*Vediamo come l'ha vissuta Sandro questa 'cosa' con Theo, ma soprattutto da cosa è iniziata e come si è sviluppata. Insomma, com'è possibile che improvvisamente basta bere troppo per saltare addosso a qualcuno? Forse c'è dietro qualcosa. Forse era iniziata da prima. La questione che Theo è bisessuale e fa cose a tre con Zoe ed altri uomini è una mia invenzione (derivata da certe foto trovate in rete che però sono a libera e aperta interpretazione, insomma forse non è così ma potrebbe esserlo). In ogni caso è frutto di fantasia. Invece sì, ho la fissa di chiudere la luce ad un certo punto, ma ho fatto una modifica (altrimenti non avrebbe avuto senso scrivere la fic). Questa fic è conclusa, ma c'è un'altra che farà seguito a questa, la metterò fra una settimana circa. Buona lettura. Baci Akane*

3. RESA

santheo

/Sandro/

Io so cos’è che mi ha fregato tanto. 
È stato quel giorno in cui ha detto candidamente che lui è bisessuale e che fa cose a tre con Zoe ed altri ragazzi. 
Non è stato il sapere che sono una specie di coppia aperta, sicuramente non convenzionale. Da due così non potevo aspettarmi altro in effetti.
È stato più che altro il sapere che è bisessuale. A parte che ha tessuto lodi del sesso maschile, ma non so, è stato come se in quel momento avessi sentito un click dentro di me.
Ma non ci ho voluto dar retta. 
Ignoravo questa frenesia sull’argomento, quell’eccitazione scaturita fin troppo sinistra. 
Mi piaceva da matti l’idea che lui lo fosse, ma non capivo, anzi, non volevo capire, che era così perché mi sentivo anche io così.
Da quella volta però lui deve aver capito qualcosa, non so come abbia fatto, perché ha iniziato a ripetere all’infinito in mille modi e a fare trecentocinquantamila battute sull’offrirsi volontario per farmi provare.
Io pensavo scherzasse ed in ogni caso non volevo proprio prendere seriamente in considerazione la cosa, perché ne avevo il sacro terrore.
Un conto è essere cresciuto in un ambiente aperto in tal senso, ti viene spontaneo provare, ma io sono cresciuto in un ambiente totalmente eterosessuale ed anzi l’argomento omosessualità e affini non era visto di buon occhio.
È normale, la gran parte del pianeta cresce in una maggioranza etero, poi subentra il carattere e le esperienze che la vita ci offre.
Puoi imbatterti in bei ragazzi che ci provano con te, ma se sei timido e chiuso non coglierai mai nulla. 
Perciò più che le occasioni, serve un carattere meno riservato e terrificato dagli esperimenti.
Io, in altre parole, non sono mai stato facilitato da me stesso.
Per Theo però non è stato un problema, a quanto pare ha tanto fatto finché non è riuscito a farmi cedere e lode a lui, va bene che ero ubriaco perso al punto da non ricordare nulla, ma se ce l’ha fatta a scopare con me significa che deve essere stato maledettamente bravo, oltre che maledettamente insistente.
Sull’insistenza la sto assaggiando ora, è un mastino. Non molla la preda una volta che l’afferra. 
Sul saperci fare non so visto che non ricordo, ma durante la serata mi rendo conto di una cosa.
Sono stizzito all’idea che lui ricordi ed io no. Non perché sono in difetto in qualche modo rispetto a lui, bensì perché cazzo, alla fin fine se l’ho fatto tanto valeva ricordarlo, no?
L’ostacolo più grande era cedere la prima volta, fatto quello il resto è fattibile, ma è un buon trucco usare l’alcool. Però non è quello, quanto il fastidio nel sapere che è successo e non ho minimamente alba di come sia stato. 
Perché ormai ci vuole poco per capire che lo volevo da quel giorno in cui me ne ha parlato. Ho ignorato tutto perché sono un fottuto vigliacco, ma fatto il passo più complicato è inutile nascondere ancora la testa sotto la sabbia. 
È semplicemente così.
Sono bisessuale anche io e voglio provare a scopare con un uomo. Punto. 
Semplice e cristallino.
La cosa che mi irrita sempre più mentre capisco e accetto e pondero, insomma, mentre prendo atto di tutto e mi arrendo, è proprio che l’ho fatto con lui, con Theo, e non lo ricordo.
Non. Lo. Ricordo. CAZZO!
Capisco quanto lo volessi proprio qua, ora, mentre gli lancio occhiate continue durante la cena e lui mi fa sempre più gesti sconci, il culmine è il segno del pompino con la mano chiusa sulla bocca e la lingua che batte contro la guancia. 
Impreco ancora come ho fatto prima, fra me e me e gli tiro un pezzo di grissino che lo colpisce in pieno. Theo ride e mi fa effetto pugno allo stomaco, prende il pezzo e se lo mette in bocca succhiandolo stile pompino. 
Oh, ma va al diavolo! 
Vedrà ben dopo cosa significa svegliare il cane che dorme! 
Non so come l’ho fatto ieri notte, ma so come lo farò questa!

Finalmente arriva il momento di congedarci. 
Abbiamo fatto tutto, adempito ai doveri e anche oltre.
Insomma, siamo stati anche sul terrazzo a bere ancora l’ultima, poi qualcuno butta l’idea di andare in qualche altro localino top per continuare. 
Mentre in molti accolgono con calore l’idea, io la schifo dicendo che sarà pieno di tifosi a caccia proprio di noi. Piuttosto è meglio andare a casa di qualcuno e visto che serve qualcuno con una casa bella capiente e che si presta alle feste, quelli che appunto vogliono continuare a festeggiare colgono l’idea al volo e si mettono a fissare tutti insieme Ibra. 
Ibra mi lancia un’occhiata minacciosa perché ho osato tirare fuori un’idea che era un po’ troppo su misura per casa sua, Helena ed i ragazzi sono ancora in Svezia, i bambini stanno finendo l’anno scolastico e appena concludono andranno in vacanza. 
Non so perché non possono frequentare le scuole qua, ma suppongo sia anche una questione linguistica, è più facile diplomarsi nel proprio paese d’appartenenza. 
Non ha importanza, non l’avevo veramente programmata, ma casa sua è un po’ il centro delle nostre vite, molte delle nostre abitazioni sono vicino alla sua o comunque poco distanti e a parte il fatto che la sua è grande e con un giardino ben protetto, è fondamentalmente solo senza famiglia appresso.
Di conseguenza finiamo tutti da lui, non siamo la rosa al completo perché quelli meno inseriti o meno abituati a certi stili di vita, scappano a gambe levate. 
Molti da domani sono di partenza, in realtà penso che lo siamo tutti, ma ormai Theo ha tirato una corda che non può più lasciare. E comunque non penso la lascerebbe in ogni caso. Ma a questo punto non voglio lasciarla io, questa cazzo di corda. 
Chiamiamo un paio di taxi che ci prelevano da un ingresso sul retro, dove c’è poca gente e nessuno ci nota. 
Infine filiamo alla volta di casa del nostro Dio. 

Una volta là finiamo tutti con qualcosa da bere in mano e poi via nella sua splendida piscina in giardino, con la musica che viene sempre rigorosamente scelta da Theo.
Ibra lo fa fare, in realtà è difficile impedirgli qualcosa quando si mette in testa di farlo ed è risaputo che la musica è una sua competenza. 
Alla fine siamo una decina di noi, tutti in mutande e con una birra fresca in mano dentro la sua piscina, con la playlist preferita del mio adorabile mastino che non mi si scolla nemmeno per sbaglio. 
Mi guardo intorno per capire di chi dovrei preoccuparmi, ammesso che qualcuno ci sia, ma con piacere noto che sono tutte persone fidate. È normale che in un gruppo ampio ed eterogeneo ci siano persone rigide su certi argomenti, ci sono sempre quelli un po’ omofobi, in certe squadre sono addirittura la maggioranza. Qua devo dire che siamo fortunati, c’è sì qualcuno con cui non proverei a parlare di queste cose, né farei certe cose per scherzo, ma la maggioranza è assolutamente aperta e abbiamo creato un gruppo piuttosto unito, soprattutto quest’anno. Infatti abbiamo vinto lo scudetto. 
Brahim, Rafa, Samu, Alexis, Olivier, Daniel, io, Theo, Ibra che ha obbligato un per nulla incline a certe cose Simon. Simon è il co genitore insieme a Ibra, non sembrano due molto legati, ma dalla loro evidente collaborazione è nato un gruppo ben guidato da loro. Credo che abbiano un rapporto, anche se definire quale è impossibile. 
Anche perché sono molto diversi, in realtà. Ibra quando è di buon umore è il re degli idioti, ama ridere, scherzare e divertirsi, sebbene devi stargli alla larga quando ha le palle girate. 
Simon invece non si lascia andare nemmeno sotto tortura, ma la cosa divertente è che non regge bene l’alcool, perciò credo che il sistema di Ibra, se è vero che ha delle mire su di lui ed è un azzardo dirlo, sia ubriacarlo. 
Potrebbe essere divertente. 
Olivier è notoriamente bisessuale, mentre Alexis è notoriamente gay ed è tutto l’anno che ci girano intorno, ma penso che stasera ce la faranno, se non è già successo ieri sera.
Daniel è molto amico mio, di Alexis e di Rafa, perciò è stato trascinato qua, ma so che è uno molto aperto e tranquillo, anzi, ha degli amici sospettosamente stretti di cui non so molto, ma non mi stupirebbe sapere che invece anche lui ha il ragazzo. 
Ma sono totalmente sereno su di lui.
Così come di Rafa e Brahim che è da qualche settimana che sembrano vicini alla stessa sperimentazione mia e di Theo. 
Credo poi che Rafa sia gay. Di certe cose non hai bisogno di parlare, si notano e comunque non abbiamo mai sentito il bisogno di specifiche. 
Anche Samu comunque è uno che si diverte coi ragazzi, perciò è una di quelle serate assolutamente tranquille. 
Così tanto che dopo aver bevuto la birretta, aver chiacchierato e riso insieme, mentre qualcuno balla qua in acqua a ritmo di musica dance-latina e qualcun altro invece si guarda bene dal fare anche solo mezzo movimento, ma comunque ride e si diverte, infilo la mano sotto i boxer di Theo, dentro l’acqua, agguanto la sua chiappa che guizza al mio tocco inaspettato e avvicinando la bocca al suo orecchio, sussurro piano: 
- Andiamo? 
È ovvio che non intendo a casa. 
Theo si illumina, non era pronto alla cosa, penso che fosse totalmente distratto dalla serata, così per una volta sono contento di aver ottenuto una piccola vendetta. 
Mi guarda piacevolmente colpito, con un gran sorriso carico di speranza. Cerca di capire se scherzo, ma io mi mordo il labbro in modo inequivocabile e sfilo la mano precedendolo fuori dalla piscina. 
Prendo uno dei teli che Ibra ha messo a disposizione, me lo passo velocemente addosso giusto per evitare di gocciolargli in casa e fare un letamaio, poi lo lancio a Theo che sta uscendo dietro di me. 
Lo prende al volo e mentre mi avvio all’interno alla ricerca di una stanza adatta, qualcuno in piscina gli chiede dove andiamo.
Varco la soglia su questa domanda e mi fermo alzando gli occhi al cielo imprecando di nuovo.
Non avevo pensato a dire qualcosa, né che se non dico niente io l’avrebbero chiesto a Theo e lui non può rispondere a certe cose. 
Sto per correre indietro e tappargli la bocca, ma lui ormai già risponde e lo fa esattamente come immaginavo avrebbe fatto.
Senza filtri. 
- A scopare! 
A questo avvampo e rimango proprio qua dov’ero, sulla soglia. Col cazzo che torno indietro e metto la faccia là dove ormai tutti sanno un po’ troppo i fatti miei. 
Qualcuno fischia malizioso, qualcun altro applaude, solo un vocione tonante si leva su tutti e sulla musica ancora accesa. 
- Se lo fate in camera mia vi taglio l’uccello e lo do in pasto ai miei cani! 
Che sono qua in giro con noi, ma non in acqua. 
Bei cani, comunque. Uno dei quali bello grande e minaccioso, proprio come tutti immaginavano un cane di sua proprietà. 
- No no tranquillo papi! - fa Theo lanciando l’asciugamano con gli altri ancora piegati su una sdraia. 
- Papi un cazzo! - brontola ancora Ibra da dentro la piscina. 
- Sì sì... - Theo mi raggiunge, ma sento ancora Ibra, fra le risa degli altri, che insiste: 
- Niente ‘sì’! THEO NON SAI NEMMENO QUAL È LA MIA CAMERA! 
Avrà suppongo le camere dei figli, perciò penso che si distingueranno quelle dalla sua. Penso che il cervello di Theo voglia dire questo, ma invece la sua bocca spara un per niente rassicurante: 
- USERÒ L’ISTINTO! 
E niente, perfino io mi metto una mano sulla faccia rassegnato. Theo, raggiuntomi, mi prende per mano e mi tira dentro facendomi quasi cadere.
Vorrei oppormi e fare la persona coscienziosa, non sono mica ubriaco come ieri, è solo che mi ha istigato così tanto che volevo fargliela vedere, ma non se devo fare arrabbiare Ibra. 
- Theo, Ibra mi inibisce, però... pensavo fosse una grande idea venire qua, ma...
Cerco di lamentarmi e opporre resistenza, ma in risposta intreccia le dita con le mie.
A questo gesto semplice ed istintivo, mi zittisco di colpo ed arrossisco. 
Probabilmente non si chiede perché non mi lamento più, apre una porta e la richiude. 
- Quella trasudava Ibra da tutte le parti... - dice subito. Non avendo visto, non saprei in che senso lo dice. 
Punta ad un’altra porta e questa pare che gli piaccia, infatti mi tira dentro, mi lascia e chiude a chiave. 
Una volta qua accende la luce e si infila subito le dita sotto l’elastico bagnato dei boxer, ma lanciandomi un’occhiata sbrigativa, capisce che qualcosa non va e si ferma. 
- Beh? - fa perplesso e deluso. 
Io sono rigido e bordeaux, fra una cosa e l’altra tutta la mia intraprendenza è andata nel cesso e per lo più è colpa della sua mano che si è intrecciata alla mia.
Se prima pensavo fosse solo una questione di puntiglio o di sesso o di entrambi, in quel momento ho capito che c’era altro. 
- Non eri tu che volevi saltarmi addosso e farmela vedere? 
Si riferisce ad uno dei messaggi che gli ho scritto stasera, quando mi faceva gestacci con le mani. 
‘Poi vedi che ti faccio!’
Sì, gliel’ho scritto, ma adesso mi ha proprio spento e mi sposto dal mezzo della stanza, impacciato. 
- Sì certo, ma poi ne sono successe troppe e... 
Theo alza gli occhi al cielo e sbuffa per poi avvicinarsi a me languido. 
Ha quello sguardo, lo sguardo da predatore. Ed improvvisamente mi sento la sua preda indifesa.
Indietreggio automaticamente e mi appoggio alla porta, lui si fa ancora avanti fino a sfiorarmi, ma non mi tocca. A questo punto allunga solo un braccio e arrivando alla luce, la spegne.
Per un momento siamo completamente al buio, le persiane sono chiuse e non so più chi siamo né dove siamo.
È come se fossimo appena stati cancellati e scatta qualcosa di nuovo, insieme all’interruttore.
Lui è abile a coglierlo, infatti continua prendendomi le mani e portandosele addosso. Se le mette sulla vita e le sposta giù sui fianchi.
Afferra la mie dita con le sue e le infila sotto l’elastico che prima aveva già iniziato ad abbassare e mi spinge a togliergli i boxer del tutto.
A fatica scendono, poi me le fa risalire sulle cosce e poi mette dietro, il suo splendido culo finalmente è solo mio. 
Le nostre labbra sono molto vicine, non lo vedo ma lo percepisco. Anche il suo corpo mi sfiora, ma è come se lo sentissi.
Percepisco una sorta di energia calda che proviene da lui e chiudo gli occhi perché tanto non servono, così mentre mi lascia le mani ed io continuo a toccarlo da solo, solleva le braccia intorno al mio collo, le appoggia sulle mie spalle e aspetta. Questo contatto funge da secondo click. 
È qua che annullo la breve distanza che percepivo fra le nostre labbra e lo bacio. 
È il primo bacio sobrio che ci diamo ed essendo al buio devo memorizzare ogni cosa col tatto. 
Apro e aderisco alla ricerca delle sue che mi offre subito insieme alla lingua. Ci troviamo immediatamente e ci intrecciamo, ma proprio mentre si spalma su di me, infastidito dai boxer che ho ancora addosso e che sono bagnati, gemendo abbassa le braccia per togliermeli.
Io lo lascio fare, ma sono altrettanto infastidito anche io da qualcosa. 
Lo spingo mentre lascio l’indumento a terra, vado avanti alla cieca e lui prosegue all’indietro, senza staccare le labbra e le lingue, fino a che arriviamo al letto. 
È un processo più complicato del previsto perché non era una camera che conoscevamo e volevo evitare di cadergli addosso.
Quando lo raggiungo, lo spingo senza complimenti, lui si lascia cadere con un gemito di sorpresa e apprezzamento per i miei modi.
Oh, ti piace così?
Posso accontentarti, ma ho bisogno di una cosa. 
Salgo sul letto a carponi e mi metto su di lui e prima di adagiarmi, allungo la mano a lato verso quello che mi sembrava fosse un comodino.
Con successo trovo un interruttore e quando lo schiaccio, una tenue luce si apre da sopra la testiera di questa piazza e mezza.
Perfetto, semplicemente perfetto. 
L’illuminazione tenue mi regala finalmente la sua forma nuda steso sotto di me. Mi lecco istintivamente le labbra affamato riempiendomi gli occhi della visione di cui mi aveva privato.
E niente, fra la timidezza e la voglia di lui, ha vinto la seconda. 
A questo punto lo bacio di nuovo accarezzandolo col bisogno di sentirlo che esplode. 
Fra un bacio e l’altro mi stacco per guardarlo e assicurarmi che sia sempre qua, ogni volta che la sua immagine prende vita davanti a me, mi carico sempre più e con la bocca scendo a divorarlo per il resto del corpo, insieme alle mani che non riescono a separarsi dal suo corpo tatuato e atletico. 
Mi accompagna con le dita fra i capelli che gli scendono solleticandogli la pelle accaldata, fino a che giungo al suo inguine e lì mi ci perdo senza esitare più. 
Accompagno i movimento della mia bocca che si avventa sulla sua erezione, mi aiuto con le mani in modo da eccitarlo meglio e lo sento gemere e premere col bacino, chiedendo di più.
Allora gli do di più, andando più in giù.
Gli alzo le gambe e ho così accesso a quella piccola parte che sta subito sotto, una delle più sensibili per chiunque. 
Mi soffermo lì tormentandogliela prima di raggiungere l’ingresso, Theo si prende le ginocchia e se le preme contro il petto per darmi tutto l’accesso inferiore che mi serve e geme sempre più forte, chiamando il mio nome. 
Proseguo la mia discesa al paradiso e prima lo bagno e lo lecco con la lingua per poi infilare le dita. 
Noto che è piuttosto elastico ed in breve infilo anche il secondo dito, le giro e le muovo all’interno e lui si stringe ancora di più le ginocchia al petto, gridando più forte. 
Beh, non mi serve farlo per sapere che questo per noi uomini è particolarmente piacevole. Mentre le dita si occupano della sua apertura, la lingua torna al perineo.
Non è mia intenzione farlo venire, ma ad un certo punto me ne accorgo e mi separo sorpreso, non aspettandomi di poterlo percepire.
Ad un tratto percepisco sotto il tatto, sotto la lingua e le dita, la sua pelle tremare, è come se da sotto, dalla carne stessa, iniziassero le scariche che a breve si sarebbero tramutate in un orgasmo, così mi fermo e lo lascio sospeso sul più bello.
Mi rendo conto che potrei entrare, ma sebbene ho preparato lui alla perfezione, io non lo sono. 
Sto per sputarmi sulla mano intenzionato a fare in fretta, quando lui abbassa le gambe di scatto e mi fissa torvo e contrariato. Se non pure incazzato. 
- Brutto bastardo! - esclama stizzito. Lo fisso bloccandomi proprio sullo sputo che non esce. Per un momento mi raggelo pensando d’aver sbagliato qualcosa. Non ho mai scopato con un uomo anche se in generale so come si fa, non cambia molto dalle donne, comunque. Ho anche già fatto anale, non così frequentemente, ma è capitato. 
Insomma, non sono un imbecille, so che non posso avergli fatto male! 
- Ti sembra il caso di fermarti sul più bello? Ormai potevi farmi venire! Sai quanto è terribile fermare l’orgasmo sul più bello? 
A questo lui si alza dalla posizione supina, mi prende le mani e me le tira via dalla bocca andando dritto al mio cazzo di cui si occupa lasciandomi sollevato sulle ginocchia.
Ci arriva accucciandosi da davanti e mi dà una visione terribilmente erotica dall’alto.
Con la sua bocca da pompino che si ritrova, si occupa del mio cazzo così bene che questo non tarda a venirmi duro.
Credo d’averlo sognato che me lo faceva, ogni tanto, nel corso di questi mesi anche se poi era qualcosa di vago e non specifico. 
Ma gli ho fissato parecchio la bocca nel corso di questi mesi, senza capire perché. 
Ora so! 
Lo sento che pompa e mi bagna e mi eccito subito al punto che mi sento presto pronto e vicino. 
È come una rivelazione, anzi, come l’inizio di una rivelazione. 
I sospetti cominciano a trovare conferme. 
Sono fatto per questo, così come lui. 
Lo prendo per il capo senza usare violenza, lo sollevo e lo tiro su in ginocchio davanti a me per appropriarmi prepotentemente della sua bocca, la stessa così carnosa che mi ha appena fatto impazzire. 
- Ti è venuto subito duro... - sussurra mentre ce le succhiamo a vicenda. 
- È colpa della tua bocca... è fatta per succhiare... 
Mi rendo conto che il famoso interruttore ormai è bello che acceso e non si spegnerà facilmente. Si stacca per guardarmi sorpreso, ma io non ci sto e gli prendo il viso fra le mani tornando ad appropriarmi della sua bocca che lecco e succhio di nuovo. 
Quella che mi ha fatto perdere la testa. 
Lo sento sorridere mentre lo bacio, con la mano che riprende da dove la sua si è interrotta. Unisce i nostri cazzi insieme e ci masturba, sentendoli insieme che si strofinano, l’ultimo barlume di resistenza parte e con esso lo prendo e lo spingo poco gentilmente giù, gli sollevo le gambe che allargo Theo se le prende e mi lascia sparire di nuovo con la bocca nelle sue natiche, lo lecco abbondando con la saliva, un po’ ne faccio cadere sul mio cazzo duro e finalmente mi chino su di lui, accosto la punta e con una spinta decisa, entro subito. 
Scuoto la testa e ridacchio malizioso e con un pizzico di cattiveria. 
- Quanti cazzi hai già preso? Non faccio nemmeno un po’ di fatica ad entrare! 
Penso che il commento lo mandi in delirio, un po’ per la mia volgarità, un po’ perché è vero. 
Lascia andare le gambe che appoggia sul materasso, i talloni premono facendo perno, in questo modo mi può venire incontro coi movimenti e ad ogni mia spinta lui ne fa una in perfetta sincronia che perfeziona l’unione. 
Mi schiaccio su di lui ed inizio a penetrarlo aiutato da lui che sa proprio come fare per rendere questo momento epico. 
E lo è davvero. 
Il mondo sparisce lentamente mentre ogni particella di me si riempie di brividi, quando raggiungono il mio cervello, non capisco più nulla.
Penso che gemiamo tutti e due insieme e forte e mi tira a sé con le mani e le braccia, mi chiama per nome chiedendomi di andare più forte, così lo accontento e mentre lo faccio credo di trovare il punto che lo fa godere. Così continuo aumentando la velocità. Infatti ai suoi: - Più in fretta... - io vado. E vengo. 
Theo sentendomi esplodere, si prende il cazzo e se lo strofina, così viene anche lui. 
Guardo lo sperma che schizza sulla sua pancia e qualche ricordo confuso mi torna di ieri notte, ma non ha importanza perché adesso ne ho appena creato uno migliore e questo di sicuro non lo dimenticherò 
Sfinito e privo di forze, mi lascio cadere su di lui nascondendo il viso contro il suo collo pulsante. Le sue mani sulla mia nuca, sulla mia schiena. La sua bocca mi bacia dolcemente il capo. 
I respiri lentamente tornano sempre più regolari, così come i nostri cuori si quietano. 
A questo punto scivolo giù da lui, di lato. Mi lascio cadere braccia larghe, sfinito, senza forze, ansimante, anche se meno di prima. 
Lui si gira su di me e mi sale addosso cercando le mie labbra che gli concedo volentieri, morbide. Il bacio è meno intenso di prima, ma forse più consapevole. 
- Allora? - fa quindi come a chiedere un voto. 
Lo guardo divertito. 
- Cosa vuoi, il voto? 
Theo ride e mi pizzica il capezzolo.
- No idiota! So di essere bravo! 
- Oh, ma sentilo! - anche se di fatto ha ragione.
- Ho fatto tutto io! - replico solo per stuzzicarlo. 
- Oh ma certo e chi ti ha acceso dopo che ti eri spento? 
- Vuoi davvero il voto, Theo? - chiedo incredulo. 
-  No coglione! - sbotta quindi alzandosi sul gomito, mi rimane comunque addosso a fissarmi stizzito. - Valeva la pena rifarlo per ricordarlo per bene, no? 
Stavo per insultarlo per partito preso, ma alla fine capisco che ha ragione, così sospiro e scuoto la testa. 
- Ma certo, pezzo di idiota. Ne valeva la pena eccome... 
A questo punto sembra soddisfatto e torna a baciarmi per poi appoggiarsi su di me, comodo e contento. 
Non so come andremo avanti, ma ho la sensazione che non sarà una cosa isolata e che quando torneremo dalle ferie torneremo a ripetere ancora. E ancora. E ancora. 
Non so perché, ma qualcosa mi dice che sarà così! 
Non Ibra che quando usciamo dalla camera lo becchiamo sul corridoio in procinto di andare a dormire.
Apparentemente la casa è vuota e non c’è più né casino né traccia di altri esseri umani.
Non fa niente, per la verità.
Non si ferma, non ci punta col dito, non ci guarda nemmeno.
Prosegue la sua camminata strascicata e stanca verso la sua camera, proprio quella che prima Theo ha richiuso sapientemente. Bravo Theo.
Prima di entrarvi, però, sempre senza guardarci né con un tono particolarmente minaccioso, fa: 
- Se non cambiate le lenzuola l’uccello ve lo taglio comunque. 
Inghiottiamo a vuoto e ci fermiamo rigidi come cadaveri evirati, ci prendiamo istintivamente fra le gambe dopo che ci siamo rimessi i boxer di prima, ora asciutti, e annuiamo. 
- C-certo, subito... - non che ci avessimo pensato, ovviamente. Ma da qui in poi non mancheremo. Anche se non lo rifaremo mai più qua dentro. 
- Buonanotte. - fa poi sempre come niente fosse. 
- B-buonanotte... e grazie... - aggiungo sempre terrorizzato. 
Una volta di nuovo soli in corridoio, mi scambio uno sguardo con Theo il quale aveva trattenuto il fiato. Ma poi sospira in perfetta sincronia con me, a questo ridiamo insieme e mentre lo guardo, mentre guardo il suo viso che si illumina con il suo tipico sorriso radioso e contagioso, sento di nuovo quello che ho sentito prima, quando mi ha preso la mano intrecciando le dita. 
È ancora più forte quando mi allungo verso di lui baciandolo dolcemente. 
Quel calore si insinua in me in un attimo e già so come andrà, da qui in poi. 
E so che un giorno sarà doloroso. Ma per ora, ce lo godremo. Ce lo godremo alla grande.