*Theo il giorno dopo è ancora deciso più che mai a riprendere il discorso interrotto con Sandro, peccato debba scontrarsi con la dura realtà che non tutti all'alcool reagiscono alla stessa maniera. Ci sono anche menti che dimenticano, cancellano totalmente interi pezzi di serata. Sandro è fra questi. Ovviamente Theo non si rassegnerà, ormai ha deciso che lo rifarà e troverà un modo! Il prossimo è l'ultimo capitolo di questa mini fic. Poi ci sarà il seguito. Buona lettura. Baci Akane*
2. UN MASTINO CHE NON MOLLA
/Theo/
Anche se sono stanco morto, quando arrivo a casa, non faccio che pensare a lui.
L’alcool esce lentamente dal mio corpo a suon di piscio, per il resto mi butto sul letto dopo una doccia veloce rinfrescante, ma nonostante la nebbia venga eliminata di minuto in minuto, la mia testa rimane totalmente agganciata a Sandro e alla splendida scopata.
La devo rifare, cazzo.
Mi addormento pensando a lui e mi sveglio che ci penso ancora.
E quando la giornata prosegue col suo ritmo lento da post ciocca, non vedo l’ora di rivederlo.
La frenesia aumenta di ora in ora fino a che non arriva il momento di vederci a Casa Milan, dove si riprenderà la festa in quanto c’è l’appuntamento per la sfilata da qua fino al Duomo, come da rituale.
Ogni festa che si rispetti ha la sua parata col bus turistico personalizzato in giro per qualche piazza rappresentativa.
L’appuntamento era per una certa ora, nel tardo pomeriggio, a Casa Milan. Da qui si sale sul pullman aperto e si va per la città fino al Duomo dove i tifosi ci aspettano per ulteriori festeggiamenti.
C’è infine la possibilità di mangiare nel ristorante più rinomato e famoso di Milano, che ti dà accesso al terrazzo da cui si ha una visuale mozzafiato di piazza Duomo.
Il programma è questo, ma io per prima cosa ne ho una da fare.
Non stavo più nella pelle e finalmente lo vedo e salto di gioia come un matto.
Non aspetto nemmeno un istante, non mi prendo neanche la briga di guardarlo meglio e capire come sta e cosa si ricorda.
Do per scontato che stia come me e che non veda l’ora di rimettere la lingua sulla mia.
Perciò lo prendo per il polso mentre sono tutti raggruppati insieme in atrio a sentire le varie indicazioni e aspettare l’arrivo degli ultimi, e me lo trascino nel famoso bagno di ieri sera.
È proprio lo stesso, lui mi fissa come se fossi impazzito e lo registro, davvero, ma non me ne frega un cazzo. Ho bisogno di baciarlo, non ho pensato ad altro tutta la notte e la mattina e il giorno intero.
Chiudo la porta, mi giro, gli prendo le braccia e lo tiro a me mentre contemporaneamente avvicino la bocca alla sua, ma lui spalanca gli occhi e si inarca all’indietro allontanando la faccia dalla mia.
Sgrana gli occhi terrorizzato.
- Che diavolo fai?
Appena lo dice, mi crolla il mondo intero.
- Non ricordi niente? - faccio roco, shoccato, inorridito.
Lui, uguale a me ma con una sfumatura più allucinata, scuote la testa cercando di sfilare le braccia, ma io rafforzo la presa e avanzo mentre lui indietreggia. Lo spingo sui lavandini come ha fatto ieri con me, ma continua a non avere l’illuminazione.
- No... - aggiunge confuso.
Sbuffo e riprovo a baciarlo, ma a questo punto mi mette la mano sulla bocca e mi spinge.
- Theo sei ancora ubriaco? - chiede stralunato. Scuoto la testa e provo a togliermi la mano dalla faccia, ma a questo punto ci mette l’altra, così prendo anche quella e sto per ottenere vittorioso accesso alla sua bocca, quando proprio sul più bello, mi ferma:
- Theo, che diavolo abbiamo fatto? Perché sei così infoiato?
Sto per infilargli la lingua in bocca quando sbuffo realizzando che così se pone resistenza non è bello, allora mi arrendo e mi faccio indietro. Lascio i polsi e mi strofino stressato i capelli che non mi sono nemmeno sistemato col gel.
- Davvero non hai alba di cosa abbiamo fatto ieri sera qua dentro?
Sandro spalanca gli occhi ed è come se un flash in effetti gli tornasse, ma non è quello che speravo.
- Ho un vago ricordo di qualcosa sul treno, ma pensavo d’averlo sognato stanotte. Sono tornato così ubriaco che ho fatto sogni strani...
- Con strani intendi io e te che trombiamo? - chiedo speranzoso.
Sandro spalanca gli occhi di nuovo e diventa di mille colori, così meravigliosamente imbarazzato che cerco il telefono istintivamente per fargli una foto, ma un’occhiata di fuoco mi fa desistere.
- Non prendermi per il culo! - sibila pensando che scherzassi, così sospiro e vado al lavandino accanto arrendendomi, mentre la libido si spegne per questo tragico evento.
- Non ricordi niente, com’è possibile dimenticarsi di una scopata con me? Abbiamo limonato così bene... sai, si dice che per ricordare bisogna replicare... stimolo il tuo ricordo? - mentre sto per lavarmi la faccia con l’intenzione di calmare i bollenti spiriti, mi alzo verso di lui cercando di baciarlo di nuovo e torna a spalmarmi la mano in faccia per allontanarmi esasperato.
- PIANTALA!
Sbuffo alzando gli occhi al cielo, così torno all’acqua che mi getto in faccia. Non funziona molto.
Quando finisco lo guardo e lo vedo shoccato, fermo sempre lì sul lavandino accanto al mio che fissa nel vuoto mentre cerca di riesumare i ricordi che non collaborano.
- Oh, andiamo... - imploro facendo gli occhioni - Come fai a non ricordare?
Sandro arrossisce e si stringe nelle spalle, perso in quelli che sono questi sogni confusi. Poi scuote la testa mortificato grattandosi la nuca.
- Non... mi dispiace, non ricordo... abbiamo limonato in treno? - è un ricordo molto confuso, ma almeno qualcosa c’è. Annuisco con speranza.
- Quello era vero, allora... era così assurdo che non credevo...
Faccio il broncio con aria da cucciolo mentre mi avvicino al suo viso, speranzoso che ricordi ancora, ma proprio mentre i nostri occhi si agganciano e sembriamo sparire in un’altra dimensione, quella dove ieri sera abbiamo scopato, da fuori bussano per chiamarci.
- EHI CHE STATE FACENDO, LA CACCA? - la voce per nulla bassa di Samu fa sparire tutta la poesia che si stava creando e così il mondo continua a schiacciarmi.
- Mi dispiace... - sussurra ancora imbarazzato ma più mortificato per me e la mia delusione.
Sospiro.
- Ti verrà in mente. È stato bellissimo comunque... - a questo punto mi avvio alla porta che apro, lui mi segue e prima di aprire ed uscire, mi giro verso di lui che mi viene addosso, poi aggiungo deciso: - Ma ti aiuterò a ricordare!
Dopo di che avanzo verso Samu che doveva andare in bagno.
- Facevate la cacca davvero? Devo pisciare e poi andiamo!
Rido facendo finta di nulla, ma quando mi avvio per il corridoio e mi sento solo, mi giro per guardare dove sia Sandro.
Non vedendolo torno indietro e lo trovo ancora lì davanti alla porta del bagno con aria vuota, persa e shoccata, Samu intanto sta pisciando e lo fissa perplesso senza capire che abbia.
- Che ha? - mi chiede come se Sandro non fosse lì.
Trattengo male una risata, così scuoto la testa e prendendo a braccetto il pargolo lo tiro fuori e me lo porto dagli altri.
- Ti assicuro che è stato bellissimo e che una volta che lo ricordi sarai contento anche tu!
- Dici? - fa perplesso. Io rido ancora e nel farlo vedo che mi occhieggia iniziando pian piano a sciogliersi.
Caro il mio Sandro, tu ricorderai. Eccome se ricorderai.
E allora tromberemo ancora!
Oddio, possiamo trombare comunque, ma penso che a quel punto convincerti sarebbe più facile, tutto qua.
La parata è divertente, ma non lo tormento se non di tanto in tanto con qualche palpatina innocente di passaggio.
Siamo in tantissimi, c’è praticamente tutto il mondo, letteralmente. Potrebbe davvero finire per essere filmato per sbaglio, già che mi arrischio a finire con la mano sulle sue chiappe d’oro.
Ma adoro come avvampa e vorrei riempirlo di baci qua davanti a tutti, ma ancora ce la faccio a controllarmi.
Quando poi arriviamo al ristorante famoso in Piazza Duomo, quello all’ultimo piano dove si ha la visuale di tutta la zona gremita di gente, facciamo ancora qualche foto ed usciamo sul terrazzo, salutiamo tutti ed infine ha inizio la cena della squadra.
L’ultima cena della stagione.
Ci sta, del resto. Da domani tutti in vacanza, non è rimasto nulla se non continuare a pensare e ripensare a questo bellissimo sogno che ci ha esaltato tantissimo.
Io e Sandro non finiamo seduti vicini anche se ci avevo provato, ma non siamo due che orbitano propriamente nello stesso gruppo, non necessariamente.
Lui sta più con gli italiani, Alessandro, Davide e Daniel in particolare, ma capita che stia anche dalle mie parti, io sono uno molto richiesto nel gruppo, specie fra i miei fedelissimi che sono Brahim, Samu e Rafa. Rafa solitamente fa da congiunzione fra noi e loro perché è molto amico di Daniel e Sandro, perciò qualche tentativo l’ho fatto, ma non mi è riuscito.
Di conseguenza siamo distanziati da qualche compagno in una tavolata unica bella lunga. Poteva andare peggio, almeno lo posso guardare perché oltre ad essere spostato rispetto a me, all’incirca in mezzo al tavolone mentre io sono più verso una delle estremità, lui è dall’altro lato, così almeno possiamo vederci.
Così comincia la cena con me che appena scambia lo sguardo col mio, gli faccio per prima cosa l’occhiolino, poi dopo che è avvampato ed ha cambiato direzione ed infine è tornato a guardarmi, gli ho anche lanciato il tipico segnale con la lingua.
Qua quando vede che mi lecco le labbra e poi me le mordo languido, soffoca perché stava anche bevendo. Pensava di mascherare l’imbarazzo facendolo, ma i suoi occhi bellissimi sono calamitati su di me e sappiamo entrambi che sarà la sua fine.
In effetti la sua fine sembra venire subito perché soffoca quando mi vede fare di nuovo quella cosa con la lingua, io di conseguenza rimango serio e sexy ben poco perché rido, nessun altro ci nota, notano solo lui che sembra morire e cercano di capire se sia ubriaco.
Abbiamo tutti bevuto qualche birra, sul tour bus, ma in realtà non siamo ubriachi come ieri perché si andava di spumante, oggi di qualcosa che ha gradazioni decisamente meno forti.
A questo punto realizzo di sapere perfettamente come fargli ricordare la nostra splendida scopata, finora non ci avevo pensato molto ma in realtà non ho bisogno di farlo, perché io funziono meglio ad istinto, quando non penso.
Dopo la leccata di labbra e l’occhiolino, parto col telefono.
La prima foto che gli mando sono due ragazzi a caso che si limonano.
Questa volta Sandro non beveva, perciò non soffoca, ma avvampa spalancando gli occhi super imbarazzato.
Oddio è adorabile.
Mi lancia un’occhiata di sfuggita terrorizzato che qualcuno lo noti, io gli faccio un altro occhiolino e torno ai miei amici qua con me.
Nessuno si accorge di niente ed io continuo.
La seconda foto sono due ragazzi che trombano.
A questo punto stava mangiando del pane che gli va totalmente di traverso e gli sradicano la schiena a forza di colpirlo.
Al che già esaurito nemmeno osa guardarmi né male né allucinato.
Direttamente prende e se ne va dal tavolo con la scusa di dover respirare un po’ di aria.
Lo vedo uscire in terrazzo e appoggiarsi fingendo di guardare la folla che è ancora là fuori a cantare per noi e inneggiarci.
Non molleranno tutta la notte.
Mi allungo per controllare meglio e vedendolo solo, apro YouTube, cerco I kissed a girl di Katy Perry, ma nel mentre mi imbatto in un altro titolo che esce sotto la lista mentre digito.
E mi illumino d’immenso.
Clicco su quel titolo e senza nemmeno ascoltare, gli mando il video per whatsapp come ho fatto con le foto.
Lo guardo da qua estraniandomi completamente, vedo che prende il telefono e che ingenuamente apre. Del resto adesso è solo, può guardare le cazzate che gli mando.
Da qua non sento bene, ma si capisce che aveva il volume forte e che come prima cosa cerca di abbassarlo istintivamente invece di chiudere. Quando è basso e sente solo lui, guarda meglio e realizza di cosa si tratta e come prima cosa si sente una bella bestemmia limpida e cristallina, poi lo vedo piegarsi sulla ringhiera e coprirsi la faccia con le braccia.
È totalmente disperato e scoppio a ridere, per sua fortuna non hanno notato perché non lo guardavano, ma io che non aspettavo altro lo raggiungo subito.
Continuiamo ad essere soli grazie alla prenotazione speciale che la dirigenza ha fatto per noi, riservando a noi tutto il ristorante e di conseguenza anche il terrazzo più famoso di Milano e forse anche d’Italia.
Qua dove siamo ora è buio e non essendo illuminati non ci distinguono, non sono nemmeno sicuri che siamo della squadra, sebbene continuino a cantare e a invocarci, ma penso lo faranno anche quando saremo andati via.
Sono abbastanza sicuro che non ci vedono da giù, siamo piuttosto in alto.
Mentre avanzo verso di lui mi giro a guardare se dentro qualcuno ci nota o ci segue, ma per fortuna nessuno ci caga, così gli metto una mano sulla schiena che scivola giù sul suo splendido culo.
Lo sento irrigidirsi e saltare, si gira di scatto ma mi riconosce subito.
Del resto l’ho toccato tutta la serata.
- I kissed a boy? Davvero, Theo? - fa lui ancora con un acuto disperato.
È proprio allucinato.
Adorabile.
Stacco la mano e mi appoggio coi gomiti vicino ai suoi, sto un po’ più alto rispetto a lui che sta tutto basso e lo guardo divertito mentre cerca di evitare lo sguardo.
- Mi sembrava appropriata, volevo mandarti l’originale, ma era destino!
Alla fine alza gli occhi al cielo e scuote la testa, nel mentre li rotea verso di me, perché è ancora calamitato, in realtà. Non si stacca facendosi in là e così ho conferma di quello che avevo vagamente intuito.
In realtà gli piaccio, è solo che si vergogna ed è timido ed impacciato, ma gli piaccio. Lo sapevo, da quando ho detto che sono bisessuale e che faccio cose a tre con Zoe ed altri ragazzi di tanto in tanto, lui è come se si fosse acceso di interesse. Non credo se ne fosse accorto, per la verità, ma io sì!
Voleva provare, dentro di sé, in un posto dove non osava dirselo nemmeno per sbaglio, e tutte le volte che io lanciavo battute dicendo ‘se vuoi mi offro volontario per farti sperimentare’, lui pensava scherzassi, ma non era così.
Non pensava che gli piacessi fino a ieri, ma quando ci siamo baciati è iniziato tutto.
È stato come spalancare delle porte rimaste sempre ben chiuse a forza e con la scopata, che non ricorda ma che è stata sicuramente molto volontaria nonostante la sua ciocca colossale, non può più non vedere.
Non gli serve nemmeno ricordare, ormai lo vuole anche lui proprio perché sa che è successo e non lo ricorda.
Anche perché un conto è buttarsi quando non hai ancora fatto nulla, se sei timido non ci riesci nonostante tu voglia. Un altro è farlo dopo che è già successo. Non conta che non lo ricordi perché eri ubriaco, conta che ormai è successo. Il primo ostacolo, quello più duro, è andato. Da qua in poi è destino.
- Ero ubriaco, Theo. Non ha senso continuare a parlarne... per... per cosa, poi? - che tenero... ci prova, lui!
- Per rifarlo! - esclamo subito ovvio. Lui si alza un po’, ma rimane appoggiato sui gomiti come me, mi spinge con la spalla per farmi abbassare la voce, infatti ci mette anche un ‘ssst’.
- Ma ero ubriaco ed anche tu! - ne è sicuro anche se non lo sa davvero. Ma ha ragione.
- Cosa c’entra? Da ubriachi si fa quel che si vuole nel profondo. Non ti rendevi conto, ma lo volevi. L’alcool toglie solo i freni inibitori. Ma non ti fa fare cose che non vuoi.
Sa che ho ragione, non sono uno da grandi ragionamenti contorti. Ma alla logica semplice ci arrivo. E questa è molto semplice.
Alla fine sospira e scuote ancora il capo disperato, perché sa che ho ragione.
Mi avvicino a lui fino a toccarlo col corpo, lui si tende di nuovo e mi fissa spalancando gli occhi, ma non scappa e non mi spinge. Così sfodero un sorrisino malizioso mentre avvicino il viso al suo con l’intenzione di baciarlo. Lo faccio perché so che non lo permetterebbe mai, infatti mi ferma in tempo dandomi un pugno sul fianco che mi fa piegare su di lui, soffrendo come un cane e vedendo le stelle dell’intero universo; per un po’ mi manca il fiato mentre tossisco ed appoggio la fronte sulla sua spalla.
- Bastardo... - sibilo a fatica.
- Sei pazzo? Sta fermo con quella lingua, cazzo! - minaccia.
Tossisco ancora tenendomi il fianco e annuisco indicandogli che starò buono.
- Va... va bene... ma lo sai che lo vuoi anche tu! È assurdo rifiutarlo, ormai è già successo!
Sandro sospira esasperato.
- Dio, ma non molli mai?
Accentuo il sorriso capendo che ho praticamente già vinto.
- Sono un mastino, non mollo mai quando prendo la preda!
Alla fine fa un quarto di sorriso scuotendo il capo arrendendosi, ricambia il mio sguardo mentre i nostri visi rimangono rivolti uno verso l’altro. Il mio malizioso e divertito, il suo sempre disperato, ma completamente conquistato da me. Ci voleva poco, ormai era già bello cotto. Il grosso l’ho fatto ieri sera.
- Va bene, ma non adesso. Possiamo cenare e stare coi ragazzi prima di replicare da sobri?
Mi piace che specifichi che vuole essere sobrio, infatti un altro sorriso si dipinge sul mio volto separato dal suo dalle nostre braccia attaccate.
- Guarda che per me è una promessa... - sussurro faticando a non baciarlo. Per un momento gli leggo il terrore che lo faccia, ma non sono un suicida. Non mi metterei mai nei guai in questo modo.
- Promesso. - risponde totalmente arreso e rassegnato. Questo sapore di vittoria non lo dimenticherò mai e lo legherò per sempre allo scudetto.
È semplicemente bellissimo.
Ed io stanotte me lo rifaccio, ma da sobrio.
Dio, che bel momento per essere vivi.