3. IL DAVID DEL MICHELANGELO

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Non sapeva bene come, forse per una forza combinata di tutti i suoi amici ed in particolare di un uragano di nome Theo, ma alla fine era finito davvero in camera con Olivier. 
La scusa ufficiale era stata la lingua, che poi ci fossero altri francesi in squadra era un altro dettaglio. 
Olivier il 27 luglio 2021 ancora non lo sapeva.
Sapeva solo di Theo, ma lui si era da subito dichiarato indisponibile. Glielo aveva detto con gran sfacciataggine. 
- Non prendertela, ma se non approfitto del ritiro estivo divento un monaco... 
Olivier non aveva capito molto perché dovesse approfittare del ritiro estivo per non farsi monaco, ma Theo era stato ancora più esplicito. 
- Sto con qualcuno che non ti posso dire perché potrebbe uccidermi e cerchiamo di non mettere i manifesti, ma almeno di notte mi concede tutto quello che voglio... 
Non glielo aveva detto esplicitamente, ma era tranquillamente entrato in camera con Daniel, il quale era ignaro della frase con cui il suo ragazzo aveva spiegato ad Olivier perché non poteva stare con lui. 
- Quindi Theo e Daniel stanno insieme? - fece Olivier una volta in camera. Alexis per poco non mise male il piede cadendo come un pero. 
Già non era ancora psicologicamente pronto ad averlo come coinquilino nel ritiro, figurarsi se poi gli parlava con tanta confidenza. 
Alexis lo guardò rosso in viso balbettando nemmeno mezza parola. 
- Ma Daniel non è il figlio di Paolo? - difficile non notarlo pur senza saperlo. Era praticamente la sua copia da giovane, specie gli occhi. 
Alexis annuì capendo vagamente di cosa parlava, poi si ricordò delle fisse del suo amico e per il suo bene si riesumò tornando faticosamente in sé.
La loro fortuna era che parlavano entrambi francese, se Alexis non fosse stato belga ed avesse dovuto parlare inglese per comunicare con lui, si sarebbe totalmente dimenticato come si faceva. 
- Però non si deve sapere. Non so perché te l’ha già detto, quello è pazzo e parla troppo. Loro cercano di essere discreti perché Daniel è fissato che suo padre non deve sapere di certe cose. 
Tralasciò che non si considerava ancora il suo ragazzo, alla fin fine di fatto erano una coppia. A modo loro, ma lo erano. 
Olivier sorrise divertito.
- È comprensibile, dopotutto chi dice di certe relazioni al proprio padre? Non tutti hanno un rapporto tale da dirsi tranquillamente che gli piacciono i ragazzi. 
Alexis in quello ebbe un’apparizione e fu come se Olivier brillasse della luce dello Spirito Santo. E già per tutto il giorno l’aveva visto come Gesù Cristo. Ora lo vedeva pure versione asceso al cielo. 
- Sei così aperto... - gli sfuggì ad alta voce, come se avesse la rivelazione del secolo. 
Olivier lo guardò sorpreso della sua meraviglia e gli sorrise, ma non imbarazzato. 
- Ci dovrebbero essere problemi se due sono gay e stanno insieme? 
Alexis scosse subito il capo, in realtà grazie a Theo e alla propria ricerca si era fatto un’idea personale su che tipo fosse Olivier, ma a conti fatti non ne aveva avuto conferma fino ad ora. Erano solo congetture che ora stavano trovando riscontro. 
Si sedette nel proprio letto singolo contro la parete guardando Olivier sistemare le proprie cose che non aveva ancora avuto tempo di mettere via, essendo arrivato ed essendosi subito messo ad allenare. 
Adesso, dopo la sessione mattutina, era andato nella propria camera a sistemare le sue cose così Theo aveva fatto da cicerone a modo suo, infilandolo in quella di Alexis, come da programma. 
Il belga, così, si era così trovato col suo dio senza il minimo sforzo. 
Avrebbe dovuto fare un regalo a Theo. 
“Regalo un cazzo, mi ha rubato il ragazzo, ero io innamorato di Daniel prima di lui! Quello mi sta solo cercando di combinare un altro per evitare che mi riprenda Dani!”
- No, certo che no... però non è da tutti accettare di buon grado queste cose... ci sono quelli omofobi o negazionisti per idiozia congenita... 
La frase gli era uscita spontanea, aveva un opinione ben precisa di quell’argomento, perché si era scontrato dalla tenera età con bullismi vari dovuti a omofobi ed idioti. Lui, infatti, sembrava gay prima ancora di averlo capito da solo. 
Olivier rise sorpreso della sua frase così sincera e al tempo stesso profonda in qualche modo. 
- Negazionisti per idiozia congenita... questa è bella! 
Il francese mise sul comodino le cose che gli sarebbero servite, fra cui un tablet, il cellulare, i rispettivi caricabatterie.
- Beh, è così che sono... sai quelli che dicono che nel calcio i gay non esistono? Beh, negazionisti per idiozia congenita... 
Olivier capì di cosa parlava e annuì continuando a ridere, concordando comunque con lui. 
- Sono calciatori anche loro... 
Alexis annuì deciso. 
- Sì sì, calciatori che vedono e vivono certe cose plateali. Che poi è normale, nel calcio sono radunati un  gran numero di ragazzi, qualcuno è gay o bi, è statisticamente probabile e normale... 
Era un argomento a cui era particolarmente sensibile, su cui era anche molto preparato e si ritrovò a parlarne in modo sorprendentemente spontaneo e lanciato. Prima di rendersene conto, ne stava discorrendo senza problemi con Olivier come fossero due vecchi amici e non due che si erano appena conosciuti, su cui lui aveva fantasticato per dieci giorni. 
- Ma certo che è normale che ci siano, ci sono squadre in cui possono viversi apertamente perché è un bel gruppo e sono tutti aperti, altri purtroppo non possono perché ci sono idioti... - Olivier si raddrizzò risalendo dalla valigia dentro cui era finito alla ricerca di alcune cose da sistemare, ci ripensò e ridacchiando si corresse: - negazionisti per idiozia congenita! 
Alexis rise con lui, emozionato più che mai nel rendersi conto che avevano appena condiviso un momento speciale. O così lo vedeva lui. 
- Od omofobi... beh, qua non ce ne sono, stai tranquillo. Sono tutti molto aperti in questo senso... come hai notato grazie a Theo ci sono già alcune coppie, le noterai da solo perché non si nascondono tutti gran ché fra di noi. Oddio di qualcuno non lo diresti mai...

Alexis si perse a parlare delle coppie della squadra senza andare nel dettaglio di nomi che ancora non conosceva, Olivier lo ascoltò ben contento di sapere qualcosa di positivo sulla sua nuova squadra e soprattutto di vedere come era finito in camera con un ragazzo molto alla mano. 
Era felice di non essere finito con uno chiuso e musone, ce n’erano sempre, ma lui voleva qualcuno con cui fosse facile legare. Voleva inserirsi subito bene in squadra e voleva stare bene lì in generale. 
Quel ragazzino era giovane e amichevole, sembrava forse un pochino timido, ma in realtà bastava prendere l’argomento giusto e attaccava subito bottone.
Era contento che fosse così socievole ed alla mano, avrebbero fatto subito amicizia. 
- Comunque Daniel e Paolo hanno un bellissimo rapporto, ma scoprirai da solo che Paolo tende ad essere un maniaco del controllo, è molto presente nelle cose che per lui sono importanti ed in questo momento sono i suoi figli ed il Milan. Solo che sai, avere un padre così pressante in certi casi può essere complicato... 
Olivier capì che doveva essere molto amico di Daniel da come ne parlava e da quanto ne sapeva. A lui non interessava così tanto il loro rapporto, tuttavia era piacevole apprendere certe nozioni su una persona come Paolo Maldini, una leggenda del calcio mondiale, un mito per ogni intenditore di calcio. 
Dunque era umano anche lui? Aveva dei difetti? Era un padre pressante? Sempre che tale si potesse considerare tenere tanto alla famiglia...
Rimase a sistemare la sua valigia e a sentirlo parlare di loro e poi di altri membri della squadra ed Olivier non lo interruppe mai, nonostante dentro di sé sentisse la mancanza di qualcosa, nonostante gli piacesse essere con uno così alla mano. 
“Ma cosa penseranno questi ragazzi di me? Gli piacerò o mi vedranno come la star con la testa montata venuta a rubare la scena a tutti?” 
Insomma, era bello sentir parlare degli altri, ma era ancora più bello sentir parlare di sé!

Riunito agli altri una volta finito con le proprie cose, Theo lo raggiunse circondandogli le spalle con un braccio come se fossero compagni di squadra da molto e non invece solo da mezza giornata. Di fatto lo incontrava per la prima volta, ma grazie a suo fratello Lucas che era invece suo compagno in nazionale da diversi anni, in qualche modo lo conosceva.
Fra l’altro erano praticamente identici tanto da poterli tranquillamente considerare gemelli pur non essendolo. 
- Allora, ti ha risparmiato un po’ di lodi? 
Olivier lo guardò senza capire.
- Lodi? 
Theo continuando a circondargli il collo col braccio, lo condusse verso la sala da pranzo dell’area ristoro. 
- Sì, ti avrà riempito di complimenti, scommetto... 
Olivier però continuò a guardarlo cadendo dalle nuvole. 
- Non direi... ha parlato tanto, sì, ma di voi. So vita, morte e miracoli di tutti quanti. Soprattutto te, Daniel e Paolo... - disse ammiccante facendogli l’occhiolino. 
Theo alzò gli occhi al cielo in un primo istante pensando che non avrebbe dovuto spiattellare subito i cazzi propri in quel modo. Di Daniel più che propri, visto che lui i suoi glieli aveva già comunicati da solo. Nella sua testa era stato sufficientemente misterioso da non fargli capire con chi stava. Nella sua testa. 
Poi realizzò. 
- Quindi non ti ha detto quanto è contento di stare in camera con te, quanto ti adora, quanto sei bellissimo, bravissimo ed un dio greco? 
Olivier lo guardò shoccato cadendo totalmente dalle nuvole, mentre dentro di sé si accendeva finalmente la lampadina. 
- No... 
- Guarda, ti giuro... per dieci giorni, da quando hai firmato ad ora, non ha fatto altro che cercare informazioni su di te e rompere le palle a tutti di quanto fosse contento che tu venissi... ha una vera e propria adorazione per te... 
Olivier non sapeva a quale gioco giocava Theo e non gli importava. A lui importava solo il dettaglio più essenziale. 
- Ah davvero? Quindi gli piaccio molto... 
Proprio quel dettaglio. 

Theo, sorridendo ammiccante e felice al settimo cielo per aver fatto cupido nel migliore dei modi ed immaginandoli già insieme felici e contenti, annuì dandogli una manata sulla schiena per poi sistemarsi al tavolo. 
Vedendolo, Daniel gli lanciò un’occhiata truce, ma non potendo parlargli apertamente, gli scrisse al cellulare. 
‘Ma i cazzi tuoi non te li fai mai?’
Theo in tutta risposta disse convinto: ‘I miei sono tuoi! E poi il mio secondo nome è Cupido!’
‘Il tuo secondo nome è impiccione!’ e poi: ‘Scusa un attimo, quanti cazzi hai?’
Theo in risposta rise. 
“E basta che lui rida...”
Prevedeva un’estate super divertente piena di amore!


‘A proposito di quello che dicevamo prima...’
Gli scrisse Daniel dopo la sessione pomeridiana d’allenamento prima di cambiarsi e lavarsi. 
Theo vedendo il suo ragazzo seduto col telefono in mano, si era affrettato a guardarlo immaginando gli stesse scrivendo. O per lo meno augurandoselo. Per fortuna aveva avuto ragione.
‘Di cazzi?’ chiese non ricordando cos’altro avessero detto prima a pranzo. 
‘Sì...’ scrisse quindi Daniel. Theo inarcò un sopracciglio senza capire cosa volesse dire, vedeva che scriveva e con impazienza alzò lo sguardo sul suo ragazzo a debita distanza. Quando vide che glielo inviava e che alzava subito il capo con occhi maliziosi e divertii su di lui, lesse subito curioso. 
‘Olivier e il senso del pudore sono due mondi opposti?’ 
Solo a quel punto, cercando di capire perché lo dicesse, cercò il suo nuovo compagno di squadra e prima vide Alexis seduto con mille colori che fissava shoccato Olivier come se avesse una visione celestiale versione porno e poi vide la visione celestiale porno in questione. 
Olivier, infatti, gli stava poco distante già nudo e crudo e per nulla intenzionato a coprirsi con l’asciugamano come tendevano a fare quasi tutti. 
Ci si spogliava per lavarsi, ma tendenzialmente ci si copriva o quanto meno si teneva un asciugamano pronto per usarlo appena dopo la doccia. 
C’erano quelli che gironzolavano senza veli, non era una cosa strana, solo che non era una cosa che facevano proprio tutti e tanto meno per così tanto tempo. 
Theo scoppiò a ridere insieme a Daniel per la stessa cosa, cioè la reazione di Alexis. 
‘Forse è meglio che gli copro gli occhi prima che venga!’

E lui gli stava lì davanti senza l’intenzione di coprirsi con un asciugamano, né di tenerlo in mano in zona centrale. 
Non lo prese proprio, l’asciugamano. Rimase nudo, nudo e crudo tutto il tempo, così come se fosse normale, se andasse bene, se i vestiti fossero il nemico. 
Forse per lui lo erano, ma adesso era un problema per lui spogliarsi e lavarsi. 
Alexis gli asciugamani li teneva addosso, insieme ai vestiti. E ne aveva due, uno sopra l’altro, raggruppati per benino.
Sapeva di dovergli staccare gli occhi di dosso, ma non riusciva proprio. Fissavano il suo corpo perfetto, muscoloso al punto giusto, una pura gioia per lo sguardo. Osservava i suoi tatuaggi, la sua pelle abbronzata e liscia, i capelli sempre perfetti nonostante l’allenamento, il sudore ancora addosso che lo rendeva sensualmente lucido.
Il suo inguine totalmente rasato ed il suo pene a riposo ma di tutto rispetto già così, una forma chiaramente perfetta anche quella.
“Quando è duro deve essere grande e favoloso!” pensò fuori dal proprio controllo. Quando se ne rese conto, si prese l’acqua che aveva riposto accanto e se la rovesciò in faccia così com’era, vestito e seduto. 
Olivier notò la scena e gli sorrise pensando che avesse caldo. 
- Una bella doccia fresca è quello che ci vuole, si muore a Milano in estate... 
Lo sapevano tutti che a Milano si moriva, ma era un altro il motivo per cui Alexis stava morendo.
Theo tradusse la frase in francese di Olivier a Daniel e i due scoppiarono a ridere piegandosi in due. In quel momento arrivarono Brahim e Sandro che si erano trattenuti a fare alcune piccole rifiniture insieme in campo, e vedendo quei due ridere ignobilmente chiesero che avessero, ma i loro sguardi diretti ad Alexis in crisi esistenziale con l’acqua in faccia e gli asciugamani addosso da vestito che fissava Olivier nudo a parlargli davanti, fece loro capire cosa succedesse. 
Brahim ovviamente si unì a loro nel coro delle risa ignobili, mentre Sandro si coprì la faccia imbarazzato per lui. 
- Dobbiamo salvarlo, non credi? - disse a Daniel, ignorando gli altri due idioti. 
Daniel si asciugò le lacrime. 
- Salvarlo da sé stesso? Ormai è tardi per quello... ha già preso lo stampo del suo pisello... 
Questo lo sussurrò al suo orecchio sempre ridendo, cercando di non farsi sentire, ma Sandro gli mise una mano sulla faccia e lo allontanò brutalmente, rosso in viso. 
- Stai troppo con quel maniaco idiota!
Era vero, ma si stava divertendo molto, non poteva farci nulla.
A volte essere idioti come il suo ragazzo era bello. 

- Non vieni? - chiese Olivier ad Alexis riferendosi alla doccia. Il giovane belga batté le palpebre un paio di volte come se avesse qualcosa dentro che lo stava per far piangere e annuì rimanendo seduto ben ancorato e coperto il più possibile sul bacino. 
Olivier così rimase fermo nudo in attesa. Come il David del Michelangelo. Proprio così. 
Solo più dotato. 
Inarcò un sopracciglio ancora in attesa. 
- Quando? 
- Oh, intendi ora? No no... io aspetto un attimo... devo prima... telefonare... 
Alexis non sapeva proprio cosa inventarsi e sparò un evidente cazzata, sapeva di essere stato scoperto, ma sperava comunque di poterla passare liscia.
Fu proprio lì che come per miracolo il telefono gli suonò e prima di tirarlo fuori, Alexis disse con voce stridula ringraziando il cielo che qualcuno lo salvasse per puro caso: - Oh ecco, mi hanno preceduto... 
Con un sorriso di scuse imbarazzato, cercò il telefono nella propria borsa e a quel punto Olivier annuì ed andò a lavarsi da solo. Quando prese il cellulare, rispose in fretta e furia senza leggere il chiamante. 
- Sì? - chiese con vocina fine e stremata. 
- Mi devi un favore enorme per questo... 
Riconoscendo la voce semi seria di Daniel, si girò a cercarlo notando un improvviso strano silenzio nello spogliatoio. I soliti idioti, infatti, mancavano tutti all’appello e non erano più là dove li aveva lasciati, a prenderlo per il culo. 
- Dove siete? 
- A salvarti il culo! - replicò dietro Sandro che poi scoppiò a ridere. 
- Io per inciso non ero d’accordo, volevo spedirti sotto la doccia con lui, al massimo mi ero proposto di richiamare tutti gli altri per permettervi una doccia sexy insieme, ma Dani ha detto che come primo giorno dovevamo darti una mano... 
Alexis non era sorpreso di Theo. 
- Tanto sei in camera con lui, ho scommesso che ti girerà tutto nudo anche là! 
Alla sparata di Brahim, Alexis impallidì di nuovo e spalancando gli occhi si sentì davvero molto male. 
- Dio, non ce la posso fare... nessuno fa cambio con me? 
- Se vuoi lo faccio io, ma sai come va a finire... - Samuel si era intromesso. - Io non me lo tengo nelle mutande, il culo! - aggiunse da bravo passivo cronico. 
- No no grazie, penso di potermela cavare! Adesso mi faccio una doccia gelida. Appena lui esce. E poi cercherò di immaginare mio nonno nudo, dovrei farcela per un po’... 
Alexis lo pensava davvero. Era il solo, visto quanto risero gli altri. 


Dopo che uscì Olivier si fece davvero la doccia fredda ed aiutò a tornare accettabile. 
Fino alla sera, quando da soli in camera, dopo cena e dopo un po’ di vita sociale con gli altri nella zona relax, Alexis realizzò che Brahim ci aveva visto giusto. 
Olivier girava nudo anche in privato. Un privato poco privato visto che c’era anche lui. 
E con nudo, intendeva proprio nudo. 
- Ti dà fastidio se dormo nudo? Sono abituato così da sempre... 
- Nu-nudo? Dormi tutto nudo? - Olivier annuì guardandolo in piedi come mamma l’aveva fatto, con tanto impegno, chiaramente, visto che bene che era venuto fuori.  
- Sì, se ti dà fastidio mi metto qualcosa, ma non mi sento a mio agio coi vestiti addosso...
- Anche in inverno? - chiese Alexis invece di rispondergli, ancora in piena crisi, seduto sul letto con una strategica maglia larga addosso. 
Olivier annuì, sempre in piedi davanti a lui. I suoi occhi azzurri lo scrutavano indecifrabili, studiandolo ancora, mettendolo a disagio. 
- Ok, dai ti dà fastidio, mi metterò qualcosa... 
Si girò per prendere dei boxer nel cassetto e quando si piegò in avanti mostrandogli le sue natiche sode e scolpite proprio uguali a quelle del David del Michelangelo, Alexis spalancò ancora di più gli occhi e per poco non soffocò con la propria saliva, ma svelto prese il cuscino e se lo mise sull’inguine ritrovandosi con la propria bocca che parlava da sola fuori dal suo controllo. 
- No no, ma che fastidio, anzi... sta pure come preferisci, io non ho nulla in contrario... 
Olivier, così, richiuse il cassetto e tornò a raddrizzarsi verso di lui. 
- Sicuro? Devi essere sincero, se ci sono problemi mi vesto. 
Alexis però non sarebbe più riuscito a dire frasi di senso compiuto, così sorrise e scosse il capo. 
- Sicuro. - biascicò. 
“Tuo nonno nudo, tuo nonno nudo...” pensò disperatamente, vedendo che si sedeva sul letto prendendo il telefono che aveva attaccato alla presa del carica batteria. 
L’immagine di suo nonno nudo arrivò alla sua mente e fece parzialmente il suo dovere, calmandogli i bollenti spiriti, così senza farsi notare troppo spostò il cuscino e si infilò sotto le lenzuola. 
- Tu invece sei uno freddoloso, eh? - commentò divertito Olivier notando che non solo aveva un pigiama estivo delizioso color azzurro puffo, ma aveva anche il lenzuolo sopra. 
Alexis, col telefono in mano, sorrise ancora. La schiena sollevata sulla spalliera, le gambe piegate, la stoffa a coprirlo e proteggerlo da una sonora figura di merda. 
- Eh sì... 
Ma stava sudando eccome. Soprattutto dentro di sé. 
‘È NUDO! TUTTO! IO NON CE LA FACCIO! E mio nonno nudo non funziona più! È maledettamente sexy mio nonno nudo in questo momento!’
Alexis era stato aggiunto al gruppo che avevano creato pochi mesi prima i mentecatti per salvare Zlatan e Simon e la loro relazione in procinto di spaccarsi. Adesso si chiamava ‘Dementi’ su suggerimento di Daniel, e Zlatan e Simon non sapevano ancora dell’esistenza di tale chat. 
‘La mia proposta di scambiarci di camera è sempre valida...’ suggerì Samuel. 
‘Scordatelo!’ ribatté subito Alexis. ‘Piuttosto mi dichiaro, ma non te lo darò mai! Adesso lui è mio, tu trovatene un altro!’
A quella risposta decisa, risero tutti con mille smile che rotolavano con le lacrime agli occhi, solo Samuel non rise. 
‘Auguri allora.’
“Eh, proprio auguri...” pensò tragicamente Alexis tornando ad occhieggiare Olivier che era ora mezzo steso con la schiena alta sul letto, una gamba piegata, una dritta, perso nel suo telefono. E col pene languidamente adagiato sulla coscia.
“Dio, è proprio come David del Michelangelo... ma come faccio? Come diavolo faccio? COME!?”
Naturalmente, Alexis non chiuse occhio. 


Note: in realtà non ho idea se Olivier gironzola bello nudo, ma avevo queste immagini impure di lui che lo faceva distruggendo il povero Alexis. Mentre gli altri debosciati non si capisce se lo stanno aiutando o cosa. Ma sicuramente si divertono. Alla prossima. Baci Akane