TITOLO: Delirio
FANDOM: RPF calcio - Milan
TIPO: fic in 3 capitoli, POV di Theo e Sandro alternati. Slash. 
GENERE: erotico, demenziale
RATING: 18+
COPPIA: santheo (TonaliXHernandez)
PERSONAGGI: Sandro Tonali, Theo Hernandez
CREDITS: I personaggi non sono miei ma reali perciò di loro stessi, ciò che scrivo io è totalmente inventato e non a scopo di lucro ma solo per puro divertimento. 
INCIPIT: ‘Finisci trasportato alla velocità della luce sempre più lontano e poi non sai più dove cazzo sei ma il punto è che ti stai dannatamente divertendo e non sai che diavolo stai facendo, ma sai solo che darai fondo a tutti i tuoi fottutissimi desideri, anche quelli più bassi e proibiti.’
Theo, approfittando della festa scudetto, tanto fa finché non ottiene ciò che vuole con Sandro, peccato che l’indomani il compagno non ricordi nulla. Come farà per rimediare? 
NOTE: pare che non riesco a lasciarli andare! So che ho già scritto delle fic su questo periodo e concetto, ma siccome per me rappresenta il punto preciso di svolta nel loro rapporto e che se è successo qualcosa fra loro (e nella mia immaginazione è così) è scattato proprio quella sera grazie all’alcool, l’ho riscritto. La fic non è uguale alle altre mie su di loro, anche se alcune parti nella trama si ripresentano (alcool, sesso, dimenticanza), tuttavia nello svolgimento e nel seguito prendono altre vie. Chi mi segue da un po’ lo sa, quando mi fisso su un episodio/concetto/cosa, ne scrivo finché non ne sono completamente soddisfatta. E poi mi erano subentrate scene troppo divertenti che dovevo comunque usare! 
Se sembra un po’ caotico il POV di Theo di questo primo capitolo è perché lui fondamentalmente è ubriaco tutto il tempo ed ero calata nella testa di un ciocco (che io conosco molto bene per meravigliose esperienze personali).
La fic è divisa in 3 capitoli ed è già pronta, ha anche un seguito, pronto anch’esso. Pubblicherò 1 ogni 4 giorni circa, tenete d’occhio la mia pagina su FB per sapere quando pubblico. 
Grazie a chi leggerà. Buona lettura. Baci Akane

DELIRIO

1. ASSALTO

santheo

/Theo/

Dall’esatto momento in cui l’arbitro fischia la fine dell’incontro a Sassuolo, è un delirio crescente che esplode immediatamente.
Il tempo di uscire dal campo abbracciandoci, cantando e saltando per andare negli spogliatoi a cambiarci in attesa della premiazione, e siamo già tutti in delirio. 
Noi praticamente siamo già ubriachi qua sotto perché parte subito lo spumante a fiumi col quale facciamo la doccia, tanto ne finisce addosso quanto in bocca; peccato gli stomaci vuoti.
È pomeriggio, del resto, perciò è normale che siamo a digiuno. 
Praticamente sarebbe ora di cena, ma noi mangiamo alcool ed è subito caos ed euforia. 
In un istante nessuno capisce nulla, ci troviamo a cantare nudi mentre le maglie da mettere ci vengono distribuite, per la premiazione dobbiamo avere la prima divisa che ovviamente viene bagnata subito perché non c’è verso di smettere di schizzarci come idioti.
Abbiamo vinto lo scudetto, cazzo!
La perdizione è immediata, tuttavia riusciamo a tornare in campo per ricevere la premiazione con medaglie e coppa, facciamo foto, continuiamo a saltare, abbracciarci, esultare, Ibra col sigaro come un Boss, il suo discorso di prima che ha dato vita alla famosa esplosione prorompe ancora nelle nostre teste.
È come finire in un fiume dalla corrente che via via aumenta, ad un certo punto smetti di nuotare per lasciarti trasportare fino a che ti rendi conto che non nuotavi nemmeno all’inizio.
Finisci trasportato alla velocità della luce sempre più lontano e poi non sai più dove cazzo sei ma il punto è che ti stai dannatamente divertendo e non sai che diavolo stai facendo, ma sai solo che darai fondo a tutti i tuoi fottutissimi desideri, anche quelli più bassi e proibiti.
C’è qualcosa che hai sempre voluto ma che non hai avuto coraggio di ammettere o che pensavi di non poter fare per XY ragioni?
Ebbene la fai perché improvvisamente è fattibile e non c’è niente di male. 
Fai tutto quel che ti pare ed è così anche stasera. 
Dopo lo stadio del Sassuolo finiamo su un treno super veloce che ci porta a Milano, dritti dritti a Casa Milan per altra festa. 
Sul treno ci danno qualcosa di pratico da mangiare, abbiamo questa volta altre divise, sono nere con delle scritte sul Milan e lo scudetto. Credo che nessuno le abbia lette. 
A noi va bene tutto, accettiamo qualunque cosa perché tanto non si finisce di festeggiare e il livello d’alcolismo nel sangue e nella testa non scende, non torna accettabile e forse è anche merito della musica che metto tutto il tempo tramite la cassa che mi sono portato in giro con Brahim.
Il livello continua a salire e lo capisco da come ballo addosso a Sandro, un Sandro deliziosamente timido che non si muoverebbe a ritmo di musica nemmeno sotto tortura, ma non importa, perché ci penso ben io.
Mi strofino come se fosse la mia ragazza, ma sento bene che non ha le sue curve, anche se una ce l’ha lo stesso ed è piuttosto dura e gonfia e sta fra le gambe, proprio lì dove strofino le mie, di curve. Quelle posteriori. 
Ancheggio a ritmo sia in un senso che nell’altro e quando mi rivolgo a lui col viso, è di mille colori ed è qua, è esattamente qua che decido che stasera me lo faccio.
Sandro è appoggiato al bracciolo di un sedile, ma ci sta in piedi davanti e non è seduto normale. Alcuni lo sono, altri sono in piedi, ma nessuno riesce a starsene veramente buono e tranquillo. 
Nel suo caso, però, il suo problema non è nell’appoggio che è abbastanza solido credo, ma bensì nelle mani che non sa dove mettere. Vorrebbe toccarmi perché viene spontaneo quando ti ballano addosso, ma è così teso ed imbarazzato che esita ed alla fine le mette leggere sui miei fianchi. Qua vedo le stelle e tutto il firmamento. 
- Sembri un palo da quanto sei rigido... - faccio a questo punto per stuzzicarlo. Non sono l’unico a ballare, ovviamente, anche se non tutti lo fanno. Per esempio. Rafa e Brahim ballano insieme esplicando piuttosto chiaramente quali sono le loro intenzioni più tardi e mi rendo conto che ci sono alcuni come loro e come me sopra le righe, ma molto sopra le righe, eppure non sembra un problema. Capisco così che quel che succede qua rimane qua; per fortuna i big boss e i vari adulti sono in un altro vagone e noi siamo un po’ al sicuro in un certo senso.
Realizzo di essere finito in un buon gruppo quando circondo il collo di Sandro con le braccia e gli infilo la lingua nell’orecchio e nessuno dice mezza parola.
Lo sento squittire e saltare sul posto, ma non per l’andatura del treno. Mi strizza il fianco di riflesso e non so se lo fa per apprezzare o respingere, ma nel dubbio gli rido addosso senza staccare la bocca dal suo orecchio. 
Naturalmente continuo a strofinarmi su di lui a ritmo e sto per spingerlo all’indietro e farlo cadere per salirgli sopra e limonarlo, quando il treno mi sente e mi ama, perché fa una fermata un po’ più brusca delle altre. 
Ne approfitto per fare una pressione maggiore e tanto faccio che riesco a finirgli sopra facendolo cadere all’indietro sui sedili. 
Sono due attaccati e non hanno il bracciolo divisore in mezzo perché è sollevato, per fortuna o si rompeva la schiena.
Prende una sonora botta sulla nuca, ma io gli rido addosso mentre mi arrampico su di lui.
Tutto quel che vedono gli altri dietro di noi sono i nostri piedi che spuntano dal lato, sento che ridono e qualcuno alza il volume della cassa, Brahim scommetto. 
È il momento perfetto.
Nemmeno volendo riuscirei ad alzarmi per come sono messo, totalmente su di lui, perciò mi arrampico sul suo viso e quando arrivo alla sua bocca, con gran soddisfazione ed un profondo senso di vittoria che si aggiunge allo scudetto vinto, gliela lecco per poi infilare la lingua dentro alla ricerca della sua.
Dritto dritto al sodo, senza girarci intorno. 
Sappiamo di alcool, ma è maledettamente bello, questo bacio.
Dopo un primo momento di incertezza, Sandro risponde giocando con la mia lingua, ci succhiamo e ci intrecciamo fino a che anche le sue mani invece che tentare di spingermi via per le spalle, scende sulla schiena fino ad arrivare al mio culo. 
Stringe e mi attira a sé, questo mi accende di brutto perché sento la sua erezione dura, com’era già prima, contro il mio inguine. 
Mi eccito anche io in un attimo ed è un istante, un lampo, come un fulmine che attraversa il cielo e rischiara la notte buia.
Io stasera me lo scopo. 
Punto. 
Quando il treno riparte, gli sfuggo da sopra e cado di lato, giù dal sedile e mi ritrovo a terra incastrato.
Lo sento ridere e non ho scelta che acquattarmi e strisciare via per dietro.
È un’operazione che per poco mi fa vomitare, ma quando riemergo gli altri ridono, la musica è sempre lì insieme all’euforia e alle risate e soprattutto mi viene passata una delle bottiglie di spumante che ci siamo portati dietro. 
Resta il fondo che mi divido con Sandro il quale tenta di rifiutare, ma ovviamente non gli lascio scelta. 
È fottutamente bello di questo colore rosso vivo. 
Non penso sia mai stato così imbarazzato.
La creatura più bella del mondo. Non so dove sono stato finora e perché non ci ho provato con lui quest’anno; lui è chiuso ed era molto concentrato sul calcio, fra l’altro è timido, ma adesso mi appare come una visione e non capisco perché non l’ho notato prima.
Ma non ha importanza, conta che sia successo e da qui mi incollo a lui. Sandro rimane seduto sui sedili dove abbiamo appena limonato, ma lo lascio lì, tanto gli ballo davanti mostrando quanto sia perfetto il mio culo che gli spalmo ripetutamente in faccia. 
Per evitare di ritrovarselo in bocca, ci mette le mani sopra stile barriera. Ed intanto tocca.
Sorrido soddisfatto.
Tocca, tocca, caro, che poi questo sarà tutto tuo. 

Quando finalmente arriviamo a Milano, veniamo subito prelevati dal nostro fedele pullman che ci porta, sempre rigorosamente con la mia cassa che spara musica allegra, a Casa Milan dove i tifosi ci aspettano per i primi festeggiamenti. 
Potrebbe sembrare che a questo punto ci siamo calmati, ma io non mi stacco da Sandro. Ce l’ho sempre sott’occhio e lo tocco con qualsiasi scusa.
Lo tocco anche quando questa scusa non c’è. Lo tocco perché semplicemente voglio.
Tutte le volte che lo faccio, avvampa e mi fissa imbarazzato, ma non ricambia e non fa più nulla.
Qua sta per tornare normale, senza alcool non avrà il coraggio di andare avanti ma è un peccato, gli serve una piccola spintarella e appena riesco, gliela do mettendogli in mano un paio di questi provvidenziali calici di spumante che arrivati qua a Casa Milan ci offrono insieme ad un ben accetto banchetto. 
In breve riprendiamo a bere, questa volta anche mangiamo, ma non ci aiuta perché riprendere a fare quel che avevamo fatto prima non è una mossa saggia per chi vuole tornare lucido.
A me non me ne frega, ma a lui credo di sì.
Capisco che Sandro è andato quando è lui a depositare la sua mano sul mio culo mentre nessuno ci nota. Alla fine è lui a decidere cosa, quando e come. 
Siamo fuori, sopra la scalinata delimitata che funge da palco per permetterci di uscire davanti ai tifosi in sicurezza. Ci sono fumogeni rossi che infiammano l’ambiente insieme a cori, canti e fuochi d’artificio. È davvero divertente e coinvolgente e stiamo tutti festeggiando e cantando, saltiamo insieme ai tifosi con Freed from desire che ci fa impazzire messa dalle mega casse applicate dagli organizzatori di questo evento fighissimo. Casse collegate a questo simpatico microfono che ci passano per inneggiare la folla con altri cori svariati, cosa che a turno facciamo un po’ tutti.
Io per primo ne faccio uno contro l’Inter senza grossi problemi, è maledettamente bello e non credo dimenticherò mai questa sensazione.
Non dimenticherò però nemmeno Sandro che ad un certo punto, dopo che mi sono scalmanato per bene stile capo ultras, mi afferra la mano e mi tira via senza farsi notare. Qualcuno sta già invocando dei nomi che per fortuna non sono i nostri poiché i nostri sono già stati messi sul piatto. Insomma, abbiamo già dato col pubblico. Adesso daremo altro in privato!
Silenzioso e furtivo ma al tempo stesso molto deciso, mi tira dentro ed insieme sgusciamo verso i corridoi, lontano anche dal banchetto che sta qua. Via dritto nel primo posto utile che è rappresentato da un bagno, per fortuna vuoto. 
Una volta lì, Sandro mi molla in mezzo alla stanza e si volta per chiudere a chiave con una ben chiara intenzione nella quale sperava veramente.
È davvero completamente andato, ma lo adoro da matti in queste vesti da comandante e quando si volta verso di me leccandosi le labbra assetato, io già so tutto e me lo pregusto con un’ondata di calore potente che proviene dalle parti basse e si espande subito sul resto del corpo.
Sandro senza dire niente mi viene davanti, mi prende per le braccia e continuando ad avanzare prepotente mi obbliga ad appoggiarmi ai lavandini. 
Qua finalmente la sua bocca ritrova la mia ed è il delirio.
Le apriamo insieme come se ci mancasse ossigeno e solo quando le lingue si incontrano al di fuori di esse, ci sembra di respirare realmente. 
Ci lecchiamo a vicenda, ci intrecciamo di nuovo e tutto svanisce.
Il caos là fuori che arriva fin dentro anche se ovattato. La fame, la testa che gira, la stanchezza.
Tutto rimane fuori.
Resta solo la voglia che esplode e che finalmente viene soddisfatta. 
Le sue meni mi frugano in fretta e furia infilandosi dritto sotto i pantaloncini corti uguali a quelli che ha lui, la divisa distribuita prima è piuttosto comoda e pratica.
Apro malizioso gli occhi guardandolo stupito di tanta intraprendenza, ma mentre lo faccio realizzo che è totalmente ubriaco.
Va bene, la spinta per fare qualcosa che hai sempre desiderato ma non hai mai osato fare, ci sta. 
L’importante è che poi domani non sparisca. 
Lo lascio infilarsi nei miei pantaloni e masturbarmi prepotentemente, gemo contro la sua bocca aperta, ormai ce l’ho duro e non ce la faccio. 
- Me lo succhi? - chiedo febbrile, delirante. 
Lui non se lo fa ripetere, va giù di schianto sulle ginocchia, ma non sento il tonfo e nemmeno una bestemmia, perciò credo che si sia frenato all’ultimo per impedirsi di distruggersele. 
Poi sento il mio cazzo uscire fuori dalla stoffa e avvolgersi da qualcosa di caldo ed umido. La sua mano accompagna la bocca che avvolge subito ed i movimenti aumentano diventando più veloci, mentre stringe e succhia ed il rumore mi fa roteare gli occhi all’indietro, la testa abbandonata, il piacere mi invade e mi fa perdere totalmente. 
- Sandro, sto per venire... 
Glielo dico affinché si stacchi per farmi venire in parte e lui stacca la bocca in effetti, ma non continua.
Mi lascia l’orgasmo lì sospeso sulla punta dell’uccello e lo insulto pesantemente. Sandro si alza, si bagna le mani e prende del sapone dall’erogatore. 
Lo guardo senza capire.
- Ti sembra il momento di lavarti le mani? - chiedo stralunato con il cazzo così in tiro da poter entrare nel Guinness.
Non risponde subito, si limita a girarmi di schiena sbrigativo, mi spinge prepotentemente in modo da abbassarmi in avanti sui lavandini, mi prende il fianco e mi tira indietro il culo che scopre subito abbassandomi i vestiti. 
Me lo scopre e sento che con una mano insaponata si strofina il suo cazzo, lo vedo torcendo il capo verso di lui e capisco cosa vuole fare.
Mi lecco le labbra e me le mordo chinandomi di più, mi piego meglio e gli offro quello che vuole prendersi senza esitare. 
- Ti scopo. - risponde a scoppio ritardato ricordandosi che gli avevo chiesto che cazzo facesse. 
Usa l’altra mano sempre insaponata per infilarmi le dita dentro e lubrificare l’ingresso. Ci perde poco tempo, in realtà, perché ben presto mi sussurra roco: - entro. 
Un semplice avvertimento e non una richiesta. Poi con una spinta possente e decisa mi penetra. 
È un altro lampo, il mondo sparisce del tutto, diventa nero e torno totalmente in me, lucido e per nulla ubriaco. 
Ho già scopato con ragazzi, io e Zoe facciamo cose a tre da un bel po’, sempre rigorosamente con ragazzi perché sono orgogliosamente bisessuale, ma la prima spinta ti spedisce sempre nell’aldilà.
Ci metto un po’ ad abituarmi.
- Cazzo, ce l’hai grande... - sussurro piegato di più in avanti e sporto all’indietro. Lui mi afferra bene i fianchi e tira il culo verso di sé, inizia a muoversi, sento che sputa dove il suo cazzo mi si infila dentro e poco dopo, quando mi sente un po’ più rilassato, inizia a muoversi.
Piano piano va meglio e via via si muove sempre più e con maggior facilità. 
Non capisco dopo quanto le spinte diventano così fluide, ma quando succede per me inizia il piacere, perché con tutta la sua splendida e gloriosa lunghezza arriva dentro dove mi piace e quando lo sento, inizio a tendermi, inarcarmi e andargli incontro chiedendo di più.
- Lì... continua lì... più forte... - gli indico come e dove e lui anche se è alla sua prima volta con un uomo, è veramente un apprendista eccezionale. Impara in fretta. Oltretutto la lubrificazione era a dir poco perfetta. 
Il piacere è forte ed aumenta insieme ai suoi affondi, i brividi si espandono e quando succede, l’estasi è completa. 
Non so quando viene, so che succede e so che sicuramente vengo anche io perché schizzo nel lavandino che ho davanti e grido parecchio, afferrando forte i bordi. Mi alzo con la schiena di scatto, quando succede, e lui mi abbraccia da dietro e mi bacia il collo risalendo febbrile sul viso che mi gira con una mano fino a trovare la mia bocca. 
Me la succhia finché non tiro fuori la lingua e succhia anche quella.
Esce, sento il suo sperma caldo che cola lungo le cosce, i pantaloncini ed i boxer abbassati. Mi solletica e rido sulla sua bocca. Si separa di un soffio e mi guarda, i nostri occhi a questo punto si agganciano, mentre io sono totalmente appoggiato a lui, fra le sue braccia che mi cingono forti. 
Ha uno sguardo velato e confuso, come se stesse vagamente iniziando a tornare ora. 
Giuro che se domani non ricordi nulla, ti uccido, caro Sandro, perché sei appena diventato il mio divertimento preferito. 
- Dio che scopata, Sandro... - sussurro ansimante, tornando a baciarlo con gli angoli delle labbra incurvati in alto. Lui non avvampa imbarazzato, sorride a sua volta e mi bacia ancora. 
Da questo capisco che non è ancora tornato in sé ed il dubbio di quel che sarà domani mi rovina un po’ il finale, ma stringo le braccia sulle sue, impedendogli di lasciarmi.
Sento il suo cazzo che ora si rilassa contro le mie natiche, mi culla dolcemente finendo per baciarmi anche il resto del viso con una dolcezza che per un momento mi fa dimenticare l’erotismo esplosivo che ci ha appena reso due maiali. 
Sicuramente una gran bella festa.
Delirante, sì, ma splendida.