NOTE: la fic è connessa a ‘Delirio’ ed ha come protagonisti sempre Sandro e Theo. Dopo la festa scudetto i due hanno capito che fare sesso insieme è bello e finisce che lo rifanno per tutta la stagione successiva, fino a che non si rendono conto che si è instaurato un legame. A quel punto, però, arriva la bomba di giugno. Quella in cui Sandro viene venduto al Newcastle. Io ho la mia teoria (come molti), ovvero che sia stato costretto ad accettare, l’ho visto succedere spesso nel calcio e purtroppo sono cose che accadono. Però ha fatto tanto male ed in questa fic ci sono i miei sentimenti (sia per questi due che per la situazione del Milan). L’ho divisa in 3 parti che metterò ogni 4/5 giorni circa, per sapere quando seguite la mia pagina su FB. Buona lettura. Baci Akane
1. LEGAME
Di preciso non sapeva quando le cose erano cambiate, ma era successo.
Forse in modo lento, ma al tempo stesso inesorabile.
Quasi inevitabile, forse.
Sandro ci pensò fugacemente mentre affondava in Theo con maggior impeto, mentre insieme ai brividi dell’orgasmo che scuotevano il corpo, ebbe il primo distinto pensiero di quel genere.
Il primo di una lunga serie, presumibilmente.
“Lo amo...”
Nell’esatto istante in cui lo pensò, si scaricò in lui tutto teso fra le sue braccia.Theo si inarcò per fare altrettanto, completamente dato a lui si abbandonò al piacere che lo attraversò quasi allo stesso momento.
Il tempo di permettere al godimento di esplodere fino all’ultima goccia, che la sua voce si levò e non per emettere gemiti.
- Ti amo, Sandro... - lo disse senza remore né filtri.
Sandro dapprima sorrise istintivo, poi si emozionò lasciando che gli occhi si bagnassero di quel calore fin troppo vivido.
In risposta scivolò con le mani sul suo petto e lo strinse forte cingendolo da dietro, infine gli baciò il collo che pulsava per l’eccitazione e rispose senza esitare:
- Ti amo anche io.
Non se ne vergognò, non lo ritirò, non se ne pentì.
Era serio e sincero e sapeva che anche Theo lo era. Lo cercò con le mani che raggiunsero i suoi polsi, ad essi si aggrapparono mentre si premeva con la schiena e la nuca su di lui, contro il suo petto, i volti si girarono uno verso l’altro e quando le labbra si incontrarono, si fusero con ancora gli ansimi per l’orgasmo raggiunto.
Rimasero così a cullarsi in ginocchio sul letto in quella che era la loro posizione preferita, sebbene Sandro adorasse guardare il viso di Theo preda del godimento.
“È che mi piace troppo girarlo di schiena, afferrarlo per i fianchi, allargarlo ed entrare. Mi dà una presa maggiore, un controllo completo su di lui che a volte va così veloce che sembra mi scappi via. Come se non potessi raggiungerlo mai. Allora quando riesco ad afferrarlo devo stringerlo e tenerlo a me con forza.”
Ma poi rimpiangeva di non averlo preso per avanti e poter ammirare il suo viso mentre aveva l’orgasmo. Amava il suo viso.
Anche se più che la sua bellezza innegabile e soprattutto la sua sensualità naturale, Sandro amava il suo sorriso. Era una cosa di cui era dipendente, ormai.
Il sorriso ma anche la risata stessa. Come si illuminava trasmettendogli luce a sua volta. Lui, così ombroso e chiuso, ogni volta che era con lui finiva per ridere allo stesso modo e per stare bene.
“Sono completamente innamorato di lui e della sua solarità. È bello, ha un corpo esplosivo, scopiamo da dio insieme, ma è così solare e positivo che mi contagia. È impossibile non stare bene con lui. Per me è stato facile ed ovvio innamorarmi, specie dopo tutte le scopate che abbiamo iniziato a fare al ritiro estivo. Non poteva che finire così, insomma. Ma lui? Come fa a stare con me, ad amarmi addirittura? Cosa può amare di me, cosa cazzo gli piace? Non sono niente di speciale, né nell’aspetto, né nel carattere. Forse sono decente a calcio, ma c’è ancora un abisso fra me, lui e Rafa, per non parlare del livello che mi sono prefissato di raggiungere.”
I due ragazzi si sciolsero gettandosi di schianto sul letto, Sandro si lasciò cadere all’indietro, supino, mentre Theo si girò a carponi salendogli sopra come se si arrampicasse su una montagna.
Prima di adagiarsi, cercò di nuovo le sue labbra, le trovò e le baiò soddisfatto, poi si mise comodo.
Con la mano Sandro corse subito sulla sua schiena, lasciando che le proprie dita, come avessero vita indipendente dalla sua mente, si perdessero a carezzarlo risalendo la spalla, scendendo sul collo e risalendo sulla nuca, fra i capelli.
Iniziò a ripetere il percorso all’infinito e solo quando percepì una sorta di fusa fatte da Theo con la gola, un lento e costante gemito, un sospiro rilassato, Sandro sorrise.
- Ti piace?
- Mmm... non smettere più...
- Lo faccio senza pensarci, sei la mia valvola di rilassamento... mi piace accarezzarti... - ammise un po’ imbarazzato.
- Ed io amo come lo fai, mi piace da impazzire, starei ore sotto le tue dita...
Quando lo disse Sandro si rese conto che era una cosa veramente da fidanzati e non solo da due che facevano sesso.
Per mesi, tutti quelli estivi, avevano fatto sesso senza staccarsi più. Dopo la festa dello scudetto si erano separati per quel mese di ferie per poi ritrovarsi e riprendere quasi automaticamente da dove si erano interrotti.
Ma ora era diverso.
Ora facevano l’amore ed il sentimento ormai traboccava in entrambi.
Era la prima volta che se lo dicevano, ma era vero.
Senza smettere di passare le dita leggere sulla sua pelle liscia attraversata da molteplici tatuaggi, per poi arrivare alla nuca sui capelli corti e ridiscendere lentamente, Sandro decise di dare voce al proprio pensiero consapevole che era assolutamente reale, per lui.
- Non capisco cosa ti sia piaciuto tanto di me... perché ti sei fissato in questo modo?
Gli era sembrato che chiedergli ‘perché mi ami’ fosse troppo patetico, anche se in realtà era quella la vera domanda.
Theo si fermò dal respirare e si irrigidì per capire se davvero gli stesse chiedendo quello.
Dopo mesi di relazione era stato naturale innamorarsi, non ci aveva mai pensato.
Tuttavia trovava difficile pensare coi brividi che gli stava procurando la sua mano. Adorava profondamente quando lo faceva e poteva andare avanti ore. A volte poi scendeva sotto il braccio e raggiungeva il pettorale ed il capezzolo, lo tormentava con le dita, lo tirava un po’ fino a procurargli un piacere più acuto che lo accendeva, per poi tornare dietro sulla schiena e sulla spalla.
- Scherzi? - fece quindi senza rifletterci molto perché tanto non ci riusciva con tutti quei brividi di piacere. - Sei bellissimo! - esclamò istintivo.
Sandro sorrise e lo sentì scuotere il capo.
- TU sei bellissimo, non prendermi per il culo... io non... - ma Theo non lo fece finire perché stizzito si sollevò sul gomito per guardarlo, era steso a pancia in giù sopra di lui, incrociò una gamba con la sua e lo fissò torvo. Sandro avvampò rallentando con le carezze. Questo gli diede la forza di riconnettere le sinapsi.
- Sandro, sei bello anche tu! E comunque non è solo la bellezza esteriore... per me tu incredibilmente bello come persona. Sei la migliore persona che io abbia mai incontrato.
Prima che Sandro potesse accettarlo, stava già facendo una tesi di laurea su cosa intendesse con bello e dove lo trovasse bello.
Sia esteticamente, che caratterialmente.
Ci mise un bel po’ ed una serie di parole che variavano dal francese allo spagnolo all’italiano, per farsi capire, ma alla fine si ritrovò Sandro con gli occhi lucidi, totalmente emozionato, sul punto di piangere. Così sorrise e smise di elogiarlo col suo tipico fervore.
Oltre ad essere un bel ragazzo, nonostante un naso irregolare lo era senza ombra di dubbio grazie ai capelli lunghi che gli stavano bene e Dio come adorava quando aveva la barba lunga, per non parlare del fatto che aveva un fisico forte e possente, aveva anche un carattere favoloso.
Era passionale e caldo, ma più che quello, ciò che spiccava era la sua capacità di essere forte e fragile insieme.
Era tanto insicuro nel privato, quanto sicuro in campo.
Era pieno di contrasti meravigliosi, ma più di tutto il suo cuore era la cosa più bella.
Non solo l’onestà, che ne aveva in abbondanza, ma era proprio il cuore che metteva in ogni cosa che faceva, specie in quelle a cui teneva.
Il modo in cui amava lui, non amava nessuno. Totalmente, sinceramente, apertamente. Lo dimostrava, non era capace di nasconderlo, ed era bellissimo.
Amava il Milan alla follia e si impegnava con tutto sé stesso senza esaurirsi.
Sapeva di essere amato da lui da un po’, era il modo in cui lo guardava sempre, con un tale sentimento che gli traboccava da quegli occhi così espressivi e dolci.
- Mi fai sentire la cosa più preziosa del mondo, ma la verità è che sei tu, per me, quella cosa preziosa... e lo sei perché adesso ti sei commosso a sentire queste cose che ti ho detto... - aggiunse allungandosi per baciarlo delicatamente sulle labbra che gli tremavano.
Sandro smise di carezzarlo per tenerlo a sé con entrambe le mani, lo strinse a sé e ricambiò il bacio dolcemente.
“Sono così fortunato ad essere amato da lui, Dio, sono così fortunato, che se un giorno dovesse andarsene, penso che non lo sopporterei. Forse andremmo avanti a distanza, ma questa quotidianità fatta di attenzioni incredibilmente intossicanti, mi mancherebbero come l’aria.”
Si sciolsero e Theo tornò ad adagiarsi sul suo petto, mentre Sandro riprendeva a carezzarlo soprappensiero. Perché la sua pelle liscia e calda, coi muscoli tonici, lo rilassava da morire. Era come la sua stazione zen preferita.
- Per me sei il mio sole, sei la fonte dell’energia pura, della gioia, della luminosità. Non è solo per il modo in cui sorridi, è perché con te come per magia tutti sorridono subito. Trasmetti questa gioia di vivere e rendi tutto migliore. Mi fai sentire meno chiuso, solitario e timido. Mi fai sentire migliore.
Sandro volle ricambiare la sviolinata non di proposito, ma perché se lui era stato così carino da condividere cosa provava e pensava, anche lui poteva. Si sentì meglio nell’esprimerlo a voce. L’aveva sempre pensato, ma ora era così facile dirlo. Così liberatorio.
Perché con lui tutto diventava più facile, anche le sconfitte più dure ed i periodi più neri a calcio.
Con lui tutto era accettabile.
Tutto era migliore.
“Se dovessi separarmi da lui, riuscirei a rimanere così aperto e solare come mi ha fatto diventare lui?”
La risposta la conosceva, sebbene era dolorosamente pragmatico e sapeva che nel calcio era difficile rimanere compagno di squadra di qualcuno per troppo tempo.
Sapeva da quanti anni era lì Theo e sapeva che ormai era il miglior terzino sinistro del mondo, riconosciuto a livello globale.
Sapeva che ormai era sempre più vicino il momento della sua partenza.
Perché uno come Theo doveva diventare la stella del club più forte del mondo, meritava di conquistare titoli e risultati.
“Presto o tardi se ne andrà ed io mi sono appena reso conto che sono così dipendente da lui, che non so se ce la farò, quando non ci sarà più.”
Non aveva idea che ad andarsene non sarebbe stato Theo.