*Una luna di miele per Seb e Lewis che è come se si fossero sposati. Nonostante qualche piccola ombra, loro sanno come passare il tempo e come sfruttare questa occasione che potrebbe essere unica... anche se Lewis spera di no. Non sono sicurissima di come faccia Lewis con Roscoe e Coco, mi sembrava d'aver letto che quando lui non è a casa erano con sua sorella, ma non ci metto la mano sul fuoco. Buona lettura. Baci Akane* 

87. UNA CASA FELICE

seb lewis seb lewis

/Seb/

“Sono pensieroso a tratti, è come se mi sconnettessi: guardo il telefono, scorro le notizie sui siti più importanti di sport e poi torno a lui con un sorriso come se riattaccassi la spina.
Sono preoccupato per Hannah, non si fa sentire e non è facile sostenere questo silenzio anche se l’ho sempre amato, era il motivo per cui l’adoravo, perché le piaceva il silenzio. Per il momento nessuna bomba mediatica, non ci sono notizie di alcun tipo e suppongo sia un buon segno. Lewis sa che sono in pensiero per questo e non invade la mia cappa di assenza momentanea.  
Gli chiedo di Roscoe e Coco e mi dice che quando ha pochi giorni a casa non li fa venire e stanno con sua sorella e che comunque hanno una persona pagata per occuparsi totalmente di loro. 
Questa cosa mi fa ridere un sacco e dico che non mi stupisco di questo. 
- Quindi siamo una coppia appena sposata in luna di miele? - Dico scherzando mettendogli le braccia intorno alla vita, lo guardo con aria maliziosa, faccio così per scacciare la preoccupazione.
Ho ancora questa tendenza a nascondere le preoccupazioni, ma non lo faccio apposta, mi viene spontaneo. È per proteggerlo dalle mie nuvole, non voglio oscurarlo, rompergli le palle con questa situazione di merda che gli ho vomitato addosso. È vero che l’ha provocata lui in pratica, ma era giusto succedesse proprio perché con Hannah c’è sempre stato questo rapporto aperto di rispetto profondo. A parte che a volte le parole sono superflue visto che si capisce bene che penso a questo e se gliene parlassi cosa cambierebbe?
Sulla storia di Michael gliene parlavo molto, era come se fossi impossibilitato a non parlarne e lo tormentavo all’infinito con le stesse cose. Su Hannah c’è poco da dire. Finché lei non fa qualcosa è tutto possibile. C’è solo da aspettare.  
- Abbiamo altri due giorni perché poi sarà ora di andare in Inghilterra... - Mi fa notare lui come se non fossero gran che. Io sorrido malizioso scacciando le preoccupazioni, con lui ci riesco, davanti ai suoi occhioni neri che mi scrutano per capire quanto sono genuino e quanto costruito.
Nessuna costruzione, sono davvero felice e sollevato di passare questo purgatorio con lui. 
Se tutti i purgatori fossero così farei la firma! 
- Vorrà dire che sfrutteremo a dovere questi preziosissimi due giorni! - Dico poi baciandolo. Lui si rilassa e mi circonda il collo con le braccia.
Dopo un po’ che ci baciamo scivola all’orecchio, bacia anche quello, lo lecca, lo stuzzica, mi uccide e poi mormora: 
- Sai cosa mi andrebbe da matti? - Dice miagolando. Oddio adesso lo sbatto sul tavolo che ormai non è un tavolo ma un letto rialzato. Un po’ duro ma non fa nulla. 
- Trombare? - Dico poco romanticamente. Lui ride contro il mio collo e mi uccide ancora meglio. Scendo con le mani sotto i suoi shorts comodi e cadenti da basket americano. 
- Il gelato della strada qua sotto all’angolo. Ha dei gusti favolosi. Mi andrebbe pistacchio e mandorlato! - Mentre mi lecca e mi bacia il collo io rido. 
- Davvero? - Dico fingendo di non capire il punto. 
- Ovviamente se lo andassi a prendere avresti un premio speciale. - Quando dice questo lo spingo e scatto verso l’ingresso alla ricerca delle scarpe, non ha bisogno di dirmi in particolare che tipo di premio, lo sento ridere. 
- Penso che potrebbe farti comodo una maglia! - Con questa mi lancia una delle sue in giro. Alla fine ci ho rinunciato a sistemare. Io sistemo e lui mette in disordine. È qualcosa più forte di lui. 
Me la metto senza farci caso e così come sono esco perché tanto non fa freddo visto che siamo in estate.
Ho dei jeans al ginocchio e una sua maglietta maniche corte enorme e piena di colori che è lontano dal mio stile anni luce.
Indosso pure i suoi occhiali da sole preziosi e particolari che erano all’ingresso.
Rido molto della cosa perché non mi riconoscerebbero solo per questa maglietta e gli occhiali. 
Mi metto anche il cappellino per sicurezza, anche questo uno dei suoi ma senza stemmi. 
All’andata va tutto bene, è al ritorno che succede. 
In ascensore, anzi alla soglia dell’ascensore, io ci devo salire e sono al piano terra. 
Succede così, come se fosse normale, come se fosse destino
o, forse, come se fosse maledettamente giusto così. 
Io, un’aria felice perché mi pregusto sia il gelato che il premio, i vestiti di Lewis addosso.
Le porte si aprono e rivelano che non è vuoto l’abitacolo. 
Nico è lì in piedi, si ferma dall’uscire ed io dall’entrare, ci guardiamo con stupore e shock, lui mi squadra con la sua aria di disprezzo, la smorfia di schifo naturale nel viso che non gli è mai andata via in privato e davanti a me. 
Io guardo lui e invece di dargli una testata o minacciarlo e intimarlo di lasciare in pace Lewis, gli sorrido.
Mi tolgo gli occhiali scuri ed il cappellino, faccio un cenno col capo e col sorriso più smagliante e meraviglioso della mia vita, lo saluto allegro consapevole che sa che questa è la maglia di Lewis, così come questi i suoi occhiali e questo il suo cappellino. 
Non so come ci riesco, è che penso che ora io vado a spolparmi quello che una volta era il suo ragazzo e quello che ora lui sta ancora cercando di torturare per vendicarsi o chissà cosa. 
Ma a questo punto non serve che lo minaccio e gli dico chissà cosa. 
Questo fa tutto da sé.
Così entro e lui esce ricordandosi che stava uscendo, è ancora senza parole e stordito. Io ridacchio e non dico nulla.
Lui vorrebbe dire qualcosa ma le parole non gli escono, è tutto superfluo ed inutile, l’ho completamente demolito.
Forse pensava di averci fatti lasciare, invece sono qua, brutto coglione. 
Le porte si richiudono su lui che ancora mi guarda ed io gli faccio l’occhiolino.
Queste sì che sono soddisfazioni.
Rodi, imbecille. Rodi pure. Io e Lewis siamo felici ed insieme. 
- Fottiti stronzo! - E magari mi ha sentito. Lo spero. 

Quando torno ho ancora quel sorriso particolare stampato sulla faccia, penso che qualcuno potrebbe dire che mi piace Nico, che siamo amici. Se mi intervista nel paddock farò questo bel sorriso e vedrai che tutti penseranno che gli sono amico.
Appena Lewis mi vede impallidisce e spalanca gli occhi bloccandosi.
- L’hai... l’hai appena visto? - Mentre lui capisce ormai tutto di me e mi rompe le palle che devo aprirmi e dirgli come mi sento.
A che serve? Lo capisce benissimo?
Per tutti questo è solo un bel sorriso, per lui è il sorriso di Nico. 
Solo lui li distingue.
A questo punto rido e lui si copre la faccia. 
- Cosa gli hai detto? - Alzo le spalle e poso la borsa con il gelato. 
- Niente. - 
- Niente?! - Lui non ci crede. 
- Sì, niente. Gli ho solo sorriso come hai visto. - Lewis mi guarda ancora pensieroso e preoccupato, ma poi capisce. 
- Beh certo con quel sorriso non serviva nulla. - Così torno a sorridere e mi sporgo per il bacio che arriva. 
- Visto? Un bel sorriso dice più di mille parole. - 
- Ma tu hai il sorriso che riservi solo a lui, quello che dice siamo felici nonostante i tuoi sforzi, brutto stronzo! - 
- È esattamente questo che dice il mio sorriso! - Ovviamente lui capisce e traduce. La prossima volta che si lamenta che non parlo molto di me e cosa provo gli sottolineo che tanto lo sa benissimo. Lui probabilmente dirà che dirlo fa bene a me e non a lui. 
- Merito un premio ora? - Annuisce infilando le mani sotto la maglietta che indosso. - Due anzi. Perché ho anche messo a posto Nico senza ucciderlo. - Lewis ridendo nasconde il viso contro il mio collo, mentre con le mani arriva ai miei capezzoli.
- Erano tre se lo uccidevi, ma per ora facciamo due premi. - Con questo scoppio a ridere, lo prendo per la vita, lo stringo e lo sollevo mentre lui mi si appende, gli mordicchio la guancia per poi baciarlo e lo sento ridere. Il suono della sua risata è la miglior medicina. Solo mia ovviamente. Tutto questo vale il rischio. Non so cosa succederà con Hannah ma so che lui non mi lascerà solo ad affrontarlo e con lui ce la posso fare.
Lui vale ogni rischio. 
La sua lingua si infila nella mia bocca ma ci resta poco perché poi scende sul collo, si stacca per togliermi la maglietta e sto per pregustarmi un antipasto coi fiocchi quando non ci torna, su di me. E lo guardo stralunato e corrucciato. 
- Beh? - Lui se ne va e prende il sacchetto del gelato. - E il resto del premio? - Lui fa un risolino malizioso che già mi accende, posa il gelato sul tavolino basso davanti al divano, si toglie la maglietta e praticamente tutti i vestiti con movimenti sinuosi da pantera, dandomi la schiena. Che comunque apprezzo molto. 
- Beh... - Fa lui voltando la testa, prende la coppetta con il gelato al cioccolato che è il mio, solleva la spalla ed il gelato insieme. - Io pensavo che potevi gradire il gelato... - A questo non capisco che dice, vuole imboccarmi nudo? Sarebbe questo il premio? 
- Certo che lo gradisco, ma il premio... - Così Lewis ride -amo la sua risata l’ho già detto?- si stende nel divano su un fianco come una sirena sullo scoglio ed infine apre la coppetta, infila un dito e se lo spalma sul petto scivolando giù sui suoi addominali scolpiti, finisce sull’inguine. 
- Pensavo lo gradissi da leccare su di me. - 
A questo punto mi tolgo in un attimo tutto quel che indossavo sotto -con una manovra tolgo pantaloni, slip e calzini tutto insieme- e in un salto sono seduto sul famoso tavolino basso, non quello alto che ci fa da letto, e lo lecco.
Penso che la mia risposta sia piuttosto chiara, ma mentre ride io vorrei rimanere serio, peccato che mi scatta la risata anche a me e così lo lecco e ridiamo e il momento erotico da film porno si trasforma in una specie di parodia.
Ma godiamo eccome.
- Gelato al cioccolato su pelle color cioccolato. La tua. Cioè il mio sogno di sempre. - Ovviamente lui lo sapeva. 
- Ma va?! - Fa divertito ed ironico. Gli mordicchio un capezzolo e lui si lamenta un po’, ma poi mi tuffo sul resto che si sta spalmando mentre si stende supino con me a carponi su di lui che lecco come un affamato che digiunava da secoli. 
Magari solo tre giorni di convivenza da coppia sposata, ma che tre giorni! 
Intendo godermeli a fondo anche perché potrebbe essere il preludio ad un altro periodo infernale se Hannah non decide bene. 
Comunque a proposito di ‘fondo’ ci andrò giusto fra poco. Il tempo di finire i nostri gelati. 
- Questi sì che sono premi! - Lui ride.
Dio come lo amo!”

/Lew/

“La sua lingua corre sulla mia pelle che si ricopre di brividi sempre più profondi. Il mondo svanisce in un attimo mentre lo sento scivolare languido sul mio inguine, mentre con un dito spalma il gelato freddo e con la lingua calda lo tira su subito. Si capisce quanto stia apprezzando anche il gelato perché effettivamente poi ci torna a togliere ogni traccia ed io completamente alla sua mercede mi abbandono sul divano, steso e rilassato, a sospirare ad ogni avvicinamento alle zone più sensibili. 
Le conosce tutte e si ferma su ognuna a solleticarmi e a succhiare. 
So che ama la mia pelle. Ama la consistenza, l’elasticità, la tonicità, quanto è liscia per non parlare del colore e dei tatuaggi.
Seb ama la mia pelle in ogni senso. Si perde ore su di essa a guardarla, si riempie gli occhi e se la gusta, proprio come ora.
So che gli piace il cioccolato perché lo richiama alla mia pelle. Non potrei essere più amato, non ho mai avuto dubbi su questo. Solo paure. Paure che ci fossero altre cose più importanti di me, ma che mi amasse non credo ci sia mai stato proprio da ribattere. 
È totalmente perso in me e su di me ed io mi faccio assorbire dalla sua bocca e dalla sua lingua che mi fa suo. Quando arriva alla mia erezione scopre la punta e fa scendere il resto del gelato che rimane nella coppetta, ormai è liquido e fresco lo sento scivolare languido sull’asta e sulla pelle super sensibile che mi fa squittire. Lui l’ammira, sento che le gocce scivolano anche sul resto delle mie parti intime e Seb le fa andare pure sulle cosce. Da lì riparte dopo che soddisfatto si è fatto assorbire da me e da questa visione, la lingua torna sulla mia pelle sensibile, sulle mie cosce intere e poi sul resto che fa suo dal basso, succhia ogni zona che mi fa letteralmente impazzire, succhia anche con più impeto e decisione per poi risalire su fino alla punta, scende di lato, l’avvolge da una parte e poi va sull’altra fino a che si perde sulla punta, lecca, succhia, torna giù e mi ripulisce a dovere mentre il mio membro si ingrossa eccitato ed io gemo e gemo fino a che non ce la posso fare più. 
- Seby... Seby io sto per venire e... e non penso che il mio sapore sia meglio del gelato! - questa mi esce spontanea perché la sua bocca sta lì dove il mio nettare sta per uscire, per dirla in maniera scadente. Seb smette di succhiare e si mette a ridere spezzando la tensione erotica alle stelle, così lo guardo un po’ stralunato. Vorrei discutere sul perché invece di ridere non mi scopa, ma so che è colpa mia e poi ride, di che mi lamento? Ha una risata così meravigliosa. 
A questo punto scuoto la testa e con un piede sulla spalla lo spingo giù dall’altra parte del divano, lo stendo com’ero io e visto che è già bello nudo, prendo il mio gelato mezzo sciolto e lo faccio lentamente colare sulla sua di pelle, che è lattea. 
Il mandorlato è bianco e con la granella mentre il pistacchio è verde e forse fa più impressione, ma mi ci butto perché poi il grosso l’ho messo nella sua erezione già abbastanza dura e mentre sentiva la sensazione delle creme fresche sulla pelle, lui sospirava e si lasciava andare pieno di desiderio, un desiderio che sento crescere mentre arrivo lì con la lingua, tiro su il gelato con la lingua e le labbra, faccio un lavoro meno accurato del suo perché la mia è una fame di altro, devo dire. 
Mi perdo nel calore del suo corpo che sa di lui e mi fa impazzire anche se non ha il corpo di un modello o caratteristiche da film porno. Ma è il mio Seby e mi fa salire il desiderio solo guardandomi in quei modi che fa lui. 
Seb si eccita completamente ed io, completamente, lo ripulisco per poi tornare a carponi su di lui, gli lecco la bocca che apre, mi viene incontro con la lingua da fuori, sorridiamo e ci succhiamo per poi baciarci ancora e perderci così in un bacio di fuoco, come di fuoco e appiccicaticci sono i nostri corpi. 
Sulla sua bocca e abbandonato al piacere, lo imploro: 
- Ti prego, adesso scopami che non ce la faccio proprio più... - E so che quando glielo chiedo così lui muore. 
Seb mi morde il labbro inferiore senza farmi male, poi deciso mi prende per i fianchi, mi spinge e contemporaneamente si solleva mettendomi al suo posto, sempre di schiena e a carponi, io mi schiaccio con la parte superiore del busto, il viso sui cuscini mentre il resto di me è nelle sue mani, cioè letteralmente. 
Sento la sua saliva scivolarmi nell’apertura come prima ha fatto il gelato con me, rabbrividisco al ricordo che scaturisce e poco dopo lui entra con una spinta decisa e possente. 
E possente è il modo in cui mi prende, virile, da dietro tenendomi per i fianchi e sbattendo rumoroso e sicuro contro di me. Il rumore che i nostri corpi fanno quando vanno a contatto sono il delirio per me, è il rumore del sesso, così come l’odore, questo odore così caratteristico. 
Finalmente non si ferma, aumenta le spinte e l’intensità fino a che mi sente gridare, vengo con un piacere pazzesco e lui continua fino a che viene anche lui.
Forse non faremo che scopare in questi tre giorni ma non è che mi lamento! 
Lo sento crollarmi addosso, da dietro, la sua bocca sul mio orecchio, il suo petto contro la mia schiena. Ti amo amore mio. Fammi tutto quello che vuoi, sapere di procurarti tanto piacere solo facendomi leccare da te è un pensiero che mi piace da matti. 

- Ci hai pensato però? - Chiedo poi nel silenzio del bagno, le voci rimbombano un po’ come in ogni bagno che ha un’acustica particolare. 
Le dita intrecciate, io fra le sue gambe, appoggiato su di lui che mi avvolge dolcemente, la testa sulla sua spalla e questo tepore profumato, qualche candela accesa. Il mondo è un posto meraviglioso per noi in questo momento. Per me almeno. 
- A cosa? - Chiede poi preso alla sprovvista visto che eravamo in silenzio a fare il bagno, anzi a godercelo, da un po’. Quello stare bene anche in silenzio ti fa capire che stai davvero bene con qualcuno. 
- Se lei lo rende noto, se reagisce male e non vuole più stare con te e non so... cioè hai pensato all’eventualità peggiore? - Lui alza l’altra spalla dove io non appoggio la nuca. 
- Non credo che succederà, sono abbastanza sicuro di conoscerla e non è nel suo stile... - Dice lui cercando di calmarsi usando la sua logica. 
- Sì lo so, ma... pensaci comunque. - Lo sento irrigidirsi contro di me, a disagio, e si sposta un po’. Stringo la presa delle dita e lo faccio al suo posto. - Io verrei allo scoperto per te. So che è incosciente e dirlo è facile, ma lo farei. Affronterei tutto, però potremmo vivere insieme alla luce del giorno e dopo un po’, all’uscita di una nuova storia, si dimenticherebbero di noi. - 
- Dici? - Fa ridacchiando. - Per me avremmo sempre un paio di telecamere addosso per sicurezza, sai la curiosità morbosa! - Lo dice come se lo divertisse, ma so che la cosa lo terrorizza. 
Lui non ha i social. Ci ha provato un po’ però è andata male perché lo tormentavano e lui non riusciva a far finta di nulla come me e così niente, l’ha chiuso. Lui odia far sapere a tutti cosa fa, dov’è e cose così. Cioè sarebbe una tortura. 
- Credo che avrei attacchi di panico. - Alla fine lo ammette ed un po’ mi dispiace sapere che la vivrebbe tanto male. - Tu la vivresti così facilmente? - Chiede poi sorpreso. Piego la testa e poi la strofino contro di lui mentre le sue dita giocano coi miei capezzoli.
- Non facilmente, di sicuro non sarebbe facile. Però ne varrebbe la pena. Potrebbe essere così ogni giorno per sempre e potremmo uscire alla luce del sole insieme senza camuffarci oppure usare trucchi e... insomma senza rinunciare a nulla! - Mentre lo dico lo immagino e sento la mia voce colma di gioia, gli occhi brillano alla scena che si srotola nella mia mente.
- Io e te che camminiamo mano nella mano per Monaco o Zug? - Dice scettico. - Insieme a tutti i fotografi, i ficcanaso, i fan, i morbosi e gli psicopatici? - Rido alla sua esagerazione poco esagerata in effetti. 
- Ma potremo anche trasferirci dove nessuno sa, non lo rendiamo noto, possiamo riuscirci. Andiamo in una città tranquilla dove nessuno si aspetta due piloti famosi. - 
- I piloti più famosi vorrai dire! - Puntualizza lui fra lo scettico ed il divertito. 
- I più famosi! - Mi correggo ridacchiando. 
- Per rimanere non noti dovremmo comunque camuffarci se giriamo insieme. - Mi fa notare logico. 
- Beh pazienza! Potremmo tenerci per mano. - 
- Beh non è che sia così essenziale per stare insieme stare mano nella mano! - Ora mi monta il nervoso, se non la pianta di scaricarmi lo uccido. Gli tiro il braccio e lo mordo. 
- Piantala! Anche senza camminare mano nella mano, ci sveglieremmo insieme, ci addormenteremmo insieme. Cucineresti sempre per me! - Puntualizzo la cosa del cucinare perché so che lo faccio ridere e così sdrammatizzo, lui infatti si rilassa ridendo. 
- Diventeresti obeso... - 
- E non mi ameresti più? Ti piaccio perché sono così figo? - Lui mi gira la testa verso di sé con poca gentilezza e mi guarda sorridendo. 
- Ovviamente! - Ed ovviamente gli mordo il mento prima che mi baci, comunque finiamo per ridere e baciarci, o meglio lui mi obbliga, io fingo di respingerlo serrando la bocca, però poi ci baciamo e basta. Dopo che ci ammorbidiamo, torno ad accoccolarmi su di lui, al caldo dell’acqua che ci avvolge come lui avvolge me. 
- Però sarebbe bello... i tuoi vestiti qua... - 
- Tre ante per te ed una per me, tale è la quantità dei rispettivi vestiti. - Dice scherzando. 
- Quattro per me ed un nuovo armadio per te! - Lo correggo divertito io. 
- Il letto lo potremmo condividere però... - Fa Seb malizioso pizzicandomi un capezzolo. Io sorrido radioso. 
- E la vasca da bagno! - 
- E poi mi sveglieresti ogni mattina con una canzone diversa! - Sorrido ammorbidito. Che gli piaccia questo mi fa tenerezza. 
- Poi arriveremmo insieme ai GP e andremmo via insieme. In barba a quel che penserebbero gli altri. - 
- E a tutte le foto che ci farebbero di continuo. - È un po’ in fissa ma lo capisco, mi giro fra le sue braccia mentre la pelle di entrambi inizia ad essere raggrinzita. 
- Sarebbe così insopportabile? Voglio dire, sarebbe peggio quello di noi due che viviamo insieme? - Seb mi guarda negli occhi da vicino sempre stringendomi fra le braccia, poi si intenerisce con un sorriso dolcissimo. 
- Direi proprio di no. - questo mi dà il sollievo che speravo di provare e così mi allungo e lo bacio. 
- Non sarebbe così male, no? - Dico sulle sue labbra morbide. 
- Per nulla. - Il fatto che sia disposto ad arrivare a quello per me e che non la fa più una grave tragedia, mi fa stare molto meglio. 
Mi perdo nel nostro bacio, nelle sue braccia, nel nostro amore. 
E mentre lo bacio continuo questo bel sogno e non dico che spero che Hannah faccia la stronza perché significherebbe che poi lui non potrebbe vedere le sue bambine e loro non sarebbero felici, però affido tutto nelle mani di Dio.
Perché se una cosa deve succedere in qualche modo succederà, ma so che sarà il meglio per entrambi. 
Se questo rovinerebbe Seb e magari anche la nostra relazione, allora non deve succedere. 
Però che bello sarebbe, Dio che bello sarebbe vivere così per sempre.”