*Dopo che abbiamo percorso i rispettivi momenti che li hanno portati a stare uno davanti all'altro con Seb che dice a Lewis che ha detto tutto ad Hannah, vediamo che succede dopo. Sarà sufficiente per fare pace? Riusciranno a ritrovarsi e sistemare tutto? Buona lettura. Baci Akane*
86. DALLA SOFFERENZA ALLA FELICITÀ
/Seb/
“Per un momento spero che basti, per un momento ho il terrore che non sia sufficiente. Un terrore che esplode per il fatto che rimane senza reazioni per un po’ troppo. Gli ho dato un colpo così grande?
- Se non basta mando un aereo in cielo con uno striscione dove scrivo che io Sebastian Vettel amo Lewis Hamilton alla follia e so che lo amerò per sempre. - La metto giù come uno scherzo perché così mi viene meglio, ma lui sa che lo farei davvero se servisse. In un attimo ne è certo e quello successivo le sue braccia sono al mio collo, lui appeso completamente a me e mentre ci baciamo, entro e chiudo la porta alle mie spalle.
L’incubo è finito. Si torna a vivere. Riecco la mia anima, i miei sentimenti.
Le lingue si intrecciano subito nelle nostre bocche aperte ed unite, si sigillano insieme e respiriamo veloci mentre le braccia si rinforzano intorno ai nostri corpi.
Io lo sorreggo e gli stringo quel suo bel culo sodo e tondo, lui affonda le dita sui ricci incolti più del solito nella mia nuca.
Cammino barcollando verso l’interno del suo appartamento di lusso e vagamente mi chiedo se qualche piano più in su c’è quello stronzo di Nico. Vorrei mandargli un invito a venire qua ora. Quasi quasi spero che gli suoni, apro io mezzo nudo.
Mentre ci penso arrivo al tavolo e lo appoggio, rinuncio al letto perché c’è questa sorta di priorità, scivolo giù sul suo collo mentre freneticamente le mie mani afferrano i suoi vestiti e strattono via togliendogli in un attimo i pantaloni di tutta larghi ed i boxer. Glieli faccio volare via e senza respirare torno su di lui, fra le sue gambe aperte per me. Divoro la sua erezione già dura ed eccitata per poi andare subito sotto, nella sua apertura che mi aspettava da troppo tempo.
Lo lecco e ci lascio della saliva che infilo con le dita, è già pronto per me.
Questo mi dà alla testa, questo e la sua posizione abbandonata sul tavolo, le mani a tenersi alte e larghe le ginocchia, lui che si succhia il labbro e mi guarda implorante, eccitato, con un desiderio assurdo. Lo stesso che mi sta facendo impazzire.
Senza altri preamboli mi lecco la mano, mi strofino brevemente e poi entro in lui.
Lewis avvolge subito le gambe intorno alla mia vita, si avvinghia a me e mi tira a sé prendendo un ritmo perfetto ad ogni spinta.
Io e lui in sincronia ci immergiamo uno nell’altro e mentre cresco dentro di lui insieme a quest’intensità che ci dà ancor più alla testa, i nostri gemiti riempiono la stanza, con le mani si tiene al bordo superiore del tavolo su cui è steso per avere una sincronia migliore coi miei movimenti che impazziscono ad un certo punto. Quando comincia a chiamarmi per nome. Non dice nulla, non chiede di più, si limita a pronunciare il mio nome fra gli ansimi ed il godimento più forte e così capisco che sono al punto giusto dentro di lui.
Insisto a spingere, lo masturbo, lui aumenta il volume dei gemiti, poco dopo viene macchiandosi la pancia scura. La visione mi manda in estasi perché lui poi si abbandona dopo essersi teso come una corda di violino. Il suo fascio di muscoli si rilassa così come il suo viso e poi tocca a me venire. Il mio è un orgasmo puramente emotivo e mentale. La visione che mi regala in questo abbandono è quanto di più erotico e non c’è niente che potrei desiderare di più.
Gli vengo dentro e rimango qua accasciandomi su di lui che mi abbraccia. Nascondo il viso contro il suo petto, respiro il suo profumo mentre la felpa non l’avevamo tolta ma solo alzata e febbrile gliela spingo via oltre la sua testa. Lewis mi aiuta a spogliarsi, poi si avvinghia meglio a me di nuovo, come prima, e rimane stretto a me con braccia e gambe, avvolge la mia testa contro di sé ed è come se mi proteggesse dal mondo, in questo momento.
È come se il mondo non potesse vedermi nella mia umana verità di ragazzo innamorato di un altro ragazzo.
- Ti amo, sono disposto a tutto per te. Non lasciarmi più. Se non te la senti di stare davanti a Nico non importa, basta che tu stia con me. - Ansimo contro la sua pelle umida e palpitante ed in un attimo mi sembra di morire di caldo, di non respirare bene. Mi sfilo da lui lasciandolo da solo sul tavolo con le gambe abbandonate giù, mi tolgo la maglia ed i pantaloni con le scarpe, poi lo riprendo avvolgendolo a me e mentre la sua pelle strofina contro la mia e combacia alla perfezione, entrambi guardiamo quanta poesia in questo bianco su nero che crea la perfezione per noi due.
- Ciò che non sono io sei tu, ciò che non sei tu sono io. Funzioniamo bene solo se siamo insieme. - Dice poi come se sapesse cosa pensavo.
Lo riprendo in braccio e lui mi si appende come un koala, a questo punto cerco la camera e mi ci infilo. Lewis mette giù i piedi e poi si lascia cadere piano, io lo ricopro ed insieme ci mettiamo sotto le coperte avvinghiandoci uno all’altro, intrecciamo le dita e ci sistemiamo in modo da guardarci in viso, occhi negli occhi.
Ci baciamo un po’ prima di parlare:
- Non pensavo che l’avresti fatto davvero... - Dice lui subito. Io faccio un sorrisino.
- Nemmeno io, ma a quanto pare hai il potere di farmi fare tutto ciò che vuoi! - il suo sguardo si fa furbo e acceso e dopo un bacio fugace, risponde:
- Anche tu caro mio. - A questo capisco cosa intende ed impallidisco.
- L’hai affrontato? - Lui annuisce con orgoglio mentre qualcosa si muove in me.
- Ero fuori di me, avevo capito che tutto quanto è nato per la paura di perderci ed è assurdo lasciarsi per questo. E in quel momento l’ho incontrato e qualcosa si è ribellato in me. Non permetterò mai più che rovini quello che per me è sacro. Tu sei troppo importante per me. Anche se sarà difficile farò di tutto per farlo funzionare, di tutto. - E con questo di tutto intende sopportare cose che non si vorrebbe sopportare. È quello a cui ero disposto io venendo qua ora.
- Sai, ero a casa e abbracciavo le mie bambine mentre mi chiedevo cosa dovessi fare, perché non volevo rinunciare ancora a te, volevo trovare una soluzione anche se non sapevo quale. E poi ho abbracciato le mie bambine e non sentivo più niente. Così ho capito. - Lewis non respira in questo momento capendo cosa sto per dire. Io lo dico con un sorrisino come a sminuire la cosa enorme che sto per dire: - Sei tu l’anima che mi permette di provare sentimenti ed amare gli altri. Senza di te sono congelato. Per vivere, per provare emozioni e amore ho bisogno di te. - Lewis inghiotte dolcemente a vuoto e sorrido ancora. - E così ho guardato Hannah ed ho capito che glielo avrei detto senza battere ciglio e che non mi importava nulla pur di poterti riavere. -
- Le... le hai detto? - Chiede timidamente ed incredulo. Annuisco.
- Che sa che non l’ho mai amata, che non ci siamo mai amati io e lei e che sto con te e che ti amo e che accetterò la sua decisione ma di pensare al bene delle nostre bambine. Le ho detto che non volevo rischiare la loro felicità, ma senza di te non posso stare. Ora spero che sappia fare la cosa giusta. Penso di sì o non avrei mai scelto lei. - Mi sento fiducioso ed ottimista ma è colpa sua che lui di solito pensa sempre in positivo.
Lewis mi abbraccia sorridendo contro il collo che mi bacia.
- Ne sono sicuro. Sono fiero di te! -
- Anche io. - Poi aggiungo: - In caso mi tieni a vivere con te o la convivenza è troppo? - Lui ride e mi morde il collo facendomi scattare, gli salgo sopra e ricambio il morso, Lewis squittisce ma mi stringe forte.
- Puoi stare con me anche per sempre. Ti amo. -
Mi sollevo un momento, lo guardo e sorrido sereno, contento.
- Ti amo anche io. Non rinnego nulla. Per te ho fatto di tutto e farò di tutto ancora, tutto quel che servirà. Non importa cosa. - Lo bacio e lo ribacio e finiamo per immergerci di nuovo uno nell’altro.
Ecco la mia anima, ecco la vita che scorre, ecco i sentimenti e le emozioni. Ecco il mio cuore. Non rinuncerò mai a lui. Mai.”
/Lew/
“Non avrei mai immaginato che potesse dirlo ad Hannah, nei miei sogni più arditi avevo sperato che indossasse sempre il mio braccialetto con l’orologio, per esempio. Non so qualcosa di questo tipo.
Magari che lo dicesse a qualcuno di fiducia. So che l’ha detto solo a Michael e non credo che potrebbe dirlo ad altri mentre io l’ho detto a mio fratello, a Toto, lo sa ovviamente Nico anche se non in qualità di persona fidata ma speriamo bene.
Potrei dirlo ad altre persone di cui mi fido e che mi piacerebbe fossero messe a parte.
Però lui che lo dice ad Hannah con il rischio che lo cacci di casa per sempre e che non se lo riprenda... mi sconvolge completamente.
Non ci ho capito nulla quando l’ho visto qua e mi ha detto quello. Sono andato totalmente in tilt.
Ogni volta penso di aver trovato il fondo e poi lui arriva e cambia tutto. Riesce sempre a raggiungermi, sempre.
Sorrido pensando che mentre lui faceva quel che volevo, io ho fatto quel che voleva lui.
Ecco la nostra risposta alle nostre paure.
- Per un momento stavamo rovinando tutto. - Dico riflettendoci steso con lui in questo letto che ci ha ospitato poche volte. Odio stare qua dentro perché mi ricorda troppo Nico ed anche questa è una di quelle cose che mi ha influenzato sempre e so che Seb capisce e trattiene dentro di sé. Finalmente è riuscito a tirare fuori questo fastidio, non immaginavo che ci stesse male sinceramente.
- Abbiamo faticato così tanto, abbiamo lottato un sacco per arrivare a noi due e poi per i primi problemi seri stavamo mandando tutto a puttane. - Lui è meno edificante di me. Sorrido e gli bacio il petto dove appoggio la testa, gioco con il suo anello al dito che mi piace un sacco abbia.
- Non voglio che nascondi quello che ti ferisce. So che per te è difficile mostrare tutto e le cose tanto intime, ma devi farlo con me. Non voglio farti stare male. È stato difficile affrontare Nico, ma quando ho capito che ti faceva stare così tanto male io sono riuscito a guardarlo in faccia. Tutto quel che ho sempre fatto di impossibile per me l’ho sempre fatto grazie a te. Non smettere mai di dirmi quel che provi e che vorresti. - Ovviamente poi la mia loquacità prende il sopravvento.
Seb mi carezza il viso arrivando al mento, con due dita delicato mi solleva il volto e fa in modo che ci guardiamo. Mi giro a pancia in giù mezzo sopra di lui, la curva lombare accentuata, l’altra mano sta proprio lì a carezzarmela. Una delle tante parti di me che gli piacciono.
- Nico era geloso marcio e possessivo, ti ha reso la vita un inferno ad un certo punto. Tutto ciò che riguarda la gelosia io la soffoco per non farti soffrire, per non farti patire quell’inferno. È per questo che sopportavo l’influenza che Nico continuava ad avere. So che non tornerai mai con lui e che non mi lascerai mai per lui, ma è una cosa più forte di me. Non voglio che ti ronzi intorno, non voglio che punti a te, che cerchi di ricucire che... che ti respiri intorno! Però questo è più o meno quello che voleva lui quando stava con te ed io ti ronzavo intorno. - Capisco il sottinteso di questo discorso straordinariamente approfondito e con sorpresa gli rispondo a quello:
- Seb ma tu non sei come lui! Certo avete cose in comune, ma cose in comune non significa che sei come lui. - Lui si morde il labbro e lascia che gli occhi gli diventino lucidi. Come amo queste iridi blu piene di sfumature di mare e di cielo.
- È una delle mie paure più grandi. Essere come lui. Devi... devi impedirmelo in tutti i modi. Dimmelo e se non lo capisco lasciami. Io... - La sua voce si spezza e un’ondata mi assale paralizzandomi a questa rivelazione a cui non ero pronto e nemmeno immaginavo perché, ovviamente, nasconde tutto benissimo. - io ho il terrore di ferirti, di farti così male come ti faceva lui mentre penso di amarti. È questa la mia paura più grande. - Così mi fa piangere e non voglio essere quello che piange sempre. Inghiotto le lacrime e intreccio le dita con la mano che mi carezzava il mento, nella mia c’è il nostro anello. Con calma e delicatezza rispondo anche a questo, felice nel profondo di me che si apra totalmente, finalmente.
- Non potrai mai farmi male proprio perché hai il terrore di farmene e fai di tutto per non ferirmi. Ogni cosa che fai è per non ferirmi e magari così facendo mi fai soffrire, è vero, ma ora so perché lo fai e quindi saprò come comportarmi. A me basta che tu mi dica cosa provi, cosa senti. Se qualcosa ti ferisce, se ti infastidisce, se ti terrorizza. Ora che so che hai paura di ferirmi so che se farai lo stronzo sarà un tentativo di merda di non farmi male. E ti farò notare che comunque mi stai ferendo lo stesso! - Gliela metto giù un po’ scherzando perché so che lui preferisce, Seb infatti sospira e ridacchia fra le lacrime che gli brillano sulle ciglia bionde e mi ringrazia baciandomi perché credo non riesca a dire nulla di più. Rimane con le labbra sulle mie e si calma così, il respiro si rilassa, la bocca si ammorbidisce, la schiude e mi viene incontro. Sorrido e lo bacio intrecciando la lingua con la mia mentre la frase di una canzone che potrei scrivere mi viene in mente.
- A volte il male può fare del bene. - Lui mi guarda indietreggiando un po’ con la testa sul cuscino per guardarmi ed io continuo sorridendo: - Siamo stati male per questo, ma alla fine riusciremo a stare meglio di prima. Senza questo dolore non saremmo arrivati ad ora. Tu che ti apri e mi racconti le tue paure, io che ti aiuto e ti tranquillizzo e da qui in poi potrò davvero fare in modo che queste paure non si concretizzino, posso lavorare in modo che tu non soffra. -
- Amo il modo in cui ci proteggiamo a vicenda. -
Sorrido.
- Anche io. -
Mentre sistemiamo il casino che ho fatto prima in casa, con me in boxer e lui rivestito con i miei pantaloni di tuta larghi che non gli stanno per niente bene ma lo amo da morire, continuiamo a parlarne ovviamente.
- Hai paura che Hannah non ti faccia vedere le bambine e renda noto tutto? - Che poi in realtà quella è la mia paura, ma l’ho spinto io a dirglielo. Cioè è stato drastico, io mi accontentavo di meno ma non glielo dico che potrebbe tirarmi le scarpe in mezzo agli occhi.
- Non credo, non è nel suo carattere. Quello attirerebbe un sacco l’attenzione e lei lo odia. Infatti non viene molto ai GP solo alcune volte e non si fa mai notare sebbene potrebbe. E poi ama davvero le nostre figlie, non farebbe mai nulla che potrebbe ferirle, per questo penso che non dirà nulla e probabilmente mi proporrà di convivere in qualità di genitori. Forse però ci metterà un po’ a digerire la cosa. -
Cerco di ricordare il discorso mentre io mi limito a raccogliere tutto e buttarlo su una sedia e lui passa a piegare tutto bene dietro di me.
- Hai detto che non vi siete mai amati e che lei lo sa? - Mi aggrotto perché forse ricordo male, lui invece annuisce spingendomi via perché così deve fare il doppio del lavoro, mi indica la cucina dicendo di mettere su l’acqua per la pasta, cosa che ho circa imparato a fare.
- Sì per questo ho potuto dirglielo. Non l’avrei mai fatto se non era per poter stare con te, sinceramente, però penso che sia meglio. Lei apprezzerà la mia onestà. Se lei mi amava ed io avevo finto di amarla fino ad ora era impossibile, non credo l’avrei fatto. Diciamo che la nostra condizione si presta a questa situazione. Siamo sempre stati due grandi amici che si vogliono bene e che vogliono le stesse cose. Non ci siamo comunque mai amati. La nostra vita sessuale è sempre stata scarna soprattutto quando ho capito che mi piacevano più i ragazzi. Te in particolare. - Fa un sorrisino malizioso che io ricambio. Gli ho rivoluzionato la vita davvero. Spero d’avergliela rivoluzionata in meglio rispetto a quella che avrebbe avuto.
Seb poi viene in cucina e mi sostituisce ai fornelli mentre io vado a prendere la chitarra e mi siedo sul tavolo del salotto dove lui penso non mangerà più visto cosa ci abbiamo fatto, è un po’ fissato con certe norme igieniche e suppongo abbia ragione.
Ridacchio mentre strimpello qualche nota per poterci cantare alcuni versi che mi erano venuti su prima, distrattamente faccio questo e quello.
Ovvero guardo Seb nella mia cucina preparare da mangiare per me.
È una cosa che adoro, specie vederlo con i miei pantaloni cadenti, a torso nudo, bianco come un cadavere, tutto arruffato. Seb coi miei pantaloni. Che bella visione.
- Pensi che anche lei si sia innamorata di qualcuno? - Lui si stringe nelle spalle.
- Glielo auguro. Sai noi non abbiamo mai dato voce a questa cosa del fatto che stiamo insieme per una famiglia ma non per amore. Però è così. Gliel’ho detto mille volte che non credo all’amore ed è per questo che non aveva senso sposarci, lei è sempre stata d’accordo... - Seb prepara una salsa semplice che espande già un profumino delizioso mentre parliamo di questo discorso ed io contemporaneamente suono e canticchio qualcosa, cercando di catturare sia la canzone che sto facendo sul momento, che lui coi miei pantaloni che cucina nella mia casa e si apre a me in modo naturale.
È così bello averlo qua, ora questa casa sarà piena di ricordi stupendi e non avrò paura di starci dentro. Sarà bello viverci anche quando se ne andrà, perché so che risolverà con lei e tornerà a casa, ma mi godrò a pieno questo splendido periodo regalato.
Davvero dal male può nascere il bene. Dalla sofferenza alla felicità.”