*Seb e Lewis parlano di progetti importanti, progetti da famiglia, quella che ti cerchi, che ti crei, che senti dopo che l'hai trovata. E loro ormai si sono trovati e quando due sentono di aver trovato la loro vera famiglia, non riescono più a nasconderlo alle persone importanti per loro. Volevo precisare che ho scritto che Seb e Hannah si sono sposati nel 2017 e non nel 2019, perché quando ho scritto la fic (prima di quella data) in rete erano girate voci che i due si fossero sposati in segreto solo in comune già in quel periodo, perciò ho voluto sfruttare la cosa nella fic, anche se poi in realtà essendo comunque successo dopo, la questione cambia di poco. Di fatto Seb ed Hannah si sono sposati alla fine. Per me è importante inserire nelle mie fic i fatti reali e manovrarli in modo che sembrino coerenti con le mie visioni e le mie storie, perciò il fatto che Seb ed Hannah sono marito e moglie era un fattore che dovevo amalgamare alla question sewis a tutti i costi! Ma ripeto, la fic l'ho scritta prima del Giugno 2019! Buona lettura. Baci Akane*

96. FAMIGLIA

seb lew seb lew seb lew

/Lew/

“Seb ha iniziato a mettere il bracciale quasi sempre al di fuori delle gare, credo che in parte sia merito di Val perché è geloso di lui.
Non capisco come faccia ad essere geloso di lui, non mi passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello di farmi Val. 
Quando vedevo Seb che stavo con Nico mi ci passava eccome per la testa di farmelo. 
Ognuno ha le sue paranoie, suppongo. 
- Sai, dovremmo organizzare qualcosa con i figli tutti insieme. - Dico poi così senza rifletterci molto mentre sono al telefono con lui, mentre vado a casa a Londra dai miei. Passerò un po’ di giorni con loro, nel mezzo ci sono molti vari impegni che rimangono fra cui il gala, però comunque si può pensare alla nostra vacanza invernale. 
Da un lato mi piace l’idea di non dover diventare matti per la sua famiglia, o meglio per Hannah. 
So che le cose vanno piuttosto bene, che lei si comporta più da amica di prima, nel senso prima c’era questa sorta di obbligo da entrambe le parti dove sentivano di dover dimostrare che erano marito e moglie. Ora non c’è questo, non fingono, non ci provano.
In altre parole non ci sono più approcci sentimentali né sessuali e questo a me dà molto sollievo. 
- Vuoi dire con Emilie, Matilda, Coco e Roscoe? - risponde lui mentre fa non saprei nemmeno cosa, sento che traffica, forse porta a spasso i suoi cagnoloni. 
Io scoppio a ridere al fatto che ha associato i miei cani ai miei figli, ma in effetti ha ragione. 
- Penso che si divertirebbero un sacco, credi che ad Hannah andrebbe bene un paio di giorni di cederti le bimbe? - 
Ci pensavo da un po’, sarebbe bello poter fare qualcosa che sappia di famiglia, non le ho mai incontrate le sue figlie ma mi ha fatto vedere molte foto. Penso che mi farebbe uno strano effetto. All’inizio ero geloso ma lo ero perché l’amore che nutriva per loro era grande ed esclusivo, ora ho capito che se io fossi una donna e potessimo convivere, lui probabilmente avrebbe l’affidamento delle bambine nel tempo in cui è a casa e così faremmo una famiglia stupenda. 
Da allora vedo le cose in modo diverso.
È anche vero che siamo maturati molto sia singolarmente che come coppia. Ci è successo di tutto, nel frattempo. Un anno fa non riuscivo a pensare a me e a lui come ad una famiglia, l’idea di associare noi due a dei figli era impensabile. Ora essere padre con lui mi piacerebbe, ma so bene che è impossibile e vedo le sue figlie come una sorta di dono del cielo.
Cioè capisco le strade del Signore solo molto tempo dopo che ce le ha fatte percorrere, ma credo che tutto abbia un motivo ed un senso e forse chissà, qualcosa ha più di un senso. 
Le sue figlie lo hanno aiutato a maturare moltissimo ed è importante la sua maturazione per sé, per me, per il mondo intero, forse. 
Ma non solo, ora vedo le sue figlie come un dono anche per me, potremmo essere una famiglia.
Certo, le cose sono a dir poco complicate, ma ce la stiamo gestendo meglio di quel che pensassi, non possiamo lamentarci di come ci stiamo riuscendo. 
Possiamo separare Lewis e Sebastian piloti di F1 e rivali da Lew e Seb innamorati che stanno insieme anche al di fuori dei circuiti. Nel tempo privato riusciamo benissimo a far funzionare tutto e devo dire che è stupendo e ne vorrei di più. E so che c’è di più e se prima pensavo impossibile poter avere quello che ho ora con lui, mi  dico che forse potrei in qualche modo avere anche il resto. 
Il livello successivo. 
La famiglia.
Credo sia normale volere una famiglia con chi ami, la famiglia è come una concretizzazione del vostro amore, l’amore è astratto, una famiglia è concreta. Non so. Forse sono solo troppo romantico. 
Seb ride, meno male che riesce ad alleggerire tutto, poteva anche prendersela in qualche modo e dire di non esagerare con le richieste. 
- Penso che mi bacerebbe i piedi per la proposta di renderla una ragazza single per qualche giorno! - Dice scherzando. Io rido a mia volta, in effetti Hannah quest’anno ne ha passate abbastanza e forse una vacanza dove stacca dal mondo che ha appena visto rivoluzionarsi non è male. 
- Possiamo andare al mare, ci sono dei villaggi molto sicuri e discreti, conosco la gente giusta che se gli chiedo un posto bello e super discreto dove poter avere una casetta sulla spiaggia per qualche giorno... insomma, non ci disturberebbe e potrebbe fare in modo che nessuno ci rompa le palle... - Continuo ad esporgli l’idea come mi viene e Seb ascolta, vorrei vederlo per capire se si sta terrorizzando all’idea, ma continuo a parlare a macchinetta nervoso fino a che mi interrompe ridendo. 
- Penso che sarebbe un’idea molto bella. I nostri figli si adorerebbero. E le mie adoreranno te di sicuro! - Seb scherza ancora sui cani e poi mette il colpo di grazia finale. Boccheggio mentre la macchina che mi porta in aeroporto arriva a destinazione e aspetto a scendere. 
Così è tutto improvviso, un’ondata di emozioni mi colpiscono in pieno viso e si tramutano in lacrime. 
Una vacanza di famiglia dove poter sognare e assaggiare quello che in qualche modo, forse, il Cielo ci ha donato per vie traverse.
Vedo Hannah fra me e me come un dono, come non l’avevo mai vista. La vedevo come un’intrusa, ma credo che sia una complice ed un dono. 
- Pensi... pensi davvero? - Chiedo cercando di controllare il tono di voce. Ovviamente lo controllo male. 
- Assolutamente. - Dice lui con fermezza, lo sento sorridere. 
- Ma tu non ci avresti mai pensato, non devi accettare per farmi contento, cioè so che ti piace viziarmi e... - 
- Ascolta, - Mi interrompe deciso. - Sai che con le mie figlie non scherzo mai, non le metterei mai in mezzo solo per viziarti. Se le metto in mezzo è perché sono convinto che possa andare bene, che sia una bella cosa e perché lo voglio anche io. I miei amori tutti riuniti. Credo che sia una di quelle cose di cui non potrei mai privarmi. - 
Sorrido fra le lacrime che ora rigano le guance liberamente, l’autista mi aspetta fuori con la valigia già scaricata. Io mi copro la bocca con la mano. 
- Lascio organizzare a te, ti dico qualcosa sui giorni perché comunque voglio fare una vacanza di famiglia anche con Hannah... - Per lui è tutto normale, non si è nemmeno commosso, però penso che l’idea di far collidere i suoi due mondi gli piaccia e lo elettrizzi. A me un po’ terrorizza. Ora realizzo che potrei non piacere alle sue figlie e che non sarà facile convivere qualche giorno con la persona che amo senza sbaciucchiarlo sempre se loro guardano, ma credo che ce la possiamo fare.
Anzi, ne sono sicuro. 

Mentre sono a cena con la famiglia, penso a quello che ho chiesto a Seb e che ha accettato. 
Vivere per una sorta di nuova famiglia, la seconda, quella che ci costruiamo noi. Ci sono tanti modi di costruirsene una, non sempre li fai nascere, a volte li adotti, altre li accogli. 
Un giorno non correremo più, un giorno non saremo nessuno e potremo vivere nella casa che vorremo, come vorremo. 
Mi immagino in Svizzera perché lì davvero è tutto super tranquillo, Hannah lì vicino con la sua seconda famiglia, io e Seb, le bambine e magari ne adotteremo qualcun altro... 
Mentre sogno ad occhi aperti con i miei che parlano, nasce la consueta domanda che ogni tanto deve per forza arrivare. 
- E quindi non ti vedi con nessuna? È da molto che sei single... - Non credo che mio padre sia un ficcanaso o uno che segue il gossip, anzi, ma ci tiene a diventare nonno, questo lo so. E ci spera. Così non ho mai avuto cuore di dirgli che sono gay, che ho provato ad essere etero, ma che non è andata. 
Forse però dovrei dirglielo, ora. Perché so che un giorno io e Seb vivremo insieme ed ora le cose stanno sempre più andando bene ed in quella direzione. 
E poi forse dirgli che sono gay è ancora più facile del dirgli che sto con lui. 
- No io... - Ripenso a come mi sono sentito prima quando ho detto a Seb che volevo fare una vacanza di famiglia e a come lui ha accettato senza battere ciglio. Gli ho chiesto un enorme passo in avanti, io non sono disposto a farlo per lui?
Ma la questione è: lui vorrebbe far sapere di noi a loro? 
In un attimo l’ansia mi sale, non so cosa fare, non so cosa dovrei fare ma non ho tempo di decidere. In un attimo le decisioni che prendi cambiano la vita drasticamente ed irrimediabilmente. 
- Aspetta, non dirmi che stai con qualcuno! - Fa subito la moglie di mio padre tutta entusiasta, io guardo Nicolas spalancando gli occhi in richiesta di aiuto, ma lui è più nel panico di me e così mi stringo nelle spalle incapace di mentire a loro. Mai stato, nascondere è una cosa, ma mentire proprio... 
- Ecco sì... sono... sono innamorato, in realtà. E ricambiato. Sto con... - Tossisco e chiudo gli occhi respirando a fondo, la gola si annoda, la lingua non mi fa più dire mezza parola e così lascio che capiscano ciò che vogliono. 
- Allora cosa aspetti a presentarcela? - Prendo un respiro profondo, sono sempre più al colmo della gioia, mio padre non ci crede che gliel’ho nascosto, ma la felicità di sapere che amo qualcuno supera quella del fatto che ho nascosto qualcosa. 
E così non posso assolutamente aggravare una situazione potenzialmente terribile. 
Non l’ho mai fatto con l’intenzione di ferire qualcuno, l’ho fatto solo perché non sapevo che percorso stavo facendo, non ero sicuro di nulla, ma ora... ora Seb è disposto a presentarmi alle sue figlie e a fare una vacanza insieme. Io non lo posso rinnegare. 
Così prendo un respiro profondo, molto profondo, e guardando mio padre negli occhi mentre tengo il bordo del tavolo molto forte, dico con fermezza. 
- Papà, non era mia intenzione nascondertelo per tanto tempo, semplicemente non ho mai saputo come dirtelo, ma... ma ecco... - Chiudo gli occhi e li riapro stringendo ancora di più la presa. - Ok, sono gay. Sto con un uomo. - E non uno qualunque. 
Silenzio. Questo segna qualcosa, qualcosa che potrebbe proseguire in un autentico disastro oppure in qualcosa di meraviglioso.”

/Seb/

“Quelle cene di famiglia a cui non puoi scappare, specie nei mesi in cui non lavori. 
La prima cosa che facciamo è andare dai miei, poi aspetterò il giorno di gala, gli ultimi giorni di impegni di lavoro e poi andremo in vacanza io, Hannah e le bambine. 
Le devo ancora dire che vorrei andare con Lewis e le piccole qualche giorno al mare, ma non credo sarà un grosso problema.
La proposta di Lewis mi ha spiazzato eppure la trovo così coerente e normale che ho subito detto di sì. So che è un rischio sotto molti punti di vista, che se non stiamo attenti potrebbero vederci che ci baciamo e insomma, porci nel modo giusto con loro non è facile, no?
Sono molto pensieroso da quando mi ha chiesto questa cosa, io sono convinto di farlo, lo voglio fare. Perché è come diventare una vera famiglia. 
Rifletto su quel concetto mentre mia madre ci porta il pranzo in tavola e suddivide i piatti per tutti. 
Una di quelle cene di famiglia, eccole qua. 
Mamma, papà, io, le mie due sorelle, mio fratello, le rispettive famiglie. 
A momenti la sala dei miei non ci contiene tutti, ma una casa tiene quanto vuole i padroni. Non hanno mai voluto che gli comprassi una casa più grande e di lusso, questa è comunque una casa sufficientemente grande ed erano contenti così. È la loro casa, quella scelta da loro. Sono cresciuto con calore in un concetto di affetto ed amore sballato. 
Loro si sono sempre amati, ma non ho mai capito che cos’era l’amore, ero convinto non esistesse. Che ci fosse il fare la famiglia e che quello non fosse vero amore, ma tradizione e forse anche dovere. 
Poi l’ho fatto ed ho amato le mie due bambine, ma non ho mai amato Hannah. Eppure ci ho fatto una famiglia insieme. 
Invece è stato Lewis a farmi capire che l’amore esiste e che dura se lo vogliamo. 
E con lui sogno di avere una sorta di famiglia nostra. 
L’ho capito perché quando lui ha detto della vacanza io ho pensato ‘famiglia’. 
Ho una famiglia d’appartenenza, una famiglia che mi sono creato eppure mi sono emozionato all’idea di qualche giorno con loro. 
Forse famiglia non è una casa e dei figli. Forse famiglia è stare con chi ami in assoluto. 
Sono felice di stare con mamma, papà, Fabi, Stef e Mel. Ma mi manca Lewis. 
Non serve avere una casa in comune, un anello al dito e dei figli nati dai nostri semi e dai nostri corpi. 
Per sentirti in famiglia basta amare quella persona. 
Quando vedo la chiamata di Lewis sto pensando a tutto questo e mi viene un colpo, dovrebbe essere anche lui coi suoi. Mi aggrotto e scusandomi corro fuori a rispondere. 
Potrebbe essere successo un disastro apocalittico. È raro che mi chiami dopo un’ora di conversazione precedente, quando lui dovrebbe essere coi suoi ed io sono coi miei. 
Il cuore mi batte quasi nelle orecchie da tanto che il terrore mi attanaglia. 
Sento che piange, la prima cosa, immediata. Il suo respiro affannato. 
- L-Lew? - La paura cresce. Sbarro gli occhi come se il buio del giardino dei miei genitori potrebbe aiutarmi a vederlo, ma non c’è, non è qua. È a migliaia di chilometri di distanza. Non lo posso raggiungere. 
- Lewis ti prego parlami. - Lewis piange e respira e cerca di parlare, dopo alcuni tentativi che mi sta facendo venire un infarto e nemmeno sento i 5 gradi che ci sono fuori ed io non ho la giacca, lo sento parlare ancora sommesso. 
- Ha... ha solo detto... - Singhiozza. Mi copro la faccia con la mano mentre subito piango anche io senza sapere cosa ha detto. 
- Lewis così muoio. - 
- Ha detto che ti vuole conoscere. Vuole conoscere l’uomo che amo. - Silenzio. Guardo il telefono per capire se sia una cosa grave o meno, ma nella testa il suo pianto mi distrae. 
- Ed è... negativo? - Ancora non lo so nemmeno io. Ma lui piange.
 - Io pensavo che mi dicesse perché gliel’ho nascosto per tanto tempo e che le tradizioni, le regole e che ne so... - Lewis piange ancora. Rivelarsi a suo padre, il suo eroe, credo non sia stato facile ed improvvisamente mi immagino a farlo col mio, che è il mio eroe. Capisco come si sente anche se lui ha un altro carattere. 
- Invece vuole solo conoscere il tuo compagno? - Poi aggiungo: - Non sa che sono io? - 
- No... non so cosa fare, gli ho detto di sì e sono venuto via e mi è venuto un attacco di pianto e ti ho chiamato. Non so, credo di averlo deluso, non ha detto nulla, come può non avermi detto nulla? - 
- Lewis, vai da lui e parlagli, chiediglielo. È importante per te sapere... - Appena dico questo sento rumore di sottofondo, capisco che lo ha raggiunto qualcuno e quando penso che sia Nicolas, mi ricredo nel riconoscere la voce di suo padre. 
Mi fermo, Lewis non chiude la linea, parla con me qui e mi fa sentire, non credo ne sia consapevole. Io mi accuccio per terra, il fiato si condensa, sto congelando, ma ascolto cercando di capire bene tutto. 
- Perché sei scappato? - Chiede suo padre. 
- Io... io sono andato nel panico... - Risponde Lewis tremolante tirando su col naso. 
- E perché piangi ora? - Chiede lui sorpreso e sostenuto, quasi. 
- Ecco... penso di averti deluso, non hai detto nulla, non hai commentato, io... non era in programma di dirti tutto, ma... ma io ora sono così sicuro di lui, così felice che quando mi hai chiesto se ero innamorato ho detto sì, ma non... non potrei mai mentirti guardandoti negli occhi. Volevi conoscere una persona che non ti aspetteresti e... e così io... sai, non te l’ho nascosto consapevolmente, Cioè è solo stato tutto un casino fino ad ora, ho detto che quando sarei stato sicuro te lo avrei detto. Omettere è una cosa, mentirti un’altra. Ti ho detto che amo una persona, mi hai chiesto chi, che volevi conoscerla, non potevo dirti di no o chiedere ad un’amica di fingere di essere la mia fidanzata, non sono quel tipo di ragazzo e... e con Nicole ci ho provato, sai, ma non è andata. Sono stato anche con Nico, ma non è andata bene, ma è con lui che ho capito che sono gay, però con lui è sempre stato strano, difficile, fra alti e bassi e non sono mai stato del tutto sicuro, forse, perché c’è sempre stato lui, quello che amo ora e... - E Lewis non si smentisce mai. Parla tanto sempre, quando è agitato lo fa il doppio.
Trattengo il respiro nel cercare di capire la reazione del padre tanto che vorrei gridargli per telefono di chiudere quella ciabatta, ma finalmente succede qualcosa, un fruscio, non lo so. Finalmente Lewis si zittisce e il padre risponde. 
- Mi hai ferito? Certo che mi hai ferito. Ma non sono idiota. So che dire una cosa del genere non è facile, specie in questa famiglia. - dice piano e deciso insieme. 
- Mi dispiace, mi dispiace davvero. Io non so... è solo che la mia vita non può essere completa se tu non sai che io sono felice con questa persona, che io lo amo davvero. - Ora sono io che piango. Mi asciugo una lacrima traditrice a sentire come parla di me. 
Per me Lewis è disposto a tutto sin da quando ci siamo messi insieme, mese dopo mese me l’ha dimostrato, in estate era pronto a tutto per me e lo sperava anche. Di dover venire allo scoperto. È troppo onesto quel ragazzo. Io invece sono una faccia da poker, posso mentire davanti a tutti ed essere credibile. E forse mi odio per questo, perché non sono abbastanza degno di lui che lo dice al padre in lacrime perché non può più nasconderlo. 
- Sai, voi siete la mia famiglia, ma anche lui lo è. Perché lo amo troppo. - Conclude Lewis. Mi asciugo le lacrime copiose. Nelle cose importanti siamo sulla stessa linea ed è questo ciò che conta, questo permette a due persone che si amano di essere anche una famiglia. 
Sento di sfuggita la risposta del padre. 
- Voglio conoscerlo. - forse ha bisogno di assimilare e di sicuro non è facile per lui sapere questa cruda verità, ma sicuramente l’onestà è la base di una famiglia. 
Penso a come ho detto ad Hannah di me e Lewis e so che ho fatto bene. 
Per me Lewis è disposto a tutto, anche a dirlo al mondo intero. Non ha freni. 
Mi ama a tal punto d’aver rischiato il rapporto con suo padre, cammina su un rasoio tutt’ora. 
Ed io? Io mi limito ad averlo detto ad Hannah con la consapevolezza che avrebbe capito perché la conosco e sapevo non mi amava. 
Ho rischiato molto, certo. Ho messo Lewis al primo posto, ma non so quanto sarei stato disposto a venire allo scoperto. Se fosse uscita la storia non so cosa avrei fatto. Ho rischiato, è vero, ma non sono pronto a dire al mondo che amo Lewis Hamilton. Lui sì. Lui è pronto a dirlo che ama Sebastian Vettel. 
Così chiudo la linea e mi alzo, sto per entrare ma esce mio padre mettendomi una giacca sulle spalle con aria preoccupata per come sono uscito di casa e quanto sono stato al freddo. 
Da dentro la luce mi illumina il viso shoccato, gli occhi lucidi e rossi di pianto, mi asciugo la lacrima, prendo un respiro profondo. 
Lo fisso come se fosse un’apparizione. 
- Tutto bene, Seb? - Mi chiede. 
Così mi viene in mente quel giorno quando tutto è iniziato, quando mi disse che sono i legami la cosa più importante e che non importano le formalità e le regole. Quel che conta nella vita sono solo i legami, quelli veri, quelli per cui sei disposto a tutto. Che nella vita è questo che insegui. 
Così decido che se Lewis per me è pronto a tutto, se Lewis mi ama in questo modo enorme e disperato, anche io lo sono. Anche io sono disperatamente innamorato. 
- Papà, una volta mi hai detto che una persona vive alla ricerca del legame più importante della sua vita. - Forse non erano le esatte parole ma il senso era quello. 
Lui annuisce stupito, non immaginando cosa sta per uscire dalle mie labbra. 
- E so quanto conta la famiglia per te. Ed io penso che famiglia sia chi ami e chi vive le cose importanti nello stesso modo in cui le vivi tu. - Papà capisce subito che c’è qualcosa di strano, che c’è una solennità in quello che dico, forse perché stavo piangendo e lo capisce dalla mia voce e dai miei occhi. 
- Cosa stai cercando di dirmi? - 
- Sto cercando di dirti che io ed Hannah siamo separati in casa e che siamo rimasti amici e conviventi, ma ci siamo sposati per darle una garanzia per sempre, per le bambine, perché è giusto così. - Spiego calmo e fermo, gli occhi dritti nei suoi. Lui si aggrotta e si irrigidisce, poi piega la testa di lato. 
- Cosa? - Annuisco. 
- Ho trovato quel legame, papà. Il legame inseguito da una vita. Quello che mi ha fatto dire che l’amore esiste. - Silenzio. Lui mi fissa incredulo, incapace di accettarlo anche se glielo sto dicendo nel modo più mite e semplice del mondo, senza troppi fronzoli ma nemmeno in modo troppo freddo. 
Anche se forse, alla fine, c’è solo un modo per dire ad uno come mio padre una cosa simile. 
- Sebastian, che diavolo... - 
- Sono innamorato di un uomo. E sto con lui da molto. Mi dispiace averti mentito, pensavo che la cosa più importante per un uomo fosse fare una famiglia e che ci fosse solo quella famiglia. - dico indicando l’interno per intendere Hannah, una moglie, e le mie figlie. - Ma la verità è che la famiglia è anche le persone che ami e che vedono le cose importanti come le vedi tu. E lui è la mia famiglia, insieme alle mie piccole. - A questo lui sta per reagire e sicuramente lo farà male, ma prima voglio puntualizzare. - non abbandonerò mai Hannah e le piccole e non voglio venire allo scoperto. Nessuno scandalo. Però dovevo dirtelo perché lo amo troppo ed amo anche voi. E siete tutti la mia famiglia. - Così questo è il giorno in cui si cresce.
C’è sempre un livello successivo, Seb. Sempre. Ed io e Lewis penso che li conquisteremo tutti piano piano.”