5. MERAVIGLIOSO

oliale

Olivier era tante cose ed aveva molti difetti.
Era narcisista ed egocentrico, per esempio. Nonché geneticamente infedele. 
Spesso era anche superficiale su certe cose o nel giudicare troppo frettolosamente cose, persone o situazioni che non conosceva realmente. 
Ma fra i molti difetti, non c’era la stronzaggine. 
Fu per questo che vedendo Alexis reagire in quel modo così infantile e spontaneo e drammatico, non lo lasciò a sé stesso ignorandolo con indifferenza, ma cercò di aiutarlo a risalire dalla buca che aveva scavato e nella quale si era ficcato. 
Rimase a guardare la montagnetta mingherlina coperta dalle lenzuola per qualche istante, grattandosi perplesso la tempia mentre pensava che forse l’aveva giudicato male pensando che potesse reggere certe situazioni.
Era andato troppo in fretta?
A lui non piaceva perdere tempo, ma doveva considerare che quella reazione lasciava poco spazio ad interpretazioni.
Alexis non era ancora pronto. 
Sospirò fissandolo meravigliato coi suoi occhi azzurri e dopo qualche istante posò il telefono mettendo cauto giù i piedi. 
- Alexis? - lo chiamò col suo fantastico accento francese che pronunciava alla perfezione il suo nome senza italianizzarlo. 
Silenzio. 
Olivier si protese in avanti rimanendo seduto. 
- Ale? - continuò abbreviando il nome nella speranza che reagisse. 
Nulla. 
A quel punto sospirò di nuovo e si alzò avvicinandosi al suo letto, si chinò su di lui, gli toccò con un dito la testa attraverso il lenzuolo che ancora lo copriva e lo sentì sussultare. 
- Dai, esci... - non sapeva bene come sistemare le cose e come aiutarlo, nessuno aveva mai reagito in quel modo alle sue poco innocenti provocazioni. Sapeva di piacere e quando ne aveva la certezza non perdeva tempo. Forse era ora di iniziare a farlo. 
Alexis finalmente diede cenni di vita e scosse il capo convulso. 
A quel punto Olivier sapeva che era una pessima idea, ma non vedendo altra scelta, si sedette sul bordo del letto cercando di non toccarlo e rimase lì con le mani fra le cosce. Non gli veniva di certo in mente che rivestirsi l’avrebbe aiutato. 
- Non è successo nulla, non te ne devi vergognare. - riportò con dolcezza. 
Alexis finalmente parlò. 
- C’è la possibilità che tu faccia finta di nulla? - sussurrò da sotto le lenzuola, con una voce disperata ed implorante. 
Olivier sorrise intenerito e divertito. 
- Ti farebbe sentire meglio? 
Alexis annuì. 
- Allora farò finta di nulla. - vedendo che ancora non si riesumava, si alzò e tornò al proprio letto infilandosi sotto le lenzuola che però accartocciò solo a livello inguinale in modo da coprire giusto quello che riteneva lo imbarazzasse tanto. Non immaginava che quello era solo una delle tante cose che lo gettavano nel caos. 
Alexis finalmente si decise ad abbassare le lenzuola. Era bordeaux ed il suo pizzetto rosso spiccava ancora di più, nonostante la tinta biondo platino per mascherare il suo reale colore di capelli. 
Olivier lo guardò e gli sorrise cercando di essere incoraggiante, ma lui avvampò ancora di più e distolse lo sguardo fissandolo sulle sue mani che stringevano ancora la stoffa. 
Fra l’altro aveva ancora i vestiti addosso e non si era nemmeno messo il pigiama per dormire. 
Dedusse che non l’avrebbe fatto. 
- Non diciamo nulla? - disse ancora Olivier tentando un dialogo che non sapeva nemmeno bene come produrre. 
Alexis scosse forsennato la testa e si mise giù rivolto verso il muro, dandogli le spalle. Olivier sospirò e non aggiunse altro. 
Chiuse la luce grande e quella piccola sopra il letto lasciando che il buio inglobasse la stanza e loro, ma appena fu sicuro di non essere visto, sorrise compiaciuto. 
Quelle reazioni erano il suo pane, lui le adorava. 
Sapeva che non era carino godere dell’imbarazzo profondo che procurava agli altri, ma ugualmente lui ci si sentiva bene. 
Quell’adorazione nei suoi confronti era meravigliosa perché gli diceva che era lui ad esserlo. 
Meraviglioso.
Tutto ciò che da quando era cresciuto ed aveva avuto l’età della ragione, aveva cercato di essere. 
Tramite le reazioni degli altri poteva capire quanto lo era. 

Alexis dormì poco e male sognando Olivier ed il suo pene tutta la notte. L’aveva sognato eretto e duro ed era probabilmente venuto nel sonno. 
Quando aveva sentito la sua sveglia, aveva lasciato che andasse in bagno per poi sgattaiolare fuori così com’era, senza lavarsi né cambiarsi, con ancora i vestiti della sera precedente. 
Appena fuori, bussò come un forsennato alla camera di Theo e Daniel, consapevole che era presto per loro e che probabilmente o stavano dormendo o stavano trombando. 
Fregandosene altamente, continuò a bussare finché un corrucciato Theo in boxer non aprì. Alexis gemette con una smorfia di sofferenza nel guardarlo, ma lo spinse col gomito per toccarlo il meno possibile infilandosi in camera. 
- Ah fai pure, eh... non ti preoccupare di rompere le palle un’ora prima della sveglia... chi se ne frega se poi abbiamo fatto tardi a scopare e abbiamo sonno? 
Theo, polemico per il brutto risveglio non proprio roseo, lasciò che raggiungesse il letto di Daniel che poi era anche quello di Theo visto che li avevano arbitrariamente uniti per farne uno matrimoniale e poter fare tutte le porcherie che potevano almeno in quel periodo. 
Si mise in ginocchio accanto al suo amico che ancora dormiva a pancia in giù e spuntando verso di lui come se fosse un topolino spione, lo guardò con occhi grandi drammatici e sbrilluccicosi. 
I luccichii erano dovuti alle lacrime che stavano per scendergli. 
Cominciò a chiamarlo e picchiettarlo sulla guancia per svegliarlo e solo quando Daniel aprì gli occhi azzurri ed appannati e lo mise a fuoco, si fermò. 
- Ale, che cazzo fai qua? Ma che ora è? 
Guardò subito il cellulare pensando di non aver sentito la sveglia e vedendo che erano le sei e mezza del mattino, gli spalmò la mano sulla faccia per allontanarlo. Un altro col brutto risveglio. 
- Ale vaffanculo, potevi aspettare un’ora! 
Theo si sedette dall’altra parte accendendo la luce sopra il loro letto. 
- A quanto pare no. - brontolò. 
- Hai sentito che bussava? - chiese poi Daniel girandosi verso il suo ragazzo e ignorando la presenza di un disperato Alexis ancora in ginocchio accanto al suo lato del letto. 
Theo si rimise sotto le lenzuola tenendo le gambe fuori, sbuffò e si strofinò gli occhi cercando di svegliarsi, consapevole che ormai il sonno era interrotto. 
- Come non l’hai sentito tu, invece... 
Daniel piegò le labbra e poi dondolò il capo pensandoci. 
- Forse perché stanotte mi hai distrutto? - propose per nulla malizioso e assolutamente polemico. 
Theo finalmente fece uno dei suoi straordinari sorrisi ed il sole tornò in camera nonostante le persiane chiuse. Si tuffò sul suo compagno e lo baciò ripetutamente sulla guancia fino a trovare la sua bocca. 
Daniel cercò di nasconderla contro il cuscino, ma non ci riuscì ed alla fine accettò il suo buongiorno. 
Alexis era ancora lì in ginocchio ad aspettare che lo calcolassero, cosa che fecero dopo qualche minuto di pomiciate mattutine, intrecciati sul letto, Theo sopra Daniel a fargli da coperta. 
- È ancora lì? - chiese Daniel che era di spalle ad Alexis. Theo annuì spuntando solo con gli occhi dalla sua testa. 
- Dici che dobbiamo sentire che ha? - gli chiese il francese. Daniel sospirò e facendosi forza, si girò sistemandosi sul fianco, fra le braccia protettive di Theo che lo abbracciò da dietro. Piegò un braccio sotto la sua testa e lo tenne a sé cercando la sua mano fino ad intrecciare le dita. 
Alexis per un momento si dimenticò dei propri psicodrammi trovandoli carini da morire e li invidiò. 
A quel punto si rese conto che era la prima volta che non era infastidito e dilaniato nel vederli fare la coppietta, cosa che in realtà non facevano spesso visto che cercavano di nascondere la loro relazione praticamente sempre. 
Gli venne il broncio. 
“Sto meglio riguardo loro. Sì perché adesso ho un problema più grande. E sta nudo nella mia camera.”
Però lo sapeva che in realtà si era attaccato ad Olivier in quel modo in appena un giorno proprio per cercare in lui quello che aveva voluto da Daniel senza poterlo ottenere. 
Specie ora nel vederli così, lo poteva capire. 
Anzi, era evidente. 
- Sei così disperato con Olivier? - chiese Daniel in logica deduzione. 
Alexis si morse il labbro tornando a ricordare quanto era successo la sera prima. 
- Mi gira nudo in camera. - esordì così. - Completamente. - precisò poi. 
- C’è un modo diverso di essere nudi? - polemizzò divertito Theo. 
Alexis lo ignorò passando a spiegargli la parte peggiore e quando lo fece Daniel e Theo spalancarono gli occhi, uno sconvolto e l’altro ammirato. 
- Però... non immaginavo che Oli fosse così carogna! 
Daniel si voltò un po’ verso di lui senza poterlo guardare bene. 
- Non lo conoscevi? 
Theo scosse il capo continuando a tenerlo stretto a sé. 
- Lo conosce meglio mio fratello, sono stati in nazionale insieme ma io ancora non l’ho mai incontrato. Qua è stata la prima volta. 
- Ti scriveva dicendo che veniva, pensavo foste amici... 
- No, aveva chiesto il numero a Lucas per avere un contatto qua. Comunque non avevo idea che fosse così. C’è da imparare... - concluse compiaciuto ridacchiando e baciandogli l’orecchio ed il collo. 
Daniel rabbrividì e rise. 
- Non preoccuparti, non hai bisogno di maestri nell’arte della seduzione... - Alexis dedusse che ricordava come si erano messi insieme o meglio come Theo gli era saltato addosso quel giorno di Dicembre di cui lui sapeva tutto grazie ai racconti del suo amico. 
Racconti che l’avevano gettato nella sua prima crisi esistenziale, se si escludeva quando da adolescente aveva capito di essere gay. 
- Ragazzi, sono ancora qua, sapete? - gli fece notare sentendosi stranamente meglio nel vederli così davanti a lui. Forse perché aveva capito cosa gli stava succedendo con Olivier. 
- Vuoi unirti a noi? - così dicendo Theo allungò una mano su di lui accarezzandogli il viso mentre baciava ancora il collo di Daniel, ridendo. Il compagno gli prese la mano e gliela tirò subito via un po’ per aiutare Alexis, un po’ per farlo smettere perché probabilmente geloso. 
- Non avete un cazzo di consiglio per me? Come ne esco? Gli ho chiesto di far finta di nulla e lui l’ha fatto, ma non mi porterà da nessuna parte... 
Daniel tentò di pensare ad una risposta e glielo lesse negli occhi dal suo taglio all’ingiù così uguali a quelli di suo padre. Poi con aria dispiaciuta tentò un vago: - Togliti lo sfizio? 
- È una domanda? - precisò Alexis senza capire visto il tono strano usato. Theo rise sul suo collo, le gambe incrociate alle sue, le braccia che avvolgevano il suo petto. 
- Ma boh, sapessi cosa mi strofina contro il culo questo qua, per non parlare di come usa la lingua sul mio collo... sto provando a pensare in modo sensato e razionale, ma Ale ti assicuro che a breve avrai uno spettacolo porno che non dimenticherai...
A quella risposta estremamente sincera di Daniel, Alexis spalancò gli occhi e si alzò di scatto esitando per un istante, allettato all’idea di godere di quello spettacolo sicuramente non atroce. 
Suo malgrado gli fece una smorfia e così come era arrivato, corse via tornando ad infilarsi nella sua camera dove vide con gran sollievo che Olivier era ancora chiuso in bagno a farsi meraviglioso. 
Aprì la finestra della camera e lasciò entrare la luce del giorno, vedendo che ormai era quasi ora anche per lui di iniziare a prepararsi. 
Sospirò guardando il suo letto vuoto, mentre nella mente si sovrapponevano le immagini di Daniel e Theo stesi insieme. 
“È questo che voglio da Olivier. O meglio. È questo che voglio in generale. Quello che hanno loro. Una storia d’amore e sessuale, provare emozioni, sensazioni e sentimenti. Innamorarmi, essere preso e posseduto, intrecciarmi a qualcuno così come loro. Voglio quello che hanno loro. Ed ecco che appare Olivier, bello come il sole, che mi fa venire solo facendosi toccare la schiena ed esibendosi nudo. Sto solo pensando di poter prendere da lui quello che volevo da Daniel, quello che vorrei in generale guardando quei due. Poteva essere chiunque altro.”
In secondo luogo, sentendo Olivier che si apprestava ad uscire, realizzò il secondo punto non meno importante. 
“Resta il fatto che importa poco quello che voglio io se per Olivier io non esisto. Non ha ancora dato cenni di alcun tipo nei miei riguardi. Per quel che ne so è fatto così e basta, non significa che mi sta seducendo per divertirsi. Insomma, come faccio a dirlo?”
Già, come faceva?
In quello la porta del bagno si aprì e si mostrò un Olivier nelle esatte condizioni in cui l’aveva lasciato la sera prima.
Nudo. 
Solo in versione perfetta e meravigliosa, senza un pelo od un capello fuori posto. 
Alexis gemette spontaneo senza controllarsi e avvampò. 
“Come può un dio del genere volersi trombare uno come me? Che poi magari sì, bello il sesso e tutto... ma io non voglio solo questo. Io voglio la favola intera. Magari un paio di botte per divertirsi me le dà, se sono fortunato. Ma so che poi io voglio il resto e a quel punto figurati se uno come lui potrebbe volere una storia vera da me. Sai quanto starei male, a quel punto?”
Confuso ancor più di prima nonostante le risposte ottenute su cosa volesse da Olivier, lo salutò con un gemito di sofferenza e prendendo il cambio di vestiti, si infilò in bagno al suo posto, annusando la scia intossicante di profumo che si era messo e del suo dopobarba ancora nell’aria. 
Profumi che gli fecero venire di nuovo l’erezione. 
“Ma in che casino mi sono messo?”

Olivier lo lasciò fare per vedere fin dove sarebbe arrivato. 
Alexis era molto timido e probabilmente aveva avuto poche esperienze omosessuali, sicuramente nessuna con uno come lui, perciò doveva ancora abituarsi e capire come fare. 
Non sapeva che certe cose venivano spontanee e bisognava solo lasciarsi andare, ma l’avrebbe aiutato in questo. 
Quando Alexis uscì dal bagno, era vestito e pronto, così come anche lui. Si guardarono dritti negli occhi e lesse in lui una confusione diversa da quella della sera precedente. 
Non seppe decifrarlo, ma decise che non aveva molta importanza. 
Il gioco continuava. 

Alexis continuò ad evitarlo come avesse la peste fino alla fine degli allenamenti di giornata, quando fingendo di avere cose importantissime da fare al telefono, aspettò ad infilarsi in doccia andandoci quando ormai gli altri compagni avevano praticamente finito. Pochi rimanevano nel locale delle docce e vedendo che Olivier non si muoveva, Alexis si decise a piantare il telefono con cui fingeva di avere chissà cosa da farci e andò a lavarsi. 
Con sua somma soddisfazione, Olivier si unì a lui.
Fece un cenno ai tre ragazzi che rimanevano, i quali uscirono poco dopo, e solo a quel punto, quando si piazzò proprio nel getto vicino al suo, Alexis realizzò quanto idiota fosse stato. 
Lui non glielo avrebbe di certo detto, aveva troppo tatto, ma probabilmente uno come Ibra o Theo glielo avrebbe rinfacciato senza peli sulla lingua. 
“Se vuoi evitare qualcuno ti lavi in mezzo alla massa, non aspetti di certo che se ne vadano tutti...” Pensò divertito Olivier. 
Quando il piccolo belga notò che era proprio lui quello lì vicino che si lavava, non riuscì a trattenere un’espressione sbalordita ed estremamente imbarazzata. 
Olivier sorrise ed Alexis ricambiò senza saper cosa dire. L’aveva evitato tutto il giorno di proposito, non poteva di certo dirgli qualcosa a proposito, perciò si limitò a lavarsi. 
Lavarsi bene. 
Si riempì le mani di bagnoschiuma prendendolo dagli erogatori appesi alle pareti piastrellate ed iniziò a carezzarsi con calma ed attenzione maniacale ogni centimetro del corpo, avendo cura di ogni muscolo, linea e fossetta. 
Lo faceva rivolto a tre quarti verso di lui e stava zitto di proposito. 
Essendo che ad averlo evitato era stato Alexis, non era di certo lui a dover spezzare il silenzio. 
In parte era meglio così, si disse Olivier; l’imbarazzo poteva crescere meglio senza parlarsi. 
Lo vedeva ipnotizzato dalle sue mani mentre si insaponava rimettendosi di nuovo bagnoschiuma addosso, strofinandosi infine l’erezione e tutto l’inguine, soffermandosi in particolar modo sull’attaccatura delle  cosce. 
Sollevò lo sguardo notando come era assorbito dal movimento sicuro del suo lavaggio approfondito.
Non andò veloce, non fu sbrigativo. 
Si passò ripetutamente ogni parte intima fino a prendersi l’erezione in mano e a strofinarsela col sapone, proprio come se si stesse masturbando davanti a lui.
Ed in effetti era proprio quello che stava facendo. Una mano sul pene, l’altra sotto, sui testicoli. 
Si stava eccitando ma non per l’operazione lavaggio profondo, ma bensì per il modo in cui Alexis lo guardava, ora completamente dimentico di cosa era lì a fare. 
Si insaponava ripetutamente la stessa zona del corpo come se fosse chissà quanto sporco, ma in realtà sapeva che era totalmente perso nella sua erezione ora dura e nel movimento delle sue mani. 
Mani sapienti, abili, veloci e languide che non ebbero pietà. 
Specie quando si girò di schiena mettendoglisi davanti. 
- Mi faresti dietro? 

A quel punto Alexis era totalmente in suo potere e nonostante avesse staccato lo sguardo dalle sue mani sul suo inguine, eseguì quasi come un automa prendendo il bagnoschiuma dall’erogatore, si strofinò le mani ed iniziò a passargli la schiena proprio come la sera precedente aveva fatto steso su di lui. 
Di nuovo ebbe la stessa reazione, peggiorata ora dalla consapevolezza che Olivier ora si stava ancora masturbando.
Il proprio cervello non voleva attivarsi per fargli le domande giuste, perciò non si poteva dare nemmeno le risposte. 
Lo stava seducendo? 
Prima o poi avrebbe dovuto capirlo. 
Scese con le mani sulla zona lombare, come in un sogno erotico. La sensazione della sua pelle tonica e scivolosa sotto le dita, fu deleteria.
Si sentiva estremamente eccitato e sapeva che se si fosse toccato di nuovo sarebbe venuto e forse lui stava venendo, mentre ancora sentiva che si muoveva là sotto. 
Alexis non riusciva a chiudere gli occhi e staccarsi, non riusciva a scappare, ma nemmeno a dire o pensare. 
Arrivato ai glutei, si fermò in tempo prima di insaponargli anche quelli, ma Olivier girò la testa a metà e calmo e roco, disse: - Se vuoi puoi farmi anche lì. 
Alexis, ancora ipnotizzato da lui, dalla sua pelle e dai movimenti delle mani sul suo membro, proseguì senza rifletterci, ancora sotto il suo incantesimo. 
Aprì le labbra e liberò un sospiro profondo, a quel punto scese sulla curva soda e tonda delle sue natiche, gliele carezzò limitandosi a strofinare, la schiuma rendeva le sue mani scivolose, ma riuscì a stringere perché non poteva fare a meno di sentire quanto fossero toniche e dure. 
Sospirò ancora quasi come se si stesse masturbando da solo, come se provasse un diretto piacere nel toccarlo. 
Era così, in effetti. 
Quando vide le proprie stesse dita infilarsi nella sua fessura, Alexis spalanca la bocca, si irrigidì e con un’ondata di calore inaudita ed inaspettata, si sentì divampare in ogni particella fino a che si rese conto di essere venuto e che quello che gocciolava fra i loro piedi, non era schiuma. 
A quel punto si riprese in un istante, si irrigidì, imprecò e si allontanò andando alla propria doccia, girò il rubinetto e facendo uscire solo acqua fredda, anzi, ghiacciata, ululò preoccupandosi di dargli la schiena e non fargli vedere quanto era diventato duro e come era venuto. 

Olivier si girò e sorrise soddisfatto capendo cosa fosse successo, non aveva avuto bisogno di vederlo. 
Compiaciuto, si sciacquò smettendo di toccarsi. 
Il resto se lo sarebbe tenuto per un’altra volta. 


Note: le cose si iniziano a scaldarsi, per Alexis sarà sempre più impossibile controllarsi, specie perché Olivier è deciso a sedurlo e a godere. Gli inserimenti demenziali di Theo e Daniel li adoro troppissimo, mi sono divertita tanto a scriverli! Alla prossima. Baci Akane