*Valtteri Bottas è come un grande orsachiottone bianco da prendere costantemente in giro, che appena Lewis gli parla arrossisce e che gli muore dietro. Seb se ne accorge subito e poi lo dice a Lewis il quale decide di approfittarne per provocare la gelosia di Seb. Solo per divertirsi un pochino, niente di che. Però diciamo che la provocazione gli riesce molto bene. E non solo quella! La cosa gli sfugge un pochino di mano, giusto un po'... Buona lettura. Baci Akane*
94. PROVOCATORE NATO
/Lew/
“Appena parlo con Val diventa di mille colori e sorride e brilla splendido splendente, prima pensavo che fosse fatto così e lo trovavo tenero, ora capisco che fa così solo con me perché gli piaccio. La cosa un po’ mi fa piacere nel senso che è normale che faccia piacere se uno ha una cotta per te, basta che la cosa rimanga così e non diventi pesante.
Non penso che abbia il coraggio di provarci con me e forse non ne è nemmeno consapevole di quel che prova. Gli viene spontaneo svenire quando gli sto vicino.
Essendo compagni di team io e Val facciamo molte cose insieme, così approfitto per approfondire un po’ lui e questa cosa che nutre per me. Non voglio dargli false speranze, ma prima lo vivevo con altri occhi. Adesso che vedo, capisco che quando rido appoggiandomi su di lui o quando gli stringo la mano per complimentarmi o se lo abbraccio per ringraziarlo di qualcosa, so che lui a momenti ha un orgasmo e non perché è fatto così.
Adesso noto e capisco molte cose.
Una volta dopo delle ottime qualifiche ed in attesa delle interviste, gli do una sonora manata sulla schiena e lascio che la mano scivoli un po’ in basso, senza andare nello scabroso. Lui trova nuove sfumature di rosso e i suoi enormi occhi azzurri diventano dei fari nella notte, anche se siamo a giorno.
Così cerco Seb che sta in pista con noi e lo ritrovo che parla al microfono e mi lancia uno sguardo di quelli sottili e pieni di mille significati, uno fra i quali è ‘dopo ti uccido’, l’altro però è ‘me la paghi’ ed io questo prezzo sono curioso di pagarlo.
Mi metto a ridacchiare e lascio la schiena di Val sentendomi vagamente in colpa del fatto che lo sto usando come lo stronzo che sono, ma quando a parlare è Val, Seb mi si può avvicinare e come di consueto ci facciamo i complimenti stringendoci la mano. Mentre le attenzioni sono su Val, la mano di Seb stringe un sacco la mia e i suoi occhi parlano ancora moltissimo. È bello che sia tanto espressivo così anche se magari a volte non possiamo parlare, comunichiamo lo stesso.
Io sorrido ancora più smagliante, poi gli do una manata sul braccio e sfilo la presa mettendomi vicino a lui con aria da innocente.
- Ti stai divertendo? - Mi chiede lui sorridendo alla folla, la saluta mentre lo acclamano ed io faccio altrettanto. Contemporaneamente ci parliamo.
- Da matti. - E sappiamo a cosa ci riferiamo entrambi.
- Poi vedi come mi diverto io. - A questo una scarica elettrica mi attraversa e mi ritrovo immediatamente eccitato.
Su questa promessa vengo richiamato per l’intervista post qualifica e fatico a capire cosa mi chiede mentre nella mia testa c’è spazio solo per me legato al letto con Seb sopra che mi fa di tutto.
Non mi rendo conto che voglio da lui cose che col passato che ho con Nico non dovrei volere. E forse per Seb sta qui il problema del dimostrare la sua gelosia, che ha paura di finire a reagire in modi che mi ricordano cose brutte.
Eppure non me ne rendo conto che non è minimamente così.
Nella mia mente, mentre rispondo di rito alle solite domande, penso solo a cosa mi farà dopo per ‘punirmi’ perché so con assoluta certezza che qualunque cosa mi farà, qualunque reazione avrà alle mie provocazioni, posso fidarmi al mille per mille. Che non mi farà mai niente che non voglio e che non mi piace.
Se dovessi giocarmi la vita, me la giocherei con Seb.
La conferenza di dopo è una specie di delirio infatti.
Io sono in mezzo e loro sono uno per parte, Val non osa nemmeno guardarmi se non gli parlo io sotto voce ed ovviamente lo faccio per tenere caldo Seb.
Che è molto caldo, visto che mentre poi rispondo io ad una delle domande, lui si appoggia allungando la schiena e fa finire casualmente la mano sulla mia chiappa pizzicandola. Per sentire bene il pizzicotto stringe molto visto che indosso la tuta imbottita, io lo sento e salto istintivamente sulla sedia, ma non posso reagire e per miracolo rimango lì a rispondere. Non so come ci riesco e forse non dico più cose sensate.
Alla fine ritirala mano e quando Val si gira per vedere che mi succede, non vede la mano di Seb sul mio culo per fortuna.
Non so se posso dirgli di noi, credo che sarebbe bello lo sapesse così almeno a Seb si calma la gelosia, però voglio divertirmi ancora un pochino perché sono un provocatore nato, non lo faccio apposta. Mi viene naturale. Oddio, con lui più che altro. Se ripenso a come vivevo la storia con Nico, ovvero in punta di piedi, è diverso.
Quando risponde lui a qualcosa appoggiando un gomito al tavolo e quindi tutto in avanti sulla sedia, l’altra mano che non sta sul tavolo, è sotto e per fortuna che c’è il pannello con le scritte del GP che non mostra le nostre gambe e cosa succede sotto il famoso tavolo. Sono tutto in avanti sulla sedia, come lui, per cui la mano fa sulla mia coscia per dentro ma non si vede da sopra.
Do un’occhiata sbieca a Val e vedo che è appoggiato in avanti come noi e non vede che sotto sta succedendo di tutto, che la mano di Seb sta lavorando per bene sul mio pacco e che mi sta riducendo alla stregua di un maniaco. Vedrai che roba che ho quando mi alzo in piedi dopo.
Certo del resto io lo provoco e lui deve rispondere. Vuoi che non provochi anche lui? Che si tiri indietro? Gli ho praticamente detto di non trattenersi e di essere sé stesso che non ci sono problemi. Quindi lui è sé stesso. Molto sé stesso.
L’eccitazione sale insieme al calore, a momenti non mi trattengo e non so come fa a parlare ai giornalisti e a farmi questo così bene. Io ho la bocca appoggiata alle mani giunte che mordicchio in difficoltà mentre apro pure bene le gambe per lasciargli tutto lo spazio che gli serve per toccarmi bene.
Questa situazione è allucinante, penso che a momenti mi metto a gemere. Cioè se devo parlare mi esce un gemito, altro che parole di senso compiuto.
Ed in tutto questo Val decide di avvicinarsi e chiedermi una cosa che non sento minimamente.
Io lo guardo con occhi spalancati perché che cazzo ha detto?
- Mm? - che a momenti è un ‘mmmmmhhhhh’ e lui chiede:
- Dopo c’è la cena col team? - Spesso facciamo cene col team dopo delle ottime qualifiche, ma non è una regola, è solo una cosa che Toto tende a fare per lo spirito di squadra e cose così.
Però se dopo di questo io non mi faccio sbattere da Seb, muoio. Così gli faccio un sorriso ebete e cercando di non genere il nome dello scemo qua vicino, mormoro coprendo il microfono:
- Non credo, in ogni caso ho un impegno. - E qua vedo gli occhioni di Val deludersi, ma la mano di Seb aumenta l’intensità del suo tocco che se non avessi la tuta sarebbe già dentro ai pantaloni.
Così mi mordo la bocca e torno a guardare la sala, perso nel piacere che mi sta provocando.
Sul più bello smette di parlare e di toccarmi, ritira la mano perché mi viene rivolta un’ultima domanda a cui rispondo in modo strano e a monosillabi contando che di solito sono super loquace.
Poi, finalmente, la conferenza finisce ed io scappo subito per primo sperando non si noti che ho il cazzo duro e alto come il palo della luce.
Sento Seb ridacchiare e prendersela comoda, esce prima Val che mi cerca, ma io rimango in un angolo cieco e non mi vede, va subito fuori e credo di aver appena ucciso le sue speranze, ma forse è meglio così perché altrimenti noi con quella di giocare fra di noi finiremmo per usarlo troppo e non è giusto.
Una piccola parte di me lo sa, ma sa anche che se non fosse stato per questo ora non avrei il resto.
Il resto che finalmente si degna di uscire dalla sala con tutta calma. A questo punto, visto che è l’ultimo, lo afferro per il polso e me lo tiro velocemente verso un corridoio e poi in una stanza che non so nemmeno che diavolo sia, non è un bagno, credo siano degli uffici di qualcuno. Che ne so, ci sono scrivanie, computer, telefoni. Boh.
Sinceramente non me ne frega, chiudo a chiave e in fretta, senza dire nulla, mi apro la tuta togliendomela, la faccio cadere alle ginocchia e contemporaneamente attacco la sua aprendogliela. Gliela strattono per abbassargliela e mentre lo faccio lo bacio anche. Anzi, gli divoro le labbra senza dire nulla. Ansimo eccitato e quando libero il mio cazzo che sta dritto da solo, Seb abbassa lo sguardo smettendo di baciarmi, ridacchia mentre io gli afferro il suo che non è da meno, lo guardo malizioso ed espressivo.
Non ci diciamo nulla, mi lecco la mano e la passo sul suo bello duro, poi mi giro di schiena e mi appoggio alla scrivania che sia benedetta di chiunque sia.
Non diciamo nulla, Seb entra subito veloce e fluido, una spinta possente e meravigliosa, lui virile mi è dentro subito, io mi inarco mentre mi afferro alla scrivania e mi spingo verso di lui con le spalle, ma Seb mi afferra con una mano sul collo, sulla nuca riccia, non stringe e non mi fa male, ma mi riabbassa piegandomi e questo mi fa morire, mi fa letteralmente morire.
Non è spesso così prepotente, ma è di quella prepotenza erotica caldissima e così muoio.
Di solito è pieno di mille attenzioni, è dolce, romantico e se prende il sopravvento cerca di non esagerare. Ma oggi si sta lasciando proprio andare ed io me la godo letteralmente. Non pensavo che potesse essere così maledettamente bello averlo addosso così preso, così eccitato.
Seb mi prende poi per i fianchi e spinge, ad ogni colpo affonda di più ed io gli vado incontro muovendomi in perfetta simbiosi, siamo perfetti nei movimenti, nel venirci incontro, nel farci uno dell’altro. Mi devo mordere il braccio per non gemere e lui si china su di me e mi succhia la spalla, su uno dei tatuaggi, perché anche lui sta per gridare.
Fa in modo che venga prima io e così poco dopo viene anche lui, si lascia letteralmente andare in me ed è tutto così vorticoso che nemmeno mi rendo conto di quanto è passato e di dove siamo. Per un momento non ricordo che cavolo stavamo facendo e che stanza è questa, mi giro fra le sue braccia, mi siedo sulla scrivania e per colpa dei pantaloni a livello ginocchia non posso avvinghiarmi a lui come un koala, ma lo stringo forte e nascondo il viso contro il suo collo caldo e pulsante. Siamo sudati e i corpi fremono, la pelle è lucida e pregusto un bagno caldo e piacevole con lui, più tardi.
Risalgo sull’orecchio ed immergo le dita sui suoi capelli corti e biondi mormorando:
- Non voglio che ti trattieni per me, voglio che ti lasci andare, che tu sia te stesso perché mi fido e so che sarai sempre perfetto per me e non mi ferirai in nessun modo. - Seb mi avvolge e mi stringe, poi lo sento ridacchiare.
- Sei il solito che riesce a trasformare qualcosa di erotico e porco in romantico e dolcissimo. - Per lui è una cosa divertente, per me è un dono di cui andare fiero. Comunque gli mordicchio il lobo e rimango a crogiolarmi qua così mentre spero che nessuno abbia la malaugurata idea di entrare in questo ufficio che non so proprio di chi diavolo sia.
- Glielo voglio dire. - Faccio poi mentre mi vesto. Seb mi guarda interrogativo mentre fa altrettanto. - A Val. - Lui capisce perché voglio dirlo ma glielo spiego subito. - Non per correttezza verso di lui, ma perché così poi tu stai tranquillo. Mi sembra giusto. - Lui fa un sorriso strano e non mi dice di non farlo. Si gira e apre la porta facendo capolino, vedendo tutto vuoto e mezzo buio, mi fa il cenno di uscire in fretta.
Usciamo così tranquilli con le nostre tute abbassate alla vita e l’aria scarmigliata tipica del post sesso, siccome è tutto deserto perché ogni impegno per oggi è concluso, ce la prendiamo molto comoda. Così Seb mi prende il polso dopo che siamo nel corridoio mezzo buio e mi spinge delicatamente contro il muro, mi si mette davanti e mi guarda in penombra, piega la testa e mi osserva mentre mi carezza, io rimango qua, infilo le mani nella cinta abbassata della tuta a toccare il suo sedere. Appoggia il bacino a me e fa un sorriso particolarmente dolce.
- Io sto bene, so che mi ami e non ho paura che qualcuno ti rubi. Sono molto sicuro di quello che provi per me. - Annuisco ed alzo le spalle.
- Beh ma so che ti dà fastidio quando questo si fa mille false speranze. È giusto sotto tanti punti di vista. - Seb sorride.
- Voglio che lo fai solo se ti senti sicuro di lui, perché sai bene che non è una cosa da dire alla leggera. - Mi fa riflettere perché è così che fa. Io sono impulsivo e lui ragionevole.
Annullo la breve distanza che c’è fra noi e gli sfioro le labbra facendomi desiderare. Lui resiste per poco.
- Ne sono sicuro. Glielo dirò. - Penso davvero che Val sia a posto e comunque sia giusto lo sappia, ho giocato un po’ con lui per torturare Seb, ma è vero che poi non si deve tirare troppo una corda.
Seb finalmente mi bacia, apro le labbra e accolgo la sua lingua, gli vengo incontro e ci intrecciamo aderendo. Il bacio ha vita e diventa profondo ed intenso perché siamo tranquilli, non c’è più nessuno in giro. Quando schiudo un momento gli occhi senza nemmeno sapere perché, torno a chiuderli per poi riaprirli di scatto. Ritiro la lingua e chiudo la bocca sulla sua, Seb ci rimane male e mi fissa stranito:
- Beh? - Io e lo shock siamo un tutt’uno, non riesco a staccare lo sguardo da dietro di lui, sul corridoio.
- Ehm... sai... forse dopotutto non c’è molto da scegliere... - Cerco di dirlo come lo farebbe Seb. Perché effettivamente a volte ha ragione a parlare così. Come se fosse tutto un gioco.
- Su cosa? -
- Sul dirlo o meno a Val. - Seb ancora non capisce sebbene si stia seccando.
- Ma che dici? -
- Perché tanto ha appena visto quanto ci baciamo bene. - E con questo Seb si gira di scatto e mi si mette davanti coprendomi col suo corpo, come se fossi indifeso e lui un mostro. A questo mi ribello e mi dimentico di Val, poverino. - Oh andiamo, non sono una principessa da proteggere! - Lo spingo via e mi metto davanti, anche perché è meglio che me ne occupi io di Val, ma non faccio in tempo a realizzarlo e a farlo, che Seb torna a superarmi, prende Val fermo in mezzo al corridoio e lo spinge con una manata brutale contro il muro. E qua io mi fermo dall’inseguirlo perché lo trovo maledettamente hot così protettivo e brutale.
- Se lo dici a qualcuno sarà l’ultima cosa che avrai detto in vita tua! - Seb grugnisce questo con un forte accento tedesco che non sempre gli viene così minaccioso, io vorrei fermarlo ma invece rimango in attesa di altre minacce che mi sta eccitando di nuovo.
- N-no io... io non lo dirò a nessuno giuro! - Dice Val balbettando terrorizzato. Così il suo tono mi riporta all’umanità e vado da Seb, lo prendo e lo tiro via con forza e decisione.
- Dai, non è uno stronzo... - Poi lo guardo allarmato, dubitandone per un momento. - vero? - Chiedo spontaneo. Seb spunta dalla mia spalla col dito puntato.
- E se lo è peggio per lui, non vuole vedermi incazzato! Nessuno vuole vedermi incazzato! Ricordatelo mentre pensi che sono uno che ama scherzare! - È pure vero quel che dice Seb, ma penso che esageri per fargli venire paura e da come lo guarda credo ci stia riuscendo benissimo.
Faccio molta fatica a non ridere, Val è sentitamente terrorizzato e sta funzionando benissimo. Alza le mani in segno di resa, credo che a momenti si metta a piangere.
- Giuro che non aprirò mai bocca. Dovessi morire se oso! - Grida quasi chiudendo gli occhi. Qua mi fa davvero tenerezza, così gli metto le mani sulle spalle per calmarlo. Appena lo faccio sento uno sguardo pungente e le tolgo senza vedere lo sguardo in questione. Faccio un passo indietro e lascio distanze debite per tutti.
- Va bene. Ci fidiamo. - Seb grugnisce ed io gli do una gomitata. - Vero? - Dico incalzante. Lui sbuffa.
- Ci provo. Ma sei sotto investigazione! - Lo dice usando la terminologia della F1 e riderei perché è umoristico anche se non vuole, ma riesco a rimanere serio. Val se la sta facendo sotto invece. Non ride proprio. E nemmeno di nascosto.
Poverino.
- Giuro. - Ripete. - Mi dispiace, ero venuto a riprendere il cellulare che ho dimenticato e... - Seb sta per rispondere, ma io gli prendo la mano e lo tiro via di lato portandolo fuori.
- Non preoccuparti, te l’avrei detto, solo che aspettavo il momento giusto. - Sento Seb che vorrebbe dire ancora qualcosa ma prima che ci riesca, siamo fuori e saluto Val in fretta. Quello rimarrà là a distruggersi o a farsela sotto, non so, ma almeno è fatta in qualche modo.
- Spero reagisca bene... - Dico poi sospirando e guardando contemporaneamente il cielo ormai scuro.
- Lo spero per lui. - Dice Seb seccato, io così finalmente posso scoppiare a ridere spingendolo mentre contemporaneamente lo tengo per mano e non ci rendiamo conto che lo stiamo facendo anche fuori. Ci sta venendo molto spontaneo ed è bellissimo, nonostante il rischio che abbiamo appena corso.
- Dai che non sei credibile così minaccioso! - Lui indispettito lascia la mia mano per afferrarmi il collo e spettinarmi la testa, io gli metto il braccio intorno al corpo camminando con lui così tutto su di lui e storto.
- Secondo me se l’è fatta sotto! - In effetti è possibile.
- Eri molto hot comunque... - Dico malizioso e ammiccante, lui ride e invece di stropicciarmi scivola col braccio intorno alle mie spalle, così camminiamo abbracciati per il resto del paddock assurdamente vuoto e deserto che fa impressione, qualche faretto acceso, ma niente di particolarmente allarmante.
- Allora ho vinto un bagno erotico? -
- Non dirmi che hai ancora voglia di sesso! -
- Con te sempre! -
- Allora forse è vero che i trenta sono i nuovi venti! - Lo prendo in giro e lui ovviamente ci sta, perché lui ci sta sempre a tutto, specie se viene da me.
- Tu lo dovresti sapere meglio di me visto che ne hai 32! -
- Io mi sento ancora giovanissimo! -
- E da come ti facevi sbattere confermo! -
- Sai ho letto che il sesso aiuta a rimanere giovani perché rilasciamo endorfine che sono l’ormone della felicità e se una persona è felice, le sue cellule si rigenerano e invecchiano più lentamente e poi il cervello ha l’illusione di... - Inizio a spiegare qualcosa che mi sto inventando di sana pianta, lui ascolta tutto il mio logorroico discorso per poi, con la mano nel mio sedere, concludere:
- Allora andiamo a scopare, che aspettiamo? - Così, ridendo insieme come se non esistessero problemi al mondo, usciamo dal paddock alla volta dell’hotel che raggiungeremo con le bici che ci siamo portati da casa, come facciamo sempre nei GP.
Non so se domani qualcosa cambierà ancora, ma penso che saremo pronti e che la supereremo. Come superiamo sempre tutto.”