - Ma ho pianto così tanto che i miei occhi mostrano un dolore che non sono più in grado di sopportare e lei me li scruta capendo che qualcuno invece mi ha reso umano e si è fatto amare.
- Hai un’altra? - Chiede piano come se si fosse aspettata un giorno questo dialogo. Mi stupisce che non sia meravigliata, anche se ovviamente è colpita e toccata. Mi stringo nelle spalle ed annuisco.
- È un ragazzo. - Sospiro e abbasso il capo. Gli devo tutta la mia onestà, è il mio modo per dimostrarle quanto mi fido di lei, che l’ho scelta per questo. - È Lewis. - Silenzio. Mi mordo la bocca, torno a guardarla.
- Hamilton? - Chiede lei sorpresa, annuisco. Lei si ferma e continua a pensarci, come se nella mente cercasse avvisaglie mentre torna a quei momenti in cui era con noi, per capire se può aver visto e non voluto guardare.
- Mi dispiace, è una cosa che è successa fuori dal nostro controllo e... -
- Tu non credi all’amore... - Mi fa notare. Non so come fa a non essere shoccata dal fatto che amo un uomo ma dal fatto che amo. Beh ma del resto lei mi conosce bene, no?
- Eppure... - È una cosa strana da dire, ma a questo punto lei si alza in piedi e mi si avvicina, io rimango fermo, trattengo il fiato e non so come potrebbe reagire, anche se so che non è una persona irascibile ed isterica e mi piace per questo.
- Ti ha fatto cambiare idea sull’amore? - Mi stringo nelle spalle, sorrido con aria smarrita, ma la guardo sempre negli occhi. Mi bruciano e solo ora mi sento le guance calde.
- Si è fatto amare da me. - Lo dico con voce tremante e sorrido ed è una librazione, una cosa incredibile. È struggente. È meraviglioso.
È devastante. - E forse l’ho perso. Non lo so. Spero non sia tardi. E sono qua a dirtelo perché mi ha lasciato perché non volevo rischiare la serenità delle mie bambine, ma io non... non ce la faccio senza di lui... perdonami... - Ma forse fa tutto il mio pianto.
Forse non lo dimenticherà. Più che il fatto che mi sono innamorato e che sia un uomo, credo che non possa dimenticare che mentre parlavo di lui che mi ha lasciato, io piangessi e mostrassi tutto il mio dolore disarmante, onesto, aperto.
Hannah si mette una mano sulla bocca sconvolta.
- Dio mio ti ha proprio cambiato... - E se lo dice lei è dannatamente vero.
Mi metto una mano sugli occhi e continuo a piangere perché non riesco ad esprimere altro a parole e non riesco a trattenere una briciola di quel che provo per Lewis che mi fa piangere, mi distrugge, mi devasta.
- Mi serve tempo. - Mormora piano. Annuisco, tiro su col naso e cerco di asciugarmi gli occhi, cerco di tornare uomo, di rimettermi in piedi. Annuisco ancora, inghiotto e faccio un passo indietro, prendo la valigia.
- Lo capisco. - Ma non so dire altro, lancio un’occhiata verso la stanza in cui si sentono le voci delle bambine che non hanno sentito e capito. Non posso salutarle perché mi vedrebbero in questo stato.
- Dì che ho avuto impegni di lavoro e che tornerò presto. - Perché so che non è insensata, so che vuole il meglio per le nostre figlie e so che farà la scelta più giusta o non avrei mai scelto lei come madre per le mie figlie.
Però so anche le serve il tempo per capire tutto questo. So che farà la scelta più giusta.
O, forse, semplicemente lo spero.
In realtà accetterò tutto, anche i miei sogni infranti. Faremo andare bene le cose in qualche modo se vorrà lasciarmi. Troveremo un modo per far felici le nostre bambine.
Accetterò ogni cosa, ma ora so che posso prendere la mia valigia, andare da lui e guardarlo negli occhi senza sentirmi meschino perché finalmente il coraggio di amarlo ce l’ho davvero.
Quando il suo viso mi appare davanti è passato un giorno, è la mattinata del lunedì. Non ho potuto viaggiare subito perché il jet ed il pilota non erano subito disponibili.
Così sono stato in albergo da solo a pensare a cosa ho fatto, a cosa sarà, com l’affronterò, cosa potrebbe essere.
Ho pensato molto e poi sono arrivato qua a Monaco da lui, dal mio amore che non ho potuto rinnegare, che non potrei mai rinnegare, che non ce la farei, non voglio farlo.
Quando mi guarda di sicuro non si aspetta il mio viso, è sconvolto ed ha un’aria terribile almeno quanto la mia.
- Ho detto tutto ad Hannah. -
Mi rimetto nelle tue mani, ti prego, torna con me.”