*La situazione è molto critica, Seb ha deciso di dire tutto a suo padre il quale ha avuto una pessima reazione ed ora si trova alle prese con un'intera famiglia che sa la verità su chi ama realmente. Ma Seb ha molta fiducia in loro, specie in suo padre, e decide di giocarsi il tutto per tutto facendogli vedere chi è l'uomo di cui si è tanto innamorato sperando che suo padre sia colpito dall'enorme fiducia che ripone in lui portandoglielo a casa. Nella vita reale non sempre queste situazioni vanno così, a volte sono più facili, altre più difficili, ma sono sicura che comunque è una delle tante realtà là fuori. Ovviamente questa è una fanfiction, perciò non rispecchia la realtà di Seb e Lewis. Buona lettura. Baci Akane*
97. RISCHIARE TUTTO PER UN MOMENTO
/Seb/
“Non sono convinto che mi aspettassi questo casino.
Sinceramente pensavo sarebbero stati quelli di Lewis a fargli piazzate, invece è successo qua.
Quando mio padre è rientrato io ero ancora fuori e non mi aveva detto nulla, era livido e sotto shock.
L’ho sentito dire ad Hannah ‘e a te sta bene davvero?’
Hannah ha capito subito, io ero ancora fuori, ho chiuso gli occhi pensando che no, non me lo meritavo. Né io né lei.
Non so cosa ha detto lei, ma mia madre ha risposto ‘cosa’ ed allora lui, davanti a tutti, per fortuna no alle bambine che erano già altrove a giocare, ha detto:
‘Nostro figlio è frocio e sta con un uomo, lei lo sa e a quanto pare le sta bene. Ti sta bene davvero?’
Ma forse, in realtà, questa era la reazione più sensata visto che si dice che i tedeschi sono fatti con un certo stampino.
Vorrei prendere ed andare a Londra da Lewis che ora sta avendo forse un’epifania col padre, ma ovviamente sono uomo ed entro, lo guardo negli occhi dritto dritto, mani ai fianchi, aria dura e rigida, ignoro gli altri che mi fissano shoccati, il silenzio generale è quasi sacro, ora.
- Sai una cosa? Anche se stai avendo una reazione di merda, io mi fido di te. E lo porterò a cena qua fra qualche giorno. E quando lo vedrai saprai perché ti dico che mi fido di te. Perché quando saprai chi è, lui avrà tutto da perderci nel farvi sapere che è lui la persona che amo. Ma mi fido di te e di tutti quelli qua dentro. Quando vedrai chi è, capirai QUANTO mi fido di te presentandotelo. -
Premo su queste parole e poi mi fermo perché vedo mia madre portarsi le mani alla bocca e piangere, io mi sgonfio, mi strofino il viso e poi allargo le braccia.
- Perdonatemi se potete. Non sono scelte di vita. Voglio che lo sappiate. Si tratta di essere chi siamo. Io sono questo, ora mi potete vedere. Ho eliminato quel muro, spero che questo possa essere apprezzato. -
Poi mi rivolgo ad Hannah che in tutto questo è rimasta in silenzio e perfetta come sempre.
- Forse è meglio che andiamo, vado a preparare le bambine... - Lei annuisce e si alza contenta di poter evaporare.
- Vado io non preoccuparti. - Perché penso non voglia rispondere a mio padre, che non sappia nemmeno ancora cosa dire. Sicuramente la vacanza da sola l’apprezzerà molto.
Hannah sparisce ed io sospiro guardando mio fratello e le mie sorelle, rispettivi consorti che conosco da molto ormai, di cui non so se posso davvero fidarmi.
Eppure serviva un enorme atto di fede e non so se Lewis è davvero disposto a questo, un conto è dirlo ai suoi, un conto a loro.
Però per me famiglia è tutto questo.
E se voglio che lui sia la mia, anzi... se lui è la mia, se anche lui è la mia famiglia, devo lottare per farlo entrare.
Sono tutti shoccati tranne mia sorella Stefanie, non so perché ma lei sembra quasi soddisfatta. Forse è quella che mi conosceva meglio.
Dopo di questo vedo mia madre andarsene in cucina piangendo, io sospiro e scuoto la testa, poi la seguo. Nessuno ci viene dietro. Chiudo la porta alle mie spalle e mi aspetto una sceneggiata, ma lei piangendo si gira verso di me sapendo che sono io.
Sono a debita distanza perché è come se dentro di me non mi ritenessi più degno di lei, anche se razionalmente so che non è così. È che con mia madre ho sempre avuto un certo rapporto, se mi sono messo con Hannah ed ho fatto dei figli è per lei, poi sono contento di averle avute, ma in realtà è sempre stato per lei. Lei lo voleva e ci teneva e io volevo farla contenta. Ed ora forse l’ho appena delusa così tanto che non mi guarderà più.
Ma quando lo fa trattengo il fiato, prende dei respiri e poi mi chiede:
- Lo ami al punto da rischiare tutto quello che hai oggi? - so che si riferisce alla carriera, alla mia immagine pubblica, alla fama che ho, al lavoro della mia vita che è il sogno più grande ed importante. Perché se si venisse a sapere che sto con Lewis non è detto che alla Ferrari andrebbe bene, hanno certi veti e regole che si sanno...
E poi ovviamente si riferisce alla famiglia che sta qua, al mio posto al suo interno, ai sentimenti che potrebbero cambiare, perché purtroppo succede anche questo a volte.
Che quando sai con chi vai a letto o chi ami, gli altri non ti stimano più.
Il rischio che ho corso, che corro ora, è enorme. Ma Lewis l’ha fatto, Lewis lo sta correndo a sua volta e non lo farò correre da solo. Tutti i suoi rischi sono i miei.
Saliamo entrambi su delle macchine che vanno a velocità folli, partiamo insieme ed arriviamo insieme, quando uno non esce prima.
Però i rischi sono sempre gli stessi e sarà così per sempre.
Al momento di rispondere, la voce non mi esce perché il nodo esplode.
Ho impostato la mia vita per far felice mia madre più che potevo, oltre che me.
Ed oggi sto qua a rischiare di perdere tutto per una sola persona.
Se lo amo fino a questo punto?
Le lacrime che mi scendono di nuovo, rispondono forse a questa sua domanda.
Provo a parlare ma smetto di tentare e faccio un sorriso rassegnato ed ovvio alzando le spalle.
- Dunque sei così felice con lui? - dopo altri tentativi mentre questo nodo esploso continua ad uscire, annuisco.
- Non sono mai stato così felice in vita mia. - Così a questo punto lei mi abbraccia e quando lo fa, quando sento le sue braccia intorno al mio corpo, mi abbandono a lei tornando piccolo, indifeso, ingenuo e forse innocente.
Sono ancora quella persona che vuole solo farla felice, ma ora nella mia vita c’è un altro che voglio fare felice. Anzi, altri.
Le mie figlie, mia madre ma anche Lewis.
Farò di tutto per tutti, ma non metterò mai da parte Lewis. Questa è la scelta solenne che prendo oggi mentre capisco che non serve un anello al dito ed un foglio firmato in comune per essere sposati.
- Se tu sei felice, io sono felice, figlio mio. Solo mi dispiace che tu me l’abbia detto solo ora. - annuisco.
- Perdonami. - In realtà vorrei dirle che prima di ora era tutto un casino con Lewis, che la storia è complicata e non è facile arrivare al livello di rischiare tutto così. Però ci sarà tempo e quando lo vedrà, quando vedrà che è lui, capirà da sola.
È incredibile come nella vita ci sia sempre un punto da cui rinascere.
Questi giorni separati sono stati i più duri della nostra vita.
Abbiamo entrambi dovuto tener duro fino al gala, la sera in cui sapevamo che ci saremmo rivisti. Quest’anno non c’è Nico fra le palle finalmente e tutto va ancora meglio.
Che sia a Parigi poi rende le cose migliori perché dopo la serata noiosa come al solito, io e lui possiamo andarcene in giro per una delle città più belle e romantiche del mondo.
Sotto Natale, Parigi è incantevole più che mai e quest’anno fa un freddo assurdo, forse nevicherà. Ricordo il gala dell’anno scorso. In un anno quante cose sono ancora cambiate? Quante ne cambiano sempre con noi?
La passeggiata lungo la Senna da cui da un lato c’è la magnificenza della Torre Eiffel e dall’altra Notre Dame, la percorriamo tenendoci per mano. Tanto imbacuccati come siamo nessuno ci riconoscerebbe comunque ed in ogni caso, dopo tutti i rischi corsi nell’arco di qualche mese, mi sembra assurdo stare ancora a pensare tanto a queste cose.
Ovviamente non andrò mai ad un GP tenendolo per mano come ora, ma lì è diverso. Questo è un altro contesto, è il contesto di Seb e Lew innamorati, non di Sebastian e Lewis piloti.
- Sei sicuro di volerlo fare? È vero che mio padre ti vuole conoscere ma non sei tenuto a farlo... cioè sono contento se vuoi arrivare a quel livello e presentarci ai rispettivi parenti, eh? Però so che non è facile ed è rischioso e non voglio chiederti niente. Io l’ho detto a mio padre perché... - Lewis riprende a parlarmi spiegando ciò che già so, io alzo le spalle ed annuisco guardando sempre un posto più bello dell’altro mentre cammino.
- Siamo privilegiati, Lewis. Possiamo trovare sempre delle fughe, delle scappatoie. Se qualcosa andrà male troveremo una soluzione, avremo sempre un piano B e i soldi per realizzarlo. A me basta averti vicino, posso realizzare qualsiasi piano, fare qualsiasi cambiamento, purché tu lo faccia con me. Che ne dici? - Ovviamente non la volevo mettere in modo così eroico e romantico, ma Parigi di notte a Natale non aiuta a dire qualcosa di meno tenero.
Lewis mi tira la mano e mi fa fermare, mi guarda negli occhi e mi carezza la guancia con un che di adulto e sicuro, mi guarda con dolcezza e questa volta niente lacrime, perché siamo alla fase successiva. Quella in cui siamo pronti a tutto e ci aspettiamo di tutto.
- Dico che è meraviglioso e che sono con te sempre, lo sai. -
Così sorrido sorpreso di come si cambia. Di come io posso essere romantico ed incosciente e lui sereno e sicuro.
Ci baciamo consapevoli che all’aperto c’è sempre il rischio di essere visti, ma lo voglio fare per dimostrare che sono con lui al cento percento e che le mie non sono solo parole.
Lo amo troppo, spero che lui lo senta. Ma sono sicuro di sì.”
/Lew/
“Decidiamo di partire subito col botto visto che a quanto pare con mio padre è diventata la situazione più facile.
Io e Seb andiamo a cena dai suoi genitori e per l’occasione ha chiesto se poteva essere una cosa informale fra noi e i suoi, nessun fratello, sorella e rispettivi consorti o altro.
È un compromesso accettabile per tutti anche se è ovvio che poi anche gli altri sapranno che sono io.
Da un lato ho paura che possa trapelare, non li conosco bene e non so quanto posso fidarmi, dall’altro mi fido di Seb e come dice lui, se gli va bene, andrà bene anche a me.
Quando siamo davanti alla porta siamo io e lui, mano nella mano. Prendiamo un bel respiro profondo che si condensa per il freddo, ci guardiamo solenni e terrorizzati come due bambini che hanno appena combinato un danno, poi Seb con le chiavi di casa sua si decide e varca la soglia con me dietro.
Le mani sempre allacciate senza guanti a sentire nonostante il freddo. Sentire noi.
La presenza uno dell’altro.
Sicuramente è più difficile per lui che per me, ora.
Non oso immaginare come si sente anche se ci provo e so che è spaventato da matti, ma sono molto fiero di lui e del passo che sta facendo.
È una persona meravigliosa e merita di essere felice e capito.
Prima di annunciarsi trattiene il respiro e ascolta l’aria, poi siccome c’è silenzio mi guarda e poi chiama:
- Mamma, papà, sono a casa! -
Per un momento penso di essere sul set di quei film ‘ti presento i miei’, ma poi niente, la paura lascia il posto alla scarica trasmessa dalla mano di Seb che a momenti stacca la mia.
È così vulnerabile in questo momento, così diverso da quello che è sempre.
- Siamo qua! - La voce arriva da un punto imprecisato che penso lui abbia individuato.
Prima di andare Seb cerca ancora i miei occhio, io sorrido dolcemente e annuisco.
- Andiamo. - Sussurro stringendo la mano. Non sono così sicuro che andrà tutto bene, ma siamo qua insieme e possiamo solo andare avanti.
Seb annuisce, gli occhi gli tremano come la mano che stringe la mia, ma si fa forza, perché lui è forte, è molto forte, e così si addentra in casa.
Mi conduce in una cucina dove la madre è rivolta ai fornelli e sta preparando un caffè, mentre il padre è seduto al tavolo, le mani giunte in vista, la posizione rigida e l’aria seria, corrucciata.
Quando ci riveliamo vedo chiaramente gli occhi dell’uomo come quelli di Seb farsi cupi e poi strabuzzare nel riconoscermi.
Stringiamo ancora le nostre mani.
- Che scherzo è questo? - Chiede borbottando fissandolo dritto negli occhi. Seb sta fermo e regge alla perfezione uno sguardo che io non potrei mai. La madre si gira e mi vede, lei meravigliata fa un passo indietro e poi si mette la mano sulla bocca.
- Oh mio Dio sei tu! - C’è un momento di stallo dove nessuno dei due forse respira e anzi nessuno dei quattro. Io sono qua solo per metterci la faccia in senso letterale e per sostenere Seb e per un momento penso mi rompa la mano davvero, ma non mollo.
- Ecco... - Fa lei trovando la voce di nuovo per prima. - Ecco perché vedendolo avremmo capito quanto è importante per te... - Penso si riferisca ad un dialogo che hanno avuto, Seb mi ha detto ma in questo momento è tutto tabula rasa.
Seb annuisce, guardo il suo profilo, il mento alzato. Annuisce. Gli occhi sbarrati sono lucidi e penso in procinto di piangere, ma credo aspetti la reazione del padre.
Seb che piange davanti ai genitori non penso che era una cosa che avrei mai pensato di vedere.
Ho incontrato il padre nei circuiti ogni tanto perché bazzica quando là e me lo ha presentato, ma sono state cose fugaci e veloci, così come lui ha conosciuto il mio in modo informale.
È tutto così diverso, ora, e forse il cielo cadrà prima che uno dei due uomini parli per primo.
Ma ecco, finalmente.
Il padre si alza in piedi, è rigido e cammina piano. La madre non si muove e guarda la situazione come me, ma non lascio la mano di Seb mentre lui viene da noi. Si ferma davanti a lui, anche se guarda me un’ultima volta, come per assicurarsi che non sia un brutto scherzo davvero.
E penso che da come gli occhi di Seb sono pieni di lacrime, capisce che è tutto vero, che sono io quella persona speciale.
La sua persona. Quello che lui ama.
- Vi amate al punto da rischiare tutto quello che avete conquistato con fatica fino ad ora? Avete il mondo in mano, siete in cima a tutto. E voi rischiate tutto per... per cosa? - Improvvisamente ci crede anche se non capisce, non capisce perché Seb abbia voluto dirglielo e rischiare.
Non so che risposta darà Seb, ma so che ancora mi stringe incredibilmente la mano.
Poi, finalmente, risponde. Il suo tono è fermo e deciso e anche solenne in un certo senso. E non abbassa il mento, non batte le palpebre.
- Per amore. Perché se un amore non è condiviso, non è completo. Ed io lo voglio condividere con chi amo davvero. Sono sicuro, sono pronto. Non mi deluderete. - Ma non ne è sicuro da come mi stringe la mano.
Forse è così spaventato, dentro di sé, mentre per avanti sembra sicuro e risoluto.
Ho molto da imparare e sicuramente lo farò.
A questo punto è lui a vacillare, i suoi occhi azzurri come quelli di Seb si riempiono di lacrime che non nasconde e non soffoca.
In questo lo abbraccia, finalmente, facendo pace solo ora con lui.
Seb lascia la mia mano per abbracciarlo a sua volta e sicuramente era impreparato a questa reazione. Alla fine l’amore ha fatto breccia.
Questa è una prova enorme ed aveva ragione Seb che solo mostrandomi a loro avrebbero capito quanto si fidava e quanto per lui era importante, perché poteva tenere nascosta la mia identità ma forse si sarebbe rotto qualcosa fra loro.
Ora stiamo rischiando davvero tutto quello per cui abbiamo lottato per anni, ed è davvero tanto quello che abbiamo oggi, ma credo che valga la pena per quest’enorme emozione potente che ci sta investendo.
Niente, piango anche io, ma che lo dico a fare?
Guardo lei che fa altrettanto, così seguo l’impulso e l’abbraccio io anche se non ci siamo mai visti e forse è strano e assurdo, ma chi se ne frega. Non capisco un cazzo in questo momento e mi sta bene così. Nemmeno lei capisce e ricambia l’abbraccio.
È tutto così dannatamente perfetto, in questo momento.
Il caffè sale ed esce sul fornello, un caffè all’italiana per un patito dell’Italia. Non è la nostra priorità al momento questo aroma bruciato che si spande nell’aria.
È uno di quegli attimi per cui vale la pena rischiare tutto e non sono pentito di averlo accompagnato in questo folle viaggio rischioso.
Dopo oggi ci sentiremo più completi e vicini ed io non vedo l’ora che arrivi domani.
A casa mia la situazione è stata più facile, mio padre ha un approccio diverso alle cose, sono due uomini molto diversi anche se simili per il senso del dovere trasmesso a noi figli.
Quando sono entrato in casa ridevo per una battuta demente che Seb mi aveva detto, pensavo di spezzarmi un secondo prima, quello dopo ridevo.
Il grande potere di Seb, un potere che a volte gli invidio.
Vederci interagire così ha reso tutto più facile e mio padre ha accettato che era lui, proprio lui fra tutti. Forse avrebbe preferito un altro, se proprio un pilota, ma alla fine Seb lo ha conquistato in quattro minuti.
Quello è il suo secondo potere. Farsi adorare da tutti. Ha questa capacità che gli invidio, ma dice che ce l’ho anche io.
Penso che a volte le cose si sistemino da sole senza che tu fai molto, però l’input quello sì che serve. Ed io ora credo che chi ha detto che siamo noi i fautori del nostro destino, sapeva molto bene ciò che diceva. Io e lui non stiamo avendo la storia della nostra vita perché è facile, la stiamo avendo perché è difficile ma ci stiamo impegnando ed ora, in questo momento, mentre vedo mio padre e Seb parlare e scherzare insieme, capisco che supereremo tutto il resto, qualunque cosa sarà da qui in poi ancora.
Da oggi non ho più paura.”