6. LA RESA MIGLIORE

santheo

/ James Blake - Retrograde /

Come sempre fu il solito fulmine a ciel sereno. 
Le parole di Theo presero Sandro totalmente in contropiede, era sempre stato l’unico in grado di spezzarlo così.
Lo guardò ebete spalancando gli occhi quasi con terrore, come sempre spontaneo. Questo provocò un’altra risata che rilassò Sandro. Theo però non lo prese in giro, gli baciò la fronte tenendogli il volto di nuovo fra le mani come prima. 
Scese a baciargli poi in mezzo agli occhi ed infine lungò la guancia, raggiungendo l’angolo della bocca. Una volta lì, prima di spostarsi sulle sue labbra tremanti e straordinariamente silenziose, ripeté sicuro:
- Ti amo, non me ne frega un cazzo di quello che vuoi e pensi sia meglio, da adesso noi faremo di tutto per far funzionare questa relazione a distanza perché so che anche tu mi ami!
Molto democratico e sensibile!
Sandro curvò le labbra in un sorriso spontaneo per i suoi modi sempre allucinanti, ma Theo approfittò subito per baciarlo di nuovo e questa volta fu più calmo. 
Ci fu meno foga e follia.
Fu un bacio delicato e dolce che poterono entrambi assaporare, lasciando che le loro lingue giocassero insieme senza alcuna gara contro il tempo.
Il tempo improvvisamente c’era ed era infinito ed andava tutto bene. 
Tutto sarebbe andato bene. 
Non capì quanto ne passarono a baciarsi lì in piedi ancora davanti alla porta, ma ad un certo punto le mani di Theo corsero ad aprirgli i bottoni della maglietta scendendo poi veloci in basso ad afferrargliela fino a sollevargliela.
Per togliergliela si staccarono e Sandro approfittò di fare altrettanto a lui.
Una volta che furono a torso nudo, finirono di spogliarsi e in quel breve lasso di tempo fu come se tutto tornasse a correre in un lento ma costante crescendo.
Spogliarsi era diverso che baciarsi.
Spogliarsi era il preludio del sesso e per loro era sicuramente la cosa che desideravano di più da mesi, seconda solo all’abbracciarsi ed al baciarsi. 
Con la pressione che saliva in una sorta di musica lenta crescente, una volta che furono entrambi nudi Theo si mosse all’indietro facendosi seguire da Sandro alla ricerca della sua bocca. 
Non la raggiunse fino a che non furono entrambi sul letto e lì in quell’apice d’ansia per un desiderio che ormai batteva fortissimo, una volta che si furono trovati stesi uno sull’altro, il ritmo cambiò improvvisamente.
Dolce, delicata e romantica, ora era quella colonna sonora immaginaria dettata dal loro desiderio e dal modo in cui si facevano propri l’un l’altro. 
Sandro lo baciò stendendosi su di lui, il suo corpo tonico e muscoloso sotto di sé lo riempì di brividi e non resistendo più, scivolò con la bocca su di esso ad assaggiarlo e farlo suo.
Ogni più piccola parte, ogni tatuaggio, ogni linea e muscolo.
Dai capezzoli scendendo giù fino a sprofondare nel centro del suo piacere.

Theo accompagnò la testa di Sandro immergendo le dita fra i suoi capelli lunghi. Il viso era liscio, si era rasato quel mattino in onore di San Siro.
La sensazione era intossicante, così come la sua lingua che percorreva le linee del suo inguine risalendo sulla sua erezione. 
Giocò con lui come gli parve fino a che si ritrovò a spingere nella sua bocca disperato lasciando crescere il suo piacere.
Come diavolo aveva fatto tutti quei mesi senza di lui? Senza quello?
Senza la sua bocca? 
L’eccitazione crebbe in fretta e sentendolo Sandro si interruppe scendendo al di sotto del suo membro, continuando ad occuparsi di ogni suo punto erogeno, fino a spingergli le gambe contro il petto per ottenere il suo accesso con la lingua e le dita. 
Theo si strinse le ginocchia a sé lasciando che si concentrasse in quella zona così sensibile che non aspettava altro che lui, ma quando lo sentì fermarsi e tremare, alzò la testa allargando le gambe allucinato. 
Sandro aveva messo di leccarlo ed infilargli le sue preziose dita dentro, al contrario aveva finito per appoggiare il viso contro la sua coscia e... piangeva? 
- Adesso?! - chiese spontaneo e allucinato insieme mentre già si pregustava la penetrazione tanto agognata!
Sandro finì per ridere e piangere insieme, alzò il viso dalle gambe e lo guardò con aria mortificata. 
Il volto rosso, gli occhi gonfi e le lacrime che brillavano sulle ciglia. 
- Scusa, non so cosa... è che ho realizzato che mi sei mancato così tanto e... non so, credo di non aver realmente vissuto dal momento in cui ci siamo lasciati fino ad ora e... ed ho capito... 
Sandro stava farfugliando carico di emozione immerso nel suo caos. Così Theo sospirando e trovandolo meraviglioso al contempo in quella sua emotività così splendida, se lo staccò di dosso e se lo tirò prepotentemente girandoselo in modo da stenderlo giù al proprio posto. A quel punto lo baciò ricominciando da capo, prendendo lui il comando. 
Lo sentì calmarsi, ma aveva ancora qualcosa che lo faceva tremare e le sue mani erano serrate sulle proprie spalle come se non volesse farlo proseguire prima di una cosa. 
Una cosa importante.
Theo non capiva cosa avesse proprio in quel momento, ma continuò a scendere a baciargli il collo sperando si calmasse. 
Amava anche quello di lui perciò non voleva cambiarlo. 
- Theo, sto cercando di dirti una cosa importante. Se non te la dico io... 
Ma non capiva realmente cosa stesse farfugliando, infatti continuò a scendere sul suo corpo a baciarlo e leccarlo. Era probabilmente molto difficile per lui parlare ancora, ma continuò testardo. 
- Mi sono bloccato perché ho realizzato che non ti avevo risposto ma...
Risposto a cosa?
Theo non ci arrivò subito, ma era ormai sul suo inguine e aveva quasi raggiunto la sua erezione, quando Sandro riuscì a dirglielo. 
- Theo, ti amo anche io! 
E lì si fermò spalancando gli occhi.
Fu il suo turno di emozionarsi, gli occhi gli bruciarono traditori in un istante e tutto fu caos. 
Premette il viso contro il suo inguine, gli occhi stretti a cercare di contenere la potente emozione scaturita da quelle parole. 
Era così che si era sentito prima Sandro quando lui glielo aveva detto?
Era così bello sentirsi dire ‘ti amo’?
Fu dunque il turno di Sandro di prenderlo per il viso e sollevarlo delicatamente.
Theo si lasciò sistemare sopra di lui, mentre le sue gambe gli si avvolgevano intorno ai fianchi e le braccia lo stringevano forte baciandolo con impeto ed amore. 
Il mondo tornò a scorrere dopo un improvviso arresto brutale e con esso, riprese a muoversi su di lui, strusciandosi, avendo particolare cura di accarezzarlo con la propria erezione, entrambe dure e al limite della sopportazione. 

Sandro aveva l’impressione che sarebbe morto e sapeva che per lui era uguale, così spostando la bocca, scivolò sul suo orecchio, glielo leccò e sussurrò roco e carico di desiderio: - Theo devo entrare altrimenti impazzisco... 
Theo in risposta si mosse con più impeto su di lui, sentendo effettivamente la sua erezione pulsare dritta e dura contro la propria non in condizioni migliori. 
- Devo farlo subito... 
Sandro lo prese per i fianchi e lo spinse giù per poi mettersi sopra, fra le sue gambe aperte. Prima di adagiarsi, si leccò la mano e se la strofinò sulla propria erezione, si succhiò poi le dita dell’altra mano e gliele infilò dentro. Quando ritenne che oltre non avrebbero potuto aspettare, si accostò appoggiandosi le gambe di Theo sopra le braccia, infine si indirizzò al punto giusto e dopo una spinta decisa e possente, fu dentro. 
I loro corpi si accolsero incastrandosi alla perfezione senza quasi un minimo dolore, le natiche di Theo non opposero resistenza quasi come non avessero fatto altro che farlo per mesi. 
La memoria del corpo.
Sandro perso all’istante nel piacere immediato e totale che gli sconnesse il cervello, pensò a quello.
L’ultima cosa coerente. 
“Il corpo non dimenticherà mai qualcosa che ha fatto con tanta intensità e per tanto tempo, soprattutto che gli è piaciuto tanto.”
Fu come se non avessero mai smesso di farlo. 
Sandro si adagiò meglio su Theo iniziando poi ad affondare con più forza e più velocemente.
Sentì le sue gambe scivolare giù, avvolgendosi intorno ai fianchi, le voci che riempivano la stanza preda del piacere, le schiene inarcate, le teste gettate all’indietro e finalmente ogni cosa al proprio posto. 
La sensazione che fosse giusto così, che fosse ora di chiudere con quella stupida pausa e che adesso tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno era quello.
Loro due insieme in ogni modo possibile. 

Non importava cosa avrebbero passato, contava solo riuscire ad avere quello tutte le volte che poteva, a costo di fare i salti mortali.
Sentire la sua voce ogni giorno, farlo ridere semplicemente grazie alla propria risata. Sapere che ridendo lo rendeva felice.
Vedere i suoi occhi così espressivi comunicargli mille emozioni senza doverlo fare a voce. 
Non sarebbe stato facile, ma non importava pur di avere tutto quel che avrebbero potuto da lì in poi. 
- Se mi lasci di nuovo ti uccido! - disse perso nel piacere che aumentava sempre più.
Sandro rallentò guardandolo interdetto e lui gli affondò le dita nella schiena. 
- MUOVITI! - ordinò sentendosi vicino all’orgasmo. Sandro così lo accontentò e riprese a spingere aumentando l’intensità, fino a che il mondo sparì e tutto divenne un’esplosione di brividi talmente profondi da sconvolgerlo e non fargli capire più niente. 
Per un momento non percepì nulla fino a che non sentì un caldo liquido inondarlo dentro, prolungando un’estasi quasi conclusa. 
Anche Sandro era venuto.
Alzò le braccia mettendogliele intorno al collo, lo guardò distratto, nell’estasi. L’attirò a sé e lo baciò.
Ansimavano tutti e due sudati e palpitanti, i corpi ancora scossi da fremiti di piacere. 
Si abbandonarono solo alla fine completa di ogni piacere, lasciando che l’estasi prendesse una forma diversa e si tramutasse in pace dei sensi.
Sandro si buttò di lato, stendendoglisi accanto a braccia spalancate, sfinito, ansimante. 
Theo rimase fermo così com’era nelle stesse condizioni, si girò solo a guardarlo col capo.
Era sconvolto. 
Sorrise e si mise faticosamente sul fianco ricoprendolo con una parte di sé, infine gli prese il volto e se lo girò verso di sé prepotentemente. 
Si guardarono vicini, respirandosi affannati a vicenda. I cuori in gola, i corpi intorpiditi dal piacere che ancora li scuoteva. Sfiniti in un modo diverso da quello che lasciava una partita giocata. 
Theo si riempì l’anima dei suoi occhi che era sicuramente la cosa che amava di più, poi glielo ripeté senza impeti vari di mezzo. 
- Ti amo davvero, Sandro. Guai se mi lasci di nuovo. 
Perché non c’era nemmeno da parlarne. Da ora tornavano insieme. 
E sì, erano una coppia. 

Sandro lo guardò emozionato, gli occhi lucidi, incapace di trattenere ciò che provava ora più che mai con gli ormoni in circolo impazziti. Theo sorrise alla sua reazione come sempre spontanea e chiara. 
- Ti amo anche io. Scusami per averti fatto così male. 
Theo però scosse il capo e prima di farlo continuare lo baciò annullando la breve distanza rimasta. 
Si baciarono a lungo, lentamente, finendo poi semplicemente per abbracciarsi. 
Sandro si chiese se avrebbero dovuto parlarne meglio, ma capì che le parole erano per un’altra volta. Adesso avevano bisogno solo di stare così, capendo cosa significava veramente essere una coppia.
Capendo infine che era bello, incredibilmente bello.
La resa migliore della sua vita, senza ombra di dubbio. 
 


Note finali: ho messo un canzone questa volta perchè secondo me rende bene il ritmo e l'atmosfera, è la colonna sonora adatta per la scena, sebbene le parole non c'entrino.

La fic finalmente è conclusa, come avevo già detto l'avevo scritta molto prima di tutto il caos scoppiato su Sandrino, ma non ho voluto cambiarla. Alla luce di quel che è venuto fuori ho sviluppato una nuova visione di com'è realmente Sandro, ovvero una persona chiusa, timida e fragile, molto fragile, che cerca sicurezze in un mondo sbagliato. Tutto questo per dire che penso sia passivo in un'ipotetica relazione omosessuale con Theo, però ormai come già detto non cambio nulla. Se mai dovessi scrivere ancora su di loro (può essere, nel mio caso tutto è possibile), sicuramente cambierò i ruoli. 

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Grazie per avermi seguito e per chi ha commentato.

Baci Akane