*Lewis e Seb continuano a vivere i loro giorni sospesi, in bilico fra tutto e niente. Hannah ancora non si fa sentire e Seb non può che aspettare e sperare nella decisione migliore per tutti, anche se non sa bene quale vorrebbe che sia. Lewis si gode il suo compagno in casa (e quando scrissi la fic non sapevo che il suo appartamento di Monaco fosse così meraviglioso con vista sul mare ma ok...) e vive il suo piccolo sogno sospeso in un limbo, consapevole che ormai manca poco e tutto finirà. Buona lettura. Baci Akane* 

88. LIMBO

lew seb

/Lew/

“Mi sveglia qualcosa di super delicato che sfiora la mia pelle, parte dalla guancia e poi scivola lungo il mio corpo abbandonato di traverso nel letto. 
Nel dormiveglia sento qualcosa che mi riporta alla realtà, riemergo dal mondo dei sogni e questa cosa che mi sta solleticando delicata è arrivata sulle curve lombari del mio corpo, passa sul fianco e poi sulla coscia piegata. Quando arrivano le sue labbra a baciarmi la guancia, sorrido e apro gli occhi. Mi ritrovo la cosa delicata davanti al naso e sorrido ancora di più.
Una rosa rossa. 
- Seby, stai cercando di darmi una brutta notizia? - Dico subito prima di guardarlo.
Alla rosa si sostituisce il suo viso, è accucciato davanti al letto, un braccio piegato, la testa sul palmo. 
- Perché? - Chiede senza capire. 
Ridacchio e mi stiracchio girandomi supino come una pantera. O meglio lui mi dice che sembro una pantera quando lo faccio. 
- Perché non sei mai stato tanto romantico a svegliarmi! - 
La sua risata mi ricrea letteralmente, mi metto comodo verso di lui, di nuovo sul fianco, e lo guardo. Così bello quando ride. Sembra stare meglio rispetto a quando è arrivato che aveva momenti cupi e tesi dove si preoccupava e pensava. 
- Volevo sfruttare a pieno questi giorni di limbo dove può essere tutto e niente. Potrebbe arrivare il finimondo fra un po’ e non avremo più questa pace. Oppure potrebbe tornare come prima senza nessuna catastrofe, ma in ogni caso significa che non vivremo più insieme così al di fuori della F1. Così volevo godere di questo limbo dove non è successo nulla e potrebbe essere qualunque cosa, domani. - 
Capisco cosa dice, credo che da quanto parla sia sveglio da molto e poi realizzo che non avevamo rose in casa, così quanto meno è uscito a prenderla. 
- Ma sei andato fuori a prendermi una rosa apposta? - Chiedo assonnato cercando di fare mente locale. Lui sorride e mi appoggia la rosa davanti al viso. 
- No, ero andato a prendere la colazione e poi sono passato davanti ad un fioraio che stava aprendo in quel momento, così ho preso una rosa. - 
- E la colazione? - chiedo automaticamente annusando l’aria, solo ora faccio caso al profumo del caffè-latte. Seb ride e si mette in piedi prendendo il vassoio dal comodino. 
- Colazione dolce, al bar mi ispirava troppo la vetrina dei croissant. - Spiega. Io mi isso a sedere sollevando la schiena, Seb mi mette il vassoio sulle gambe perché è di quelli da letto, così non faccio disastri. 
Sul vassoio ci sono diverse delizie dolci, fra qui appunto i croissant che adoriamo. 
- Quel bar è meraviglioso, lo so... - Seb si mette vicino e si prende il suo vassoio e se lo mette sulle gambe. Così ognuno mangia il proprio e mentre lo facciamo, penso che è una di quelle cose bellissime che mi piacerebbe fare ogni giorno. 
Però so che significherebbe anche un periodo atroce e lui ne è appena uscito da uno. 
- Hai incrociato Nico di nuovo? - Chiedo sapendo non so come che non deve essere successo. Scuote la testa. 
- Vuoi che gli dica o non gli dica qualcosa se succede? - Chiede sorprendendomi della domanda. Alzo le spalle. 
- Puoi fare quello che pensi giusto. Non so quale sia il modo migliore per affrontare una cosa come questa. - Improvvisamente, mentre rispondo, mi rendo conto che non me ne importa molto cosa succede con Nico. Prima ne ero terrorizzato, ora è come se andasse bene tutto che tanto non mi tocca. Non cambierà la cosa più importante per me ora, il mio rapporto con Seb. 
- Davvero non ti interessa? - Anche per lui è strano visto che sono sempre stato in ansia per questa cosa. 
- Penso che mi farà sempre effetto. - Dico sinceramente. - In qualche modo. - Smetto di mangiare. Lui mi guarda e così sospiro e lo ricambio con un sorriso un po’ più incoraggiante. - Però so che andrà tutto bene in qualche modo... cioè non so, non mi importa cosa può fare o dire. Mi basta che non si metta più fra di noi. - 
Seb annuisce e penso sia soddisfatto. Poi dopo un po’, sorseggiando il caffè-latte, risponde. 
- Sai, io penso che dal suo punto di vista sono io quello che si è messo in mezzo a voi due. Io sono l’intruso, quello colpevole. - Sospiro posando la tazza vuota, appoggio la nuca all’indietro sulla testiera del letto che mi regge. 
- Sì penso sia così. Dal mio è lui che mi ha perso. E dal tuo? - Chiedo poi girandomi a guardarlo di scatto. Lui inarca le sopracciglia preso alla sprovvista a questa domanda. 
Piega le labbra all’ingiù come quando riflette e poi dice come se non fosse una gran cosa: 
- Bah, per me finalmente le cose sono al loro posto. Cioè le persone. Ognuno finalmente è esattamente dove doveva essere! - Alla sua risposta sorrido e mi protendo verso di lui per baciarlo, il movimento troppo esuberante fa rovesciare il vassoio che per fortuna è stato consumato. Seb ride e cerca di recuperarlo, ma nel farlo fa volare il suo ed io in risposta gli cingo la testa con le braccia e continuo a baciarlo asfissiante in viso. 
Seb rinuncia a tenere su i vassoi sotto le nostre gambe e seccato da questo impedimento li spinge uno di qua ed uno di là da noi, giù per terra. Fanno un gran fracasso, si rompono le tazze ed i piattini, io rido sulla sua bocca dove continuo a premermi, ma lui non si stacca ed anzi mi prende e mi fa salire su di lui a cavalcioni. Ovviamente io sono nudo e lui vestito e la cosa mi dà così fastidio che mentre lo bacio e le lingue si incontrano in un bacio che sa di caffè e colazione, infilo la mano sotto i suoi pantaloni di tuta e sotto gli slip, prendo la sua erezione e lo masturbo. Le sue mani suoi miei fianchi, le lingue giocano insieme. 
Non desidero altro se non che questo limbo vada avanti per sempre. 
Un limbo stupendo. Che i giorni delle gare non arrivino, che Hannah non prenda decisioni, che noi non usciamo di qua. 
Anche se forse questo poi mi farebbe soffrire. Vivere insieme chiusi in casa mi farebbe soffocare e forse anche questo porterebbe alla fine del nostro rapporto, altra cosa che mi terrorizza. Che qualcosa ce lo faccia finire. 
Spero non succeda mai, ma mentre io lo masturbo per avanti, lui lo fa per dietro infilandomi le dita dentro di me, io mi inarco mentre lo bacio e gli do meglio quella mia parte dove le sue dita fanno dentro e fuori abilmente. Così mi ritrovo a masturbarci entrambi per completare i brividi che mi ricoprono grazie alle sue dita e in un attimo siamo qua insieme ad avere il primo orgasmo del mattino.
Sarebbe bello comunque che questo limbo fosse eterno, ma so che prima o poi la realtà busserà. 
Prima o poi. 

Ovviamente quello che pensavo prima è vero, siamo giorni chiusi qua in casa perché è meglio non uscire insieme, specie da qua. O esce lui travestito, o esco io. 
Ed è meglio che alla fine rimaniamo tutti e due qua dentro a fare cose.
All’inizio l’ho fatto cucinare un sacco di cose buone, poi ho cominciato ad aver bisogno di muovermi e cantare e suonare non bastava. 
- Perché non vai in palestra? - Chiede poi. Lui sa che ci vado regolarmente almeno un paio di volte a settimana quando posso, Seb ha appena sistemato la cucina che me lo dice vedendo che batto i piedi per terra come se avessi una tarantola addosso. Sarebbe colpa della musica se lui non mi conoscesse. 
- Non posso uscire. Cioè posso uscire ma non intendo lasciarti qua. - Seb si siede e sospira con aria dispiaciuta perché ovviamente capisce la questione. 
- Non è che dobbiamo stare sempre insieme per forza, tu hai le tue cose da fare, mi stai ospitando perché è un caso eccezionale, ma non voglio che diventi matto a rinunciare alle cose che finalmente fai perché ti piacciono. - Seb ci arriva sempre, a volte prima di me. Che gli nascondo le cose a fare? 
Faccio il broncio e mi fermo mentre l’idea della palestra mi alletta perché mi manca. L’ho saltata ieri ed oggi vorrei proprio fare del movimento. Ho cancellato degli impegni per oggi, fra l’altro, per stare con lui. 
- Ma non voglio sprecare queste preziose ore con te. Non penso che saranno eterne... - Mentre lo dico lo so che in qualche modo si sistemerà tutto e non vivremo ancora così, perché se dovessimo davvero farlo non sarebbe così facile. Ora sopportiamo uno stile di vita che non è consono al nostro, lui è abituato a fare tante cose all’aperto, bici, scampagnate, gioca coi figli. Io sono abituato ad occuparmi dei cani quando sono a casa e poi a fare mille cose, non sto mai in casa fermo.
Ora invece siamo qua chiusi perché se usciamo insieme guai. 
Assaggiamo quello che potrebbe essere se venissimo allo scoperto e ci rendiamo conto che non sarebbe tanto facile, perché davvero si tratterrebbe di cambiare radicalmente il nostro modo di vivere e non è scontato che funzioni poi. 
Seb probabilmente pensa alla stessa cosa, così mi guardo intorno per capire cosa possiamo fare mentre siamo qua, perché effettivamente attivo come sono è un problema non fare nulla. A parte il sesso, cosa di cui non mi lamento. 
- Non sarebbe una gran cosa venire allo scoperto. eh? - quando lo dice è come se mi venisse un’illuminazione e così mentre parlo, inizio a spostare mobili a destra e sinistra. 
- È solo perché non siamo abituati ad altro che al nostro modo di vivere. - Dico quindi deciso. Seb rimane seduto sul divano mentre cerca di capire che sto facendo, io continuo a spostare tutto imperterrito, - Basterebbe trovare delle valide alternative. C’è una soluzione a tutto! - Esclamo poi spostando anche il divano con lui sopra. Per fortuna sono forzuto e il salotto è molto spazioso. 
- E sarebbe? - Così mi tolgo la maglia e rimango con gli shorts e scalzo. Lui mi fissa scettico senza capire che intenzioni ho. 
- E sarebbe se non puoi andare in palestra, fa venire la palestra da te! - A questo punto gli prendo le mani e lo tiro su di forza. Lui inizia coi ‘no’, mentre io coi ‘sì’ e gli tolgo la maglietta senza discutere. Non che ci metto molto visto che se si tratta di farsi spogliare da me non oppone resistenza. 
- Beh tu fai quel che vuoi, io e la palestra non andiamo d’accordo! - 
- Ma se vai in bici e a correre ogni mattina! - A parte questi giorni ovviamente. Altra cosa che ci manca. 
- Sì solo questo. Tu sei l’iperattivo, io sono una persona normale. Tu fai che io ti guardo. - 
Ovviamente non gli do retta.”

/Seb/

“Insomma, poi sparisce e torna con una corda per saltare che tira fuori da non so dove, mi si mette davanti a poca distanza e mi fissa con aria tutta vivace e felice, come se gli avessi appena attaccato una spina e prima fosse spento. 
In effetti vederlo ora così entusiasta per un’attività che gli piace da condividere con me, mi fa capire che prima non era al suo massimo.
Non posso nemmeno obbligarlo a cambiare la sua vita per me. Mi ama e lo farebbe e vorrebbe vivere in un un mondo ideale dove uno può vivere con un altro anche se è famoso e tutti lo sanno, però la realtà è diversa e questi giorni glielo stanno facendo capire. 
Forse alla fine non vorrà più vivere con me per un coming out forzato. 
Lewis è così, è impulsivo e sentimentale, quel che fa e dice è dettato da quel che prova, però se si ferma a ragionarci capisce che non va bene. 
Devo proteggerlo e proteggerci, se venissimo allo scoperto sarebbe una tragedia, ne soffrirebbe. Non può vivere con me e rinunciare alle cose che gli piace fare. I party, le mille attività. So che lo fa per me, che ci rinuncia per me, ma non posso permettergli di farlo per sempre. Non voglio che cambi per me perché si spegnerebbe.
Il Lewis che amo è quello vivo e affamato di vita ed esperienze, che non sta fermo un secondo. 
Io e lui siamo diversi, abissali anzi, però questo non ci impedisce di amarci e fare di tutto uno per l’altro.
Questo comprende anche saltare se lui improvvisamente con aria da pazzo grida ‘salta!’
Quando lo fa, io lo faccio istintivo ed in un attimo mi ritrovo a saltare la corda in sincronia con lui. 
Lewis grida ‘salta’ ad ogni giro con un tempismo perfetto che io mantengo senza rifletterci, non ci ragiono. Non salto ora perché vedo che la corda arriva ora, salto perché lui me lo dice e mentre funziona e ci riusciamo per diversi minuti, mi rendo conto che è pazzesco questo fatto. 
Riusciamo a fare le cose per fiducia uno dell’altro. Non importa se non è da noi e non ne siamo capaci. Lo facciamo e ci riusciamo, solo perché l’altro ci dice di farlo. Dopo un po’ ovviamente perdo il tempo per stanchezza, perché non sono abituato a saltare la corda e mi dimentico di respirare bene. Così a corto di ossigeno rallento il ritmo e la corda mi viene addosso insieme a Lewis che prendo al volo evitando di finire a terra rotolando. 
Ridiamo insieme mentre la corda finisce che si avvolge intorno a noi, con una certa mano di Lewis in questo senso, e rimaniamo così. Con le mie mani sul suo culo ben messe lì e lui che mi tiene a sé con la corda. 
- Non ti lascerò mai andare! - Dice poi con un bel sorriso spensierato ed il fiatone. 
- Penso che mi rassegnerò, allora. - Dico ridendo a mia volta col fiatone. 
Non è una brutta vita, dopotutto. 
Dobbiamo scendere a compromessi e adattarci uno all’altro e a un nuovo stile di vita, però per amore riesci a fare tutto. 
Io sono geloso ma cerco di non esserlo e ci riesco per amore suo. Sono anche uno che non si apre ed ho imparato a farlo sempre per lui.
E lui è uno spaventato da mille cose, ma per me le affronta e le supera. 
- Facciamo che tu ti alleni ed io ti guardo, ora? - Chiedo speranzoso mentre gli bacio le labbra. Lui in risposta ride a sua volta. 
- Sei un maniaco! - Così faccio finta di non capire.
 - E perché mai? - 
- Perché ti piace guardare il mio corpo mentre mi alleno. E magari ti sparerai qualche sega mentre mi guardi! - A questa risposta mi sposto sul collo e glielo mordicchio. 
- O magari ti farò fare esercizi di bocca sulle mie parti basse... - La sua risata riempie la stanza mentre mi circonda la testa e infila le dita fra i capelli. 
Questo limbo è meraviglioso, anche se ogni cosa deve finire. 
Non so sinceramente se potremmo farlo per sempre o se ci si può provare ad adattarsi solo per un po’ e poi ci consumeremo. Non so nemmeno se durerà per sempre o meno. 
Non so tante cose, ma come direbbe Michael, posso solo vivere giorno per giorno e ottenere obiettivo dopo obiettivo. 
Curva per curva, Seb. 
Cura per curva. 

Certo poi stare dietro a lui è impossibile perché fondamentalmente è inesauribile, voglio dire... davvero non si ferma un minuto.
I suoi muscoli mi ipnotizzano mentre guizzano per un movimento o per l’altro e di esercizi ne fa, si vede che era in carenza. 
Poi mi dice di fargli da sparring partner mentre tira pugni all’aria, così prendo dei cuscini e li tengo in mano mentre lo vedo col suo movimento di gambe da far invidia a chiunque. 
È semplicemente fantastico, ma la cosa che mi lascia senza parole è che lui va avanti da ore a fare di tutto, mentre per me è bello perché lo guardo e lo guarderei appunto tutto il giorno allenarsi.
Cioè io amo il suo corpo, la sua pelle, i movimenti che fa, la luce, persino come suda amo.
Sono andato proprio. 
Ma alla fin fine lui va avanti come un treno da ore, con la musica forte ed io lo guardo perplesso; ad un certo punto finisce anche di tirare pugni con una velocità non da poco. 
E mi chiedo ‘ed ora?’ E lui sembra pensare, per un momento, di fare ancora qualcosa.
Per fortuna guarda l’ora e pensa che forse può risparmiarsi. 
forse, eh? 
Quando va a farsi la doccia lo seguo non per farla con lui, ma solo per fare la pipì. Lui finisce di spogliarsi mentre l’acqua diventa calda. 
- Pensavo non ti saresti fermato più... - Commento. Lui ridacchia. 
- Potevo fare ancora qualcosa ma va bene così... magari ti sei annoiato... - Io scoppio a ridere mentre mi scrollo e mi sistemo le parti basse. Lui, nudo, mi guarda sulla soglia del box doccia. 
- Annoiato? Io amo guardarti sudare mezzo nudo. Potevo stare anche tutta la notte! - Lewis ride ed entra sotto la doccia, io mi fermo dopo essermi lavato le mani e guardo come l’acqua scivola sulla sua pelle. Per me lui è una droga, altro che. 
- Non so come fai a non fermarti. Dove trovi tutte quelle energie? - 
Lewis dopo che ha accompagnato l’acqua sul suo corpo e che io l’ho ammirato ampiamente, mi ammicca notando che a momenti sbavo e credo si noti. 
- E tu che mi scoperesti dalla mattina alla sera, dove le trovi le energie? - Piego la testa di lato realizzando che mi sto di nuovo eccitando e che me lo farei ancora, guardo il suo membro perfetto e lungo che pende fra le gambe, non ancora eccitato, di cui ormai sono dipendente come il resto del suo corpo. 
Lewis ovviamente nota che ne sono ipnotizzato e capisce che davvero me lo farei di nuovo anche se oggi ne abbiamo avute già due volte. E forse avremo un’altra stanotte. Anzi. Sicuramente. 
- Sei tu la mia fonte di energia... - rispondo poi decidendo che è meglio andarmene prima di entrare nella doccia sul serio. Lewis ci rimane male e mi chiama. 
- Come? Te ne vai davvero? - Dice voltandosi verso di me con le mani sulla testa che si è appena insaponato. Io lo guardo, è dentro al box, l’anta aperta e lui mi ammicca, si lecca il labbro e muove il bacino solo di un poco. - Non vuoi? - Cioè non è che abbia fatto grandi cose, ha solo mosso l’anca di lato, ammiccato e leccato il labbro. Si sta lavando la testa, cristo santo, ed è bagnato e nudo.
Eppure io... io non ce la faccio proprio. 
E niente, senza rispondere entro diretto sotto la doccia così come sono, vestito del tutto, ma scalzo. 
Lewis ride forte in quel suo modo che amo troppo, mi circonda il collo con le braccia abbassandole e smettendosi di massaggiare la cute, io vado subito con le mani sul suo culo sodo su cui ho sbavato prima, gli succhio il labbro carnoso che mi fa impazzire e mi inginocchio davanti al suo cazzo che mi ha fatto sbavare ora. 
Io non ce la faccio, credo che lo sto usando come una droga per non pensare al potenziale casino che sta succedendo là fuori, mi chiudo in questa bolla di limbo e mi immergo nella cosa che mi fa sconnettere totalmente.
Lui, il suo corpo, la sua risata. 
Lewis lentamente smette di ridere e si appoggia con la schiena per spingere il bacino, allarga un braccio dietro di sé per reggersi, l’altra mano sulla mia nuca ad attirarmi a sé, l’acqua ci scivola addosso e ci inghiotte, mentre io inghiotto il suo seme e mi sembra che sia più mio così. 
Dipendenza, ecco cos’è. Una dipendenza bella e buona, ma finchè mi fa stare così bene in questo disastro, va tutto bene. 
Dopo che mi viene in bocca, lo giro, lo piego, faccio scendere un po’ di bagnoschiuma fra le sue natiche e ci entro in un solo movimento, dopo essermi abbassato pantaloni e slip. 
E Lewis mi dà di nuovo quella disconnessione col mondo in un piacere senza fine.
So che tutto questo non può durare per sempre altrimenti ci rovineremmo, ne sono sicuro. Però finché c’è, è meglio godere. Un po’ si adatta lui, un po’ mi adatto io, ma ci riusciamo perché entrambi sappiamo che tutto questo non durerà per sempre e lo vediamo come un regalo speciale. 
Da questo regalo, da questo limbo, prendiamo tutto quel che forse non avremo mai più.
Questo vivere insieme e fare tutto insieme, assorbirci fino all’ultima goccia fino a non averne più, esagerare e ricominciare. Questo che forse non avverrà più perché credo che sia meglio così, perché ci fa perdere il contatto con la realtà fino a non ricordare nemmeno chi siamo, forse, ed i nostri ruoli là fuori. 
Il nostro limbo, il nostro meraviglioso limbo.”