*Un po' di sano e romanticissimo fluff per loro che lo meritano più di altri visto quanto li ho fatti patire... Seb e Lewis si fanno la loro prima vacanza da 'sposati' per così dire. Adesso stanno insieme come si deve e hanno solo da godersela. E lo fanno. Molto bene! Non poteva mancare la gita in barca (chiamala barca lo yacht stratosferico di Lewis...), in realtà non so bene come funzionino quegli affari, né le 'vacanze in barca', perché non ho mai avuto la fortuna di farne, perciò ho immaginato e forse male, ma insomma, volevo che stessero soli per qualche giorno! Chiedo perdono! Buona lettura. Baci Akane*

92. FUORI DALLE PISTE

seb lew lew seb lew seb 

/Lew/

“Per il momento è tutto un vivere le cose al di fuori della F1 ma solo fra noi due. 
Insomma, ci sono forse due o tre che sanno di noi di cui ci fidiamo, come Kimi per lui e Toto e mio fratello per me, però non è che abbiamo mai pensato a fare un party. 
A parte che lui li odia per cui cerco anche di non esagerare. Quel che stiamo vivendo è un miracolo ed una cosa bellissima.
Queste settimane di vacanze estive le aspettavo a mille mani e la cosa di Hannah rende tutto molto più facile, perché lui le ha detto che abbiamo un paio di giorni insieme ma che poi il resto del tempo lo passerà con loro e andranno da qualche altra parte, io poi mi dedicherò ai miei folli hobby da scavezzacollo e alle feste a cui ormai non rinuncio perché mi piacciono troppo.
Ma ci sono questi quattro giorni qua nel mio yacht che sono questa via di mezzo fra il mio mondo ed il suo. 
È il nostro mondo e non ha più a che fare con le gare, cosa di cui ero terrorizzato. 
Pensavo che al di fuori delle macchine non fossimo una coppia, che non ci fosse un noi anche se ovviamente per dieci anni ci siamo corteggiati a modo nostro e di cose anche fuori pista ne abbiamo fatte... però è diverso quando stai con chi hai desiderato da matti e non sapevi nemmeno di volerlo così tanto. 
Perché poi quando tutto si mette a posto e vivi quello che non sapevi di volere, hai mille paure e quelle rovinano sempre tutto. 
Però stiamo vedendo che siamo maledettamente capaci di stare insieme così e sono felicissimo. 
Anche se Seb non vuole fare il bagno in mare di notte perché non intende immergersi dove non vede. 
- Dai Seby è bellissimo fare il bagno di notte! Questa baia è bellissima e sicura o non saremmo venuti... - Lo imploro da tutto il giorno, ma lui ha sempre qualche risposta pronta, ed ora che è notte e che ho giocato coi cocktail e la musica, voglio buttarmi con lui in mare, nudo, e scopare con lui lì. Perché sì cazzo!
Ma lui se ne sta seduto in uno dei divani su uno dei ponti dei vari piani del mio immenso yacht e mi guarda con un sorrisino da damerino di chi è certo come la notte che non esiste forza al mondo in grado di fargli fare ciò che non vuole. 
Te lo faccio vedere io se non lo fai. 
- Non è per la sicurezza, mi fido della tua scelta. È semplicemente che non mi piace il mare di notte, mi inquieta. Sono qua solo per te, perché altrimenti avrei optato per una vacanza su una qualche isola dove il mare lo vedevo solo di giorno e di notte si girava per la città a far festa. - 
Anche la sua idea non era male, ma sogno di fare dei giorni isolato con lui sulla barca da una vita. 
Faccio il broncio come un bambino capriccioso e poi seccato scrollo le spalle e gli do la schiena. 
- Ok stai pure lì mio caro ‘il mare è nero e non mi ci immergo’! Non sai cosa ti perdi! - E dicendolo mi tolgo il costume con cui ero stato tutto il giorno. Una volta nudo vado verso il trampolino e mi giro. Seb mi fissa con un sopracciglio alzato, convinto che non lo farò da solo perché il mare è nero e non si vede nulla. 
Figurati. 
Io pure sono nero, gli squali non mi vedranno! 
- Tu sta pure lì a farti le seghe da solo, io e questo corpo da favola stasera farà sesso con altri pesci! - 
Così dicendo, tutto indispettito mi chino, mi allungo e poi mi tuffo mentre lascio che l’acqua si richiuda sopra di me e mi inghiotta.
Il salto non era impossibile perché tanto è un’altezza accettabile, quando riemergo la musica torna a raggiungermi più lontana e mi metto a nuotare verso la luce della luna grande e bassa che si riflette sulla superficie immacolata del mare. 
È così piatto e tranquillo che fa dei riflessi argentati spettacolari, mi metto poi a pancia in su e mi lascio galleggiare mentre mi muovo pigramente, ammirando il cielo stellato che in città non puoi ammirare così. 
È splendido, l’acqua è calda e la sensazione carezzevole nelle mie parti basse libere mi piace da matti. È tutto perfetto, la sola cosa che manca è un idiota che mi coccoli e mi scopi come ho sempre sognato, ma è deficiente e non ci posso fare nulla. 
Non so dove cacchio sia, sarà rimasto là a farsi delle seghe mentre si immagina me come una sirena. 
La mia mano va sul mio membro che galleggia come il resto del mio corpo, non è certo la stessa cosa ma quello è così testardo a volte. 
Sto provando ad usare la fantasia per farmi felice da solo, quando sento uno splash poco distante e così mentre mi viene un colpo e lo cerco, non ci credo che si sia deciso. 
Seb mi raggiunge da sotto, si è tuffato ed in immersione è venuto da me. Per essere uno che ha paura dell’acqua di notte se la cava bene!
Le sue mani mi carezzano da sotto, emerge davanti a me mentre io ridendo gli avvolgo le gambe intorno alla vita e le braccia al collo. Seb non può ricambiare perché deve muovere le sue per rimanere a galla e mi rendo conto che ci sono problemi logistici alla scopata in acqua se non tocchiamo coi piedi. 
Ma almeno è qua. 
- Vedo che hai superato in fretta le tue fobie! - Dico sulla sua bocca, lui ride a sua volta. 
- Più che fobia era un fastidio... - Riconsidera i papiri che mi ha sciorinato tutto il giorno per farmi desistere. - Ma non immaginavo che potesse farmi così gola vederti nudo tutto solo in mezzo a quest’immensità. La luce della luna rifletteva su di te che facevi la sirena... - Poi mi guarda ridacchiando malizioso. - Anche se in questo momento sembri più una cozza allo scoglio! - A questa lo mordo sul collo e poi lo annego ficcandogli la testa sotto l’acqua.
Per una volta che mi stava dicendo una cosa carina e romantica... me ne vado nuotando verso la barca perché in effetti scopare in mezzo al nulla senza niente a cui aggrapparci non è facile. Il mio sogno erotico si infrange con la realtà come l’onda sulle rocce. 
Poco dopo sento Seb rincorrermi a nuoto chiamandomi: 
- Dai non ti sei mica offeso per così poco? Scherzavo! - Pensa che me la sono preso davvero. Ok adesso giochiamo. 
- Sei uno scemo! Prima passi tutta la giornata a rompere coi tuoi no e poi non hai problemi a stare in acqua di notte! Sei un idiota! - Continuo a nuotare verso la pedana inferiore posteriore, quella dove attracchiamo il gommone e dove saliamo. 
Faccio per issarmi quando lui mi raggiunge, mi prende e mi riporta giù in acqua. Per poco non picchio il mento contro il bordo, tento di girarmi sempre per insultarlo ma lui mette le mani sulle mie in modo prepotente e mi si appiccica dietro.
La pedana è leggermente più bassa rispetto alla superficie dell’acqua e più in basso c’è un ferro dove appoggiare i piedi apposta per aiutare a risalire dal mare, così ci appoggiamo tutti e due lì mentre con prepotenza mi obbliga a stare così. 
- Adesso fai tu la cozza allo scoglio. - Dico fintamente seccato, lui sul mio collo inizia a succhiare: 
- Mmm... ma che scoglio meraviglioso... - Non so quanto riuscirò a rimanere arrabbiato per finta. Una delle sue mani scivola sul mio ventre, sotto l’acqua, mentre si strofina contro la mia schiena e le mie natiche col suo corpo nudo e scivoloso grazie all’acqua in cui siamo.
Beh devo dire che volendo i sogni si possono avverare comunque. 
- Liscio, invitante... con delle curve che... -  Così dicendo spinge il suo membro già eccitato nella mia fessura, ma rimane così a muoversi su e giù prima di entrare. 
- Uno scoglio liscio e con le curve dove si è visto mai? - Dico divertito, non resisto più e lui soddisfatto mi prende l’erezione che tanto gli piace ed inizia a masturbarmi: 
- Ah ma vedi che forse forse non è uno scoglio allora! - A questo rido. - Forse è una sirena... - Lo sapevo che pensava a questo! 
Ma c’è poco da esultare perché Seb non perde tempo. 
Si prende il suo membro duro, lo punta nella mia apertura e poi facendo perno coi piedi nella sbarra qua sotto, spinge ed entra. Io do una contro spinta per aiutarlo visto che non siamo stesi su un comodo letto ma piuttosto fluttuanti. 
È un po’ complicato in realtà e ci viene da ridere, ma alla fine ce la fa ad entrare e troviamo il perfetto equilibrio coi nostri corpi in modo da rimanere avvinghiati e perfetti insieme, con lui che spinge dentro di me ed io che riesco a fare resistenza per aiutarlo ad affondare di più. 
Dopo un po’ troviamo il sistema e sincronizzati ci muoviamo aiutati dalle onde che creiamo noi stessi, con questa poca corrente che ci spinge e ci ondula uno verso l’altro, rendendo perfetto un amplesso su cui avevo fantasticato per secoli, forse. 
Beh, decisamente qualcosa che non mi sarei potuto perdere.”

/Seb/

“Ovviamente dovevo accontentarlo. 
Che poi in realtà ho accontentato me stesso. 
È vero che non mi piace il mare di notte, ma più che altro perché so che qua è molto fondo, tutto qua. 
Però poi l’ho visto nudo immerso in quest’oscurità e nella superficie che rifletteva la luna lui si vedeva ed era come il principe delle tenebre. Lui con la sua pelle scura nel mare scuro, nell’unico pezzo chiaro grazie alla luna che rifletteva. Meraviglioso. 
Mi è venuta troppa gola.

La pelle che ieri si perdeva nel buio oggi brilla sotto il sole rendendosi ancora più invitante.
È lì da ore, abbiamo parlato un sacco fino ad addormentarsi e mi chiedo come faccia a non bollire. Io intanto sono andato in acqua venticinque volte e mi sono rimesso la crema tutte le volte che poi sono uscito e alla fine mi sono messo all’ombra.
Lui è sempre rimasto lì a crogiolarsi.
Come cazzo fa?
Voglio dire, ad un certo punto si brucerà anche lui anche se è nero!
Ovviamente starei ore a guardarlo perché è così bello come riflette, scopro sfumature nuove fra i tatuaggi che si stagliano sulla sua schiena. 
E poi niente, mi viene una di quelle voglie che non so proprio perché trattenere. Perché penso che se facessi scivolare un cubetto di ghiaccio sulla sua schiena questo si scioglierebbe subito, deve essere bollente.
E così silenzioso vado in cucina e prendo dalla macchina del ghiaccio che qua ovviamente non può mancare, un bel cubetto grande e lo prendo coi denti facendo attenzione a tenerlo bene, poi vado da lui e mi chino vicino più silenzioso che posso. 
Metto una mano di qua ed una di là, poi accosto il ghiaccio al centro della sua schiena e sempre tenendolo con i denti lo faccio scivolare sulla sua pelle lungo la curva lombare che in lui è particolarmente accentuata. 
Appena lo tocco lui si sveglia di scatto ma realizza cosa sto facendo e non si muove, rimane con le braccia incrociate sotto il viso e sicuramente sorride sornione mentre fa un gemito che è un misto fra il brivido ed il piacere. 
Continuo a scivolare fino ad arrivare all’elastico dei pantaloni e sorridendo abbasso il costume che ha perché non vuole bruciarsi le chiappe. Continuo la discesa fino alla somma delle altre sue curve, anche queste accentuate ed alla fine torno indietro lasciando quel che resta del ghiaccio quasi sciolto lì nella sua conca. 
Lo guardo che è ancora fermo e con un sorrisino malizioso torno lì e sulla scia del ghiaccio passo la lingua come a bere dove l’ho bagnato, salto quel che resta del ghiaccio che si sta sciogliendo, vado all’inizio della sua fessura, la stuzzico e poi torno indietro. Infine prendo quel che resta del cubetto e tenendolo sul bordo delle labbra risalgo verso il suo viso, si gira e mi viene incontro baciandomi, mi prende il ghiaccio e lo manda giù ormai sciolto, poi con un sorriso beato mi viene incontro con la lingua che accolgo succhiando. 
- Ho pensato che avessi caldo con tutte queste ore sotto al sole... - Lewis sorride soddisfatto e beato. 
- In effetti una rinfrescata ci voleva... - Mi stendo completamente accanto a lui, a pancia in giù e sui gomiti, Lewis si gira mettendosi a pancia in su e incrocia le braccia dietro la nuca, sistemandosi gli occhiali da quella sua forma buffa che tiene sempre e che non so come mai ma me lo fanno vedere ancora più sexy. 
- Starei ore a guardare la tua pelle sotto ogni luce e condizione. - dico poi baciandogli un pettorale all’altezza di uno dei suoi tatuaggi sempre più esagerato.
Questo stile di vita e questo look gli infonde coraggio e l’aiuta ad aprirsi in qualche modo, e poi comunque se gli piace non c’è niente di male. Io non lo farei mai, né mezzo tatuaggio né quelle feste a cui lui va volentieri. Cioè andavo da giovane ma perché puntavo a lui e avevo capito che in quell’ambiente lui era naturale e si lasciava andare. 
La sua bocca meravigliosa e carnosa si piega in un sorriso sornione e beato e quell’aria con quegli occhiali particolari mi accendono di nuovo, gli mordicchio un capezzolo e lui fa un gemito. 
- Io starei ore a farmi toccare e leccare da te. - Dice poco romanticamente. Questa volta ci siamo scambiati i ruoli e finisco per ridere prendendo il via per saltargli per l’ennesima volta addosso. 
Mi accomodo meglio con la testa sulle braccia preparandomi a stare ancora un po’ sotto il sole prima di tuffarmi di nuovo in acqua. 
- Ti annoi? - Gli chiedo quindi sapendo che lui è molto attivo. 
- Tu ti annoi? - chiede subito con una nota ansiosa. Questa vacanza l’ha voluta lui con tutto sé stesso e a me è andato tutto bene, come mio solito. 
- No io adoro stare ore senza fare nulla! - Lewis mi guarda meravigliato. 
- Una volta non era così. - Si ricorda di quando ci siamo conosciuti che l’ho spinto a fare un sacco di cose per trovare sé stesso. Ma lì era diverso, avevo intuito che si tratteneva e non osava vivere, ma invece aveva un’enorme voglia di buttarsi. 
- Sono invecchiato! - Rispondo evitando di spiegargli che non sono mai stato iperattivo, ma che avevo fame di lui in un certo senso. 
Lewis ride e il suono della sua risata mi fa morire. 
- Ti stai rilassando. - Sostiene invece. Lo guardo girando meglio la testa. 
- In che senso? Sono sempre stato tranquillo. - Lui annuisce e poi alza una spalla. 
- Sì però c’è qualcosa di diverso in te ora. Prima quando avevamo momenti insieme al di fuori della F1 volevi riempirli con le cose che pensavi potessero piacermi, volevi farmi felice credo... - A volte mi chiedo cosa credo di fare. Di nascondergli le cose per salvare la faccia? Rido per questo pensiero e lui non ci fa caso. 
- Ed ora? - Alza ancora la spalla e torna al cielo azzurro da far male. L’azzurro che lui sta ore a guardare perché gli ricorda i miei occhi. Questo me l’ha detto prima molto romanticamente. Io non sono così bravo ma a volte lo stupisco. 
- Ora mi lasci fare, non cerchi più di gestire le cose e manovrarle per farle andare come vuoi o per tirare fuori qualcosa. Ti lasci andare, non so... - 
- Mi piace quello che sei. - 
- E prima non ti piacevo? - Rido di nuovo sciogliendo un braccio da sotto la mia guancia, con la mano arrivo sul suo viso e col dito gli tormento il labbro. 
- Prima vedevo quello che soffocavi e mi dispiaceva perché immaginavo che dentro di te ci fosse un mondo bellissimo e volevo vederlo. - Ecco, sono bravo anche io con le parole se voglio. So che gli brillano gli occhi, non c’è bisogno che glieli veda. 
Mi bacia il dito. 
- E ti piace? - Annuisco.  
- Moltissimo. Quindi me lo godo. - 
- E... e davvero ti va bene tutto quello che facciamo e che propongo? Vedo che mi accontenti o che cerchi di fare quello che sai voglio tipo quelle serate romantiche... - Il mio amore, è sempre così insicuro nonostante tutto. 
- Non vorrei perdermi un istante dei momenti che passiamo insieme come piacciono a te. - 
- Ma se tu sei diverso... - 
- Anche tu lo fai con me. - Gli faccio notare io per non sembrare un eroe, odio queste cose. - Tu ora hai organizzato una vacanza di quattro giorni, solo tu ed io, e passiamo le ore così a crogiolarci senza fare nulla. La sera giochi coi cocktail e la musica, stanotte hai insistito per il bagno, ma è tutto normale e tranquillo. Lo fai per me, no? - E qua si torna alla mia domanda. - Ma tu ti annoi per fare contento me? - Ci capiamo così tanto a vicenda che non abbiamo bisogno di parlarci e spiegarci o chiederci cose. È incredibile il livello a cui siamo. 
Lewis si imbarazza perché è stato scoperto. 
- A me piace stare con te e farti felice. - ma che bravo. 
- Mi hai rubato la battuta! - Così la butto sul ridere e lui accetta l’ironia rilassandosi in una risatina. 
- Siamo troppo innamorati uno dell’altro! - 
- Alla fine qualcosa in comune l’abbiamo! - Esclamo ancora scherzando, lui così mi sale sopra a cavallo e mi ricopre. 
- Vedi di bruciarti, pupazzo di neve, che poi mi rovini sì la vacanza! - Così dicendo mi tolgo gli occhiali scuri e mi giro con lui sopra rovesciandolo e finisco io sopra di lui, gli prendo le mani e intreccio le dita ai lati della sua testa sollevandomi sopra di lui, tenendolo fermo con metà del mio corpo, noi tutti storti sopra il ponte. 
- Vuoi sapere il mio passatempo preferito? - Dico poi con un sorrisino strano sulle labbra mentre mi guarda negli occhi che gli piacciono tanto, gli mostro che dietro le scemate sono anche serio. 
Annuisce. 
- Stare con te. Anche senza fare nulla. O facendo le cose che piacciono a te. Per me è uguale, perché mi basta passare le ore con te, non importa come. E poi penso che stare bene insieme anche senza dire o fare nulla significa che due sono perfetti insieme e che stanno così bene che non sentono la necessità di riempire ogni momento con qualcosa. Noi sappiamo stare bene insieme così come siamo. - Alla fine ne ho tirata fuori un’altra molto buona. Lui sorride con dolcezza e solleva la testa per baciarmi, non riesce a dire nulla ma conoscendolo scriverà qualche canzone bella dove ripete queste mie parole. 
Ti amo Lewis e non smetterò mai di ripeterlo, mai.”

_______________________________________-

* MIO SITO (dove trovare info sul mio libro, Il gioco del diavolo): www.astridbasso.it

* MIA PAGINA AUTORE FB: https://www.facebook.com/astridbassoautrice

* MIA PAGINA AUTORE DI FIC SU FB: https://www.facebook.com/akanethefirst