*Seb supera uno ad uno i suoi ostacoli e riesce a migliorarsi come uomo e come pilota, ma Lewis non può essere da meno, perché di ostacoli ne ha anche lui ed uno di questi è bello grande. Si chiama Nico, il suo ostacolo, e non è facile superarlo, ma per Seb si deciderà finalmente a provarci. Ci riuscirà? Quale sarà il risultato? Nella realtà, in quel 2018, Lewis dopo una gara vinta ha rifiutato davvero di essere intervistato da Nico ed è sempre vero che per la prima parte del campionato tutte le volte che ad una gara c'era Nico o che gli si avvicinava per qualche motivo, lui poi faceva una gara orribile. La fic avrebbe dovuto avere 100 capitoli (perchè mi piacciono i numeri tondi), ma ricorreggendola per pubblicarla mi sono resa conto che avevo scritto male i numeri ed alla fine risultano 101. Pazienza! Buona lettura. Baci Akane*
99. L’OMBRA
/Seb/
“Lui e le sue foto provocanti, lo fa apposta.
Magari è da un po’ che non riusciamo a stare insieme come si deve e così invece di chiedermi quando mi dedico a lui, comincia a farsi foto mezzo nudo e a metterle sul suo profilo.
Io non ho Instagram e mai lo avrò, ma ho un profilo segreto esclusivamente per seguire il suo e le cose che mette e lui lo sa perché mi ha aiutato ad aprirlo.
Sebbene la stagione quest’anno verta su alti e bassi, la prima parte noi della Ferrari ci sentiamo forti e riusciamo ad essere in testa in alcune occasioni, così diciamo che anche se ci sono problemi interni nel nostro team, il fatto che in qualche modo vinciamo e riusciamo ad andare bene ci fa chiudere gli occhi su cose che in realtà andrebbero sistemate.
Non ho mai avuto un pacchetto completamente forte da quando solo alla Ferrari, ma ci tengo lo stesso troppo per mille motivi e quindi do tutto quello che ho consapevole che ci mancano molte cose per essere al livello della Mercedes. Cioè sembriamo competitivi nei loro confronti, ma io so che siamo su un filo d’acrobata e che è un soffio per cadere e non è una di quelle cadute da cui ti rialzi subito.
Fingiamo tutti che vada tutto bene, a parte Kimi che dà frecciatine senza problemi perché anche lui ha troppe esperienza in F1 per non sapere che ci sono dei buchi qua dietro che non tapperemo sempre.
Il team è giovane ed inesperto in alcuni settori e le strategie spesso sono sul filo della follia e a volte non sappiamo perché funzionano.
Io poi faccio del mio meglio, ma fra la cagata pazzesca e la gara perfetta a volte è un attimo e mi prendo le mie colpe.
Quest’anno dal punto di vista sportivo va meglio degli altri anni e non si discute, io sono molto più concentrato e motivato e sono anche più lucido e libero in un certo senso.
Quando ne parlo con Lewis me lo dice senza mezzi termini.
- La Ferrari è la stessa, cambiano dettagli del motore e del team magari, ma sostanzialmente è sempre la stessa solfa. Quello che è diverso sei tu. È vero che a volte fai qualche cazzata che potresti evitarti, ma è anche vero che stai facendo moltissime gare perfette. Non eri così a fuoco dai tempi della RedBull. - Lo so perché me lo dice e sorrido radioso. So che lo pensa davvero o non me lo direbbe.
- Anche l’anno scorso non è andata male... - Sottolineo. L’anno scorso sono andato in montagna a sfatare il tabù sci ed ho fatto pace con le mie paure che mi frenavano ed infatti ho corso molto meglio e la prima parte è andata benone.
Quest’anno siamo ancora nella ‘prima parte’ e stiamo sempre andando bene, ma credo che Lewis sia abbastanza obiettivo quando dice che sono più a fuoco dell’anno scorso.
- Sì però quest’anno sei proprio... non so, mentalmente più libero e più sicuro forse. Non so. O magari anche più entusiasta, te la godi di più. Sai l’anno scorso c’erano anche tanti problemi fra di noi che quest’anno non abbiamo e non voglio dirlo troppo forte, ma stiamo andando molto bene e magari incide. - Capisco il suo giro infinito tipico di parole e come mio solito sintetizzo.
- Posso concentrarmi unicamente sulle corse e godere quando ci sono cose che funzionano. Evito di appesantirmi troppo di quelle che non vanno, perché ce ne sono ancora... - Non lo dirò mai ad alta voce, ma Maurizio non è adatto al ruolo.
Cioè io lo adoro e lui adora me, mi sostiene e fa del suo meglio, ma gli manca qualcosa.
Gli manca il cinismo di Toto. Toto ha un gran cuore e molta passione ma sa fare quello che va fatto anche se a volte sembra un insensibile.
A Maurizio manca quello.
- E soprattutto non hai paura per noi! -
Le sue dita sfiorano il bracciale che indosso anche con la tuta e durante le corse.
L’ha notato che lo metto anche quando corro. Giro il capo verso di lui e gli sorrido mentre si allunga verso di me come un gatto sinuoso e mi dà un bacio che accolgo volentieri.
A volte mi chiedo cosa potrebbe oscurare questo momento perfetto, però so che ci può sempre stare qualcosa e quindi evito di ripetermelo che sono felice con lui.
A rispondere alla mia domanda arriva uno di quei GP dove il caro dolce Nico decide di rompere le palle e sebbene io sappia sorridere, parlargli e scherzarci come niente fosse perché a quanto pare ho la faccia da poker, Lewis non ci riesce.
Tutte le volte che quest’anno la faccia di cazzo fa la sua apparizione, lui fa una gara di merda e a volte pure io per par condicio.
O meglio.
Perché odio vedere ancora quanto cazzo di potere ha quel demente sul mio ragazzo.
Cerco di far finta di nulla e scherzarci e visto che per Lewis è tanto difficile averci a che fare, cerco di farlo al suo posto. Come se interagire io con Nico valesse per lui, come se farlo io significa che lo fa pure lui.
Non è che si evitano, a quanto pare non possono perché Nico fa l’inviato per qualche televisione e quindi ogni tanto finisce a fare incursioni nelle gare e fa delle interviste sul suo canale youtube. Cioè non so, non ho mai visto e non intendo farlo, ma quando vedo che Lewis guarda gli tolgo il telefono e glielo tiro sul letto seccato.
Lewis mi guarda meravigliato del mio gesto di stizza.
- E allora? - chiede lui sorpreso.
- E allora tu! - Sbotto senza tirarmi indietro, con la pressione che sale vertiginosamente. - E va bene una e va bene due ma quanto andrai avanti così? - Lewis rimane in piedi in mezzo alla camera a guardarmi come se fossi impazzito.
- Ma di cosa parli? -
- Non ci provare! - Dico arrabbiato. Da un lato non volevo questo, però visto che non la pianta devo farlo o non la smetterà. - Non è possibile, e sottolineo NON È POSSIBILE, che Nico abbia ancora tutto questo potere su di te! - continuo sulla stessa linea dura mentre mi sale sempre più il sangue al cervello e mi odio per questo, ma al tempo stesso ormai non posso più trattenermi.
Mi ero detto di non farlo, di avere pazienza, di capire ancora ma non ci riesco più.
Ogni volta che Lewis ha una brutta gara c’è Nico nei paraggi. Sempre.
Inizio a spogliarmi con gesti secchi mentre lui recupera il telefono ma non lo guarda, lo posa sul comodino e si spoglia piano con cautela, sorpreso dal mio scoppio che naturalmente non si aspettava.
- Non capisco di cosa parli, non ha alcun potere. - Cerca di negare l’evidenza e così sono costretto ad essere più duro e specifico. In boxer mi siedo sul letto dalla mia parte e mi giro a guardarlo.
- Lo ha invece visto che hai gare di merda ogni volta che lui arriva e che sei intrattabile ed eviti pure me, cazzo! Come se ancora stessi con lui e cercassi di nascondergli che stiamo insieme. Lo sa ormai! -
Lewis non viene dalla mia parte, si mette una maglietta larga per dormire capendo che stasera niente sesso, ma dal tono tremolante ed incerto so che ha capito cosa dico.
- Esageri, sono coincidenze. E poi è ovvio che non mi piaccia averlo intorno e che mi innervosisce. È il mio ex e non solo, ci siamo lasciati male... insomma, la storia la conosci bene, non posso essere io a dirti che per me non è facile... - Ma non lo faccio finire perché esasperato scoppio alzandomi in piedi e con la testa che letteralmente esplode, mi volto verso di lui e prendendomi il capo con le mani allargo poi le braccia con un gesto plateale:
- E come diavolo pensi che mi senta io invece? - Scoppio quasi urlando. Lui sta fermo immobile e zitto, pallido, incapace di reagire. Non voglio urlargli, spaventarlo e fargli pressioni, ma io ora davvero sono al completo. - A vederti cedere e comportarti come prima, come se non vi foste mai lasciati, come se noi non stessimo insieme! Come pensi che mi senta a vedere coi miei occhi quanto ti turba? Non se ne andrà mai più via da te, sarà sempre un’ombra fra noi, sempre. Quando lui c’è tu non mi guardi negli occhi perché sai che leggerei il tuo turbamento e ti senti in colpa per questo. Quella è un’ombra fra noi che non ci deve essere e che a me manda in bestia. A me fa soffrire come un cane ma cerco di avere pazienza perché mi hai promesso che l’avresti superato. Ma quando sarà? Quando io non ne potrò più? Beh la notizia è che non ne posso già più! - Con questo mi giro ed esco sul terrazzo in boxer come sono. Per fortuna qua fa caldo e quindi non ci sono grossi problemi anche se sto così.
L’aria notturna è meno rovente di quella giornaliera e così riesco a respirare profondamente e a trovare un vago sollievo, mentre mi appoggio alla ringhiera coi gomiti.
Il paesaggio toglie il fiato in questa splendida città piena di luci che pare non dormire mai.
Il rumore della porta di vetro a soffietto che si apre mi fa capire che lui mi raggiunge e mi mette una felpa sulle spalle, per poi appoggiarsi vicino a me. La testa continua a battere i tamburi di guerra mentre vorrei cancellare Nico dal mondo.
- Mi vedi che gli parlo e ci scherzo davanti a tutti lo stesso. - Dico più calmo ma ancora sostenuto.
Lewis dal mio fianco si appoggia dietro di me, mette le mani sulle spalle, si appoggia alla mia schiena col suo corpo e mi bacia la porzione di pelle scoperta. Questo mi fa più brividi dell’arietta notturna. Cerco di non cedere.
- Scusami. - Dice.
- Hai voluto che condividessi i miei stati d’animo, ma sapevo che questo non ti sarebbe piaciuto. E capisco che è difficile per te, ma io non... non ne posso più. Non voglio un’ombra fra noi, Lewis. Ti chiedo di... - Esito, la voce si spezza e stringo gli occhi chinandomi in avanti, premo la fronte sulla ringhiera, fra le mani che ora stringono. - Ti chiedo di impegnarti di più in questa cosa. Non so come, ma ti prego, Lewis. Ti prego. Ne ho bisogno. -
Me lo ripeto mentre le sue braccia dolcemente mi abbracciano da dietro intorno al torace ed io mi rilasso insieme a lui ed alle sue carezze, ai suoi baci e alla felpa che scivola a terra come se fosse mai stata messa.
La sua maglietta disturba il nostro contatto mentre aderisce completamente su di me, i brividi comunque partono dalla nuca dove le sue labbra carnose e morbide mi baciano fra uno scusa e l’altro. Le sue dita sulla mia pelle, sul petto, sui capezzoli, sul ventre. Niente di sessuale sebbene vorrei morire in lui, ma mi costringo a non cedere per non cancellare questo impegno che voglio si prenda davvero solennemente.
- Non me ne ero reso conto. Sono egoista. Non perché non ti amo, è solo che Nico ha scavato in me in tanti modi e... e quando togli dei chiodi il buco resta e... e lui è stato un chiodo difficile da togliere. -
- Ma l’hai tolto davvero? - Chiedo agganciandomi al suo paragone, girando appena la testa verso di lui, ma rimanendo in questa posizione di spalle a lui.
Le sue braccia stringono la presa e le sue dita affondano nella mia carne, i nostri occhi si incrociano vicini alla penombra dell’esterno, ma vedo il suo enorme turbamento e la ferita che gli lascia questa domanda. Ma penso che solo così possa capire come sto davvero.
- Come puoi dubitarne? -
- Se Nico è il tuo punto debole, lo è anche il mio. - Sussurro sulla sua bocca indeciso se dargli sollievo o se tenerlo così. La sua mano dal mio petto arriva sulla mia guancia, trema come se ora l’incombenza fossi io e convincermi.
- Ho sbagliato a tirarla lunga con lui e ad evitarlo e basta, ma ti giuro Seby. Non voglio che tu pensi che lui sia fra noi. - Le labbra mi tremano come la mia voce, mentre mi denudo a lui non solo letteralmente ma anche figurativamente.
- Allora dimostramelo perché in questo momento ne ho bisogno. -
Di notte dormiamo abbracciati, lo accetto sul mio petto mentre si accoccola, ma non ho voluto baci e sesso. Mi sono messo un pigiama e non ho voluto altri contatti.
Non è facile per nessuno, ma è ora di spingerlo un po’ perché se continuo a fargli fare come vuole, credo che non andremo da nessuna parte ed io so che ce la può fare.
Ne ho bisogno.
Quando lo vedo nel paddock domenica prima della sfilata dei piloti e con un microfono in mano, mi chiedo se posso rispondere alle sue domande davanti al mondo chiedendogli di non tornare più a spalmare la sua faccia di merda davanti a tutti e soprattutto a Lewis, ma mi limito a scherzare con lui con la mia solita faccia tosta e a fingermi suo amico.
Non mi piace fare questa parte e non è affatto facile, ma se mi mostrassi apertamente ostico punterei tutti i riflettori su di noi ed è esattamente quello che non voglio. Se lo faccio io magari Lewis trova il coraggio di farlo a sua volta, capisce che è possibile, che si può fare. Non gli dai brecce in cui affondare ancora. il sorriso ed il gioco è uno scudo perfetto. Non dico che lui debba farlo, ma lasciare che lo turbi in questo modo è assurdo e vorrei che vedesse che se io, e dico io, riesco a parlarci e a sorridergli e stringergli la mano mentre vorrei solo mordergliela, perché lui no?
Lo faccio anche per la mia pace personale e anche per la sua. Va tutto bene, non ci sono scoop su questo fronte, passiamo a qualcun altro che faccia più notizia.
Come Lewis per esempio, che si rifiuta di rispondere alle sue domande.
Quando sento la notizia, mi viene un colpo e quasi non ci credo.
Vorrei correre da lui per guardarlo e chiedere se è vero, ma non è uno di quei momenti in cui posso farlo.
È solo una notizia che corre.
Lewis si è rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda di Nico in uno dei momenti in cui lui dovrebbe porne. Né prima della gara, dunque, né dopo. Né in pista né sul podio. Mai.
A questa voce, confermata da Britta, mi viene un bel colpo ed è anche peggio quando vedo che vince nonostante il pagliaccio sia qua e quest’anno quando lui c’era Lewis non aveva mai vinto.
Il colpo che mi viene, ovviamente, è positivo e sono felice da matti, anche se non so come interpretarlo.
In un secondo momento mi rendo conto che sembra l’ennesimo scappare da lui, ma il fatto che questa volta faccia una grande gara mi fa capire che invece ha trovato il modo di non farsi turbare ed influenzare dallo stronzo per eccellenza.
Credo insomma. Se fossi libero di andare da lui potei capirlo meglio, e poi avrei, non so, fretta di far pace col mio ragazzo come si deve e scoparlo come ieri non ho potuto fare.
Sì insomma, è un’idea!”
/Lew/
“Sai, quelle scosse terribili che quando tocchi ti attraversano tutto il corpo dalla testa ai piedi. Quelle scosse che poi ti scombinano le molecole del tuo corpo e ti lasciano completamente diverso da prima, in subbuglio, rivoluzionato e tu sei lì coi postumi di un incidente di proporzioni epiche e ti rendi conto, guardandoti allo specchio, che lui ha ragione, cazzo.
Dopo lo scoppio di Seb sono rimasto shoccato e come in un sogno per un po’.
Lui c’era sempre, non mi ha abbandonato, non mi ha lasciato, però era lontano, era chiuso in sé stesso e anche se mi ha mostrato il suo dolore, non ha voluto condividerlo con me perché non potevo fare nulla.
Non era un dolore che potevo cancellare in quel momento con qualche bacio.
Non ha voluto fare l’amore.
Mi ha concesso di abbracciarlo, ma non ha voluto altro. Questa era la portata del suo dolore e mi ha colpito che non se ne sia andato minacciando di non tornare fino a che non avrei fatto quello che voleva.
Non è nel suo stile forse, però è anche vero che è cambiato tantissimo.
Non avrebbe mai condiviso, fino ad uno o due anni fa lui non avrebbe mai condiviso. L’anno scorso ci siamo lasciati perché non mi diceva quello che lo faceva soffrire, ora me l’ha detto e piangeva.
Le lacrime sotto le mie dita mentre gliele toccavo.
No Lewis, non va bene così. Non può andare bene, non permetterò che vada così, che finisca così la cosa.
Se nelle mie mano ho un potere lo userò sempre per me e per lui.
Affrontare Nico non è facile, non lo è mai stato in vita mia, specie quando poi ci siamo lasciati.
Non l’ho mai davvero affrontato dopo che ci siamo detti addio ed ho avuto il coraggio di oppormi.
Ho pensato che quel coraggio fosse una volta per sempre, che la grande fatica fosse una volta e poi fossi apposto, ma mi sbagliavo ovviamente ed ora me ne rendo conto.
Lui fa di tutto per infilarsi di nuovo nella mia vita. Partecipa ai GP in qualità di ospite speciale e va a fare interviste nei paddock prima e dopo e non so perché diavolo lo deve fare per forza.
La sua sola presenza qua mi ha turbato tutte le volte e mi ha fatto sempre correre di merda, mi influenza ancora.
Perché sei così influenzato da lui, Lewis?
L’hai lasciato, non è più parte della tua vita.
Ha significato molto per te, ti ha aiutato, l’hai amato ma poi l’amore è diventato malato da parte sua ed il mio si è spento. È tutto degenerato, è diventata sofferenza e forse la colpa è mia che gliel’ho permesso e non l’ho gestito meglio, ma lui era malato e non ero io il virus.
Forse dentro di me mi sento in colpa per come è finita fra noi, qualche rimpianto perché era vero amore e poi è diventato vero odio.
Forse qualcosa da dirgli che non voglio dirgli ce l’ho ancora, non saprei.
Ci penso mentre mi arriva la notizia che Nico vorrà intervistarmi dopo la gara nel caso in cui io vinca. Non me nello specifico ma il vincitore. Se quel vincitore dovessi essere io, dovrei stare davanti alla sua faccia di merda e sentirmi fare delle domande sulla F1 probabilmente taglienti con dei sottintesi acidi? Dovrei leggergli dentro i suoi occhi verdi maledettamente belli e capire che invece cerca solo un modo per ferirmi, perché è sempre stato così da quando le cose sono andate male fra noi?
Non so cosa voglio dirgli, so solo che voglio farlo.
Mentre ci penso, mentre ho nella pelle il dolore di Seb, so che voglio farlo, ora. Ma non davanti al mondo, perché davanti al mondo non potrei dirgli quello che davvero sentirei ed anche se ancora non so di cosa si tratta, so che voglio farlo. Sento di doverlo fare.
Così al diavolo l’intervista post gara. Qualunque cosa succeda, io e lui la chiudiamo qua, definitivamente, una volta per sempre.
Voglio stargli davanti e dirgli quel che resta, che non sono ancora riuscito, che non pensavo di poter fare. E voglio farlo perché poi tutte le volte che ricomparirà, io voglio correre liberamente senza l’influenza negativa che pregiudica la mia gara.
E soprattutto senza la consapevolezza che sto ferendo Seb.
Non posso ferirlo, non voglio farlo.
Io sarò la sua ancora, il suo faro. Non l’iceberg che lo affonda.
Pensando a Seb, dopo i tipici impegni del sabato scrivo a Nico un messaggio.
Ho cancellato il suo numero, ma lo conosco a memoria.
Gli scrivo di vederci in un punto preciso del parco dell’hotel, il sole ha appena finito il tramonto ed arriva il crepuscolo col suo colore violaceo.
Il punto che ho scelto è preciso, sotto una serie di lampade da esterno molto suggestive che ci permetteranno di essere sufficientemente illuminati e al tempo stesso di non avere troppa intimità.
In una qualsiasi stanza chiusa era rischioso specie perché con lui è sempre meglio pensare male.
All’aperto non mi toccherà.
Arrivo per primo e mi siedo su una delle panchine, la giacca leggera nera addosso perché qua anche se siamo a fine estate, di sera inizia a fare fresco e non voglio rischiare di ammalarmi. Non vale certo la pena per lui.
Nico arriva dopo un po’, non è molto il suo ritardo. Sento la sua voce mentre sono immerso nel discorso che mi ha fatto Seb e vedere poi il suo viso mi spiazza per un momento.
Nico è sempre un bel ragazzo. Un uomo ormai.
Lo evitavo da anni e molto bene, l’ho incrociato qualche volta ma sono sempre scappato in fretta ignorandolo, non l’ho mai guardato bene con attenzione ed ora lo faccio. Lo faccio per me stesso, per capire l’effetto che mi fa ora dopo tutto questo tempo.
Lui si ferma davanti a me sotto la luce esterna artificiale, è un po’ arancione e gli dona un’aria quasi romantica.
Faccio un sorriso amaro.
È stupendo, niente da dire. Ma voglio chiudere e correre da Seb perché so che mi aspetta anche se è turbato da questa situazione.
- Posso sedermi? - Chiede calmo. Annuisco mentre lo guardo ancora con cura, lui si siede con la sua tipica eleganza, poi si rivolge verso di me e guardandomi come faccio ancora io, mi chiede: - Che succede? Mi ha stupito il tuo messaggio. Mi eviti da quando mi hai lasciato. - Sottolinea che l’ho lasciato io. Scuoto la testa mentre ricordo a me stesso che probabilmente tutto quello che è successo fra noi non l’ha cambiato di una virgola. Questo rinforza in me la mia decisione e poi capisco perché ho bisogno di questo confronto.
Volevo vedere se aveva capito di aver sbagliato, se aveva dei rimpianti, se si era messo in discussione, alla fine. Se era cambiato. Se tutto quanto era servito a qualcosa. Non so. Dentro di me avevo bisogno di capire questo, prima di chiudere e non so perché. Forse per una certezza finale che non ho rimpianti, che non ho sbagliato nulla.
Perché quando una storia come la nostra finisce così male, i dubbi vengono e restano e si instaurano come dai piccoli cancri in metastasi e tu non te ne accorgi ma ti divorano se non fai l’ultima chemio definitiva.
Oggi lo debello.
A questo punto rimango a guardarlo dritto dritto negli occhi, alzo il mento e glielo chiedo in modo diretto e sostenuto, freddo, scostante:
- Ti sei mai pentito di una sola virgola di quel che hai fatto nella nostra storia? - Chiedo senza perdere tempo. La gestisco alla Seb perché se la facessi alla mia maniera mi perderei in troppe chiacchiere e non voglio. Nico spaesato mi guarda, sbatte gli occhi e registra la domanda, cerca di capire il motivo per cui gliela faccio e si chiede se sia io quello pentito che ci sta ripensando, se magari io abbia problemi con Seb.
A questo punto cerca la risposta nella sua testolina scema. Non ne uscirà mai in modo umano, se lo conosco bene risponderà con la sua solita corazza da stronzo.
- Solo gli stupidi si pentono delle proprie azioni. Se in quel momento eri convinto di quel che facevi, anche se a posteriori ti accorgi che era un errore, non bisogna comunque pentirsi. - Ecco la sua perla di saggezza per uscirne forte e sicuro, mai in errore. Ma mi aggrappo a quel piccolo spiraglio che mi ha appena consegnato.
- Però ti rendi conto che qualcosa l’hai sbagliata. - Sottolineo piatto. Lui non distoglie lo sguardo dal mio e nemmeno io.
- Non so, non ci ho mai ripensato. Sei andato, dopotutto. E stai con un altro, hai ricominciato. Come mai questo confronto ora dopo che mi hai evitato per tanto tempo? - Come devia per cambiare discorso e non rispondere. Qua ridacchio perché capisco che invece ci ha pensato ai suoi errori e li ha ammessi e forse vuole starmi intorno per capire se io e Seb siamo davvero felici insieme e se lui abbia ancora qualche possibilità.
- Sì, io voglio riuscire a sentire il tuo nome senza stare male, voglio riuscire a rimanere dove sono e a fare bene quel che devo fare quando tu sei lì, senza farmi influenzare negativamente dalla tua esistenza. Io ti voglio mettere via definitivamente. - Quando lo dico in modo secco, tagliente e preciso, leggo una ferita nei suoi occhi ed è forse una delle rare volte che gli scappa dal suo controllo.”