EPILOGO. 
A MODO LORO

oliale

Non ne aveva mai abbastanza. 
Dopo averlo assaggiato la prima volta, fu come se si fosse aperto una sorta di universo parallelo dove non c’era più un passato ed il futuro non aveva minimamente importanza, perché esisteva solo ed esclusivamente il presente. 
Un presente dove nessuno dei due poteva più stare lontano uno dall’altro, dove non c’era solo il sesso vero e proprio ma una serie di situazioni di cui non potevano più fare a meno. 
Alexis riempiva di attenzioni Olivier come se dipendesse da questo, dal prendersi cura di lui in ogni modo e renderlo felice per farlo stare bene, in modo che rimanesse con lui. 
Olivier si nutriva di questo. Del suo amore, inteso come lo vivevano ora. 
Adorazione vera e propria. 
Sentiva di essere il centro del suo universo e non poteva più farne a meno, era proprio quello che aveva cercato e sapeva che nel giro di qualche mese con lui, sarebbe tornato l’Olivier Giroud di un tempo, in grado di fare grandi cose in campo e stupire il mondo ed essere di nuovo apprezzato da tutti. 
Sarebbe tornato sul suo piedistallo, ma nel frattempo era vitale, per lui, esserlo in quello di Alexis. 
E lo era. 
A volte aspettava gli chiedesse qualcosa, consapevole che c’era sempre qualcosa che poteva fare per lui ed era come se non aspettasse altro che quello. 
Altre lo anticipava perché sapeva già cosa voleva. 
Gli piaceva per esempio essere spogliato. 
Sentire le sue mani piccole ed esitanti che gli toglievano i vestiti in camera, lo riempiva di brividi. 
Ancora meglio quando poi una volta nudo lo accarezzava. Nessun massaggio, nemmeno per spalmargli la crema, cosa che comunque faceva. 
A volte semplicemente Alexis aveva bisogno di toccarlo e lui si lasciava fare volentieri. 
Cercavano poi sempre di trovare un momento isolato per fare la doccia, prevalentemente durante la settimana, non era facile, ma quando ci riuscivano e capitavano da soli a lavarsi, Alexis lo faceva per lui.
Gli piaceva stare fermo e farsi strofinare il sapone addosso e come poi glielo accompagnava via sotto l’acqua. 
Era estremamente appagante, inoltro, allenarsi in palestra mentre lui semplicemente lo guardava. Non faceva nulla se non qualche macchinario distratto per evitare di destare sospetti se dentro c’erano altri, ma di fatto Alexis non gli staccava gli occhi di dosso, totalmente assorbito dai suoi muscoli che guizzavano sotto sforzo e da come modellava il suo corpo. 
Però gli piaceva quando poi da soli negli spogliatoi lo asciugava con dedizione e gli spalmava la crema. 
Quando finiva di mettergliela, poi, come premio ulteriore si faceva masturbare. 

Per lui la sua estasi era comunque poterlo toccare, era una necessità fisica ed era sufficiente che glielo permettesse. Era più una questione mentale, ma non poteva farne a meno e gli bastava. Però quando poteva anche fargli altro, come masturbarlo o succhiarglielo, per lui era il massimo. 
Il sesso era un atto non scontato e nemmeno poi così frequente. 
Lo riservavano quando era il momento giusto e quello lo decideva Olivier. Alexis si fidava e sapeva che quando decideva di farlo era perfetto, non ci pensava nemmeno a proporlo e a chiederlo, anche se ormai aveva capito un po’ come pensava e iniziava ad anticiparlo. 
Sapeva che per lui il sesso era una sorta di rito preparatorio alle partite, ma non quelle in casa. Preferiva farlo fuori casa, quando erano negli hotel ed avevano il letto matrimoniale. 
Avevano unito i letti singoli anche a Milanello, come Theo e Daniel, ma non ne approfittavano spesso. 
Olivier preferiva farlo suo nelle trasferte. 
Ben presto però arrivò anche altro, ad alimentare il loro rapporto di dipendenza strana. 
Ogni volta che Olivier segnava, Alexis era sempre il primo a corrergli incontro ed esultare con lui, ma non era semplicemente quello, un banale abbraccio ed un complimento come facevano gli altri. 
Quello che faceva lui era una dimostrazione di puro orgoglio per tutte le volte che lui raggiungeva il massimo delle sue prestazioni tramite i goal. 
Era profondamente felice per quella sua rinascita, sapeva quanto importante fosse per lui e ci teneva davvero al punto che in campo insieme cercava di giocare anche lui il meglio possibile per aiutarlo a segnare, sperava sempre di fornirgli assist e quando ci riusciva quelli erano i momenti migliori. 
In ogni caso, ad ogni goal di Olivier, Alexis era il primo a planargli addosso e lo baciava al colmo di una gioia pura non per il goal in sé, ma perché l’aveva fatto lui. Non era la stessa cosa quando lo faceva qualcun altro. Con lui era come se fosse tutto migliore. 

Per Olivier era essenziale quell’esaltazione che gli dava Alexis ad ogni goal che faceva, perché lo sentiva realmente contento per lui e quella gioia che gli scatenava per i goal, che sapeva era tale perché era importante segnare anche per lui, diventava un nutrimento per l’anima di cui non poteva più fare a meno. 
Alexis era al settimo cielo quando segnava perché era consapevole che per lui era importante, non era così contento nemmeno quando era lui stesso a segnare. 
Lo stordiva essere così adorati da qualcuno.
Era letteralmente il centro del suo mondo e sapeva come farlo sentire al massimo, così amato non si era mai sentito e dipendeva dai suoi baci in campo, dalle sue carezze e dai suoi complimenti. I suoi abbracci così pieni e dolci, i tocchi non più timidi e la gioia nei suoi occhi. 
Quasi che tutti gli altri dieci intorno a loro sparissero sempre. 
Il calcio non era solo un contorno, in qualche modo era il protagonista al punto che Olivier iniziò a paragonarlo a Mathieu. Solo lui era arrivato a quei livelli. 
Di lui si era realmente innamorato, anche se poi era finita. 
Finiva sempre. 
Dopo che era finita con lui, dentro di sé si era convinto che quel dolore non valesse la pena di essere provato di nuovo. 
Nonostante questo, alla fine stava succedendo ancora.
Si stava lasciando assorbire come un matto dall’amore di qualcuno. 
Sapeva che era presto, ma sapeva anche che continuando in quel modo sarebbe finita esattamente così. 
Poteva innamorarsi di lui, Olivier lo sapeva e sapeva anche che poi sarebbe finita e sarebbe tornato a soffrire. 
Non voleva, ma al tempo stesso non poteva farne a meno. 
Non poteva fermarlo ora, bloccarlo e allontanarlo.
Perché se scendeva in campo, ormai, voleva segnare per ricevere quel suo abbraccio orgoglioso e quel suo bacio sulla guancia davanti a tutti gli spettatori, ai compagni e alle videocamere.
Perciò non avrebbe potuto smettere ora e non avrebbe smesso. 
Olivier lo seppe con certezza mentre lo penetrava in piedi in quello sgabuzzino, quasi in un bisogno cieco dopo quella prestazione magistrale in campo, dove aveva segnato grazie proprio ad un suo assist favoloso. 
Non aveva potuto aspettare, non ce l’aveva fatta e gli aveva detto di andare lì dentro e aspettarlo. 
Lui aveva eseguito nonostante la partita appena giocata, la stanchezza, i corpi sudati e i riti soliti post incontro. 
Ma ci era andato e l’aveva aspettato e quando era entrato dopo un po’, Alexis si era girato in tempo per ritrovarsi le sue mani che lo stringevano sotto le braccia e lo sollevavano schiacciandolo poderoso contro la parete. 
Alexis aveva avvolto le sue gambe con forza intorno ai fianchi ed Olivier aveva abbassato febbrile entrambi i pantaloni e gli slip con un bisogno esplosivo, mentre lui si teneva a sé da solo senza nemmeno un aiuto da parte sua, come fosse un tenerissimo koala abbracciato al suo albero di eucalipto. 
Appena ci era riuscito ad abbassare entrambi i vestiti per il necessario, l’aveva spinto di nuovo contro la parete con più decisione e gli era entrato così, non facendocela più.
Lo meritava, un premio extra. Un premio mai ricevuto, non così. 
Perché lo sapeva quanto bello era essere cercati da lui in quel modo, come se non ci fosse un domani, come se improvvisamente il suo centro, ora, fosse Alexis e non il contrario. 

Alexis prese volentieri quel premio extra e non si lamentò, non se l’era aspettato, ma quando si rese conto di quanto eccitato fosse Olivier e di come avesse bisogno di lui, la voglia era salita alle stelle e non ci aveva più visto. 
Si era avvolto a lui e si era lasciato fare di tutto, in quel posto nemmeno pulito e spazioso. 
Olivier dopo averlo letteralmente spalmato sul muro, lo girò appoggiandolo su una rete metallica chiusa con dei palloni dentro e ad altezza giusta, la usò come base d’appoggio. 
Gli tolse infine i pantaloncini e gli slip da una gamba per permettergli di accedere più liberamente a lui, Alexis lo cinse di nuovo e lo strinse più che mai, poi mentre tornava a baciarlo e ad assorbire ogni suo piacere e desiderio, gli sussurrò contro la bocca, mentre lo penetrava con vigore e bisogno:  - Sei mio, Ale. Sei solo mio, lo sai? 
Era un’informazione, ma lui lo sapeva. 
Però venne nel sentirglielo dire, non glielo aveva mai detto e morì nell’udire la sua voce pronunciare quelle parole cariche di un erotismo che non avrebbe dimenticato. 
- Si, lo so, sono solo tuo. 
In quel momento lo era davvero e Alexis pensò che andando avanti così avrebbe anche potuto amarlo, non solo essere assorbito al punto da dimenticare ogni cosa passata fino a quel momento, tutto ciò che aveva cercato buttandosi su di lui. 
Olivier gli venne dentro mentre lo penetrava con forza 
Non voleva altro. 

Rimasero abbracciati qualche istante, appoggiati sul box dei palloni, Alexis con le gambe aperte, i pantaloncini e gli slip pendevano su un piede, il dolore alle natiche per il piano su cui poggiava, ma le braccia intorno alla testa di Olivier.
Lo baciò sulla tempia sudata, sentendo che il suo respiro tornava normale. 
- Sono felice... - mormorò Alexis piano, seguendo quell’impulso fortissimo di farglielo sapere. 

Olivier, sentendolo, si sentì al settimo cielo per quella rivelazione. Sapere che lo era grazie a lui non solo fu gratificante, ma fu fonte di gioia a sua volta e si sentì allo stesso modo. 
Sorrise e alzò il capo a cercare i suoi occhi blu carichi di pienezza e realizzazione. 
Gli prese il viso minuto fra le mani, sudato anche il suo, e mentre Alexis si riempiva dei suoi occhi azzurro cielo, lui si sentiva sereno come non mai. 
Lo guardò dolcemente e prima di baciarlo, sussurrò a sua volta: 
- Sono felice anche io. 
Era vero.
In un modo tutto loro, in una situazione estremamente particolare, loro avevano in quell’istante trovato la felicità e nessuno avrebbe potuto criticarla in alcun modo, nessuno ne avrebbe avuto il diritto. 

Raggiunti gli altri negli spogliatoi, Alexis si riabbassò i vestiti per farsi la doccia, ma quando lo vide Olivier spalancò gli occhi, tuttavia non fece in tempo a coprirlo e avvertirlo.
Ormai era tardi e i suoi amici traditori e fetenti, invece di fare finta di nulla per senso dell’amicizia, scoppiarono tutti in coro a ridere indicandogli il culo. 
Quando Alexis si girò con occhi sgranati senza capire che avessero, capì che ridevano di lui e di qualcosa che aveva dietro. 
- Ma che avete? - così miagolando si toccò il sedere e solo a quel punto notò sotto le dita qualcosa. Spalancò gli occhi e corse allo specchio davanti ai lavandini. Quando vide il segno della rete metallica su cui era rimasto dolorosamente seduto nel finale per le coccole post sesso, provò il profondo desiderio di sparire. 
- Quando l’amore lascia il segno! - gracchiò ridendo fino alle lacrime Theo facendo facilmente intuire anche agli altri compagni di squadra ancora ignari cosa aveva fatto Alexis e, di conseguenza, con chi. 
Non che ci sarebbe comunque voluto molto, ma nel capire che aveva fatto sesso, solo uno era il possibile partner, nessuno se ne schifò o se ne risentì. 
Tutti risero, specie Ibra che trovò piacevole il non dover condividere il suo Simon anche con lui. Cosa che per un momento, lui non sapeva, aveva rischiato di dover fare. Non condividerlo, naturalmente. 
Ibra non condivideva. Eliminava i contendenti. 
Ma alla fine era il risultato che contava e quella rete incisa nelle natiche di Alexis non lasciò più il minimo dubbio nemmeno ai muri. 
Il Milan aveva acquisito una nuova coppia. 

FINE


Note: fic conclusa, ma ci saranno incursioni su di loro nelle fic successive, non solo come coppia ma anche singolarmente, perché fanno parte della serie insieme agli altri, perciò appariranno anche in seguito. Avevo quest'idea sulla loro relazione, o per lo meno su come dovesse essere iniziata. Spero d'aver fatto capire che poi nel tempo diventerà qualcosa di molto profondo e sentimentale, anche se all'inizio è fisica e poco convenzionale. Ritengo sia un rapporto interessante, diverso dai soliti di cui scrivo, qua non si parla proprio di sesso o dipendenza sessuale oppure d'amore e sentimenti di quel tipo. La loro dipendenza è più sul modo in cui uno fa sentire l'altro, il che poi è ben diverso. Spero che sia piaciuta. La prossima fic della serie Milan On Fire si chiama 'La libertà d'amare' e come si capisce dal titolo, i protagonisti saranno Ibra e Simon con le preziose collaborazioni di tutti gli altri pargoli. A fra quattro giorni. Per rimanere aggiornati sulle mie pubblicazioni, c'è la mia pagina su FB. Grazie d'avermi seguito. Baci Akane